venerdì 27 dicembre 2013

"Sangiovese Purosangue" 2014: Vini e Vignaioli d'Italia – Enoclub Siena

Il Sangiovese è il re incontrastato dei vini rossi del centro Italia dove è praticamente presente in ogni zona, e nelle sue diverse varietà clonali continua a dare prova delle sue indiscusse qualità grazie anche alle varie espressioni dei territori in cui viene coltivato
Giacomo Tachis, padre del Sassicaia e del Tignanello, ma non solo, disse che "Il Sangiovese sta all'Italia come il Cabernet sta alla Francia: sono vini che esprimono un’identità viticola e vinicola di un Paese”



Vitigno autoctono diffuso da secoli e secoli in tutta Italia. In Toscana, dove è il padre naturale di nobilissimi vini come il Brunello di Montalcino o di bottiglie oggi di gran moda come il Morellino di Scansano. In Romagna dove, declinato in numerose tipologie a seconda dell'area geografica di produzione, vanta una tradizione popolare radicatissima  nella cultura, nei proverbi e negli aneddoti, nelle canzoni e nell'arte culinaria per la quale costituisce un ingrediente molto importante. 

Un evento ad hoc da non perdere per tutti gli amanti di questo grande vitigno è quello in programma a Roma il prossimo 25/26 gennaio. A cura dell’Associazione Enoclub Siena si rinnova infatti l’appuntamento di inizio autunno con il Sangiovese. Sarà il quarto evento romano con il marchio Sangiovese Purosangue.

Il Radisson Blu Hotel sarà la location più adeguata per questa occasione. Adiacente alla Stazione Termini, in una posizione ottimale per la logistica ed autosufficiente per spazi, livello e completezza dei servizi di accoglienza. 

Un lavoro che ha richiesto diversi mesi per portare a compimento il progetto di valorizzazione di questo vitigno, affrontando la conoscenza delle molte zone italiane in cui si coltiva. Partendo dal nucleo del Sangiovese Toscano (sempre dettagliato per zone, con ulteriori approfondimenti) ma indagando e confrontando anche le altre zone italiane: Romagna, Umbria, Marche, Lazio, con le rispettive sottozone e cru. 

Attraverso i banchi di assaggio e i seminari si potrà valutare le diverse declinazioni territoriali (in purezza o con l’apporto di altri autoctoni). Il marchio Sangiovese Purosangue, usato in più occasioni per dare un senso di appartenenza e unità all'ampio gruppo di produttori toscani aderenti alle iniziative scorse, diventa un nome unificante attorno al quale cercare di scoprire e valorizzare la qualità in quei produttori italiani che hanno deciso, per estro o tradizione, di puntare sul Sangiovese.

Per fare un po’ di storia, ricordiamo brevemente le date e i temi dei precedenti incontri: Rosso di Montalcino del 27-28 gennaio 2012 a Villa Aldobrandeschi; Brunello di Montalcino al Boscolo Hotel; 4-5 novembre 2012; Sangiovese Toscano all’Exed Luxury Event il 26-27 gennaio 2013. 

Come per le precedenti occasioni, l'evento si è avvalso della preziosa collaborazione dell’Agenzia RISERVA GRANDE, operante su Roma e provincia nell'organizzazione di eventi, degustazioni, corsi di ingresso al vino e master tematici su singole aree produttive.

Data e Luogo dell'evento:
Sabato 25 gennaio e domenica 26 gennaio - ore 11
Hotel Radisson Blu - via Filippo Turati, 171 – Roma

Il programma:
"Sangiovese Purosangue": vini e vignaioli d'Italia

I seminari:
Laboratori

Le aziende in degustazione:
Produttori

Ingresso:
25 €
20 € Soci Enoclub, Amici Riserva Grande, AIS e Fisar
40 € abbonamento sabato e domenica

Informazioni:
Sangiovese Purosangue
Tel: 3285436775 (Davide Bonucci) - 3494506087 (Riserva Grande)

martedì 24 dicembre 2013

Tree Folk's: in the name of "Real Ale"

Il famoso pub romano diventa unico nel suo genere: rivoluziona l’impianto con 8 nuove pompe per servire solo le mitiche Real Ale inglesi


Che le birre non siano tutte uguali, ormai, è cosa nota. La passione per i prodotti artigianali è esplosa prepotentemente ormai da qualche anno, e con lei la nascita di tanti nuovi pub che servono birre di assoluta qualità. La novità sta diventando la normalità, quindi l’unica chiave contro l’omologazione è la specializzazione.

Questa è la strada che da sempre percorre il Tree Folk’s, noto pub capitolino che nei suoi dieci anni di attività si è sempre contraddistinto per innovazione e qualità, anche grazie alla grande passione per le birre inglesi, in particolare per le mitiche Real Ale. In un periodo in cui a Roma ancora non si parlava granché di birra artigianale e la differenza tra la comune “bionda” ed un prodotto di qualità non era percepita dai più, al Tree Folk’s compariva la prima Real Ale di una lunga serie, la Summer Lightning della Hop Back Brewery. E con lei esplodeva un amore incessante e duraturo. Così comparvero alle spine altre birre targate Mac Gregor, Black Ship, St. Peters Bitter, Robinson Frederic’s, Hsb e tanti altri, che resero il pub noto per le sue scelte coraggiose e per la ricercatezza dei prodotti offerti.

Sabato 28 dicembre questa innata “personalità inglese” verrà consolidata dal Tree Folk’s con la presentazione dell’impianto nuovo di zecca (che già contava 16 spine) con 8 Hand Pump Angram, per arrivare a lavorare quasi esclusivamente le Real Ale.

Dalle 11 della mattina fino alle 2 di notte la birra, o meglio le Ale inglesi, scorreranno a fiumi, con birrifici ospiti del calibro di Shepherd Neame, Hop Back, Downton, Adnams, Dark Star e Birrificio Aurelio. Tutto accompagnato dal tipico Fish & Chips inglese, servito fin dalle prime ore del mattino. Durante la giornata, inoltre, verranno regalate le magliette ufficiali dell’evento.

Il Tree Folk’s

Il Tree Folk’s inizia la sua attività il 28 giugno del 2003 e in dieci anni ha consolidato il grande amore per l’Inghilterra e per le sue birre must, le Real Ale. Nato in un periodo in cui la birra artigianale ancora non era così diffusa e in Italia i pub che la trattavano erano davvero pochi, il Tree Folk’s e altri pionieri romani si riunirono nell’Associazione Fermento, consolidando una scena birraria romana che nel tempo diventò protagonista assoluta del Paese. Oggi l’avventore ha un’ampia scelta di possibilità ed il pericolo dell’omologazione, oltre che della concorrenza data dalla nascita di “cloni”, è sempre dietro l’angolo. Ci voleva, quindi, un’idea che puntasse alla differenziazione, nascendo dalla più potente delle armi: la passione.
Il Tree Folk’s, da sempre, lavora con le Real Ale, ed è una sfida coraggiosa ed impegnativa. I prodotti non sono su piazza, non vengono venduti quasi da nessuno, ma nonostante questo il locale ha deciso di focalizzare il suo interesse sulle birre inglesi. Anni di lavoro, contatti e referenze hanno permesso al pub di acquistare prodotti direttamente dal Regno Unito, sempre freschi e costantemente disponibili, riuscendo ad accaparrarsi un importante primato nella Capitale.

Le Real Ale

Il nome “Real Ale” venne coniato nel 1973 dal Camra (Campaign for Real Ale), un’Associazione britannica indipendente costituitasi con lo scopo di salvaguardare e promuovere la produzione e il consumo delle birre della tradizione inglese. Tra queste le Real Ale, birre non pastorizzate né filtrate, ottenute con materie prime tradizionali (malto d’orzo, lievito, luppolo e acqua), maturate e rifermentate in fusto, per poi essere spillate senza aggiunta di anidride carbonica e carboazoto. Fondamentale il servizio: la sua spillatura, infatti, deve essere effettuata direttamente dal rubinetto o attraverso le tipiche handpump inglesi.


