mercoledì 30 settembre 2015

EXPORT VINO PRIMO SEMESTRE 2015

ASSOENOLOGI:TASSI DA BOOM ECONOMICO IN TUTTE LE AREE IMPORTANTI
Assoenologi ha elaborato i dati sulle vendite del vino italiano all'estero nel primo semestre 2015
La fase espansiva della domanda internazionale registrata nel secondo trimestre ha impresso un netto miglioramento all’intero semestre. Il valore lievita da 2.387 a 2.542 milioni € + 6,4% contro il +3,8% registrato a marzo; i volumi riescono a recuperare parzialmente il gap della prima parte dell’anno riducendo la flessione delle consegne dal -2,1% al -1,7%, contrazione da individuare nelle caduta delle consegne del vino sfuso. Nota ancora più positiva resta la crescita del Valore medio unitario (Vmu) che passa nel confronto con lo stesso periodo del 2014 da € 2,40 a € 2,60/l


Distribuzione geografica. Il vino è sempre un termometro per misurare lo stato di salute e i trend in atto di un mercato e i dati del primo semestre confermano questa caratteristica. La crescita del vino registra +6,5% in valore rispetto allo scorso anno e si respira una buona atmosfera nelle aziende impegnate sul versante dei mercati esteri. Secondo il Centro Studi di Assoenologi il dato complessivo è positivo le realtà regionali mostrano un andamento non omogeneo.

Il Veneto si conferma la regione leader con un valore di 855,4 milioni € e una crescita del +11,0%; in seconda posizione si colloca il Piemonte con un valore di 436,3 milioni e un trend stabile -0,6%. I vini piemontesi rossi Dop e Asti spumante, dopo una fase d’espansione, stanno attraversando un periodo di rallentamento. La Toscana vive una fase euforica caratterizzato da una robusta domanda nei principali mercati che imprime una netta accelerazione ai valori unitari. Il valore export registra un balzo da 339,8 a 427,5 milioni €, pari ad una crescita del +25,8%. Circa 270 milioni € sono originati dai flussi dei vini rossi Dop della Toscana, ai quali devono aggiungersi 10,5 milioni € da attribuire ai vini bianchi Dop della Toscana. Stabile la performance del Trentino Alto Adige con un valore di 244,7 milioni € +0,4% Fase negativa per Lombardia -7,5%, Emilia Romagna -14,9% e Marche -10,7%. Lazio e Abruzzo mostrano una crescente vivacità che tocca a fine del semestre valori compresi nella forbice del +8,5% e +8,7%. Le due grandi regioni del Sud mostrano una tiepida crescita Puglia +1,4% e Sicilia +5,2%, con rispettivi valori di 47,4 e 51,4 milioni €. Buona la crescita dei vini della Campania che registrano un incremento dei valori da 17,8 a 21,3 milioni €. Alla luce dei fatti è indubbio che la scelta dei produttori di puntare sui vitigni tipici autoctoni sta producendo ottimi risultati. La Sardegna accusa una flessione del -6,4% apparentemente non in grado di cogliere nella fase iniziale il trend espansivo. 

TOTALE EXPORT VINO ITALIANO
GENNAIO GIUGNO 2010 – 2015*

                                                    Fonte Assoenologi (EVI© - Esportazioni Vino Italiano by Assoenologi)


La fase espansiva della domanda internazionale registrata nel secondo trimestre ha impresso un netto miglioramento all’intero semestre. Assoenologi ha calcolato che il valore lievita da 2.387 a 2.542 milioni € + 6,4% contro il +3,8% registrato a marzo; i volumi riescono a recuperare parzialmente il gap della prima parte del’anno riducendo la flessione delle consegne dal -2,1% al -1,7%, contrazione da individuare nelle caduta delle consegne del vino sfuso. Nota ancora più positiva resta la crescita del Valore medio unitario (Vmu) che passa nel confronto con lo stesso periodo del 2014 da € 2,40 a € 2,60/l. 

Paesi Terzi e Ue. L’export verso i Paesi Terzi corre 4 volte più veloce che nell’Unione Europea, +10,8% contro il +2,6% rispettivamente. La fotografia al fotofinish dei dati consuntivi del semestre mostra un differenziale di appena 36 milioni € tra le due aree, un “gap” che con molta probabilità verrà colmato nei prossimi mesi alla luce dei rispettivi tassi di crescita. – spiega Assoenologi. Il valore export nella UE passa da 1.256 a 1.289 milioni €; nei Paesi Terzi l’incremento è più palpabile da 1.130 a 1.253. Indubbiamente il segnale è molto chiaro su quali sono le aree soggette a crescite a due cifre e dove ricercare gli spazi di crescita per le imprese italiane. Il Nord America è l’area di riferimento al momento e gli USA giocano un ruolo ancor più strategico di prima nel futuro del vino italiano.

                               


Assoenologi ritiene che ad accelerare la crescita sia l’incremento dei valori unitari registrati in molte tipologie di vino.
Nella UE il VMU passa da € 1,83 a €1,96/l, pari al +7,3%; mentre nei Paesi Terzi il prezzo medio registra con incremento del +6,1% passando da € 3,67 a € 3,90/l, ad un soffio dei € 4 per litro.




In tutte le aree importanti i valori sono in espansione, con tassi da boom economico: Asia Centrale +19,1%, Nord America + 17,1%, dal +15,6% del primo trimestre, Estremo Oriente +9,5%, dal -4,0% . La stessa Unione Europea +2,6%, dal -0,2%; per non parlare dell’area Altri Paesi Europei da -7,4% a +3,6%.


Dalle elaborazioni dei dati Istat, Assoenologi evidenzia che anche sul versante dei volumi si registra un netto miglioramento delle consegne. Se a marzo la flessione si attestava a -2,1% a giugno il calo si è ridimensionato a -1,7%. La flessione più evidente si registrano nelle aree/mercati destinatari di vino sfuso. L’area extra Ue è la meno colpita dalla contrazione. Il Nord America registra una crescita delle consegne del +9,5%, mentre l’Estremo Oriente l’incremento è del +5,8%.


Il direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli così sintetizza i principali mercati del vino italiano nei primi sei mesi del 2015.

USA - Gli States è il mercato faro, caratterizzato una domanda in fase crescente che ha assorbito un volume di oltre 1.628 mila ettolitri, 158 mila in più rispetto al 2014. Il valore dell’export tocca la cifra record di 644 milioni €, superando le più rosee aspettative e gettando le basi per ulteriori traguardi. La richiesta risulta essere sostenuta per lo spumante con volumi che passano da 174 a 254 mila ettolitri; Il vino in bottiglia riprende lo slancio chiudendo il semestre alla cifra record di 1.321 mila ettolitri. L’elemento più qualificante dell’andamento del primo semestre nel mercato USA è la crescita del VMU da € 3,77 a € 4,07/l. Il risultato brillante che dimostra come l’offerta italiana riesca a guadagnare terreno nell’area più qualificata del mercato. Per lo spumante il VMU segnala una lieve ripresa fermandosi a € 3,67/l.

GERMANIA - Si registra un progressivo ridimensionamento del mercato tedesco. Il valore flette fino a toccare la soglia di 463 milioni €; mentre sono 2,7 milioni ettolitri il volume di vino esportato. Il segmento del vino in bottiglia appare vivace con valori che passano da 352 a 362 milioni €. Più contenuta l‘espansione degli spumanti da 34 a 36 milioni €. Il vino sfuso accusa una decelerazione da 80 a 63 milioni €. Sotto l’aspetto dei volumi consegnati si registra una sostanziale stabilità per il vino in bottiglia. Leggera crescita per lo spumante da 97 a 102 mila ettolitri, mentre il vino sfuso mostra una contrazione da 1.482 a 1.265 mila ettolitri. Il valore medio unitario di quest’ultimo scivola fino a toccare il limite dei € 0,50/l, mentre lo spumante riesce a guadagnare 4 centesimi/litro che diventano 8 centesimi/l per il vino in bottiglia.

REGNO UNITO - Domanda molto sostenuta per il vino italiano nel Regno Unito. I valori in decisa ascesa da 292 a 323 milioni €; e volumi che balzano da 1.368 a 1.491 mila ettolitri Il trend di crescita trova origine dal fenomeno ancora in piena espansione del prosecco e da un significativo incremento del vino sfuso da 159 a 218 mila ettolitri. Lo spumante mostra una vera e propria impennata rispetto all’anno scorso passando da 211 a 329 mila ettolitri. Il mercato britannico è il mercato leader per lo spumante italiano e precede il mercato statunitense. In caduta le consegne di vino in bottiglia che da circa 1 milione scendono a 940 mila ettolitri. Circa un terzo del valore export trova origine nello spumante con valori che lievitano in dodici mesi da 65,3 a 98,4 milioni €. Il vino in bottiglia mostra una lieve contrazione da 207 a 204 milioni €. Il vino sfuso trova spazi per crescere da 17,8 a 23,9 milioni €. Nonostante il rapporto di cambio favorevole al consumatore britannico, i valori medi unitari registrano un trend senza particolari variazioni: il vino in bottiglia riesce a guadagnare 4 centesimi/l e contestualmente lo spumante scende sotto la soglia psicologica dei € 3,00/l.

PRINCIPALI MERCATI - Il valore medio dell’export nei principali mercati raggiunge un nuovo massimo a € 2,60/l, che diviene € 3,24/l se si prende in esame il vino in bottiglia. I valori più elevati sono da ricercare nei mercati dei Paesi Terzi. Tra i grandi mercati colpisce il valore registrato in Svizzera pari a € 6,00/l. Nell’area Nord America si supera la soglia dei € 4,00/l, e più precisamente € 4,07/l negli USA e € 4,21/l in Canada. Non meno interessante è il VMU registrato in Cina € 3,46/litro, molto vicino al valore di riferimento del Giappone a € 3,63/l.

