mercoledì 31 ottobre 2018

Vino e mercati emergenti, Romania Paese leader nella crescita della produzione europea

La produzione vinicola della Romania cresce del 21%. L'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) stima che raggiungerà 5,2 milioni di ettolitri quest'anno e supererà il precedente massimo registrato nel 2013.




Romania, un chiaro mercato emergente che ha preso il suo posto al tavolo dei Paesi leader della produzione vinicola europea. Il Paese della penisola balcanica nel 2017, con 5,2 mhl di vino, il 21% in più rispetto allo scorso anno, si conferma sesto produttore di vino in Europa, dopo l'Italia che, secondo gli ultimi dati sulla congiuntura vitivinicola mondiale trasmessa dall'OIV, raggiunge i 48,5 mhl, la Francia con 46,4 mhl, la Spagna con 40,9 mhl, la Germania 9,8 mhl e il Portogallo con 5,3 mhl.

Ricordo che la Romania è tra i paesi dalla più lunga tradizione vinicola al mondo (ci sono testimonianze di vino fino a 6000 anni fa, quindi ben precendenti all’Impero Romano) e si spiega facilmente guardando la posizione centrale del paese e direttamente contigua alla Georgia, Paese simbolo di origine della Vitis Vinifera. Secondo gli ultimi studi, la Romania è il quarto produttore a livello europeo per ciò che riguarda la superficie coltivata a vite ed il quinto per quantità di uva prodotta ed il sesto, appunto, per produzione totale di vino.

Negli ultimi anni si è avuto un netto miglioramento della qualità dei vini rumeni che hanno inoltre un costo di produzione molto basso. I vini prodotti sono principalmente destinati al mercato interno, tanto che solo il 3% è destinato all’export in Germania, Cina, Stati Uniti ed Inghilterra. Per ciò che riguarda i consumi, il 60% circa sono vini bianchi, il 4% rosato e la parte restante vini rossi. A fronte di tanti piccoli produttori vi sono cinque aziende che controllano quasi il 40% del mercato.

Le prospettive per il mercato vinicolo della Romania sono di fatto decisamente ottimiste. Da quando il Paese è entrato a far parte della Comunità Europea, infatti, gode degli stessi finanziamenti di cui hanno goduto e godono molti dei produttori italiani. I fondi sono stati spesi principalmente per costruire nuove cantine moderne, formare i nuovi tecnici, e dunque iniziare a produrre “in un certo modo”.

La Romania è sostanzialmente terra di vini bianchi, anche dolci muffati che hanno di per se una certa storia e blasone, e di promettenti vini rossi a base Merlot e altre uve internazionali. Nel 1998 è stata istituita una classificazione basata sul modello Europeo con vini da pasto, vini di qualità superiore (VS), di qualità con denominazione di origine (VSO) e di qualità speciale e grado di qualità (VSOC).

lunedì 29 ottobre 2018

“Mastroianni”, un racconto inedito dell’icona del cinema italiano

In mostra all’Ara Pacis “Mastroianni”. Dopo il successo della mostra dedicata a Vittorio De Sica, Roma Capitale e Cineteca di Bologna tornano a raccontare un gigante del nostro cinema e del nostro teatro.




“Una vita tra parentesi”. Così Marcello Mastroianni amava definire la sua vita. Le parentesi tra un set e l’altro, tra un palcoscenico e l’altro, lungo una carriera fatta di un’infinità di film, di spettacoli, di personaggi. I fili intrecciati di quella vita e di quel cammino artistico sono ora ripercorsi dalla mostra Marcello Mastroianni, aperta il 26 ottobre, in occasione della Festa del Cinema, al Museo dell’Ara Pacis a Roma, dove rimarrà fino al 17 febbraio.

L’esposizione ripercorre la carriera straordinaria di Mastroianni. Dagli esordi con Riccardo Freda nel 1948 alla collaborazione con Federico Fellini, di cui diventò un vero e proprio alter ego. Più di cento film tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta, e molti riconoscimenti internazionali: tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia.

Un attore entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo, identificato dal semplice profilo (pensiamo all’icona creata da Fellini in 8 e ½), ma su cui in realtà c’è ancora molto da scoprire. E per andare a fondo nella scoperta, come osserva il curatore Gian Luca Farinelli, dobbiamo tallonare la sua filmografia in quanto specchio della sua stessa vita.

Ed è proprio questo il percorso che seguirà la mostra Marcello Mastroianni, a partire da un tratto distintivo della sua personalità: quell’umiltà che gli faceva amare gli altri attori, figure di un pantheon che raccoglieva Gary Cooper, Clark Gable, Tyrone Power, Errol Flynn, John Wayne, Greta Garbo, Jean Gabin, Louis Jouvet, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Amedeo Nazzari, Totò, Assia Noris, e nel quale trionfava, non a caso, Fred Astaire, un attore capace, come sarà poi Marcello, di recitare con tutto il corpo (ricordiamoci qui di quella che diverrà una delle sequenze fondamentali interpretate da Mastroianni: quella in cui si scatena nel ballo in Le notti bianche, il film di Luchino Visconti che segnerà il suo riconoscimento come attore “importante”).

La mostra ci conduce alle origini della famiglia, di estrazione popolare, e dell’infanzia in Ciociaria (cosa che lo accomuna a due altri giganti: Vittorio De Sica e Nino Manfredi). Mastroianni entrerà quindi a Cinecittà, grazie a un preziosissimo pass avuto da alcuni parenti che lì gestivano una trattoria: le prime comparsate, fino al primo ruolo importante, in cui è doppiato da Alberto Sordi, quello del vigile in Domenica d’agosto di Luciano Emmer nel 1950.

Ma anche il teatro irrompe nella vita di Mastroianni: viene scoperto nel C.U.T. (il Centro Universitario Teatrale, dove recitava pur non essendo iscritto all’università) da Emilio Amendola, amministratore della compagnia di Luchino Visconti che lo chiama nel 1948 per il ruolo di Mitch in Un tram chiamato desiderio di Tennessee Williams. La sera della prima è il panico. Ci penserà Vittorio Gassman a tranquillizzarlo!

Nel decennio che segue continua la carriera cinematografica con Luciano Emmer, Mario Monicelli, Mario Camerini, Dino Risi, Luigi Comencini, Carlo Lizzani, Giuseppe De Santis, ma sarà Alessandro Blasetti a inventarsi le potenzialità della coppia con Sophia Loren. E qui la mostra Marcello Mastroianni giungerà a uno dei suoi punti cardine, cogliendo la differenza che Mastroianni è capace di mettere in campo: non più il “mattatore”, topos dell’arte attoriale italiana, bensì una sorta di nuovo italiano, che, ad esempio nella coppia con la Loren, appare soggiogato.

Mastroianni, in altre parole, è quell’attore che nell’anno della consacrazione come sex symbol, il 1960, con La dolce vita, accetta il ruolo del protagonista impotente nel Bell’Antonio di Mauro Bolognini: e proprio con la sua capacità di opporre allo stereotipo del latin lover la persona normale Marcello Mastroianni inciderà sul modo di pensare degli italiani, più di molti attori che, facendo dell’impegno civile e politico il principale tratto artistico, hanno lasciato meno il segno nella società.

Abbiamo accennato a La dolce vita e naturalmente Il lungo viaggio con Fellini (così si intitolerà la sezione dedicata al rapporto fondamentale tra Federico e Marcello) sarà declinato da La dolce vita, appunto, a La città delle donne, passando per 8 e ½, film in cui i due si nascondono uno dietro l’altro, fino a quel Mastorna che non vedrà mai la luce.

La mostra seguirà quindi la carriera all’estero di Mastroianni (quando si definiva un “turista di lusso”) e arriverà fino all’ultima tournée teatrale, Le ultime lune, al film di Manoel de Oliveira Viaggio all’inizio del mondo, uscito postumo, a Mi ricordo, sì, io mi ricordo, il film testamento girato dalla sua compagna Anna Maria Tatò.

Tutta la vita e la carriera di Marcello Mastroianni sono raccontate in questa mostra che raccoglie i suoi ritratti più belli, i cimeli e le tracce dei suoi film e dei suoi spettacoli, alternando immagini e racconti e immergendo lo spettatore in quello che è stato ed è ancora il più conosciuto volto del cinema italiano. Un percorso attraverso scritti, testimonianze, recensioni, oltre a un raro apparato fotografico che ritrae l’attore come non siamo abituati a ricordarlo, sul palco, vicino agli altri grandi nomi che hanno fatto la storia del teatro italiano, da Vittorio Gassman a Rina Morelli, da Paolo Stoppa a Eleonora Rossi Drago.

Cinema e teatro, le due anime di uno degli attori più importanti del nostro cinema, raccontate in dialogo costante grazie ai materiali conservati dalla Cineteca di Bologna, dallo stesso Mastroianni e da numerosi altri archivi (da quello dell’Istituto Luce a quello della Rai) con i quali è stato costruito questo percorso privilegiato che accompagnerà lo spettatore attraverso cinquant’anni di cultura e costume italiani.

Museo dell’Ara Pacis | Ingresso via di Ripetta 180, Roma | Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima) |  | Fino al 17 febbraio 2019.

sabato 27 ottobre 2018

Guide. Vini d’Italia 2019 del Gambero Rosso

Presentata oggi la guida Vini d’Italia 2019 del Gambero Rosso. 447 i vini che si aggiudicano i tre bicchieri®. 10 premi speciali. Toscana e Piemonte in testa per numero di vini premiati.




32esima edizione per la guida Vini d’Italia 2019 del Gambero Rosso, punto di riferimento in Italia e nel mondo per esperti, operatori del settore e appassionati dello scenario vitivinicolo made in Italy. La guida è tradotta in inglese, tedesco, cinese e giapponese per soddisfare la grande richiesta estera di approfondimento e conoscenza delle eccellenze italiane.

Gambero Rosso è da sempre al fianco delle aziende di qualità con il suo lavoro di rating e con il suo fitto calendario di eventi nazionali ed internazionali, mirati ad accrescere il prestigio e l’autorevolezza di questo comparto fondamentale del nostro Paese. L’organizzazione di wine tasting e seminari nelle principali città italiane, come Anteprima Fiere Vino per scoprire in anteprima le etichette presenti alle principali fiere enologiche mondiali, oltre alle degustazioni in collaborazione con le aziende presenti in guida per illustrare caratteristiche e peculiarità proprie di ogni vino, contribuiscono ad accrescere la cultura del vino in Italia, per esperti, trade e appassionati.