Sabato 28 dicembre 2013
Ore 11:00 – 02:00

Tree Folk’s - Via Capo d’Africa, 29 – Roma
L'evento su Facebook

mercoledì 18 dicembre 2013

Magnagrecia, le bollicine dal "Giardino delle Esperidi"

Magna Grecia Metodo classico: dieci incredibili, raffinate, bollicine calabresi


La Magna Grecia è ricordata nei diari dei tanti viaggiatori di fine ottocento che nel loro Grand Tour ammiravano le bellezze paesaggistico culturali di questa grande regione: <Nella mia geografia ancora sta scritto che tra Catanzaro e il mare si trovano i Giardini delle Esperidi>
George Gissing ("Sulle rive dello Jonio", 1901)




L'avresti mai detto? Metti una sera un brindisi di grandissima qualità con le bollicine calabresi. Una felice sorpresa per tutti gli amanti del buon spumante italiano da una regione tanto amata e apprezzata. La notizia arriva anche come nuovo messaggio per prendere in considerazione questo territorio con una sua storia che ha certamente del magnifico e che la sua enogastronomia di eccellenza può rappresentare una solida certezza di un futuro di crescita e se vogliamo di rivalsa nel vedersi letta soltanto in negativo; un senso di lontananza che non è esclusivamente geografico; una lotta senza tempo contro mille fattori, locali e non, che ne hanno condizionato lo sviluppo.  

Ma che la Calabria non sia soltanto quanto riportano le cronache è ovvio; che ci sia la voglia di fare, di uscire dai luoghi comuni è altrettanto palese, Euposia, la celebre rivista sul vino, ha incontrato questa Calabria “migliore” che non vuole rassegnarsi, che vede e comprende le sue potenzialità, riconosce le sue capacità e senza tanti vittimismi si rimbocca le maniche e fa sistema. Euposia che in greco antico significa "bere bene", è la musa ispiratrice a quanto scritto, la cui "mission" è quella di aiutare a conoscere meglio il vino, i terroir, le aziende che producono i vini più interessanti non solo in Italia ma anche all'estero.

La Calabria vanta sei eccezionali brand dell’enologia nazionale – Ferrocinto, Librandi, iGreco, Serracavallo, Statti e Santa Venere - e si basa sull’intuizione dell’Ais di Catanzaro che, a fronte ad una nuova generazione di vini calabresi, ha visto un percorso per condividere questo patrimonio e valorizzarlo.

La nuova generazione di “Enotria Tellus” – qui, coi Greci, è nata l’enologia italiana – è fatta di “bollicine” e delle più nobili: quelle elaborate col metodo classico, prodotte in larga parte da vitigni autoctoni (la grande arma vincente del vino italiano), da vigne che dal fronte mare salgono sino a 1200 metri di quota. Vini che tutti gli studi indicano in forte crescita nei consumi mondiali, che rappresentano l’eccellenza produttiva e sono una sorta di “promozione sul campo” per un vignaiolo.

Il 6 dicembre scorso a Palazzo del Duomo si è svolta la prima edizione di “Magna Grecia Metodo Classico” nel centro storico di Catanzaro sono stati presentati dieci vini calabresi, cinque i rosé che si sono “confrontati” coi vincitori della sesta edizione del Challenge Euposia e con una quarantina di Metodo Classico italiani ed internazionali: francesi, dalla Champagne (Baron Fuenté, medaglia d’argento 2013) a Limoux; ai Cava spagnoli agli inglesi assieme a Franciacorta Docg, Alta Langa Docg, Lessini Durello Doc, Trentodoc e VSQ di Toscana (il sangiovese brut di Castello di Cacchiano), di Liguria (Durin, campione del mondo 2013 col suo pigato) e Veneto (Cà Rovere, blend di garganega e chardonnay, medaglia di bronzo 2013).

Magna Grecia Metodo Classico punta a superare velocemente i confini della Calabria per coinvolgere anche le altre regioni del Mezzogiorno dove si producono spumanti di qualità: la Puglia, la Campania, la Sicilia. Ci sono grandi nomi dell’enologia italiana impegnati in queste produzioni; c’è una altissima qualità; ci sono storia e blasoni; ci sono “contenuti” e “capacità” nella comunicazione.

Giancarlo Rafele (responsabile Ais di Catanzaro) e Gennaro Convertini (presidente regionale Ais) hanno fatto un grandissimo lavoro. L'augurio di andare avanti, e a far diventare “Magna Grecia” un brand-ombrello che può davvero conquistare i mercati.

La degustazione


Tenute Ferrocinto Dovì Brut
Oltre 120 ettari di vigneti nella zona di Castrovillari, a 450 metri slm, ai piedi del massiccio del Pollino; una zona agricola famosa già al tempo dei Romani, vocata per la produzione di uve autoctone come  Magliocco, Monsonico ed Aglianico cui sono stati aggiunti Cabernet Sauvignon e Chardonnay. E proprio dall’unica vigna a Chardonnay, esposta a nord, nasce questo Blanc-de-Blancs. L'estrema attenzione in vigna, la vendemmia nelle primissime ore del mattino, l'utilizzo di lieviti selezionati nella Champagne.
Questo metodo classico è fragrante, con un profumo esplosivo di crosta di pane e frutta gialla, ananas e cedro. Palato importante, pieno, di bella struttura e acidità, finale gradevolmente ammandorlato con note agrumate molto belle.

Tenute Ferrocinto Dovì brut Rosé 
Le uve a bacca rossa utilizzate sono di Aglianico, vendemmiato ai primi di ottobre; anche in questo caso i lieviti utilizzati arrivano dalla champagne. Bella nota di colore, profumi immediati al naso e palato di corpo, con piccoli frutti rossi in evidenza, una spalla acida importante ed un finale sapido. Molto invitante.

Librandi Almaneti Brut
Una famiglia di viticoltori di tradizione; un areale di produzione che circonda Cirò Marina, fra Sibari e Crotone, e quindi sta sulla costa ionica protetta dall'altopiano della Sila beneficiando di un clima ideale per la coltivazione della vite con fresche brezze che scendono dalle montagne arricchiscono i vitigni di note, aromi e profumi davvero unici. I Librandi hanno investito molto sulla ricerca del patrimonio ampelografico del loro territorio, puntando molto sugli autoctoni. Per Almaneti hanno scelto però lo Chardonnay prodotto nella loro tenuta Rosaneti a Casabona/Rocca di Neto: 18 mesi sui lieviti per un metodo classico di rara finezza ed eleganza, ricco di profumi e nuance, con una bollicina perfetta, una fragranza continua. Un vino importante, di stoffa e di classe.

Librandi Rosaneti Brut Rosé
Stessa tenuta, stesso terreno argilloso-calcareo, vitigno gaglioppo, vendemmia ai primi di settembre, 18,20 mesi sui lieviti. Perfetta anche in questo caso la scelta del colore dello spumante, estrema pulizia al naso con note floreali e di frutta rossa unite a sentori più erbacei, quasi balsamici. Palato pieno, ricco, con note più calde e dolci, finale molto lungo e sapido.

iGreco Gran Cuvée Brut
Un altro nome che è un simbolo di tutta l’enologia nazionale con vigneti che dalle coste del Mar Jonio salgono sino sulla Sila seguendo così le migrazioni umane, dai primi coloni greci alle invasioni dei saraceni. Una zona ricchissima di storia e dove la mitologia si confonde col presente. Questo metodo classico potrebbe sfidare colleghi blasonati senza alcun timore reverenziale: due ettari di greco bianco a Cirò, a 150 metri slm. Trenta mesi sui lieviti. Alle classiche note di crosta di pane, di crema pasticcera, di agrumi si aggiungono sensazioni più sofisticate e speziate. Palato coerente col naso, ricco, importante, con note finali di cedro, minerale il finale. Grande.

iGreco Gran Cuvée Brut Rosé
Vendemmia nella seconda decade di agosto, Gaglioppo in purezza, zona di produzione Cirò. Sin dal colore e dal perlage si percepisce l’estrema cura ed attenzione nel produrre questo metodo classico che sui lieviti rimane per diciotto mesi: profumi di lievito, crosta di pane, fragola di bosco; palato estremamente coerente, pieno, dove le note fruttate sono predominanti e dove il finale è secco, lungo, molto invitante. Un ottimo vino, senza dubbio alcuno.

