giovedì 28 febbraio 2013

Radicchio, il Fiore d’Inverno



Radicchio, il Fiore d’Inverno




Che i prodotti della terra siano ormai elementi base per il wellness, dal vino al latte, al caffè, è noto, e sono celebri anche le loro proprietà anti-aging e non solo e a questi si aggiunge il Radicchio Rosso di Treviso Igp che svela il suo lato più beauty e diventa l’ingrediente perfetto per un infuso dalle spiccate proprietà salutistiche, ma la cui ricetta resta un segreto, grazie al progetto “Radicchio Rosso di Treviso Igp - Il Gusto lungo le Rotte delle Repubbliche Marinare” ed alla ricerca per una “Nuova Cucina Mediterranea”.





Così, gli chef del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana, si sono sbizzarriti alla ricerca di soluzioni innovative con cui interpretare le due famose cicorie, tanto belle da essere chiamate il “Fiore d’Inverno” e la “Rosa di Castelfranco”. Appuntamento, allora, oggi 28 febbraio, a Roma, alla scoperta di tutte le sfaccettature del Radicchio di Treviso.

Il radicchio é ricco di antiossidanti che frenano i processi di invecchiamento cellulare antinfiammatorio ed é indicato a chi ha problemi cutanei (foruncoli, piaghe), artrite e reumatismi. Ha un contenuto calorico basso (per il 92-94% é composto di acqua) ed é ricco di vitamina A, B1 e B2. 

Da recenti studi svolti all’Università di Urbino sembra che il radicchio rosso contenga molte più sostanze antiossidanti rispetto ad alimenti più famosi per questa proprietà come mirtilli e uva passa; grazie a questa sua caratteristica il radicchio rosso ha la proprietà di rallentare l’invecchiamento cellulare e di prevenire l’insorgere di alcuni tipi di tumore, soprattutto a livello intestinale. Non solo. Anche la pelle trae benefici dalla presenza di sostanze antiossidanti mantenendosi giovane più a lungo; gli antiossidanti apportano benefici anche in quei soggetti che soffrono di artrite e reumatismi.

Il radicchio è un ortaggio con buone proprietà benefiche per la salute del nostro organismo: ha innanzitutto proprietà depurative e, grazie all’alto contenuto di acqua, la presenza di fibre e principi amari, favorisce la digestione ed il buon funzionamento dell’intestino; grazie al suo basso apporto calorico il radicchio è un alimento molto indicato anche per le diete ed i regimi alimentari controllati. 

Il calcio ed il ferro presenti nel radicchio rosso sono in grado di favorire il metabolismo delle ossa rendendole più forti; gli antociani presenti nel radicchio rosso hanno proprietà preventive nei confronti delle malattie cardiovascolari, mentre, il triptofano, apporta benefici al sistema nervoso contrastando i disturbi legati all’insonnia.

Propongo questa ricetta che ben si presta ad esaltare il gusto del Radicchio:

mercoledì 27 febbraio 2013

Il Coda di Volpe di Cantina Giardino

Cantina Giardino: naturalmente Pasky

Ci capita sempre più spesso, in questi ultimi anni, di venire a conoscenza di nuove ri-scoperte in campo viticolo. Vitigni dimenticati che tornano a nuova luce dalle mani sapienti di qualche viticoltore illuminato che ne valorizza le qualità, esaltandone l'espressione territoriale.

Siamo in Campania, e questo è il caso del Coda di Volpe, un vitigno che è sempre stato presente nel vigneto contadino, la cui uva veniva utilizzata per riequilibrare l’acidità eccessiva della Falanghina sul Vesuvio, del Fiano e del Greco di Tufo in Irpinia.

Alla fine degli anni ’80 due signori a nome di Antonio Troisi dell’azienda Vadiaperti e Mimmo Ocone - nell’ambito di un processo di valorizzazione della tipicità varietale delle uve e dei vini legata al territorio - individuarono nella “cultivar” Coda di Volpe, particolarmente diffusa nella provincia di Avellino, non più un uva da taglio, come prevede il disciplinare di produzione del Greco di Tufo, ma un uva da cui ottenere un vino ad Indicazione Geografica Tipica, degno di avere una bottiglia ed un etichetta proprie.

Questi due signori, dicevo, da considerare veri e propri pionieri, diedero così al Coda di Volpe l’identità territoriale che gli spettava. Ne seguì poi, un grande lancio commerciale, di cui ricordiamo ancora oggi le affusolate bottiglie renane della Cantina del Taburno.

Il nome “Coda di Volpe” deriva dal latino "Cauda Vulpium", per la forma caratteristica del grappolo, che ricorda appunto la coda della volpe. La sua storia è particolarmente affascinante se si considerano oltre all’antichità che ne contraddistingue le origini anche i numerosi casi di sinonimia e omonimia segnalati da numerosi studiosi.

Il primo a citare il Coda di Volpe nella sua Naturalis Historia, è Plinio il Vecchio che, scrivendo di vitigni adatti ad essere allevati a pergola, scrive: “minus tamen, caudas vulpium imitata, alopecia”.

Fu il Porta nel 1584 a sostenere che con il nome di Coda di Volpe si coltiva un vitigno identificabile con le uve alopecia sebbene tale ipotesi non fosse suffragata da elementi certi.

Altro caso di studio per gli ampelografi campani è stata la sinonimia tra il Coda di Volpe e il Pallagrello. A tal riguardo è il Froio a produrre la maggior quantità di notizie. Egli descrive prima nel 1875 e poi nel 1878 la Coda di Volpe utilizzando anche i sinonimi di Pallagrella bianca e Durante.

Più tardi tratterà dei vitigni coltivati in Campania dando notizia di una Coda di Volpe diffusa a Torre del Greco e del Pallagrello presente nel casertano ritenendo quindi diverse le due varietà.

Ad oggi, l’esame comparativo dei due vitigni, unito agli studi di caratterizzazione ampelografica e molecolare, non hanno ancora chiarito il caso. È stato comunque accertato che il Coda di Volpe non ha tra i suoi sinonimi il Coda di Pecora denominazione con la quale è conosciuto nel casertano una varietà diversa.

