Il corso, finanziato da Foragri e realizzato tramite l’Ente di formazione professionale agricola di Confagricoltura (ENAPRA), intende affrontare i temi chiave dell'Agribusiness, in un percorso innovativo per entrare con competenze distintive in un settore strategico del Made in Italy.
Le tecniche di promozione, la tutela dei marchi, lo studio dei mercati internazionali. È iniziato oggi presso la fiorentina Business Strategies il primo corso Foragri “Promozione e tutela dei marchi italiani sui mercati vitivinicoli internazionali”, una sorta di master della durata di 45 ore condotto dai principali esperti europei del settore vitivinicolo.
“Il corso voluto da Business Strategies rappresenta un’esperienza pionieristica della formazione in campo agricolo – ha detto il responsabile del corso e docente di Economia all’Università di Verona, Davide Gaeta –. Oggi saper fare agribusiness è un imperativo per le nostre aziende, e ancora di più lo è per un comparto come il vino che fa dell’internazionalizzazione il proprio valore aggiunto”. “Sino a ieri – secondo Roberto Bianchi, DG Foragri – questa opportunità formativa era per lo più orientata verso pratiche agricole, ma finalmente si è capito che questo non basta e che il settore necessita sempre più di questo tipo di professionalità”.
Il corso, iniziato oggi con 17 partecipanti tra dipendenti e quadri si sviluppa attraverso 3 direttrici: mercati e strumenti di marketing, politica agricola e vitivinicola comunitaria e nazionale, diritto e protezione degli scambi internazionali. Tra i docenti, oltre a Davide Gaeta (Università di Verona), anche Jean Marie Cardebat (Università di Bordeaux), Paola Corsinovi (Hochschule Geisenheim University), Marco Ferro (AD Agenzia Quanto Basta).
Per Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies: “La competizione sui mercati mondiali si gioca oggi soprattutto sul terreno delle competenze, che non possono essere parcellizzate ma trasversali. Per questo riteniamo che questo strumento possa rappresentare una leva per il salto di qualità che deve fare il nostro settore primario, sempre più sollecitato a logiche non solo produttive”.
venerdì 29 settembre 2017
Formazione. Corso gratuito per Operatori di Sostenibilità in Vitivinicoltura
Aperte le iscrizioni al prossimo Corso di formazione per Operatori di Sostenibilità in Vitivinicoltura Verranno prese in considerazione solo le candidature pervenute entro domenica 8 ottobre p.v.
Fornire ai partecipanti nozioni chiave relative alla sostenibilità in vitivinicoltura e le conoscenze utili alla valutazione delle prestazioni di sostenibilità nella filiera vitivinicola attraverso il programma nazionale VIVA – La sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia. Questo l'obbiettivo del corso che si terrà il 25 - 26 - 27 ottobre 2017 presso l'Azienda Agricola CHIUSA GRANDE, Casali Nocciano 65010 (PE).
Il corso è rivolto a consulenti, personale di aziende vitivinicole e auditor di enti di verifica che intendono conoscere le modalità di applicazione e calcolo degli indicatori di sostenibilità VIVA e il relativo modello di certificazione.
La struttura del corso è modulare e include lezioni teoriche e workshop al fine di illustrare, dal punto di vista pratico, l'applicazione degli indicatori di sostenibilità ACQUA, ARIA, VIGNETO e TERRITORIO a prodotti e organizzazioni vitivinicole, operazioni necessarie al fine di ottenere la valutazione e dunque l'Etichetta VIVA.
Programma
- Introduzione alla certificazione VIVA
- Gli indicatori di sostenibilità in vitivinicoltura
- La misura dell’impronta idrica (teoria e pratica)
- La misura della sostenibilità agronomica (teoria e pratica)
- La misura dell’impronta climatica (teoria e pratica)
- La misura della responsabilità sociale, biodiversità, paesaggio e cultura (teoria e pratica).
Modalità di iscrizione e scadenza
La partecipazione al corso è gratuita, previo superamento della procedura di selezione che avverrà a cura del centro di ricerca OPERA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Ministero dell’Ambiente. Per accedere alla procedura di selezione, il candidato deve inviare una e‐mail a gloria.luzzani@unicatt.it (oggetto “Selezione Corso VIVA") esplicitando il proprio interesse a prendere parte al corso VIVA e fornendo il proprio CV aggiornato e una lettera motivazionale, redatta a cura del candidato.
I posti sono limitati e verranno occupati dai candidati idonei in relazione all'ordine di ricevimento delle richieste, che come previsto le iscrizioni potranno dunque concludersi prima della data di scadenza, in caso di esaurimento dei posti disponibili.
Modalità di selezione
Ai fini dell'ammissione costituiscono requisito preferenziale:
- la frequenza e il superamento del corso on line OpenTEA - La Sostenibilità Nella Viticoltura Italiana, che permette di acquisire le conoscenze base relative all'applicazione del programma VIVA e al contesto di riferimento;
- esperienza professionale nel settore vitivinicolo;
- afferenza a aziende firmatarie dell'accordo volontario per la valutazione delle prestazioni di sostenibilità del settore vitivinicolo attraverso l’applicazione del disciplinare V.I.V.A.
Per ulteriori informazioni contattare gloria.luzzani@unicatt.it
Il Progetto V.I.V.A - Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente
Avviato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel 2011, mira a migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso l’analisi di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio, Vigneto). La fase pilota ha visto la partecipazione di alcune grandi aziende vitivinicole italiane, scelte sulla base di criteri geografici e di prodotto: Castello Monte Vibiano Vecchio, F.lli Gancia & Co, Marchesi Antinori, Masi Agricola, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Planeta, Tasca d'Almerita, Venica&Venica, con la collaborazione scientifica del Centro di Ricerca OPERA per l'agricoltura sostenibile dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e il Centro di Competenza Agroinnova dell'Università di Torino. La fase pilota si è conclusa nel 2014 ed ha portato alla realizzazione di un disciplinare, che costituisce un riferimento tecnico per le aziende che vogliono intraprendere il percorso di validazione previsto dal progetto. Da Giugno 2014 il progetto è stato aperto a tutte le aziende vitivinicole nazionali che sono interessate a prendervi parte ed il numero delle aziende che vi aderiscono è in continua crescita.
Proprio in questi giorni i ministri dell'Ambiente Gian Luca Galletti e delle Politiche agricole Maurizio Martina, hanno firmato un decreto interministeriale che prevede di unire il programma VIVA con il SQNPI (Sistema di Qualita' Nazionale sulla produzione Integrata). L'integrazione dei due programmi oggi esistenti per la misurazione della sostenibilita' del settore vitivinicolo definirà un unico standard nazionale di certificazione gestito in ambito di sistema di qualita' e costituirà un riferimento univoco per le produzioni italiane e per il mercato internazionale. Il nuovo sistema potra' in seguito essere applicato ad altri comparti agricoli. Il decreto istituisce per questo compito un Gruppo di lavoro interministeriale di sostenibilita', di cui sono co-presidenti Giuseppe Blasi (Capo Dipartimento per le politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del ministero delle Politiche agricole) e Francesco La Camera (Direttore Generale per lo Sviluppo Sostenibile e per i rapporti con l'Europa e gli Organismi internazionali del Ministero dell'Ambiente).
Fornire ai partecipanti nozioni chiave relative alla sostenibilità in vitivinicoltura e le conoscenze utili alla valutazione delle prestazioni di sostenibilità nella filiera vitivinicola attraverso il programma nazionale VIVA – La sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia. Questo l'obbiettivo del corso che si terrà il 25 - 26 - 27 ottobre 2017 presso l'Azienda Agricola CHIUSA GRANDE, Casali Nocciano 65010 (PE).
Il corso è rivolto a consulenti, personale di aziende vitivinicole e auditor di enti di verifica che intendono conoscere le modalità di applicazione e calcolo degli indicatori di sostenibilità VIVA e il relativo modello di certificazione.
La struttura del corso è modulare e include lezioni teoriche e workshop al fine di illustrare, dal punto di vista pratico, l'applicazione degli indicatori di sostenibilità ACQUA, ARIA, VIGNETO e TERRITORIO a prodotti e organizzazioni vitivinicole, operazioni necessarie al fine di ottenere la valutazione e dunque l'Etichetta VIVA.
Programma
- Introduzione alla certificazione VIVA
- Gli indicatori di sostenibilità in vitivinicoltura
- La misura dell’impronta idrica (teoria e pratica)
- La misura della sostenibilità agronomica (teoria e pratica)
- La misura dell’impronta climatica (teoria e pratica)
- La misura della responsabilità sociale, biodiversità, paesaggio e cultura (teoria e pratica).
Modalità di iscrizione e scadenza
La partecipazione al corso è gratuita, previo superamento della procedura di selezione che avverrà a cura del centro di ricerca OPERA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Ministero dell’Ambiente. Per accedere alla procedura di selezione, il candidato deve inviare una e‐mail a gloria.luzzani@unicatt.it (oggetto “Selezione Corso VIVA") esplicitando il proprio interesse a prendere parte al corso VIVA e fornendo il proprio CV aggiornato e una lettera motivazionale, redatta a cura del candidato.
I posti sono limitati e verranno occupati dai candidati idonei in relazione all'ordine di ricevimento delle richieste, che come previsto le iscrizioni potranno dunque concludersi prima della data di scadenza, in caso di esaurimento dei posti disponibili.
Modalità di selezione
Ai fini dell'ammissione costituiscono requisito preferenziale:
- la frequenza e il superamento del corso on line OpenTEA - La Sostenibilità Nella Viticoltura Italiana, che permette di acquisire le conoscenze base relative all'applicazione del programma VIVA e al contesto di riferimento;
- esperienza professionale nel settore vitivinicolo;
- afferenza a aziende firmatarie dell'accordo volontario per la valutazione delle prestazioni di sostenibilità del settore vitivinicolo attraverso l’applicazione del disciplinare V.I.V.A.
Per ulteriori informazioni contattare gloria.luzzani@unicatt.it
Il Progetto V.I.V.A - Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente
Avviato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel 2011, mira a migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso l’analisi di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio, Vigneto). La fase pilota ha visto la partecipazione di alcune grandi aziende vitivinicole italiane, scelte sulla base di criteri geografici e di prodotto: Castello Monte Vibiano Vecchio, F.lli Gancia & Co, Marchesi Antinori, Masi Agricola, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Planeta, Tasca d'Almerita, Venica&Venica, con la collaborazione scientifica del Centro di Ricerca OPERA per l'agricoltura sostenibile dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e il Centro di Competenza Agroinnova dell'Università di Torino. La fase pilota si è conclusa nel 2014 ed ha portato alla realizzazione di un disciplinare, che costituisce un riferimento tecnico per le aziende che vogliono intraprendere il percorso di validazione previsto dal progetto. Da Giugno 2014 il progetto è stato aperto a tutte le aziende vitivinicole nazionali che sono interessate a prendervi parte ed il numero delle aziende che vi aderiscono è in continua crescita.
Proprio in questi giorni i ministri dell'Ambiente Gian Luca Galletti e delle Politiche agricole Maurizio Martina, hanno firmato un decreto interministeriale che prevede di unire il programma VIVA con il SQNPI (Sistema di Qualita' Nazionale sulla produzione Integrata). L'integrazione dei due programmi oggi esistenti per la misurazione della sostenibilita' del settore vitivinicolo definirà un unico standard nazionale di certificazione gestito in ambito di sistema di qualita' e costituirà un riferimento univoco per le produzioni italiane e per il mercato internazionale. Il nuovo sistema potra' in seguito essere applicato ad altri comparti agricoli. Il decreto istituisce per questo compito un Gruppo di lavoro interministeriale di sostenibilita', di cui sono co-presidenti Giuseppe Blasi (Capo Dipartimento per le politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del ministero delle Politiche agricole) e Francesco La Camera (Direttore Generale per lo Sviluppo Sostenibile e per i rapporti con l'Europa e gli Organismi internazionali del Ministero dell'Ambiente).
Export, corre agroalimentare italiano per ottima reputazione e posizionamento di qualità
Export agroalimentare italiano: in Nord America +120% in quindici anni. E le potenzialità per crescere ancora sono tante.
Dopo la Germania, il Nord America (Usa + Canada) rappresenta la seconda destinazione del nostro export agroalimentare, con un valore che nel 2016 ha superato i 4,6 Miliardi di euro, il 12% del totale. Anche nei primi sette mesi di quest’anno le vendite italiane di food&beverage negli USA sono aumentate di oltre il 7%, ma da un’índagine realizzata da Agrifood Monitor di Nomisma e CRIF sui consumatori statunitensi e canadesi emergono ulteriori margini di crescita, in virtù di un’ottima reputazione e di un posizionamento di qualità di cui godono le nostre produzioni e che, anche grazie al recente accordo di libero scambio con il Canada (CETA), potrebbero ottenere un ulteriore spinta propulsiva.
Con un valore superiore ai 130 Miliardi di euro, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al mondo per import di prodotti agroalimentari. Al secondo posto figura l’Unione Europea (considerata ancora a 28 membri) con 112 Miliardi, mentre tra i restanti paesi più rilevanti risultano Cina (92 Miliardi di euro di import), Giappone (59 Miliardi) e Canada (32 Miliardi di euro).
Redditi medi pro-capite compresi tra i 42.000 e i 57.000 dollari annui – contro i 31.000 di quelli italiani – previsti ulteriormente in crescita di oltre il 14% nei prossimi cinque anni, fanno del Nord America uno dei mercati più importanti per le esportazioni agroalimentari, dove oggi la nostra quota misurata sull’import del paese è ancora marginale (3,4% negli Usa, 2,6% in Canada).
Eppure le potenzialità di crescita sono tante, alla luce del posizionamento e della reputazione di cui godono i nostri prodotti presso i consumatori di questi due paesi. E’ quanto emerge da uno studio di Nomisma e CRIF presentato oggi in occasione del Forum Agrifood Monitor, tenuto a Palazzo di Varignana e al quale hanno partecipato, tra gli altri, Gianpiero Calzolari (Granarolo), Paolo De Castro (Parlamento Europeo), Jan Scazighino (Ambasciata del Canada), Michele Scannavini (ICE Agenzia), Luigi Scordamaglia (Federalimentare), Paolo Tramelli (Consorzio Prosciutto di Parma).
I prodotti tipici del “Made in Italy” alimentare rappresentano la principale componente dell’export verso questi due paesi: vino, olio d’oliva, formaggi e pasta pesano per circa il 65% sulle esportazioni agroalimentari complessive e contribuiscono in primis ad una bilancia commerciale positiva che, considerata congiuntamente (Usa+ Canada) presenta un saldo di 3,2 Miliardi di euro.
“Il consumo di food&beverage italiano è ancora fortemente concentrato negli Stati costieri degli USA, che presentano i maggiori consumi pro-capite, mentre il Made in Italy risulta poco diffuso nel Mid-West e nelle altre zone centrali del Paese” dichiara Andrea Goldstein chief economist di Nomisma, sottolineando così i potenziali margini di sviluppo ancora esistenti per le nostre esportazioni.
E proprio per capire le differenze esistenti tra le diverse aree degli USA nella conoscenza e reputazione dei prodotti italiani al fine di comprenderne le opportunità di crescita è stata realizzata da Nomisma una survey su un campione di 2.500 consumatori americani suddivisi tra gli stati di New York, California e l’area del “Mid-West” (Illinois, Michigan e Ohio). Tale indagine è stata poi affiancata da un’altra sui consumatori canadesi, sempre nell’ottica di identificare le peculiarità esistenti nella mappa delle preferenze dei consumi alimentari e, di conseguenza, le potenzialità di espansione per i prodotti italiani.
Sebbene il prezzo rappresenti il primo criterio nell’acquisto di un prodotto alimentare per oltre il 20% di statunitensi e canadesi (con punte che arrivano oltre il 40% nel caso dei consumatori del Mid-West), il “Made in Italy” si posiziona al primo posto in termini di reputazione qualitativa presso tutti i consumatori USA, ma al secondo posto nel caso dei canadesi dove svettano invece quelli americani (che rappresentano anche i primi esportatori nel paese).
Elevato il tasso di penetrazione dei prodotti italiani, pari a circa l’80% per entrambe le popolazioni dei due mercati. In tale ambito, oltre il 10% dei consumatori possono essere definiti “authentic user”, vale a dire persone in grado di indicare brand di aziende italiane, che consumano prodotti del “Made in Italy” anche tra le mura domestiche e che si dicono disposte a spendere di più per un prodotto del Belpaese.
“La survey ci ha permesso di definire l’identikit dell’authentic user di prodotti alimentari italiani” dichiara Denis Pantini, Responsabile dell’Area Agroalimentare di Nomisma. “Nel caso degli Usa, si tratta di un consumatore con reddito familiare alto, che vive a New York, di età compresa tra 36 e 51 anni, con alto livello di istruzione e che segue corsi e programmi TV di cucina”. Per quanto riguarda invece l’authentic user del Canada, continua Pantini “si connota sempre per un reddito familiare alto, con età media più elevata rispetto al collega americano (tra 52 e 65 anni), che utilizza internet per informarsi sui prodotti alimentari e che anche in questo caso segue programmi Tv dedicati alla cucina”.
Insomma, le opportunità per i produttori alimentari italiani ci sono e vanno colte tenendo ben presenti queste differenze e peculiarità, soprattutto quando si tratta di implementare le giuste strategie di internazionalizzazione. Da questo punto di vista, il mercato Nord americano offre ulteriori vantaggi. Come sottolineato da Niccolò Zuffetti, Marketing Manager di CRIBIS "la rischiosità commerciale del settore F&B negli Stati Uniti è mediamente inferiore a quella dei nostri maggiori partner europei e sempre più bassa di quella italiana, soprattutto nel commercio all'ingrosso (rischiosità sotto la media nel 55% delle imprese Usa) e nel dettaglio (sotto la media nel 74% dei casi). Questa bassa rischiosità commerciale unita alla presenza di un altissimo numero di player rappresentano una chance importante per le nostre imprese del F&B pronte ad esportare, pur in un contesto caratterizzato da una maggiore concentrazione d'impresa rispetto alla prevalenza di micro-operatori in Italia”.
Dopo la Germania, il Nord America (Usa + Canada) rappresenta la seconda destinazione del nostro export agroalimentare, con un valore che nel 2016 ha superato i 4,6 Miliardi di euro, il 12% del totale. Anche nei primi sette mesi di quest’anno le vendite italiane di food&beverage negli USA sono aumentate di oltre il 7%, ma da un’índagine realizzata da Agrifood Monitor di Nomisma e CRIF sui consumatori statunitensi e canadesi emergono ulteriori margini di crescita, in virtù di un’ottima reputazione e di un posizionamento di qualità di cui godono le nostre produzioni e che, anche grazie al recente accordo di libero scambio con il Canada (CETA), potrebbero ottenere un ulteriore spinta propulsiva.
Con un valore superiore ai 130 Miliardi di euro, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al mondo per import di prodotti agroalimentari. Al secondo posto figura l’Unione Europea (considerata ancora a 28 membri) con 112 Miliardi, mentre tra i restanti paesi più rilevanti risultano Cina (92 Miliardi di euro di import), Giappone (59 Miliardi) e Canada (32 Miliardi di euro).
Redditi medi pro-capite compresi tra i 42.000 e i 57.000 dollari annui – contro i 31.000 di quelli italiani – previsti ulteriormente in crescita di oltre il 14% nei prossimi cinque anni, fanno del Nord America uno dei mercati più importanti per le esportazioni agroalimentari, dove oggi la nostra quota misurata sull’import del paese è ancora marginale (3,4% negli Usa, 2,6% in Canada).
Eppure le potenzialità di crescita sono tante, alla luce del posizionamento e della reputazione di cui godono i nostri prodotti presso i consumatori di questi due paesi. E’ quanto emerge da uno studio di Nomisma e CRIF presentato oggi in occasione del Forum Agrifood Monitor, tenuto a Palazzo di Varignana e al quale hanno partecipato, tra gli altri, Gianpiero Calzolari (Granarolo), Paolo De Castro (Parlamento Europeo), Jan Scazighino (Ambasciata del Canada), Michele Scannavini (ICE Agenzia), Luigi Scordamaglia (Federalimentare), Paolo Tramelli (Consorzio Prosciutto di Parma).
I prodotti tipici del “Made in Italy” alimentare rappresentano la principale componente dell’export verso questi due paesi: vino, olio d’oliva, formaggi e pasta pesano per circa il 65% sulle esportazioni agroalimentari complessive e contribuiscono in primis ad una bilancia commerciale positiva che, considerata congiuntamente (Usa+ Canada) presenta un saldo di 3,2 Miliardi di euro.
“Il consumo di food&beverage italiano è ancora fortemente concentrato negli Stati costieri degli USA, che presentano i maggiori consumi pro-capite, mentre il Made in Italy risulta poco diffuso nel Mid-West e nelle altre zone centrali del Paese” dichiara Andrea Goldstein chief economist di Nomisma, sottolineando così i potenziali margini di sviluppo ancora esistenti per le nostre esportazioni.