Serracavallo Alta Quota Brut
Chardonnay e Riesling coltivati in un singolo vigneto a 1200 metri slm. La cantina abbraccia diciotto ettari complessivi posizionati sul colle Serracavallo, che domina la valle dei Crati: dalla catena appennica sino alle falde del Pollino. Un metodo classico nato per passione personale, sviluppato attraverso lunghe sperimentazioni che il titolare Demetrio Stancati cura esclusivamente di persona. In questo metodo classico le note aromatiche diventano più importanti, con note di cedro e pompelmo molto invitanti. Palato pieno, sontuoso, di rara finezza.

Statti Ferdinando 1938 Brut
Dal 1700 la famiglia baronale Statti preserva 500 ettari (cento sono a vigneto), a Contrada Lenti, Lamezia Terme, dedicati alle coltivazioni agricole, all'allevamento di bovini ed alla produzione di energia rinnovabile. Un vero e proprio “kombinat” che fa della cura dell’ambiente e dell’altissima qualità il suo tratto distintivo. Ferdinando 1938 è la dedica che l’attuale generazione – Alberto ed Antonio Statti – hanno voluto fare al loro padre. Mantonico in purezza, un metodo classico di grande eleganza e raffinatezza, con note floreali, di glicine e di mela golden. Il palato è armonico, la bollicina è finissima, sapido sul finale dove tornano note più aggrumate che si fondono col fruttato tipico. Grande interpretazione.

Ferdinando 1938 Rosé
Gaglioppo in purezza. Il più bel colore fra i rosati calabresi, ma soprattutto uno spumante importante, sontuoso, ricco all’olfatto ed al palato dove piccoli frutti rossi si confrontano coi classici sentori della crosta di pane, del lievito e della crema. Vibrante, con una bella spalla acida, di corpo: un palato autorevole, in grado di abbinarsi a piatti importanti. Molto invitante alla beva. Minerale il finale.

Santa Venere Sp1 Brut Rosé
La cantina vanta circa 150 ettari sulle colline di Cirò; la tenuta è attraversata dal torrente Santa Venere ed è dal 1600 proprietà della famiglia Scala che vanta numerose liaison interessanti: da Falcone Lucifero, ultimo ministro della Real Casa col re di maggio, Umberto di Savoia, a Domenico De Sole, ex amministratore delegato di Gucci ed oggi proprietario del brand di moda, Tom Ford. Dal 1996 la coltivazione è praticata con sistema biologico. L’enologo è Riccardo Cotarella. Nel 2012 è mancato Federico, il padre dell’attuale gestore Giuseppe, protagonista della conversione al biologico. Sp1 in etichetta sta per “strada provinciale 1” quella su cui s’affacciano i vigneti dedicati a questo metodo classico di gaglioppo in purezza che proviene da coltivazioni ad alberello le cui piante hanno un’età media di circa quarant’anni in una zona contrassegnata dalle forti escursioni termiche. Anche in questo caso siamo in presenza di un vino molto interessante, importante, con una personalità ben marcata, con una estrema pulizia al naso, con un palato ricco, avvolgente, di struttura, con nuance di piccoli frutti rossi che si fondono perfettamente; una acidità che promette longevità sempre che riesca a “sopravvivere” alle richieste.

domenica 15 dicembre 2013

"Cin Cin" con lo Spumante Italiano

"Cin Cin" con lo Spumante Italiano, un brindisi per celebrare l’anno che verrà
Cin Cin, tintinnio di cristalli, in alto i calici spumeggianti, volti che sorridono felici, e lentamente ecco salire festosa la colonna liberatoria delle bollicine

<Libiamo, libiamo ne' lieti calici, che la bellezza infiora; e la fuggevol, fuggevol ora s'inebri a voluttà.>

Il modo di dire più diffuso durante il brindisi è sicuramente “cin cin”, un detto di origine cinese, precisamente degli abitanti della costa di Canton, che venne poi introdotto dai marinai europei nel nostro continente; pare proprio che a fare ciò siano stati gli Ufficiali di Sua Maestà Britannica.

Il termine originale è “ch’ing ch’ing” (prego, prego) poi tramutato in “chin chin” dai naviganti e commercianti soprattutto in Età Vittoriana. Il termine è stato subito ben accolto nella lingua italiana perché onomatopeico: riporta immediatamente al suono dei calici o bicchieri che tintinnano tra loro.

Nella lingua cinese in uso oggi “ch’ing ch’ing” significa “bacio”: metaforicamente potremmo dire che il tocco dei bicchieri è il bacio che ci si scambia in onore di qualcosa o qualcuno bevendo in compagnia di amici. 

 <Libiam ne' dolci fremiti che suscita l'amore, poiché quell'occhio al core onnipotente va. Libiamo, amore, amor fra i calici più caldi baci avrà.>

Da sempre compagno ideale dei nostri brindisi, lo spumante che oggi conosciamo, nasce da un lungo e graduale processo di perfezionamento, che passa per alcune fasi di messa a punto della tecnica: dalla bottiglia in vetro resistente, al sistema di chiusura in sughero, fino all'acquisizione delle conoscenze di microbiologia e della fermentazione alcolica della metà dell’ottocento.

Un processo che si è sviluppato in più fasi grazie a diversi contributi un po’ in tutta Europa: la storia dei vini spumanti o frizzanti non è dunque legata ad un singolo ideatore (come alcune leggende sostengono) ma alla storia stessa del vino di cui in qualche modo condivide la longevità.

Se testimonianze archeologiche dimostrano che i romani consumavano vini frizzanti sotto il nome di Aigleucos ed Acinatici è il Rinascimento italiano il momento storico di riferimento per la nostra tradizione spumantistica. Una grande fioritura editoriale, dalla seconda metà del ‘500 ai primi decenni del ‘600 testimonia la grande passione in quei secoli per i vini frizzanti antesignani dei moderni spumanti.

Nonostante molti attribuiscano all'abate Dom Pérignon la creazione del primo Champagne, il professor Attilio Scienza nel suo “Atlante degli Spumanti d’Italia” afferma che il primo Champagne sia nato quasi per caso a Londra alla fine del 1600. A quel tempo il vino proveniva dai vigneti intorno a Parigi ed arrivava in fusti a Londra, dove veniva imbottigliato con l’aggiunta di chiodi di garofano, cannella e molto zucchero per ridurne l’elevata acidità.

In bottiglia il vino subiva quindi una seconda fermentazione che lo rendeva frizzante, vennero così utilizzate delle bottiglie di vetro pesante (il brevetto risale al 1662) ed  i tappi di sughero, mentre il loro utilizzo nella regione francese della Champagne risale a circa 40 anni più tardi.

Ciò nonostante, il mito dello Champagne sul panorama mondiale ha oscurato quello di qualunque altro vino, tanto che la Comunità Europea ha stabilito che a partire dal 31 Agosto 1994 il metodo di vinificazione Champenois (letteralmente: “della Champagne”) può essere menzionato solo sulle bottiglie di vino prodotte nella Champagne, regione a 150 km a nord-est di Parigi. Per tale ragione, gli spumanti prodotti in Italia possono riportare sulla bottiglia solo la menzione “Metodo Classico”.

Il pioniere della spumantizzazione con il Metodo Classico in Italia fu Carlo Gancia, nato nel 1829 e studente di chimica e farmacia quando decise di trasferirsi a Reims, capoluogo della regione della Champagne, per apprendere l’arte della produzione del magico vino con le bollicine.

Dopo essersi fatto assumere come operaio dalla Maison Piper-Heidsieck, già nota all’epoca per le sue forniture di champagne a diverse casate reali, conquistò in pochi anni il titolo di esperto. Gancia decise quindi di tornare in Piemonte, nella sua Canelli, per sperimentare le tecniche apprese nella Champagne sui locali vini rossi amabili.

Nel 1850 poi, a soli ventuno anni, assieme al fratello Edoardo prese in affitto una cantina nei pressi della stazione di Chivasso e cominciò a sperimentare l’utilizzo del metodo champenoise sul vino ottenuto dall’uva bianca Moscato. 
Già nel 1861 la giovanissima “Casa Gancia” produsse il primo “Moscato Champagne” vinificato con il Metodo Classico.

Qualche anno dopo Giulio Ferrari, noto ed apprezzato enologo che vantava studi a Montpellier, in Francia, diede vita al primo spumante trentino, importando per primo delle barbatelle di uve dalla regione della Champagne. 