Dalle uve Coda di Volpe si possono ottenere vini pregiati; Mincione a tal proposito scrive: “ (…) si ricava un vino di buona produzione alcolica, dal colore brillante, giallo dorato. Il vino estrinseca , altresì, un odore vinoso con leggero aroma gradevole. Nel primo anno di vita del prodotto si rivela leggermente dolce; ma, invecchiato, assume un sapore asciutto e non molto ricco di corpo”.

Queste sono le DOC e DOCG dove ritroviamo questo vitigno in percentuali regolate da disciplinare: Campi Flegrei DOC, Greco di Tufo DOCG, Irpinia DOC, Sannio Coda di Volpe DOC, Solopaca DOC, Taburno DOC, Vesuvio DOC.

Oltre ai due grandi nomi del Coda di Volpe già citati, volevo segnalare un’azienda che dichiaratamente si propone di valorizzare i vitigni autoctoni, in particolare i vini ottenuti da viti di oltre 30 anni, con lo scopo di salvaguardare l'originaria varietà biologica nel vigneto incentivando i vignaioli ad evitare gli espianti delle vecchie viti.

Si tratta della Cantina Giardino. Produce solo vini naturali e la versione della loro Coda di Volpe ne rispecchia la filosofia: fermentazione con lieviti naturali, lunga macerazione sulle bucce, nessuna chiarifica, nessuna filtrazione e nessuna aggiunta di SO2.

Parte del prodotto fermenta in piccole botti castagno come un tempo si usava da queste parti, un vino che ricorda gli antichi bianchi contadini ed il colore ne è una prova, forse meno fresco di una Coda di Volpe a cui siamo abituati, ma in compenso in bocca è lungo e sapido. Abbinamenti ideali sono tutti i piatti di pesce possibilmente senza pomodoro.

Per chi vive o fosse di passaggio a Roma, in questi giorni, lo potrà trovare anche in mescita al bicchiere, presso Stavio, noto locale brassicolo capitolino, conosciuto ed apprezzato per la sua egregia selezione di birre naturali, ma anche, e questo ci tengo a segnalarlo, per una fornitissima cantina di vini naturali.

Enoturismo tecnologico 



In occasione dell'Anteprima la Strada del Vino Nobile ha presentato il progetto che prevede la realizzazione di quattordici aree attrezzate per le informazioni ai turisti. Il sistema, ad avanzato contenuto tecnologico, rivoluziona tutti i servizi di informazione turistica sin qui visti, riuscendo a coniugare le esigenze di una comunicazione efficace e puntuale con un ulteriore progresso nella tutela del paesaggio e un’attenzione particolare ai diversamente abili.

Le 14 aree attrezzate saranno dislocate sull’intero territorio comunale, in posizioni strategica rispetto alle principali direttrici di traffico: un turista in avvicinamento a Montepulciano potrà trovarvi servizi ed informazioni assolutamente liberi e gratuiti. Ciascuna “piazzola”, perfettamente riconoscibile anche a distanza grazie ai simboli che recherà sui cartelli che la identificano e situata in linea con le indicazioni del Codice della Strada, in modo da non creare né intralcio né pericoli per la circolazione, sarà dotata di pannelli informativi contenenti la mappa geografica del territorio interessato ma soprattutto sarà coperta da un “ombrello” di segnale wi-fi che permetterà al viaggiatore di collegarsi gratuitamente alla rete internet utilizzando un proprio apparato (pc portatile, tablet, smartphone, navigatore etc.).

Grazie al collegamento, il turista potrà immediatamente leggere i codici QR abbinati a tutte le indicazioni presenti sulle mappe, scaricando le informazioni presenti in rete, e potrà collegarsi al portale della Strada del Vino Nobile. Qui troverà una piattaforma assolutamente innovativa e soprattutto completa che consente non solo di prenotare il proprio soggiorno ma, avendo il panorama completo delle opportunità che offre il territorio, permette di riservare posti per spettacoli, ingressi agli stabilimenti termali o agli impianti sportive, visite a musei e cantine, guide turistiche per approfondire la conoscenza dei beni culturali e ambientali di Montepulciano.





Tuttofood 2013 scelto da Expo 2015
come vetrina d’eccellenza
Con convegni, eventi e uno spazio espositivo dedicato all’interno della manifestazione,
l’Esposizione Universale comincia il viaggio verso la sua inaugurazione nel 2015


L’Expo 2015 comincia a Tuttofood 2013 le prove tecniche. Grazie all’accordo siglato tra Fiera Milano, società organizzatrice della biennale sull’agroalimentare in programma dal 19 al 22 maggio 2013 e Expo 2015, organizzatore dell’Esposizione Universale che avrà luogo a Milano tra due anni, i valori e i temi di Expo 2015 ispireranno numerosi eventi e convegni  della manifestazione fieristica, all’interno della quale sarà anche ospitato uno spazio interamente dedicato all’evento.

Tuttofood è infatti stato scelto da Expo 2015 come punto di riferimento per il settore dell’agroalimentare e occasione privilegiata per incontrare un pubblico di operatori vasto e internazionale, in una cornice di eccellenza e forte specializzazione come quella della manifestazione.
Le manifestazioni fieristiche sono storicamente occasioni di scambio economico, ma anche di incontro tra genti e popoli differenti – afferma Enrico Pazzali, Amministratore Delegato di Fiera Milano Spa – Per questo, il nostro ruolo di organizzatori di eventi fieristici non può prescindere dal valore culturale e sociale della nostra attività. Lavorare fianco a fianco con Expo Milano 2015 sarà per noi occasione privilegiata per potenziare ulteriormente la nostra sensibilità verso la  dimensione umana degli scambi, valore indispensabile oggi, visto il forte orientamento all’internazionalizzazione in cui Fiera Milano è impegnata”.  

"Da oggi abbiamo un nuovo compagno di viaggio – ha spiegato Giuseppe Sala, Amministratore Delegato di Expo 2015 S.p.A. -. Per Expo Milano 2015, TUTTOFOOD è una piattaforma ideale per incontrare le aziende che operano nel settore agroalimentare e coinvolgerle nelle sfide lanciate dal tema 'Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita'. Siamo certi che questi anni di collaborazione porteranno buoni frutti: condividendo progetti e ambiti d'azione, potremo rispondere insieme alle urgenze segnalate dal World Food Programme".