E proprio per capire le differenze esistenti tra le diverse aree degli USA nella conoscenza e reputazione dei prodotti italiani al fine di comprenderne le opportunità di crescita è stata realizzata da Nomisma una survey su un campione di 2.500 consumatori americani suddivisi tra gli stati di New York, California e l’area del “Mid-West” (Illinois, Michigan e Ohio). Tale indagine è stata poi affiancata da un’altra sui consumatori canadesi, sempre nell’ottica di identificare le peculiarità esistenti nella mappa delle preferenze dei consumi alimentari e, di conseguenza, le potenzialità di espansione per i prodotti italiani.
Sebbene il prezzo rappresenti il primo criterio nell’acquisto di un prodotto alimentare per oltre il 20% di statunitensi e canadesi (con punte che arrivano oltre il 40% nel caso dei consumatori del Mid-West), il “Made in Italy” si posiziona al primo posto in termini di reputazione qualitativa presso tutti i consumatori USA, ma al secondo posto nel caso dei canadesi dove svettano invece quelli americani (che rappresentano anche i primi esportatori nel paese).
Elevato il tasso di penetrazione dei prodotti italiani, pari a circa l’80% per entrambe le popolazioni dei due mercati. In tale ambito, oltre il 10% dei consumatori possono essere definiti “authentic user”, vale a dire persone in grado di indicare brand di aziende italiane, che consumano prodotti del “Made in Italy” anche tra le mura domestiche e che si dicono disposte a spendere di più per un prodotto del Belpaese.
“La survey ci ha permesso di definire l’identikit dell’authentic user di prodotti alimentari italiani” dichiara Denis Pantini, Responsabile dell’Area Agroalimentare di Nomisma. “Nel caso degli Usa, si tratta di un consumatore con reddito familiare alto, che vive a New York, di età compresa tra 36 e 51 anni, con alto livello di istruzione e che segue corsi e programmi TV di cucina”. Per quanto riguarda invece l’authentic user del Canada, continua Pantini “si connota sempre per un reddito familiare alto, con età media più elevata rispetto al collega americano (tra 52 e 65 anni), che utilizza internet per informarsi sui prodotti alimentari e che anche in questo caso segue programmi Tv dedicati alla cucina”.
Insomma, le opportunità per i produttori alimentari italiani ci sono e vanno colte tenendo ben presenti queste differenze e peculiarità, soprattutto quando si tratta di implementare le giuste strategie di internazionalizzazione. Da questo punto di vista, il mercato Nord americano offre ulteriori vantaggi. Come sottolineato da Niccolò Zuffetti, Marketing Manager di CRIBIS "la rischiosità commerciale del settore F&B negli Stati Uniti è mediamente inferiore a quella dei nostri maggiori partner europei e sempre più bassa di quella italiana, soprattutto nel commercio all'ingrosso (rischiosità sotto la media nel 55% delle imprese Usa) e nel dettaglio (sotto la media nel 74% dei casi). Questa bassa rischiosità commerciale unita alla presenza di un altissimo numero di player rappresentano una chance importante per le nostre imprese del F&B pronte ad esportare, pur in un contesto caratterizzato da una maggiore concentrazione d'impresa rispetto alla prevalenza di micro-operatori in Italia”.
giovedì 28 settembre 2017
Tutela e valorizzazione dei Piccoli Comuni, è legge.
Storica approvazione della legge che tutela e valorizza le peculiarità di tanti piccoli comuni, patrimonio identitario e culturale inestimabile del nostro Paese. Coldiretti: 3 su 4 producono cibi Doc.
I piccoli comuni sono il vero motore della vacanza enogastronomica tanto da aver legato il proprio nome a ormai note specialità: dal Puzzone di Moena al Sedano bianco di Sperlonga, dal carciofo di Montelupone al vino di Gavi, dai maccheroncini di Campofilone al Taleggio, dal Vin santo di Vigoleno al vino Loazzolo che rappresentano le Doc piu’ piccole d’Italia.
Tre piccoli comuni su quattro sono il territorio di riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60 per cento si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i pregiati extravergini riconosciuti dall’Unione Europea.
E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per la storica approvazione definitiva della legge, a lungo attesa, per la valorizzazione dei Piccoli Comuni promossa da Ermete Realacci, che riguarda 5.567 centri al di sotto di cinquemila abitanti, pari al 70% del totale dei Comuni presenti sul territorio dove vivono 10 milioni di abitanti.
Il Piemonte è la regione con maggior numero di piccoli comuni (1067) seguito dalla Lombardia (1055) e dalla Campania (338) ma in percentuale la piu’ alta densità di piccoli comuni sul totale regionale è in Valle d’ Aosta (99%) e Molise (92%). Un obiettivo fortemente sostenuto negli anni dalla Coldiretti per tutelare e valorizzare un patrimonio naturale e paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione residente ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori nascosti del Belpaese.
Nei piccoli comuni si “coltiva” oltre la metà della produzione agroalimentare nazionale che ha reso celebre il Made in Italy nel mondo grazie alla presenza di oltre 300mila imprese agricole impegnate quotidianamente per assicurare la salvaguardia delle colture agricole tradizionali, il mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e dagli incendi per difendere un ambiente che offre grandi opportunità di sviluppo sostenibile.
“Ora ci sono le condizioni per recuperare in queste aree i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell'evidenziare “l’importanza di valorizzare le opportunità offerte dalla nuova agricoltura nel presidio del territorio e nel sociale in aree che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona”.
I piccoli comuni sono il vero motore della vacanza enogastronomica tanto da aver legato il proprio nome a ormai note specialità: dal Puzzone di Moena al Sedano bianco di Sperlonga, dal carciofo di Montelupone al vino di Gavi, dai maccheroncini di Campofilone al Taleggio, dal Vin santo di Vigoleno al vino Loazzolo che rappresentano le Doc piu’ piccole d’Italia.
Tre piccoli comuni su quattro sono il territorio di riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60 per cento si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i pregiati extravergini riconosciuti dall’Unione Europea.
E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per la storica approvazione definitiva della legge, a lungo attesa, per la valorizzazione dei Piccoli Comuni promossa da Ermete Realacci, che riguarda 5.567 centri al di sotto di cinquemila abitanti, pari al 70% del totale dei Comuni presenti sul territorio dove vivono 10 milioni di abitanti.
Il Piemonte è la regione con maggior numero di piccoli comuni (1067) seguito dalla Lombardia (1055) e dalla Campania (338) ma in percentuale la piu’ alta densità di piccoli comuni sul totale regionale è in Valle d’ Aosta (99%) e Molise (92%). Un obiettivo fortemente sostenuto negli anni dalla Coldiretti per tutelare e valorizzare un patrimonio naturale e paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione residente ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori nascosti del Belpaese.
Nei piccoli comuni si “coltiva” oltre la metà della produzione agroalimentare nazionale che ha reso celebre il Made in Italy nel mondo grazie alla presenza di oltre 300mila imprese agricole impegnate quotidianamente per assicurare la salvaguardia delle colture agricole tradizionali, il mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e dagli incendi per difendere un ambiente che offre grandi opportunità di sviluppo sostenibile.
“Ora ci sono le condizioni per recuperare in queste aree i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell'evidenziare “l’importanza di valorizzare le opportunità offerte dalla nuova agricoltura nel presidio del territorio e nel sociale in aree che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona”.
Vendemmia 2017. Denominazione Montecucco, un vermentino d'eccellenza per la nuova frontiera del vino toscano
Vendemmia Montecucco: rese basse e ottimo livello qualitativo delle uve, e per il Vermentino si parla di eccellenza.
Gelate e siccità non fermano una vendemmia che, anche con rese molto basse, fa preannunciare una produzione con punte di eccellenza, specialmente per il vermentino. Una vendemmia giunta ormai alla fine ed iniziata con un notevole anticipo per il Consorzio Tutela Vini Montecucco, che ora tira le somme di quella che sarà ricordata come una delle annate più difficili che ha interessato la produzione vinicola a livello nazionale.
Anche nella zona del Montecucco, quindi, si registrano rese per ettaro basse, soprattutto per il Sangiovese – da un -30% a, in alcuni casi, un -50% nelle zone maggiormente colpite dalle avverse condizioni metereologiche, in particolare dalla gelata di fine aprile, che ha messo subito i produttori in allarme. Non meno gravi sia la siccità, che ha asciugato l’acino – benché molto sano e di qualità – causando anche una resa in succo minore, sia le altissime temperature, molto rare in questa zona, che hanno superato i quaranta gradi.
È stato quindi fondamentale e provvidenziale l’intervento dei viticoltori in vigna, che hanno saputo affrontare l’emergenza riuscendo comunque ad ottenere uva di altissima qualità. “Gli addetti ai lavori sono stati messi a dura prova, adoperandosi in una gestione ‘non tradizionale’, estremamente scrupolosa e oculata delle vigne, in pre-vendemmia - evitando ad esempio una defogliazione prematura, per dare al grappolo una protezione maggiore - e durante la vendemmia stessa”, dichiara Claudio Carmelo Tipa, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco, e continua, “I nostri vignaioli si sono dovuti adattare a una nuova realtà, portando avanti spesso una raccolta faticosa e a “tappe successive”, entrando più volte in uno stesso vigneto”.
Eccellente, infine, il livello qualitativo del Vermentino: in quest’area, infatti, le uve a bacca bianca hanno sofferto molto meno il particolare andamento climatico primaverile ed estivo, riuscendo a completare la maturazione in maniera ottimale, con una resa soddisfacente.
Il Montecucco, la nuova promessa del vino toscano, nasce dalle uve coltivate con passione nei 7 comuni della denominazione di origine controllata e garantita, la DOCG in vigore da settembre 2011: Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano.
Nuova frontiera del vino toscano, la Denominazione, con le sue 66 aziende associate, punta a uno sviluppo che possa coniugare gli aspetti produttivi con quelli promozionali e turistici del territorio: la zona, altamente vocata alla produzione del Sangiovese, gode di condizioni climatiche estremamente favorevoli, vicino al Mar Tirreno – da cui dista solo pochi km in linea d’aria – e all’ormai spento vulcano Amiata, che con i suoi 1.738 metri di altezza domina tutto il territorio compreso tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Chiana. Qui si sono succeduti Etruschi, Romani, Longobardi, monaci benedettini, dominio senese e la famiglia dei Medici: una stratificazione storica che ha lasciato tracce indelebili e testimonianze che ancora oggi sono visibili nei borghi, negli stupendi agriturismi e nelle dimore d’epoca, nella produzione di olio e, soprattutto, di vino.
Gelate e siccità non fermano una vendemmia che, anche con rese molto basse, fa preannunciare una produzione con punte di eccellenza, specialmente per il vermentino. Una vendemmia giunta ormai alla fine ed iniziata con un notevole anticipo per il Consorzio Tutela Vini Montecucco, che ora tira le somme di quella che sarà ricordata come una delle annate più difficili che ha interessato la produzione vinicola a livello nazionale.
Anche nella zona del Montecucco, quindi, si registrano rese per ettaro basse, soprattutto per il Sangiovese – da un -30% a, in alcuni casi, un -50% nelle zone maggiormente colpite dalle avverse condizioni metereologiche, in particolare dalla gelata di fine aprile, che ha messo subito i produttori in allarme. Non meno gravi sia la siccità, che ha asciugato l’acino – benché molto sano e di qualità – causando anche una resa in succo minore, sia le altissime temperature, molto rare in questa zona, che hanno superato i quaranta gradi.
È stato quindi fondamentale e provvidenziale l’intervento dei viticoltori in vigna, che hanno saputo affrontare l’emergenza riuscendo comunque ad ottenere uva di altissima qualità. “Gli addetti ai lavori sono stati messi a dura prova, adoperandosi in una gestione ‘non tradizionale’, estremamente scrupolosa e oculata delle vigne, in pre-vendemmia - evitando ad esempio una defogliazione prematura, per dare al grappolo una protezione maggiore - e durante la vendemmia stessa”, dichiara Claudio Carmelo Tipa, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco, e continua, “I nostri vignaioli si sono dovuti adattare a una nuova realtà, portando avanti spesso una raccolta faticosa e a “tappe successive”, entrando più volte in uno stesso vigneto”.
Eccellente, infine, il livello qualitativo del Vermentino: in quest’area, infatti, le uve a bacca bianca hanno sofferto molto meno il particolare andamento climatico primaverile ed estivo, riuscendo a completare la maturazione in maniera ottimale, con una resa soddisfacente.
Il Montecucco, la nuova promessa del vino toscano, nasce dalle uve coltivate con passione nei 7 comuni della denominazione di origine controllata e garantita, la DOCG in vigore da settembre 2011: Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano.
Nuova frontiera del vino toscano, la Denominazione, con le sue 66 aziende associate, punta a uno sviluppo che possa coniugare gli aspetti produttivi con quelli promozionali e turistici del territorio: la zona, altamente vocata alla produzione del Sangiovese, gode di condizioni climatiche estremamente favorevoli, vicino al Mar Tirreno – da cui dista solo pochi km in linea d’aria – e all’ormai spento vulcano Amiata, che con i suoi 1.738 metri di altezza domina tutto il territorio compreso tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Chiana. Qui si sono succeduti Etruschi, Romani, Longobardi, monaci benedettini, dominio senese e la famiglia dei Medici: una stratificazione storica che ha lasciato tracce indelebili e testimonianze che ancora oggi sono visibili nei borghi, negli stupendi agriturismi e nelle dimore d’epoca, nella produzione di olio e, soprattutto, di vino.
Enoturismo. “I Vini del Vulcano” al Congresso Nazionale di Geologia e Turismo
Al via oggi il VI Congresso Nazionale di Geologia e Turismo per ampliare il dibattito sui problemi e le strategie d’informazione e divulgazione delle Scienze della Terra. Il Soave presente per illustrare le opportunità turistiche delle aree vitivinicole di origine vulcanica.
Suolo vulcanico, vino e turismo: tre elementi che vivono in stretta sinergia l’uno con l’altro e che concorrono in maniera diretta alla valorizzazione economica e culturale del territorio.
Prenderà il via oggi la sesta edizione del Congresso Nazionale di Geologia e Turismo che si terrà oggi e domani a Milano presso la Sala Congressi CNR dell’Area della Ricerca di Milano - via Corti 12. Scopo principale del congresso è quello di generare e suscitare un interesse sociale e culturale verso il Patrimonio Geologico in modo sempre più diffuso e condiviso, favorendo così lo sviluppo di una più profonda sensibilità ed una continua azione di tutela e valorizzazione del territorio.
In programma per domani alle 15.15, l'intervento del Consorzio del Soave dedicato ai “Vini del Vulcano” durante il quale verranno illustrate le enormi potenzialità che le aree vulcaniche possono avere in chiave enologica e turistica, alla luce delle loro peculiarità geologiche.
Il Vulcano è un fenomeno che accomuna molte aree vitivinicole italiane e rappresenta una chiave di lettura originale da spendere sul fronte del turismo. Questa l’idea di fondo che aveva dato vita all’Associazione delle Doc Vulcaniche di cui era capofila il Consorzio del Soave, entrata nel pieno delle attività in occasione di Expo 2015, e che gli organizzatori del congresso hanno voluto inserire ora nel programma dei lavori.
Emozione, suggestioni evocative, ma anche accoglienza, sviluppo della ricettività turistica, coordinamento territoriale, condivisione di obiettivi in chiave promozionale: questi sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati nel corso della presentazione che vedrà la partecipazione di Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave, di Giuseppe De Cesare, studente MBA all’INSEEC di Bruxelles, e di Gianluigi Giannella, geologo.
Il Vulcano in questo senso, oltre a rappresentare una vera e propria “spina dorsale” che collega tutta l’Italia del vino, si rivela nel tempo una chiave di comunicazione chiara e vincente in grado di fare breccia tra i consumatori, sia esperti che neofiti, superando così barriere linguistiche e confini territoriali.
«Per l’enoturismo italiano – evidenzia Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave - c’è la possibilità di superare le barriere legate ai singoli territori e dare così un’immagine unica dal Nord, al Sud fino alle isole. Parliamo di vini che sono spesso poco conosciuti e di vitigni autoctoni, raccontando tante storie di persone e di aziende veramente nuove».
Volcanic Wines – l’associazione
Volcanic Wines nasce nel 2012 ed è una associazione, di cui è capofila il Consorzio del Soave, che raccoglie al suo interno le doc italiane di origine vulcanica, assieme ad enoteche e a comuni che sono accomunati dal “fattore vulcano”. Ne fanno parte Consorzio del Soave, Consorzio Tutela Bianco di Pitigliano, Consorzio Tutela Vini Lessini Durello, Consorzio per la Tutela dei Vini Orvieto, Consorzio Tutela Vini di Gambellara, Enoteca Provinciale della Tuscia, Consorzio Vini doc Colli Euganei, Cantina di Mogoro (Sardegna), Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei, Comune di Milo, Consorzio di Tutela Vini del Vesuvio, Comune di Pantelleria, Consorzio Tutela Vini Etna doc, Consorzio di Tutela Vini d’Ischia.
I numeri del Vulcano
I suoli costituiti o originati da vulcanoclasti ricoprono circa 124 milioni di ettari nel mondo. in termini di paragone, rappresentano 4 volte la superficie dell’Italia e 20.000 volte la superficie di vigneto iscritta alla DOC Soave.
Questa tipologia di suoli ricopre quindi circa l’1% della superficie della Terra, fornendo però sostentamento al 10% della popolazione mondiale: questo dato meglio di molte parole esprime in maniera chiara il concetto di “fertilità” spesso attribuito alla terra dei vulcani in tutto il mondo.
I suoli vulcanici sono distribuiti prevalentemente lungo i bordi delle placche tettoniche o in loro prossimità. Tra le principali zone vitivinicole mondiali costituite quasi interamente da questo tipo di suoli possiamo elencare Napa Valley (California), Casablanca Valley (Cile), Santorini (Grecia), Rias Baixas (Spagna), Isole Azzorre (Portogallo), Alture del Golan (Israele), Yarra Valley (Australia). In Italia i principali distretti produttivi di questo tipo si trovano nel Soave, nella zona del Vesuvio e dei Campi Flegrei in Campania, sull’Etna e a Pantelleria in Sicilia, oltre che nella zona del Frascati e del viterbese nel Lazio.
Per quanto concerne l’Italia, presa nel suo complesso, la superficie vitata su cui insistono le doc di origine vulcanica ammonta a 17.050 ettari, per una capacità produttiva di 1.262.923 ettolitri di vino, che in termini di bottiglie corrispondo a 150 milioni di bottiglie.
Suolo vulcanico, vino e turismo: tre elementi che vivono in stretta sinergia l’uno con l’altro e che concorrono in maniera diretta alla valorizzazione economica e culturale del territorio.
Prenderà il via oggi la sesta edizione del Congresso Nazionale di Geologia e Turismo che si terrà oggi e domani a Milano presso la Sala Congressi CNR dell’Area della Ricerca di Milano - via Corti 12. Scopo principale del congresso è quello di generare e suscitare un interesse sociale e culturale verso il Patrimonio Geologico in modo sempre più diffuso e condiviso, favorendo così lo sviluppo di una più profonda sensibilità ed una continua azione di tutela e valorizzazione del territorio.
In programma per domani alle 15.15, l'intervento del Consorzio del Soave dedicato ai “Vini del Vulcano” durante il quale verranno illustrate le enormi potenzialità che le aree vulcaniche possono avere in chiave enologica e turistica, alla luce delle loro peculiarità geologiche.
Il Vulcano è un fenomeno che accomuna molte aree vitivinicole italiane e rappresenta una chiave di lettura originale da spendere sul fronte del turismo. Questa l’idea di fondo che aveva dato vita all’Associazione delle Doc Vulcaniche di cui era capofila il Consorzio del Soave, entrata nel pieno delle attività in occasione di Expo 2015, e che gli organizzatori del congresso hanno voluto inserire ora nel programma dei lavori.
Emozione, suggestioni evocative, ma anche accoglienza, sviluppo della ricettività turistica, coordinamento territoriale, condivisione di obiettivi in chiave promozionale: questi sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati nel corso della presentazione che vedrà la partecipazione di Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave, di Giuseppe De Cesare, studente MBA all’INSEEC di Bruxelles, e di Gianluigi Giannella, geologo.
Il Vulcano in questo senso, oltre a rappresentare una vera e propria “spina dorsale” che collega tutta l’Italia del vino, si rivela nel tempo una chiave di comunicazione chiara e vincente in grado di fare breccia tra i consumatori, sia esperti che neofiti, superando così barriere linguistiche e confini territoriali.
«Per l’enoturismo italiano – evidenzia Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave - c’è la possibilità di superare le barriere legate ai singoli territori e dare così un’immagine unica dal Nord, al Sud fino alle isole. Parliamo di vini che sono spesso poco conosciuti e di vitigni autoctoni, raccontando tante storie di persone e di aziende veramente nuove».