All’estero Gambero Rosso dal 1997 organizza roadshow internazionali, con appuntamenti in 30 capitali mondiali, per essere di supporto ai produttori nella crescita della propria azienda e aumentare l’export made in Italy. Il grande lavoro di promozione è arricchito inoltre da nuovi prodotti editoriali, esclusivamente in lingua inglese: Top Italian Restaurants, che recensisce i migliori ristoranti, trattorie e winebar italiani nel mondo selezionati appunto anche in base alla qualità e alla profondità della carta dei vini, e Top Italian Food & Beverage Experience, che traccia una mappa delle migliori produzioni ed aziende agroalimentari del made in Italy.

Delle 22.100 etichette entrate in guida in questa edizione, 447 si sono aggiudicate i prestigiosi tre bicchieri®. 2.530 produttori, portavoce del meglio della produzione enologica italiana.

È la Toscana la regione che si aggiudica il maggior numero di tre bicchieri® con 84  etichette premiate, segue il Piemonte con 74, il Veneto con 41, il Friuli Venezia Giulia con 26, l'Alto Adige e la Sicilia con 25, la Lombardia con 24, la Campania con 23, le Marche con 21, l'Emilia Romagna con 14, la Sardegna con 13, l’Umbria e l’Abruzzo con 12,  il Trentino con 11, il Lazio e la Liguria con  7, la Valle d'Aosta con 6, la Calabria con 5, la Basilicata con 4 e il Molise con 1, mentre i vini della sezione dedicata al Canton Ticino si aggiudicano 2 etichette premiate con i tre bicchieri®. Cresce ancor di più il numero dei Tre bicchieri® Verdi, ossia quelli prodotti da aziende biologiche o biodinamiche certificate, che quest’anno sono 102.

I Premi Speciali Gambero Rosso per i Migliori Vini dell’Anno vanno: il premio Rosso dell'Anno al Brunello di Montalcino Duelecci Ovest Ris. '12 dell’azienda Tenuta di Sesta; il Bianco dell'Anno va al Capo Martino '16 dell’azienda Jermann. Al Franciacorta Nature 61 '11 di Guido Berlucchi & C. va il premio Bollicine dell'Anno. Il Vino Dolce dell'Anno è il Piemonte Moscato Passito La Bella Estate '16 dell’azienda Vite Colte; mentre il Rosato dell’anno va a Valtènesi Chiaretto Molmenti '15 di Costaripa. Il premio Miglior Rapporto Qualità Prezzo lo vince A. A. Lago di Caldaro Cl. Sup. Quintessenz '17 della Cantina di Caldaro. Francesco Cambria dell’azienda Cottanera è il Viticoltore dell’anno. L’azienda Ferrari si aggiudica il premio di Cantina dell'Anno, mentre il premio per la Cantina Emergente va all’azienda Antonella Corda. Il Premio per la Vitivinicoltura Sostenibile va alla pugliese Torrevento. Il Premio Progetto Solidale, che va a personaggi ed aziende che dimostrano una particolare sensibilità sociale, è stato assegnato San Patrignano.

“Il comparto vitivinicolo è in continua crescita, come dimostrano i dati incoraggianti dell’export, che nei primi mesi di quest’anno ha superato il 4%” afferma il Presidente Paolo Cuccia “Il nostro lavoro di promozione è costantemente rivolto alle aziende che con grande lavoro e professionalità contribuiscono ad elevare e accrescere la reputazione del nostro Paese a livello globale.”

giovedì 25 ottobre 2018

Vino, Italia è primo produttore al mondo

Produzione 2018: confermate le previsioni UIV-ISMEA, Italia primo produttore al mondo con 49,5 milioni di ettolitri, davanti a Spagna e Francia. Paolo Castelletti, segretario generale di UIV: “Confermata validità metodo di lavoro dell'Osservatorio del Vino UIV-ISMEA”.




La Commissione Europea ha diffuso le stime sulla produzione di vino e mosti 2018, che confermano le previsioni vendemmiali dell’osservatorio del Vino di UIV-ISMEA, presentate al MIPAAFT ai primi di settembre, da cui emerge che l’Italia sarà il primo produttore in quantità con 49,5 milioni di ettolitri, facendo registrare un +16% sul 2017, davanti a Spagna (47) e Francia (46).

“Constatiamo con piacere che i dati forniti dalla Commissione Europea sono allineati a quelli diffusi dall’Osservatorio del Vino – commenta Paolo Castelletti. Una conferma della validità del metodo di lavoro ormai consolidato che abbiamo messo a punto con l’ISMEA per fornire al mondo vitivinicolo italiano dati affidabili su cui basare pianificazioni e strategie. Ovviamente si tratta di stime, i cui dati dovranno essere confermati dalle dichiarazioni di produzione”.

 “A fronte di questi dati – sottolinea ancora Paolo Castelletti, segretario generale Unione Italiana Vini – è doverosa una riflessione sull’andamento dei prezzi. Per quanto sia stata generosa questa vendemmia, infatti, denunciamo una riduzione delle quotazioni dei vini all’origine assolutamente ingiustificate e che sembrerebbero frutto di logiche speculative, assolutamente dannose per il settore”.

Infatti, conclude il segretario generale di UIV, “a fronte di una vendemmia leggermente superiore rispetto alla media degli ultimi anni, controbilanciata, però, da un dato sulle giacenze al 1 agosto inferiore del 10% rispetto al 2017, la disponibilità complessiva del prodotto non giustifica le tensioni al ribasso dei prezzi dei vini che stiamo rilevando sui mercati”.

Ricerca, con il progetto ICAFRUD pasta italiana buona e più sostenibile

Presentati al MIPAAFT i risultati del progetto ICAFRUD. Grazie alla filiera del grano duro di alta qualità, rilevanti aumenti delle rese e significative riduzioni delle emissioni.




Proprio nel giorno del World Pasta Day, viene presentato un nuovo modello pilota di coltivazione del grano duro, in grado di garantire alla pasta italiana una materia prima di eccellente qualità, con ottime rese e ridotto impatto ambientale. Si tratta di ICAFRUD (Impronta CArbonica della coltivazione di FRUmento Duro) messo a punto dal CREA Politiche e Bioeconomia in collaborazione con Barilla, Horta, Lyfe Cycle Engeneering e CCPB, nell'ambito del progetto Barilla Sustainable Farming, che punta a ottenere prodotti agricoli più sostenibili con un migliore utilizzo di fattori produttivi. I risultati, rilevati sulle aziende che hanno aderito, sono stati illustrati oggi a Roma nel workshop “Per un’agricoltura italiana più sostenibile: l'esperienza della filiera del grano duro di alta qualità”.

Il progetto

L'impresa aderente, sottoscrive un contratto di coltivazione e può utilizzare il DSS GranoDuro.net®, "Decalogo per la coltivazione sostenibile del grano duro di qualità", un innovativo strumento di consulenza, sviluppato da Horta e concepito come supporto alle decisioni (DSS) che integra le informazioni relative all’andamento meteorologico, alle condizioni del suolo e alle caratteristiche varietali. Le informazioni generate da questa applicazione informatica e implementate dall’azienda stessa consentono di avere anche i dati tecnici necessari per calcolare l'impronta carbonica ed ecologica della coltivazione, secondo lo standard ISO 14067 implementato da LC Engineering.

I risultati

Gli output delle aziende che adottano GranoDuro.net® sono stati messi a confronto con quelli ottenuti dalle imprese appartenenti al campione della Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA), gestito dal CREA Politiche e Bioeconomia, e che applicano una gestione ordinaria della coltura. L'impronta carbonica del frumento duro nelle aziende RICA è stata misurata attraverso un'indagine pilota diretta, che ha integrato le informazioni strutturali e tecniche già rilevate nell'ambito dell'attività RICA. La rilevazione e il successivo confronto hanno riguardato 136 aziende appartenenti al campione RICA e diverse centinaia di aziende che hanno adottato GranoDuro.net® (GDN) nei 4 anni (2014-2017) scelti per l'indagine.

Il confronto evidenzia la maggiore sostenibilità e la migliore qualità del prodotto delle aziende GranoDuro.net® (GDN). In particolare, le rese nelle aziende GDN sono superiori del 22-32% rispetto a quelle riscontrabili nelle aziende ordinarie RICA, a seconda dell'anno di coltivazione, mentre l'impronta carbonica (misurata in tonnellate di CO2 equivalente) delle aziende GDN è inferiore in misura variabile dall'8 al 16%, sempre in funzione dell'annata agraria. Se la riduzione delle emissioni di gas serra venisse riportata ad ettaro e si ipotizzasse l'adozione delle pratiche sostenibili sull'intera superficie a frumento duro nazionale, si avrebbe una diminuzione delle emissioni intorno alle 500.000 tonnellate di CO2 equivalente all'anno, pari al 1,5% delle emissioni complessive del settore agricolo italiano.

“La pasta è un’icona del nostro Made in Italy – ha affermato il sottosegretario MIPAAFT Alessandra Pesce - e la sua qualità va garantita ai consumatori non solo per il suo valore intrinseco, ma anche come immagine del nostro sistema agroalimentare. Il corretto funzionamento della filiera implica investire in qualità e in sostenibilità, con una collaborazione tra le diverse parti coinvolte. Il progetto pilota ICAFRUD - - ha continuato -  ha portato all’elaborazione di strategie innovative, basate su modelli agroecologici tarati sulle realtà locali e coniugate con la definizione di contratti di coltivazione. Dai risultati elaborati dal CREA emerge con chiarezza come l'avvio di strumenti negoziali permette di innalzare gli standard qualitativi, migliorare le performance ambientali e sostenere la redditività delle aziende agricole coinvolte. Risultati di tutto rispetto per la valorizzazione e la tutela del nostro Made in Italy”.

martedì 23 ottobre 2018

Paesi emergenti del vino, l'enorme potenziale vitivinicolo del Mar Nero

Il Mar Nero e la sua area circostante è un territorio con il più grande potenziale vitivinicolo al mondo. A dirlo è Michel Rolland, oggi probabilmente il più conosciuto enologo e wine consultant a livello mondiale.




L'area che circonda il Mar Nero è solo al 30% della sue possibilità in termini di vitivinicoltura. Lo ha detto a The Drinks Business Michel Rolland, ovvero colui che oserei definire il miglior "costruttore" di vini disponibile oggi sul mercato. Sebbene oggi si parli molto della Georgia, definita la culla della viticoltura mondiale, la regione ha ancora molto potenziale inespresso. E questo vale anche per Turchia, Bulgaria, Romania e Armenia, dove la produzione di vino può avere grandi margini di miglioramento.