Addirittura al 1899 risale la prima pubblicità che promuoveva uno spumante prodotto nel trentino, per la precisione lo Champagne Valentini di Calliano, borgo a metà strada fra Trento e Rovereto. Il manifesto recitava: “Venne giudicato da persone competenti uno dei migliori, superando quello di molte marche, che a prezzo anche superiore, viene fabbricato in Austria” ed indicava il nome del distributore in “Cesare Battisti, Trento”.

Tutti gli indizi fanno pensare che possa trattarsi dell’eroe nazionale nato in trentino, che tra le altre cose si occupò anche di scrivere delle guide enologiche. 

I suoi genitori inoltre gestivano una drogheria a Trento dove negli anni ’20 lavorò Bruno Lunelli, capostipite della famiglia che ancora oggi produce gli spumanti Ferrari.

Ad ogni modo, anche se accettiamo di considerare i primi vinificatori italiani di spumanti prodotti con il Metodo Classico come allievi dei cugini d’oltralpe, possiamo senza dubbio affermare che ormai i maestri della Champagne sono stati eguagliati e forse anche superati.

Le bollicine italiane oggi vanno fortissimo. Nel 2011 la produzione ha raggiunto i 380 milioni di bottiglie, e siamo secondi solo alla Francia. La crescita del comparto tricolore è veloce e costante. Il moderato grado alcolico e l’ecletticità delle occasioni di consumo, hanno giocato sicuramente un ruolo importante, ma è sicuramente l’elevato livello qualitativo raggiunto dai nostri produttori - e questo vale tanto per il Metodo Classico quanto per il Metodo Italiano - e il buon rapporto qualità-prezzo, siano le chiavi di questo straordinario successo.

E così eccoci a primeggiare nell'export grazie a una scelta molto più vasta. In pressoché tutte le regioni d’Italia diversi produttori sono in grado di produrre ottimi spumanti Metodo Classico a partire dagli uvaggi più disparati, un’incredibile varietà di colori, con i mille vitigni della tradizione, autoctoni, e con i classici vitigni internazionali.

Partendo dalle zone di tradizione con le dolci bollicine dell’Asti in primis e a seguire il super gettonato Valdobbiadene Superiore, ora Docg e Prosecco Doc, per poi passare al Metodo Classico Piemontese Alta Langa, al rinomato Franciacorta e a seguire Il Trento Doc e Oltrepò Pavese. Ottime bollicine si producono ormai in ogni regione d’Italia, dalle vallate alpine della Val D’Aosta, alle pendici dell’Etna alla Gallura.

Per il vostro brindisi di fine anno e per tutte le occasioni da celebrare nel nuovo anno, quindi, raccontate pure a parenti ed amici un po’ di storia dello spumante ma, soprattutto, scegliete ad occhi chiusi uno spumante Italiano: le bollicine di qualità.

giovedì 12 dicembre 2013

WINE IN U.S.A.

Cosa si beve in Usa secondo “Wine-Searcher”

Viva i mercati emergenti. E viva la Cina che nel giro di qualche anno, a detta di molti, diventerà il mercato n. 1 per il vino del mondo

Ma ad oggi, nell’Anno Domini 2013, al top ci sono ancora gli Stati Uniti, che non solo sono i più grandi consumatori di vino del mondo, ma sono anche la prima fonte di reddito, in valore, tra i mercati stranieri, per il Belpaese enoico.

E per avere il polso del mercato dei consumi enoici in Usa, Wine-Searcher ha pensato bene di incrociare i dati sugli acquisti dei propri clienti, con un report del Wine Market Council, che sottolinea l’importanza del mercato delle etichette sotto i 30 dollari, che muove i due terzi degli acquisti totali. 

Per il sito di e-commerce Usa (o meglio, “aggregatore” di vari portali di vendita on line) le proporzioni sono diverse, gli utenti puntano forte sui vini più costosi, ma quelli di loro che invece scelgono gli under 30$, hanno gusti ben precisi: sotto i 15 dollari, è un italiano a mettersi dietro tutti quanti, il Moscato di Castello del Poggio, griffe di Zonin popolarissima in Usa. 

Sul secondo gradino, l’americano Apothic Winemaker’s Blend Red, seguito da una bollicina californiana, il Wycliff Champagne Brut

Ai piedi del podio, il Mouton Cadet, vino base di un grande nome di Francia, Baron Philippe De Rothschild, e due etichette di Ruffino, il Chianti Classico ed il Prosecco

Nella fascia tra i 15 ed i 19 dollari, la musica cambia, e al top c’è la Spagna, con il Rioja Reserva di Bodegas Vina Eguia al n. 1, seguito da un altro vino della stessa denominazione, il Rioja Reserva Marqués de Riscal, quindi due californiani, a chiudere il podio il Joel Gott Wines 815 Cabernet Sauvignon della Trinchero Family Estates, davanti al Bogle Vineyards Phantom, mentre a chiudere la top 5 è un neozelandese, il Sauvignon Blanc di Kim Crawford

Infine, tra i 19 ed i 29 dollari, è il Pinot a farla da padrone: il californiano Pinot Noir Belle Glos Meiomi, infatti, è seguito da un vero e proprio simbolo in Usa dell’enologia italiana, il Pinot Grigio di Santa Margherita

Al n. 3, un altro italiano, il Chianti Docg di Tenuta Il Palagio, più ricercato del Cabernet Sauvignon di Mondavi e dello Chateau Miraval Cotes de Provence Rosé, il vino di Angelina Jolie e Brad Pitt.

martedì 10 dicembre 2013

Bere il territorio: Concorso letterario nazionale di Go Wine

La XIII edizione di "Bere il Territorio": il bando di concorso


Torna Bere il territorio, il concorso letterario nazionale di Go Wine. E’ la tredicesima edizione ed il Bando viene promosso come sempre in occasione del periodo invernale.
Un’iniziativa culturale che si rinnova di anno in anno e che è rimasta sostanzialmente fedele all’idea che l’ha originata. Con la nuova edizione il Bando subisca alcune modifiche: la partecipazione viene limitata agli “under 30” e vengono previste due fasce di età: la prima a favore di coloro che hanno un’età compresa fra i 16 ed i 20 anni, la seconda dai 21 ai 30 anni.
Una scelta per riprende con vigore l’idea originaria e che si rivolge dichiaratamente alle più giovani generazioni per contribuire, attraverso un’iniziativa culturale,  a far crescere la cultura del consumo dei vini di qualità, mirando ad un consumatore sempre più consapevole sia nelle scelte, sia nell’attribuire il giusto valore e significato ad una bottiglia di vino. 

Alla base del Concorso il piacere dello scrivere e di raccontare il rapporto con il vino e con il mondo che lo circonda, con un particolare riferimento al tessuto sociale ed all’ambiente nel quale il vino viene prodotto.
Storia, tradizioni, paesaggio e vicende culturali: sono diversi i fattori che distinguono il vino da una qualsiasi bevanda. “Bere il territorio” esprime un modo di guardare al consumo con un rinnovato gusto e con una maggiore consapevolezza che va trasmessa alle giovani generazioni.  

La rinnovata formulazione del Bando individua un nuovo e importante premio speciale: è destinato ad un libro che abbia trattato nel corso del 2013 il tema del vino o abbia dedicato al vino una significativa attenzione. Il riconoscimento tende ad accrescere ulteriormente i contenuti del Concorso ed a portare all’attenzione non soltanto gli scritti dei giovani partecipanti ma sostenere e promuovere coloro che siano giunti a risultati di eccellenza attraverso pubblicazioni.

I testi dovranno pervenire entro il 15 febbraio 2014 presso la sede nazionale di Go Wine in Alba; la cerimonia di premiazione è prevista sabato 15 marzo 2014.

Sostengono questa iniziativa la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un Comitato di aziende vinicole italiane che contribuisce ad animare gli incontri che Go Wine promuove per divulgare il concorso.

L’attività di promozione impegna l’associazione Go Wine in una continua divulgazione delle finalità dell’iniziativa. Mentre la Rivista va in stampa sono in corso di programmazione alcune iniziative in calendario.  Fra i riconoscimenti a latere del Bando spicca il Premio Vino d’Autore, che verrà assegnato a inizio febbraio a Torino.

