Magna Grecia Metodo classico: dieci incredibili, raffinate, bollicine calabresi
La Magna Grecia è ricordata nei diari dei tanti viaggiatori di fine ottocento che nel loro Grand Tour ammiravano le bellezze paesaggistico culturali di questa grande regione: <Nella mia geografia ancora sta scritto che tra Catanzaro e il mare si trovano i Giardini delle Esperidi>
George Gissing ("Sulle rive dello Jonio", 1901)
L'avresti mai detto? Metti una sera un brindisi di grandissima qualità con le bollicine calabresi. Una felice sorpresa per tutti gli amanti del buon spumante italiano da una regione tanto amata e apprezzata. La notizia arriva anche come nuovo messaggio per prendere in considerazione questo territorio con una sua storia che ha certamente del magnifico e che la sua enogastronomia di eccellenza può rappresentare una solida certezza di un futuro di crescita e se vogliamo di rivalsa nel vedersi letta soltanto in negativo; un senso di lontananza che non è esclusivamente geografico; una lotta senza tempo contro mille fattori, locali e non, che ne hanno condizionato lo sviluppo.
Ma che la Calabria non sia soltanto quanto
riportano le cronache è ovvio; che ci sia la voglia di fare, di uscire
dai luoghi comuni è altrettanto palese, Euposia,
la celebre rivista sul vino, ha incontrato questa Calabria “migliore” che non vuole rassegnarsi, che vede e comprende le sue potenzialità, riconosce le sue capacità e senza tanti vittimismi si rimbocca le maniche e fa sistema. Euposia che in greco antico significa "bere bene", è la musa ispiratrice a quanto scritto, la cui "mission" è quella di aiutare a conoscere meglio il vino, i
terroir, le aziende che producono i vini più interessanti non solo in Italia ma anche all'estero.
La Calabria vanta sei
eccezionali brand dell’enologia nazionale – Ferrocinto, Librandi,
iGreco, Serracavallo, Statti e Santa Venere - e si basa sull’intuizione
dell’Ais di Catanzaro che, a fronte ad una nuova generazione di vini
calabresi, ha visto un percorso per condividere questo patrimonio e
valorizzarlo.
La nuova generazione di “Enotria Tellus” – qui, coi Greci,
è nata l’enologia italiana – è fatta di “bollicine” e delle più nobili:
quelle elaborate col metodo classico, prodotte in larga parte da
vitigni autoctoni (la grande arma vincente del vino italiano), da vigne
che dal fronte mare salgono sino a 1200 metri di quota. Vini che
tutti gli studi indicano in forte crescita nei consumi mondiali, che
rappresentano l’eccellenza produttiva e sono una sorta di “promozione
sul campo” per un vignaiolo.
Il 6 dicembre scorso a Palazzo del Duomo si è svolta la prima edizione di “Magna Grecia
Metodo Classico” nel centro storico di Catanzaro sono stati presentati dieci vini calabresi, cinque i rosé che si sono
“confrontati” coi vincitori della sesta edizione del
Challenge Euposia e
con una quarantina di Metodo Classico italiani ed internazionali:
francesi, dalla
Champagne (Baron Fuenté, medaglia d’argento 2013) a
Limoux; ai Cava spagnoli agli inglesi assieme a Franciacorta Docg, Alta
Langa Docg, Lessini Durello Doc, Trentodoc e VSQ di Toscana (il
sangiovese brut di Castello di Cacchiano), di Liguria (Durin, campione
del mondo 2013 col suo pigato) e Veneto (Cà Rovere, blend di garganega e
chardonnay, medaglia di bronzo 2013).
Magna Grecia Metodo Classico punta a superare
velocemente i confini della Calabria per coinvolgere anche le altre
regioni del Mezzogiorno dove si producono spumanti di qualità: la
Puglia, la Campania, la Sicilia. Ci sono grandi nomi dell’enologia
italiana impegnati in queste produzioni; c’è una altissima qualità; ci
sono storia e blasoni; ci sono “contenuti” e “capacità” nella
comunicazione.
