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A Lover's Death: The Orlando Consort porta a compimento un'epica esplorazione di Machaut

Con "A Lover's Death", undicesimo e ultimo capitolo della monumentale incisione delle opere di Guillaume de Machaut (c1300-1377), The Orlando Consort, conferma la propria maestria nel restituire vita alla complessità e alla passione della musica medievale. Questo progetto, durato anni, non solo celebra Machaut come pilastro della polifonia trecentesca, ma offre anche una finestra rara su un repertorio che fonde devozione sacra, tormento amoroso e sperimentazione musicale, tutto interpretato con una precisione e un’espressività che hanno caratterizzato la carriera dell’ensemble. L'album per Hyperion Records.


Guillaume de Machaut, poeta e compositore, è un raro esempio di artista medievale la cui eredità è giunta intatta fino a noi, grazie a manoscritti miniati curati dallo stesso autore. 

Le sei fonti musicali superstiti, come il prezioso "manoscritto C" (c1350), hanno permesso di preservare oltre 100 composizioni, dagli intricati mottetti alle ballate intrise di lirismo. 

The Orlando Consort attinge a queste fonti per offrire un viaggio che spazia dalla spiritualità ascetica alle passioni terrene, dimostrando come Machaut sapesse trasformare il contrasto tra sacro e profano in un dialogo musicale senza tempo.  

Cuore dell’album sono quattro mottetti, genere in cui Machaut eccelleva. Strutturati su frammenti di canto gregoriano (tenor), questi brani intrecciano testi poetici con riferimenti teologici, creando un gioco di corrispondenze che solo un ensemble esperto come The Orlando Consort può svelare. 

In Hareu, hareu! le feu (M10), le esclamazioni di sgomento e paura della morte dell’amante bruciato dal desiderio si contrappongono alla solennità del testo sacro Obediens usque ad mortem, mentre il ritmo sincopato del tenor riflette l’instabilità emotiva. Amours, qui a le pooir (M15) gioca con la percezione formale: quattro talee nel tenor diventano due nelle voci superiori, accompagnando la disperazione di un amore tradito. 

Non mancano omaggi alla devozione locale, come Martyrum gemma latria (M19), dedicato a San Quintino. Interessante notare che nel mottetto il numero simbolico delle talee è cinque, in riferimento al nome del santo ("Quintus" = "Quinto"), il numero cinque quindi è un elemento strutturale e simbolico nella costruzione isoritmica del mottetto.

Nelle formes fixes (forme fisse), Machaut esplora ogni sfumatura dell’amore: dalla gioia alla disperazione. Biauté, qui toutes autres pere (B4), colpisce per l’uso audace della notazione rossa - tecnica questa utilizzata nella notazione musicale medievale e rinascimentale per indicare cambiamenti ritmici o alterazioni specifiche attraverso l'uso del colore - creando un’emiolia che destabilizza il ritmo, a metafora degli ossimori testuali. Siamo in presenza di un uso sofisticato di questi due strumenti da parte di Machaut che riflettono la complessità e sofisticazione della sua musica dimostrando grande attenzione per il ritmo e la proporzione.

De petit po (B18), tra le più popolari al tempo, rivela una struttura di base su cui il musicista poteva improvvisare, analogamente ai moderni "template" ha permesso a Machaut di esprimere la sua creatività: qui di fatto un triplum senza testo aggiunge vivacità ritmica. Tra le gemme rare spiccano Quant je ne voy (R21) e Ma chiere dame (B40), rondeaux e ballate sopravvissuti in un solo manoscritto, eseguiti con una freschezza che ne rivela tutta la modernità.  

The Orlando Consort brilla nel bilanciare rigore filologico ed espressività. Nei virelai monodici come Douce dame jolie (V4), la pronuncia chiara e l’agogica sensibile trasformano semplici melodie in ritratti psicologici. Nei brani polifonici, come il commovente Dous viaire gracieus (R1), l’equilibrio tra le voci e l’attenzione ai contrasti armonici rendono tangibili le emozioni dei testi.  

Con questo progetto, The Orlando Consort non solo rende accessibile l’intero corpus profano di Machaut (con l’eccezione dei lais), ma invita a riscoprire un repertorio che è insieme intellettuale e visceralmente umano. Dalle strutture complesse dei mottetti alla spontaneità dei virelai, ogni brano è un tassello di un mosaico che riflette l’universalità dell’esperienza amorosa. 

Per gli appassionati di musica medievale, ma non solo, A Lover's Death è un testamento artistico indispensabile, reso con una passione che Machaut stesso avrebbe applaudito. Come recita il verso finale dell’album: «Armoniosamente canteranno la sua lode», e The Orlando Consort lo fa in modo sublime.

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