Sono le proteine contenute nel fegato dei suini che influenzano il processo di produzione di prosciutti Dop grazie a una serie di marcatori molecolari. Lo studio su due razze suine italiane pubblicato su Plos One.
La qualità dei prosciutti Dop dipende dalle proteine del fegato dei suini: lo ha scoperto un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari (Distal) dell’Università di Bologna, nell’ambito del progetto europeo Markthepig che si focalizza sulla zootecnia di precisione e ha come obiettivo quello del miglioramento genetico dei suini (e anche la caratterizzazione di questo animale domestico come modello per studiare il metabolismo dell’uomo).
Lo studio si è focalizzato in particolare sulle due principali razze suine, la razza Large White Italiana e la razza Duroc Italiana, entrambe parte del programma nazionale di selezione dei suini pesanti operato dall’Associazione Nazionale Allevatori Suini (Anas).
Analizzando il fegato di queste due razze con la tecnica innovativa del proteoma (l’insieme delle proteine espresse nell’organo), i ricercatori hanno passato in rassegna 500 proteine identificandone 25 che sono responsabili delle principali differenze nel metabolismo.
Dal fegato, come ha spiegato Luca Fontanesi, docente dell’Università di Bologna e coordinatore della ricerca, realizzata assieme a Samuele Bovo, Alessio Di Luca, Giuliano Galimberti e Stefania Dall’Olio, dipendono gran parte dei processi metabolici che portano sia all’accrescimento degli animali che al deposito di grasso e muscolo, il cui giusto equilibrio è indispensabile per arrivare ad ottenere prosciutti di alta qualità.
Le analisi bioinformatiche hanno messo in evidenza che i processi biologici collegati a queste proteine riguardano principalmente il metabolismo dei lipidi, degli aminoacidi, e dei carboidrati e l’indagine è stata pubblicata sula rivista scientifica Plos One
giovedì 20 dicembre 2018
Natale, tutta la magia e l'energia spirituale dei canti gospel con il Roma Festival Gospel
Durante il periodo natalizio torna al Parco della Musica il Roma Gospel Festival, speciale rassegna musicale dedicata al genere gospel. Dal 21 Dicembre il festival propone concerti imperdibili di vera musica gospel con la partecipazione di grandi artisti di fama internazionale. A Capodanno si esibirà il South Carolina Gospel Choir.
Fondazione Musica per Roma, IMF Foundation presentano il Roma Gospel Festival, il più importante festival gospel europeo, nel quale vengono presentati alcuni dei migliori gruppi di spiritual e gospel provenienti dagli Stati Uniti. Il festival, diretto da Mario Ciampà, giunto alla ventitreesima edizione, è diventato un appuntamento ricorrente del Natale all’Auditorium Parco della Musica.
21, 22 e 23 Dicembre: Walt Whitman & The Soul Children of Chicago
25 Dicembre: New Direction Tennessee State Gospel
26 Dicembre: Laura Wilson & Nu' Movement
27, 28 e 29 Dicembre: Harlem Gospel Choir
30 Dicembre: Vincent Bohanan & Sound of Victory
31 Dicembre: South Carolina Gospel Choir
www.auditorium.com/
Una manifestazione musicale che non ha mai perso la propria magia e che si basa su un grande desiderio di partecipazione, perché la musica gospel riesce a coinvolgere totalmente gli ascoltatori. Che si tratti di ondeggiare, di cantare, di ballare o semplicemente di battere le mani, tutto ciò farà sì che ogni concerto diventi un’esperienza unica. Di qualunque stile sia, tradizionale, contemporaneo, rhythm'n blues o pop, lasciatevi andare, aprite il vostro cuore e fatevi trasportare da questa benefica ondata di energia spirituale.
Programma del Roma Gospel Festival
21, 22 e 23 Dicembre: Walt Whitman & The Soul Children of Chicago
25 Dicembre: New Direction Tennessee State Gospel
26 Dicembre: Laura Wilson & Nu' Movement
27, 28 e 29 Dicembre: Harlem Gospel Choir
30 Dicembre: Vincent Bohanan & Sound of Victory
31 Dicembre: South Carolina Gospel Choir
www.auditorium.com/
martedì 18 dicembre 2018
MIC Card, una nuova opportunità per gli amanti della cultura: da oggi l’edizione GIFT da poter regalare
La gift card può essere acquistata in uno dei Musei in Comune o nei Tourist Infopoint della Capitale per farne dono a chiunque risieda o studi a Roma.
Una MIC in regalo. Da oggi si potrà regalare la card che permette a chi vive e studia a Roma di entrare illimitatamente per 12 mesi nell'intero Sistema dei Musei Civici. Sempre al costo di 5 euro si potrà donare a un’altra persona, che risieda o studi a Roma.