                             

UE MERCATI MINORI - Repubblica Ceca, Lettonia, Polonia, Estonia e Malta sembrano essere usciti dalla fase recessiva con una crescita a due cifre. Segnali di una ripresa delle importazioni giungono anche da Bulgaria + 64%, Romania +16,4%, Per gli altri mercati dell’area ancora permane la fase d’incertezza. Nel confronto con lo stesso periodo del 2014 il bilancio complessivo di questo gruppo di mercati registra un deficit di circa 8 milioni € e una caduta dei volumi da 752 a 580 mila ettolitri, pari al -22,8%. 

CONCLUSIONI
In conclusione il Centro Studi di Assoenologi afferma che il primo semestre dell’anno si chiude in maniera brillante per il vino italiano, grazie alla capacità delle imprese che hanno saputo cogliere le opportunità della domanda internazionale. Si delineano nuovi scenari per l’offerta enologica italiana in un’evoluzione continua che ridisegna, non tanto il ruolo e la leadership dei mercati principali, quanto il ruolo crescente di alcune aree commerciali nel panorama globale. L’effetto combinato del successo internazionale di Expo 2015 e della fase espansiva delle principali economie contribuirà da un lato a consolidare l’immagine dell’offerta agroalimentare; e dall’altro faciliterà l’espansione della presenza del vino italiano nei mercati internazionali.

Street Food Tour

Cibo di Strada: Anteprima Streetfood Village a Capua (Ce)
Dal 2 al 4 ottobre lo Streetfood Tour con la ventiquattresima al City Hall di Capua. L’Associazione nazionale in collaborazione con Radiomarte per un show targato “Made in Sud”. L’obbiettivo: valorizzare il territorio e riscoprire giochi antichi e moderni.

La ventiquattresima tappa dello Streetfood Tour, il giro d’Italia del cibo di strada, sarà a Capua, in provincia di Caserta, dal 2 al 4 ottobre prossimi per un’anteprima assoluta dello Streetfood Village. Una rappresentanza di cibi di strada non solo da tutta Italia, ma ormai anche dal mondo, ma anche musica e spettacoli. Attese in questa occasione migliaia di “streetfoodies”, perché il cibo di strada promosso dall’Associazione Streetfood crea interesse, porta gente in città e orma da tutta Italia viene considerato un vero e proprio qualificatore territoriale.

Lo Streetfood Village sarà allestito nell'area eventi City Hall di Capua (Ce), in via Giulio Cesare Falco. L'evento è in collaborazione con l'emittente radiofonica Radiomarte che prevederà la presenza di uno show comico targato "Made in Sud" e i bottari, band di strada che suona percuotendo botti e altri utensili. L’area eventi City Hall è della famiglia Chianese che da anni, con l’Associazione Culturale “Il Gladiatore”, si occupa di promozione turistica e valorizzazione delle tradizioni. 

«Un binomio questo – spiega il presidente e fondatore dell’Associazione Streetfood – che ormai fa degli eventi da noi organizzati uno dei punti di forza, dal momento che crediamo che il cibo di strada, quello certificato, sia un ottimo motore di aggregazione di persone che poi possono scoprire le tradizioni dei singoli territori, come in questo caso di Capua, centro nevralgico dell'Impero Romano posta tra Santa Maria Capua Vetere con l'anfiteatro Campano, secondo per grandezza al Colosseo, e Caserta con la ben nota Reggia del Vanvitelli».

Nella tre giorni di Capua si potranno degustare sapori unici dell’unico cibo di strada certificato in Italia che, per dare maggiore certezza al consumatore, oggi confuso da centinaia di eventi che parlano di street food, è contraddistinto da un marchio, quello con la tendina, che dichiara gli operatori “Artigiani del gusto”. Di cibo di strada ce ne sarà per tutti i gusti. Tra i più tradizionali cibi di strada, come le panelle e pane ca’ meusa, cannoli e arancine siciliane, ci saranno le bombette pugliesi, i panini di Mare dello chef Mario Ottaviano di Peschici (Fg) il fritto di pesce del

Lazio, Olive e fritto ascolano, la patata tornado e pasticceria napoletana e il richiestissimo hamburger di Chianina Igp. Fanno gli onori di casa: la pizza fritta e i panzarotti e la ciabatta sbriciola di salsiccia. Tra gli stranieri figura la cucina greca con Souvlaki e Gyros Pita. Il tutto è accompagnato da fiumi di birra sia di origine tedesca, in pieno clima bavarese da Oktober Fest ma anche artigianale italiana del Friuli e della Toscana selezionata da Streetfood.

L’evento di Capua è come detto di un'anteprima di un evento in programma nel 2016 che prevedrà visite guidate ai reperti storici da un lato e campionato calciobalilla e altri giochi più antichi promossi dall’Associazione Il Gladiatore dall’altro. Il tutto con l’obiettivo di riscoprire il valore della condivisione di momenti ludici e dei rapporti umani, vivere il territorio e le sue bellezze in maniera genuina, il tutto potendo degustare grandi prodotti, anche loro della tradizione di strada.

Per il mese di ottobre lo Streetfood Village Tour prosegue a Poggibonsi (Si) dal 9 all’11 ottobre in Piazza Matteotti, dal 16 al 18 ottobre a Collestrada (Pg) per l’anniversario del Centro Commerciale omonimo e a Ferrara in Piazza Travaglio dal 23 al 25 ottobre

EXPO FONDI 2015

EXPO FONDI 2015 a cena con vini dei Monti Cecubi
Una serata all'insegna dell'enologia nostrana il prossimo venerdì 9 ottobre

Nell'ambito della manifestazione Expo Fondi 2015 promosso dal Comune di Fondi, volevo segnalare questo interessante evento organizzato dall'Azienda Agricola dei Monti Cecubi (Masseria Schettino) di Itri che avrà il piacere di illustrare le peculiarità della propria produzione vinicola.

La serata richiamando quelli che sono i valori espressi per Expo, sarà all'insegna della promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici e di qualità del territorio, coniugandoli anche alle sue risorse ambientali, e le bellezze storico-monumentali

Nei terreni di proprietà posti nei comuni di Itri - Fondi - Sperlonga, differenti specie e varie caratteristiche geomorfologiche hanno dato luogo a particolari profumi e sapori che riassumono la continua ricerca di qualità. 

La cena - degustazione con posti limitati riservati a personalità locali, operatori partner e giornalisti, avrà inizio alle ore 21.00 con ambientazione presso la splendida terrazza del castello baronale di Fondi.

Sicuramente il "Cecubo", celebre territorio di vitigni autoctoni esaltato dal poeta romano Orazio, la farà padrone in termini di identità territoriale.

Oltre al "Cecubo" la cantina propone altri vini che fanno parlare di se in termini di qualità e sensazioni: "Amyclano" (Vermentino), "Thymos" (Falanghina in taglio con antiche varietà autoctone bianche), "Terrae d'Itrj" (Cabernet Sauvignon in taglio con varietà autoctone rosse), "Vinum Caecubum" (100% varietà autoctone rosse) ed il passito "Dracontion" (Fiano - Falanghina).

L'estensione dell'azienda pari a circa 110 ettari di cui 20 di vigneto, 6 d'uliveto e i restanti boschi e pascoli. Denota una variabilità di paesaggio che è sicuramente un valore aggiunto in termini sia di esposizione che di bellezza per la vicinanza delle colline al mare e per la presenza di sughere e macchia mediterranea.

Altra imporrante caratteristica aziendale è la produzione di olio con olive monovarietali della specie Itrana.

Va menzionata la scelta biologica adottata, sia nella conduzione dei vigneti che degli oliveti, la quale contribuisce a fornire interesse per una realtà produttiva orientata verso una scelta di rispetto ambientale e qualità produttiva.

La serata sarà un'occasione per esaltare il prestigio della territorialitá, degustando gli apprezzati vini locali in abbinamento a cibi e prodotti della tradizione fondana.

AgrieTour Bimbi

Scuola: in campagna i bambini imparano dove nasce il cibo
I numeri del fenomeno nazionale raccolti dall’Osservatorio AgrieTour, il Salone dell’agriturismo 

Quasi 3 mila strutture in Italia, ma i numeri sono in crescita. Dal 13 al 15 novembre torna all’interno del Salone nazionale dell’agriturismo, AgrieTour Bimbi, nel Paese il primo appuntamento fieristico pensato per il settore delle fattorie didattiche.

Oltre 10 milioni di euro di fatturato, circa tremila strutture in Italia riconosciute e una media di 1,5 milioni di bambini coinvolti in un anno. Sono i numeri, in crescita, del fenomeno Fattorie didattiche, la multifunzionalità dell’azienda agrituristica pensata per i più piccoli. Numeri come detto in crescita e che, grazie anche alle recenti normative, potranno a breve coinvolgere ancora più scuole per fasce di età diverse. 

Di questo e altro si parlerà ancora ad AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale (Arezzo Fiere e Congressi, 13-15 novembre 2015), che da diversi anni promuove al suo interno AgrieTour Bimbi, una area completamente dedicata a questo tipo di attività. «Siamo stati la prima fiera qualche anno fa a creare un approfondimento sul fenomeno delle Fattorie Didattiche – spiega il presidente di Arezzo Fiere e Congressi, Andrea Boldi – e oggi AgrieTour sta diventando non solo uno strumento di promozione culturale, ma anche il momento di incontro tra domanda e offerta e questa partnership appena nata non può che confermare l’importanza di questa manifestazione che a novembre toccherà la sua quattordicesima edizione».