Volcanic Wines – l’associazione
Volcanic Wines nasce nel 2012 ed è una associazione, di cui è capofila il Consorzio del Soave, che raccoglie al suo interno le doc italiane di origine vulcanica, assieme ad enoteche e a comuni che sono accomunati dal “fattore vulcano”. Ne fanno parte Consorzio del Soave, Consorzio Tutela Bianco di Pitigliano, Consorzio Tutela Vini Lessini Durello, Consorzio per la Tutela dei Vini Orvieto, Consorzio Tutela Vini di Gambellara, Enoteca Provinciale della Tuscia, Consorzio Vini doc Colli Euganei, Cantina di Mogoro (Sardegna), Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei, Comune di Milo, Consorzio di Tutela Vini del Vesuvio, Comune di Pantelleria, Consorzio Tutela Vini Etna doc, Consorzio di Tutela Vini d’Ischia.
I numeri del Vulcano
I suoli costituiti o originati da vulcanoclasti ricoprono circa 124 milioni di ettari nel mondo. in termini di paragone, rappresentano 4 volte la superficie dell’Italia e 20.000 volte la superficie di vigneto iscritta alla DOC Soave.
Questa tipologia di suoli ricopre quindi circa l’1% della superficie della Terra, fornendo però sostentamento al 10% della popolazione mondiale: questo dato meglio di molte parole esprime in maniera chiara il concetto di “fertilità” spesso attribuito alla terra dei vulcani in tutto il mondo.
I suoli vulcanici sono distribuiti prevalentemente lungo i bordi delle placche tettoniche o in loro prossimità. Tra le principali zone vitivinicole mondiali costituite quasi interamente da questo tipo di suoli possiamo elencare Napa Valley (California), Casablanca Valley (Cile), Santorini (Grecia), Rias Baixas (Spagna), Isole Azzorre (Portogallo), Alture del Golan (Israele), Yarra Valley (Australia). In Italia i principali distretti produttivi di questo tipo si trovano nel Soave, nella zona del Vesuvio e dei Campi Flegrei in Campania, sull’Etna e a Pantelleria in Sicilia, oltre che nella zona del Frascati e del viterbese nel Lazio.
Per quanto concerne l’Italia, presa nel suo complesso, la superficie vitata su cui insistono le doc di origine vulcanica ammonta a 17.050 ettari, per una capacità produttiva di 1.262.923 ettolitri di vino, che in termini di bottiglie corrispondo a 150 milioni di bottiglie.
mercoledì 27 settembre 2017
Eventi. Agricoltura e ambiente, alimentazione e salute: il CREA alla Notte Europea dei Ricercatori
Anche quest’anno si celebra la “Notte europea dei ricercatori”, il più importante evento europeo dedicato alla ricerca scientifica. Il CREA partecipa con diversi appuntamenti, sparsi su tutto il territorio nazionale.
Il 29 settembre torna la Notte Europea dei Ricercatori, la più importante manifestazione europea di comunicazione scientifica che coinvolge oltre 300 città europee con un calendario ricco di eventi e aperitivi scientifici, incontri con i ricercatori, conferenze e visite nei più autorevoli centri di ricerca italiani.
La manifestazione ha l’obiettivo di avvicinare ricercatori e cittadini di tutte le età ed evidenziare l’importanza e l’impatto positivo della ricerca nella vita quotidiana. Un’opportunità per creare un legame tra scienza e società sui grandi temi del nostro tempo, un confronto/dibattito continuo su temi cruciali della ricerca scientifica.
Il 29 settembre torna la Notte Europea dei Ricercatori, la più importante manifestazione europea di comunicazione scientifica che coinvolge oltre 300 città europee con un calendario ricco di eventi e aperitivi scientifici, incontri con i ricercatori, conferenze e visite nei più autorevoli centri di ricerca italiani.
La manifestazione ha l’obiettivo di avvicinare ricercatori e cittadini di tutte le età ed evidenziare l’importanza e l’impatto positivo della ricerca nella vita quotidiana. Un’opportunità per creare un legame tra scienza e società sui grandi temi del nostro tempo, un confronto/dibattito continuo su temi cruciali della ricerca scientifica.
Un’occasione, inoltre, per far incontrare i giovani e i ricercatori, per comprendere da vicino questo affascinante mestiere in grado di cambiare concretamente le nostre vite, diventare anche solo per un giorno ricercatore divertendosi e scoprendo discipline scientifiche e, perché no, restare affascinati dalla carriera scientifica pensando un giorno di intraprenderla.
Agricoltura e Ambiente, saranno i temi proposti dal CREA di Roma con l'evento “PER FARE UN FRUTTO CI VUOLE…” che avrà luogo giovedì 28 e venerdì 29 settembre 2017. La due giorni, che si terrà nella storica sede di Villa Celimontana, intende coinvolgere grandi e bambini in un percorso di attività per comprendere in che modo i fattori ambientali, in particolare il suolo e il tempo atmosferico, influenzino la crescita e lo sviluppo delle piante coltivate, che sono anche alla base della nostra dieta.
Il 28 settembre, sarà dedicato al pubblico più adulto con 2 seminari
Mattina (10,30 - 12,30): “Frutta e verdura per un dieta equilibrata”. Le attività del progetto europeo “Misure di accompagnamento frutta e verdura nelle scuole”, finalizzato ad incentivare il consumo di frutta e verdura dei bambini della scuola primaria, costituiranno lo spunto per affrontare il ruolo essenziale dei vegetali nella nostra salute.
Pomeriggio (16,30-19.00): "Paesaggi della crisi, Crisi del paesaggio?”, presentazione del libro "Crisis landscape" (ed. Franco Angeli) a cura di Luca Salvati, Rita Biasi e Matteo Clemente
29 settembre: attività divulgativa ( 17,00 - 22,00) per un pubblico generico, adulto e infantile, con laboratori, dimostrazioni, visite guidate, giochi.
1. Il suolo che respira (laboratorio). Il pubblico potrà conoscere e manipolare campioni di suolo diversi, con struttura differente, al fine di comprenderne la diversità, anche nel comportamento con l’acqua.
2. Il suolo vive, chi c’è dentro? Alla scoperta dei batteri del suolo (laboratorio). Utilizzando la frutta ed un protocollo di estrazione facile e replicabile anche a casa, si potrà osservare in diretta l’estrazione del DNA e la formazione della doppia elica. Inoltre, giocando con i mattoncini lego colorati, si spiegherà la variabilità del DNA e la trasmissione dei caratteri genetici.
3. Il suolo e il clima (laboratorio) Grazie a semplici esperimenti si visualizzeranno le differenti proprietà chimico-fisiche del terreno: sostanza organica, carbonati, pH, granulometria. Sarà inoltre illustrato il ruolo del clima nei processi di erosione del suolo, con particolare attenzione ad eventi come le alluvioni, le ondate di calore, i periodi siccitosi e la desertificazione. Attraverso esperienze appositamente allestite si toccherà con mano l’effetto delle precipitazioni su substrati differenti sia dal punto di vista composizionale che di lavorazione e di copertura vegetale. Sarà evidenziata, infine, l’importanza della copertura vegetale, distinguendo con esempi pratici il ruolo della vegetazione forestale rispetto alle colture agrarie, nonché l’impatto della cementificazione selvaggia.
4. Dal seme alla pianta -leguminose e altre specie erbacee (dimostrazione-gioco). Un percorso multiesperienziale per scoprire l’importanza del seme per la riproduzione delle piante e le condizioni necessarie per le fasi di germinazione e poi di accrescimento della plantula. Sarà mostrata l’enorme varietà di semi esistenti in natura ed i loro molteplici impieghi a scopo alimentare, compresi i semi utilizzati come spezie, tra cui finocchio, anice, quinoa, sesamo, arachidi, zucca, girasole. I bambini saranno invitati a riconoscere i diversi tipi di semi, dai legumi ai cereali ai semi di ortaggi, sulla base delle differenze cromatiche, di forma, dimensione e consistenza.
5. I funghi amici delle piante (laboratorio) L’interazione tra batterio (rizobio) e pianta (leguminose) porta alla nodulazione, che è una vera e propria forma di intercomunicazione chimica basata sul susseguirsi di segnali scambiati tra i partner di quella stretta relazione nota come simbiosi. E sono proprio i noduli delle piante che con questo laboratorio saranno visibili.
6. Scopro la fenologia vegetale (dimostrazione-gioco) e riconosco i pollini (laboratorio) Una visita per saperne di più sulla scienza che studia la vita animale e vegetale in relazione ai mutamenti climatici stagionali e sul perché sia così importante. Verrà spiegato come si effettua il monitoraggio aerobiologico e quali sono i tratti distintivi dei pollini delle diverse famiglie botaniche. Inoltre, sarà possibile osservare attraverso il microscopio la forma di alcuni pollini, in particolare quelli delle piante presenti nel giardino del Centro di ricerca.
7. Scopro le piante che mangio: visita e giochi nell’orto dell’Imperatore (visita-gioco-dimostrazione). Durante la visita, i bambini potranno osservare le colture presenti in campo, e attraverso attività ludiche sarà stimolata la capacità di riconoscere le diverse specie tipiche del nostro areale, mettendole in relazione ai piatti in cui sono generalmente utilizzate. Attraverso poster didattici saranno illustrati il suolo e i suoi microrganismi, che rappresentano gli elementi fondamentali per la nutrizione vegetale e la produzione di frutta e verdura. Sarà spiegato il concetto di biodiversità degli ortaggi e saranno identificate le parti eduli dei più noti ortaggi.
8. Alla scoperta degli strumenti di misura del tempo (gioco-laboratorio) Ogni stagione ha i suoi frutti, ma il tempo atmosferico è sempre favorevole alla produzione di frutti? Come si osservano e si descrivono i fenomeni meteorologici? Cosa sono gli eventi estremi? Quali caratteristiche definiscono un “evento meteorologico anomalo”? Qual è la differenza tra clima e tempo meteorologico? Le anomalie climatiche sono sempre sfavorevoli alla produzione agricola? Tutte le nubi portano pioggia? I ricercatori risponderanno a queste e altre domande e illustreranno il funzionamento di una stazione meteorologica, intrattenendo i più piccini con disegni, giochi, filastrocche e indovinelli.
9. La grande avventura di frutta e verdura nel clima che cambia (gioco). “La grande avventura di frutta e verdura” è un gioco da tavolo ideato per vivere l’esperienza del ciclo di vita delle colture nell’arco dell’anno, affrontando le avversità di spietati nemici: i cambiamenti climatici. Le pedine sono frutti e verdure, le caselle gli eventi da affrontare. Saranno i giocatori a decidere come aiutare le colture ad arrivare in fondo al percorso, scegliendo speciali superpoteri di cui disporranno. Non ci saranno solo siccità ed alluvioni a disturbare la regolare crescita delle colture, ma diversi altri ostacoli e prove da superare sul percorso, dalle indecisioni dei politici alle scelte dei consumatori. Possono giocare al massimo 4 giocatori (gruppi di massimo 4 componenti) e la durata del gioco sarà di circa 15 minuti.
Padova, CREA Agricoltura e Ambiente , “Veneto Night Padova”, 29 settembre 2017, dalle 17 alle 24. In collaborazione con Università di Padova e con il Museo Vivente degli Insetti “Esapolis” organizza presso la sede del Museo 4 percorsi all’insegna della sostenibilità, per grandi e piccoli:
1) sala cinematografica Esapolis, dove saranno proiettati 2 video, uno riguardante l'entomofagia e l'utilizzo sostenibile degli insetti nell'alimentazione umana e animale, il secondo sull'economia circolare legata al baco da seta e sulla sostenibilità ambientale della gelsi-bachicoltura.
2) stand per scoprire ricette e preparazioni gastronomiche a base di insetti e per conoscere le specie che potrebbero essere allevate in futuro e le proprietà nutrizionali delle principali specie di insetti edibili. Esperti risponderanno alle domande del pubblico.
3) stand con bachi da seta e loro prodotti, cartelloni e depliant per illustrare e toccare con mano ciò che viene prodotto grazie all'economia circolare.
4) Stand sul Suolo Vivente: per parlare di come favorire il micromegamondo che vive nei suoli per rendere più sostenibile l’agricoltura e migliorare l’ambiente.
Per i ragazzi sarà possibile ricevere in omaggio bozzoli, uova o larve da allevare fino ad esaurimento del materiale in esposizione, oltre che semplici istruzioni per l'allevamento.
Rende (Cosenza), CREA Olivicoltura Frutticoltura ed Agrumicoltura e CREA Politiche e Bioeconomia, venerdì 29 settembre, “Per fare sviluppo ci vuole….”, giornata di studio sullo sviluppo in Calabria e sul ruolo dei piccoli comuni per interrogarsi sui fattori che impediscono il decollo della regione, nonostante le ingenti risorse investite con le diverse programmazioni comunitarie. La ricerca può svolgere un ruolo proattivo per individuare ed eliminare le criticità. L’allestimento di poster a cura dei ricercatori CREA permetterà di conoscere comunque le tante risorse di cui la regione dispone.
Agricoltura e Ambiente, saranno i temi proposti dal CREA di Roma con l'evento “PER FARE UN FRUTTO CI VUOLE…” che avrà luogo giovedì 28 e venerdì 29 settembre 2017. La due giorni, che si terrà nella storica sede di Villa Celimontana, intende coinvolgere grandi e bambini in un percorso di attività per comprendere in che modo i fattori ambientali, in particolare il suolo e il tempo atmosferico, influenzino la crescita e lo sviluppo delle piante coltivate, che sono anche alla base della nostra dieta.
Il 28 settembre, sarà dedicato al pubblico più adulto con 2 seminari
Mattina (10,30 - 12,30): “Frutta e verdura per un dieta equilibrata”. Le attività del progetto europeo “Misure di accompagnamento frutta e verdura nelle scuole”, finalizzato ad incentivare il consumo di frutta e verdura dei bambini della scuola primaria, costituiranno lo spunto per affrontare il ruolo essenziale dei vegetali nella nostra salute.
Pomeriggio (16,30-19.00): "Paesaggi della crisi, Crisi del paesaggio?”, presentazione del libro "Crisis landscape" (ed. Franco Angeli) a cura di Luca Salvati, Rita Biasi e Matteo Clemente
29 settembre: attività divulgativa ( 17,00 - 22,00) per un pubblico generico, adulto e infantile, con laboratori, dimostrazioni, visite guidate, giochi.
1. Il suolo che respira (laboratorio). Il pubblico potrà conoscere e manipolare campioni di suolo diversi, con struttura differente, al fine di comprenderne la diversità, anche nel comportamento con l’acqua.
2. Il suolo vive, chi c’è dentro? Alla scoperta dei batteri del suolo (laboratorio). Utilizzando la frutta ed un protocollo di estrazione facile e replicabile anche a casa, si potrà osservare in diretta l’estrazione del DNA e la formazione della doppia elica. Inoltre, giocando con i mattoncini lego colorati, si spiegherà la variabilità del DNA e la trasmissione dei caratteri genetici.
3. Il suolo e il clima (laboratorio) Grazie a semplici esperimenti si visualizzeranno le differenti proprietà chimico-fisiche del terreno: sostanza organica, carbonati, pH, granulometria. Sarà inoltre illustrato il ruolo del clima nei processi di erosione del suolo, con particolare attenzione ad eventi come le alluvioni, le ondate di calore, i periodi siccitosi e la desertificazione. Attraverso esperienze appositamente allestite si toccherà con mano l’effetto delle precipitazioni su substrati differenti sia dal punto di vista composizionale che di lavorazione e di copertura vegetale. Sarà evidenziata, infine, l’importanza della copertura vegetale, distinguendo con esempi pratici il ruolo della vegetazione forestale rispetto alle colture agrarie, nonché l’impatto della cementificazione selvaggia.
4. Dal seme alla pianta -leguminose e altre specie erbacee (dimostrazione-gioco). Un percorso multiesperienziale per scoprire l’importanza del seme per la riproduzione delle piante e le condizioni necessarie per le fasi di germinazione e poi di accrescimento della plantula. Sarà mostrata l’enorme varietà di semi esistenti in natura ed i loro molteplici impieghi a scopo alimentare, compresi i semi utilizzati come spezie, tra cui finocchio, anice, quinoa, sesamo, arachidi, zucca, girasole. I bambini saranno invitati a riconoscere i diversi tipi di semi, dai legumi ai cereali ai semi di ortaggi, sulla base delle differenze cromatiche, di forma, dimensione e consistenza.
5. I funghi amici delle piante (laboratorio) L’interazione tra batterio (rizobio) e pianta (leguminose) porta alla nodulazione, che è una vera e propria forma di intercomunicazione chimica basata sul susseguirsi di segnali scambiati tra i partner di quella stretta relazione nota come simbiosi. E sono proprio i noduli delle piante che con questo laboratorio saranno visibili.
6. Scopro la fenologia vegetale (dimostrazione-gioco) e riconosco i pollini (laboratorio) Una visita per saperne di più sulla scienza che studia la vita animale e vegetale in relazione ai mutamenti climatici stagionali e sul perché sia così importante. Verrà spiegato come si effettua il monitoraggio aerobiologico e quali sono i tratti distintivi dei pollini delle diverse famiglie botaniche. Inoltre, sarà possibile osservare attraverso il microscopio la forma di alcuni pollini, in particolare quelli delle piante presenti nel giardino del Centro di ricerca.
7. Scopro le piante che mangio: visita e giochi nell’orto dell’Imperatore (visita-gioco-dimostrazione). Durante la visita, i bambini potranno osservare le colture presenti in campo, e attraverso attività ludiche sarà stimolata la capacità di riconoscere le diverse specie tipiche del nostro areale, mettendole in relazione ai piatti in cui sono generalmente utilizzate. Attraverso poster didattici saranno illustrati il suolo e i suoi microrganismi, che rappresentano gli elementi fondamentali per la nutrizione vegetale e la produzione di frutta e verdura. Sarà spiegato il concetto di biodiversità degli ortaggi e saranno identificate le parti eduli dei più noti ortaggi.
8. Alla scoperta degli strumenti di misura del tempo (gioco-laboratorio) Ogni stagione ha i suoi frutti, ma il tempo atmosferico è sempre favorevole alla produzione di frutti? Come si osservano e si descrivono i fenomeni meteorologici? Cosa sono gli eventi estremi? Quali caratteristiche definiscono un “evento meteorologico anomalo”? Qual è la differenza tra clima e tempo meteorologico? Le anomalie climatiche sono sempre sfavorevoli alla produzione agricola? Tutte le nubi portano pioggia? I ricercatori risponderanno a queste e altre domande e illustreranno il funzionamento di una stazione meteorologica, intrattenendo i più piccini con disegni, giochi, filastrocche e indovinelli.
9. La grande avventura di frutta e verdura nel clima che cambia (gioco). “La grande avventura di frutta e verdura” è un gioco da tavolo ideato per vivere l’esperienza del ciclo di vita delle colture nell’arco dell’anno, affrontando le avversità di spietati nemici: i cambiamenti climatici. Le pedine sono frutti e verdure, le caselle gli eventi da affrontare. Saranno i giocatori a decidere come aiutare le colture ad arrivare in fondo al percorso, scegliendo speciali superpoteri di cui disporranno. Non ci saranno solo siccità ed alluvioni a disturbare la regolare crescita delle colture, ma diversi altri ostacoli e prove da superare sul percorso, dalle indecisioni dei politici alle scelte dei consumatori. Possono giocare al massimo 4 giocatori (gruppi di massimo 4 componenti) e la durata del gioco sarà di circa 15 minuti.
Padova, CREA Agricoltura e Ambiente , “Veneto Night Padova”, 29 settembre 2017, dalle 17 alle 24. In collaborazione con Università di Padova e con il Museo Vivente degli Insetti “Esapolis” organizza presso la sede del Museo 4 percorsi all’insegna della sostenibilità, per grandi e piccoli:
1) sala cinematografica Esapolis, dove saranno proiettati 2 video, uno riguardante l'entomofagia e l'utilizzo sostenibile degli insetti nell'alimentazione umana e animale, il secondo sull'economia circolare legata al baco da seta e sulla sostenibilità ambientale della gelsi-bachicoltura.
2) stand per scoprire ricette e preparazioni gastronomiche a base di insetti e per conoscere le specie che potrebbero essere allevate in futuro e le proprietà nutrizionali delle principali specie di insetti edibili. Esperti risponderanno alle domande del pubblico.
3) stand con bachi da seta e loro prodotti, cartelloni e depliant per illustrare e toccare con mano ciò che viene prodotto grazie all'economia circolare.
4) Stand sul Suolo Vivente: per parlare di come favorire il micromegamondo che vive nei suoli per rendere più sostenibile l’agricoltura e migliorare l’ambiente.
Per i ragazzi sarà possibile ricevere in omaggio bozzoli, uova o larve da allevare fino ad esaurimento del materiale in esposizione, oltre che semplici istruzioni per l'allevamento.