La MIC CARD, ideata e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crecita culturale - Sovrintendenza Capitolina e realizzata da Zètema Progetto Cultura, ha portato una rivoluzione culturale che ormai è diventata una realtà per la città di Roma, cambiando totalmente il modo di fruire l’arte nel Sistema Musei Civici.
Dalla data di inizio vendita, lo scorso 5 luglio, fino ad oggi, sono state vendute in totale oltre 40.000 MIC, in media 1 MIC ogni 2 minuti circa. Dal momento dell’introduzione della card, gli accessi nei Musei Civici con le MIC hanno superato quota 50.000, con una media accessi pari a 1,5 volte per utente, a testimonianza del fatto che i possessori della MIC tornano più di una volta nei Musei, con picchi di 15 visite a utente. Solo la sera di Musei in Musica ne sono state acquistate 385 in 6 ore: infatti la MIC consente anche di accedere, saltando la fila e gratuitamente, alle aperture straordinarie dei musei (festività natalizie e pasquali, eventi serali a 1 euro come Musei in Musica e La Notte dei Musei).
Per acquistare la GIFT Card basterà recarsi in uno dei musei del Sistema (a esclusione di Casa Museo Alberto Moravia e il Museo di Casal de’ Pazzi e dei Musei del Territorio), o nei Tourist Infopoint di Termini, Nazionale, Minghetti, Sonnino, Fori Imperiali, Navona, Castel Sant’Angelo, Ciampino Apt e Fiumicino Apt e richiedere la nuova GIFT CARD accertando preventivamente che il destinatario del regalo possegga i requisiti necessari per attivare la carta (la card non è rimborsabile e nel caso non si posseggano tali requisiti la card non potrà essere attivata). Ricordo infatti che la MIC è rivolta a tutti i residenti, sia italiani che stranieri, i domiciliati temporanei e gli studenti delle università pubbliche e private della Capitale. La nuova GIFT Card non è acquistabile online.
Il beneficiario della GIFT CARD dovrà poi attivare la carta recandosi in una delle biglietterie dei Musei in Comune o nei Tourist Infopoint - con documento di riconoscimento valido e con un certificato che attesti il possesso del requisito - e compilando l’apposito il Modulo Richiesta Dati Titolari Mic Card. Solo al momento dell’attivazione partiranno i 12 mesi di validità con la possibilità di accedere illimitatamente nei Musei in Comune (Musei Capitolini, alla Centrale Montemartini, ai Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali, al Museo di Roma in Palazzo Braschi, al Museo di Roma in Trastevere, ai Musei di Villa Torlonia: Casino dei Principi / Casino Nobile / Casina delle Civette, al Museo dell’Ara Pacis, al Museo Civico di Zoologia e alla Galleria Comunale d’Arte Moderna) e nei siti storico artistici e archeologici della Sovrintendenza Capitolina – come il Foro di Cesare, il Ludus Magnus e il Fontanone del Gianicolo – aperti normalmente a gruppi e associazioni culturali esclusivamente su prenotazione allo 060608 (si paga solo il costo della visita guidata). Per l’ingresso al museo del Circo Massimo valgono le stesse regole salvo il sabato e la domenica quando sarà ad accesso gratuito e libero con la MIC, senza necessità di prenotazione.
Gli spazi espositivi del Museo di Roma Palazzo Braschi e del Museo dell’Ara Pacis che hanno una bigliettazione separata non sono inclusi nel circuito della MIC. Eventuali visite guidate non incluse nel biglietto d’ingresso sono a pagamento.
Ti ricordo inoltre che con la MIC si può usufruire di uno sconto del 10% nelle caffetterie e nei bookshop dei musei.
Tutte le informazioni su www.museiincomuneroma.it e 060608.
Una MIC in regalo. Da oggi si potrà regalare la card che permette a chi vive e studia a Roma di entrare illimitatamente per 12 mesi nell'intero Sistema dei Musei Civici. Sempre al costo di 5 euro si potrà donare a un’altra persona, che risieda o studi a Roma.
La MIC CARD, ideata e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crecita culturale - Sovrintendenza Capitolina e realizzata da Zètema Progetto Cultura, ha portato una rivoluzione culturale che ormai è diventata una realtà per la città di Roma, cambiando totalmente il modo di fruire l’arte nel Sistema Musei Civici.
Dalla data di inizio vendita, lo scorso 5 luglio, fino ad oggi, sono state vendute in totale oltre 40.000 MIC, in media 1 MIC ogni 2 minuti circa. Dal momento dell’introduzione della card, gli accessi nei Musei Civici con le MIC hanno superato quota 50.000, con una media accessi pari a 1,5 volte per utente, a testimonianza del fatto che i possessori della MIC tornano più di una volta nei Musei, con picchi di 15 visite a utente. Solo la sera di Musei in Musica ne sono state acquistate 385 in 6 ore: infatti la MIC consente anche di accedere, saltando la fila e gratuitamente, alle aperture straordinarie dei musei (festività natalizie e pasquali, eventi serali a 1 euro come Musei in Musica e La Notte dei Musei).