Ora che il “il disturbo da deficit di natura” teorizzato e studiato dal noto pedagogo americano Richard Louv è patrimonio acquisito e condiviso tra gli insegnati più attenti ed i dirigenti più al passo con i tempi, proliferano le esperienze didattiche in campagna e all’aria aperta. Un tempo si parlava di “aule distaccate” e le fattorie didattiche lo sono sempre più e sempre più in maniera stabile e continuativa; questa esperienza che nasce nei primi anni 2000 è ormai consolidata e secondo l’articolo “La lezione? In campagna” a firma di Jane Apllecot sul numero di settembre di Terranuova sono 2.500 le fattorie che offrono in maniera stabile questo servizio alle scuole. 

Anche Agrietour bimbi, la parte dedicata alle fattorie didattiche del Salone nazionale dell’agriturismo che si svolgerà ad Arezzo dal 13 al 15 novembre, si prepara ad affrontare questo tema nell’ambito dei numerosi seminari e Master che caratterizzeranno l’offerta culturale della manifestazione. Tra gli argomenti che saranno discussi: gli adeguamenti strutturali minimi per le aziende agricole che vogliono qualificare l’offerta rivolta alle scuole e alle famiglie, le esperienze di orti urbani e orti scolastici che rappresentano un utile complemento contro la sindrome teorizzata da Louv e le esperienze di differenziazione per intercettare e soddisfare target sempre più attenti e sensibili ai temi della natura, delle produzioni sostenibili e dell’autoproduzione.

«Non è semplice tenere il termometro di quello che oggi è un settore con livelli di crescita ancora importanti ed in cui nuovi stimoli e necessità di competenze diverse si avvicendano a ritmi serratissimi” - dichiara Giuseppe Orefice di Agrigiochiamo e responsabile della proposta culturale di Agrietour Bimbi - “Il mondo rurale ha finalmente ritrovato la forza e la dignità per dialogare con la città e con i modelli culturali più recenti; da questo mondo, dalle nostre aree interne, da quelle meno inurbate oggi arrivano le risposte più concrete e meglio rispondenti ai limiti che i modelli neo-liberisti hanno manifestato».

Dai recenti censimenti sul fenomeno delle Fattorie Didattiche in Italia, sono come detto circa 2.500 le strutture abilitate regolarmente a questo tipo di attività. Tre le regioni più attive la Sardegna e la Lombardia, così come l’Emilia Romagna (330), il Piemonte (250), la Campania (235) e il Veneto (circa 220). Il prezzo per visita è pari a 6/10 euro a persona a cui vanno aggiunti altri 6-12 euro per la merenda o il pranzo.

martedì 29 settembre 2015

ENOTRIA TERRA DEL VINO - PROPOSTA VINI

PROPOSTA VINI PRESENTE ALLA SECONDA EDIZIONE DELL’EVENTO ENOTRIA
Proposta Vini sarà ospite a Roma, lunedì 5 ottobre, di Enotria per un evento organizzato presso la Nuova Villa dei Cesari

Proposta Vini, azienda specializzata nella selezione e distribuzione di vini e altri prodotti di pregio sarà ospite, lunedì 5 ottobre di Enotria, agenzia di rappresentanza guidata da Angelo Vecchioni in una giornata all’insegna del “buon bere”. Un percorso enologico che permetterà agli ospiti di scoprire vini da tutta Italia e le loro irripetibili caratteristiche in una cornice particolare come quella degli spazi della Nuova Villa dei Cesari.

Enotria propone questa degustazione in partnership con Proposta Vini che è un'azienda specializzata nella selezione e commercializzazione di vini, spumanti, distillati e olii. E' presente sul mercato ormai da quasi un trentennio e rivolge una particolare attenzione alle aziende che operano nel rispetto e nel mantenimento delle tradizioni dei loro territori. 

Il catalogo Proposta Vini è un affascinante viaggio alla (ri)scoperta della straordinaria ricchezza di biodiversità presente in Italia. Questa degustazione è un'occasione per far conoscere il catalogo agli operatori del settore.

Trentotto le aziende distribuite da Proposta Vini presenti che, raccontate dai Produttori personalmente presenti, saranno, per i partecipanti, un’occasione unica per scoprire i vini e le peculiarità dei territori da cui provengono.

L’evento si arricchirà, inoltre, della presentazione di alcuni dei progetti fortemente voluti da Gianpaolo Girardi, patron di Proposta Vini, progetti frutto di una ricerca continua che, presentando ognuno vini particolari, mettono in luce le specificità dei territori e le diverse tradizioni, valorizzando vitigni storici ed unici per provenienza e qualità. 

Oltre ad una selezione di aziende italiane, infatti, lo spazio di Proposta Vini ospiterà una selezione di
Riesling Europei.

Produttori e Vini, quindi, per un appuntamento imperdibile in cui troveranno spazio anche prodotti gastronomici di alta qualità.

Appuntamento quindi lunedì 5 ottobre dalle 14 presso la Nuova Villa dei Cesari.




Data e luogo dell'evento
Lunedì 5 ottobre - ore 14 / ore 21
Nuova Villa dei Cesari - via Ardeatina, 164 - Roma

Proposta Vini
Via degli Artigiani, 16
Loc. Cirè I 38057
Pergine Valsugana (Tn)
Tel. +39 0461 539242
www.propostavini.com

Siena: “Sette note in sette notti”

“Sette note in sette notti”: al Museo civico in notturna con musica e degustazioni
La rassegna si svolgerà ogni giovedì dal 5 novembre al 17 dicembre al Museo Civico in Palazzo Pubblico
Visitare, in notturna, le antiche sale del Museo Civico di Siena , assistere a un concerto di musica dal vivo sotto la Maestà di Simone Martini, degustando i prodotti tipici delle Terre di Siena. E’ questa la formula vincente di ‘Sette note in sette notti’, la rassegna promossa dal Comune di Siena che unisce arte, performance musicali ed enogastronomia


Ogni giovedì, dal 5 novembre al 17 dicembre, i visitatori saranno condotti, grazie ai racconti e agli aneddoti di alcune storiche dell’arte, in un suggestivo viaggio alla scoperta del Palazzo Pubblico e in particolare del Museo Civico, oggi tra le realtà museali più importanti in Italia e sede istituzionale della città, dall’epoca della Repubblica di Siena fino ai giorni nostri.

“Dopo il successo delle due edizioni precedenti – afferma Sonia Pallai, assessore al turismo del Comune di Siena – abbiamo voluto riproporre la rassegna e puntare sul connubio tra alcune delle nostre eccellenze: arte con i ‘racconti al museo’, prodotti agroalimentari con la ‘pausa di gusto’ e la musica con professionisti della nostra terra. Si tratta di sette serate pensate per riscoprire, in maniera slow e in notturna, uno dei luoghi più significativi della città con la sua millenaria storia, accompagnando ogni iniziativa con la degustazione dei vini delle cinque DOCG delle Terre di Siena e delle IGP, a partire dal Panforte e dai Ricciarelli. A rendere l’atmosfera ancora più suggestiva ci sarà ‘sette note in musica’ con le performance dal vivo degli allievi di due prestigiose realtà musicali: la Fondazione Siena Jazz e l’Istituto superiore di studi Rinaldo Franci’.

Il programma delle sette serate. Ogni serata si aprirà alle ore 21 con un approfondimento artistico, dedicato a uno dei capolavori del Museo Civico e proseguirà con la pausa di gusto, dove sarà possibile assaggiare una selezione di etichette del territorio, accompagnata da un prodotto tipico enogastronomico. A concludere l’evento il concerto di musica dal vivo che, ogni giovedì, vedrà alternarsi sul palco gli alunni e i docenti della Fondazione Siena Jazz o dell’Istituto superiore di studi musicali Rinaldo Franci.

Sette note in sette notti. L’evento organizzato dal Comune di Siena – Assessorato al Turismo presso il Museo Civico all’interno di Palazzo Pubblico in Piazza del Campo. L’evento è realizzato con risorse dell’imposta di soggiorno. 

L’iniziativa si svolge, ogni giovedì, dalle ore 21 alle 23 ed è a pagamento con richiesta di prenotazione. 

Il biglietto, in vendita direttamente al museo, è di 6 euro, nel caso di acquisto, contemporaneamente al primo, di altri due ingressi successivi il costo è di 4,50 euro. 

Per informazioni è possibile chiamare il Comune di Siena ai numeri 0577 292420 - 223 – 226 (orario ufficio ) oppure scrivere all’indirizzo: museocivico@comune.siena.it.

Wine Experience di Ais Veneto: il Raboso

RABOSO WINE EXPERIENCE 2015: IL VINO DEI DOGI SI RACCONTA
Domenica 8 novembre 2015 – Villa Braida, Mogliano Veneto (TV)

Prosegue lungo le sponde del Piave l’appuntamento con Wine Experience, il viaggio firmato AIS Veneto tra le eccellenze enologiche italiane. Domenica 8 novembre protagonista assoluto nei calici sarà il Raboso, il tenace vitigno autoctono che la delegazione AIS Treviso, in collaborazione con Consorzio Vini Venezia e Confraternita del Raboso Piave, presenterà al pubblico nella prestigiosa Villa Braida, a Mogliano Veneto (TV).