Rende (Cosenza), CREA Olivicoltura Frutticoltura ed Agrumicoltura e CREA Politiche e Bioeconomia, venerdì 29 settembre, “Per fare sviluppo ci vuole….”, giornata di studio sullo sviluppo in Calabria e sul ruolo dei piccoli comuni per interrogarsi sui fattori che impediscono il decollo della regione, nonostante le ingenti risorse investite con le diverse programmazioni comunitarie. La ricerca può svolgere un ruolo proattivo per individuare ed eliminare le criticità. L’allestimento di poster a cura dei ricercatori CREA permetterà di conoscere comunque le tante risorse di cui la regione dispone.
lunedì 25 settembre 2017
Vino&Ricerca. Difesa della vite, miglioramento genetico, viti resistenti, FEM torna nel palinsesto RAI
Oggi a Geo la ricerca FEM per difendere la vite con le vibrazioni. Domani a Memex focus su miglioramento genetico e viti resistenti.
La Fondazione Edmund Mach torna a Geo, il programma di natura e scienza di Rai Tre, condotto da Sveva Sagramola. Oggi, alle 17.30, circa, nell'ambito dell'approfondimento curato dal naturalista Emanuele Biggi, il ricercatore Valerio Mazzoni, parlerà di biotremologia, la nuova scienza di cui FEM si pone all'avanguardia a livello internazionale che studia la comunicazione vibrazionale degli insetti con l’obiettivo di abbattere la riproduzione e ridurre le popolazioni senza l’uso di sostanze chimiche.
Sempre sul tema della viticoltura la Fondazione Mach sarà presente domani 26 settembre, alle 21.31 a Memex - I luoghi della scienza su Rai Scuola (canale 146 DT) con Marco Stefanini sul tema miglioramento genetico e viti resistenti, mentre la scorsa settimana Michele Perazzolli ha parlato dei meccanismi di difesa della vite a “I Signori del Vino” di Rai Due.
In merito all'intervento di oggi a Geo, Valerio Mazzoni spiegherà che alcuni insetti comunicano con feromoni e suoni, altri comunicano per mezzo di vibrazioni, ossia di segnali microscopici impercettibili ai sensi umani. Attraverso l’uso di strumentazioni laser, in camere insonorizzate, è possibile registrare e decifrare il linguaggio di questi insetti con cui poi redigere un vero e proprio dizionario. Una volta identificate le regole base della grammatica e attribuito il significato ai segnali è possibile, attraverso sofisticati strumenti elettronici, riprodurre tali segnali per interagire con le specie studiate. In questo modo è possibile dare ordini oppure confondere gli insetti, impedendo loro di fatto una corretta comunicazione.
Su questo principio si basa il metodo della confusione sessuale vibrazionale, vale a dire un metodo finalizzato a impedire l’accoppiamento di insetti nocivi del vigneto attraverso la trasmissione di segnali vibrazionali di interferenza.
La Fondazione Edmund Mach torna a Geo, il programma di natura e scienza di Rai Tre, condotto da Sveva Sagramola. Oggi, alle 17.30, circa, nell'ambito dell'approfondimento curato dal naturalista Emanuele Biggi, il ricercatore Valerio Mazzoni, parlerà di biotremologia, la nuova scienza di cui FEM si pone all'avanguardia a livello internazionale che studia la comunicazione vibrazionale degli insetti con l’obiettivo di abbattere la riproduzione e ridurre le popolazioni senza l’uso di sostanze chimiche.
Sempre sul tema della viticoltura la Fondazione Mach sarà presente domani 26 settembre, alle 21.31 a Memex - I luoghi della scienza su Rai Scuola (canale 146 DT) con Marco Stefanini sul tema miglioramento genetico e viti resistenti, mentre la scorsa settimana Michele Perazzolli ha parlato dei meccanismi di difesa della vite a “I Signori del Vino” di Rai Due.
In merito all'intervento di oggi a Geo, Valerio Mazzoni spiegherà che alcuni insetti comunicano con feromoni e suoni, altri comunicano per mezzo di vibrazioni, ossia di segnali microscopici impercettibili ai sensi umani. Attraverso l’uso di strumentazioni laser, in camere insonorizzate, è possibile registrare e decifrare il linguaggio di questi insetti con cui poi redigere un vero e proprio dizionario. Una volta identificate le regole base della grammatica e attribuito il significato ai segnali è possibile, attraverso sofisticati strumenti elettronici, riprodurre tali segnali per interagire con le specie studiate. In questo modo è possibile dare ordini oppure confondere gli insetti, impedendo loro di fatto una corretta comunicazione.
Su questo principio si basa il metodo della confusione sessuale vibrazionale, vale a dire un metodo finalizzato a impedire l’accoppiamento di insetti nocivi del vigneto attraverso la trasmissione di segnali vibrazionali di interferenza.
Vino&Scienza. Un possibile utilizzo dei batteri nello sviluppo di off flavours
Una rivoluzionaria ricerca universitaria sull'utilizzo di batteri magnetotattici per la rimozione dei derivati solforati off-flavours.
Tra le malattie del vino, quella del gusto di ridotto risulta essere una delle più frequenti. Anche se alcune sostanze solforate prodotte durante la fermentazione possono avere una valenza positiva per l’aroma di un vino, come nel caso del Sauvignon, che contiene tioli ed in particolare il 4-metil-4-mercaptopentanone, nella maggioranza delle uve sottoposte a vinificazione, i derivati solforati determinano difetti organolettici nel vino.
Esistono molteplici composti che concorrono alla loro manifestazione e tra questi lo zolfo utilizzato nei trattamenti agronomici, o quello che viene sprigionato da micce solforose con lo scopo d’inibire la moltiplicazione di muffe e batteri. L'anidride solforosa che, se presente in eccesso, conferisce un odore di zolfanelli accesi ed un sapore amaro e sgradevole al vino. I mercaptani, composti organici di atomi di carbonio, zolfo e idrogeno, caratterizzati da un odore intenso e sgradevole di aglio e cipolla e non ultimo il cosiddetto "gusto luce".
A tutt'oggi, igiene e prevenzione, sono e devono essere le armi più utilizzate in tutte le fasi di vinificazione, con controlli periodici che permettono di rilevare i primi sentori del difetto ancora facilmente risolvibile. Le cure altrimenti, quando il difetto è ormai presente nel vino, prevedono l'utilizzo del solfato di rame e trattamenti con azoto gassoso e aereazioni ripetute sono tecniche utili per eliminare gli odori solfidrici. Per i mercaptani le difficoltà sono maggiori in quanto trasformare i mercaptani in mercapturi inodori risulta essere molto complicato. Il "gusto luce" si palesa invece attraverso prodotti solforati volatili di origine fisico-chimica, la luce appunto, specialmente nel vino bianco e negli spumanti, che porta alla sintesi di prodotti solforati. Il difetto deriva quindi da un agente fisico quale la radiazione luminosa dei neon. Ne ho parlato qui.
Un nuovo possibile aiuto potrà arrivare quindi dai risultati di questa nuova ricerca che avrà un programma della durata di due anni. Lo studio ha coinvolto ricercatori della Lincoln Agritech, società di ricerca e sviluppo multidisciplinare indipendente di proprietà della Lincoln University, in Nuova Zelanda e l'Università Aix-Marseille, in Francia, e prevede l'utilizzo di batteri dalle caratteristiche uniche: sono magnetici e per vivere si alimentano di composti dello zolfo.
I batteri magnetotattici sono una particolare classe di microrganismi descritti per la prima volta da Richard Blakemore negli anni 60, appartenenti al genere solfato-riduttori anaerobi, ovvero utilizzano il solfato come composto da cui ricavare energia, al posto dell'ossigeno come fa la maggior parte degli organismi viventi. Sono organismi unicellulari presenti in quasi tutte le fonti acquose e si orientano navigando lungo campi magnetici come fa un ago di una bussola. E' stato scoperto che questo comportamento è dovuto alla presenza di nanocristalli di greigite, un solfuro di ferro equivalente alla magnetite che è un ossido di ferro. Ciò significa che potranno essere controllati e veicolati utilizzando la creazione di campi magnetici per rimuovere il solfuro di idrogeno dal vino, responsabile dei cosiddetti sapori "off".
Il dottor Weld, a capo del programma di studio, afferma che la ricerca sarà rivolta non solo per l'industria del vino, ma questa nuova tecnologia potrà essere d'aiuto anche ad altre realtà produttive dove i composti solforati possono rappresentare un problema.
A tutt'oggi, igiene e prevenzione, sono e devono essere le armi più utilizzate in tutte le fasi di vinificazione, con controlli periodici che permettono di rilevare i primi sentori del difetto ancora facilmente risolvibile. Le cure altrimenti, quando il difetto è ormai presente nel vino, prevedono l'utilizzo del solfato di rame e trattamenti con azoto gassoso e aereazioni ripetute sono tecniche utili per eliminare gli odori solfidrici. Per i mercaptani le difficoltà sono maggiori in quanto trasformare i mercaptani in mercapturi inodori risulta essere molto complicato. Il "gusto luce" si palesa invece attraverso prodotti solforati volatili di origine fisico-chimica, la luce appunto, specialmente nel vino bianco e negli spumanti, che porta alla sintesi di prodotti solforati. Il difetto deriva quindi da un agente fisico quale la radiazione luminosa dei neon. Ne ho parlato qui.
Un nuovo possibile aiuto potrà arrivare quindi dai risultati di questa nuova ricerca che avrà un programma della durata di due anni. Lo studio ha coinvolto ricercatori della Lincoln Agritech, società di ricerca e sviluppo multidisciplinare indipendente di proprietà della Lincoln University, in Nuova Zelanda e l'Università Aix-Marseille, in Francia, e prevede l'utilizzo di batteri dalle caratteristiche uniche: sono magnetici e per vivere si alimentano di composti dello zolfo.
I batteri magnetotattici sono una particolare classe di microrganismi descritti per la prima volta da Richard Blakemore negli anni 60, appartenenti al genere solfato-riduttori anaerobi, ovvero utilizzano il solfato come composto da cui ricavare energia, al posto dell'ossigeno come fa la maggior parte degli organismi viventi. Sono organismi unicellulari presenti in quasi tutte le fonti acquose e si orientano navigando lungo campi magnetici come fa un ago di una bussola. E' stato scoperto che questo comportamento è dovuto alla presenza di nanocristalli di greigite, un solfuro di ferro equivalente alla magnetite che è un ossido di ferro. Ciò significa che potranno essere controllati e veicolati utilizzando la creazione di campi magnetici per rimuovere il solfuro di idrogeno dal vino, responsabile dei cosiddetti sapori "off".
Il dottor Weld, a capo del programma di studio, afferma che la ricerca sarà rivolta non solo per l'industria del vino, ma questa nuova tecnologia potrà essere d'aiuto anche ad altre realtà produttive dove i composti solforati possono rappresentare un problema.
Eventi. Cantine aperte in vendemmia con i migliori produttori del Lazio MTV
Nella giornata del 1° ottobre per “Cantine Aperte in Vendemmia” i produttori laziali associati al Movimento Turismo del Vino Lazio, guideranno i turisti tra botti e gallerie, per degustare il loro vino abbinato ai prodotti tipici della gastronomia locale accompagnati da manifestazioni culturali e di folklore durante il periodo della vendemmia.
Andare in cantina a vedere come nasce una bottiglia di vino; dalla raccolta dell’uva all’assaggio del mosto per seguire e approfondire il processo di trasformazione dell’uva in vino e magari vederselo spillare direttamente dalla botte per richiamare alla memoria un gesto antico nel nostro mondo consumistico, che spesso appiattisce le antiche culture contadine. Un invito a vivere con i produttori la festa della vendemmia con curiosità e allegria in un’atmosfera ricca di profumi autunnali.
Gli enoturisti avranno l’opportunità di visitare cantine molto diverse fra loro, da quella costruita in una cisterna romana all’altra in un castello medievale fino a quelle situate vicino a insediamenti archeologici, in casali del ‘600, ville del ‘700/’800 e primi '900 e siti archeologici.
Ogni azienda proporrà degustazioni di mosto, di vino e assaggi “nell’angolo dei sapori” dei prodotti territoriali tipici delle Province del Lazio (Olio extravergine di oliva, Pane, salumi, formaggi, porchetta, prodotti biologici e sottolio, dolci, miele, marmellate ed altre golosità, per promuovere oltre al vino i prodotti agricoli e gastronomici autunnali dei territori della Regione Lazio.
Si replica inoltre “a pranzo con il vignaiolo”. Il turismo del vino anche nell’ambito di Cantine Aperte in Vendemmia, unisce la cultura della vendemmia alla cultura dell’Arte. Nella prossima manifestazione vi saranno eventi culturali e di tradizione (in alcune aziende si potrà provare l’emozione di pigiare l’uva a piedi nudi, come si usava nei tempi passati). “Il vino è la poesia della terra”, così sosteneva Mario Soldati. Da anni il Movimento Turismo del Vino del Lazio sostiene la festa della vendemmia per vedere come si ottengono i migliori vini delle cantine associate. È un’occasione unica per incontrare gli enoturisti in un’atmosfera permeata di profumi di mosto e dell’autunno.
Le aziende che partecipano:
Ø Nell’Az. Agr. Cantina del Tufaio a Zagarolo (RM) Banco di assaggi con tutti i vini aziendali; possibilità di visite guidate nella grotta di tufo dove vengono affinate le bottiglie dello spumante metodo classico. Per l’ora di pranzo, saranno preparati dei pasti veloci da poter consumare tra i vigneti. Vedi sito. Tel. 06-9524502 Cell. 339-6380419; www.cantinadeltufaio.it
Ø L’Az. Agr. Casale Marchese a Frascati (RM) Degustazione dei vini aziendali, preparazione focacce nel forno a legna. Vedi sito. Tel. 06-9408932; www.casalemarchese.it
Ø L’Az. Agr. Donnardea ad Ardea (RM) Visite ai vigneti e degustazione dei vini di produzione in abbinamento a piccoli assaggi di gastronomia locale. Pranzo con il "fagotto del vignaiolo" su prenotazione via sms al 3357573789. Nel pomeriggio apertura della ciambella al mosto da guinness e degustazione mosto fresco. Possibilità di acquisto prodotti aziendali. Dettagli su nuovo sito aziendale e su pagina Facebook. Tel. 06 9115435 – 335 7573789; www.donnardea.it
Ø L’azienda Casale Cento Corvi Menadi S.r.l. Cerveteri (RM) Visite guidate ai vigneti per scoprire tutte le fasi di lavorazione dell’uva, degustazioni guidate di tutti i vini dell’azienda.
Per sottolineare inoltre il forte legame con il territorio e con la cultura Etrusca, la giornata prosegue con la possibilità di visitare la Necropoli della Banditaccia (sito UNESCO). Possibile gustare prodotti locali all’interno dello showroom. Vedi sito. Per informazioni, prenotazioni e orari contattare Tel. 06-9903902; www.casalecentocorvi.it
Ø L’Az. Agr. Biologica La Luna del Casale Lanuvio (RM) Visite alla cantina, degustazione vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Vedi sito. Tel. 06-9370036 Cell. 347-8248506; www.lalunadelcasale.it
Ø L’Az. Agr. Tenuta Le Quinte a Montecompatri (RM) Visite ai vigneti e alla cantina; degustazione mosti e vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Interverranno: Maria Grazia Pellicano, riflessologa facciale, presente tutta la giornata dedicandosi agli ospiti con il massaggio facciale vietnamita Dien Chan Zone; Natalia Mancini, pittrice, con l'esposizione dei suoi suggestivi quadri; Giulia Mizzoni, violinista, che intratterrà gli ospiti con alcuni brani classici. Vedi sito. Tel. 06-9438756; info@tenutalequinte.it www.lequinte.it
Ø L’Az. Agr. Cantina Sant’Andrea a (Sabaudia) Terracina (LT) Visite ai vigneti e alla cantina; degustazione mosti e vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Vedi sito. Tel. 0773-755028; www.cantinasantandrea.it
Ø L’Az. Agr. Biologica Roberta Scarpellini a Cisterna di Latina (LT) Dalle 10 alle 19 visite guidate dell'azienda con illustrazione dei metodi di agricoltura biologica, degustazione guidata dei vini aziendali, piccolo buffet di prodotti del territorio. Alle ore 17 presentazione del libro di Antonio Scarsella "La scimmia, il grifone e l'usignolo". Vedi sito. Tel. 06-9601036 Cell. 349-2883659; www.ilcasaledeglioleandri.it
Ø Nell’az. Agr. Casale del Giglio a Le Ferriere (LT) Visita per un'ora circa a gruppo; degustazione di prodotti tipici: Pane casereccio, Pecorino Romano, Porchetta di Ariccia, Crostate con confettura di albicocca produzione artigianale dell’azienda. Vini in ordine di degustazione: Satrico 2016, Chardonnay 2016, Sauvignon 2016, Viognier 2016, Petit Manseng 2016, Antinoo 2015, Anthium Bellone 2016, Albiola 2016, Merlot 2015, Shiraz 2016, Petit Verdot 2015, Tempranijo 2015, Cabernet Sauvignon 2014, Madreselva 2014, Mater Matuta 2013. Visita guidata e gratuita al Museo di Satricum dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Vedi sito. Tel. 06-92902530; www.casaledelgiglio.it.
Ø Az. Agr. Biologica Ganci a Borgo Grappa (LT) Visite ai vigneti e alla cantina; degustazione mosti e vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Vedi sito. Tel. 0773-208219; www.cantinaganci.com
Ø Nell’Az. Agr. Marco Carpineti a Cori (LT) Ingresso: € 10 a persona con calice, degustazione dei vini, spumante, grappa biologici dell’azienda. Attività: visite della cantina durante tutta la giornata per tutti, laboratori didattici a numero chiuso, gratuiti, prenotazione obbligatoria su visit@marcocarpineti.com. Possibilità acquisto cibo in loco. Su Facebook e sul sito aziendale verrà pubblicato il programma dettagliato con le fasce orarie delle diverse attività. Tel. 06-9679860; www.marcocarpineti.it
Ø Nella Tenuta Pietra Pinta a Cori (LT) Visite ai vigneti e alla cantina; degustazione mosti e vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Vedi sito. Tel. 06-9678001; www.pietrapinta.com
Andare in cantina a vedere come nasce una bottiglia di vino; dalla raccolta dell’uva all’assaggio del mosto per seguire e approfondire il processo di trasformazione dell’uva in vino e magari vederselo spillare direttamente dalla botte per richiamare alla memoria un gesto antico nel nostro mondo consumistico, che spesso appiattisce le antiche culture contadine. Un invito a vivere con i produttori la festa della vendemmia con curiosità e allegria in un’atmosfera ricca di profumi autunnali.
Gli enoturisti avranno l’opportunità di visitare cantine molto diverse fra loro, da quella costruita in una cisterna romana all’altra in un castello medievale fino a quelle situate vicino a insediamenti archeologici, in casali del ‘600, ville del ‘700/’800 e primi '900 e siti archeologici.
Ogni azienda proporrà degustazioni di mosto, di vino e assaggi “nell’angolo dei sapori” dei prodotti territoriali tipici delle Province del Lazio (Olio extravergine di oliva, Pane, salumi, formaggi, porchetta, prodotti biologici e sottolio, dolci, miele, marmellate ed altre golosità, per promuovere oltre al vino i prodotti agricoli e gastronomici autunnali dei territori della Regione Lazio.
Si replica inoltre “a pranzo con il vignaiolo”. Il turismo del vino anche nell’ambito di Cantine Aperte in Vendemmia, unisce la cultura della vendemmia alla cultura dell’Arte. Nella prossima manifestazione vi saranno eventi culturali e di tradizione (in alcune aziende si potrà provare l’emozione di pigiare l’uva a piedi nudi, come si usava nei tempi passati). “Il vino è la poesia della terra”, così sosteneva Mario Soldati. Da anni il Movimento Turismo del Vino del Lazio sostiene la festa della vendemmia per vedere come si ottengono i migliori vini delle cantine associate. È un’occasione unica per incontrare gli enoturisti in un’atmosfera permeata di profumi di mosto e dell’autunno.
Le aziende che partecipano:
Ø Nell’Az. Agr. Cantina del Tufaio a Zagarolo (RM) Banco di assaggi con tutti i vini aziendali; possibilità di visite guidate nella grotta di tufo dove vengono affinate le bottiglie dello spumante metodo classico. Per l’ora di pranzo, saranno preparati dei pasti veloci da poter consumare tra i vigneti. Vedi sito. Tel. 06-9524502 Cell. 339-6380419; www.cantinadeltufaio.it
Ø L’Az. Agr. Casale Marchese a Frascati (RM) Degustazione dei vini aziendali, preparazione focacce nel forno a legna. Vedi sito. Tel. 06-9408932; www.casalemarchese.it
Ø L’Az. Agr. Donnardea ad Ardea (RM) Visite ai vigneti e degustazione dei vini di produzione in abbinamento a piccoli assaggi di gastronomia locale. Pranzo con il "fagotto del vignaiolo" su prenotazione via sms al 3357573789. Nel pomeriggio apertura della ciambella al mosto da guinness e degustazione mosto fresco. Possibilità di acquisto prodotti aziendali. Dettagli su nuovo sito aziendale e su pagina Facebook. Tel. 06 9115435 – 335 7573789; www.donnardea.it
Ø L’azienda Casale Cento Corvi Menadi S.r.l. Cerveteri (RM) Visite guidate ai vigneti per scoprire tutte le fasi di lavorazione dell’uva, degustazioni guidate di tutti i vini dell’azienda.