Per acquistare la GIFT Card basterà recarsi in uno dei musei del Sistema (a esclusione di Casa Museo Alberto Moravia e il Museo di Casal de’ Pazzi e dei Musei del Territorio), o nei Tourist Infopoint di Termini, Nazionale, Minghetti, Sonnino, Fori Imperiali, Navona, Castel Sant’Angelo, Ciampino Apt e Fiumicino Apt e richiedere la nuova GIFT CARD accertando preventivamente che il destinatario del regalo possegga i requisiti necessari per attivare la carta (la card non è rimborsabile e nel caso non si posseggano tali requisiti la card non potrà essere attivata). Ricordo infatti che la MIC è rivolta a tutti i residenti, sia italiani che stranieri, i domiciliati temporanei e gli studenti delle università pubbliche e private della Capitale. La nuova GIFT Card non è acquistabile online.
Il beneficiario della GIFT CARD dovrà poi attivare la carta recandosi in una delle biglietterie dei Musei in Comune o nei Tourist Infopoint - con documento di riconoscimento valido e con un certificato che attesti il possesso del requisito - e compilando l’apposito il Modulo Richiesta Dati Titolari Mic Card. Solo al momento dell’attivazione partiranno i 12 mesi di validità con la possibilità di accedere illimitatamente nei Musei in Comune (Musei Capitolini, alla Centrale Montemartini, ai Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali, al Museo di Roma in Palazzo Braschi, al Museo di Roma in Trastevere, ai Musei di Villa Torlonia: Casino dei Principi / Casino Nobile / Casina delle Civette, al Museo dell’Ara Pacis, al Museo Civico di Zoologia e alla Galleria Comunale d’Arte Moderna) e nei siti storico artistici e archeologici della Sovrintendenza Capitolina – come il Foro di Cesare, il Ludus Magnus e il Fontanone del Gianicolo – aperti normalmente a gruppi e associazioni culturali esclusivamente su prenotazione allo 060608 (si paga solo il costo della visita guidata). Per l’ingresso al museo del Circo Massimo valgono le stesse regole salvo il sabato e la domenica quando sarà ad accesso gratuito e libero con la MIC, senza necessità di prenotazione.
Gli spazi espositivi del Museo di Roma Palazzo Braschi e del Museo dell’Ara Pacis che hanno una bigliettazione separata non sono inclusi nel circuito della MIC. Eventuali visite guidate non incluse nel biglietto d’ingresso sono a pagamento.
Ti ricordo inoltre che con la MIC si può usufruire di uno sconto del 10% nelle caffetterie e nei bookshop dei musei.
Tutte le informazioni su www.museiincomuneroma.it e 060608.
lunedì 17 dicembre 2018
Natale, lo spumante Made in Italy fa il boom, in Italia 66 milioni di bottiglie stappate, all'estero 181 milioni
La stima dell'Osservatorio del Vino UIV-ISMEA sui consumi dei spumanti italiani durante festività, con un aggiornamento dei dati export. Secondo Abbona (presidente UIV), il 2018 è un anno positivo e l'accordo UE-Giappone dà ottimismo per crescita export 2019.
Come da tradizione gli Spumanti italiani sono protagonisti durante il periodo Natalizio nel bel Paese: in Italia durante le festività verranno stappate più di 66 milioni di bottiglie, mentre all’estero saranno circa 181 milioni.
I dati ISTAT elaborati da ISMEA, partner dell’Osservatorio del Vino, danno un quadro molto positivo per il comparto nazionale dei vini spumanti, che chiuderà il 2018 con vendite totali superiori a 700 milioni di bottiglie (+5% rispetto al 2017), di cui 190 milioni in Italia (+4%) e oltre 500 esportate (+6%).
“Come da tradizione, i nostri vini spumanti troveranno un posto di primo piano sulle tavole degli italiani durante le festività – commenta Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini. I dati sui consumi interni dimostrano quanto i nostri connazionali siano consapevoli dell’elevata qualità dei prodotti vinicoli del Paese e questa consapevolezza, che senza mezzi termini possiamo definire una positiva crescita culturale e una vittoria per il comparto, trova quindi riscontro al momento dell’acquisto. Ottimi risultati vengono registrati anche per quanto riguarda le esportazioni, a dimostrazione che il vino italiano riesce riscuotere grande apprezzamento anche all’estero. Il vino italiano nel suo complesso sta per chiudere un anno positivo, pur sapendo di dover lavorare sodo per continuare a crescere ed aumentare la propria penetrazione nei mercati extra europei. Da questo punto di vista – conclude Ernesto Abbona – abbiamo appena ricevuto l’ottima notizia riguardante la ratifica da parte del Parlamento Europeo dell’Accordo di Libero Scambio con il Giappone, che entrerà in vigore il prossimo 1 febbraio, trattato che darà nuovo slancio al vino italiano e che ci permette di guardare al 2019 con ottimismo”.