Segnalo con piacere questa nuovo ed imperdibile appuntamento organizzato dalla dinamica Ais Veneto. Stavolta si parlerà del vitigno Raboso dal quale si ricava l’omonimo vino. Il Raboso è un vitigno autoctono – anzi, l’unico vitigno autoctono trevigiano a bacca nera – di origini antichissime, come testimonia Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia affermando che nel Nordest d’Italia, ancora prima che Roma assurgesse ai fasti imperiali, si produceva un vino picina omnium nigerrima, ossia un vino dal colore più nero della pece. Il suo nome pare derivi dall’aggettivo rabbioso – in dialetto veneto rabioso –, qualifica che farebbe riferimento al carattere rustico e forte del vino.

Nel corso della sua lunga storia e sicuramente da subito dopo l’anno Mille, ma più ancora a partire dal XIV secolo, Venezia acquistava nelle terre del Piave grandi quantità di vino Raboso perché era l’unico, grazie alla ricchezza di acidità e tannini, che poteva andare per mare conservando le sue caratteristiche senza essere rovinato dalla salsedine, come succedeva con gli altri vini, tanto da conquistarsi il soprannome di vin da viajo, vino da viaggio.

E sarà proprio in un ideale viaggio che attraverso banchi d’assaggio, degustazioni guidate e percorsi gastronomici a tema si metterà in luce tutta la poliedricità dell’autoctono trevigiano, un vitigno che racchiude in sé la storia del Veneto. Da quando era conosciuto come vino dei Dogi, esportato fino in Oriente, alla sua riscoperta negli anni ’90, infatti, il Raboso non ha mai smesso di essere uno dei vini simbolo della Marca.

Per raccontare ad appassionati ed esperti le infinite sfaccettature del vino del Piave, la Raboso Wine Experience offrirà molteplici momenti di degustazione dedicati alle sue diverse interpretazioni.

Audace, come il sapore accattivante e seducente delle bollicine, perfetto equilibrio fra la grinta propria del Raboso e la freschezza di uno spumante. Elegante, come il Malanotte, primo vino rosso delle Terre del Piave a ottenere la Docg, è uno dei grandi vini rossi italiani, equiparabile al Barolo piemontese, al Brunello toscano, all’Aglianico della Basilicata. Sino ad arrivare a tutta la nobiltà delle vecchie annate.

Dalle 10.00 alle 19.00 saranno aperti i banchi d’assaggio, dove sarà possibile incontrare i produttori e degustare oltre 70 etichette di questo autoctono del Piave.

Nel pomeriggio si potranno invece approfondire alcune specifiche tematiche grazie a tre degustazioni su prenotazione:

ore 14:30 – AUDACE: LE BOLLICINE

ore 16:00 – ELEGANTE: RABOSO MALANOTTE DOCG

ore 17:30 – NOBILE: VECCHIE ANNATE

Non mancheranno infine gli abbinamenti cibo-vino, grazie alla presenza dell’Unione Cuochi del Veneto e a prodotti gastronomici d’eccellenza: dalla carne al riso, dai prosciutti ai formaggi, dai legumi proposti dalla Congrega dei Radici e Fasioi fino a dolci, biscotti e cioccolato al Raboso, ogni partecipante all’evento potrà trovare il proprio abbinamento preferito.

Anche questa Raboso Wine Experience di AIS Veneto si preannuncia dunque come un viaggio nella storia e nella cultura enologica d’Italia, un’impagabile esperienza sensoriale tutta da vivere e degustare.

Informazioni e prenotazioni: www.raboso.wineexperience.info

Anteprima Tre Bicchieri 2016. Emilia Romagna

L'elenco ufficiale dei premi Tre Bicchieri dell'Emilia Romagna nella guida Vini d'Italia 2016 del Gambero Rosso.



L’Emilia Romagna è un mosaico di ricchezza e diversità. Partiamo da nord, con i Colli Piacentini, quattro valli parallele dove gli artigiani sono gli attuali protagonisti del panorama vitivinicolo, mentre le due cooperative e le aziende più strutturate faticano a mettere a fuoco una lettura territoriale e identitaria.

Proseguendo si arriva nel mondo del Lambrusco, che sta cambiando la filosofia del suo modello produttivo: non più un vino di marchio ma un vino di territorio. Un nuovo racconto alimentato da tutta la filiera che sta alzando la qualità dei vini e costruendo un'identità più chiara e leggibile dall’esterno. Il Sorbara è il traino e ancora una volta quella di Bomporto si afferma come comunità guida.

Piccoli segnali dai Colli Bolognesi che hanno raccolto la sfida della nuova Doc Pignoletto e hanno alzato il livello. Una vera e propria rinascita è alle porte.

L’ultima tappa è la Romagna, 150 chilometri di valli e diversità ben descritte dalle sottozone codificate nella Doc Romagna Sangiovese. Anche qui sono le nuove leve a esprimere le cose più interessanti e la lettura territoriale dei piccoli artigiani è il patrimonio più prezioso della regione. Le aziende storiche fanno difficoltà ad adattare i vecchi canoni produttivi e alcuni grandi nomi sono spiazzati dal confronto con le espressioni territoriali più pure. Mentre le cantine cooperative stanno producendo vini semplici e popolari di grande qualità e territorialità.

È probabilmente nel Sangiovese Superiore il futuro della Romagna e la maggiore conoscenza dei territori e la specializzazione dei produttori ha evidenziato i limiti della aree meno vocate al Riserva. È una consapevolezza necessaria per crescere ancora.

Sempre più convincenti i vini bianchi a base di albana, che comincia finalmente a esprimere le sue grandi potenzialità.

Ecco l'elenco dei Tre Bicchieri

Lambrusco di Sorbara del Fondatore ’14 - Cleto Chiarli Tenute Agricole
Lambrusco di Sorbara Rito ’14 - Zucchi
Lambrusco di Sorbara Secco Omaggio a Gino Friedmann FB ’14 - Cantina Sociale di Carpi e Sorbara
Lambrusco di Sorbara V. del Cristo ’14 - Cavicchioli U. & Figli
Reggiano Lambrusco Concerto ’14 - Ermete Medici & Figli
Romagna Albana Secco Neblina ’14 - Giovanna Madonia
Romagna Sangiovese I Probi di Papiano Ris. ’12 - Villa Papiano
Romagna Sangiovese Sup. Assiolo ’13 - Costa Archi
Romagna Sangiovese Sup. Avi Ris. ’11 - San Patrignano
Romagna Sangiovese Sup. Gemme ’14 - Torre San Martino
Romagna Sangiovese Sup. Il Sangiovese ’14 - Noelia Ricci
Romagna Sangiovese Sup. V. del Generale Ris. ’12 - Fattoria Nicolucci

lunedì 28 settembre 2015

Olio Extra Vergine di Oliva: Ercole Olivario 2015

A EXPO ARRIVA L’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA ITALIANO: UNA STORIA DA GUSTARE
Ercole Olivario 2015: dal 3 al 7 ottobre Edizione speciale a EXPO’ 2015 con 103 aziende a rappresentare il meglio della produzione nazionale

ABBINATO ALLA CIOCCOLATA, GUSTATO CON IL PANE, RACCONTATO DA PERSONAGGI FAMOSI, 5 GIORNI DI DEGUSTAZIONI, INCONTRI, SEMINARI, COOKING SHOW E UNA “BRUSCHETTATA” DA RECORD CON L’ORO VERDE COME PROTAGONISTA ASSOLUTO.

E finalmente a Expo è il momento dell’olio extravergine italiano. Cinque imperdibili giornate e un calendario denso di eventi curati dall’Ercole Olivario, manifestazione ideata e organizzata dalla Camera di Commercio di Perugia, che da anni costituisce un appuntamento fondamentale per tutti gli operatori del settore.

Una bella occasione per raccontare una delle grandi eccellenze del Made in Italy sul palcoscenico internazionale di Expo 2015 dove, da sabato 3 a mercoledì 7 ottobre, il Cluster del Cacao e Cioccolato, Cascina Triulza e l’Area Biodiversità ospiteranno appunto la “Ercole Olivario Premium List 2015”, selezione di aziende di eccellenza dell’olivicoltura italiana con una storia produttiva di assoluto successo, sancita proprio dai riconoscimenti ottenuti nel corso degli anni nell’ambito del concorso nazionale Ercole Olivario.

La Premium List, composta da 103 Aziende provenienti da ben 17 regioni italiane, sarà presentata al pubblico di Expo, professionisti e stampa di settore, durante una fitta serie appuntamenti e iniziative creati “su misura”. Degustazioni e abbinamenti, da quello con il pane a golose variazioni con la cioccolata, seminari, confronti e show cooking che vedranno all’opera Luigi Pomata, giovane interprete della cucina sarda e Giorgio Barchiesi, più noto come Giorgione, l’amatissimo chef del Gambero Rosso Channel.

Per gli appassionati e gli addetti ai lavori l’opportunità di una vera e propria full immersion tra le migliori etichette della produzione nostrana, in un viaggio attraverso i profumi e i sapori delle moltissime cultivar che caratterizzano la produzione del nostro Paese, accompagnati da narratori d’eccezione del calibro di Maurizio Pescari, Giuseppe Cicero e Lorenzo Natale.

Ma la partecipazione dell’Ercole Olivario a Expo 2015 avrà anche connotati di carattere sociale e religioso. La valenza universale dell’olio, quale elemento unificante di pace e fratellanza e il suo impiego nel rituale cattolico sarà infatti il tema di un incontro (lunedì 5 ottobre, ore 16.30) che offrirà anche l’occasione per una breve cerimonia in favore dei rifugiati ai quali verrà fatto dono di una selezione degli oli di Ercole Olivario che verranno consegnati a una delle diocesi milanesi che si stanno prodigando nell’accoglienza.