In collaborazione con Expo 2015, così, Tuttofood organizzerà vari eventi, tra cui il convegno inaugurale,  appuntamento di grande rilievo voluto da Tuttofood con il World Food Programme, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare. Il convegno tratterà “La sostenibilità nell’alimentazione” e vedrà l’apporto di Expo 2015 con il contributo esperto di un proprio relatore.

Inoltre, Expo 2015 sarà presente a Tuttofood 2013 con uno spazio dedicato, dove saranno presentate tutte le iniziative di avvicinamento all’Esposizione Universale e all’interno dell’Area Educational nello spazio Ho.Re.Ca., oltre che in speciali aree preview accanto agli spazi dedicate ai settori della manifestazione.
Fiera Milano con Tuttofood bandirà poi un concorso a premi legato al tema degli sprechi dei viveri e dell’equa distribuzione delle risorse alimentari. I vincitori saranno premiati da una giuria tecnica formata da rappresentanti dei Ministeri, dell’Agricoltura e, di Expo 2015, del CONAI (Consorzio Nazionali Imballaggi) e del World Food Programme.
L’Esposizione Universale troverà spazio anche all’interno di Tuttofood Magazine, rivista dedicata alla manifestazione edita da Fiera Milano Media, che offrirà una rubrica fissa ai temi dell’Expo 2015.

Parte così da Tuttofood il dialogo di Expo 2015 con tutti gli operatori della filiera, arricchendo ulteriormente la manifestazione di contenuti importanti che aggiungono alle dimensioni del business e dell’internazionalità un punto di vista competente sulla responsabilità e una testimonianza di grande prestigio sul ruolo cardine del settore agroalimentare per il progresso e lo sviluppo del pianeta.
Una prima, importante tappa di avvicinamento all’Esposizione Universale in attesa del 2015, quando Tuttofood aprirà la sua quinta edizione a pochi giorni dall’inaugurazione di Expo 2015, e ancora una volta si dimostrerà imprescindibile alleato del più atteso evento mondiale legato ai temi dell’alimentazione e della nutrizione.



Per informazioni:
Ufficio Stampa Fiera Milano
Rosy Mazzanti – Simone Zavettieri
Tel. 02 4997 7457 – simone.zavettieri@fieramilano.it


Expo 2015 S.p.A. - Ufficio Stampa
Fabio Zanchi + 39 345 8345139
Stefano Gallizzi +39 345 7742807
Via Rovello 2  – 20121 Milano
www.expo2015.org

domenica 24 febbraio 2013




AMA 2013, dedicato a chi AMA il Montepulciano d’Abruzzo!
Nasce l'Anteprima del Montepulciano d’Abruzzo.
Prima edizione a Chieti il 2 e 3 marzo 2013.








Il Centro Regionale per il Commercio Interno delle Camere di Commercio d’Abruzzo, con la collaborazione della Camera di Commercio di Chieti e dell’Associazione Italiana Sommelier Abruzzo, presenta la prima edizione di “Anteprima Montepulciano d’Abruzzo”, in programma il 2 e 3 marzo prossimi nel Centro Espositivo della Camera di Commercio di Chieti, località ex- Foro Boario.

L'evento, che va ad inserirsi negli appuntamenti enologici annuali di rilevanza internazionale, si propone come una importante occasione di promozione per l'intero settore vinicolo abruzzese.

Oltre alla presentazione in anteprima dei vini dell’ultima vendemmia, l’evento prevede l’organizzazione di uno spazio espositivo di 50 cantine vinicole abruzzesi, l’assegnazione del premio “Miglior Sommelier Ambasciatore del Montepulciano d’Abruzzo”, incontri con giornalisti di testate specializzate, italiane ed europee, di enogastronomia e moda, un contest fotografico sull’enologia e le tradizioni, la cultura, i personaggi e i paesaggi del mondo del vino, con la premiazione dei vincitori durante l’evento.

Appuntamento saliente dell’iniziativa - sottolinea Silvio Di Lorenzo, Presidente del Centro regionale nonché dell’ente teatino - sarà il workshop d’affari con più di 15 importatori provenienti da paesi europei e dalla Russia. Avremo come testimonial d'eccezione Adua Villa e Luca Gardini, sommelier di livello nazionale ed internazionale, entrambi protagonisti di degustazioni guidate nelle giornate di sabato e domenica”.

E per dare ampia visibilità alla manifestazione, il sito e i canali social contribuiranno fortemente al lancio dell'evento, che si ripeterà con cadenza annuale e vuole proporsi come piattaforma di informazione, cultura ed incontro dell'enologia abruzzese di qualità.

PROGRAMMA
Sabato 2 Marzo
GIORNATA RISERVATA SOLO AGLI OPERATORI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI
ore 10.00 - 19.00 Sala Espositiva “Foro Boario”
I produttori presentano:
•Montepulciano d’Abruzzo “ultima annata”
•Montepulciano d’Abruzzo “Riserva”
•Montepulciano d’Abruzzo DOCG Colline Teramane
•Ed altro…

ore 10 Inaugurazione Centro Espositivo
ore 10.15 CONVEGNO "Ruolo del Montepulciano d’Abruzzo nell’enologia Nazionale ed Internazionale”
ore 12 DEGUSTAZIONE GUIDATA DA LUCA GARDINI
"50 anni di Montepulciano d’Abruzzo”
ore 13 Buffet “le tipicità d’Abruzzo”
Ore 14-18 WORKSHOP – Incontri b2b con importatori Stranieri (prima parte)

Domenica 3 Marzo
GIORNATA DEDICATA AL PUBBLICO
ore 10.00 - 19.00 Centro Espositivo e dei Servizi - Chieti
I produttori presentano:
•Montepulciano d’Abruzzo “ultima annata”
•Montepulciano d’Abruzzo “Riserva”
•Montepulciano d’Abruzzo DOCG
Ed altro…

ore 10-13 WORKSHOP - Incontri b2b con importatori Stranieri (seconda parte)
ore 11 Presentazione del libro “Una Sommelier per Amica” di Adua Villa
ore 13 Buffet “le tipicità d’Abruzzo”
ore 15 Premiazione concorso Fotografico
ore 16 DEGUSTAZIONE GUIDATA DA LUCA GARDINI
Non Solo Montepulciano…
Ore 15 Tour per visita alla Città di Chieti (riservato agli operatori e giornalisti stranieri)

Nuovo look per il Chianti Classico, il Gallo Nero ha aperto il becco


Un restyling del logo con un rinnovato Gallo Nero, per dare più risalto e identità al Chianti Classico, ma anche una nuova tipologia di vino, la "Gran selezione", che si affiancherà alla Riserva e all'annata base, ponendosi al top di gamma.