CLICCA QUI PER SCARICARE IL BANDO DI CONCORSO DELLA XIII EDIZIONE


Per informazioni:
Associazione Go Wine – tel. 0173 364631 e.mail gowine.editore@gowinet.it www.gowinet.it

Birre sotto l’albero 2013

Settima edizione del tradizionale evento romano delle Birre di Natale


Arriva alla settima edizione la tradizionale rassegna dicembrina delle birre artigianali natalizie. E quest’anno è ancora più grande: per quattro giorni, dal venerdì al lunedì, otto locali di Roma e provincia ospiteranno appassionati e birrai da tutta Italia! 

La manifestazione, nata nel 2007 al Ma Che Siete Venuti a Fà, storico pub trasteverino, nel corso degli anni ha acquisito sempre più importanza e qualità, arrivando a presentare prodotti brassicoli, preparati dai birrai apposta per il Natale, provenienti da tutto il Mondo: vere e proprie chicche e rarità che hanno stupito e meravigliato migliaia di avventori nel corso degli anni, tra addetti ai lavori e amatori che convergono in questo che ormai è un vero e proprio raduno birrario prenatalizio.

E sabato 14 e domenica 15 dicembre, le vie di Trastevere saranno nuovamente intasate e allagate di birra: Ma Che Siete Venuti a Fà e Bir & Fud di via Benedetta, come di consueto saranno i punti nevralgici dell’evento e dall’altra parte del Tevere, in via degli Specchi, l’Open Baladin farà da sponda per il secondo anno consecutivo.

Molte delle birre presentate (si rimanda sulla pagina Facebook per lista e aggiornamenti), vedranno la presenza del birraio che le ha create, per dar vita a uno scambio tra bevitore e produttore che è ormai consuetudine di questo evento. Ancora una volta sarà Lorenzo Dabove, in arte Kuaska, a condurre le degustazioni a numero chiuso del sabato e della domenica, alle ore 17, presso il Bir&Fud. E la domenica mattina l’evento sarà arricchito da una novità: il birrificio Birra Stavio servirà una English Breakfast con cibo e birra preparate per l’occasione, dalle ore 10 sempre presso il Bir&Fud.

Inoltre, Birre Sotto L’Albero per il 2013 rincara la dose: venerdì 13 ci sarà l’antipasto con l’anteprima delle birre al Barley Wine al Tuscolano e lunedì 16 ci sarà la chiusura in contemporanea al Birra+ al Pigneto e alla Taberna di Palestrina con serate speciali. E gli organizzatori annunciano altre sorprese nel corso delle giornate.

Dell’ultima ora è la notizia della collaborazione ‘esterna’ di due locali fuori Roma, il Golden Pot di Guidonia e la Taverna di Cerevisia Vetus di Ceccano che sabato e domenica presenteranno la loro lista natalizia.

L’evento è aperto a tutti e gratuito, ovviamente, mentre i prezzi delle birre varieranno a seconda dei prodotti. Anche quest’anno non ci sarà modo migliore per prepararsi al Natale...!!!



Programma:

Venerdì 13 dicembre: Barley Wine ore 12.00-02.00

Sabato 14 dicembre e domenica 15 dicembre: Ma Che Siete Venuti a Fà, Bir&Fud, Open Baladin ore 17.00-02.00

Lunedì 16 dicembre: Birra+ e Taberna ore 18.00-02.00

Appuntamenti:

English Breakfast con Birra Stavio al Bir&Fud domenica 15 alle ore 10.00

Degustazioni (a numero chiuso)con Lorenzo ‘Kuaska’ Dabove al Bir&Fud sabato 14 e domenica 15 alle ore 17.00

lunedì 9 dicembre 2013

Il cibo immaginario. 1950-1970 Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma parte la mostra che ci racconta venti anni di vita e costume italiani attraverso iconografia, stili e linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare
Il punto di osservazione scelto per il racconto de Il Cibo Immaginario è quello della memoria e del linguaggio estetico delle pubblicità del cibo che hanno sorriso agli italiani dalle pagine dei  rotocalchi, testate con milioni di copie vendute a settimana e che offrivano ai lettori una straordinaria sintesi tra informazione e lettura popolare d'evasione

L'Italia che si svegliava con la Ovomaltina e il Buondì Motta. Quella in cui "ogni mamma ha in casa le Golia" e quella divisa tra l'Aperol o la China Martini. E poi quella della Lavazza, dei risotti Liebig, della Coca Cola.

Sono i mille volti del paese raccontati da ''Il cibo immaginario. 1950-1970 Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola'', mostra ideata e curata da Marco Panella e prodotta da Artix in collaborazione con Gruppo Cremonini e Coca-Cola Italia, che dal 3 dicembre al Palazzo delle Esposizioni di Roma e fino al 6 gennaio ripercorrerà vent'anni del Paese attraverso iconografia, stili e linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare.

Un percorso coloratissimo, fatto di slogan che ancora ci suonano in testa e ritratti di un'Italia in crescita che sorrideva dalle pagine dei rotocalchi, che oggi rivisita la modernità attraverso la memoria di un giacimento culturale che ha segnato l'immaginario di un paese.

"Quelle testate con milioni di copie vendute a settimana - racconta Marco Panella - offrivano ai lettori una straordinaria sintesi tra informazione e lettura popolare d'evasione. Da quelle pagine, le pubblicità del cibo precorrevano i tempi, ne esaltavano le tendenze, alimentavano un sistema di ambizione e rincorsa sociale."

Viste oggi, a distanza di decenni, ci restituiscono intatta l'immagine di una nazione che aveva fiducia in se stessa e che, pur con i suoi tratti dì ingenuità, era in cammino verso la modernità.
Dalla Ricostruzione all'Austerity, oltre 300 immagini di inserzioni pubblicitarie, depliant, agende, cataloghi premio, calendari, fumetti, figurine, cartoline illustrate, per la prima volta raccolte insieme raccontano dunque la trasformazione di un paese: dall'Italia che cambia il suo paesaggio domestico a quella dei baby boomer, dall'Italia del tempo libero a quella degli intenditori, dall'Italia che sogna con i concorsi a premi al paese che scopre il risparmio e le offerte speciali, dall'Italia che seduce all'Italia in famiglia.

E per ricordarci com'eravamo noi, al ''di qua'' della pagina, ecco anche 28 scatti dell'Italia ''dal vivo'' di quegli anni, il paese al quale quelle pubblicità parlavano e che attraversano quelle immagini sognava il suo futuro.

Info: www.palazzoesposizioni.it

domenica 8 dicembre 2013

Gingerbread - Pan di zenzero

Gingerbread i fragranti e profumati biscotti di Natale, sono facili da preparare e molto versatili, come decorazione del nostro albero di Natale e un’ottima idea regalo per amici e parenti.

I gingerbread, letteralmente pan di zenzero, sono dei biscotti speziati tradizionalmente prepararti durante le festività natalizie nei Paesi di origine anglosassone quali Nord America, Inghilterra e Nord Europa (Scandinavia, Polonia, Estonia, Lettonia etc...)

Il loro nome deriva dalla parola latina "zingiber", cioè zenzero, per via del fatto che la spezia prevalente nell'impasto dei gingerbread è proprio lo zenzero, ma vengono usate anche cannella, chiodi di garofano e noce moscata.

I ginger bread vengono confezionati con le tipiche forme natalizie: stelle, casette, fiocchi di neve, stivali e con la classica forma a omino (gingerman), quella che è diventata la più famosa dopo l'uscita del film Shrek, dove uno dei personaggi principali è proprio Zenzy, l'omino di pan di zenzero.

Dopo essere stati preparati, i gingerbread vengono solitamente appesi all'albero di Natale.
Secondo gli storici, i gingerbread sono nati in Armenia e sono stati esportati in Europa dai monaci armeni nel 992 d.C., durante i secoli successivi la ricetta dei gingerbread si è diffusa tra i monaci della Francia, della Germania (dove tuttora esiste una versione di questi biscotti speziata al pepe (pfefferkuchen), della Svezia e della Gran Bretagna.