E per chi non sa resistere alla tentazione di una bruschetta appuntamento per una “bruschettata” da record non stop offerta ai visitatori di Expo. Tutte farine rigorosamente umbre per pani tipici che accompagneranno l’extravergine DOP Umbria, declinato nelle 5 sottozone per una degustazione non stop.

Scarica qui il programma completo dell'iniziativa.

Scarica qui le aziende dell' "Ercole Olivario Premium List"

Per informazioni e prenotazioni MG Logos

Tel. +39 06 45491984 – info@mglogos.it

Segreteria organizzativa: Comitato Ercole Olivario. CCIAA Perugia

Tel. +39 075 5748292

Ercole Olivario è il concorso nazionale dedicato all’olio extravergine d’oliva di qualità italiano, voluto e organizzato dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, in collaborazione con laCamera di Commercio di Perugia, il MIPAAF, il sostegno del Sistema Camerale Nazionale, degli Enti e le Associazioni di settore.

La Ribolla di Gravner

GRAVNER: BATTUTA ALL'ASTA LA PRIMA BOTTIGLIA DI 8.9.10
La prima bottiglia del nuovo vino dell'azienda di Oslavia è stata battuta per 1.500 € all'evento benefico Il gusto per la ricerca. Il ricavato destinato alla ricerca.

Battuta all'asta per 1.500 euro la prima bottiglia di 8.9.10 dell'Azienda Agricola Gravner di Oslavia (Gorizia), il nuovo vino realizzato con sole uve botritizzate di Ribolla. 

La bottiglia è stata messa all'incanto domenica 27 settembre nella sede di H Farm nel corso del pranzo Il Gusto per la Ricerca, l'evento che ha riunito l'eccellenza gastronomica italiana per una raccolta fondi a favore della ricerca scientifica sulle neoplasie infantili e di strutture di sussistenza destinate all’infanzia. 

La cena è stata curata da Massimiliano Alajmo, ideatore della manifestazione, insieme agli chef Fulvio Pierangelini, Eugenio Pol, Pino Cuttaia e Alexandre Gauthie.

8.9.10 è il nuovo vino dell'azienda di Joško Gravner realizzato con una selezione di uve Ribolla, completamente botritizzate, lasciate a lungo sulle viti. Un vino che è frutto delle migliori uve di tre vendemmie: quella del 23 novembre 2008, quella del 12 novembre 2009 e quella del 15 novembre 2010. Da qui il nome 8.9.10.

“Per anni ho vinificato solo uve che ritenevo perfette, – spiega Joško Gravner - ma sbagliavo. Nel 1998 ho pensato alle parole di mio padre: “stiamo lasciando per terra la parte migliore della vendemmia”. Quell'anno ho raccolto e vinificato, per la prima volta, anche uve botritizzate. Nel 2008, con mio figlio Miha, una nuova idea: la prima selezione di uve Ribolla, completamente botritizzate. Così è nato 8.9.10”.

8.9.10 fermenta in anfora interrata, con lunga macerazione anche dei raspi, segue l'affinamento in piccole botti di rovere e l'imbottigliamento con luna calante nel luglio 2015, senza chiarifica né filtrazione.

La produzione di 8.9.10 è di sole 1.200 bottiglie. Costo al pubblico circa 350 €.




Vendemmia 2015: Bordeaux

Bordeaux: la vendemmia 2015 è magnifica
Secondo i proprietari degli Chateau del Medoc, la situazione in vigna fino a questo momento, malgrado le recenti piogge, sembra essere perfetta. Una fioritura del merlot mai vista negli ultimi anni. 

Per gli amanti del buon rosso di Bordeaux, l'annata 2015 si preannuncia come "magnifica". La paura delle recenti piogge ha inizialmente fatto temere per un danneggiamento precoce della vigna ma tutto ora è rientrato.

La vendemmia è iniziata con le uve Merlot, cui seguiranno, da utilizzare in blend, anche quelle di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.

Si prospetta un annata magnifica, sostiene Michele Bechet, proprietario di Chateau Fougas. Proprio come le meravigliose annate 2005 e 2010. In bocca il mosto è ricco di sapore, pochi semi e una buccia spessa dell'uva, daranno tannini raffinati.

Stephan Von Neipperg, proprietario di origine tedesca dei vini delle regioni di Saint-Emilion, Canon-la-Gaffeliere e La Mondotte, ha detto di non aver mai visto tanta concentrazione di colore dalle sue uve dopo solo 12 ore di macerazione. Aggiungendo che si può già confermare che la 2015 sarà una grande annata. La combinazione di caldo torrido a luglio, pioggia in agosto e sole in autunno è stata vincente, proprio quello di cui avevamo bisogno per una vendemmia così promettente.

La buona notizia dai vigneti è coincisa anche con quella arrivata dal mercato cinese del vino - principale cliente delle esportazioni di Bordeaux - che ha ripreso il via dopo due anni di crollo delle vendite. Un giro di vite sulla corruzione da parte della nuova leadership cinese aveva infatti registrato un calo di fatturato di beni di lusso provenienti dall'occidente ivi compresi i vini di alta gamma, spesso acquistati come sontuosi regali per ingraziarsi i favori dei funzionari.

Bernard Farges, presidente del CIVB di Bordeaux prevede che ci sarà un grande risveglio del mercato cinese nel 2015, constatando il fatto che il paese è così grande che anche le più piccole variazioni, paragonate alla nostra scala, risultano essere di grande importanza.

App: YouRestaurant

YouRestaurant: così si prenota il menu al ristorante nell’era del 3.0
Presentato oggi in anteprima alla Sapienza l’ambizioso progetto di nuova generazione. Disponibile per tutti e scaricabile gratuitamente su Google Play Store a partire da novembre 2015 
Una app che permetterà non solo di prenotare, ma anche di scegliere il menu ancora prima di arrivare al ristorante. Il progetto è sviluppato da ICTinnova SrL, spin off universitario del Dipartimento DIET dell’Università la Sapienza, nell’ambito del progetto App On



E’ stato presentato oggi, lunedì 28 settembre nell’Aula del Chiostro - Facoltà di Ingegneria Università la Sapienza di Roma, il progetto “YouRestaurant”, la applicazione per i principali smartphone e tablet realizzata da ICTinnova SrL, spin off universitario del Dipartimento DIET dell’Università la Sapienza, nell’ambito del progetto App On (Avviso Pubblico Creativi Digitali – Sviluppo di idee progetto per una nuova generazione di App – POR FESR LAZIO 2007/2013). 

Un progetto ideato da un giovane creativo vincitore del progetto della Regione Lazio e sviluppata da un gruppo di lavoro di ICTinnova Srl composta da giovani ingegneri, grafici, esperti commerciali e di marketing coordinati dal Prof. Orlandi, Direttore del Dipartimento DIET e Pro Rettore per la Pianificazione Strategica dell’Università la Sapienza. La App nasce dall’esigenza di rinnovare il settore della ristorazione in termini di velocità ed efficienza nel servizio dei clienti e in una conseguente riduzione dei costi e dei tempi di gestione ed erogazione dei servizi, unendo le esigenze del cliente con quelle del ristoratore.

Il progetto
YouRestaurant permette all’utente di sfruttare il dispositivo mobile di ultima generazione come strumento innovativo per la selezione di un ristorante, per la prenotazione di un tavolo e, questa la vera novità, per l’ordinazione delle portate. Tutto ciò può avvenire direttamente da casa o in mobilità. L’applicazione nasce dall’esigenza di rinnovare il settore della ristorazione in termini di velocità ed efficienza nel servizio dei clienti e in una conseguente riduzione dei costi e dei tempi di gestione ed erogazione dei servizi, unendo le esigenze del cliente con quelle del ristoratore. La App sarà disponibile per tutti scaricabile gratuitamente su Google Play Store a partire da novembre 2015.

Come funziona 
L’utente che accede all’applicazione gratuita e scaricabile dalle principali piattaforme, ottiene una lista di ristoranti partner dei quali può visualizzare tutte le informazioni necessarie. Al click su ciascun ristorante, l’utente accede a una schermata supplementare nella quale le informazioni sul ristorante sono mostrate in maniera diffusa, congiuntamente al menu completo delle portate e ad altri contenuti, anche multimediali. Una volta che l’utente ha scelto il ristorante, dalla stessa schermata può procedere alla richiesta di prenotazione del tavolo, selezionando il numero di persone e l’orario in cui si vuole arrivare in sala. Dopo la conferma da parte del ristoratore, l’utente può procedere, qualora lo desideri, a effettuare l’ordinazione delle pietanze da consumare, selezionandone il numero e visualizzando l’importo totale che si ottiene via via che si selezionano delle portate. L’ordinazione delle pietanze, oltre che sulla base del proprio gusto personale, può anche essere effettuata scegliendo tra i vari menu messi a disposizione dal ristorante partner, che possono anche rispecchiare particolari proposte del giorno o del periodo. Una volta completata la richiesta di ordinazione, l’utente attende la conferma da parte del ristorante partner.

Feedback garantito e statistiche per il ristoratore
YouRestaurant consente all’utente di inserire un commento soltanto dopo che una prenotazione è stata registrata, in modo da assicurare una maggiore affidabilità dei commenti e dei giudizi. Il feedback si compone di un giudizio numerico (0-5) e di un commento testuale. L’attendibilità del feedback aumenta il valore intrinseco del commento, alimentando la consuetudine di scegliere un ristorante sulla base delle sue valutazioni globali. Il software inoltre consente al ristoratore di entrare in possesso di un certo numero di statistiche utili all’ottimizzazione e al miglioramento della propria attività.