Queste le novità dovute al riassetto della denominazione operata dal Consorzio del Chianti Classico e presentate a Firenze durante "Classico Collection", l'anteprima delle nuove annate.

Il nuovo marchio, realizzato dallo studio milanese di design Robilant & Associati, propone un'immagine più accattivante, semplice e simbolica del logo del Chianti Classico concentrandosi sugli elementi identitari del Gallo che adesso ha la testa alta e il becco aperto, la coda più folta di piume, e il petto più prominente. 

Eliminata, inoltre, la pergamena centrale che 'contiene' il simbolo del gallo, e sostituita con uno sfondo bianco.

Il cerchio rosso di contorno (che prima richiamava la ceralacca) è più lineare e moderno.

<Si chiude un percorso - ha commentato il presidente del Consorzio Sergio Zingarelli - iniziato più di due anni fa con il preciso intento di rilanciare la denominazione, attraverso una serie di modifiche al disciplinare, finalizzate ad assecondare quell'innalzamento qualitativo del prodotto conseguito dai nostri vini negli ultimi anni>

Grande frutto e morbidezza per l'annata 2012

Il 2012 sarà ricordato nel territorio del Gallo Nero per la grande paura di fine estate, quando dopo mesi di siccità si temeva un’annata davvero difficile.

Fortunatamente già a fine agosto, dopo una stagione povera di acqua e una delle estati più calde degli ultimi anni, in Chianti è tornata la pioggia, che ha fornito l’apporto idrico necessario a garantire anche per questa strana stagione una buona annata di Chianti Classico.

Le piogge di inizio settembre hanno fortunatamente permesso il riavvio dei fenomeni fisiologici all’interno dell’acino e, unitamente alla generale diminuzione delle temperature medie e alla maggiore escursione termica notturna che comunque in Chianti si è manifestata anche nei mesi più caldi, hanno garantito il recupero di una situazione che sembrava in un primo tempo molto difficile, soprattutto per le varietà più tardive come il Sangiovese.

Una vendemmia all’insegna del Sangiovese. Sarà proprio il vitigno principe del Chianti Classico a caratterizzare questo nuovo millesimo: il Sangiovese, infatti, grazie alla sua maggiore adattabilità a condizioni termiche più difficili ha retto molto bene gli scompensi climatici di questa stagione.

I benefici effetti del mese di settembre hanno garantito un ottimo decorso del processo di maturazione delle uve che sono state colte nei tempi ormai tradizionali del territorio del Chianti Classico, tra fine settembre e inizio ottobre.

Dal punto di vista sanitario le uve sono arrivate in cantina in condizioni perfette proprio grazie alla alte temperature e alla carenza di umidità, che hanno impedito l’insorgere delle tradizionali malattie della vite (peronospora, oidio, ecc).

Questo ha favorito un corretto e repentino decorso della fase fermentativa, che ha dato vita a un contenuto medio di alcool non esagerato (intorno ai 14 gradi nelle punte massime).

Il 2012 promette quindi vini equilibratissimi, con un ottimo bilanciamento tra alcol, acidità e polifenoli, che sembrano garantire prodotti morbidi, con un grande frutto e una buona ma non eccessiva componente alcolica.

venerdì 22 febbraio 2013

Barolo Chinato

Barolo Chinato, il "toccasana" della cultura di Langa 
Superba espressione della civiltà del Barolo, il Barolo Chinato ha una storia tutta sua da raccontare, attraverso le cui pagine si rivelano aspetti affascinanti della quotidianità e dell’immaginario contadino di Langa


Le sue origini appartengono all’epica del Barolo, all’età dei patriarchi e ci introducono nella vivace realtà vitivinicola del Barolo a fine Ottocento.

Culla del Barolo Chinato non sono, però, le prestigiose cantine locali, bensì i retrobottega di due straordinari speziali, il Dott. Giuseppe Cappellano di Serralunga e Zabaldano di Monforte d’Alba.

Personaggi carismatici del mondo del Barolo, i due farmacisti seppero applicare (ognuno la propria formula) le tanto decantate proprietà della China Calissaia al Barolo, creando un elisir dall’immediata fama commerciale e dalle durature fortune all’interno della cultura contadina di Langa.

Il Prelibato Barolo Chinato Zabaldano vinse la medaglia d’oro all’Esposizione franco-italiana di Nizza del 1899.

Un altra ricetta originale fu poi opera di Giulio Cocchi che fu protagonista della diffusione del Barolo Chinato, iniziandone la produzione in Asti nel 1891.

Tonico, sovrano, cordiale, virile: sono gli appellativi che all’epoca magnificano le proprietà di questo originale toccasana, protagonista della cultura della tavola e della farmacopea popolare langarola.

In Italia il consumo del Barolo Chinato fu aiutato dalla fama di vino medicinale che si era creato. Nella tradizione piemontese divenne l'antidoto principale a tanti piccoli malanni, soprattutto da raffreddamento.

Bevuto come vin brulé, caldo e corroborante, si lodavano le capacità antipiretiche e digestive. Servirlo agli ospiti divenne un gesto rituale dell’ospitalità contadina.

Arrivato un certo interesse commerciale, il Barolo Chinato conosce, poi, l’indifferenza dei decenni del secolo dopoguerra (tra gli anni ’50 e ’70), in corrispondenza con la crisi dei modelli culturali contadini.

Nelle segrete formule e nel sapiente equilibrio di Barolo, China Calissaia e Spezie ritroviamo anche quell’amore per l’esotico, per “i mari del sud” che rappresenta un aspetto caratteristico della cultura e dell’immaginario contadino di Langa.

La denominazione Barolo Chinato è consentita per i vini aromatizzati preparati utilizzando come base vino Barolo docg, senza aggiunta di mosti o vini non aventi diritto a tale denominazione a con un’aromatizzazione tale da consentire, secondo le norme vigenti, il riferimento nella denominazione China.