Il primo documento storico che parla ufficialmente dei gingerbread risale al Cinquecento, quando durante le festività natalizie questi biscotti venivano venduti dai monaci, dalle farmacie e dagli artigiani nei mercati cittadini.

Nel 1793 la cittadina di Shropshire, in Inghilterra, divenne un punto di riferimento nella produzione del pan di zenzero, perchè scelse l'omino di gingerbread come simbolo della città.
Ricetta dei gingerbread

I gingerbread sono preparati con differenti spezie a seconda della zona, tra le quali la prevalente è sempre lo zenzero. Alcuni sostituiscono lo zucchero con il miele, con la melassa o con il mosto cotto.
Anche le forme cambiano da zona a zona, in alcuni Paesi invece dei biscotti vengono costruite delle vere e proprie case di pan di zenzero, oppure delle torte (ginger cake).

Un aspetto molto importante è la decorazione finale, che viene fatta con la glassa colorata. Prima di procedere con la ricetta occorre munirsi degli stampi desiderati per i biscotti.

Ingredienti per circa 40 gingerbread:
    400 g di farina 00 per dolci
    150 g di miele (o melassa)
    150 g di zucchero
    100 g di burro
    1 uovo
    2 cucchiaini di zenzero in polvere
    1 cucchiaino di cannella in polvere
    1/2 cucchiaino di chiodi di garofano
    1/2 cucchiaino di noce moscata
    un pizzico di sale

Per la glassa:
    1 albume
    200 g di zucchero a velo
    coloranti alimentari

Procedimento:
Ammorbidire il burro, poi mescolarlo in una ciotola con il miele, lo zucchero, il pizzico di sale e tutte le spezie. Aggiungere man mano la farina, continuando ad impastare (volendo si può usare l'impastatrice per rendere l'operazione più veloce) ed infine aggiungere l'uovo. 

L'impasto finale dovrà avere una consistenza friabile e "sbriciolosa". Quindi avvolgere l'impasto in un panno umido e lasciarlo riposare in frigorifero per almeno 2 ore. 

Stendere l'impasto su un piano da lavoro con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia di circa 5 mm. Poi con l'aiuto degli stampi formare i biscotti e metterli in una teglia già imburrata o coperta di carta da forno e infornare i biscotti a forno già caldo a 180°C per circa 12 minuti, saranno pronti quando il loro colore sarà leggermente dorato.


Nel frattempo preparare la glassa montando l'albume a neve e incorporando poco a poco lo zucchero a velo senza mai smettere di sbattere. In diverse ciotole aggiungere i coloranti desiderati, per il bianco non c'è bisogno di colorante. 

Quindi mettere di volta in volta la glassa in una sac a poche con la punta molto stretta e decorare la superficie dei gingerbread a piacere. Se non disponete di una sacca da pasticcere potete crearla da voi preparando un cono con la carta da forno e tagliandone poi l’estremità.


venerdì 6 dicembre 2013

Onav Latina e Antica Norba presentano: Vini & Cioccolato...

Alla scoperta di alcune autentiche perle dell'enologia attraverso la degustazione dei migliori vini da offrire con il cioccolato

L'associazione ONAV - Sezione di Latina organizza un evento imperdibile per tutti i chocolat addict, ma non solo, il Cibo degli Dei di Maya e Aztechi, verrà abbinato a vini che meglio ne risaltano il gusto, una ricerca del connubio perfetto per una degustazione ad alto tenore sensoriale


Una vera e propria "Fabbrica del Cioccolato" ci attenderà il prossimo 13 dicembre a Norma,
Provate ad immaginare un luogo in collina, lontano dai rumorosi e inquinati centri urbani e industriali, che avrete raggiunto dopo aver percorso una serie di tornanti con vista mozzafiato sulla pianura e sulle isole pontine. Qui immersa nel verde tra boschi di querce secolari sorge l'Azienda Antica Norba, dove al suo interno si dipana il magico percorso del Museo del Cioccolato accogliendovi come in un mondo di fiabe.

Incontreremo gli strumenti Maya, alcune indicazioni sulla piantagione di Cacao, confezioni e pubblicità del primo novecento, un’antica fabbrica di Cioccolato completamente ricostruita con macchinari originali, potrete ricevere interessanti notizie sulla lavorazione del cioccolato nella sala video e, soprattutto, incontrerete "La Fonte del Cioccolato" dove il "Cibo degli Dei" sgorga caldo e profumato.

In questo affascinante contesto l'associazione ONAV della Sezione di Latina organizza per il prossimo 13 dicembre alle ore 20.00 un interessante incontro alla scoperta di alcune autentiche perle dell'enologia, i migliori vini attraverso una degustazione guidata, da offrire con il cioccolato.

La degustazione dei vini avverrà in abbinamento ad un piatto per ogni partecipante, contenente assaggi di diversi cioccolati.

Condurrà la degustazione il Pro-Presidente Nazionale ONAV Vito Intini.

La serata si svolgerà in due fasi:

Alle ore 20.00 presso il "Museo del Cioccolato" di Norma inizierà la visita guidata al Museo, tenuta dai responsabili del Museo stesso, nonchè titolari dell'Azienda Antica Norba;

Alle ore 21.00 presso l'Hotel "Villa del Cardinale" di Norma, inizio della degustazione Vini & Cioccolato;

Al termine della degustazione guidata, goloso buffet con prelibatezze di cioccolato e biscotteria.

Luogo dell'evento:

Museo del Cioccolato c/o DOL.C.I.P.P. Srl
Capo dell'Acqua, 20
Norma (LT)

Hotel "Villa del Cardinale"
Via dei Colli, 44
Norma (LT)

Il contributo di partecipazione è fissato in € 25 per i soci, € 35 per i non soci. L'evento è aperto a tutti.
Il numero di partecipanti è fissato in un minimo di 35 e un massimo di 50.

Si ricorda ai SOCI ONAV che parteciperanno all'evento di portare la valigetta con i bicchieri da degustazione in dotazione.

Prenotazioni cliccando qui, o per mail alla casella latina@onav.it.


mercoledì 4 dicembre 2013

Le Grand Tasting Paris 2013

Le Grand Tasting 2013 au Carrousel du Louvre le festival des meilleurs vins à Paris

Le grand Tasting 2013 vous attend les 6 et 7 décembre 2013 au carrousel du Louvre pour déguster et découvrir les meilleurs vins

Pour sa 8e édition, le Grand Tasting 2013 vous propose le plus beau plateau de bons vins au monde dans un lieu superbe, avec des verres Riedel et des vignerons d’exception, tous sélectionnés dans le Guide Bettane+Desseauve.

Avant d'être acceptés au Grand tasting les vins sont agréés par Bettane+Desseauve, et c'est grâce à ce système unique que les vins les plus mythiques côtoient les productions de jeunes vignerons talentueux, mais inconnus. Rouges, blancs, champagnes, rosés. Les vins de toutes natures viennent de toutes les régions de France.

Au-delà de la simple dégustation, un programme très complet de Master-Class est proposé aux plus exigeants. Bonne façon de rencontrer les vignerons, les chefs de caves, les maîtres de chais. Les Ateliers Gourmets remettent le vin à sa place : à table.
Un Grand Tasting en version élargie. Plus de vins et plus d'espace pour les visiteurs. Il n'y pas d'autre exemple.


Le Programme:

Les Master Class et Master Class de Prestige

L'occasion de découvrir, dans des conditions privilégiées de dégustation et sous la conduite d'experts, les meilleurs vins d'un ou de plusieurs producteurs. Dans une salle de 100 places, chaque dégustateur est assis derrière une table où sont présentés les vins. La dégustation est menée au micro par un dégustateur expert accompagné du ou des producteurs. Quatre à cinq vins sont dégustés et commentés pendant la séance, d'une durée de quarante cinq minutes chacune.
Découvrez la liste des Master Class.
Découvrez la liste et les tarifs des Master Class de Prestige.


Les Ateliers Gourmets

Les bons vins se révèlent avec les mets, et inversement ! Sous la conduite d'un grand chef sélectionné par l'équipe de notre partenaire, dégustez et découvrez les meilleurs accords entre les mets et les vins d'un grand producteur.
Découvrez la liste des Ateliers Gourmets.