L’export di vini spumanti italiani si conferma principale traino del settore, con un consuntivo 2018 previsto in ulteriore crescita, soprattutto sul fronte valori, dove sono attesi 1,5 miliardi di euro (+13%). Il Prosecco DOC e DOCG anche nel 2018 primeggia nelle esportazioni: da solo rappresenta infatti circa il 15% a valore dell’intero comparto vinicolo italiano e il 61% rispetto all’intero settore spumantistico.
Tra i principali Paesi clienti, il Regno Unito, nonostante un calo del 4% a volume, si conferma il primo Paese di destinazione dello spumante italiano, con oltre 100 milioni di bottiglie vendute nel periodo gennaio-settembre. Crescono del 9% le esportazioni verso gli Stati Uniti, con quasi 80 milioni di bottiglie, e segue la Germania con circa 32 milioni.
“In questo 2018 – aggiunge Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini – abbiamo registrato con grande soddisfazione l’aumento generalizzato in termini di vendite di tutte le principali denominazioni, non solo all’estero, ma anche in Italia, con buone performance anche da parte delle bollicine dolci. Il Prosecco si è dimostrato ancora una volta il leader e principale traino sia del settore che dell’intero comparto vinicolo del nostro Paese. Per quanto riguarda le esportazioni, subiscono un lieve calo le vendite nel Regno Unito, che resta comunque uno dei nostri principali clienti, ma questa può essere considerata la dimostrazione delle potenziali conseguenze di una Brexit che nei fatti sta già avendo degli effetti negativi sul vino italiano”.
Come da tradizione gli Spumanti italiani sono protagonisti durante il periodo Natalizio nel bel Paese: in Italia durante le festività verranno stappate più di 66 milioni di bottiglie, mentre all’estero saranno circa 181 milioni.
I dati ISTAT elaborati da ISMEA, partner dell’Osservatorio del Vino, danno un quadro molto positivo per il comparto nazionale dei vini spumanti, che chiuderà il 2018 con vendite totali superiori a 700 milioni di bottiglie (+5% rispetto al 2017), di cui 190 milioni in Italia (+4%) e oltre 500 esportate (+6%).
“Come da tradizione, i nostri vini spumanti troveranno un posto di primo piano sulle tavole degli italiani durante le festività – commenta Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini. I dati sui consumi interni dimostrano quanto i nostri connazionali siano consapevoli dell’elevata qualità dei prodotti vinicoli del Paese e questa consapevolezza, che senza mezzi termini possiamo definire una positiva crescita culturale e una vittoria per il comparto, trova quindi riscontro al momento dell’acquisto. Ottimi risultati vengono registrati anche per quanto riguarda le esportazioni, a dimostrazione che il vino italiano riesce riscuotere grande apprezzamento anche all’estero. Il vino italiano nel suo complesso sta per chiudere un anno positivo, pur sapendo di dover lavorare sodo per continuare a crescere ed aumentare la propria penetrazione nei mercati extra europei. Da questo punto di vista – conclude Ernesto Abbona – abbiamo appena ricevuto l’ottima notizia riguardante la ratifica da parte del Parlamento Europeo dell’Accordo di Libero Scambio con il Giappone, che entrerà in vigore il prossimo 1 febbraio, trattato che darà nuovo slancio al vino italiano e che ci permette di guardare al 2019 con ottimismo”.
L’export di vini spumanti italiani si conferma principale traino del settore, con un consuntivo 2018 previsto in ulteriore crescita, soprattutto sul fronte valori, dove sono attesi 1,5 miliardi di euro (+13%). Il Prosecco DOC e DOCG anche nel 2018 primeggia nelle esportazioni: da solo rappresenta infatti circa il 15% a valore dell’intero comparto vinicolo italiano e il 61% rispetto all’intero settore spumantistico.
Tra i principali Paesi clienti, il Regno Unito, nonostante un calo del 4% a volume, si conferma il primo Paese di destinazione dello spumante italiano, con oltre 100 milioni di bottiglie vendute nel periodo gennaio-settembre. Crescono del 9% le esportazioni verso gli Stati Uniti, con quasi 80 milioni di bottiglie, e segue la Germania con circa 32 milioni.