L'abbinamento Cioccolato-Barolo Chinato è un connubio veramente intrigante. Questo vino intenso ed aromatico, che unisce Barolo, rigorosamente docg, con corteccia di China Calissaia, Radice di Rabarbaro e Genziana si presta ad accompagnare le migliori produzioni della grande pasticceria e tutti i sapori che sa offrire quello che il popolo Maya definiva "Cibo degli Dei".

aniseet post-it


anice post-it


Aperitivo Italiano

Breve storia dell'aperitivo italiano
Ha più di due secoli di storia, l’aperitivo all’italiana, creato a Torino nel lontano 1789. Fra mode e tendenze, il gusto e il piacere del convivio rimangono l’essenza del rito, e il gesto del bere in compagnia che contraddistinguono il momento dell’aperitivo



Già nel V sec. AC, il medico greco Ippocrate  prescriveva ai pazienti affetti da inappetenza un medicinale di sua invenzione: il vinum hippocraticum, vino bianco e dolce, in cui erano macerati fiori di dittamo, assenzio e ruta.

I romani lo chiamarono vinum absinthiatum (assenziato, con assenzio), e per migliorarne il sapore decisamente amaro gli aggiunsero rosmarino e salvia.

Dal Medioevo in poi la farmacologia erboristica, scienza allora applicata soprattutto nei conventi, aveva scoperto definitivamente che la funzione di stimolare il senso della fame è tipica delle sostanze amare, che “eccitano” non lo stomaco, ma la mucosa orale, quella che riveste l’interno della bocca e la lingua (organi del gusto), provocando un aumento della secrezione salivare e degli enzimi in essa contenuti, i quali sono quelli che favoriscono per davvero il processo digestivo.

Le scoperte geografiche e l’infittirsi dei commerci con l’Oriente avevano fatto conoscere alla vecchia Europa nuove e costosissime spezie che parevano fatte apposta per aromatizzare al meglio il “vino aperitivo”: noce moscata, chiodi di garofano, cannella, rabarbaro, china, mirra, pepe ecc.

L’aperitivo a largo consumo, inteso come abitudine alimentare e non come cura, nacque a Torino nel 1796 in una piccola bottega di liquori e vini gestita dal signor Antonio Benedetto Carpano il quale ebbe la geniale idea di vendere, in un’elegante bottiglia da litro, un vino aromatizzato con china, che battezzò vermouth, dal tedesco wermut, assenzio.
Molti anni dopo ne venne donata una cassetta a Vittorio Emanuele II il quale disse di apprezzarlo per quel punt e mes (in torinese “punto e mezzo”) di amaro che aveva in più rispetto ai suoi simili; così il Vermouth con China Carpano (immediatamente ribattezzato Punt e Mes) divenne l’Aperitivo Ufficiale di Corte.

Il successo fu enorme; Cavour, Verdi e Giacosa ne andavano pazzi e la bottega Carpano, dal 1840 al 1844, per soddisfare le richieste fu costretta a rimanere aperta ventiquattr’ore su ventiquattro.

Invece nel 1815, il signor Ramazzotti di Milano creò per primo un aperitivo a base non vinosa, ponendo in infusione nell’alcol ben 33 fra erbe e radici provenienti da tutto il mondo: china sudamericana, rabarbaro cinese, arancia amara di Curaçao, arancia dolce di Sicilia, genziana della Val d’Aosta ecc.

Carlo Gancia farmacista ed enologo, crea il suo vermouth partendo dal Moscato.

E nella ditta dei "Fratelli Gancia" a Chivasso, alle porte di Torino, negli anni ‘20 nasce il "Gancia Bianco" e Gancia divenne Fornitore ufficiale della Real Casa (alla corte piaceva tanto da autorizzare ad usare la formula “Bianco Gancia, vermouth dell'Aristocrazia e della Regalità”).

Senza dimenticare naturalmente Cinzano: Giovanni Battista Cinzano ottiene la licenza governativa per distillare e vendere elisir e rosoli a Torino fin dal ‘700, e i suoi eredi aprono una bottega laboratorio in Via Dora Grossa, oggi via Garibaldi, nel centro della città.

E naturalmente producono vermouth, e vengono riconosciuti dai reali di Casa Savoia come “i migliori produttori di una specialità torinese di Vermouth, in questo caso il Vermouth Rosso...ne! 

In seguito a questi successi, a Pessione (To), il produttore di vini Martini, entrato in società col commendator Rossi, mise in commercio un altro tipo di aperitivo di sua invenzione: Il Moscato di Canelli in cui erano stati macerati melissa, sandalo, cannella, artemisia, violette, china, cardo, rose e origano.

Piaceva soprattutto alle signore, il Martini Bianco, perché dolce; quindi, per accontentare anche i palati maschili, Martini e Rossi sostituirono il moscato con vini molto secchi, dando vita così al  Martini Dry.


Per non essere da meno, nel 1862 il signor Gaspare Campari, proprietario di un noto caffè sotto la Galleria di Milano, lanciò alla grande un nuovo aperitivo amaro e - per distinguerlo dal vermouth - lo chiamò con un altro nome d’origine germanica: Bitter all’Uso d’Hollanda


Il successo lo portò ad essere identificato con il nome dell'ideatore e diventò così il Bitter Campari.
È un infusione in alcol buongusto, di erbe, piante e frutti, tra cui il rabarbaro rosa e l'arancia.

L'infusione, di colore ambrato scuro, è poi colorata con il rosso carminio cocciniglia, un colorante naturale ottenuto dalle cocciniglie allevate, all'unico scopo di estrarne il colore, in allevamenti del Brasile.

Deve essere servito liscio e ben freddo in un bicchiere gelato, colmando con un abbondante spruzzo di seltz.
Oppure con ghiaccio, o miscelato nello shaker. È inoltre componente di numerosi cocktail, tra cui i più famosi sono il Negroni,  l'Americano e il Garibaldi.
L'unica guarnizione proponibile con il Bitter Campari è l'arancia, scorza, spruzzo di buccia o mezza fettina, secondo i casi.

Nel 1932 dall'unione del Bitter Campari con acqua, e successiva saturazione con anidride car­bonica a tre atmosfere circa, nacque il Campari Soda, il primo aperitivo alcolico gassato, in bottiglia.