Giancarlo Rafele (responsabile Ais di Catanzaro) e
Gennaro Convertini (presidente regionale Ais) hanno fatto un grandissimo
lavoro. L'augurio di andare avanti, e a far diventare “Magna Grecia” un
brand-ombrello che può davvero conquistare i mercati.
La degustazione
Tenute Ferrocinto
Dovì Brut
Oltre 120 ettari di vigneti nella zona di Castrovillari, a 450 metri
slm, ai piedi del massiccio del Pollino; una zona agricola famosa già al
tempo dei Romani, vocata per la produzione di uve autoctone come Magliocco, Monsonico ed Aglianico cui sono stati aggiunti Cabernet Sauvignon e Chardonnay. E proprio dall’unica vigna a Chardonnay, esposta
a nord, nasce questo
Blanc-de-Blancs. L'estrema attenzione in vigna, la vendemmia nelle primissime ore del mattino, l'utilizzo di lieviti
selezionati nella Champagne.
Questo metodo classico è fragrante, con un
profumo esplosivo di crosta di pane e frutta gialla, ananas e cedro.
Palato importante, pieno, di bella struttura e acidità, finale
gradevolmente ammandorlato con note agrumate molto belle.
Tenute Ferrocinto
Dovì brut Rosé
Le uve a bacca rossa utilizzate sono di Aglianico, vendemmiato ai primi
di ottobre; anche in questo caso i lieviti utilizzati arrivano dalla
champagne. Bella nota di colore, profumi immediati al naso e palato di
corpo, con piccoli frutti rossi in evidenza, una spalla acida importante
ed un finale sapido. Molto invitante.
Librandi
Almaneti Brut
Una famiglia di viticoltori di tradizione; un areale di produzione che
circonda Cirò Marina, fra Sibari e Crotone, e quindi sta sulla costa
ionica protetta dall'altopiano della Sila beneficiando di un clima
ideale per la coltivazione della vite con fresche brezze che scendono
dalle montagne arricchiscono i vitigni di note, aromi e profumi davvero
unici. I Librandi hanno investito molto sulla ricerca del patrimonio
ampelografico del loro territorio, puntando molto sugli autoctoni. Per
Almaneti hanno scelto però lo Chardonnay prodotto nella loro tenuta
Rosaneti a Casabona/Rocca di Neto: 18 mesi sui lieviti per un metodo
classico di rara finezza ed eleganza, ricco di profumi e nuance, con una
bollicina perfetta, una fragranza continua. Un vino importante, di
stoffa e di classe.
Librandi Rosaneti Brut Rosé
Stessa
tenuta, stesso terreno argilloso-calcareo, vitigno gaglioppo, vendemmia
ai primi di settembre, 18,20 mesi sui lieviti. Perfetta anche in questo
caso la scelta del colore dello spumante, estrema pulizia al naso con
note floreali e di frutta rossa unite a sentori più erbacei, quasi
balsamici. Palato pieno, ricco, con note più calde e dolci, finale molto
lungo e sapido.
iGreco Gran Cuvée Brut
Un altro nome che è
un simbolo di tutta l’enologia nazionale con vigneti che dalle coste
del Mar Jonio salgono sino sulla Sila seguendo così le migrazioni umane,
dai primi coloni greci alle invasioni dei saraceni. Una zona
ricchissima di storia e dove la mitologia si confonde col presente.
Questo metodo classico potrebbe sfidare colleghi blasonati senza alcun
timore reverenziale: due ettari di greco bianco a Cirò, a 150 metri slm.