Sviluppi futuri
Le caratteristiche di versatilità dell’applicazione YouRestaurant in termini di scalabilità della piattaforma e di evoluzione delle funzionalità denotano una serie di possibili opportunità: tra queste sono in programma una versione multilingua (target internazionale e turistico), integrazione con altri prodotti (Tag-IT, tracciamento del Made in Italy), gestione automatica del servizio (tavoli, prenotazioni, schedulazione), pagamento (PayPal, Google Checkout, NFC), accesso e condivisione sui social e community interna, funzionalità avanzate (diete, abitudini alimentari, self-care), estensione ad altre piattaforme (iOS, Windows Phone).

Pizza Napoletana

A Napoli nasce la prima pizzeria geotermica
L'impasto viene fatto lievitare in apposite camere tufacee. In programma visite dal 18 al 25 ottobre, in occasione della Settimana del Pianeta Terra 

Un'idea davvero innovativa destinata a fare il giro del mondo. Nella città partenopea infatti è stata realizzata la prima pizzeria geotermica. Si trova all'interno dell'area conventuale dei Teatini, nel cuore di Napoli e letteralmente scavata nel Tufo Giallo napoletano.

Lo fa sapere Vincenzo Albertini, geologo, presidente di Napoli Sotterranea ed ideatore della pizzeria geotermica. Utilizzando forni realizzati in tufo, e pasta per la pizza lievitata dalle 24 alle 48 ore esclusivamente in camere tufacee, si ottiene la pizza geotermica. Le caratteristiche chimico fisiche del Tufo giallo napoletano conferiscono alla roccia straordinarie capacità di isolamento termico e di controllo dell'umidita. 

Si è realizzata in tal modo, una pizzeria dove i parametri microclimatici delle camere di lievitazione sono costantemente monitorati per far raggiungere la completa maturazione dell'impasto conferendo alla pizza le più pregiate proprietà organolettiche e di digeribilità.

La pizzeria geotermica è nata dopo particolari studi e ricerche. Considerando lo studio urbanistico effettuato sulla citta di Napoli e risalendo fino al sistema ippodameo, incrociando i dati derivati da monitoraggi geo-tecnici, i geologi hanno compreso che in alcuni punti della città si raggiungono parametri microclimatici tali da conferire alla pasta lievitata proprietà organolettiche molto particolari.

Già in epoca romana, la schiacciata, un prodotto da forno simile alla nostra pizza, era molto famosa a Napoli, i romani utilizzavano il farro sotto forma di focacce salate, ma solo dopo aver conquistato i greci ed essere giunti a Napoli scoprirono il pane di frumento lievitato. In breve si diffusero i primi forni pubblici, dove lavoravano molti fornai greci. I romani utilizzavano due diversi tipi di lievito, uno era fatto con il miglio mescolato al vino dolce e lasciato a fermentare per un anno, l'altro con crusca di frumento lasciata a macero per tre giorni nel vino dolce e poi fatta essiccare al sole.

I romani producevano molti tipi di pane e di focacce unendo alla pasta vari ingredienti. Ma qui, nel centro antico di Napoli, dove sorgeva il foro romano, e in epoca precedente l'agorà greca, le loro focacce godevano anche degli effetti microclimatici derivati dal tufo con cui realizzavano i forni, e che favoriva, già allora, gli ideali equilibri chimico-fisici utili ai lieviti, affinchè il prodotto finale risultasse divinamente leggero.

Nel sottosuolo, rammenta Vincenzo Albertini, geologo e presidente di Napoli Sotterranea, si possono anche ammirare la Napoli di Augusto ed il teatro Greco Romano ed uno straordinario evento, unico e senza precedenti vedrà insieme la degustazione della pizza geotermica napoletana ed un vero viaggio nel sottosuolo partenopeo.

Con la Settimana del Pianeta Terra (18-25 ottobre) infatti si avrà modo di visitare la pizzeria geotermica, entrando nella pancia di Napoli, scenderemo nel cuore della città per vedere l'anfiteatro Greco Romano entrando dalla stanza di una casa privata. Vedremo la Napoli di Augusto. Vedremo i rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale e sempre sotto, nel cuore di Napoli, nel suo sottosuolo vedremo addirittura un giardino sotterraneo ed una stazione sismica, il Museo della Guerra e gli Orti Ipogei, l'Acquedotto greco romano.

Partecipare all'escursione nel cuore della città partenopea significa compiere un viaggio nella storia lungo ben 2.400 anni, dall'epoca greca a quella moderna, a 40 metri di profondità tra cunicoli e cisterne. I primi scavi risalgono a 5000 anni fa. "Da millenni la storia della città di Napoli è legata al Tufo Giallo Napoletano. 

I primi scavi sotterranei- spiega Albertini- risalgono a circa 5.000 anni fa, quasi alla fine dell'era preistorica. Successivamente, nel III secolo a.C., i Greci aprirono le prime cave sotterranee per ricavare i blocchi di tufo necessari per costruire le mura e i templi della loro Neapolis e scavarono in numerosi ambienti per creare una serie di ipogei funerari, lo sviluppo imponente del reticolo dei sotterranei iniziò in epoca romana: i romani infatti in epoca augustea dotarono la città di gallerie viarie e soprattutto di una rete di acquedotti complessa, alimentata da condotti sotterranei provenienti dalle sorgenti del Serino, a 70 km di distanza dal centro di Napoli.

La Settimana del Pianeta Terra, dal 18 al 25 ottobre, per la promozione delle geo-scienze, vedrà 237 appuntamenti in contemporanea, 180 località diverse, più di 600 ricercatori in campo e soprattutto l'intero mondo delle Geo-Scienze dalle Università ai Centri di Ricerca ai Siti archeologici mai visti. 

Un grande progetto riconosciuto ufficialmente dal ministero dell'Istruzione e della ricerca e costruito dai geologi Rodolfo Coccioni dell'Università di Urbino e Silvio Seno dell'Università di Pavia. 

Per informazioni e aggiornamenti sul programma:

Vini Francesi. Apre Amazon France

Amazon France. Apre il più grande negozio on line di vino francese
Dopo diverse false partenze, Amazon France ha iniziato a vendere più di 34.000 prodotti tra food e alcolici. Una sfida diretta al potere dei supermercati francesi

Dal 23 settembre scorso è partita la vendita online. Secondo l'Osservatorio di settore, il numero di prodotti disponibili su Amazon Francia sarà di circa tre volte superiore della media dei supermercati francesi. Non sono previsti, per ora, alimenti freschi o congelati.

Attualmente in vendita già ci sono oltre 4.000 referenze tra vini, champagne, birre e liquori. Si prevede comunque che il numero dei vini disponibili aumenti sostanzialmente. Una mossa strategica che sicuramente andrà a minacciare di nuovo i canali di distribuzione tradizionali.

La consegna è gratuita per ordini superiori a 25 €, attualmente dispone di oltre 800 vini diversi, tra cui Moet & Chandon Imperial a € 41,29, Castello Labégorce 2010 a € 35,90, e una vasta gamma di vini internazionali - una categoria questa, che è scarsamente presente all'interno della grande distribuzione francese.

Yannick Migotto, direttore di Amazon Francia Food Retail ha riferito alla LSA, (rivista settimanale professionale dedicata alle notizie e all'analisi delle tendenze del commercio, vendita al dettaglio e del consumo), "il nostro obiettivo è quello di offrire prezzi bassi tutti i giorni, e sempre in combinazione con un ottimo servizio".

Per celebrare il lancio del negozio online ci sono attualmente in offerta diversi cesti enogastronomici gourmet.

Vini Francesi
Champagne

sabato 26 settembre 2015

La Carta di Milano

La Carta di Milano alle Nazioni Unite a New York
Martina: 1 milione di firme per il diritto al cibo

"Un milione di persone hanno firmato la Carta di Milano che oggi portiamo alle Nazioni Unite a testimonianza dell'impegno consapevole di tanti cittadini che anche grazie a Expo sono oggi dei veri e propri ambasciatori del diritto al cibo". 

"Cancellare la fame entro il 2030 è una sfida impegnativa, ma che non si può perdere. L'Italia, anche grazie all'Esposizione universale, ha dato un contributo importante per lo sviluppo di una global food policy, che oggi si traduce nelle decisioni dell'Assemblea generale dell'Onu nell'aggiornamento degli Obiettivi del Millennio. Nel mondo ci sono 795 milioni di persone che soffrono di povertà alimentare a loro dobbiamo dare risposte immediate, attraverso politiche più efficaci rispetto al passato. È il momento di costruire modelli di sviluppo nuovi, che siano sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e sociale". 

"Con l'evento di Milano abbiamo messo tasselli importanti nel confronto su temi cruciali come la riduzione degli sprechi alimentari, l'aumento della produttività attraverso l'innovazione tecnologica anche per i piccoli produttori, la tutela del reddito degli agricoltori, il sostegno al lavoro femminile e il contrasto al lavoro irregolare. Nel 2050 la popolazione mondiale conterà 9 miliardi di persone, alle quali dovremo garantire cibo sano, sicuro e sufficiente. A Milano come a New York dobbiamo lavorare con costanza e concretezza per un obiettivo globale: fare di questa la generazione Fame zero. Su questa strada l'Italia è pronta a giocare un ruolo guida anche oltre Expo".

"Siamo pronti a farlo con strumenti operativi, come quelli messi in campo in questi mesi di Expo. Penso al rafforzamento delle politiche di cooperazione internazionale, all'approvazione della legge sull'agricoltura sociale, agli interventi contro il caporalato e alle nuove norme per la salvaguardia della biodiversità, insieme ai due decreti urgenti per l'agroalimentare. L'eredità dell'Esposizione universale è già tangibile, ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare".