Per sottolineare inoltre il forte legame con il territorio e con la cultura Etrusca, la giornata prosegue con la possibilità di visitare la Necropoli della Banditaccia (sito UNESCO). Possibile gustare prodotti locali all’interno dello showroom. Vedi sito. Per informazioni, prenotazioni e orari contattare Tel. 06-9903902; www.casalecentocorvi.it
Ø L’Az. Agr. Biologica La Luna del Casale Lanuvio (RM) Visite alla cantina, degustazione vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Vedi sito. Tel. 06-9370036 Cell. 347-8248506; www.lalunadelcasale.it
Ø L’Az. Agr. Tenuta Le Quinte a Montecompatri (RM) Visite ai vigneti e alla cantina; degustazione mosti e vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Interverranno: Maria Grazia Pellicano, riflessologa facciale, presente tutta la giornata dedicandosi agli ospiti con il massaggio facciale vietnamita Dien Chan Zone; Natalia Mancini, pittrice, con l'esposizione dei suoi suggestivi quadri; Giulia Mizzoni, violinista, che intratterrà gli ospiti con alcuni brani classici. Vedi sito. Tel. 06-9438756; info@tenutalequinte.it www.lequinte.it
Ø L’Az. Agr. Cantina Sant’Andrea a (Sabaudia) Terracina (LT) Visite ai vigneti e alla cantina; degustazione mosti e vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Vedi sito. Tel. 0773-755028; www.cantinasantandrea.it
Ø L’Az. Agr. Biologica Roberta Scarpellini a Cisterna di Latina (LT) Dalle 10 alle 19 visite guidate dell'azienda con illustrazione dei metodi di agricoltura biologica, degustazione guidata dei vini aziendali, piccolo buffet di prodotti del territorio. Alle ore 17 presentazione del libro di Antonio Scarsella "La scimmia, il grifone e l'usignolo". Vedi sito. Tel. 06-9601036 Cell. 349-2883659; www.ilcasaledeglioleandri.it
Ø Nell’az. Agr. Casale del Giglio a Le Ferriere (LT) Visita per un'ora circa a gruppo; degustazione di prodotti tipici: Pane casereccio, Pecorino Romano, Porchetta di Ariccia, Crostate con confettura di albicocca produzione artigianale dell’azienda. Vini in ordine di degustazione: Satrico 2016, Chardonnay 2016, Sauvignon 2016, Viognier 2016, Petit Manseng 2016, Antinoo 2015, Anthium Bellone 2016, Albiola 2016, Merlot 2015, Shiraz 2016, Petit Verdot 2015, Tempranijo 2015, Cabernet Sauvignon 2014, Madreselva 2014, Mater Matuta 2013. Visita guidata e gratuita al Museo di Satricum dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Vedi sito. Tel. 06-92902530; www.casaledelgiglio.it.
Ø Az. Agr. Biologica Ganci a Borgo Grappa (LT) Visite ai vigneti e alla cantina; degustazione mosti e vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Vedi sito. Tel. 0773-208219; www.cantinaganci.com
Ø Nell’Az. Agr. Marco Carpineti a Cori (LT) Ingresso: € 10 a persona con calice, degustazione dei vini, spumante, grappa biologici dell’azienda. Attività: visite della cantina durante tutta la giornata per tutti, laboratori didattici a numero chiuso, gratuiti, prenotazione obbligatoria su visit@marcocarpineti.com. Possibilità acquisto cibo in loco. Su Facebook e sul sito aziendale verrà pubblicato il programma dettagliato con le fasce orarie delle diverse attività. Tel. 06-9679860; www.marcocarpineti.it
Ø Nella Tenuta Pietra Pinta a Cori (LT) Visite ai vigneti e alla cantina; degustazione mosti e vini aziendali abbinati a prodotti tipici del territorio. Vedi sito. Tel. 06-9678001; www.pietrapinta.com
venerdì 22 settembre 2017
Vinitaly apripista del piano strategico di VeronaFiere per promuovere il made in Italy in Cina
Vino e food italiani protagonisti da oggi al 24 settembre al Wine&Dine Festival di Shangai nel Padiglione Italia, organizzato per il terzo anno consecutivo da Vinitaly International.
Alla manifestazione saranno presenti alcuni tra i più prestigiosi marchi dell’agroalimentare, i principali importatori di vino e i migliori ristoranti italiani della città cinese, per presentare l’eccellenza della produzione e della cultura enogastronomica italiana agli oltre 100.000 visitatori attesi.
«La partecipazione alla più importante fiera b2c del Paese conclude un mese particolarmente intenso per Veronafiere sul fronte della promozione del vino in quello che si avvia a diventare il più importante mercato asiatico per l’enologia nazionale – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere S.p.A.. Tra le iniziative di punta di questa lunga missione, i primi corsi di certificazione della Vinitaly International Academy a Beijing e Shangai, per la formazione di una rete esperta di ambasciatori del vino italiano. Si tratta - continua Mantovani - di alcune attività che fanno parte dell’ampio progetto strategico di promozione che come Fiera di Verona stiamo realizzando per il made in Italy in Cina in collaborazione con Mise e ICE, che si concretizzerà entro fine anno con una serie di accordi anche per settori diversi dal vino».
Secondo importatore mondiale di vino dietro agli Usa, la Cina ha ancora un consumo pro capite molto basso, con il mercato concentrato nelle grandi città. Questo significa che le potenzialità di crescita sono ancora enormi e il trend delle importazioni degli ultimi anni lo dimostra. L’Italia occupa, tra i competitor, una posizione di rincalzo, molto lontana da Francia e Australia, dietro a Cile e Spagna. Le buone performance di quest’anno (+29% sia in valore che in quantità nei primi 7 mesi) fanno però finalmente sperare nel recupero di una posizione, se la Spagna confermerà la contrazione in atto nel 2017. Nel 2016, l’import dall’Italia è stato pari a quasi 324.000 ettolitri, con una crescita di circa il 12% in quantità sul 2015, ma di quasi il 33% in valore per un totale di oltre 120 milioni di euro.
Wine&Dine Festival. Per la terza volta il Padiglione Italia è rappresentato da Vinitaly International.
Fitto il calendario degli eventi, che coinvolgono importanti nomi del food e del vino (Illy caffè, Granarolo, Fabbri, Cantine Mezzacorona, Bonacchi) e grandi importatori attivi in tutto il Paese asiatico (Sinodrink, Interprocom Cantine Divine, Miash, Roque, Hangshou Vitae, Kingdo e Yitang).
Tra questi il Panel di giornalisti di Vinehoo, Penguin Guide, Lookvin e Wine Times organizzato in collaborazione con Ice Shanghai, che abbina vini e musica, mentre per promuovere il consumo quotidiano di vino è dedicato l’appuntamento che accosta lo Street Food cinese con i vini italiani. Dedicato invece alla Festa di Metà Autunno, seconda per importanza dopo il Capodanno cinese, l’abbinamento di sette vini proposto da altrettanti importatori con il Moon Cake, il dolce che si consuma tradizionalmente durante questa ricorrenza.
Ormai una tradizione, invece, gli Sparkling Wine Festival, quest’anno con due appuntamenti, uno dedicato alle bollicine bianche e uno a quelle rosse.
Prima volta in Cina dei corsi di certificazione VIA. Inseriti nella strategia di Veronafiere anche i primi corsi certificarti della Vinitaly International Academy. Il secondo, iniziato il 17 settembre, si è concluso proprio ieri a Shanghai; il primo si è tenuto a Beijing dall’11 al 14 settembre. Dopo quattro giorni di formazione, con cinque tasting di oltre 50 vini forniti da 16 importatori provenienti da tutta la Cina, solo 15 persone in tutto hanno ottenuto la qualifica di Italian Wine Ambassador VIA, su 66 candidati provenienti principalmente da Cina, oltre che da Taiwan, Hong Kong, Macau e Singapore (http://www.vinitalyinternational.com/vinitaly-international-academy/expert-ambassador).
Obiettivo della Vinitaly International Academy è quello di realizzare una rete di persone esperte, in grado di far conoscere e diventare promotori nelle rispettive attività professionali e nei propri Paesi delle tante peculiarità del vino italiano. In tutto sono ora 29 gli Italian Wine Ambassador VIA in Cina e due gli Italian Wine Expert, tutti professionisti di primarie aziende importatrici, del commercio di fine wine, dell’horeca e di formazione enologica. Tra questi due Master of Wine e l’unico Master of Sommelier del Paese.
Alla manifestazione saranno presenti alcuni tra i più prestigiosi marchi dell’agroalimentare, i principali importatori di vino e i migliori ristoranti italiani della città cinese, per presentare l’eccellenza della produzione e della cultura enogastronomica italiana agli oltre 100.000 visitatori attesi.
«La partecipazione alla più importante fiera b2c del Paese conclude un mese particolarmente intenso per Veronafiere sul fronte della promozione del vino in quello che si avvia a diventare il più importante mercato asiatico per l’enologia nazionale – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere S.p.A.. Tra le iniziative di punta di questa lunga missione, i primi corsi di certificazione della Vinitaly International Academy a Beijing e Shangai, per la formazione di una rete esperta di ambasciatori del vino italiano. Si tratta - continua Mantovani - di alcune attività che fanno parte dell’ampio progetto strategico di promozione che come Fiera di Verona stiamo realizzando per il made in Italy in Cina in collaborazione con Mise e ICE, che si concretizzerà entro fine anno con una serie di accordi anche per settori diversi dal vino».
Secondo importatore mondiale di vino dietro agli Usa, la Cina ha ancora un consumo pro capite molto basso, con il mercato concentrato nelle grandi città. Questo significa che le potenzialità di crescita sono ancora enormi e il trend delle importazioni degli ultimi anni lo dimostra. L’Italia occupa, tra i competitor, una posizione di rincalzo, molto lontana da Francia e Australia, dietro a Cile e Spagna. Le buone performance di quest’anno (+29% sia in valore che in quantità nei primi 7 mesi) fanno però finalmente sperare nel recupero di una posizione, se la Spagna confermerà la contrazione in atto nel 2017. Nel 2016, l’import dall’Italia è stato pari a quasi 324.000 ettolitri, con una crescita di circa il 12% in quantità sul 2015, ma di quasi il 33% in valore per un totale di oltre 120 milioni di euro.
Wine&Dine Festival. Per la terza volta il Padiglione Italia è rappresentato da Vinitaly International.
Fitto il calendario degli eventi, che coinvolgono importanti nomi del food e del vino (Illy caffè, Granarolo, Fabbri, Cantine Mezzacorona, Bonacchi) e grandi importatori attivi in tutto il Paese asiatico (Sinodrink, Interprocom Cantine Divine, Miash, Roque, Hangshou Vitae, Kingdo e Yitang).
Tra questi il Panel di giornalisti di Vinehoo, Penguin Guide, Lookvin e Wine Times organizzato in collaborazione con Ice Shanghai, che abbina vini e musica, mentre per promuovere il consumo quotidiano di vino è dedicato l’appuntamento che accosta lo Street Food cinese con i vini italiani. Dedicato invece alla Festa di Metà Autunno, seconda per importanza dopo il Capodanno cinese, l’abbinamento di sette vini proposto da altrettanti importatori con il Moon Cake, il dolce che si consuma tradizionalmente durante questa ricorrenza.
Ormai una tradizione, invece, gli Sparkling Wine Festival, quest’anno con due appuntamenti, uno dedicato alle bollicine bianche e uno a quelle rosse.
Prima volta in Cina dei corsi di certificazione VIA. Inseriti nella strategia di Veronafiere anche i primi corsi certificarti della Vinitaly International Academy. Il secondo, iniziato il 17 settembre, si è concluso proprio ieri a Shanghai; il primo si è tenuto a Beijing dall’11 al 14 settembre. Dopo quattro giorni di formazione, con cinque tasting di oltre 50 vini forniti da 16 importatori provenienti da tutta la Cina, solo 15 persone in tutto hanno ottenuto la qualifica di Italian Wine Ambassador VIA, su 66 candidati provenienti principalmente da Cina, oltre che da Taiwan, Hong Kong, Macau e Singapore (http://www.vinitalyinternational.com/vinitaly-international-academy/expert-ambassador).
Obiettivo della Vinitaly International Academy è quello di realizzare una rete di persone esperte, in grado di far conoscere e diventare promotori nelle rispettive attività professionali e nei propri Paesi delle tante peculiarità del vino italiano. In tutto sono ora 29 gli Italian Wine Ambassador VIA in Cina e due gli Italian Wine Expert, tutti professionisti di primarie aziende importatrici, del commercio di fine wine, dell’horeca e di formazione enologica. Tra questi due Master of Wine e l’unico Master of Sommelier del Paese.
Etichette:
B2C,
Cina,
News,
Vinitaly,
Vinitaly International
Eventi. #FeelVenice. Nel Convento dei Carmelitani i vini della Serenissima
Al via domani la prima edizione di #FeelVenice, manifestazione promossa dal Consorzio Vini Venezia dedicata ai vitigni della Serenissima. Una full immertion presso il Convento dei Carmelitani Scalzi - Venezia. Focus sul Raboso con la presentazione del libro “Quando Raboso e Friularo si chiamavano vin moro” di Ulderico Bernardi.
#FeelVenice si svolgerà presso l'antico Brolo degli Scalzi dove è custodito uno dei più antichi vigneti della Serenissima e punterà i riflettori, di volta in volta, a cadenza annuale, su un aspetto delle diverse denominazioni e delle varie ricchezze enologiche del territorio.
#FeelVenice si svolgerà presso l'antico Brolo degli Scalzi dove è custodito uno dei più antichi vigneti della Serenissima e punterà i riflettori, di volta in volta, a cadenza annuale, su un aspetto delle diverse denominazioni e delle varie ricchezze enologiche del territorio.
In programma per questa prima edizione un doppio appuntamento con il Consorzio Vini Venezia a partire dalle 9.30 con la presentazione dell libro “Quando Raboso e Friularo si chiamavano vin moro” nuova pubblicazione del noto scrittore e sociologo, il Prof. Ulderico Bernardi presso il Convento dei Carmelitani (prenotazioni all’indirizzo elisa.stocchiero@consorziovinivenezia.it).
La giornata continuerà con l’evento degustazione aperto agli eno-appassionati che a partire dalle 14.00 incontrenno i vini del Consorzio Vini Venezia e le eccellenze dei produttori gastronomici del territorio nel magnifico brolo del complesso del Convento dei Carmelitani Scalzi, a due passi dalla Stazione di Santa Lucia, che ospita dal 2014 il vigneto-collezione della biodiversità viticola veneziana, con più di 20 varietà presenti recuperate da diversi orti e giardini veneziani.
Eccezionalmente aperta al pubblico durante l’evento, sarà possibile visitare la chiesa seicentesca del Convento ora in restauro e l’antico Brolo. Durante l’evento si potranno conoscere e degustare i vini più rappresentativi del territorio di aziende note come: Ai Galli, Astoria, Bellussi Vittorio, Bonotto Giorgio, Bonotto delle Tezze, Casa Roma, Castello di Roncade, Conte di Collalto, Espedito vini, Frassina, Frassinelli, Mazzolada, Molon Traverso, Ornella Bellia, Paladin, Stefano Collovini, Tessere.
La rinascita di quelli che furono i vigneti della Serenissima, si deve ad un progetto di ricerca che nasce nel 2010, ad opera del Consorzio in collaborazione con l'Università di Padova e Milano, il CRA-Vit di Conegliano e altri soggetti con lo scopo di salvaguardare la biodiversità del patrimonio viticolo lagunare, creando una banca dati genetica, attraverso lo studio del Dna, delle varietà di viti presenti da centinaia di anni tra Venezia e laguna. Tra le varietà presenti a bacca bianca troviamo Albana, Dorona, Garganega, Glera (o Prosecco), Malvasia istriana, Moscato giallo, Tocai friulano, Trebbiano toscano, Trebbiano romagnolo, Verduzzo trevigiano e Vermentino; quelle a bacca nera, Marzemino, Merlot e Raboso veronese.
La partecipazione all’evento vede il versamento di un’oblazione di minimo 10 euro che saranno interamente devoluti al restauro della facciata della Chiesa di Santa Maria di Nazareth.
Orari sabato 23 settembre:
Apertura evento al pubblico dalle 14.00 alle 19.30 – oblazione minima di 10 euro
Presentazione del libro alle ore 9.30 - Prenotazione obbligatoria
Info e prenotazioni: elisa.stocchiero@consorziovinivenezia.it - 347 3441102
www.docvenezia.it - www.consorziovinivenezia.it
La giornata continuerà con l’evento degustazione aperto agli eno-appassionati che a partire dalle 14.00 incontrenno i vini del Consorzio Vini Venezia e le eccellenze dei produttori gastronomici del territorio nel magnifico brolo del complesso del Convento dei Carmelitani Scalzi, a due passi dalla Stazione di Santa Lucia, che ospita dal 2014 il vigneto-collezione della biodiversità viticola veneziana, con più di 20 varietà presenti recuperate da diversi orti e giardini veneziani.
Eccezionalmente aperta al pubblico durante l’evento, sarà possibile visitare la chiesa seicentesca del Convento ora in restauro e l’antico Brolo. Durante l’evento si potranno conoscere e degustare i vini più rappresentativi del territorio di aziende note come: Ai Galli, Astoria, Bellussi Vittorio, Bonotto Giorgio, Bonotto delle Tezze, Casa Roma, Castello di Roncade, Conte di Collalto, Espedito vini, Frassina, Frassinelli, Mazzolada, Molon Traverso, Ornella Bellia, Paladin, Stefano Collovini, Tessere.
La rinascita di quelli che furono i vigneti della Serenissima, si deve ad un progetto di ricerca che nasce nel 2010, ad opera del Consorzio in collaborazione con l'Università di Padova e Milano, il CRA-Vit di Conegliano e altri soggetti con lo scopo di salvaguardare la biodiversità del patrimonio viticolo lagunare, creando una banca dati genetica, attraverso lo studio del Dna, delle varietà di viti presenti da centinaia di anni tra Venezia e laguna. Tra le varietà presenti a bacca bianca troviamo Albana, Dorona, Garganega, Glera (o Prosecco), Malvasia istriana, Moscato giallo, Tocai friulano, Trebbiano toscano, Trebbiano romagnolo, Verduzzo trevigiano e Vermentino; quelle a bacca nera, Marzemino, Merlot e Raboso veronese.
La partecipazione all’evento vede il versamento di un’oblazione di minimo 10 euro che saranno interamente devoluti al restauro della facciata della Chiesa di Santa Maria di Nazareth.
Orari sabato 23 settembre:
Apertura evento al pubblico dalle 14.00 alle 19.30 – oblazione minima di 10 euro
Presentazione del libro alle ore 9.30 - Prenotazione obbligatoria
Info e prenotazioni: elisa.stocchiero@consorziovinivenezia.it - 347 3441102
www.docvenezia.it - www.consorziovinivenezia.it
giovedì 21 settembre 2017
Cibo&Cultura. Presentato a Roma Food&Book, il Festival del libro e della cultura gastronomica
La cultura del cibo, il cibo nella cultura: una perfetta fusione che rappresenta da qualche anno il claim di Food&Book, il Festival del libro e della cultura gastronomica diretto da Carlo Ottaviano e Sergio Auricchio che torna, nella storica e suggestiva cornice liberty delle Terme Tettuccio di Montecatini per la sua quinta edizione.
Dal 13 al 16 ottobre, protagonisti saranno scrittori, per i quali vino e cibo sono spesso elementi di ispirazione delle proprie opere narrative, e chef che raccontano il cibo con le loro ricette e spesso con libri di successo. Un programma specifico sarà poi dedicato agli Istituti alberghieri che arriveranno per Food&Book da tutta la Penisola e che avranno anche la possibilità di visitare Pistoia, Capitale italiana della cultura 2017.
Come da tradizione del festival, si inizierà venerdì 13 ottobre con la serata dedicata ai padri nobili dell’alta cucina d’autore italiana. Dopo Ezio Santin e Gualtiero Marchesi, sarà la volta di Aimo e Nadia Moroni, nativi della vicina Pescia, ristoratori di successo a Milano. I Moroni saranno ospiti d’onore della Cena di apertura al Grand Hotel La Pace e incontreranno gli studenti degli Istituti alberghieri provenienti da tutta Italia (oltre 500 lo scorso anno) per una lezione-testimonianza sulla propria esperienza. Sempre nella giornata di venerdì, dopo la Cena di Gala, alle 23.00 apertura straordinaria del MOCA - Montecatini Contemporary Art per una visita guidata dall’Assessore alla cultura Bruno Ialuna al museo che espone una delle più grandi tele di Mirò. La sera del sabato Cena della Legalità con lo Chef calabrese Filippo Cogliandro che sarà ospite del Grand Hotel Croce di Malta.