Volevo sottolineare, a ragione, che la biodiversità viticola in Caucaso e Mar Nero è di grande importanza, in quanto queste aree sono da sempre riconosciute come uno dei centri primari di domesticazione (se non l’unico centro) per la vite e della nascita della viticoltura. In tal senso volevo informarvi che nel 2004 nacque un progetto triennale di cooperazione dell’Ipgri dove anche l’Italia ha offerto il suo contributo attraverso il Dipartimento di produzione vegetale dell’Università di Milano e l’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente (Isiao), per migliorare le capacità organizzative e la ricerca nei Paesi della regione – Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldova, Russia e Ucraina – per identificare, raccogliere e caratterizzare le risorse genetiche viticole e pianificare strategie per la loro conservazione.

L’abbondanza di vitigni, anche tuttora coltivati, risulta particolarmente interessante proprio per il ruolo che storicamente potrebbero avere avuto nella nascita della piattaforma varietale attualmente coltivata. Inoltre, la presenza della vite selvatica nella flora spontanea di questi Paesi è importante sia dal punto di vista storico sia nell’ottica di strategie di miglioramento genetico. 

Cresciuto nella tenuta di famiglia Château Le Bon-Pasteur a Pomerol, nella regione di Bordeaux, Michel Rolland dopo il diploma all'Istituto di Enologia ha creato con la moglie Dany un laboratorio specializzato nell'analisi del vino e una società di consulenza che attualmente affianca 240 aziende in 14 Paesi, accompagnandole verso un miglioramento della qualità e del posizionamento dei loro vini.

Rolland, globetrotter attualmente impegnato in 105 aziende su 5 continenti, è oggi probabilmente il più conosciuto wine consultant al mondo e le sue competenze nel blending sono state definite “fenomenali” da Wine Spectator.

venerdì 19 ottobre 2018

Giornata delle dimore storiche del Lazio, ville, giardini, parchi, complessi architettonici e del paesaggio visitabili per la prima volta

Domenica porte aperte alle dimore storiche del Lazio. 98 luoghi storici del Lazio aperti al pubblico, da scoprire in tutta la loro ricchezza. Un’iniziativa straordinaria con cui la Regione Lazio vuole offrire a cittadini e turisti la possibilità di conoscere e visitare il un patrimonio storico-culturale unico al mondo.




Dimore, ville, complessi architettonici e del paesaggio, parchi e giardini di valore storico e storico-artistico. La Giornata delle dimore storiche del Lazio in programma domenica 21 ottobre, sarà un’occasione per scoprire parte dell’immenso patrimonio di dimore, ville, parchi e giardini storici su tutto il territorio, decine di luoghi in cui il fascino e la suggestione della storia sono rimasti intatti. La giornata sarà il primo evento ideato dalla Regione Lazio, con il supporto di Lazio Innova, per promuovere la “Rete delle dimore storiche” costituita nel 2017 in applicazione della Legge regionale n. 8 del 2016 e che al momento raccoglie 109 siti pubblici e privati selezionati attraverso un avviso pubblico.

L'evento, presentato i giorni scorsi al WeGil, è supportato da Lazio Innova e in collaborazione con l'istituto regionale Ville Tuscolane, l'associazione Dimore Storiche Italiane e l'associazione Parchi e Giardini d'Italia.

Tanti i luoghi visitabili domenica 21 ottobre: nella giornata di domenica 21 ottobre, cittadini e turisti potranno percorrere il territorio regionale da nord a sud e visitare gratuitamente 72 castelli e complessi architettonici, monasteri, chiese e conventi, palazzi e dimore storiche, parchi e casali.

Per consultare l’elenco e avere info complete basta visitare il sito www.dimorestorichelazio.it.

“Il Lazio ha deciso di essere protagonista di questa nuova stagione dell'economia della bellezza. Ripartiamo dalla valorizzazione di quello che di bello e di buono c'è in questo Paese. Il 21 oltre settanta dimore storiche saranno aperte alla fruizione pubblica. Noi come Regione ci siamo e ci siamo con grandissima determinazione”- è il commento del presidente, Nicola Zingaretti.

“Dobbiamo riuscire a portare questi flussi fuori dalle destinazioni tradizionali verso territori che hanno le bellezze e la ricchezza di luoghi meno conosciuti e meravigliosi” – parole di Lorenza Bonaccorsi, Assessore Turismo e Pari Opportunità.

Ricerca, caffè: un sistema multisensoriale hi-tech ne determina aroma e gusto

COMETA è un progetto di ricerca cofinanziato da Regione Lazio con la partecipazione di ENEA e Danesi Caffè per mettere a punto un sistema multisensoriale che determinerà l’aroma e il gusto del caffè grazie all’analisi delle molecole rilasciate durante il processo di torrefazione.




Un sistema multisensoriale hi-tech per determinare l’aroma e il gusto del caffè grazie all’analisi delle molecole rilasciate durante il processo di torrefazione. Il progetto di ricerca COMETA, cofinanziato da Regione Lazio, al quale partecipano l’azienda Danesi Caffè, come leader partner, ENEA, per lo studio dei composti chimici della miscela e della bevanda, Università Campus Bio-Medico di Roma, per lo sviluppo del sistema multisensoriale e analisi dei composti fenolici, e l’azienda biotech Genechron, nata da uno spin-off ENEA, per il profilo genetico della miscela.

Questo sistema di sensori sarà in grado di “annusare” e di “assaggiare” le miscele Danesi di caffè per individuare la tostatura ottimale dei grani verdi da cui dipende la qualità della bevanda in tazza. “Ci occuperemo prima di tutto dell’analisi di due molecole, gli amminoacidi associati al gusto dolce e i composti alifatici per il gusto acido. Una volta ‘allenato’, il sistema multisensoriale sviluppato dal Campus Bio-Medico passerà ad analizzare molti altri composti chimici prodotti durante il processo di tostatura, per poter identificare le molecole ‘sentinella’ di miscele pregiate. E questo sistema hi-tech, quando sarà  perfezionato, verrà inserito all’interno del processo produttivo del caffè”, spiega Gianfranco Diretto, ricercatore del Laboratorio Biotecnologie dell’ENEA e responsabile per l’Agenzia del progetto COMETA, acronimo di Quality testing of organoleptic properties of COffee blends via genetic and METAbolic fingerprinting.

Il progetto COMETA

Il sistema multisensoriale sarà l’evoluzione del dispositivo “Bionote”, già in uso per diverse applicazioni alimentari presso i laboratori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, che sarà in grado di produrre un’impronta aromatica caratteristica per ogni miscela di caffè tostato.

“Dopo aver prodotto questa ‘impronta’, procederemo all’analisi delle componenti fenoliche associate alla qualità del caffè. Tale attività, svolta dalla nostra unità di Scienze degli alimenti e della nutrizione, avrà lo scopo di studiare le molecole non volatili associate al gusto del caffè”, aggiunge Chiara Fanali, docente di Chimica Analitica presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.

“Con la Danesi abbiamo allestito sia presso ENEA che presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, un laboratorio di ricerca dotato di una macchina da caffè professionale, come quella che troviamo nei bar e che, come napoletano, posso garantire che fa degli ottimi caffè! Nei laboratori, infatti, analizzeremo non solo i composti chimici presenti nelle miscele di caffè Danesi, ma anche quelli contenuti nella bevanda stessa; composti che si formano durante la fase di tostatura, a seguito della degradazione delle sostanze contenute nei chicchi verdi, e che determinano l’aroma e il sapore del caffè Danesi bevuto a casa o al bar”, prosegue il ricercatore dell’ENEA.

A caratterizzare il tipico aroma e gusto del caffè sono migliaia di molecole di cui ancora non si conosce la natura, quindi né la caffeina, priva di odore e sapore, né le melanoidine, da cui dipende invece la tipica colorazione scura dei chicchi. “La composizione chimica dell’aroma è complessa e dipende da un mix di diversi fattori, tra i quali i più importanti sono la varietà genetica dei grani, la provenienza geografica e le condizioni climatiche, ma anche il processo di lavorazione che riguarda principalmente la tostatura e poi il confezionamento e lo stoccaggio”, specifica Ilaria Danesi della Danesi Caffè, referente principale del progetto COMETA.

Per un‘ulteriore certificazione della qualità del prodotto, Genechron identificherà le basi genetiche delle molecole sprigionate durante il processo di torrefazione, associandole a quelle che caratterizzano l’origine e la specie del caffè.

Memorie di Traiano. Il funerale, il trionfo, la vita privata di un imperatore

Ai Mercati di Traiano lo spettacolo evento. Sabato 20 ottobre alle ore 17.30 la celebrazione dell’imperatore attraverso la riproposizione di tre momenti della sua vita e della sua morte.




Negli ultimi giorni della mostra archeologica Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa, progettata per celebrare la suggestiva ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell’imperatore, si svolgerà sabato 20 ottobre alle ore 17.30 ai Mercati di Traiano – Musei dei Fori Imperiali l’evento Memorie di Traiano. Il funerale, il trionfo, l’intimità di un imperatore.

L’iniziativa, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è stata proposta dall’associazione Ninuphar eventi, composta da danzatrici professioniste, e ha raccolto la partecipazione dei gruppi di rievocazione storica Auxilia legionis, Civiltà Romana, Cultus deorum, Epica Legio VII Gemina, Legio VI Ferrata, Legio IX Hispanica, Legio Rapax, Legio Parthica, Nereides e Legio Secunda Consularis che presenteranno nel modo più completo tre momenti di grande suggestione del percorso espositivo.

Si comincerà con la morte dell’imperatore, raffigurata nella mostra con la ricostruzione della sua tomba, che sarà riproposta attraverso una processione di donne velate portatrici dell’urna con le sue ceneri. Il trionfo dacico, nella mostra ricostruito con l’impiego della maquette del Museo della Civiltà Romana, sarà invece rappresentato dalla lunga fila di personaggi militari e civili che precede l’imperatore e porta la lettiga con il trofeo di armi. Infine, l’intimità della vita privata, nella mostra ricordata dalle residenze e dalla cerchia delle donne della famiglia imperiale, sarà rievocata da una scena di convivio allietata da danze in onore dell’imperatore e dei suoi intimi.

Il luogo scelto per l’evento non poteva che essere il complesso dei Mercati di Traiano: ovvero, il complesso urbano legato topograficamente e funzionalmente all’edificazione del Foro di Traiano in età romana e oggi ospitante la mostra.

L’ambientazione “aperta” sul Foro di Traiano dalla via Biberatica offrirà uno scenario d’eccezione allo spettacolo e la possibilità di unire e fondere i tre momenti alla luce del tramonto romano, in un’allusione naturale e coinvolgente al passato.