“In questo 2018 – aggiunge Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini – abbiamo registrato con grande soddisfazione l’aumento generalizzato in termini di vendite di tutte le principali denominazioni, non solo all’estero, ma anche in Italia, con buone performance anche da parte delle bollicine dolci. Il Prosecco si è dimostrato ancora una volta il leader e principale traino sia del settore che dell’intero comparto vinicolo del nostro Paese. Per quanto riguarda le esportazioni, subiscono un lieve calo le vendite nel Regno Unito, che resta comunque uno dei nostri principali clienti, ma questa può essere considerata la dimostrazione delle potenziali conseguenze di una Brexit che nei fatti sta già avendo degli effetti negativi sul vino italiano”.
lunedì 10 dicembre 2018
Alimentazione e scienza. Celiachia, i grani antichi sono più proteici di quelli moderni. Lo studio a cura del CREA
Partendo dal presupposto che nessun celiaco possa assumere prodotti derivanti da grano, segale, farro, orzo e avena, dallo studio è emerso che i grani antichi sono caratterizzati da una maggiore componente proteica e rilasciano una maggiore quantità di peptidi scatenanti la celiachia rispetto ai moderni. Lo studio CREA, UNIMORE e UNIPARMA pubblicato su Food Research International.
Sta di fatto che il grano antico è oggi in gran parte più consigliato di quello moderno per i celiaci. Ma è proprio vero che i grani antichi sono meno tossici dei moderni per i celiaci? E che hanno livelli più alti di carboidrati potenzialmente prebiotici (amido resistente e fibre)? L’incremento dei casi di celiachia può essere, quindi, una conseguenza del miglioramento genetico condotto nel secolo scorso?
Lo studio
Per dare risposte scientificamente valide a queste domande, un team di ricercatori del CREA Cerealicoltura e Colture industriali (sede di Foggia), delle Università di Modena e Reggio Emilia e di Parma, all’interno del progetto “Antiche varietà di frumento duro e salute: valorizzazione della filiera pastaria, claim salutistici ed etichettatura nella cornice normativa interna e sovranazionale”, finanziato dal Fondo di Ateneo dell'Università di Modena e Reggio Emilia per la Ricerca 2015, ha confrontato 9 grani antichi, diffusi maggiormente nel Sud Italia e nelle Isole dagli inizi del 1900 fino al 1960 (e considerati ormai obsoleti), con 3 grani moderni, sia per quanto riguarda la celiachia sia per il contenuto di amido resistente. Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista Food Research International.
La sperimentazione
I campioni paragonati sono stati coltivati e raccolti presso il CREA nelle stesse condizioni sperimentali di campo, per poi essere macinati. Lo sfarinato integrale così ottenuto è stato sottoposto a digestione in vitro dall’Università di Modena e Reggio Emilia. I peptidi (ossia i frammenti di proteine) che ne sono derivati - in particolare quelli responsabili della risposta immunitaria che caratterizza la celiachia - sono stati analizzati, dall’Università di Parma, mediante cromatografia accoppiata alla massa (UPLC/ESI-MS), una tecnica che permette, appunto, di separare, identificare e quantificare i peptidi. Per quanto riguarda le componenti prebiotiche, in particolare per l’amido resistente, sulla base di uno screening iniziale effettuato su ciascun campione macinato, il CREA ha selezionato un grano antico ed uno moderno, caratterizzati da valori contrastanti per quantità di fibra e/o amido resistente, ed è stata prodotta la pasta da ciascuno di essi, a diverse condizioni di essiccamento. Su ogni tipologia di pasta così ottenuta è stato valutato dal gruppo dell’università di Reggio Emilia l’amido resistente, prima e dopo la cottura.
I risultati
Partendo dal presupposto che nessun celiaco possa assumere prodotti derivanti da grano, segale, farro, orzo e avena, dallo studio è emerso che i grani antichi sono caratterizzati da una maggiore componente proteica e rilasciano una maggiore quantità di peptidi scatenanti la celiachia rispetto ai moderni. Per cui, anch’essi devono essere esclusi dalla dieta dei celiaci. In aggiunta, nessuna differenza sostanziale è stata riscontrata per quanto riguarda il contenuto di amido resistente dopo la cottura della pasta, quindi non sembra esserci un potenziale prebiotico in più nei grani antichi.
“Sebbene l’indagine sia stata condotta su un numero limitato di genotipi – afferma Donatella Ficco coordinatore del team CREA - rappresenta un importante contributo di conoscenza su un argomento molto dibattuto, su cui il consumatore fa fatica a distinguere la moda dalla scienza e in cui spesso, purtroppo, la disinformazione regna sovrana, a danno del portafoglio e della salute”.
Sta di fatto che il grano antico è oggi in gran parte più consigliato di quello moderno per i celiaci. Ma è proprio vero che i grani antichi sono meno tossici dei moderni per i celiaci? E che hanno livelli più alti di carboidrati potenzialmente prebiotici (amido resistente e fibre)? L’incremento dei casi di celiachia può essere, quindi, una conseguenza del miglioramento genetico condotto nel secolo scorso?