Anche per questa edizione continua la collaborazione con Slow Food che a Food&Book porterà il meglio dell’enologia italiana: migliaia di appassionati potranno infatti degustare le circa 800 etichette migliori d’Italia selezionate dai degustatori per la guida Slow Wine 2018, che sarà presentata in anteprima per l’occasione sabato 14. Lunedì 16 si svolgerà l’incontro nazionale dell’Alleanza Slow Food dei cuochi, un progetto che mette assieme cuochi e produttori per valorizzare le produzioni agricole italiane e i loro artefici. Da tutta Italia arriveranno dunque a Montecatini cuochi e contadini, ristoratori e responsabili dei Presìdi.
Tra gli appuntamenti di maggiore curiosità, si segnalano la Corsa dei Camerieri, una sfida all’ultimo piatto che vedrà competere allievi degli Istituti alberghieri e camerieri professionisti, e la prima finale del Campionato Italiano del Salame, organizzato dall’Accademia delle 5T con il patrocinio del MIPAAF: con un obiettivo espressamente formativo che consentirà ai candidati di presentare storicamente e contestualmente il proprio prodotto, saranno in gara i salami di quasi 50 produttori realizzati con carne di suino rosa o razze miste provenienti da 15 regioni selezionati durante le 5 semifinali.
“Una formazione senza confini per un mondo senza muri” è il titolo del workshop organizzato da ANP - Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola ed Intercultura che vedrà partecipare docenti e dirigenti scolastici sul tema dell’importanza della formazione all’estero.
Tanti appuntamenti e incontri nel programma di Food&Book.
Solidarietà e cucina andranno a braccetto con il progetto Amatricianae – Grandi Chef italiani insieme per Amatrice, a cura della Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma: Marchesi, Cracco, Vissani, Bottura, Scabin, Crippa, Lopriore, Oldani, Cedroni, Leemann, Klugmann, sono solo alcuni dei grandi chef italiani che hanno voluto omaggiare Amatrice e il piatto che si identifica con quel territorio, proponendo versioni d’autore di quella ricetta, con straordinaria creatività gastronomica e sapienza culinaria.
Food&Book sarà anche un’interessante occasione per tutti i giornalisti di frequentare due giorni di corso professionale per i crediti formativi, a cura di EACI (European Association Consumer Information): sabato 14 il tema sarà “Consumi fuori casa ed enogastronomia: comunicazione e giornalismo nel settore enogastronomico”; domenica 15 “Quando il cibo fa paura: storia e analisi della comunicazione di crisi”. I corsi, oltre che ai giornalisti, sono aperti, nel limite della capienza della sala, a tutti coloro che sono interessati ai temi trattati.
Il festival attirerà appassionati di libri e di gastronomia, che potranno liberamente partecipare agli incontri e alle cene “A tavola con lo scrittore”, visitare il bookshop con tutti i libri presentati durante la manifestazione, oltre ai desk di diverse case editrici allestiti come ogni anno nella splendida Sala Scritture delle Terme Tettuccio. Negli ampi spazi delle Terme, durante i quattro giorni del festival, saranno inoltre allestite una cinquantina di postazioni con produttori di specialità alimentari.
Tante le presentazioni in programma: tra gli autori interverranno Ketty Magni (Rossini, la musica del cibo), Maria Camilla Pagnini e Anna Agostini (Tavoli nobili e pietanze quotidiane. Cultura alimentare in Toscana tra Medioevo ed Età Moderna), Simonetta Simonetti (Fame di guerra. La cucina del poco e del senza), Carlo Ottaviano (Il sapere culinario. Ricette di un monsù siciliano al fronte), Fabio Pracchia (I sapori del Vino. Percorsi di degustazione per palati indipendenti), Mario Liberto (Cento e più idee per valorizzare le aree rurali. Finanziamenti, multifunzionalità e sistemi territoriali), Mariella Carrossino (Mangiare con gli occhi. Iconografie del cibo nell’arte), Domenico Monteforte (L’arte in cucina), Giuseppe Nocca(Cecubo. Dalle anfore da vino al vino in anfora), Morello Pecchioli (I frutti dimenticati. Conoscere e cucinare prodotti antichi, insoliti e curiosi),Michele Mirabella (Cantami o mouse), Gaetano Savatteri (Non c’è più la Sicilia di una volta), Carmine Abate (Il banchetto di nozze e altri sapori),Filippo Nicosia (Un’invincibile estate), Simone Bonini (Il gelato a modo mio – Tutto l’anno nella cucina di casa),Oscar Farinetti (Ricordiamoci il futuro), Livia Aymonino (La lunga notte di Adele in cucina), Daniela Mancini (Per distrazione), Beniamino Baleotti (Il re della sfoglia), Andrea Berton (Non è il solito brodo), Antonio Puzzi (Pizza. Una grande tradizione italiana), Eugenio Signoroni (Il piacere della birra. Viaggio nel mondo della bevanda più antica), Francesco Sottile (Agricoltura slow), Luciano Pignataro (La cucina napoletana), Gianpaolo Ghilardotti (Irresistibile salmone. Il buono e il bello di un pesce dal grande nord), Roberto Riccardi (La notte della rabbia). Spazio anche ai più giovani con l’area Food&Book Junior, che il sabato ospiterà laboratori creativi e inviti alla lettura a tema per bambini dai 5 ai 10 anni.
Evento speciale per le Fettuccine Alfredo, famose in tutto il mondo: Agra editrice presenterà il volume Le Fettuccine Alfredo, una storia d’amore, a cura di Clementina Pipola, cui seguirà la degustazione delle mitiche fettuccine preparate dallo chef Sergio Peri di Alfredo alla Scrofa di Roma, lo storico ristorante da cui tutto ebbe inizio.
L’ingresso alle Terme per Food&Book è gratuito ma è obbligatoria la registrazione. Per evitare lunghe file è consigliato registrarsi sul sito www.foodandbook.it dove sono segnalati tutti gli eventi del festival. Per i partecipanti che ne faranno richiesta, sempre attraverso il sito, sono attive delle convenzioni con hotel e ristoranti della zona, oltre alla possibilità di visite turistiche personalizzate nella Montecatini Liberty. Alcuni pullman con partenze da Roma saranno messi a disposizione gratuitamente per il fine settimana (maggiori info su www.leggeretutti.net).
Food&Book è un’iniziativa organizzata dall’Associazione Leggere Tutti in collaborazione con Agra Editrice, Comune di Montecatini Terme, Terme di Montecatini Spa, Istituto Alberghiero di Montecatini Terme, Slow Food.
http://www.foodandbook.it - https://www.facebook.com/foodebook - https://twitter.com/FoodeBook
Dal 13 al 16 ottobre, protagonisti saranno scrittori, per i quali vino e cibo sono spesso elementi di ispirazione delle proprie opere narrative, e chef che raccontano il cibo con le loro ricette e spesso con libri di successo. Un programma specifico sarà poi dedicato agli Istituti alberghieri che arriveranno per Food&Book da tutta la Penisola e che avranno anche la possibilità di visitare Pistoia, Capitale italiana della cultura 2017.
Come da tradizione del festival, si inizierà venerdì 13 ottobre con la serata dedicata ai padri nobili dell’alta cucina d’autore italiana. Dopo Ezio Santin e Gualtiero Marchesi, sarà la volta di Aimo e Nadia Moroni, nativi della vicina Pescia, ristoratori di successo a Milano. I Moroni saranno ospiti d’onore della Cena di apertura al Grand Hotel La Pace e incontreranno gli studenti degli Istituti alberghieri provenienti da tutta Italia (oltre 500 lo scorso anno) per una lezione-testimonianza sulla propria esperienza. Sempre nella giornata di venerdì, dopo la Cena di Gala, alle 23.00 apertura straordinaria del MOCA - Montecatini Contemporary Art per una visita guidata dall’Assessore alla cultura Bruno Ialuna al museo che espone una delle più grandi tele di Mirò. La sera del sabato Cena della Legalità con lo Chef calabrese Filippo Cogliandro che sarà ospite del Grand Hotel Croce di Malta.
Anche per questa edizione continua la collaborazione con Slow Food che a Food&Book porterà il meglio dell’enologia italiana: migliaia di appassionati potranno infatti degustare le circa 800 etichette migliori d’Italia selezionate dai degustatori per la guida Slow Wine 2018, che sarà presentata in anteprima per l’occasione sabato 14. Lunedì 16 si svolgerà l’incontro nazionale dell’Alleanza Slow Food dei cuochi, un progetto che mette assieme cuochi e produttori per valorizzare le produzioni agricole italiane e i loro artefici. Da tutta Italia arriveranno dunque a Montecatini cuochi e contadini, ristoratori e responsabili dei Presìdi.
Tra gli appuntamenti di maggiore curiosità, si segnalano la Corsa dei Camerieri, una sfida all’ultimo piatto che vedrà competere allievi degli Istituti alberghieri e camerieri professionisti, e la prima finale del Campionato Italiano del Salame, organizzato dall’Accademia delle 5T con il patrocinio del MIPAAF: con un obiettivo espressamente formativo che consentirà ai candidati di presentare storicamente e contestualmente il proprio prodotto, saranno in gara i salami di quasi 50 produttori realizzati con carne di suino rosa o razze miste provenienti da 15 regioni selezionati durante le 5 semifinali.
“Una formazione senza confini per un mondo senza muri” è il titolo del workshop organizzato da ANP - Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola ed Intercultura che vedrà partecipare docenti e dirigenti scolastici sul tema dell’importanza della formazione all’estero.
Tanti appuntamenti e incontri nel programma di Food&Book.
Solidarietà e cucina andranno a braccetto con il progetto Amatricianae – Grandi Chef italiani insieme per Amatrice, a cura della Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma: Marchesi, Cracco, Vissani, Bottura, Scabin, Crippa, Lopriore, Oldani, Cedroni, Leemann, Klugmann, sono solo alcuni dei grandi chef italiani che hanno voluto omaggiare Amatrice e il piatto che si identifica con quel territorio, proponendo versioni d’autore di quella ricetta, con straordinaria creatività gastronomica e sapienza culinaria.
Food&Book sarà anche un’interessante occasione per tutti i giornalisti di frequentare due giorni di corso professionale per i crediti formativi, a cura di EACI (European Association Consumer Information): sabato 14 il tema sarà “Consumi fuori casa ed enogastronomia: comunicazione e giornalismo nel settore enogastronomico”; domenica 15 “Quando il cibo fa paura: storia e analisi della comunicazione di crisi”. I corsi, oltre che ai giornalisti, sono aperti, nel limite della capienza della sala, a tutti coloro che sono interessati ai temi trattati.
Il festival attirerà appassionati di libri e di gastronomia, che potranno liberamente partecipare agli incontri e alle cene “A tavola con lo scrittore”, visitare il bookshop con tutti i libri presentati durante la manifestazione, oltre ai desk di diverse case editrici allestiti come ogni anno nella splendida Sala Scritture delle Terme Tettuccio. Negli ampi spazi delle Terme, durante i quattro giorni del festival, saranno inoltre allestite una cinquantina di postazioni con produttori di specialità alimentari.
Tante le presentazioni in programma: tra gli autori interverranno Ketty Magni (Rossini, la musica del cibo), Maria Camilla Pagnini e Anna Agostini (Tavoli nobili e pietanze quotidiane. Cultura alimentare in Toscana tra Medioevo ed Età Moderna), Simonetta Simonetti (Fame di guerra. La cucina del poco e del senza), Carlo Ottaviano (Il sapere culinario. Ricette di un monsù siciliano al fronte), Fabio Pracchia (I sapori del Vino. Percorsi di degustazione per palati indipendenti), Mario Liberto (Cento e più idee per valorizzare le aree rurali. Finanziamenti, multifunzionalità e sistemi territoriali), Mariella Carrossino (Mangiare con gli occhi. Iconografie del cibo nell’arte), Domenico Monteforte (L’arte in cucina), Giuseppe Nocca(Cecubo. Dalle anfore da vino al vino in anfora), Morello Pecchioli (I frutti dimenticati. Conoscere e cucinare prodotti antichi, insoliti e curiosi),Michele Mirabella (Cantami o mouse), Gaetano Savatteri (Non c’è più la Sicilia di una volta), Carmine Abate (Il banchetto di nozze e altri sapori),Filippo Nicosia (Un’invincibile estate), Simone Bonini (Il gelato a modo mio – Tutto l’anno nella cucina di casa),Oscar Farinetti (Ricordiamoci il futuro), Livia Aymonino (La lunga notte di Adele in cucina), Daniela Mancini (Per distrazione), Beniamino Baleotti (Il re della sfoglia), Andrea Berton (Non è il solito brodo), Antonio Puzzi (Pizza. Una grande tradizione italiana), Eugenio Signoroni (Il piacere della birra. Viaggio nel mondo della bevanda più antica), Francesco Sottile (Agricoltura slow), Luciano Pignataro (La cucina napoletana), Gianpaolo Ghilardotti (Irresistibile salmone. Il buono e il bello di un pesce dal grande nord), Roberto Riccardi (La notte della rabbia). Spazio anche ai più giovani con l’area Food&Book Junior, che il sabato ospiterà laboratori creativi e inviti alla lettura a tema per bambini dai 5 ai 10 anni.
Evento speciale per le Fettuccine Alfredo, famose in tutto il mondo: Agra editrice presenterà il volume Le Fettuccine Alfredo, una storia d’amore, a cura di Clementina Pipola, cui seguirà la degustazione delle mitiche fettuccine preparate dallo chef Sergio Peri di Alfredo alla Scrofa di Roma, lo storico ristorante da cui tutto ebbe inizio.
L’ingresso alle Terme per Food&Book è gratuito ma è obbligatoria la registrazione. Per evitare lunghe file è consigliato registrarsi sul sito www.foodandbook.it dove sono segnalati tutti gli eventi del festival. Per i partecipanti che ne faranno richiesta, sempre attraverso il sito, sono attive delle convenzioni con hotel e ristoranti della zona, oltre alla possibilità di visite turistiche personalizzate nella Montecatini Liberty. Alcuni pullman con partenze da Roma saranno messi a disposizione gratuitamente per il fine settimana (maggiori info su www.leggeretutti.net).
Food&Book è un’iniziativa organizzata dall’Associazione Leggere Tutti in collaborazione con Agra Editrice, Comune di Montecatini Terme, Terme di Montecatini Spa, Istituto Alberghiero di Montecatini Terme, Slow Food.
http://www.foodandbook.it - https://www.facebook.com/foodebook - https://twitter.com/FoodeBook
Eventi. Al via il Wine Summit di Bolzano con il convegno "Lo sviluppo della viticoltura in Alto Adige"
Si svolgerà oggi il convegno che darà il via alla prima edizione dell'Alto Adige Wine Summit in programma a Bolzano il 22 e 23 settembre che metterà in scena il meglio della produzione enologica della regione. In programma, anteprime, degustazioni guidate al buio, workshop e degustazioni verticali.
Saranno le straordinarie storie che si nascondono dietro il vino altoatesino il filo conduttore del Wine Summit, la nuova manifestazione dedicata al vino altoatesino, organizzata dal Consorzio Vini Alto Adige in occasione del decimo anniversario dalla sua fondazione insieme con IDM Alto Adige, che si terrà al Bolzano Meeting and Event Centre (MEC). Riflettori puntati quindi sulla vitivicoltura di una delle regioni più rappresentative del panorama vitivinicolo italiano con produzioni il cui denominatore comune è massima qualità e rispetto per l'ambiente. Oggi, pur rappresentando una piccola percentuale del totale nazionale, il vino del Südtirol è uno dei prodotti più apprezzati – a livello locale e internazionale – e più variegati del settore.
Nella giornata di oggi alle ore 17.00, prenderà il via la tavola rotonda “Lo sviluppo della viticoltura in Alto Adige”. Un convegno che vedrà tra gli altri partecipanti, Alois Lageder, uno dei pionieri della vitivinicoltura altoatesina. La sua azienda vitivinicola di Magrè, vanta una tradizione nel vino di quasi due secoli ed oggi sempre più affermato produttore modello di vini che nascono in totale armonia con la natura. Per Alois Lageder questa prima edizione dell’Alto Adige Wine Summit sarà l’occasione perfetta per presentare il suo “30 anni Löwengang Cabernet”, che, nella sua annata 2014 e come si evince dal nome stesso del vino, celebra un anniversario molto importante per la Tenuta.
Gli ospiti della kermesse – stampa, buyer e partner internazionali – lo potranno degustare a partire dall’“Anteprima” di venerdì 22 settembre insieme al 2015 Casòn Bianco Viognier–Petit Manseng e il 2014 Cor Römigberg Cabernet Sauvignon. “Löwengang” ricordo, è il nome della storica Tenuta di famiglia, da cui derivano i pregiati Chardonnay e Cabernet, base del successo che la griffe altoatesina ha ottenuto a livello internazionale negli ultimi trent’anni. Alcune delle viti da cui nasce il Löwengang Cabernet raggiungono un’età di 140 anni e sono annoverate fra le più antiche dell’Alto Adige. La storia iniziò con il conte Melchiori, allora proprietario del podere e del vigneto, che nel 1885 piantò delle barbatelle di Cabernet in diverse particelle del comune di Magrè. Per conservare intatto un patrimonio genetico così prezioso, la Tenuta Alois Lageder isolò per selezione massale nuove piantine, estendendo la superficie di questi vigneti. Con l’annata 2014, per la prima volta sono state selezionate e vinificate solo le viti di questo antico DNA, ottenendo un vero salto di qualità. Nella giornata di sabato il 30 anni Löwengang Cabernet sarà proposto anche al grande pubblico di “Wine Stories”, momento che accompagnerà i visitatori attraverso un percorso di degustazione alla scoperta delle sessantotto cantine presenti, dove i produttori si racconteranno con esperienze, scelte e storie delle proprie etichette.
Il vino e la sua storia, nella giornata di sabato, metterà in contatto poi i visitatori con le storie sul vino così come non sono ancora mai state raccontate. Un percorso espressamente allestito consentirà di conoscere i territori di produzione dell’Alto Adige, le varietà vinicole e il paesaggio vinicolo in tutta la sua varietà. Durante questo viaggio di scoperta entreranno in scena il vino e i suoi creatori. E non si tratta di un vino qualsiasi dell’assortimento dei complessivamente 68 produttori presenti, ma di una scelta che incarna la storia di successo della cantina o della tenuta ed è quindi in grado di esprimere un’immagine in parte anche assai personale.
Programma completo www.vinialtoadige.it
Saranno le straordinarie storie che si nascondono dietro il vino altoatesino il filo conduttore del Wine Summit, la nuova manifestazione dedicata al vino altoatesino, organizzata dal Consorzio Vini Alto Adige in occasione del decimo anniversario dalla sua fondazione insieme con IDM Alto Adige, che si terrà al Bolzano Meeting and Event Centre (MEC). Riflettori puntati quindi sulla vitivicoltura di una delle regioni più rappresentative del panorama vitivinicolo italiano con produzioni il cui denominatore comune è massima qualità e rispetto per l'ambiente. Oggi, pur rappresentando una piccola percentuale del totale nazionale, il vino del Südtirol è uno dei prodotti più apprezzati – a livello locale e internazionale – e più variegati del settore.
Nella giornata di oggi alle ore 17.00, prenderà il via la tavola rotonda “Lo sviluppo della viticoltura in Alto Adige”. Un convegno che vedrà tra gli altri partecipanti, Alois Lageder, uno dei pionieri della vitivinicoltura altoatesina. La sua azienda vitivinicola di Magrè, vanta una tradizione nel vino di quasi due secoli ed oggi sempre più affermato produttore modello di vini che nascono in totale armonia con la natura. Per Alois Lageder questa prima edizione dell’Alto Adige Wine Summit sarà l’occasione perfetta per presentare il suo “30 anni Löwengang Cabernet”, che, nella sua annata 2014 e come si evince dal nome stesso del vino, celebra un anniversario molto importante per la Tenuta.
Gli ospiti della kermesse – stampa, buyer e partner internazionali – lo potranno degustare a partire dall’“Anteprima” di venerdì 22 settembre insieme al 2015 Casòn Bianco Viognier–Petit Manseng e il 2014 Cor Römigberg Cabernet Sauvignon. “Löwengang” ricordo, è il nome della storica Tenuta di famiglia, da cui derivano i pregiati Chardonnay e Cabernet, base del successo che la griffe altoatesina ha ottenuto a livello internazionale negli ultimi trent’anni. Alcune delle viti da cui nasce il Löwengang Cabernet raggiungono un’età di 140 anni e sono annoverate fra le più antiche dell’Alto Adige. La storia iniziò con il conte Melchiori, allora proprietario del podere e del vigneto, che nel 1885 piantò delle barbatelle di Cabernet in diverse particelle del comune di Magrè. Per conservare intatto un patrimonio genetico così prezioso, la Tenuta Alois Lageder isolò per selezione massale nuove piantine, estendendo la superficie di questi vigneti. Con l’annata 2014, per la prima volta sono state selezionate e vinificate solo le viti di questo antico DNA, ottenendo un vero salto di qualità. Nella giornata di sabato il 30 anni Löwengang Cabernet sarà proposto anche al grande pubblico di “Wine Stories”, momento che accompagnerà i visitatori attraverso un percorso di degustazione alla scoperta delle sessantotto cantine presenti, dove i produttori si racconteranno con esperienze, scelte e storie delle proprie etichette.