La manifestazione durerà circa 45 minuti e non sono previste sedute.

La partecipazione all’evento è gratuita. L’ingresso al monumento con il biglietto della mostra segue il tariffario vigente; l’entrata è gratuita per i possessori della MIC Card.


Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
Via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma - Tel. 060608
Tutti i giorni 9.30-19.30
24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
La biglietteria chiude un'ora prima
www.mercatiditraiano.it | www.traianus.it
E-mail: info@mercatiditraiano.it

Enoturismo, cultura, le Città del Vino in Sardegna per la Convention d’Autunno

Un programma di quattro giorni che coinvolge 7 Città del Vino della Sardegna: Alghero, Badesi, Berchidda, Monti, Sennori, Sorso e Usini. Tra i temi affrontati nell’assemblea dei sindaci il turismo del vino e il ruolo delle Strade del Vino, i progetti di archeologia della vite e le misure di detassazione per i pensionati che decideranno di andare a vivere nei territori enoturistici a rischio di spopolamento. In programma l’elezione del nuovo Presidente. 




E' iniziata in Sardegna la Convention d'Autunno delle Città del Vino, con un programma di visite e appuntamenti istituzionali che coinvolge i sindaci dei 430 Comuni associati in tutta Italia. L'evento, in programma da giovedì 18 a domenica 21 ottobre, è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale da 7 Città del Vino della Sardegna del nord, in provincia di Sassari: Alghero, Usini, Berchidda, Monti, Badesi, Sorso e Sennori. Il “capitolo” più importante della Convention d’Autunno 2018 consiste nell’elezione del nuovo Presidente – al momento è in carica Floriano Zambon, ex sindaco di Conegliano (Tv) – del vice Presidente, della giunta esecutiva e del consiglio nazionale, che riunisce i coordinatori regionali delle Città del Vino.

“È un onore per noi ospitare un momento come questo – ha detto Giuseppe Morghen, sindaco di Sorso e coordinatore regionale delle Città del Vino della Sardegna – perché ci proietta in una dimensione nazionale come d’altronde accade quando ci rapportiamo con l’Associazione. Oggi però siamo noi protagonisti di questo evento e siamo ben felici di ospitare i rappresentanti delle Città del Vino di tutta Italia”.

Durante i quattro giorni saranno anche affrontati alcuni temi centrali per le Città del Vino, in particolare l’enoturismo e la cultura. “Annunceremo gli argomenti del XV Rapporto sul Turimo del Vino in Italia, che sarà presentato alla prossima Bit di Milano – spiega il presidente in carica Floriano Zambon -. Dopo un 2018 molto positivo per l’enoturismo italiano ci aspettiamo dalla politica una nuova riflessione sul ruolo e la centralità delle Strade del Vino, organizzazioni territoriali che fanno da cerniera tra pubblico e privato e che sono fondamentali per la promozione locale e l’accoglienza. Soggetti – conclude Zambon – che meritano una rinnovata attenzione legislativa, risorse, programmi e strategie”.

Il XV Rapporto sul Turismo del Vino, anche quest’anno curato in collaborazione con l’Università di Salerno, prenderà a campione: i Comuni Città del Vino; le cantine premiate al concorso enologico internazionale La Selezione del Sindaco - selezionate tra quelle che fanno accoglienza e degustazioni – e un gruppo di turisti del vino selezionati attraverso le cantine e i Comuni campione. Il Rapporto sarà utile all’Associazione anche per sviluppare nuove proposte per la difesa e la tutela dei territori enoturistici. Tra queste una misura ad hoc che consenta di detassare le pensioni per quelle persone che decideranno di andare a vivere nei territori a rischio di spopolamento del nostro Paese, in particolare in aree interne di Basilicata, Molise, Calabria e Sardegna.

Al centro del dibattito dei sindaci delle Città del Vino, che domenica mattina si riuniranno nell’Assemblea in programma a Usini (Ss), c’è anche il capitolo della cultura enologica e in particolare dei progetti di archeologia della vite e del vino che l’Associazione ha sviluppato in questi anni: in Maremma, a Siena, in Calabria, etc.

Un rinnovato impegno che vuole valorizzare anche i casi di archeologia del vino rinvenuti in Sardegna, a partire dal comune di Urzulei, in Ogliastra, dove sopravvive la vite silvestris più longeva al mondo, addirittura millenaria: si trova in fondo a una valle boschiva nel sito di Bacu Bidalesti, dove per secoli i pastori si sono tramandati notizia della presenza di questa antica vite selvatica simile a una liana, con fusto di 135 cm di circonferenza alla base, dalla quale si diramano grossi fusti contorti, a serpentone, che possono superare i 40 metri di lunghezza e i cui tralci sovrastano la chioma degli alberi del bosco.

giovedì 18 ottobre 2018

Agricoltura e cambiamenti climatici, birra a rischio, la siccità minaccia i raccolti di orzo

A lanciare l'allarme uno studio pubblicato su "Nature Plants". I cambiamenti climatici caratterizzati da siccità minacciano i raccolti di orzo ingrediente principiale nella produzione della birra.





I ricercatori della Peking University di Pechino (Cina) e dell'University of East Anglia (GB) avvertono: la birra diventerà più scarsa e più costosa. Siccità e temperature estreme diventeranno sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici ed i raccolti di orzo diminuiranno in modo sostanziale.

La birra è la bevanda alcolica più popolare al mondo per volume nei consumi e il suo ingrediente principale, l'orzo, è particolarmente sensibile agli eventi meteorologici estremi; le sue rese infatti diminuiscono drasticamente nei periodi di estrema siccità e calore. Sebbene questi due fattori siano oggetto di studio attraverso ben 5 modelli del sistema Terra (Earth system model, ESM), che forniscono previsioni affidabili riguardanti il clima futuro ed i relativi rischi nei confronti dell'agricoltura, mai sino ad ora i rischi per il futuro della birra erano stati valutati in precedenza.

Accoppiando un modello di coltura basato su un sistema di supporto decisionale per il trasferimento agrotecnico e un modello economico globale (Global Trade Analysis Project) per valutare gli effetti della siccità e degli eccessi termici concomitanti in una serie di futuri scenari climatici, il team di Wei Xie della Peking University, ha scoperto che questi eventi estremi possono causare riduzioni sostanziali dei raccolti di orzo in tutto il mondo.

Gli autori ritengono che le perdite medie oscilleranno dal 3% al 17%, a seconda della gravità delle condizioni. Ciò comporterà sia un incremento sostanziale dei prezzi della birra che, come evidenzia lo studio, in Irlanda, potrebbero aumentare del 193% e sia, come ad esempio in Argentina, una diminuzione significativa dei consumi del -32%.

mercoledì 17 ottobre 2018

Marketing ed export, AgriAcademy di Ismea lancia il primo Hackathon tra i giovani imprenditori agricoli

Dal 18 ottobre, a Roma, una maratona di tre giorni per trovare soluzioni innovative in agricoltura. 




Prenderà il via a Roma il 18 ottobre, la seconda sessione di Agriacademy, il programma di formazione su innovazione, marketing ed export rivolto alle nuove generazioni di agricoltori. Si lavorerà sulle idee progettuali dei partecipanti usando le metodologie e gli strumenti degli incubatori e acceleratori d’impresa.

Roma, 17 ottobre 2018 - Dopo la sessione estiva, riparte AgriAcademy,il progetto di alta formazione ideato e sviluppato da ISMEA in collaborazione con il Mipaaft con l’obiettivo di avvicinare gli agricoltori under 40 alle tematiche dell’Agricoltura 4.0, della digital transformation, dell’export managemente del marketing.

Agriacademy toccherà di nuovo le città di Roma, Bologna e Bari, dove nei mesi di giugno e luglio oltre 200 giovani, selezionati tramite bando, hanno partecipato a un week end di alta formazione con docenti ed esperti dell’Università di Brescia, Politecnico di Milano, Università La Sapienza di Roma e Università del Sannio.

Nella sessione autunnale, che prenderà il via il 18 ottobre a Roma, i ragazzi metteranno in pratica le conoscenze e le metodologie acquisite, lavorando allo sviluppo di veri progetti di impresa. La seconda fase di AgriAcademy, infatti, metterà al centro le 42 idee progettualiche i giovani agricoltori hanno preparato, singolarmente o in gruppo, dopo la formazione estiva. Durante le giornate i progetti verranno discussi, selezionati, sviluppati in team e trasformati in prototipi per testarne l'efficacia. Infine verranno presentatidi fronte a una commissione che decreterà i vincitori di ciascuna delle tre tappe, offrendo in premio un servizio di tutoraggio in azienda.

Ad accompagnare i giovani imprenditori coinvolti, accanto ai docenti, ci sarà anche la task force di RuralHack, un team di esperti in innovazione sociale e tecnologica che traduce approcci orientati al service design per le esigenze delle imprese agricole di qualità. La metodologia di lavoro è infatti ispirata ai principi del design thinking, un modello progettuale e di management aziendale di tipo collaborativo, che utilizza le tecniche e gli strumenti del designer per risolvere problemi complessi in modo creativo. Un metodo nato e diffuso in contesti di innovazione digitale e per lo più sconosciuto nel settore dell’agroalimentare.

COS'E' AGRIACADEMY

È il programma di alta formazione su innovazione, internazionalizzazione e marketing promosso in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo e rivolto, in totale, a 200 giovani imprenditori agricoli vincitori del bando "Promuovere lo spirito e la cultura d'impresa". Prevede due sessioni, una estiva e una autunnale, in tre sedi: Roma, Bologna e Bari. La sessione autunnale che parte il 18 ottobre a Roma, segue la prima fase che si è svolta tra giugno e luglio.

L'AgriAcademy di Ismea si avvale della collaborazione con l'Università di Brescia, il Politecnico di Milano, la Sapienza di Roma, l'Università del Sannio, l’Osservatorio Smart Agrifood, il team del programma di ricerca/azione RuralHAck e con gli innovatori sociali di Vazz’ap. Vede tra i docenti: professori universitari, ricercatori, esperti di settore, economisti e direttori di aziende molto note.

Le prossime tappe di AgriAcademy si terranno a Bari, dal 9 all'11 novembre e a Bologna, dal 16 al 18 novembre.

Segui #Agriacademy su Instagram  @Ismeaofficial– Facebook  @agricolturagiovanie YouTube

Il Cenacolo, un opera fragile, un progetto di restauro in corso approvato dal Mibact lo preserverà dal lento degrado

Cinquecento anni di vita in più ed aumentare il numero dei visitatori che lo possono ammirare. È questo l'obiettivo del restauro ambientale del capolavoro di Leonardo da Vinci promosso dal Ministero dei Beni Culturali, a cui contribuisce anche Eataly che ha deciso di muovere un passo concreto a tutela della sua opera d’arte più rappresentativa.