Lo studio
Per dare risposte scientificamente valide a queste domande, un team di ricercatori del CREA Cerealicoltura e Colture industriali (sede di Foggia), delle Università di Modena e Reggio Emilia e di Parma, all’interno del progetto “Antiche varietà di frumento duro e salute: valorizzazione della filiera pastaria, claim salutistici ed etichettatura nella cornice normativa interna e sovranazionale”, finanziato dal Fondo di Ateneo dell'Università di Modena e Reggio Emilia per la Ricerca 2015, ha confrontato 9 grani antichi, diffusi maggiormente nel Sud Italia e nelle Isole dagli inizi del 1900 fino al 1960 (e considerati ormai obsoleti), con 3 grani moderni, sia per quanto riguarda la celiachia sia per il contenuto di amido resistente. Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista Food Research International.
La sperimentazione
I campioni paragonati sono stati coltivati e raccolti presso il CREA nelle stesse condizioni sperimentali di campo, per poi essere macinati. Lo sfarinato integrale così ottenuto è stato sottoposto a digestione in vitro dall’Università di Modena e Reggio Emilia. I peptidi (ossia i frammenti di proteine) che ne sono derivati - in particolare quelli responsabili della risposta immunitaria che caratterizza la celiachia - sono stati analizzati, dall’Università di Parma, mediante cromatografia accoppiata alla massa (UPLC/ESI-MS), una tecnica che permette, appunto, di separare, identificare e quantificare i peptidi. Per quanto riguarda le componenti prebiotiche, in particolare per l’amido resistente, sulla base di uno screening iniziale effettuato su ciascun campione macinato, il CREA ha selezionato un grano antico ed uno moderno, caratterizzati da valori contrastanti per quantità di fibra e/o amido resistente, ed è stata prodotta la pasta da ciascuno di essi, a diverse condizioni di essiccamento. Su ogni tipologia di pasta così ottenuta è stato valutato dal gruppo dell’università di Reggio Emilia l’amido resistente, prima e dopo la cottura.
I risultati
Partendo dal presupposto che nessun celiaco possa assumere prodotti derivanti da grano, segale, farro, orzo e avena, dallo studio è emerso che i grani antichi sono caratterizzati da una maggiore componente proteica e rilasciano una maggiore quantità di peptidi scatenanti la celiachia rispetto ai moderni. Per cui, anch’essi devono essere esclusi dalla dieta dei celiaci. In aggiunta, nessuna differenza sostanziale è stata riscontrata per quanto riguarda il contenuto di amido resistente dopo la cottura della pasta, quindi non sembra esserci un potenziale prebiotico in più nei grani antichi.
“Sebbene l’indagine sia stata condotta su un numero limitato di genotipi – afferma Donatella Ficco coordinatore del team CREA - rappresenta un importante contributo di conoscenza su un argomento molto dibattuto, su cui il consumatore fa fatica a distinguere la moda dalla scienza e in cui spesso, purtroppo, la disinformazione regna sovrana, a danno del portafoglio e della salute”.
Situazione vitivinicola mondiale: il bilancio dell'OIV
In occasione del 41º Congresso mondiale della vigna e del vino, il direttore generale dell’OIV, Jean-Marie Aurand, ha presentato il bilancio complessivo del settore vitivinicolo globale.
Il presente rapporto come di consueto verte sul potenziale di produzione vitivinicola, la superficie vitata, la produzione e il consumo mondiale di vino, i volumi esportati e importati di vino, nonché la produzione di uva destinata a qualsiasi uso.
Nel 2017 la superficie viticola mondiale raggiunge i 7.534 mha. La produzione mondiale di uva del 2017 si attesta a 73 Mio t. La produzione mondiale di vino 2018 (esclusi succhi e mosti) è stimata in 279 Mio hl. Nel 2017 il consumo mondiale di vino è stimato in 244 Mio hl.
Superfici vitate
La dimensione del vigneto mondiale (indipendentemente dalla destinazione d’uso finale delle uve e comprese le vigne non ancora in produzione) nel 2017 si attesta a 7.534 mha, ovvero in leggero calo rispetto a quella del 2016 (-24 mha).
La Spagna rimane saldamente in testa per quanto riguarda le superfici coltivate, con 967 mha, davanti alla Cina (870 mha) e alla Francia (786 mha). La superficie viticola cinese continua a crescere (+6 mha tra 2016 e 2017). Il vigneto comunitario invece riduce il suo tasso di erosione, e si dovrebbe stabilire a 3.304 mha nel 2017.
Uva
Nel 2017 la produzione mondiale di uva (destinata a qualsiasi uso) è di circa 73 Mio t. La produzione di uva conosce ormai dal 2000 una tendenza alla crescita (+9%), nonostante la riduzione della superficie a vigneto: ciò può spiegarsi principalmente con un aumento delle rese e con il continuo miglioramento delle tecniche viticole.