Il vino e la sua storia, nella giornata di sabato, metterà in contatto poi i visitatori con le storie sul vino così come non sono ancora mai state raccontate. Un percorso espressamente allestito consentirà di conoscere i territori di produzione dell’Alto Adige, le varietà vinicole e il paesaggio vinicolo in tutta la sua varietà. Durante questo viaggio di scoperta entreranno in scena il vino e i suoi creatori. E non si tratta di un vino qualsiasi dell’assortimento dei complessivamente 68 produttori presenti, ma di una scelta che incarna la storia di successo della cantina o della tenuta ed è quindi in grado di esprimere un’immagine in parte anche assai personale.
Programma completo www.vinialtoadige.it
Eventi. Ad Alba ideale "via del vino", tutte le tipicità che firmano le colline di Langhe e Roero
Domenica 24 settembre 2017, torna la Festa del Vino. La XIX edizione della manifestazione che porta in scena, lungo tutto il centro storico della città, le espressioni vinicole più rappresentative del territorio di Langa e Roero.
Alba, nota come capitale delle langhe per la sua felice posizione nel cuore delle colline, oggi patrimonio Unesco, è un vero polo attrattivo dell’enogastronomia a livello internazionale che ogni anno richiama migliaia di turisti da tutto il mondo. Sarà il suo centro storico, la cornice ideale di uno degli appuntamenti più amati dal pubblico degli appassionati enoici, italiani ed esteri. L'iniziativa promossa da GoWine, nel tempo è diventata un format che, anche quest’anno, consentirà di percorrere l'itinerario da Piazza Risorgimento (Piazza Duomo) lungo tutta la “Via Maestra”, trasformando per un giorno, il centro in un’ideale ‘via del vino’.
La manifestazione coinvolge le realtà vinicole dei Comuni di Langa e Roero, mantenendo la sua connotazione di evento festoso, che richiama il tempo e il carattere gioioso della vendemmia, con la presenza delle realtà di promozione locale, delle cantine, delle botteghe del vino e delle associazione di produttori.
Dalle ore 14.00 alle ore 20.00 i produttori, organizzati attraverso i Comuni partecipanti, presenteranno in degustazione le loro produzioni e promuoveranno la loro realtà territoriale e le loro manifestazioni.
La disposizione dei banchi d’assaggio sarà organizzata per aree omogenee affinché i visitatori possano idealmente percorrere le varie aree di produzione. Dai celebri Barolo e Barbaresco, fiori all’occhiello del territorio, agli altri nobili vini delle Langhe e del Roero: il Nebbiolo d’Alba, il Roero, il Roero Arneis, la Barbera d’Alba, il Dolcetto d’Alba, di Diano e di Dogliani, e molti altri vini ancora.
Si annuncia un banco d’assaggio straordinario con oltre 700 etichette rappresentate: un’occasione straordinaria per conoscere nuovi e diversi prodotti, per assaporare il fascino di un percorso nel centro storico della città, conoscendo le tipicità che firmano le colline attorno ad Alba. Ogni visitatore potrà effettuare le degustazioni acquistando il calice e la taschina, con la possibilità poi di scegliere e confrontare i vini proposti in degustazione.
Ospite dell'edizione 2017 l'Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato.
I COMUNI DI LANGA E ROERO PROTAGONISTI DELL'EVENTO
ALBA: Langhe Arneis; Langhe Chardonnay; Langhe Favorita; Barbaresco; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Langhe Freisa; Nebbiolo d’Alba; Moscato d’Asti
BAROLO: Roero Arneis; Barbera d'Alba; Barolo; Langhe Nebbiolo; Langhe Riesling; Nebbiolo d'Alba; Birbet
CANALE: Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba; Roero; Passito
CASTELLINALDO: Langhe Favorita; Roero Arneis; Spumante da uve arneis; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo; Nebbiolo d’Alba; Roero; Spumante da uve nebbiolo; Grappa di Roero e Arneis
CASTIGLIONE FALLETTO: Barbera d’Alba; Barolo; Nebbiolo d’Alba
CASTIGLIONE TINELLA: Barbera d’Asti; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo; Moscato d’Asti
CISTERNA D’ASTI: Arneis Terre Alfieri; Barbera d’Asti; Cisterna d’Asti; Roero
DIANO D’ALBA: Dolcetto di Diano d’Alba
DOGLIANI: Dogliani
GOVONE: Arneis Terre Alfieri; Roero Arneis; Barbera d’Alba; Langhe Pinot Nero; Langhe Rosso; Nebbiolo d’Alba; Roero; Vino da uve stramature
GUARENE: Langhe Arneis; Langhe Favorita; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba
MAGLIANO ALFIERI: Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba
MANGO: Piemonte Chardonnay; Barbera d'Asti; Dolcetto d'Alba
MONFORTE D’ALBA: Langhe Sauvignon; Barbera d’Alba; Barolo; Dolcetto d'Alba; Langhe Nebbiolo
MONTALDO ROERO: Langhe Favorita; Roero Arneis; Barbera d'Alba; Langhe Dolcetto; Langhe Nebbiolo; Nebbiolo d'Alba; Roero; Nebbiolo Chinato
MONTELUPO ALBESE: Langhe Chardonnay; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Nebbiolo d’Alba;
MONTEU ROERO: Langhe Favorita; Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d'Alba; Roero; Birbet
NEIVE: Langhe Arneis; Barbaresco; Barbera d’Asti; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo
PRIOCCA: Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba; Roero
RODDI: Barbera d'Alba; Barolo; Verduno Pelaverga
RODDINO: Langhe Chardonnay; Langhe Favorita; Langhe Nascetta; Langhe Rossese; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo; Nebbiolo d’Alba
SANTO STEFANO BELBO: Langhe Arneis; Langhe Chardonnay; Langhe Nascetta; Barbera d'Asti; Piemonte Albarossa; Piemonte Pinot Nero; Moscato d'Asti; Piemonte Moscato Passito
SANTO STEFANO ROERO: Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba; Roero
TREISO: Barbaresco; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo
VERDUNO: Langhe Chardonnay; Langhe Favorita; Barbera d’Alba; Barolo; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo; Verduno Pelaverga
Info: GoWine
Alba, nota come capitale delle langhe per la sua felice posizione nel cuore delle colline, oggi patrimonio Unesco, è un vero polo attrattivo dell’enogastronomia a livello internazionale che ogni anno richiama migliaia di turisti da tutto il mondo. Sarà il suo centro storico, la cornice ideale di uno degli appuntamenti più amati dal pubblico degli appassionati enoici, italiani ed esteri. L'iniziativa promossa da GoWine, nel tempo è diventata un format che, anche quest’anno, consentirà di percorrere l'itinerario da Piazza Risorgimento (Piazza Duomo) lungo tutta la “Via Maestra”, trasformando per un giorno, il centro in un’ideale ‘via del vino’.
La manifestazione coinvolge le realtà vinicole dei Comuni di Langa e Roero, mantenendo la sua connotazione di evento festoso, che richiama il tempo e il carattere gioioso della vendemmia, con la presenza delle realtà di promozione locale, delle cantine, delle botteghe del vino e delle associazione di produttori.
Dalle ore 14.00 alle ore 20.00 i produttori, organizzati attraverso i Comuni partecipanti, presenteranno in degustazione le loro produzioni e promuoveranno la loro realtà territoriale e le loro manifestazioni.
La disposizione dei banchi d’assaggio sarà organizzata per aree omogenee affinché i visitatori possano idealmente percorrere le varie aree di produzione. Dai celebri Barolo e Barbaresco, fiori all’occhiello del territorio, agli altri nobili vini delle Langhe e del Roero: il Nebbiolo d’Alba, il Roero, il Roero Arneis, la Barbera d’Alba, il Dolcetto d’Alba, di Diano e di Dogliani, e molti altri vini ancora.
Si annuncia un banco d’assaggio straordinario con oltre 700 etichette rappresentate: un’occasione straordinaria per conoscere nuovi e diversi prodotti, per assaporare il fascino di un percorso nel centro storico della città, conoscendo le tipicità che firmano le colline attorno ad Alba. Ogni visitatore potrà effettuare le degustazioni acquistando il calice e la taschina, con la possibilità poi di scegliere e confrontare i vini proposti in degustazione.
Ospite dell'edizione 2017 l'Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato.
I COMUNI DI LANGA E ROERO PROTAGONISTI DELL'EVENTO
ALBA: Langhe Arneis; Langhe Chardonnay; Langhe Favorita; Barbaresco; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Langhe Freisa; Nebbiolo d’Alba; Moscato d’Asti
BAROLO: Roero Arneis; Barbera d'Alba; Barolo; Langhe Nebbiolo; Langhe Riesling; Nebbiolo d'Alba; Birbet
CANALE: Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba; Roero; Passito
CASTELLINALDO: Langhe Favorita; Roero Arneis; Spumante da uve arneis; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo; Nebbiolo d’Alba; Roero; Spumante da uve nebbiolo; Grappa di Roero e Arneis
CASTIGLIONE FALLETTO: Barbera d’Alba; Barolo; Nebbiolo d’Alba
CASTIGLIONE TINELLA: Barbera d’Asti; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo; Moscato d’Asti
CISTERNA D’ASTI: Arneis Terre Alfieri; Barbera d’Asti; Cisterna d’Asti; Roero
DIANO D’ALBA: Dolcetto di Diano d’Alba
DOGLIANI: Dogliani
GOVONE: Arneis Terre Alfieri; Roero Arneis; Barbera d’Alba; Langhe Pinot Nero; Langhe Rosso; Nebbiolo d’Alba; Roero; Vino da uve stramature
GUARENE: Langhe Arneis; Langhe Favorita; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba
MAGLIANO ALFIERI: Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba
MANGO: Piemonte Chardonnay; Barbera d'Asti; Dolcetto d'Alba
MONFORTE D’ALBA: Langhe Sauvignon; Barbera d’Alba; Barolo; Dolcetto d'Alba; Langhe Nebbiolo
MONTALDO ROERO: Langhe Favorita; Roero Arneis; Barbera d'Alba; Langhe Dolcetto; Langhe Nebbiolo; Nebbiolo d'Alba; Roero; Nebbiolo Chinato
MONTELUPO ALBESE: Langhe Chardonnay; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Nebbiolo d’Alba;
MONTEU ROERO: Langhe Favorita; Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d'Alba; Roero; Birbet
NEIVE: Langhe Arneis; Barbaresco; Barbera d’Asti; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo
PRIOCCA: Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba; Roero
RODDI: Barbera d'Alba; Barolo; Verduno Pelaverga
RODDINO: Langhe Chardonnay; Langhe Favorita; Langhe Nascetta; Langhe Rossese; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo; Nebbiolo d’Alba
SANTO STEFANO BELBO: Langhe Arneis; Langhe Chardonnay; Langhe Nascetta; Barbera d'Asti; Piemonte Albarossa; Piemonte Pinot Nero; Moscato d'Asti; Piemonte Moscato Passito
SANTO STEFANO ROERO: Roero Arneis; Barbera d’Alba; Nebbiolo d’Alba; Roero
TREISO: Barbaresco; Barbera d’Alba; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo
VERDUNO: Langhe Chardonnay; Langhe Favorita; Barbera d’Alba; Barolo; Dolcetto d’Alba; Langhe Nebbiolo; Verduno Pelaverga
Info: GoWine
mercoledì 20 settembre 2017
The Winesider Best Italian Wine Awards 2017. Ecco tutti i premiati
Si è svolta a Milano la grande kermesse dedicata al vino italiano che premia le 50 migliori etichette con l'obbiettivo di mettere in luce e raccontare alla e raccontare alla stampa nazionale ed internazionale le eccellenze italiane del settore vitivinicolo. La classifica inserita in Wine-Searcher.
La giuria internazionale
I giurati arrivano da quattro Paesi di riferimento per il vino italiano: Kenichi Ohashi (Giappone) l’unico Master of Wine giapponese, Sake Expert Assessor e Master Of Sake, Amaya Cervera (Spagna) fondatrice del sito internet spanishwinelover.com e wine journalist con un’esperienza di oltre 15 anni, Christy Canterbury (Stati Uniti), giornalista, giudice, formatrice e Master of Wine e Tim Atkin (Inghilterra) Wine Writer tra i più premiati al mondo e Master of Wine con più di 25 anni di esperienza.
Wine-Searcher
Si tratta della sesta edizione per l’evento inserito nel 2016 da Wine-Searcher - il più grande database e motore di ricerca dedicato al vino nonché lo strumento maggiormente utilizzato al mondo per le quotazioni delle bottiglie - fra i premi e i concorsi di maggior rilievo del settore a livello mondiale.
The Winesider
Dal 2016 BIWA, il premio che ogni anno punta a valorizzare le eccellenze italiane e a raccontare la passione, la dedizione e il duro lavoro che stanno dietro a ogni etichetta premiata, è organizzato in main partnership con The Winesider, l’innovativa piattaforma per la gestione della cantina dei ristoranti di qualità creata da Gianni Miscioscia e dal figlio Giacomo. Modernità e tecnologia in supporto alla qualità garantita da un’attenta selezione delle referenze che raccontano le migliori realtà italiane nel mondo del vino sono i valori che accomunano BIWA e The Winesider.
PREMIO AZIENDA E TRADIZIONE
POLIZIANO - TOSCANA
Per quella cantina che ha saputo, vendemmia dopo vendemmia, preservare e rilanciare
le tradizioni enologiche del proprio territorio.
PREMIO VINO PROMESSA
I SABBIONI - ROMAGNA SANGIOVESE ORIOLO 2016 - EMILIA ROMAGNA
Un’etichetta da poco arrivata sul mercato o recentemente riscoperta che si prepara
ad entrare nel pantheon dei grandi vini italiani.
PREMIO VINO DA UVE AUTOCTONE ROSSE
ORLANDO ABRIGO - BARBERA D’ALBA MERVISANO 2012 - PIEMONTE
Per quell’etichetta che continua a portare avanti il messaggio enologico del proprio territorio
attraverso l’utilizzo di una o più varietà autoctone a bacca rossa.
PREMIO VINO DA UVE AUTOCTONE BIANCHE
BROGLIA - GAVI VECCHIA ANNATA 2009 - PIEMONTE
Per quell’etichetta che continua a portare avanti il messaggio enologico del proprio territorio
attraverso l’utilizzo di una o più varietà autoctone a bacca bianca.
Semplice ma sanguigno, schietto ma di carattere. È il vino pop, il giusto mix tra genuinità e originalità.
PREMIO MIGLIOR SOMMELIER
ILARIO PERROT - SETA MANDARIN ORIENTAL MILANO
Classe, eleganza e professionalità. Le autentiche e imprescindibili credenziali di un ambasciatore
del vino italiano nella ristorazione italiana di eccellenza.
PREMIO ALFIERE DEL TERRITORIO
SALVATERRA -VENETO
Per quell’azienda che riesce a mostrare le potenzialità di un territorio nel suo complesso.
I 50 premiati
1) Oreno 2015 Tenuta Sette Ponti - Toscana
2) Terlaner Rarity 1991 Cantina Terlano Alto Adige
3) Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Trentodoc 2006 Ferrari F.lli Lunelli - Trentino
4) Barolo Ravera 2013 - Elvio Cogno - Piemonte
5) Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2012 - Casanova di Neri - Toscana
6) Valtellina Superiore Rocce Rosse Sassella Riserva 2007 - AR.PE.PE. - Lombardia
7) Bolgheri Sassicaia 2014 - Tenuta San Guido - Toscana
8) Gewürztraminer Epokale Spätlese 2009 - Tramin - Alto Adige
9) Trebbiano d’Abruzzo 2013 - Valentini - Abruzzo
10) Barolo Monprivato 2012 Giuseppe Mascarello e figlio - Piemonte
11) Brunello di Montalcino Poggio di Sotto Riserva 2011 - Poggio di Sotto- Toscana
12) Furore Bianco Fiorduva 2015 - Cantine Marisa Cuomo - Campania
13) Vin Santo di Vigoleno 2007 - Alberto Lusignani - Emilia Romagna
14) Vecchio Samperi - Marco de Bartoli - Sicilia
15) Brunello di Montalcino Pianrosso 2012 - Ciacci Piccolomini d’Aragona - Toscana
16) Brunello di Montalcino 2012 - Biondi Santi - Toscana
17) Il Caberlot 2014 - Podere il Carnasciale - Toscana
18) Vernaccia di Oristano Riserva 1991 - Azienda Vinicola Attilio Contini - Sardegna
19) Barolo Monvigliero 2013 - Comm. G.B. Burlotto - Piemonte
20) Barolo Ciabot Tanasio 2013 - Francesco Sobrero - Piemonte
21) Barolo Parussi 2013 - Massolino Vigna Rionda - Piemonte
22) Taurasi Riserva Vigna Quintodecimo 2012 - Quintodecimo - Campania
23) Barolo Margheria 2013 - Azelia - Piemonte
24) Mossone 2015 - Santa Barbara - Marche
25) Brunello di Montalcino Riserva 2011 - Le Potazzine - Toscana
26) Morellino di Scansano Riserva Calestaia 2011 - Roccapesta - Toscana
27) Gattinara Pietro 2013 - Paride Iaretti - Piemonte
28) Montevetrano 2015 - Montevetrano - Campania
29) Nathan 2014 - Ermes Pavese - Valle d’Aosta
30) Barolo Parafada 2013 - Palladino - Piemonte
31) Barbaresco Rabajà 2014 - Giuseppe Cortese - Piemonte
32) Barolo Bricco delle Viole 2013 - Mario Marengo - Piemonte
33) Barolo Gramolere 2013 - Fratelli Alessandria - Piemonte
34) Brunello di Montalcino 2012 - Col d’Orcia - Toscana
35) Arcurìa Etna Rosso 2014 - Graci - Sicilia
36) Barolo Vigna Rionda Ester Canale 2013 - Giovanni Rosso - Piemonte
37) Faro 2012 - Azienda Agricola Palari - Sicilia
38) Barbaresco Pora 2014 - Musso - Piemonte
39) Romagna Sangiovese Riserva Vigna 1922 2013 - Torre San Martino - Emilia Romagna
40) San Leonardo 2011 - Tenuta San Leonardo - Trentino
41) Turriga 2013 - Argiolas - Sardegna
42) Amarone della Valpolicella Ca’ del Lupo 2013 - Azienda Agricola Rizzi Luigino e Claudio - Veneto
43) Franciacorta Cabochon Brut 2012 - Monte Rossa - Lombardia
44) Private Cuvée Andreas Huber 2015 - Pacher Hof - Alto Adige
45) Amarone della Valpolicella Classico Riserva La Mattonara 2006 Zýmē - Veneto
46) Franciacorta Berlucchi Palazzo Lana Riserva Satèn 2008 - Guido Berlucchi - Lombardia
47) Malvasia 2015 - Skerk - Friuli Venezia Giulia
48) Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2015 - Pievalta - Marche
49) Vintage Tunina 2015 - Jermann - Friuli Venezia Giulia
50) Kamen Pietra 2015 - Azienda Agricola Zidarich - Friuli Venezia Giulia
SITO WEB www.biwawards.it
FACEBOOK BIWA - Best Italian Wine Awards
TWITTER @biwawards #TWSBIWA2017
Una classifica dei migliori 50 vini selezionata da una giuria internazionale composta da alcuni dei migliori palati provenienti da 5 Paesi diversi. Undici massimi esperti hanno degustato alla cieca, votato e classificato oltre 350 etichette provenienti da tutta Italia per scegliere le 50 che sono entrate a far parte della classifica 2017 di The Winesider Best Italian Wine Awards.
La giuria internazionale
I giurati arrivano da quattro Paesi di riferimento per il vino italiano: Kenichi Ohashi (Giappone) l’unico Master of Wine giapponese, Sake Expert Assessor e Master Of Sake, Amaya Cervera (Spagna) fondatrice del sito internet spanishwinelover.com e wine journalist con un’esperienza di oltre 15 anni, Christy Canterbury (Stati Uniti), giornalista, giudice, formatrice e Master of Wine e Tim Atkin (Inghilterra) Wine Writer tra i più premiati al mondo e Master of Wine con più di 25 anni di esperienza.
Wine-Searcher
Si tratta della sesta edizione per l’evento inserito nel 2016 da Wine-Searcher - il più grande database e motore di ricerca dedicato al vino nonché lo strumento maggiormente utilizzato al mondo per le quotazioni delle bottiglie - fra i premi e i concorsi di maggior rilievo del settore a livello mondiale.
The Winesider
Dal 2016 BIWA, il premio che ogni anno punta a valorizzare le eccellenze italiane e a raccontare la passione, la dedizione e il duro lavoro che stanno dietro a ogni etichetta premiata, è organizzato in main partnership con The Winesider, l’innovativa piattaforma per la gestione della cantina dei ristoranti di qualità creata da Gianni Miscioscia e dal figlio Giacomo. Modernità e tecnologia in supporto alla qualità garantita da un’attenta selezione delle referenze che raccontano le migliori realtà italiane nel mondo del vino sono i valori che accomunano BIWA e The Winesider.