Il Cenacolo è un’opera fragile, per via della speciale tecnica con la quale è stata prodotto. Al contrario di quello che molti pensano infatti, l'Ultima Cena, che fu dipinta tra il 1494 e il 1498 all'interno del refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, non è un affresco. Si tratta di un'opera realizzata con una tecnica molto particolare: è un dipinto parietale a tempera grassa su intonaco. In pratica, per poter rifinire e modificare il lavoro in corso d'opera, Leonardo Da Vinci utilizzò su una parete la stessa tecnica che utilizzava per i suoi dipinti su tela: motivo per il quale il deterioramento è stato rapido e piuttosto evidente. Il dipinto cominciò a rovinarsi già prima di essere concluso: sembra che quando Leonardo lo completò fosse visibile una piccola crepa sul lato sinistro. Una ventina di anni dopo la sua realizzazione, il Vasari scrisse: "non si scorge più se non una macchia abbagliata”.

Il dipinto di fatto, ogni giorno, va incontro a un lento degrado a causa delle polveri sottili che ognuna delle 400.000 persone che possono vedere il dipinto ogni anno portano con sé. Il rischio alla lunga è quello di privare il nostro Paese di uno dei suoi capolavori più straordinari. Per evitare che questo accada, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha approvato un grande progetto di restauro stanziando 1 milione e 200 mila euro in tre anni e che vedrà Eataly come unico protagonista tra le aziende private con un investimento di circa 1 milione di euro.

Il progetto: Nuova aria pulita per il Cenacolo

Dal 2019 - data prevista per la fine dei lavori e anno del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci - ogni giorno saranno immessi circa 10.000 m³ di nuova aria pulita all’interno del refettorio di Santa Maria delle Grazie, che custodisce l’opera, contro i circa 3.500 m³ immessi attualmente.

Al progetto, che allungherà di cinque secoli la vita del dipinto permettendo a molte più persone ogni giorno di ammirarlo, hanno collaborato diversi istituti di ricerca (ISCR, CNR, Politecnico di Milano, Università Milano Bicocca); l’iniziativa è coordinata da Arts Council, realtà italiana specializzata nel fundraising per la cultura, e avrà particolare risalto negli Stati Uniti grazie alla collaborazione con IRF – Italian Renaissance Fund.

L'accesso all'Ultima Cena è attualmente limitato a 1300 visitatori al giorno. Dopo l'intervento di restauro ambientale finanziato da Eataly, questa cifra aumenterà considerevolmente.

Vino e territori, dalla vigna urbana ai paesaggi collinari, fino alla viticultura eroica di montagna, alla scoperta delle eccellenze della provincia di Torino

Sono i vini DOC del torinese, quelli che nascono in un territorio dai panorami più diversi: dalla vigna urbana ai paesaggi collinari, fino alla viticultura eroica di montagna, che raggiunge quasi i 1000 metri di altezza e che permette la produzione del celebre “vino del ghiaccio”. 





Erbaluce di Caluso (DOCG) e le DOC Carema, Canavese, Freisa di Chieri, Collina Torinese, Pinerolese e Valsusa. Queste le 7 denominazioni racchiuse nella Torino Doc, la selezione enologica realizzata dalla Commissione di degustazione della Camera di commercio di Torino e dal suo Laboratorio Chimico, in collaborazione con l’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino.

Una selezione di vini che prevede non solo i più noti Barbera, Bonarda, Dolcetto, Freisa e Nebbiolo, ma anche i più particolari e spesso autoctoni: Erbaluce, Avanà, Cari, Doux d’Hernry, e molti altri. Si tratta di bottiglie che nascono in panorami molto diversi, dalla vigna urbana ai paesaggi collinari, fino alla viticultura eroica di montagna, che raggiunge quasi i 1000 metri di altezza e che permette la produzione del celebre “vino del ghiaccio”. Ogni vino porta con sé la storia delle aziende in cui è nato e l’impegno, la cura, la dedizione quotidiana delle persone che stanno dietro ad ogni bottiglia.

Queste eccellenze saranno premiate con una cerimonia prevista venerdì 19 ottobre alle ore 17,30 a Palazzo Birago, e che sarà guidata da Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino. Dopo la premiazione dei Maestri del Gusto, è già tempo di parlare di vino torinese: sono 45 le aziende e 146 le tipologie selezionate dalla Camera di commercio di Torino attraverso la sua Commissione Degustazione e il Laboratorio Chimico camerale, e premiate, a seconda della qualità, con 1, 2 o 3 “cavatappi”. Risultati da record quest’anno: ben 32 i vini giudicati eccellenti (“top”) con il punteggio massimo di 3 cavatappi.

Al termine della cerimonia di premiazione, a inviti, sarà possibile degustare il vino “top” proposto da ogni cantina. Nel banco assaggi presente nel cortile di Palazzo Birago per tutta la serata sarà infatti possibile conoscere i vini premiati, proposti dall’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino, accompagnati da alcune specialità dei Maestri del Gusto o in originali cocktail realizzati dai migliori barman torinesi con i vermouth di Torino.

Dal 2005 la Selezione enologica Torino DOC permette di impiegare queste funzioni “tecniche” a vantaggio dei produttori, dei consumatori e degli appassionati del vino, abbinando alla certificazione una rigorosa selezione delle eccellenze e, a seguire, un’intensa attività di promozione.

La partecipazione alla selezione è riservata a tutti i produttori della provincia di Torino e a quelli con sede produttiva fuori provincia, ma situata nei territori previsti dai disciplinari delle 7 denominazioni. Di ogni vino, già classificato come DOC e DOCG, viene fatta un’analisi sensoriale (vista, olfatto, gusto) su apposite schede secondo il metodo “Union Internationale des Oenologues”. Il tutto permette, in una decina di sedute di degustazione, di valutare i campioni presentati con riferimento alle numerose tipologie e ai diversi periodi di vendemmia.

I testimoni della viticultura torinese ci raccontano storie molto diverse, ma tutte affascinanti: ci sono gli ex impiegati Olivetti che oggi nel Canavese si dedicano alla vigna, le aziende tradizionali che si riconvertono al biologico, il vigneto ereditato dai nonni, le scuole dove nascono i vini sperimentali, gli amici che, grazie alla coltivazione, recuperano terre abbandonate, le uve dal sapore unico grazie a caratteristiche irripetibili del terreno su cui sono coltivate.

Tutte le informazioni sulle aziende, le cantine e i vini, le storie e i volti dei produttori di Torino DOC 2019-20 sono raccontati sul sito www.torinodoc.com - www.torinodoc.wine. Uno strumento utile anche per andare direttamente a trovare i produttori, conoscendoli di persona, visitando cantine e vigne. Per chi avesse poche occasioni di escursioni nelle aree enologiche torinesi, i vini di Torino DOC sono poi sempre più vicini grazie alla collaborazione delle enoteche - con il progetto Enoteca Diffusa - e dei ristoranti cittadini - con il progetto Torino Restaurant Week: proposte in grado di soddisfare tutti, dagli amanti delle cene nei locali della tradizione a chi frequenta i quartieri della movida.

I vini di Torino DOC, infine, si possono trovare anche all’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino (www.enotecaregionaletorino.wine), istituzione senza fine di lucro che annovera la Camera di commercio di Torino tra i soci fondatori e che promuove la conoscenza e la diffusione dei vini del territorio.

La premiazione Torino DOC apre ufficialmente “Portici Divini”, dieci giorni in cui Torino celebra le etichette del suo territorio con incontri, degustazioni e appuntamenti; il primo fine settimana in sinergia con la kermesse “Vendemmia a Torino”. E mentre Palazzo Birago per due week end ospiterà eventi, presentazioni e degustazioni, in una trentina di locali disseminati per la città i produttori “Torino DOC” si metteranno in gioco per diffondere la conoscenza delle etichette torinesi: i clienti potranno trasformarsi in novelli sommelier a cui saranno proposte degustazioni ‘al buio’ e premi per i vincitori. www.to.camcom.it/portici-divini-seconda-edizione.

DATI PRODUZIONE VINI DOC e DOCG 2017

Nella vendemmia 2017 la produzione di uva per le DOC e DOCG del Torinese ha visto una superficie produttiva dedicata di 501 ettari per un totale di 29.924 quintali di uva, equivalenti a un potenziale produttivo di 20.751 ettolitri, ossia più di 2 milioni e 700mila bottiglie. La produzione complessiva in vino si concentra per il 71% nell’area del Canavese (di cui Erbaluce di Caluso 43%, Carema 2% e Canavese 26%), per il 21% nell’area della Collina Torinese (Freisa di Chieri 17% e Collina Torinese 4%), il restante 8% si divide tra Valsusa (1%) e Pinerolese (7%).

Ricordiamo che tra i compiti della Camera di commercio di Torino c’è quello legato alla loro certificazione a denominazione di origine: dai controlli di filiera dalla vigna alla cantina, al rilascio dell’idoneità per l’immissione in commercio delle partite di vino.

sabato 13 ottobre 2018

Festa del Cinema di Roma 2018

Al via la tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma si svolge dal 18 al 28 ottobre 2018 all’Auditorium Parco della Musica e in altri luoghi della capitale.


Nata nel 2006, la Festa del Cinema di Roma in pochi anni si è imposta nello scenario cinematografico mondiale, posizionandosi tra i principali grandi eventi del settore. Centinaia di attori, registi e protagonisti del mondo del cinema, dell’arte e della cultura hanno sfilato sul red carpet dell’Auditorium.



La struttura ideata da Renzo Piano è il fulcro della manifestazione e ospita proiezioni, incontri, eventi, mostre, installazioni, convegni e dibattiti. I 1300 mq del viale che conduce alla Cavea vengono trasformati in uno dei più grandi red carpet al mondo. Di fronte al complesso sorge il “Villaggio del Cinema”, punto di riferimento per i visitatori, con stand dei partner, info point e area food. Nel Villaggio è allestita la tensostruttura che accoglie una parte delle proiezioni.

Il programma della Festa è articolato in film, documentari, serie tv, animazione e nuovi linguaggi. Accanto alle grandi anteprime, un ruolo importante anche quest’anno è svolto dagli Incontri Ravvicinati con autori, attori e protagonisti della cultura italiana e internazionale. Il cinema viene poi celebrato con le Retrospettive dedicate a grandi autori del passato e del presente, Restauri di classici e Omaggi a registi e attori.