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, prima del suo intervento di presentazione della Carta di Milano alle Nazioni Unite, nella conferenza su "Food security in the post 2015 agenda: The Milan Charter in the context of the new Global Partnership for Sustainable Development". L'evento è organizzato da Italia, Ghana, Guyana, Thailandia e Brasile, in collaborazione con FAO, IFAD e WFP. Tra i relatori: Amina J. Mohammed (Consigliere Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla Pianificazione per lo Sviluppo Post-2105), Graziano da Silva (DG FAO), Ertharin Cousin (DE WFP/PAM), Kanayo Nwanze (Presidente IFAD).

Anteprima Tre Bicchieri 2016. Umbria

L'elenco ufficiale dei premi Tre Bicchieri dell'Umbria nella guida Vini d'Italia 2016 del Gambero Rosso.



Partiamo dalla cima, ovvero dal primo posto del podio, quello dei Tre Bicchieri. Il numero dei premiati è 10. Ma considerare solo il vertice della classifica non rende merito dell'effettivo panorama della regione, che è fatto di tanto buon vino, cantine che meritano di essere conosciute e territori che si stanno valorizzando sempre più, e non solo quelli tradizionalmente vocati alla vitivinicoltura.

C'è Montefalco, ovviamente, a dominare la scena, il territorio che maggiormente esprime una quantità significativa, e capace di legare territorio e varietà. Il Sangrantino non è andato al massimo, eccezion fatta per un sontuoso Torgiano Rubesco Riserva Vigna Monticchio ’10 Lungarotti, in annata di grazia, ma la zona dimostra carattere e maturità crescenti, oltre che una interessante diversificazione stilistica che dà conto del lavoro che si sta facendo in questa regione.

Poi ci sono i bianchi, che negli ultimi hanno hanno riscoperto torroir storici, come Orvieto, che dà segnali di rinascita incoraggianti. Quest’anno la zona (eccezion fatta per il solito Cervaro della Sala) non ha espresso vini di vertice, però il percorso è tracciato e nelle ultime edizioni ne abbiamo dato ampia testimonianza. Mentre un'altra storia di bianchi di grande fascino è quella del Trebbiano Spoletino, a segno quest’anno con un superlativo Trebium ’14 di Filippo Antonelli.

Ecco l'elenco dei Tre Bicchieri

Cervaro della Sala ’13 - Castello della Sala
Montefalco Sagrantino ’12 - Fattoria Colleallodole
Montefalco Sagrantino ’11 - Perticaia
Montefalco Sagrantino ’11 - Romanelli
Montefalco Sagrantino ’10 - Scacciadiavoli
Montefalco Sagrantino Campo alla Cerqua ’11 - Giampaolo Tabarrini
Montefalco Sagrantino Collenottolo ’11 - Tenuta Bellafonte
Montefalco Sagrantino Collepiano ’11 - Arnaldo Caprai
Spoleto Trebbiano Spoletino Trebium ’14 - Antonelli - San Marco
Torgiano Rosso V. Monticchio Ris. ’10 - Lungarotti

VINO – A Taste of Italy

VINO – A Taste of Italy. Il bilancio a fine settembre di Expo del Padiglione VINO – A Taste of Italy
DAL 1° MAGGIO VISITATORI OLTRE QUOTA 1,5 MILIONI

Sono 3.600 le etichette proposte sinora nella Biblioteca del Vino e 2.000 le aziende che hanno presentato i loro vini. Numerose delegazioni istituzionali e commerciali. Il 20% di visitatori proviene dall’estero (in crescita sul totale delle presenze). Più di 460 gli eventi e i convegni.

In cinque mesi oltre 1,5 milioni di visitatori, dei quali circa il 30% ha scelto anche di degustare alcune fra le 3.600 etichette delle 2.000 aziende presenti complessivamente nella Biblioteca del Vino – Enoteca del Futuro. Sono i dati a fine settembre del Padiglione dell’esperienza vitivinicola italiana VINO – A Taste of Italy (www.vino2015.it), il primo nella storia dell’Esposizione Universale esclusivamente dedicato al vino, che ha visto anche la presenza di numerose delegazioni istituzionali, commerciali e di visitatori stranieri (più del 20%, in crescita sul numero del totale delle presenze).

«É un bilancio che va oltre i numeri e parla di un enorme interesse culturale riguardo le nostre produzioni enologiche e dei territori di origine da parte del visitatore italiano e straniero. Un grande risultato di squadra, che premia la propositività di quanti hanno creduto nel progetto dell’Expo e del Padiglione del Vino», sottolinea Ettore Riello,Presidente di Veronafiere.

«Missione compiuta – dice il Direttore Generale, Giovanni Mantovani –. Abbiamo rispettato tutti gli obiettivi che ci eravamo dati, anche nell’ambito del Comitato Scientifico, e riteniamo di raggiungere a fine ottobre i 2 milioni di visitatori. Il successo più grande, ritengo però sia proprio nell’aver facilitato e reso assolutamente gradevole ed efficace l’approccio alla cultura della vite e del vino ai numerosi ed eterogenei visitatori di Expo 2015».

Sono stati più di 460 gli eventi e i convegni nel cui ambito si sono svolte comparazioni e assaggi di vini promossi da autorevoli partner del Padiglione VINO - A Taste of Italy, quali, oltre al Comitato Scientifico con le iniziative “Viaggio nell’Italia del Vino”, Gambero Rosso con i Tre Bicchieri, Civiltà del Bere con “Italian Wine is More”, Club Papillon con la “Giostra dei Wine Bar”, Cronache di Gusto con “La bellezza del vino” e “I vini bussola”, Doctor Wine di Daniele Cernili con “Il giro d’Italia in 80 vini” e le degustazioni organizzate con AIS e ONAV.

Numerose e di alto livello le presenze istituzionali e le delegazioni in visita al Padiglione, dai rappresentanti della Ue, del Governo italiano e di molti paesi stranieri, ai governatori delle principali regioni vinicole italiane; dai presidenti di istituzioni, associazioni, enti e sindacati agricoli, a personaggi della cultura, dello sport, della moda e dello spettacolo.

Olio Extra Vergine di Oliva 2015

ARRIVA L'OLIO NUOVO, +30% E QUALITA’ OTTIMA
ITALIA SECONDO PRODUTTORE MONDIALE, MA BATTE LA SPAGNA IN TIPICITA'

E’ già iniziata con anticipo di almeno una settimana in Italia la raccolta delle olive che quest’anno vedrà un aumento stimato in oltre il 30 per cento della produzione di olio rispetto al 2014, con una qualità ottima per l’andamento climatico favorevole. 

Ad annunciarlo è la Coldiretti con il via alla campagna olivicola che mette in moto un settore che può contare su un patrimonio di circa 250 milioni di piante su 1,1 milioni di ettari di terreno, con un fatturato di circa 2 miliardi di euro ed un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Numeri che fanno dell’Italia il secondo produttore mondiale dopo la Spagna, ma anche il primo paese per numero di oli Dop (Denominazione di origine protetta), ben 43.

L'extravergine fresco del nuovo raccolto esprime al meglio le note proprietà organolettiche, antiossidanti e nutrizionali che tendono a deperire nel tempo.

Rispetto allo scorso anno, uno dei più neri della storia dell’olivicoltura italiana, con poco più di 300mila tonnellate d’olio, la produzione 2015 dovrebbe risalire a circa 400mila tonnellate, pur rimanendo sotto la media storica (intorno alle 500mila tonnellate). In compenso la qualità delle olive è ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia. Proprio la mosca era stata, assieme al maltempo, una delle cause del crollo produttivo fatto registrare lo scorso anno, il peggiore mai vissuto dall’olivicoltura italiana. In totale si era registrato un crollo che in alcune regioni è stato anche oltre il 50 per cento.

Il problema è che la scarsa produzione dello scorso anno ha favorito le importazioni dall’estero, che nel primo semestre del 2015 hanno visto l’arrivo di 321mila tonnellate di olio straniero, con un vero e proprio boom dalla Tunisia, dove le importazioni sono addirittura cresciute del 748 per cento nel giro di un anno. 

“Una situazione che - rivela il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo -, rischia di peggiorare ulteriormente dopo il via libera annunciato dalla Commissione Europea all’aumento del contingente di importazione agevolato di olio d’oliva dal paese africano verso l’Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35mila tonnellate all'anno alle attuali circa 57mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia”. 

Una decisione sulla quale è giustamente intervento anche il ministro degli esteri Paolo Gentiloni affermando che “non si deve danneggiare l economia agricola nazionale”.

Aumenta così infatti il rischio che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di altri Paesi. L’Italia è infatti il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri”. 

Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica.

Sotto accusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l’origine in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è però quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva.

La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. 

I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato.

venerdì 25 settembre 2015

Frascati&Cesanese del Piglio. Tra tradizione e innovazione

Frascati&Cesanese del Piglio. Le Docg del Lazio si presentano a Roma
Dal 28 settembre al 30 ottobre Consorzio di Tutela Cesanese del Piglio e Consorzio del Frascati insieme per la scoperta e la valorizzazione del nostro territorio. 30 giorni, 30 luoghi, 48 cantine, tanti vini in degustazione. In collaborazione con Daniele Ventura 

Dal 28 settembre, tutti i giorni fino al 30 ottobre, i romani potranno degustare le Docg del Lazio all'interno dei migliori locali di Roma, con la possibilità di fare domande, documentarsi ed interloquire con Sommelier professionisti.