La Cina, con 13,7 Mio t, nel 2017 è il 1º produttore (19% della produzione mondiale di uva), seguita dall’Italia (6,9 Mio t), dagli Stati Uniti d’America (6,7 Mio t), e dalla Francia (5,5 Mio t).
Produzione di vino
La produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) nel 2018 si stima in 279 Mio hl, segnando un aumento del 13% rispetto al 2017. La produzione 2018 dovrebbe risultare una delle più alte dal 2000. Ricordiamo che l’annata 2017 è stata segnata da condizioni climatiche difficili di cui hanno risentito le produzioni di molti paesi. Inoltre, il dato della produzione di vino del 2017, ancora provvisorio, è stato rivisto al ribasso, sulla base gli ultimi dati registrati.
L’Italia (48,5 Mio hl) si conferma 1º produttore mondiale, seguita dalla Francia (46,4 Mio hl) e dalla Spagna (40,9 Mio hl). Il livello di produzione rimane ancora elevato negli Stati Uniti d’America (23,9 Mio hl). In America del Sud le produzioni aumentano in modo significativo: in Argentina (14,5 Mio hl), in Cile (12,9 Mio hl) e in Brasile (3,4 Mio hl). Infine, il Sud Africa (9,4 Mio hl) ha sofferto per una sfavorevole siccità.
Consumo di vino
I dati disponibili mostrano una leggera crescita del consumo mondiale 2017, stimato in circa 244 Mio hl. I paesi tradizionalmente consumatori proseguono la loro recessione (o stagnazione), a favore dei nuovi poli di consumo. Il periodo compreso tra il 2000 e il 2017 è stato caratterizzato da uno spostamento del consumo di vino. Il vino viene consumato sempre più spesso al di fuori del paese di produzione.
Gli Stati Uniti d’America, con 32,6 Mio hl, si confermano i maggiori consumatori mondiali dal 2011, seguiti da Francia (27,0 Mio hl), Italia (22,6 Mio hl), Germania (20,1 Mio hl) e Cina (17,9 Mio hl).
Commercio internazionale di vino
Nel 2017, gli scambi mondiali di vino sono cresciuti del 3,4% in volume (108 Mio hl) e del 4,8% in valore rispetto al 2016, attestandosi a 30 Mrd EUR.
www.oiv.int
Il presente rapporto come di consueto verte sul potenziale di produzione vitivinicola, la superficie vitata, la produzione e il consumo mondiale di vino, i volumi esportati e importati di vino, nonché la produzione di uva destinata a qualsiasi uso.
Nel 2017 la superficie viticola mondiale raggiunge i 7.534 mha. La produzione mondiale di uva del 2017 si attesta a 73 Mio t. La produzione mondiale di vino 2018 (esclusi succhi e mosti) è stimata in 279 Mio hl. Nel 2017 il consumo mondiale di vino è stimato in 244 Mio hl.
Superfici vitate
La dimensione del vigneto mondiale (indipendentemente dalla destinazione d’uso finale delle uve e comprese le vigne non ancora in produzione) nel 2017 si attesta a 7.534 mha, ovvero in leggero calo rispetto a quella del 2016 (-24 mha).
La Spagna rimane saldamente in testa per quanto riguarda le superfici coltivate, con 967 mha, davanti alla Cina (870 mha) e alla Francia (786 mha). La superficie viticola cinese continua a crescere (+6 mha tra 2016 e 2017). Il vigneto comunitario invece riduce il suo tasso di erosione, e si dovrebbe stabilire a 3.304 mha nel 2017.
Uva
Nel 2017 la produzione mondiale di uva (destinata a qualsiasi uso) è di circa 73 Mio t. La produzione di uva conosce ormai dal 2000 una tendenza alla crescita (+9%), nonostante la riduzione della superficie a vigneto: ciò può spiegarsi principalmente con un aumento delle rese e con il continuo miglioramento delle tecniche viticole.
La Cina, con 13,7 Mio t, nel 2017 è il 1º produttore (19% della produzione mondiale di uva), seguita dall’Italia (6,9 Mio t), dagli Stati Uniti d’America (6,7 Mio t), e dalla Francia (5,5 Mio t).
Produzione di vino
La produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) nel 2018 si stima in 279 Mio hl, segnando un aumento del 13% rispetto al 2017. La produzione 2018 dovrebbe risultare una delle più alte dal 2000. Ricordiamo che l’annata 2017 è stata segnata da condizioni climatiche difficili di cui hanno risentito le produzioni di molti paesi. Inoltre, il dato della produzione di vino del 2017, ancora provvisorio, è stato rivisto al ribasso, sulla base gli ultimi dati registrati.