IL BRUNELLO DI MONTALCINO SEMPRE PIU' INTERNAZIONALE
Apre oggi l’edizione 2013 di Benvenuto Brunello.
Presentate le annate appena lanciate sul mercato e quella appena vendemmiata.
Il 2008 si conferma una grande annata come annunciato dalle 4 stelle di cinque anni fa.
Il Presidente Bindocci: “Vendiamo in tutto il mondo perché il Brunello è un vino unico, immediatamente riconoscibile”
In controtendenza rispetto agli altri mercati, il grande rosso toscano non conosce crisi e l’export fa da traino all’economia del territorio. Gli USA sempre in testa nella lista dei paesi esteri per le esportazioni, dove in 5 anni è raddoppiato il numero di bottiglie vendute.




Montalcino, 22 febbraio 2013 – È un vino che non conosce crisi, soprattutto all’estero, quello che viene presentato a partire da oggi a Benvenuto Brunello, la manifestazione che ogni anno riunisce nel Chiostro del Museo di Montalcino i produttori che presentano le annate appena lanciate sul mercato (Brunello 2008, Riserva 2007, Rosso 2011, Moscadello e Sant’Antimo) e quella appena vendemmiata (2012), cui domani saranno conferite le stelle che ne rappresentano la qualità.





 La vendemmia del 2008 si era svolta in condizioni ottimali e i vini presentavano una buona acidità, con strutture morbide e tannini non troppo aggressivi. «Il risultato – ha dichiarato il Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci – sono vini affascinanti per la loro intensità aromatica e per le caratteristiche di morbidezza. Un Brunello equilibrato e piacevole, godibile da subito e che merita appieno le quattro stelle che avevamo conferito cinque anni fa».

«Per quanto riguarda la vendemmia 2012 – prosegue Bindocci - la forza del territorio, l’esperienza e la capacità dei produttori  hanno saputo trasformare un periodo  potenzialmente critico e difficile in un anno che riteniamo potrà dare grandi soddisfazioni a livello nazionale ed internazionale».

Anche il Rosso 2011, presentato in questa edizione di Benvenuto Brunello, ha caratteristiche che si esprimono con grande struttura, con frutti intensi e molto caldi e piacevoli. «I produttori del Consorzio si stanno impegnando sempre più nella produzione di questo vino, che sta conquistando una propria identità, per proporsi quale valido prodotto in una fascia di mercato dove è importante il rapporto qualità/prezzo» ha spiegato il Presidente Bindocci.

Per quanto riguarda la produzione, i numeri di Brunello e Rosso sono stabili rispetto al 2011, con rispettivamente 9.200.000 e 4.500.000 bottiglie prodotte. Leggeri aumenti per il Moscadello (40.000 bottiglie nel 2012 contro le 30.000 del 2011) e per il Sant’Antimo (360.000 nel 2012 contro le 340.000 del 2011).


Ottima anche la tendenza sul mercato estero: a partire dal 2007, quando era al 60%, la quota di export è progressivamente aumentata, attestandosi oggi al 65% del totale prodotto. Tale aumento è particolarmente significativo se analizzato in termini assoluti: nel 2007 le bottiglie di Brunello prodotte erano circa 6.000.000, con un export di 3.600.000 bottiglie, mentre oggi l’export riguarda circa 5.800.000 bottiglie (65% delle 9 milioni prodotte). In soli 5 anni quindi l’esportazione è aumentata di oltre 2 milioni di bottiglie.



Gli USA continuano ad essere un punto di riferimento e il primo mercato straniero, rappresentando il 25% del totale prodotto e quindi raddoppiando quasi le vendite rispetto a 5 anni fa. All’incirca sono quindi 2.250.000 le bottiglie che nel 2012 hanno lasciato Montalcino alla volta degli Stati Uniti. Questo mercato è dotato ancora di grandi potenzialità visto che il consumo procapite è appena di 10 litri all’anno (si consideri che in Italia la media nel 2011 era di 37,9 litri procapite). Stando alle ultime stime di Vinexpo e Iswr (International Wine & Spirits Reasearch), da qui al 2016 il mercato USA  registrerà un aumento dei consumi (+12,6%), arrivando ad oltre 3.360 miliardi di litri. Sempre secondo la ricerca, nei prossimi anni cresceranno del 30% le vendite dei vini di alta fascia (quelli cioè sopra i 10 dollari a bottiglia).

In leggera crescita la quota di vino acquistato direttamente in azienda o consumato nei locali di Montalcino, oppure comprato nelle enoteche di Montalcino. Tale quota si attesta intorno al 18%.

Significativi anche i dati sul giro d’affari delle aziende produttrici, in aumento rispetto al 2011: 167.000.000 euro nel 2012 contro i 163.000.000 del 2011. Anche le altre realità del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti, alberghi, enoteche, ecc.) hanno chiuso il 2012 con il segno positivo: 29.700.000 euro contro i 27.500.000 dell’anno scorso (+ 8%).

«Per i produttori del Brunello – conclude Fabrizio Bindocci - l’essere vincenti sui mercati internazionali è legato principalmente a 2 motivi: investire nei mercati ad alto potenziale di spesa e proporre un prodotto riconoscibile, sia per l’alto valore qualitativo sia per l’unicità dell’offerta».

Ma non è soltanto il Brunello ad andare all’estero: dopo il “boom” degli anni ’80, che ha portato a Montalcino investitori d’oltre oceano come i fratelli John ed Harry Mariani e la creazione di Castello Banfi, gli ultimi anni hanno conosciuto un nuovo impulso all’“importazione” di capitali provenienti dall’estero. Casi ne sono quelli della tenuta Argiano, acquistata solo poche settimane fa da investitori brasiliani, o di Richard Parsons, ex presidente di Citi e Time Warner, oggi nel collegio della commissione bipartisan sui dibattiti presidenziali USA, che nel 2000 ha acquistato la tenuta “Il Palazzone”, o ancora quello dell’industriale svizzero Ernesto Bertarelli, vincitore della Coppa America nel 2003 e nel 2007 con il veliero Alinghi, che ha comprato nel 2011 la tenuta Poggio di Sotto. Oltre che per gli stranieri, Montalcino è un’attrazione anche per grandi investitori italiani: ne è un esempio quello di Riccardo Illy, ex governatore del Friuli Venezia Giulia nonché presidente del Gruppo Illy, che nel 2008 ha rilevato l’Azienda Mastrojanni.