Un evento a lungo atteso e sperato, quello di veder riuniti due grandi consorzi laziali, insieme per un obiettivo comune: qualificare e valorizzare il nostro territorio e tutelare i consumatori. Una grande iniziativa che vedrà impegnate, tutti i giorni, le cantine dei due consorzi nei migliori locali di Roma.

Sommelier professionisti accoglieranno e faranno degustare i vini, dando spazio, e questa è cosa importante, all'aspetto culturale e conoscitivo dei vini, del territorio e delle pratiche enologiche, al fine di aiutare a comprendere ed analizzare sensorialmente i vini proposti.

I locali romani, che ospiteranno le cantine, saranno evidenziati tutti i giorni su Tele Radio Più 90.7 con la collaborazione della voce romana Francesco Vergovich, online su Facebook, sul sito www.simposioroma.it ed all'interno del Simposio 2015.

I due consorzi infatti saranno presenti a Simposio 2015, che avrà luogo il 3 e 4 ottobre presso il Salone delle Fontane EUR. Coloro che verranno, potranno assaggiare e degustare i vini di tutte le cantine con l'aiuto degli addetti ai lavori

Con l'occasione si potrà anche prenotare una visita in cantina, che verrà effettuata sia nel territorio del Frascati che in quello del Cesanese del Piglio. Per ulteriori informazioni potrete telefonare al 3343290811

Inoltre tutti i giorni su Tele Radio Piu per parlare delle nostre DOCG, tutti insieme in un viaggio lungo la nostra regione per valorizzare finalmente i Vini del Lazio.

Presentazione del progetto "Le Docg del Lazio si presentano a Roma" tra tradizione e innovazione, il giorno 27 settembre 2015 alle ore 17.00, presso l'Holiday Inn - Rome Aurelia.

Il Cesanese, il principe rosso dei vini laziali
La leggenda vuole che ad impiantare la prima barbatella di questo pregiato frutto, fosse un frate benedettino di Cesena, da cui il nome Cesanese, ma a parte questo non si hanno notizie certe sulle origini di questi vitigni. Numerosi studiosi concordano nel ritenere che il Cesanese derivi dal gruppo delle antiche "Alveole" descritte da Plinio il Giovane nel libro XIV della Naturalis Historia. Questa tesi è rafforzata dal fatto che, dopo la caduta dell'impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non ha mai perso la sua continuità con il passato e ha sempre mantenuto un ruolo importante come testimoniano i numerosi atti notarili inerenti i terreni vitati custoditi nell'archivio capitolare di Anagni.

Il cesanese del Piglio si produce nel nord della Ciociaria nella provincia di Frosinone , nei comuni di Piglio, di Serrone ed in parte anche quelli di Acuto, Anagni e Paliano.

Proprio la tradizione e l’affinamento delle tecniche produttive ha consentito nel 1973 l’acquisizione del marchio DOC per il Cesanese del Piglio. Negli ultimi anni i produttori hanno dedicato sempre maggiore attenzione alla qualità tanto da poter offrire oggi una ampia varietà di vini in grado di soddisfare ogni gusto ed i palati più esigenti.

Dall’annata 2008 il Cesanese del Piglio è la prima e finora unica DOCG del Lazio, approvata con decreto del 1 agosto 2008 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 192 del 18-8-2008.

Il territorio di produzione delle uve da destinare ai vini Docg Cesanese del Piglio comprende l'intero territorio dei Comuni di Piglio e Serrone e in parte di quello dei Comuni di Acuto, Anagni e Paliano, in provincia di Frosinone. La zona collinare di produzione è il naturale punto di incontro tra i monti Prenestini, Ernici e Affilani e si trova ad un’altitudine di 300-550 msl.

Attualmente fanno parte del consorzio 28 produttori dei quali 19 percorrono tutto il ciclo produttivo fino alla fase di commercializzazione e tutti insieme rappresentano il 78% della produzione rivendicata presso la Camera di Commercio di Frosinone.

www.consorziotutelacesanesedelpiglio.it

Consorzio Tutela Denominazione Vini Frascati
Il Consorzio rappresenta il cuore antico del nostro territorio. Nasce infatti il 23 maggio 1949 a rogito del Notaio Mario D’Orazi con il nome Consorzio Tutela Denominazione Frascati. Grazie all’azione del Consorzio, il “Frascati” è stato uno dei primi vini italiani ad ottenere il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (D.P.R. 1966). 

Nato dalla volontà di 18 produttori per tutelare la denominazione di un unico vino, il Frascati, oggi ha come soci il 90% di tutti gli attori dell’intera filiera e tutela tre denominazioni : il Frascati DOC, il Frascati Superiore DOCG ed il Cannellino di Frascati DOCG.

Negli ultimi anni si è interessato all’individuazione, recupero e valorizzazione del patrimonio ampelografico autoctono che, unitosi alle moderne tecnologie presenti nelle aziende, ha permesso che il vino riprendesse tutte le sue caratteristiche e la sua forte personalità che lo contraddistinguono.

Nel 2011 ha ottenuto dal Ministero la modifica del disciplinare del DOC e il riconoscimento di due disciplinari DOCG, che le Poste Italiane hanno festeggiato con una emissione 2012 di un francobollo dedicato al Cannellino di Frascati DOCG e nel 2014 con l’emissione di un altro francobollo dedicato al Frascati Superiore DOCG.

Recentemente ha cambiato il suo nome in Consorzio Tutela Denominazione Vini Frascati ed approvato un nuovo statuto secondo le ultime normative, dotandosi anche di un regolamento interno. Altresì è stato tra le prime Denominazioni in Italia ad avere avuto il riconoscimento dal Ministero per l’autorità a svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi dell’intera filiera associata e non (erga omnes) e l’incarico di Vigilanza sull’intero territorio italiano.

Il Consorzio garantisce i produttori ed i consumatori della originalità dei prodotti e tutela un patrimonio di lavoro e di cultura, fondamenta dell’agroalimentare italiano. E’ attento al mantenimento della integrità non solo ambientale, ma anche intellettuale che fanno del Frascati un unicum in un territorio più ampio, i Castelli Romani, ombelico dell’occidente Etrusco-Romano prima, e Rinascimentale poi.

Il vino è tracciato dal vigneto alle bottiglie e attentamente controllato in tutte le sue fasi, portiamo nel mondo tutta la nostra storia e la nostra tradizione.

Attualmente fanno parte del consorzio 31 produttori.

www.consorziofrascati.it

IL ‘VINO SOSTENIBILE’

EXPO, CONFAGRICOLTURA: “PIACE AI CONSUMATORI IL ‘VINO SOSTENIBILE’.
I VITICOLTORI SEMPRE PIÙ ATTENTI A AMBIENTE, SOCIALE, TERRITORI E INNOVAZIONE”

Sono sempre più numerose le imprese vitivinicole che stanno adottando buone pratiche sostenibili nei loro cicli produttivi, dal punto di vista economico ambientale e sociale, migliorando i processi produttivi per ottenere prodotti di qualità.

È quanto è emerso nel seminario organizzato da Confagricoltura - a Milano alla Vigna di Leonardo - dedicato alla sostenibilità della filiera vitivinicola, dalla raccolta dell’uva alla distillazione. Fa parte del ciclo di incontri, “Appuntamenti sulla sostenibilità”, che Confagricoltura sta tenendo in occasione di Expo.

Le aziende vitivinicole e della distillazione sono all'avanguardia nell'applicazione di metodi produttivi sostenibili e sono un punto di riferimento anche per gli altri settori; lo hanno testimoniato – al seminario di Confagricoltura - le case history di tre vivaci realtà imprenditoriali: Antico Podere di Pomaio, Guido Berlucchi e Dstilleria Bonollo. Dalle loro storie emerge l’attenzione alla riduzione delle emissioni di CO2, dei consumi di acqua e di sostanze chimiche, alla produzione di energia rinnovabile, alla valorizzazione dei sottoprodotti, ma anche alla tutela del paesaggio e dell’agricoltura sociale.

“La sostenibilità economica, ambientale e sociale della filiera vitivinicola – pone in evidenza Confagricoltua - è fortemente legata allo sviluppo del territorio, attraverso innovazioni e aggregazioni di imprese, nel rispetto delle tradizioni e della cultura”.

“Rilevanti i risultati che si ottengono per favorire le vendite, non solo in Italia ma anche all’estero – ha sottolineato Confagricoltura -. La presentazione sul mercato di vini che prestano particolare attenzione ai temi della sostenibilità, consente di accrescere il loro valore agli occhi degli acquirenti, sempre più attenti a queste tematiche nelle loro scelte d’acquisto”.

In particolare – ha osservato l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - dalle indagini effettuate dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli emerge che i vini certificati sostenibili, possono influenzare positivamente la percezione sensoriale e spuntare incrementi di quotazioni superiori al 20%. Comunicare questi risultati è dunque importante e i sistemi di certificazione attuali, tra cui ‘Viva’ e ‘Tergeo’, sono dei punti di riferimento.

Confagricoltura ha quindi ricordato che, anche in relazione agli obiettivi fissati dall'Unione Europea sulla sostenibilità ambientale delle produzioni agricole, con un focus specifico sul settore vitivinicolo, occorre fare ulteriori passi avanti per individuare disciplinari il più possibile omogenei e condivisi e che siano di semplice applicazione e controllo al fine di raggiungere il maggior numero di imprese vitivinicole e della distillazione.

“Siamo impegnati – ha concluso Confagricoltura – a rilanciare ancor più le pratiche sostenibili presso le aziende associate e a dare visibilità ad esse attraverso il sistema di ‘Ecocloud’. Favoriamo i processi che vedranno le nostre aziende sempre più virtuose e attente a ambiente, sociale, territori e innovazione”.