L'Ecole des Terroirs

Dans une optique pédagogique et pendant 3/4h, le producteur présente le génie d'un terroir, d'une appellation ou d'un savoir faire du vin au travers de la présentation vidéo et la dégustation.
Découvrez la liste des Ecoles des Terroirs.

Le grand Tasting 2013 c'est aussi Les Bars Gourmets, les offre VIP, et Le Grand Tasting le OFF...
                                                         
Infos Pratiques:
Site Officiel: Le grand Tasting 2013
Carrousel du Louvre
99, rue de Rivoli
75001 Paris
vendredi 6 décembre : 10h15 - 20h30
samedi 7 décembre : 10h15 - 19h00
Entrée individuelle, par jour : 20 € au lieu de 25€ sur place.
Pass deux jours individuel :  25 € au lieu de 30 € sur place.
L'entrée donne droit à la découverte, la rencontre et la dégustation des vins des 350 domaines présents.


                                                       

CANTINE D'ITALIA 2014

Presentata ieri a Milano la nuova edizione della Guida Go Wine


Per coloro che ritengono che il vino valga un viaggio… Con gli  interventi di Luciano Ferraro e Isabella Bossi Fedrigotti si è discusso di  vino, viaggi ed enoturismo



Si è svolto ieri a Milano l’evento di presentazione della Guida “Cantine d’Italia 2014”, volume edito e curato dall’Associazione Go Wine.

660 cantine selezionate, 230 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo, oltre 3.000 vini segnalati, 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire. Un volume che racconta luoghi e storie di uomini e donne del vino. Conduce al vino attraverso la cantina come sito da visitare e come fattore che concorre alla promozione del turismo del vino. Una sorta di omaggio alla grande accoglienza italiana in cantina!

Fra gli ospiti dell’evento la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti e il giornalista del Corriere della Sera Luciano Ferraro. Insieme al giornalista Massimo Zanichelli e a Massimo Corrado, presidente di Go Wine, non si è discusso soltanto di vino, ma anche di altri temi cari all’associazione e in particolare alla Guida. Il “viaggio”, le emozioni che colgono l’enoturista, approfondendo le motivazioni che spingono un “turista del vino” a percorrere i diversi territori che l’Italia del vino ci offre.

Spunti interessanti e costruttivi condivisi con una folta platea di produttori vinicoli, presenti all’evento per ritirare il riconoscimento de “L’Impronta Go Wine”.

Sono ben 230 nel volume le “Impronte Go Wine”: rappresentano l’”eccellenza” nel campo dell’enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine assegna alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.

Uno spazio importante nella cerimonia è stato riservato alla consegna dei “Premi Speciali”, che nell’edizione 2014 sono 7 in totale:

Premio “Alto Confort” per il Relais aziendale dell’anno a Castello di Semivicoli (Casacanditella, Abruzzo); Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno a Ristorante Guido Villa Reale di Fontanafredda (Serralunga d’Alba, Piemonte); Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno a Feudi di San Gregorio (Sorbo Serpico, Campania); Premio “Enocultura” per il Luogo Permanente del Vino dell’anno all’Enoteca Italiana (Siena, Toscana);Premio “Autoctono si nasce” al Passito di Pantelleria Ben Ryé - Donnafugata (Marsala, Sicilia); Premio “Buono…non lo conoscevo!” al Ansonica Costa dell’Argentario – La Parrina (Orbetello, Toscana); Premio “Vini Storici d’Italia” al Amarone della Valpolicella – Cav. G.B. Bertani (Grezzana, Veneto).

E’ poi seguita l’esclusiva e straordinaria degustazione degli oltre 200 Vini Top premiati dalla Guida, a beneficio del numeroso pubblico partecipante all'evento.

La Guida Cantine d’Italia 2014 è edita dall’associazione Go Wine; conferma di un impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. Con la edizione 2014 la redazione Go Wine assume la cura diretta di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate.

Le 660 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all'esperienza diretta e tengono conto di due requisiti preliminari: ovvero la disponibilità alle visite e la vendita diretta in cantina.

Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; dal racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore a una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.

Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sito, l'accoglienza e i vini.

Inalterato è sempre lo spirito dell'opera: spingere l'appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d'elezione.

Per ulteriori informazioni:
Redazione Go Wine Editore, rif. Claudia Cavadore, tel. 0173 364631 gowine.editore@gowinet.it

PREMIO ENOCULTURA E CANTINE D' ITALIA 2014


A Enoteca Italiana il premio “Enocultura”

Il riconoscimento della Guida “Cantine d’Italia 2014”, assegnato a Milano ieri martedì 3 dicembre per il suo ruolo di promozione del vino italiano


A Enoteca Italiana, l’ente nazionale vini, il premio “Enocultura” il riconoscimento della Guida “Cantine d’Italia 2014”, edita da GoWine Editore, il vademecum per il turista del vino.

Il premio è stato assegnato ieri martedì 3 dicembre a Milano nel suggestivo Hotel Michelangelo a ritirarlo era presente Salvatore de Lio, direttore di Enoteca Italiana.

Sette i premi speciali istituiti per il quarto anno dalla Guida che ha riconosciuto in Enoteca Italiana, come afferma Massimo Corrado, presidente di Go Wine, il suo ruolo di promozione del vino italiano che, in modo permanente, offre all’enoturista.

All’interno della storica sede (Siena) di Enoteca Italiana, infatti, c’è la mostra mostra “ParladiVino” l’esposizione permanente di oltre 1800 bottiglie della Toscana e di tutta Italia, allestita nella cantine del ‘500, ristrutturate in modo avveniristico; l’esposizione è infatti consultabile attraverso un sistema "palmare", audiovisivo, mediante il quale i visitatori possono scegliere le etichette e pianificare la degustazione oppure l'acquisto dei vini.

“Siamo onorati di aver ricevuto questo premio perché gratifica la nostra mission, quella di trasmettere la cultura enoica, luogo del vino italiano dal 1933. – dichiara soddisfatto Salvatore de Lio, direttore di Enoteca Italiana - I nostri obiettivi da quegli anni si sono evoluti ma abbiamo mantenuto il ruolo principale, quello di educare, informare i consumatori. La nostra sede non è solo promozione di tutte le etichette italiane ma anche luogo di incontro tra i buyer e le aziende italiane. Condivo questo premio con tutto lo staff di Enoteca Italiana che ogni giorno si impegna con passione a valorizzare e promuovere il prodotto vino, l’eccellenza famosa in tutto il mondo grazie all’entusiasmo e all’inziativa di tante aziende italiane”.

Nella nostra sede di Siena, tante altre le iniziative, grande successo per le degustazione delle cinque Docg, curato dai sommelier di Enoteca Italiana, all’evento in collaborazione con il Comune di Siena Sette noti in sette notti al Santa Maria della Scala.

Al seguente appuntamento (5 dicembre) sarà di scena la degustazione della Docg Brunello di Montalcino e i prossimi (12, 19 dicembre) invece riguarderanno la degustazioni di ricciarelli Igp e Panforte abbinati al Vin Santo e ai vini dolci espressione del territorio senese.

Mercoledì 4 infine presso la sede di Enoteca Italiana, gli studenti della sede senese Siena Program State University College at Buffalo svolgeranno l’esame finale del corso ‘Wine & Hospitality’ organizzato dall’ente vini

martedì 3 dicembre 2013

The King’s Ginger

The story of a King join the story of a liqueur. The King’s Ginger is the emphatically ginger liqueur that was specifically formulated by Berry Bros. in 1903 for King Edward VII.The King’s Ginger Parlour. The Edwardian Christmas pop-up bar will open on Thursday 5th December 2013 at the Hoxton Hotel

Rich and zesty, it was created to stimulate and revivify His Majesty King's, the liqueur was commissioned by the Royal Physician to stimulate and revivify His Majesty whilst exposed to the elements on morning rides in his new horseless carriageand and has been appreciated by bon viveurs, sporting gentlemen and high-spirited ladies ever since.


King Edward VII reigned from 1901 to 1910 and was a customer of Berry Bros., the wine and spirits merchant established at No. 3, St James’s Street, London, in 1698. Berry Bros. & Rudd first supplied the British Royal Family during King George III’s reign in 1760 and continues to do so to the present day,  earing with pride two Royal Warrants, one from Her Majesty Queen Elizabeth II and one from His Royal Highness The Prince of Wales. The family-owned wine and spirits merchant Berry Bros. & Rudd enjoys an unparalleled reputation for quality and innovation worldwide.