Quello che apre oggi a Montalcino è quindi un Benvenuto Brunello in perfetta forma, che punta sui mercati esteri per affermare il proprio successo ed esportare la qualità del Made in Italy in tutto il mondo.

Il programma della giornata di oggi vede l’inizio delle degustazioni delle 3 annate del Brunello 2008, Riserva 2007 e Rosso 2011 alle ore 9.30 presso il Chiostro del Museo. Per domani, oltre alle degustazioni, l’appuntamento è alle 11 presso il Teatro degli Astrusi per l’assegnazione delle stelle alla vendemmia 2012, la posa della piastrella celebrativa dell’annata 2012, apposta come da tradizione sul muro esterno del Palazzo Pubblico di Montalcino, e l’assegnazione dei premi Brunello Leccio d’Oro 2013, consegnati come ogni anno dal Consorzio a quei locali, in Italia e all’estero, che hanno la Carta dei Vini con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello e degli altri vini di Montalcino.

giovedì 21 febbraio 2013

Viogner Bianco del Borgo 2010

Dalla maison romana di Antonello Colonna, un breve viaggio virtuale a Cortona, piccolo gioiello della Valdichiana
L'Open Colonna, un angolo di fine '800 all'interno del Palazzo delle Esposizioni, sorseggiando un bicchiere di Viogner...


Cortona è un piccolo gioiello e merita assolutamente una visita almeno una volta nella vita. Questo leggendario centro d’arte di origine etrusca si trova nella provincia di Arezzo, al confine tra Toscana e Umbria, , il cui territorio si estende sulla Val di Chiana.

I vicoli stretti e i meravigliosi panorami sulla valle sottostante, conferiscono a Cortona, insieme ai palazzi di origine medievale e rinascimentale, un aspetto suggestivo e magico.

Secondo la leggenda narrata da Virgilio, il mitico Dardano, durante un combattimento avvenuto nel luogo, vi perse il suo elmo (Corys): da qui il nome di Corito, divenuto poi Cortona.

Pietro da Cortona, Virgin and child with saints, details
Luca Signorelli, The Archangel Gabriel
Cortona è un importante è famosa per essere stata la terra di cittadini e artisti illustri, quali Luca Signorelli, Pietro Berrettini detto Pietro da Cortona e Stefano di Giovanni detto il Sassetta, tutti nomi illustri che hanno arricchito il panorama artistico medioevale e rinascimentale italiano.

Il paesaggio tipicamente toscano ci fa scorgere pievi e casali nell'altalenarsi dei dolci rilievi, intorno a queste pregiate colline c’è Manzano che è il cuore di una delle più importanti aziende agricole della Val di Chiana.


La storia dei Tenimenti Luigi D’Alessandro inizia nel lontano 1988 quando nell’intero Comune di Cortona si produceva solo vino da taglio.

Al fine di valorizzare questa zona a forte vocazione vitivinicola introducendo diverse specie di vitigni per verificare quale di questi si identificasse meglio con questo territorio.

Grazie alla consulenza del Prof. Attilio Scienza, si preparò un vigneto sperimentale su 5 ettari per individuare un rapporto ottimale luogo/vitigno; nel vigneto furono messi a dimora numerosi porta-innesto e diverse varietà clonali di numerosi vitigni selezionati di alta qualità.

Il lavoro di "zonazione" condotto da Scienza nei 4 anni successivi e lo studio della stratigrafia dei vari terreni, del clima e delle micro-vinificazioni, confermarono che il Syrah esprimeva l'ottimale rapporto terreno/vitigno, ne nacque poi Il Bosco, oggi storica bandiera qualitativa dell'azienda.

L’altro vitigno dell’azienda è il Viogner, originario della Valle del Rodano in Francia ha manifestato un forte acclimatamento con il territorio cortonese fino ad identificarcisi.

Open Colonna, continuo a sorseggiare il Viogner: Bianco del Borgo 2010 dei Tenimenti Luigi D’Alessandro.

Prima vendemmia, affinamento in acciaio dopo un passaggio di 6 mesi in barrique, mi colpiscono le sue note di freschezza e mineralità accompagnate da fiori bianchi, biancospino e acacia con nitide sensazioni di albicocca e pesca e un singolare carattere muschiato, ottima struttura e bevibilità.

Ottimo come aperitivo. Io l’ho abbinato a riso venere e salmone, ma può andare bene anche con molti primi piatti di mare, risotti in particolare, consigliato con crostini di fegato, da provare.

Il Palazzo delleEsposizioni è il più grande spazio espositivo interdisciplinare nel centro di Roma che dopo cinque anni di lavori di restauro e riqualificazione funzionale dei suoi ambienti in sintonia con quanto accade nelle maggiori capitali europee, ci viene restituito come uno spazio di cultura e suggestioni, capace di proporre ai visitatori progetti qualitativamente elevati.

Dalle mostre d’arte alle rassegne cinematografiche, dal teatro alla fotografia, dalla musica alla presentazione di libri ed eventi.

Se siete di passaggio qui a Roma non perdetevi la mostra del fotografo Helmut Newton: ” White Women / Sleepless Nights / Big Nudes”, in programma dal 6 Marzo al 21 Luglio 2013, da non perdere.

 




I PIU' FAMOSI VITIGNI INTERNAZIONALI IN ITALIA

VITIGNI INTERNAZIONALI A BACCA ROSSA

Cabernet sauvignon

Questo vitigno proviene dal sud-ovest della Francia, o "Bordolese". Giunse in Italia attorno alla fine dell'800, dove si diffuse soprattutto nel nord. In questi anni si è assistito ad un aumento della sua coltivazione.

Coltivato con tecniche agronomiche appropriate dà vini di grande struttura e potenzialità, adatti al lungo invecchiamento. Spesso viene "tagliato" con il "Merlot", a dare origine al cosidetto taglio bordolese.



Merlot

Questo vitigno è anch'esso proveniente dal "Bordolese" ed in particolare dal circondario della "Gironda". Nella nostra penisola si è diffuso più o meno a seconda delle situazioni, assumendo grande importanza nel nord del paese, dove fornisce prodotti di notevole spessore.

Per la sua precocità raggiunge livelli ottimali di maturazione anche nei climi dove la temperatura è un fattore limitante. Fornisce vini colorati e di buona struttura, che danno ai tagli bordolesi, velluto ed eleganza.