La Festa coinvolge anche il resto della capitale con proiezioni in alcuni cinema della città ed eventi presso le più importanti strutture culturali.

La manifestazione, promossa da Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma, Fondazione Musica per Roma e Istituto Luce Cinecittà, è prodotta da Fondazione Cinema per Roma con la guida di Laura Delli Colli e la direzione artistica di Antonio Monda.

venerdì 12 ottobre 2018

Per uno spettatore critico, un progetto di formazione del pubblico in collaborazione con Teatro del Lido di Ostia.

Si svolgerà da ottobre a giugno il laboratorio gratuito "Per uno spettatore critico" a cura del Teatro e Critica presenta ed in collaborazione con il Teatro del Lido di Ostia.


Il teatro, quello che ci attrae, ci mette in difficoltà, ci spinge a guardarci intorno, ad analizzare noi stessi e il mondo in cui viviamo. Ma come relazionarsi con il teatro di oggi? Su quale piano di ascolto e comprensione lo spettatore deve porsi rispetto alla varietà linguistica, alla multidisciplinarietà dei percorsi, alla storia con la quale ogni artista e opera si confrontano? 



TeatroeCriticaLab, il percorso di formazione ideato dalla redazione di TeC e attivo fin dal 2011 in festival, rassegne stagioni teatrali, scuole di recitazione e università, torna ad Ostia. Il percorso critico si focalizzerà sugli spettacoli in cartellone al Teatro del lido, dando la possibilità di scambio con registi, attori, autori, tecnici, organizzatori e addetti stampa che animano il teatro. 

Ascolto e approfondimento saranno i due poli attorno ai quali far gravitare un vero e proprio angolo della riflessione. Attraverso il dibattito e grazie ad appositi esercizi (che potranno contemplare anche la scrittura) cercheremo di superare i preconcetti, i giudizi imposti dalle sovrastrutture sociali, accompagnando lo spettatore in un percorso di conoscenza rispetto all’artista e alla sua opera. 

Gli incontri hanno la finalità di preparare la visione critica di alcuni spettacoli preselezionati, e di analizzarli nella fase posteriore, favorendo la partecipazione a diversi generi (teatro, danza, musica, eventi multidisciplinari) e stili (drammaturgia contemporanea, prosa classica).

Scansione didattica: il primo spettacolo da visionare è Reparto Ameto di Venerdi 16 novembre ore 21 ma il primo incontro effettivo di laboratorio sarà nella giornata dello spettacolo di Koreja del 29 novembre (dove si parlerà di quello precedente) e si assisterà al serale delle ore 21.

Di seguito il programma con date ed orari (prenotazione obbligatoria). La partecipazione è gratuita e dà diritto al ridotto a 8 euro.

VENERDÌ 16 NOVEMBRE

ore 21 | teatro Teatro di Roma – Teatro Nazionale | L’Uomo di Fumo REPARTO AMLETO drammaturgia e regia Lorenzo Collalti

GIOVEDÌ 29 novembre

incontro LAB ore 18-20

ore 21 | teatro ragazzi Koreja – Centro di Produzione Teatrale PALADINI DI FRANCIA SPADA AVETE VOI, SPADA AVETE IO! Vita, morte e disavventure di Orlando e altri strani paladini 

SABATO 8 DICEMBRE

incontro LAB ore 18-20

ore 21 | teatro in collaborazione con Le vie dei Festival Teatro Comunale Giuseppe Verdi – Pordenone SENZA PARLARE un progetto about:blank

VENERDÌ 18 GENNAIO

incontro LAB ore 18-20

ore 21 | teatro Motus MDLSX con Silvia Calderoni

SABATO 26 GENNAIO

incontro LAB ore 18-20

ore 21 | teatro Altercities – Roma. Cantiere della memoria Ti con Zero | Bartolini/Baronio ALLA FINE DELLA CITTÀ. periferie e memoria reading tra parole, immagini e canzoni di e con Tamara Bartolini e Michele Baronio

DOMENICA 17 FEBBRAIO

incontro LAB ore 15,30-17,30

ore 18 | danza Ensemble Donaïres direzione artistica Ana Yepes EUROPA DANZA un voyage dansant ideazione, coreografia e danza Olivier Collin e Ana Yepes

SABATO 9 MARZO

incontro LAB ore 18-20

ore 21 e domenica 10 ore 18 | teatro Etérnit I Teatraltro I Lunarte presentano T V A T T Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali

DOMENICA 31 MARZO

incontro LAB ore 15,30-17,30

ore 18 Enrico Carretta presenta Jacob Olesen in IL CAVALIERE INESISTENTE recital letterario da Il cavaliere inesistente di Italo Calvino adattamento Francesco Niccolini e Jacob Olesen

SABATO 6 APRILE

incontro LAB ore 18-20

ore 21 | teatro la fabbrica dell’attore – Teatro Vascello Centro Teatrale Bresciano ROMA ORE 11 di Elio Petri con Manuela Mandracchia, Liliana Massari, Alvia Reale, Sandra Toffolatti


Teatro del Lido di Ostia
via delle sirene, 22
info e prenotazioni:
06.5646962 | promozione@teatrodellido.it
www.teatrodellido.it

Enoturismo, promozione, internazionalizzazione, svolta del Ministro Centinaio su temi caldi del settore

Parole chiare quelle espresse dal ministro Gian Marco Centinaio su alcuni dei temi più caldi per il comparto vitivinicolo, in un’intervista esclusiva che uscirà sul prossimo numero del Corriere Vinicolo. Ernesto Abbona (Uiv): pronti a collaborare per trasformare parole in azioni.




Enoturismo, promozione, internazionalizzazione, argomenti, questi, da sempre all’attenzione di Unione Italiana Vini e oggetto di confronto serrato con il Mipaaf, con il Mise e con ICE, al fine di consentire al sistema vitivinicolo italiano uno sviluppo virtuoso sia nel mercato interno, sia all’estero.

ENOTURISMO

Primo tema trattato, il Decreto Ministeriale sull’enoturismo, che attende il varo da gennaio 2018 e che potrebbe essere approvato entro fine anno. “Spero di portare a casa il decreto entro fine anno – spiega Gian Marco Centinaio, ministro Politiche Agricole e Turismo. Vogliamo alleggerire la burocrazia e l’obiettivo sul decreto è quello di concludere l’iter legislativo il più velocemente possibile, trovare i fondi per poterlo realizzare e se ci riuscirò sarò un ministro felice”.

“Stiamo perdendo occasioni preziose, e questo impegno del ministro Centinaio è veramente importante – commenta Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini. Abbiamo lavorato fattivamente con il Movimento Turismo del Vino per dare agli operatori che svolgono attività di enoturismo disposizioni chiare e semplificate, al riparo dalla “burocrazia”. Le aziende di tutte le dimensioni potranno beneficiarne, promuovendo il vino e contribuendo allo sviluppo socioeconomico dei territori. La legge di bilancio 2018 aveva stanziato risorse per le semplificazioni fiscali legate all’enoturismo per i prossimi tre anni ma, in assenza del DM attuativo, nessuno ha potuto usufruirne. Confidiamo che il Governo proceda celermente in tal senso”.

PROMOZIONE: Campagna straordinaria per i vini italiani negli USA

I fondi per la campagna straordinaria di promozione dei vini italiani degli USA per 20 milioni di euro avviata lo scorso anno, che sta dando buoni risultati, sono in attesa di essere confermati per il biennio 2019-2020. Dal ministro Centinaio arriva una chiara rassicurazione: “Vogliamo lavorare con il Ministro Luigi Di Maio affinché questa campagna da straordinaria diventi permanente. Le sperimentazioni non possono durare solo un anno, il nostro obiettivo, quindi, è quello di sperimentare a medio-lungo termine se le associazioni di categoria ci chiedono di andare in questa direzione”.

“La nuova strategia che abbiamo condiviso con ICE e le Associazioni dei produttori – aggiunge Ernesto Abbona – ha portato risultati positivi che ci stimolano a procedere con determinazione su questa strada. L’impegno del ministro Centinaio a lavorare insieme al ministro Di Maio per trasformare la campagna da straordinaria a ‘permanente’, è un segnale forte che accogliamo con grande soddisfazione. Il nostro export, oggi più che mai, ha necessità di un’azione di sistema come quella avviata con ICE fin dallo scorso anno”.

POLITICA COMMERCIALE – INTERNAZIONALIZZAZIONE: accordi di libero scambio per favorire la lotta contro l’italian sounding e abbattere i dazi sul vino

Per abbattere le barriere doganali (tariffarie e non) che oggi penalizzano l’esportazione dei vini italiani in alcuni Paesi, e per favorire accordi internazionali che ci aiutino a combattere l’italian sounding, sono necessari accordi seri di libero scambio. “Sono contrario a quegli accordi di libero scambio che penalizzano la nostra agricoltura – prosegue Gian Marco Centinaio. Spesso in questo tipo di accordi si favoriscono altri prodotti rispetto all’enogastronomia italiana. Sono, altresì, convinto che dazio chiami dazio e, in relazione a questo, penso a quei Paesi che inseriscono tasse proprio sul vino. Perciò, se dovessero servire accordi con questi Stati, sono disponibile a trattare con i miei colleghi ministri dell’Agricoltura per abbassare queste pesanti tariffe che penalizzano il nostro prodotto così come a stringere accordi con l’obiettivo di perseguire le contraffazioni delle nostre denominazioni d’origine”.

“Sulla politica commerciale si gioca uno dei pilastri dell’internazionalizzazione delle nostre imprese – conclude il presidente Ernesto Abbona. Gli accordi di libero scambio rappresentano una priorità per il nostro export perché portano all’abbattimento delle barriere doganali e favoriscono un’azione di controllo a tutela delle denominazioni di origine, rendendo produttivi gli investimenti promozionali. Apprezziamo, pertanto, questa ‘apertura’ del ministro Centinaio e siamo pronti a lavorare con lui mettendo a fattor comune l’esperienza di Unione Italiana Vini e delle proprie aziende associate, anche rispetto a proposte di miglioramento in fase di implementazione degli accordi stessi”.

Promozione vino italiano, Vinitaly driver di crescita per il settore

Vinitaly giocherà sempre più un ruolo centrale e decisivo per il settore vitivinicolo italiano. Mantovani a Milano con 40 produttori vitivinicoli: necessario cambiare dinamiche promozione per evitare crisi di crescita. Pensiamo a nuovi eventi in Usa e Cina. Italia ferma negli States.