The Royal Physician was concerned about the monarch’s health, exposed as he was to the elements indulging another of his preferred pursuits, driving his horseless carriage, a Daimler. In 1903 he  ommissioned, therefore, Berry Bros. to formulate a liqueur which would warm and revivify His Majesty; the result, a rich, golden liqueur with a pronounced spicy ginger emphasis and delightfully crisp flavour. The delicious high strength liqueur features ginger, for centuries celebrated for its medicinal properties.

King Edward VII was a thoroughly clubbable chap who enjoyed the high life as Prince of Wales in the late 800s. His parents, Queen Victoria and Prince Albert, were determined that the heir to the throne should have an education that would prepare Edward to be a model monarch. However, Edward chose to use his time at the universities of Edinburgh, Oxford, Cambridge and life itself to develop his skills in charm, sociability and tact as well as impressive appetites for good living, cigars and gambling and came to personify the fashionable elite. His greatest passions were fine wining, dining and the very best cigars; often enjoyed in the company of beautiful ladies. This was an enthusiasm out of which he never grew.


The King’s Ginger is a high-strength liqueur created by the careful maceration of ginger root, enlivened by the judicious addition of citrus in the form of lemon oil.

Although warming and heartening on a cold day as originally intended, it is a splendidly uplifting tonic to be appreciated on its own all year round as well as in any number of cocktails and long drinks.






thekingsginger.com/




Toast the end of winter and the budding of new life with The Ginger Royale.

The Ginger Royale 
  
                                                                                           
35ml The King’s Ginger
140ml Champagne

Preparation
Pour a generous measure of The King’s Ginger into a flute. Add
chilled Champagne to taste. Then find some attractive friends
with whom to share this delicious and efficacious concoction.





Cool down at the races with a zesty cooler.

The King and Tonic



50ml The King’s Ginger
100ml tonic water

1 dash of Angostura Bitters

Preparation
Serve in a Collins glass with plenty of ice. A great, refreshing alternative to Pimms which works best with Fever Tree tonic water...
It may not improve your chances of picking a winner but this cocktail engenders equanimity.



The perfect accompaniment to the change in the season.

The Twinger



50ml The King’s Ginger
100ml ginger ale

1 dash of Angostura Bitters

Preparation
Serve in a collins glass with plenty of ice. The name comes from the twin ginger ingredients. The Twinger complements the muted tones of the tweed, moleskin and corduroy of your autumnal wardrobe.




Enliven a game of golf with a Rusty Tack made with The King’s Ginger and Cutty Sark.

The Rusty Tack



35ml The King’s Ginger
35ml Cutty Sark Scotch Whisky

Preparation
A sophisticated take on a classic whisky cocktail, like many of life’s pleasures the Rusty Tack is simplicity itself. Fantastic over ice too...
There simply isn’t a better drink to have in your hipflask.








The King’s Ginger Cheesecake


For the base
110g ginger biscuits
50g unsalted butter
For the filling
350g cottage cheese
1 sachet powdered gelatine
2 large free range egg yolks
60g caster sugar
Grated zest and juice of
2 lemons
3 tbsp The King’s Ginger
150ml double cream
20cm flan tin with removable base

Prepare the base by breaking the biscuits into a fine rubble and add the melted butter. Mix thoroughly. Press evenly into the bottom of the flan tin. Refridgerate whilst preparing the filling. Put the gelatine into a mall cup with three tablespoons cold water and stand this in a small saucepan of barely simmering water. Leave for 10 minutes until the gelatine looks transparent. Next blend the cottage cheese, egg yolks and sugar in a liquidiser for one minute. Add the lemon zest, juice and gelatine (pass it through a strainer). Blend until well combined and the mixture smooth. Whip the cream into soft peaks and fold this, together with The King’s Ginger into the cheesecake mix. Pour into the flan tin, cover and chill for three hours. Serve: Decorate with small pieces of chopped crystallised ginger.


The King’s Ginger Snaps


50g unsalted butter
50g caster sugar
50g golden syrup
50g plain flour
1/2 tsp grated root ginger
Grated zest of 1/2 a lemon
1 tsp The King’s Ginger
The King’s Ginger Cream
250ml double cream
Zest of 1 lemon and 1 lime
1 heaped tsp of stem ginger
in syrup, drained and chopped finely
2 tbsp The King’s Ginger


Preheat the oven to 180°C and line two large baking sheets with baking parchment. Melt the butter, syrup and sugar in a saucepan over a medium heat. Add the flour, lemon zest, grated ginger and The King’s Ginger to this mixture; stir until well combined. Drop one teaspoon of the mixture onto the baking sheet, 10cm apart. Bake in the oven for 8-10 minutes until bubbling, lacy and a deep caramel colour. Remove from oven. Let the snaps cool slightly, and then lift with a palette knife. Quickly roll around the handle of a wooden spoon to form a tube shape. Cool on a wire rack. These can be kept in an airtight tin for a week. Serve with The King’s Ginger cream. Whip the double cream to soft peaks. Fold in the remaining ingredients. Chill until serving. This can be piped into the ginger snaps or served alongside in a small pot.


The King’s Ginger Truffles



200g good quality dark chocolate
175ml double cream
5 tbsp The King’s Ginger
1 tsp of finely chopped drained stem ginger in syrup







Line a baking tray with cling film. Break the chocolate into small pieces and drop into a heatproof bowl. Bring the cream to the boil and pour over the chocolate. Stir until all the chocolate is melted. Add The King’s Ginger and the chopped stem ginger. Mix well. Leave in bowl and allow to cool to room temperature (about 2 hours). Using a melon baller or teaspoon, scoop out bitesized pieces and roll into even shaped balls. Roll in cocoa powder and place on baking sheet. Chill in the fridge. Serve with after dinner coffee and a chilled shot of The King’s Ginger.


The King’s Ginger Pop-Up Christmas Parlour

The Hoxton Hotel, 81 Great Eastern St London, EC2A 3HU United Kingdom

Thursday 5th December 2013 to Sunday 8th December 2013

Fancy some royal treatment this Christmas? Then come on down to the Kings Ginger Parlour which will see our garden transformed into an Edwardian themed, pop-up drinking den. Sure to tickle one’s taste buds and warm revellers from the inside-out, the pop-up parlour will take place for just four days, serving 5 special cocktail creations ….

The King’s Ginger Liqueur and east London’s Hoxton Hotel are thrilled to announce an exciting new collaboration: The King’s Ginger Parlour. The Edwardian Christmas pop-up bar will open on Thursday 5th December 2013, for four days only, in the atmospheric courtyard garden of The Hoxton Hotel. Five seasonal King’s Ginger cocktails have been specially created by drinks expert Dan Warner, to kick start this years festive celebrations. The King’s Ginger mulled cyder, served hot or cold, will be sure to tickle one’s taste buds and warm revellers from the inside-out. Other creations on the menu include ‘Gingers Back In Fashion’ which is definitely one for high spirted ladies and sporting gentleman alike.

Attendees can expect a warming golden glow, in seductive surroundings, with festive songs, food pairings and the best Christmas drinks menu in the east end. The temporary parlour will hail back to yesteryear, delivering the ultimate Edwardian Christmas experience.


THE KING'S GINGER MULLED CYDER
The King's Ginger, cloudy apple juice & Aspall Cyder served warm or over ice

BLOOD ORANGE & GINGER FIZZ
The King's Ginger & blood orange purée charged with English sparkling wine

THE KING'S CHALICE
The King's Ginger served long with chilled Earl Grey tea, blackcurrant syrup & Angostura Bitters

GINGER'S BACK IN FASHION
The King's Ginger, bitters & The Glenrothes Select Reserve stirred Old Fashioned style

POMEGRANATE & GINGER FLING
The King's Ginger shaken with pomegranate & lemon juices. Served straight up


The grand opening takes place on Thursday 5th December. Merrymakers can expect a warming golden glow, in seductive surroundings, with festive songs and the best Christmas drinks menu in the east end. If it's good enough for the King…
Doors open from 7pm on Thursday 5th December, everyone's welcome!

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