PREMIO AZIENDA E TRADIZIONE
POLIZIANO - TOSCANA
Per quella cantina che ha saputo, vendemmia dopo vendemmia, preservare e rilanciare
le tradizioni enologiche del proprio territorio.
PREMIO VINO PROMESSA
I SABBIONI - ROMAGNA SANGIOVESE ORIOLO 2016 - EMILIA ROMAGNA
Un’etichetta da poco arrivata sul mercato o recentemente riscoperta che si prepara
ad entrare nel pantheon dei grandi vini italiani.
PREMIO VINO DA UVE AUTOCTONE ROSSE
ORLANDO ABRIGO - BARBERA D’ALBA MERVISANO 2012 - PIEMONTE
Per quell’etichetta che continua a portare avanti il messaggio enologico del proprio territorio
attraverso l’utilizzo di una o più varietà autoctone a bacca rossa.
PREMIO VINO DA UVE AUTOCTONE BIANCHE
BROGLIA - GAVI VECCHIA ANNATA 2009 - PIEMONTE
Per quell’etichetta che continua a portare avanti il messaggio enologico del proprio territorio
attraverso l’utilizzo di una o più varietà autoctone a bacca bianca.
PREMIO VINO POP
ZUCCHI - LAMBRUSCO DI SORBARA RITO 2016 - EMILIA ROMAGNASemplice ma sanguigno, schietto ma di carattere. È il vino pop, il giusto mix tra genuinità e originalità.
PREMIO MIGLIOR SOMMELIER
ILARIO PERROT - SETA MANDARIN ORIENTAL MILANO
Classe, eleganza e professionalità. Le autentiche e imprescindibili credenziali di un ambasciatore
del vino italiano nella ristorazione italiana di eccellenza.
PREMIO ALFIERE DEL TERRITORIO
SALVATERRA -VENETO
Per quell’azienda che riesce a mostrare le potenzialità di un territorio nel suo complesso.
I 50 premiati
1) Oreno 2015 Tenuta Sette Ponti - Toscana
2) Terlaner Rarity 1991 Cantina Terlano Alto Adige
3) Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Trentodoc 2006 Ferrari F.lli Lunelli - Trentino
4) Barolo Ravera 2013 - Elvio Cogno - Piemonte
5) Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2012 - Casanova di Neri - Toscana
6) Valtellina Superiore Rocce Rosse Sassella Riserva 2007 - AR.PE.PE. - Lombardia
7) Bolgheri Sassicaia 2014 - Tenuta San Guido - Toscana
8) Gewürztraminer Epokale Spätlese 2009 - Tramin - Alto Adige
9) Trebbiano d’Abruzzo 2013 - Valentini - Abruzzo
10) Barolo Monprivato 2012 Giuseppe Mascarello e figlio - Piemonte
11) Brunello di Montalcino Poggio di Sotto Riserva 2011 - Poggio di Sotto- Toscana
12) Furore Bianco Fiorduva 2015 - Cantine Marisa Cuomo - Campania
13) Vin Santo di Vigoleno 2007 - Alberto Lusignani - Emilia Romagna
14) Vecchio Samperi - Marco de Bartoli - Sicilia
15) Brunello di Montalcino Pianrosso 2012 - Ciacci Piccolomini d’Aragona - Toscana
16) Brunello di Montalcino 2012 - Biondi Santi - Toscana
17) Il Caberlot 2014 - Podere il Carnasciale - Toscana
18) Vernaccia di Oristano Riserva 1991 - Azienda Vinicola Attilio Contini - Sardegna
19) Barolo Monvigliero 2013 - Comm. G.B. Burlotto - Piemonte
20) Barolo Ciabot Tanasio 2013 - Francesco Sobrero - Piemonte
21) Barolo Parussi 2013 - Massolino Vigna Rionda - Piemonte
22) Taurasi Riserva Vigna Quintodecimo 2012 - Quintodecimo - Campania
23) Barolo Margheria 2013 - Azelia - Piemonte
24) Mossone 2015 - Santa Barbara - Marche
25) Brunello di Montalcino Riserva 2011 - Le Potazzine - Toscana
26) Morellino di Scansano Riserva Calestaia 2011 - Roccapesta - Toscana
27) Gattinara Pietro 2013 - Paride Iaretti - Piemonte
28) Montevetrano 2015 - Montevetrano - Campania
29) Nathan 2014 - Ermes Pavese - Valle d’Aosta
30) Barolo Parafada 2013 - Palladino - Piemonte
31) Barbaresco Rabajà 2014 - Giuseppe Cortese - Piemonte
32) Barolo Bricco delle Viole 2013 - Mario Marengo - Piemonte
33) Barolo Gramolere 2013 - Fratelli Alessandria - Piemonte
34) Brunello di Montalcino 2012 - Col d’Orcia - Toscana
35) Arcurìa Etna Rosso 2014 - Graci - Sicilia
36) Barolo Vigna Rionda Ester Canale 2013 - Giovanni Rosso - Piemonte
37) Faro 2012 - Azienda Agricola Palari - Sicilia
38) Barbaresco Pora 2014 - Musso - Piemonte
39) Romagna Sangiovese Riserva Vigna 1922 2013 - Torre San Martino - Emilia Romagna
40) San Leonardo 2011 - Tenuta San Leonardo - Trentino
41) Turriga 2013 - Argiolas - Sardegna
42) Amarone della Valpolicella Ca’ del Lupo 2013 - Azienda Agricola Rizzi Luigino e Claudio - Veneto
43) Franciacorta Cabochon Brut 2012 - Monte Rossa - Lombardia
44) Private Cuvée Andreas Huber 2015 - Pacher Hof - Alto Adige
45) Amarone della Valpolicella Classico Riserva La Mattonara 2006 Zýmē - Veneto
46) Franciacorta Berlucchi Palazzo Lana Riserva Satèn 2008 - Guido Berlucchi - Lombardia
47) Malvasia 2015 - Skerk - Friuli Venezia Giulia
48) Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva San Paolo 2015 - Pievalta - Marche
49) Vintage Tunina 2015 - Jermann - Friuli Venezia Giulia
50) Kamen Pietra 2015 - Azienda Agricola Zidarich - Friuli Venezia Giulia
SITO WEB www.biwawards.it
FACEBOOK BIWA - Best Italian Wine Awards
TWITTER @biwawards #TWSBIWA2017
Vino&Mercati. Le aziende IGM pronte al debutto in Svizzera
Evento istituzionale a Zurigo per l'Istituto Grandi Marchi per valorizzare le diversità vitivinicole regionali e presidiare il posizionamento di pregio del prodotto italiano.
E’ Zurigo la città prescelta dall’Istituto del Vino Italiano di Qualità - Grandi Marchi per il suo evento istituzionale annuale. L’evento, che avrà luogo lunedì 25 settembre al Park Hyatt, è organizzato in collaborazione con la celebre rivista di settore Vinum e prevede una giornata dedicata alla presentazione delle punte di diamante del Made in Italy del vino.
Per l’Italia, il mercato svizzero è in crescita costante negli ultimi anni con un valore di oltre 550.000 euro, secondo i più recenti dati Wine Monitor. D’altro canto, l’Italia detiene il primo posto in termini di importazioni in Svizzera con il 36,5%, seguita dalla Francia (con il 31,1%).
La posizione dell’Italia in Svizzera è pertanto consolidata, ma la competizione resta accesa, dunque, secondo il presidente dell’Istituto, è opportuno mantenere un legame solido attraverso azioni mirate e specifici programmi di informazione e divulgazione.
Il programma si articola in tre momenti principali: una Masterclass guidata da Christian Eder, giornalista esperto e da anni corrispondente per l’Italia della pubblicazione svizzera, due momenti di degustazione – una riservata ai media e professionisti di settore, l’altra ai winelover, e infine una cena con abbinamenti esclusivi. Una giornata intensa che rappresenta un’occasione unica per scoprire o approfondire la conoscenza della vitivinicultura di qualità del nostro paese e per confrontarsi direttamente con i produttori che saranno tutti presenti all’evento.
“E’ la prima volta che IGM organizza un evento in Svizzera e l’attesa è fervida. Per il vino italiano di qualità, la Svizzera rappresenta da sempre un mercato strategico grazie ai suoi consumatori consapevoli, evoluti e pronti a recepire i messaggi che le aziende di IGM incorporano e diffondono” afferma Piero Mastroberardino, presidente dell’Istituto. “Per le nostre aziende la Svizzera è una destinazione di primaria importanza, il quinto paese dopo USA, Germania, UK e Canada. L’obiettivo della missione è di presidiare il posizionamento di pregio del prodotto italiano e valorizzare le diversità regionali puntando a un pubblico ampio: non soltanto gli addetti ai lavori, ma anche gli appassionati”.
L’Istituto del Vino di Qualità – Grandi Marchi, nasce nel 2004 dall’intuizione di un gruppo di produttori storici del Belpaese: formare una compagine di aziende vitivinicole particolarmente affini fra loro per caratteristiche interne, storia, tradizioni e comunione di intenti, al fine di promuovere la viticoltura e il vino di qualità, diffondendo e sostenendo la cultura enologica italiana, soprattutto oltreconfine.
Le 19 aziende riunite intorno al progetto rappresentano l’eccellenza delle espressioni vinicole regionali del nostro paese che, con i suoi 642.000 ettari di vigneto, la sua incredibile varietà di contesti pedoclimatici e una vendemmia che va da fine luglio a fine novembre, è in grado di offrire vini con caratteristiche uniche ed eterogenee. Un’alleanza in cui ciascuna azienda, senza rinunciare alle proprie peculiarità, pone a disposizione del gruppo elementi convergenti verso finalità comuni, con l’intento dichiarato di generare valore per l’intero comparto.
Da allora, l’Istituto, che esprime il 7% dell’export vinicolo nazionale e vanta ben 12 regioni rappresentate, ha portato i suoi vini a visitare quasi tutto il mondo: ha toccato 23 Paesi vicini e lontani, è stato 63 volte in Russia, 42 volte negli Stati Uniti, 31 volte in Giappone, 29 in Canada e 28 in Cina per un totale complessivo di oltre 330 eventi e 62.000 operatori incontrati. E ha stretto rapporti duraturi con organi e istituzioni nazionali e internazionali, incluso l’Institute of Masters of Wine, l'associazione più esclusiva di esperti di vino esistente al mondo, portandola finalmente in Italia a celebrare il suo 8° Simposio.
E’ Zurigo la città prescelta dall’Istituto del Vino Italiano di Qualità - Grandi Marchi per il suo evento istituzionale annuale. L’evento, che avrà luogo lunedì 25 settembre al Park Hyatt, è organizzato in collaborazione con la celebre rivista di settore Vinum e prevede una giornata dedicata alla presentazione delle punte di diamante del Made in Italy del vino.
Per l’Italia, il mercato svizzero è in crescita costante negli ultimi anni con un valore di oltre 550.000 euro, secondo i più recenti dati Wine Monitor. D’altro canto, l’Italia detiene il primo posto in termini di importazioni in Svizzera con il 36,5%, seguita dalla Francia (con il 31,1%).
La posizione dell’Italia in Svizzera è pertanto consolidata, ma la competizione resta accesa, dunque, secondo il presidente dell’Istituto, è opportuno mantenere un legame solido attraverso azioni mirate e specifici programmi di informazione e divulgazione.
Il programma si articola in tre momenti principali: una Masterclass guidata da Christian Eder, giornalista esperto e da anni corrispondente per l’Italia della pubblicazione svizzera, due momenti di degustazione – una riservata ai media e professionisti di settore, l’altra ai winelover, e infine una cena con abbinamenti esclusivi. Una giornata intensa che rappresenta un’occasione unica per scoprire o approfondire la conoscenza della vitivinicultura di qualità del nostro paese e per confrontarsi direttamente con i produttori che saranno tutti presenti all’evento.
“E’ la prima volta che IGM organizza un evento in Svizzera e l’attesa è fervida. Per il vino italiano di qualità, la Svizzera rappresenta da sempre un mercato strategico grazie ai suoi consumatori consapevoli, evoluti e pronti a recepire i messaggi che le aziende di IGM incorporano e diffondono” afferma Piero Mastroberardino, presidente dell’Istituto. “Per le nostre aziende la Svizzera è una destinazione di primaria importanza, il quinto paese dopo USA, Germania, UK e Canada. L’obiettivo della missione è di presidiare il posizionamento di pregio del prodotto italiano e valorizzare le diversità regionali puntando a un pubblico ampio: non soltanto gli addetti ai lavori, ma anche gli appassionati”.
L’Istituto del Vino di Qualità – Grandi Marchi, nasce nel 2004 dall’intuizione di un gruppo di produttori storici del Belpaese: formare una compagine di aziende vitivinicole particolarmente affini fra loro per caratteristiche interne, storia, tradizioni e comunione di intenti, al fine di promuovere la viticoltura e il vino di qualità, diffondendo e sostenendo la cultura enologica italiana, soprattutto oltreconfine.
Le 19 aziende riunite intorno al progetto rappresentano l’eccellenza delle espressioni vinicole regionali del nostro paese che, con i suoi 642.000 ettari di vigneto, la sua incredibile varietà di contesti pedoclimatici e una vendemmia che va da fine luglio a fine novembre, è in grado di offrire vini con caratteristiche uniche ed eterogenee. Un’alleanza in cui ciascuna azienda, senza rinunciare alle proprie peculiarità, pone a disposizione del gruppo elementi convergenti verso finalità comuni, con l’intento dichiarato di generare valore per l’intero comparto.
Da allora, l’Istituto, che esprime il 7% dell’export vinicolo nazionale e vanta ben 12 regioni rappresentate, ha portato i suoi vini a visitare quasi tutto il mondo: ha toccato 23 Paesi vicini e lontani, è stato 63 volte in Russia, 42 volte negli Stati Uniti, 31 volte in Giappone, 29 in Canada e 28 in Cina per un totale complessivo di oltre 330 eventi e 62.000 operatori incontrati. E ha stretto rapporti duraturi con organi e istituzioni nazionali e internazionali, incluso l’Institute of Masters of Wine, l'associazione più esclusiva di esperti di vino esistente al mondo, portandola finalmente in Italia a celebrare il suo 8° Simposio.
Vendemmia 2017. Con uve sane e ottimo grado zuccherino, si annuncia un ottima annata per il Primitivo di Manduria
La raccolta per la grande denominazione pugliese si mantiene sulla stima dello scorso anno (20milioni di litri). Il calo delle rese è stato contenuto con un aumento di superficie dei vigneti a Doc. E sul fronte della contraffazione il Consorzio ottiene il blocco per prodotti ingannevoli in Cile, Spagna e Italia.
La vendemmia 2017 del Primitivo di Manduria si è conclusa confermando i pronostici: qualità eccellente con uve sane e grado zuccherino al punto giusto. La prospettiva favorevole era infatti stata preannunciata durante il monitoraggio e le analisi della fase di maturazione delle uve ed espressa dai vertici del Consorzio di Tutela prima ancora di tagliare i primi grappoli.
Ultimi giorni di raccolta per le uve della Doc, ha dichiarato Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria. Considerati i vari fattori, la previsione della vendemmia di quest’anno è paragonabile nelle quantità alla scorsa campagna. È da registrare un calo delle rese in campo, legato sia ad una minor carico dei vigneti sin dalla fioritura, sia a due settimane di caldo intensissimo verso la fine luglio. Molti agricoltori hanno quindi preferito dedicarsi alla produzione a Doc rispettando chiaramente i parametri qualitativi e la composizione ampelografica prevista dal disciplinare.
Il calo, ha spiegato il Presidente, è stato quindi contenuto grazie ai nuovi impianti che hanno permesso un aumento di superficie dei vigneti a Doc. Il prodotto dal punto di vista organolettico è perfetto: uve senza muffa e maturazione con grado zuccherino ottimale. Il 2017 sarà ricordato come l’anno del caldo record (in Puglia si sono toccati anche 45°) e assenza di piogge, ma il vento di tramontana, una gestione oculata delle risorse idriche e la provvidenziale capacità di adattamento e resistenza alle alte temperatura della varietà Primitivo ha permesso di conservare bene lo stato dei grappoli. Una minor produzione si è registrata per le uve destinate alla Docg perché il grado zuccherino non si è presentato cosi elevato per il Dolce Naturale.
Proprio perché è così amato all’estero anche per il suo straordinario appeal, ha continuato Erario, il Primitivo di Manduria è il prodotto sul quale maggiormente si possono concentrare fenomeni di imitazione. Una situazione alla quale il Consorzio ha risposto, negli ultimi due anni, con una controffensiva senza precedenti in termini di vigilanza e tutela. Sono state messe in atto una ventina di azioni di contrasto in sede stragiudiziale e le denunce stanno portando a interventi d’ufficio da parte delle autorità competenti nei Paesi mondiali. Attualmente in Cile, in Spagna e anche in Italia, la vigilanza e la tutela del Consorzio ha bloccato la commercializzazione di falsi e ingannevoli marchi di Primitivo di Manduria. Con il riconoscimento Erga Omnes per la DOC il Consorzio sta agendo non più nell’interesse dei soli soci, ma di tutti coloro che producono, trasformano ed imbottigliano il Primitivo di Manduria sul territorio nazionale. Sono state implementate le funzioni di tutela, di promozione, e, con i nuovi fondi, si è aggiunto un compito importante, quello di vigilanza. Le misure di intervento, ha concluso Erario, sono attive costantemente non solo per difendere i produttori ma anche i consumatori. Un risultato che è frutto di una crescita culturale e di un’attenzione sempre crescente alla tutela dell’unicità e tipicità che distingue la produzione di questa denominazione. Sono previsti venti milioni di litri per questa vendemmia, una cifra che permetterà di produrre circa 25 milioni bottiglie destinate soprattutto ai mercati esteri come Messico, Sud Est Asiatico, Europa, Cina, Russia e Brasile, Uk, Belgio, Olanda e Germania.
Ultimi giorni di raccolta per le uve della Doc, ha dichiarato Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria. Considerati i vari fattori, la previsione della vendemmia di quest’anno è paragonabile nelle quantità alla scorsa campagna. È da registrare un calo delle rese in campo, legato sia ad una minor carico dei vigneti sin dalla fioritura, sia a due settimane di caldo intensissimo verso la fine luglio. Molti agricoltori hanno quindi preferito dedicarsi alla produzione a Doc rispettando chiaramente i parametri qualitativi e la composizione ampelografica prevista dal disciplinare.
Il calo, ha spiegato il Presidente, è stato quindi contenuto grazie ai nuovi impianti che hanno permesso un aumento di superficie dei vigneti a Doc. Il prodotto dal punto di vista organolettico è perfetto: uve senza muffa e maturazione con grado zuccherino ottimale. Il 2017 sarà ricordato come l’anno del caldo record (in Puglia si sono toccati anche 45°) e assenza di piogge, ma il vento di tramontana, una gestione oculata delle risorse idriche e la provvidenziale capacità di adattamento e resistenza alle alte temperatura della varietà Primitivo ha permesso di conservare bene lo stato dei grappoli. Una minor produzione si è registrata per le uve destinate alla Docg perché il grado zuccherino non si è presentato cosi elevato per il Dolce Naturale.
Proprio perché è così amato all’estero anche per il suo straordinario appeal, ha continuato Erario, il Primitivo di Manduria è il prodotto sul quale maggiormente si possono concentrare fenomeni di imitazione. Una situazione alla quale il Consorzio ha risposto, negli ultimi due anni, con una controffensiva senza precedenti in termini di vigilanza e tutela. Sono state messe in atto una ventina di azioni di contrasto in sede stragiudiziale e le denunce stanno portando a interventi d’ufficio da parte delle autorità competenti nei Paesi mondiali. Attualmente in Cile, in Spagna e anche in Italia, la vigilanza e la tutela del Consorzio ha bloccato la commercializzazione di falsi e ingannevoli marchi di Primitivo di Manduria. Con il riconoscimento Erga Omnes per la DOC il Consorzio sta agendo non più nell’interesse dei soli soci, ma di tutti coloro che producono, trasformano ed imbottigliano il Primitivo di Manduria sul territorio nazionale. Sono state implementate le funzioni di tutela, di promozione, e, con i nuovi fondi, si è aggiunto un compito importante, quello di vigilanza. Le misure di intervento, ha concluso Erario, sono attive costantemente non solo per difendere i produttori ma anche i consumatori. Un risultato che è frutto di una crescita culturale e di un’attenzione sempre crescente alla tutela dell’unicità e tipicità che distingue la produzione di questa denominazione. Sono previsti venti milioni di litri per questa vendemmia, una cifra che permetterà di produrre circa 25 milioni bottiglie destinate soprattutto ai mercati esteri come Messico, Sud Est Asiatico, Europa, Cina, Russia e Brasile, Uk, Belgio, Olanda e Germania.
Iscriviti a:
Post (Atom)