Syrah

Si pensa che il "Syrah" sia originario dal Medio Oriente, anche se parecchi sono i pareri contrari. E' molto diffuso in Francia, nella Vallata del Rodano, nelle vallate circostanti e in alcune zone dell'Ardèche. In Italia è pervenuto da oltralpe oltre sessant'anni fa.
Questo vitigno è caratterizzato da una buona precocità di maturazione, e fornisce vini molto colorati e di grande struttura. Essendo un vino piuttosto neutro è adatto al taglio per arricchire vini più profumati ma carenti di struttura.

Tannat

Vitigno molto diffuso nel sud - ovest della Francia, in "Linguadoca" e in "Provenza". Esso è molto coltivato anche in Uruguay e in Argentina, mentre in Italia ha trovato scarsa diffusione. 

Il "Tannat" fornisce vini molto colorati, ricchi in contenuto polifenolico, per cui molto strutturati e adatti all'invecchiamento.


Grenache

Secondo la letteratura questo vitigno sarebbe l'omonimo del "Cannonao" italiano. E' un vitigno d'origine spagnola e a trovato la sua diffusione attraverso il Mediterraneo, arrivando in Francia e in Italia. 

Sulla nostra penisola è coltivato in Sardegna (vitigno tipico), in Calabria e in Sicilia (Provincia di Catania). Nel mondo è arrivato anche in California, Australia, Argentina e Uruguay. 

E' un vitigno molto vigoroso e proprio per questo motivo, necessita di condizioni limite per dare delle produzioni di qualità. Comunque, produce vini poco colorati, molto alcolici da usare per un invecchiamento.

Pinot nero

Appartiene alla famiglia dei "Pinots", e la Francia è la loro terra di origine. E' arrivato in Italia da vecchia data e non ovunque si è affermato. In Francia è una varietà molto importante poiché ha costituito la reputazione dei grandi vini rossi della Borgogna. Viene coltivato molto anche nella zona dello "Champagne", dove viene vinificato in bianco per l'ottenimento delle basi spumante. 

E' un vitigno molto precoce, e fornisce vini poco colorati, profumati e scarsamente strutturati; coltivato in condizioni climatiche ideali e con tecniche agronomiche idonee dà prodotti di pregio atti all'invecchiamento. Se vinificato in bianco fornisce complessità aromatica e struttura alle basi spumante.


Petit Verdot

Un vitigno originario della zona del Medoc, in Francia, dove viene usato in percentuali variabili per la produzione di alcuni Bordeaux. Tuttavia, risulta essere un vitigno molto esigente per la maturazione, tanto che spesso il suo migliore potenziale viene espresso lontano dai luoghi di origine. 

La vedemmia viene effettuata tra fine settembre e metà ottobre perché le caratteristiche del Petit Verdot sono quelle di maturare tardivamente, dando ottimi risultati in zone caratterizzate da clima caldo, molto soleggiato, costantemente ventilato e con scarsissime precipitazioni durante la fase vegetativa. Il vino ottenuto presenta un colore rubino, intensi profumi fruttati, floreali e speziati; molto caratteristico è il tannino intenso ma morbido e al vellutato.


VITIGNI INTERNAZIONALI A BACCA BIANCA

Chardonnay

Vitigno originario della Francia, ed in particolare della zona "Borgogna". L'epoca d'arrivo in Italia non si conosce, anche se notizie della sua presenza si ebbero dal 1600. In Francia è diffuso in "Champagne" dove viene utilizzato per la spumantizzazione e in Borgogna per la produzione di vini bianchi fermi. Molto diffuso nel nord Italia, ovvero in Lombardia, Trentino - Alto Adige e Friuli. I vini ottenuti sono a gradazione alcolica e acidità fissa piuttosto elevata. Quando il vino è giovane, spiccati sono i sentori di banana e mela, proposti con finezza ed eleganza. Se vendemmiato a maturazione completa, può dare vini da invecchiamento, grassi e molto complessi.

Sauvignon

Il "Sauvignon" è coltivato nel Bordolese, particolarmente nella regione del "Sancerre" e del "Sauterne". In Italia, è stato probabilmente introdotto da questa regione e ha trovato condizioni adatte di coltivazione in molte zone dove può esprimere il meglio di se stesso. 

Questo vitigno fornisce, nelle ottimali condizioni agronomiche ed enologiche, un vino bianco fine ed elegante con intensi profumi di frutta matura e fiori, morbido e vellutato, aromatico, caldo, di corpo e caratteristico. Può sopportare un breve invecchiamento.


Viognier

Non conosciamo l'origine di questo vitigno, ma è coltivato da lungo tempo nei vigneti che sorgono sulle terrazze della vallata del Rodano. E' un vitigno rustico ma molto poco fertile, tant'è vero che fornisce rese ettariali alquanto scarse. 

Attualmente è poco diffuso nel mondo, e viene coltivato sperimentalmente in California, nella Napa Valley.Vinificato in purezza, fornisce un vino bianco di grande qualità, molto profumato con una gamma di sentori che ricordano la pesca, l'albicocca e il miele.


Semillon
Questo vitigno è d'origine francese, ed in particolare è bordolese. In Francia è il secondo vitigno più diffuso dopo l'Ugni blanc, tuttavia gli impianti di questa varietà sono in regressione a causa della crisi commerciale dei vini bianchi passiti. 

Il vitigno è molto diffuso nel mondo tant'è vero che è coltivato in America latina, Australia, Sud Africa ed Europa del nord. Il "Semillon" fornisce dei mosti molto zuccherini e, se vendemmiato tardivamente, viene attaccato dalla muffa nobile, dando dei vini molto alcolici strutturati e di qualità superiore.



Chenin Blanc

E' un vitigno d'origine francese, molto coltivato in Francia e soprattutto nella valle della Loira. Molto diffuso anche nel mondo, dove lo troviamo, oltre che in Europa, anche in Australia, Cile, Argentina e Sud Africa. Viene spesso confuso con il Pinot bianco e con lo Chardonnay.

Lo Chenin viene generalmente utilizzato per la produzione di vini dolci, che risultano essere molto fruttati e, se invecchiati, possono sviluppare una potente complessità aromatica. Viene utilizzato anche per la spumantizzazione.