Passa ai contenuti principali

Mostre Fotografiche. Rino Barillari, The King of Paparazzi

Una mostra fotografica con le foto degli anni della Dolce Vita e gli scatti inaspettati del fotoreporter più famoso del mondo. Un percorso imperdibile, tra gossip e cronaca, per comprendere la storia del nostro paese. Dal 12 al 28 ottobre 2018 presso lo Spazio Extra Maxxi - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo.




Istituto Luce Cinecittà presenta, per la prima volta al mondo, un percorso completo sulla carriera del fotoreporter che meglio di chiunque altro ha impersonato il “paparazzo”, personaggio creato da Federico Fellini per il film “La Dolce Vita”.

Dal 12 al 28 ottobre 2018, nello spazio Extra del Maxxi, sarà possibile rivivere i momenti cruciali del nostro paese attraverso gli scatti del fotografo che ha saputo farsi guidare dall’ istinto e dalla passione per catturare le immagini più significative degli ultimi 50 anni della nostra storia: non solo le stars internazionali, ma anche i sanguinosi fatti di cronaca che hanno segnato le pagine più dolorose degli ultimi decenni, per arrivare alle grandi personalità di ieri e di oggi.

Il percorso espositivo, organizzato in quattro sale suddivise con un criterio tematico, presenta una galleria di 100 foto “rubate”, ognuna delle quali racconta una storia, esaltate dal suggestivo allestimento curato da Martino Crespi e da un’istallazione sonora interattiva appositamente creata con stampa 3D da Federico Giangrandi per il Gruppo Editoriale Bixio: NEAR.

Lo spettatore potrà “incontrare” attori, attrici e registi di tutto il mondo tra i tavolini di via Veneto, essere testimone dei grandi scoop degli anni ’60-’70 (il ritrovamento delle foto di Paul Getty III, gli effetti personali di Pier Paolo Pasolini dopo il suo assassinio, la rivolta del carcere di Rebibbia, gli attentati delle BR a Roma) e scoprire un Rino Barillari inedito. Un segugio instancabile, onnipresente, con un archivio personale di oltre 400.000 fotografie, che durante 60 anni di carriera ha collezionato 163 ricoveri al Pronto Soccorso, 11 costole rotte, 1 coltellata, 76 macchine fotografiche fracassate (alcune delle quali in mostra) e che, nonostante tutto, continua ancora oggi a regalarci i suoi scoop.

BIOGRAFIA

Saverio Barillari (detto Rino) nasce l’8 febbraio del 1945 a Limbadi, in Calabria. A soli 14 anni lascia paese e famiglia per cercare fortuna a Roma. Con i primi guadagni compra una macchina fotografica usata: una Comet Bencini. Inizia la professione di “paparazzo” vendendo le foto dei protagonisti della Dolce Vita a agenzie giornalistiche come Ansa, Associated Press e UPI. A partire dal 1968, inizia a seguire parallelamente manifestazioni di protesta, cronaca nera, terrorismo e attentati di mafia; prima per il quotidiano Il Tempo e successivamente per Il Messaggero. È docente “honoris causa in fotografia” presso la Xi’an International University. Rino Barillari è commendatore dell’Ordine della Repubblica Italiana. “Rino Barillari – The King of Paparazzi” è prodotta da Istituto Luce Cinecittà con il contributo della Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

Ingresso libero – Spazio Extra Maxxi

Lunedì chiuso Martedì- Domenica 11:00- 19:00 Sabato 11:00 - 22:00

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

È del poeta il fin la meraviglia, Gianbattista Marino: l'Adone manifesto poetico del barocco italiano

Gianbattista Marino è una delle figure più emblematiche della letteratura barocca italiana, e il suo poema L'Adone è considerato un vero e proprio "manifesto poetico del Barocco", non solo in Italia ma in tutta Europa. Ecco un'analisi del suo ruolo e delle caratteristiche che lo rendono un'opera fondamentale per il periodo. Marino fu un poeta innovativo, tra i massimi esponenti della poesia barocca, noto per il suo stile elaborato, ricco di metafore, giochi di parole e virtuosismi linguistici. La sua poetica si distacca dalla tradizione classica e rinascimentale, abbracciando invece i principi del Barocco: l'arte come meraviglia, l'ostentazione della tecnica e la ricerca del sorprendente. Marino visse in un'epoca di grandi cambiamenti culturali e sociali, e la sua opera riflette questa complessità. L'Adone è un poema epico-mitologico in 20 canti, composto da oltre 40.000 versi. Narra la storia d'amore tra Venere e Adone, tratta dalla mitologia ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...