“Siamo sempre più convinti che il vino italiano abbia bisogno di una scossa per incrementare le proprie performance all’estero, specie ora che sul mercato interno si riscontra un nuovo calo dei volumi venduti nella Gdo. Vinitaly farà la sua parte intensificando il proprio ruolo di driver per il settore: pensiamo alla costruzione di eventi solidi negli Stati Uniti e in Cina e a un incremento della promozione e della formazione anche attraverso gli strumenti digitali; ma serve un’azione incisiva e un taglio netto su certe dinamiche sin qui riscontrate. Un upgrade nel modo di fare internazionalizzazione che parta dal governo del settore, e fa piacere constatare la comunanza di pensiero con il ministro Centinaio, che in materia di promozione ha le idee chiare”.

Lo ha detto, ieri a Milano, nel corso di un pranzo con 40 produttori vitivinicoli dedicato alle prossime attività di Vinitaly, wine2wine di fine novembre in primis, il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

“Il commercio mondiale del vino vive da tempo stagioni felici – ha proseguito Mantovani - e l’Italia è uno dei player che è cresciuto di più nell’ultimo decennio, ma non basta. Il nostro osservatorio ci segnala nei primi 7 mesi di quest’anno una crescita in valore rallentata se confrontata con gli altri top player mondiali. Allo stesso tempo, secondo le dogane, nei primi 8 mesi di quest’anno c’è stata una brusca frenata nelle importazioni dagli Stati Uniti, dove il nostro mercato è di fatto in recessione mentre la Francia nello stesso periodo cresce bene”.

Secondo l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, nel secondo quadrimestre si sono accentuate le difficoltà di crescita negli Usa, con il dato a valore (in euro) delle importazioni di vino italiano fermo a +0,7% per un corrispettivo di 1,11 miliardi di euro. Un indicatore che assume maggior rilevanza se accostato al forte rialzo francese (+8,2%, a 1,18 miliardi di euro), in controtendenza rispetto a un valore globale delle importazioni di vino che vira in negativo (-0,6%).

Sul fronte delle tipologie, gli sparkling tengono a galla il vigneto Italia con un ulteriore balzo del 16,3%, con gli champagne transalpini in calo del 5,2%. Discorso inverso invece sul prodotto fermo, che rappresenta oltre i 3/4 delle importazioni statunitensi. Qui il Belpaese perde a valore il 2,9% mentre la Francia vola a +15,1%.

Sul fronte dell’export globale, nei 7 mesi su base Eurostat l’Italia* si conferma 2° player mondiale dopo la Francia e guadagna il 4,1% a valore. Ma sono tutti i top 4 esportatori a crescere, con la Francia a +6,4%, la Spagna a +6,7% e l’Australia a +6,1%. Con il Cile che nonostante una politica dei dazi favorevole perde il 6,6%.

* stima, valore Italia fermo a gennaio-giugno

giovedì 11 ottobre 2018

Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961, Al Museo di Roma in una grande mostra fotografica il ritratto collettivo degli italiani e dell’Italia della rinascita: 160 scatti, videoinstallazioni e documentari

Una grande mostra fotografica che racconta l'Italia dalla dura ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale al clamoroso boom economico degli anni ’60. 15 anni in cui un paese distrutto e stremato riuscì a superare i traumi della guerra dando vita a un tumultuoso sviluppo economico, sociale, di immaginario, ammirato nel mondo intero.



In un ricco percorso espositivo che attraversa la recente storia italiana, partendo dalla fine della Seconda guerra mondiale sono esposte immagini dell’epoca, provenienti da straordinari archivi, tra cui molte scattate da sconosciuti fotografi di agenzia - ma capaci di rappresentare in modo vivace, acuto e preciso le molteplici realtà del paese - e altre scattate da firme note e acclamate della fotografia contemporanea, come Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini, Federico Patellani, Caio Mario Garrubba, Pepi Merisio, Wanda Wultz, Tazio Secchiaroli, Ferruccio Leiss, Romano Cagnoni, Walter Mori, Bruno Munari, Italo Insolera, Italo Zannier, e tra gli stranieri i grandi Willian Klein, Alfred Eisenstaedt, Gordon Parks.
Dalla dura ricostruzione del paese dopo la devastazione della seconda guerra mondiale al clamoroso boom economico degli anni ’60. È questo il periodo storico narrato nella grande mostra fotografica Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961, ospitata al Museo di Roma dal 12 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019.

1946-1961: 15 anni in cui un paese distrutto e stremato riuscì a superare i traumi della guerra dando vita a un tumultuoso sviluppo economico, sociale, di immaginario, ammirato nel mondo intero. Un momento irripetibile, entusiasmante e contraddittorio, una storia tanto intensa da essere ancora un retaggio rilevante del nostro presente.

Il sorpasso, richiamo a un film-icona di un’epoca, sintesi memorabile del viaggio dell’Italia del tempo, è il racconto straordinario per immagini di un paese nel momento in cui entra per sempre nella modernità. Vita politica e vita privata, le lotte del lavoro e le rivoluzioni del costume, la costruzione delle autostrade e quella dell’immaginario di cinema e TV, il cambiamento del paesaggio, delle forme, del volto di un paese come non era accaduto per secoli. È l’idea dell’Italia che accelera e guadagna posizioni – anche con tratti di aggressività, di volgarità e di vanagloria – che sorpassa i propri tratti arcaici e arretrati, andando avanti nonostante enormi problemi che spesso lascia irrisolti, o che sono generati dalle stesse forme di uno sviluppo veloce, e vorace.

Le immagini dell’epoca, provenienti da straordinari archivi, rappresentano un ritratto collettivo dell’Italia con le sue speranze, le sue conquiste, i suoi progressi senza nascondere i molti problemi irrisolti, le ingiustizie, le disuguaglianze.

Molte di queste foto sono scattate dai “lavoratori dell’immagine” dell’epoca dei settimanali illustrati: oscuri fotografi di agenzia, ma capaci di rappresentare in modo vivace, acuto e preciso le molteplici realtà del paese. Artisti spesso anonimi, artefici di un’arte dello sguardo che la mostra invita a osservare come a una vera scoperta. E che il percorso espositivo mette accanto e a confronto con firme note e acclamate della fotografia contemporanea, autori italiani e stranieri in un’epoca in cui l’Italia è scoperta e attivamente visitata dai grandi fotografi internazionali, anche per l’influsso del grande cinema neorealista e di quel fenomeno irresistibile che divennero gli Studi di Cinecittà, la Hollywood sul Tevere. Troveremo così scatti di nomi del calibro di Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini, Federico Patellani, Caio Mario Garrubba, Pepi Merisio, Wanda Wultz, Tazio Secchiaroli, Ferruccio Leiss, Romano Cagnoni, Walter Mori, Bruno Munari, Italo Insolera, Italo Zannier, e tra gli stranieri i grandi Willian Klein, Alfred Eisenstaedt, Gordon Parks.

Nel 1945, l’Italia è un paese da ricostruire sia materialmente sia nella propria identità, alle prese con enormi problemi strutturali e politici: carenza di alloggi, cibo, medicinali, materie prime, infrastrutture e industrie, e nell’attesa incerta e delicatissima di nuove scelte politiche, a cominciare da quella tra monarchia e repubblica e per la creazione di un nuovo stato democratico. Un paese lacerato da ferite fisiche e morali, da grandi tensioni e contrasti, nella politica e nelle piazze; ma in cui la voglia di rinascere, il desiderio di superare lutti e lacrime, recuperando sul piano culturale e civile tutto il tempo perso con le chiusure del ventennio fascista, fanno sì che le diversità e gli attriti non siano un blocco, ma un inedito motivo di slancio, una fonte di energia e di confronto, verso un’ambizione a migliorare le proprie condizioni, a mettersi alla prova, a essere di nuovo protagonisti della propria storia.

La mostra è suddivisa in dieci sezioni tematiche che sviluppano un affascinante “doppio sguardo”, affiancando alla visione ottimistica della ricostruzione del paese avviato verso il boom economico, lo sguardo spesso critico dei fotografi indipendenti, che di quell’esplosione osservano contraddizioni, finzioni, perdite. Molte immagini di questi ultimi, documentate adeguatamente nei fondi dell’inestimabile Archivio storico dell’Istituto Luce e nell’archivio Publifoto conservato – con altri importanti fondi – presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, sono pubblicate nei rotocalchi dell’epoca, principale specchio, insieme al cinema, della nuova Italia del dopoguerra.

Un doppio binario che mostra la capacità di rinascere nonostante le divisioni politiche, le scissioni tra democristiani e comunisti, tra sindacato e industriali, addirittura tra tifoserie, tra cantanti melodici e urlatori… Ma con una tensione unitaria a ricostruire animi, e case, monumenti, officine. Un paese che freme per il ritorno di Trieste italiana o la tragedia dei nostri immigrati a Marcinelle, che teme i tumulti per l’attentato a Togliatti, e conosce le rivendicazioni dei lavoratori in piazza. L’Italia soffre per le profonde differenze sociali ed economiche fra sud e nord, tra città e campagna, che provocano vaste emigrazioni in cerca di lavoro in Europa o verso le due Americhe. Un paese che cambia volto, iniziando anche a mostrare i limiti e i pericoli di una crescita sfrenata senza nessuna attenzione al paesaggio, alla conservazione del passato architettonico e urbanistico, all’aumento incontrollato del traffico automobilistico privato. Un anticipo del volto congestionato delle città di oggi.

Senza dimenticare la politica, l’obiettivo delle foto in mostra è puntato sulla vita quotidiana delle persone comuni: il loro stile di vita, la mentalità e i comportamenti che esprimono perfettamente la nuova Italia. Esemplare la sezione che racconta ‘l’amore’ nelle declinazioni dei nuovi rapporti uomo-donna, in un immaginario cinematografico che promuove le maggiorate e la politica che abolisce le ‘case chiuse’, dove si affaccia di prepotenza ‘La dolce vita’, le star di Hollywood fuggono (o cercano) gli scoop dei paparazzi, e il puritanesimo della televisione inizia a cadere sotto i colpi delle gemelle Kessler.

Un paese che scopre alla fine degli anni ’50 le forme di un benessere conquistato, controverso, alla portata ideale di tutti. Tra analfabetismo e un’irripetibile classe intellettuale, i segni del benessere personale identificati nell’automobile e nel frigorifero insieme alla deriva rappresentata dall’esplosione edilizia, l’Italia guadagna posizioni su posizioni nel contesto mondiale, arrivando nel 1957 ad avere con Roma la sede di fondazione della Comunità europea.