Trenta mesi sui lieviti. Alle classiche note di crosta di pane, di
crema pasticcera, di agrumi si aggiungono sensazioni più sofisticate e
speziate. Palato coerente col naso, ricco, importante, con note finali
di cedro, minerale il finale. Grande.
iGreco Gran Cuvée Brut Rosé
Vendemmia
nella seconda decade di agosto, Gaglioppo in purezza, zona di
produzione Cirò. Sin dal colore e dal perlage si percepisce l’estrema
cura ed attenzione nel produrre questo metodo classico che sui lieviti
rimane per diciotto mesi: profumi di lievito, crosta di pane, fragola di
bosco; palato estremamente coerente, pieno, dove le note fruttate sono
predominanti e dove il finale è secco, lungo, molto invitante. Un ottimo
vino, senza dubbio alcuno.
Serracavallo Alta Quota Brut
Chardonnay
e Riesling coltivati in un singolo vigneto a 1200 metri slm. La cantina
abbraccia diciotto ettari complessivi posizionati sul colle
Serracavallo, che domina la valle dei Crati: dalla catena appennica sino
alle falde del Pollino. Un metodo classico nato per passione personale,
sviluppato attraverso lunghe sperimentazioni che il titolare Demetrio
Stancati cura esclusivamente di persona. In questo metodo classico le
note aromatiche diventano più importanti, con note di cedro e pompelmo
molto invitanti. Palato pieno, sontuoso, di rara finezza.
Statti Ferdinando 1938 Brut
Dal
1700 la famiglia baronale Statti preserva 500 ettari (cento sono a
vigneto), a Contrada Lenti, Lamezia Terme, dedicati alle coltivazioni
agricole, all'allevamento di bovini ed alla produzione di energia
rinnovabile. Un vero e proprio “kombinat” che fa della cura
dell’ambiente e dell’altissima qualità il suo tratto distintivo.
Ferdinando 1938 è la dedica che l’attuale generazione – Alberto ed
Antonio Statti – hanno voluto fare al loro padre. Mantonico in purezza,
un metodo classico di grande eleganza e raffinatezza, con note floreali,
di glicine e di mela golden. Il palato è armonico, la bollicina è
finissima, sapido sul finale dove tornano note più aggrumate che si
fondono col fruttato tipico. Grande interpretazione.
Ferdinando 1938 Rosé
Gaglioppo
in purezza. Il più bel colore fra i rosati calabresi, ma soprattutto
uno spumante importante, sontuoso, ricco all’olfatto ed al palato dove
piccoli frutti rossi si confrontano coi classici sentori della crosta di
pane, del lievito e della crema. Vibrante, con una bella spalla acida,
di corpo: un palato autorevole, in grado di abbinarsi a piatti
importanti. Molto invitante alla beva. Minerale il finale.
Santa Venere Sp1 Brut Rosé
La
cantina vanta circa 150 ettari sulle colline di Cirò; la tenuta è
attraversata dal torrente Santa Venere ed è dal 1600 proprietà della
famiglia Scala che vanta numerose liaison interessanti: da Falcone
Lucifero, ultimo ministro della Real Casa col re di maggio, Umberto di
Savoia, a Domenico De Sole, ex amministratore delegato di Gucci ed oggi
proprietario del brand di moda, Tom Ford. Dal 1996 la coltivazione è
praticata con sistema biologico. L’enologo è Riccardo Cotarella. Nel
2012 è mancato Federico, il padre dell’attuale gestore Giuseppe,
protagonista della conversione al biologico. Sp1 in etichetta sta per
“strada provinciale 1” quella su cui s’affacciano i vigneti dedicati a
questo metodo classico di gaglioppo in purezza che proviene da
coltivazioni ad alberello le cui piante hanno un’età media di circa
quarant’anni in una zona contrassegnata dalle forti escursioni termiche.
Anche in questo caso siamo in presenza di un vino molto interessante,
importante, con una personalità ben marcata, con una estrema pulizia al
naso, con un palato ricco, avvolgente, di struttura, con nuance di
piccoli frutti rossi che si fondono perfettamente; una acidità che
promette longevità sempre che riesca a “sopravvivere” alle richieste.