Da nazione sconfitta e devastata, quindi, a una potenza industriale in grado di esportare davvero in tutto il mondo tecnologie, spettacolo, bellezza, moda, cinema, innovazione e invenzione. Una storia che si chiude idealmente con le Olimpiadi di Roma e il completamento della rete televisiva, ambedue nel 1960, la mostra torinese Italia ’61 e l’Autostrada del Sole, ultimata nel 1964. Un racconto che lascia spazio alle emozioni, compresa la tenerezza e la nostalgia.

Una riflessione per immagini sull’Italia di ieri e indirettamente su quella di oggi; un invito a ripensare il valore del lavoro, dell’iniziativa e della cultura insieme alla capacità di condividere un progetto di Italia. Non la prevedibile storia dell’Italia di quegli anni, piuttosto un ritratto collettivo degli italiani, delle loro speranze e del loro impegno, delle loro debolezze e dei loro sogni. Che sono spesso, a evidenza delle foto in mostra, spesso e ancora i nostri sogni presenti.

Il sorpasso, oltre ai 160 scatti fotografici offre nel percorso delle spettacolari video-installazioni realizzate con filmati dell’Archivio storico Luce, un pendant visivo necessario e di impatto per il racconto di un periodo largamente dominato dal cinema e dalla comunicazione audiovisiva.

E a corredo prezioso del percorso si affianca per il visitatore un catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale e da Istituto Luce Cinecittà, con foto e un apparato testuale storico-critico dei curatori della mostra, Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia, che si pone come un approfondimento affascinante a questa storia unica dell’immaginario degli italiani.

Dopo il Museo di Roma a Palazzo Braschi, Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961 ha già una nuova data fissata, a Parma a Palazzo del Governatore, dall’8 marzo al 5 maggio 2019.

Per i possessori della MIC Card l’accesso a questa mostra è a pagamento, mentre resta gratuito l’ingresso al museo. Basterà acquistare il biglietto “solo Mostra” secondo la tariffazione indicata.

La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta con l’Istituto Luce-Cinecittà e organizzata in collaborazione con Zètema progetto Cultura, è curata da Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia. Alla realizzazione hanno collaborato il Comune di Parma e il CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma.

Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961
Museo di Roma Piazza Navona, 2; Piazza San Pantaleo, 10
Apertura al pubblico dal martedì alla domenica dalle ore 10 – 19 (la biglietteria chiude alle 18). Giorni di chiusura: lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio Giovedì 11 ottobre ore 11.30
Info Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00) www.museodiroma.it; www.museiincomune.it

La Giornata del Contemporaneo, al via l'evento dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico

Presentata oggi alla Farnesina la quattordicesima edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento annuale promosso da AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico.

I 24 musei AMACI e più di 900 realtà in tutta Italia per il quattordicesimo anno consecutivo aprono gratuitamente al pubblico i loro spazi e inaugurano ufficialmente la stagione dell’arte contemporanea. Inoltre, per la prima volta quest’anno AMACI dedica all’artista Marcello Maloberti, autore dell’immagine guida, una mostra diffusa nei musei associati la Giornata del Contemporaneo valica i confini nazionali con un intenso programma di promozione dell’arte contemporanea italiana che coinvolge Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura all’estero grazie alla collaborazione e al coordinamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane.

Presentata oggi alla Farnesina la quattordicesima edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento annuale promosso da AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico. Sono intervenuti Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Federica Galloni, Direttore Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane – Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Gianfranco Maraniello, Presidente AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani; Marcello Maloberti, Artista e autore dell’immagine guida della Giornata.

Giunta alla sua quattordicesima edizione, sabato 13 ottobre la Giornata del Contemporaneo aprirà gratuitamente le porte dei musei AMACI e di più di 900 realtà in tutta Italia per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che di anno in anno ha saputo regalare al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea, portando la manifestazione organizzata da AMACI a essere considerata l’appuntamento annuale che ufficialmente inaugura la stagione dell’arte in Italia.

Due le principali novità di questa Quattordicesima Giornata del Contemporaneo, annunciate oggi in conferenza stampa: una mostra diffusa nei musei AMACI dedicata all’artista Marcello Maloberti, autore dell’immagine guida della manifestazione, e il coinvolgimento – grazie alla collaborazione e al coordinamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane – della rete estera del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di cui fanno parte le Ambasciate, i Consolati e gli Istituti Italiani di Cultura per dare vita dall’8 al 13 ottobre a una settimana di promozione dell’arte contemporanea italiana fuori dai confini nazionali.

Come in passato AMACI ha affidato a un artista la realizzazione dell’immagine guida della manifestazione. Dopo Michelangelo Pistoletto (2006), Maurizio Cattelan (2007), Paola Pivi (2008), Luigi Ontani (2009), Stefano Arienti (2010), Giulio Paolini (2011), Francesco Vezzoli (2012), Marzia Migliora (2013), Adrian Paci (2014), Alfredo Pirri (2015), Emilio Isgrò (2016) e Liliana Moro (2017), quest’anno la scelta dei Direttore dei musei associati è ricaduta su Marcello Maloberti, che ha realizzato per l’occasione Medusa: un ragazzo africano – a torso nudo ma con il volto celato da un casco da motociclista ricoperto di conchiglie – ci guarda fisso negli occhi attraverso l’apposita fessura. La rotondità
del casco viene sostituita da una forma frastagliata e la sua funzione protettiva viene alterata, a prima vista, dalla fragilità dell’agglomerato di molluschi. La durezza dello sguardo e la fissità della posa contrastano con il senso di leggerezza generale dell’immagine che l’artista ha creato giocando con gli stilemi dell’iconografia classica: il giovane appare come una figura mitologica, una divinità riemersa dalle profondità marine, dove viveva o dove probabilmente è naufragato nel corso di un attraversamento in nave. Il suo sguardo diretto e fiero ci interroga, instaurando un dialogo silenzioso con lo spettatore, fatto di non detti e sottintesi: è uno sguardo che chiede risposte e che, ambiguamente, come nel caso di una Medusa contemporanea, potrebbe trasformarci in pietra, esercitando in noi fascino e repulsione, empatia e distacco.
Oltre ad aver realizzato appositamente l’immagine, Marcello Maloberti sarà anche protagonista per la prima volta di una mostra personale diffusa su tutto il territorio nazionale. In questa occasione, infatti, i musei AMACI apriranno gratuitamente i loro spazi e ospiteranno simultaneamente e per un giorno una selezione di opere di Maloberti, offrendo al grande pubblico la possibilità di conoscere la produzione performativa dell’artista, regalando un’occasione di approfondimento che rende più compatta e coerente la partecipazione alla Giornata dei musei associati.

Altra novità di rilievo dell’edizione 2018 è la Giornata del Contemporaneo – Italian Contemporary Art, che vede la partecipazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e in particolare della rete degli Istituti Italiani di Cultura, con l’obiettivo di promuovere la creatività italiana anche fuori dai confini nazionali. Una creatività che è frutto del lavoro non solo degli artisti ma anche di esperti, curatori, galleristi, collezionisti, critici, editori d’arte, direttori di musei, registrar. Dall’8 al 13 ottobre, circa 100 professionisti saranno coinvolti nell’iniziativa e diverranno, con i loro racconti ed esperienze, testimoni della qualità artistica del nostro Paese. Grazie al coordinamento messo in campo dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI e dalla Direzione Generale Arte Architettura contemporanee e Periferie urbane del MiBAC e da AMACI, Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura all’estero, nei propri territori di competenza, organizzeranno quindi, per la quattordicesima edizione della Giornata del Contemporaneo, oltre 80 eventi d’arte contemporanea italiana tra mostre, performance, installazioni, incontri, dibattiti e presentazioni, in 80 luoghi del mondo.

Un programma, dunque, sempre più ricco e variegato, per un pubblico vasto e curioso che da quattordici anni segue con attenzione ed entusiasmo la manifestazione. Dal 2005 a oggi la Giornata del Contemporaneo svolge infatti un ruolo di primo piano per la promozione della cultura contemporanea. L’incremento in termini di aderenti (dai 207 del 2005 ai 937 con 1100 eventi del 2017) e di partecipazione (dai 97.000 visitatori delle prime edizioni ai circa 200.000 delle ultime) alle Giornate del Contemporaneo degli scorsi anni ha dimostrato con chiarezza la sempre maggiore attenzione che le realtà del contemporaneo prestano ad AMACI e alle sue iniziative. In quattordici anni la Giornata del Contemporaneo ha permesso infatti di concretizzare una mappa dell’arte di oggi che ha coinvolto non soltanto le grandi città ma anche i centri più piccoli, da sempre molto attivi, dove i musei hanno assunto il ruolo di poli culturali con la missione di presentare e valorizzare l’attività degli artisti contemporanei, evidenziando l’importante funzione che il contemporaneo svolge nello sviluppo culturale, sociale ed economico del nostro Paese.
L’elenco completo degli eventi è scaricabile dal sito www.amaci.org.

A testimonianza del rilievo sempre crescente della manifestazione e dell’importanza del suo ruolo nel sistema nazionale, il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha conferito anche quest’anno alla Giornata del Contemporaneo la Medaglia del Presidente della Repubblica.

La Quattordicesima Giornata del Contemporaneo si avvale del sostegno della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del MiBAC e del patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell’UPI – Unione Province d’Italia, dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, di ICOM Italia e della Regione Lombardia.

AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani è un’associazione non profit che riunisce 24 tra i più importanti musei d’arte contemporanea del nostro Paese.
Nata nel 2003 con lo scopo di sostenere l’arte contemporanea e le politiche istituzionali legate alla contemporaneità AMACI si propone di consolidare ogni anno di più il suo ruolo di realtà istituzionale e di punto di riferimento per la diffusione dello studio e della ricerca artistica contemporanea in Italia e all’estero.

AMACI
Via San Tomaso, 53
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I MUSEI DELLA RETE AMACI

Castel Sant'Elmo, Polo museale della Campania (Napoli)
Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea (Rivoli - Torino)
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, Prato
Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli
Fondazione Musei Civici di Venezia – Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Fondazione Museion. Museo di arte moderna e contemporanea, Bolzano
Fondazione Torino Musei – GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e
Contemporanea di Torino
Galleria Civica di Modena
Galleria d'Arte Moderna Achille Forti, Verona
GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
ICG - Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Kunst Meran Merano Arte
MA*GA – Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella (Gallarate – Varese)
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Museo del Novecento, Milano
Museo Marino Marini, Firenze
MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea Matera
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano
Palazzo Fabroni - Arti Visive Contemporanee, Comune di Pistoia
Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale, Azienda Speciale Palaexpo, MACRO – Museo d'Arte Contemporanea di Roma