L’Italia (48,5 Mio hl) si conferma 1º produttore mondiale, seguita dalla Francia (46,4 Mio hl) e dalla Spagna (40,9 Mio hl). Il livello di produzione rimane ancora elevato negli Stati Uniti d’America (23,9 Mio hl). In America del Sud le produzioni aumentano in modo significativo: in Argentina (14,5 Mio hl), in Cile (12,9 Mio hl) e in Brasile (3,4 Mio hl). Infine, il Sud Africa (9,4 Mio hl) ha sofferto per una sfavorevole siccità.
Consumo di vino
I dati disponibili mostrano una leggera crescita del consumo mondiale 2017, stimato in circa 244 Mio hl. I paesi tradizionalmente consumatori proseguono la loro recessione (o stagnazione), a favore dei nuovi poli di consumo. Il periodo compreso tra il 2000 e il 2017 è stato caratterizzato da uno spostamento del consumo di vino. Il vino viene consumato sempre più spesso al di fuori del paese di produzione.
Gli Stati Uniti d’America, con 32,6 Mio hl, si confermano i maggiori consumatori mondiali dal 2011, seguiti da Francia (27,0 Mio hl), Italia (22,6 Mio hl), Germania (20,1 Mio hl) e Cina (17,9 Mio hl).
Commercio internazionale di vino
Nel 2017, gli scambi mondiali di vino sono cresciuti del 3,4% in volume (108 Mio hl) e del 4,8% in valore rispetto al 2016, attestandosi a 30 Mrd EUR.
www.oiv.int
sabato 8 dicembre 2018
Balla a Villa Borghese, in mostra oltre trenta opere dipinte da Giacomo Balla a Villa Borghese
Al Museo Bilotti si presentano, per la prima volta riunite, oltre trenta opere dipinte da Giacomo Balla a Villa Borghese. Fino al 17 Febbraio 2019.
Il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, situato nel cuore del grande parco romano, è il luogo ideale per accogliere questa mostra antologica di Giacomo Balla. È l’occasione per presentare un focus incentrato esclusivamente sulle opere dipinte nella Villa, con un’indagine sulla prima produzione pittorica dell’artista che, non ancora futurista, è già rivolta allo studio della luce e del colore.
La cura della mostra è della storica dell’arte Elena Gigli, studiosa impegnata da anni nella catalogazione dell’opera di Balla. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione della Galleria Mucciaccia di Roma,
l’esposizione è prodotta dalla The Boga Foundation. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Giacomo Balla nell’estate del 1904, dopo il matrimonio con Elisa Marcucci, si trasferisce a Roma, in un antico monastero in via Parioli 6, l’attuale via Paisiello, all’angolo di via Nicolò Porpora. Nelle stanze-cella di questo angolo felice di natura, ritagliato ai margini periferici della città e molto diverso dall’odierno quartiere Parioli, il pittore stabilisce la sua casa e dipinge ciò che vede dal balcone del suo studio o subito al di fuori della porta dell’abitazione.
Fino al 1910, anno in cui realizza il grande polittico Villa Borghese, il tema della natura ai confini della città diventa per Balla ciò che è per Paul Cézanne la “Montagne Sainte-Victoire”: materia da indagare, da provare e riprovare, da scarnire fino all’astrazione. Si tratta di uno dei primi temi sperimentali affrontati dal pittore, presentato in questa occasione attraverso una trentina di lavori riuniti organicamente, proprio come saranno, all’epoca eroica del Futurismo, i temi della Rondine, vista dallo stesso balcone, l’Automobile in corsa, la Velocità astratta, le Linee forza di paesaggio, le Trasformazioni forme spirito, il Mercurio che passa davanti al sole, e così via.
Nelle sale al primo piano del Museo, un suggestivo ampliamento della mostra attualizza lo “sguardo fotografico” di Balla attraverso una serie di scatti del fotografo Mario Ceppi realizzati negli stessi luoghi dei dipinti in mostra.
Balla a Villa Borghese
Da martedì a venerdì ore 10.00 - 16.00 - sabato e domenica ore 10.00 - 19.00
Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, Viale Fiorello La Guardia, 6
Ingresso gratuito
Il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, situato nel cuore del grande parco romano, è il luogo ideale per accogliere questa mostra antologica di Giacomo Balla. È l’occasione per presentare un focus incentrato esclusivamente sulle opere dipinte nella Villa, con un’indagine sulla prima produzione pittorica dell’artista che, non ancora futurista, è già rivolta allo studio della luce e del colore.
La cura della mostra è della storica dell’arte Elena Gigli, studiosa impegnata da anni nella catalogazione dell’opera di Balla. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione della Galleria Mucciaccia di Roma,
l’esposizione è prodotta dalla The Boga Foundation. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Giacomo Balla nell’estate del 1904, dopo il matrimonio con Elisa Marcucci, si trasferisce a Roma, in un antico monastero in via Parioli 6, l’attuale via Paisiello, all’angolo di via Nicolò Porpora. Nelle stanze-cella di questo angolo felice di natura, ritagliato ai margini periferici della città e molto diverso dall’odierno quartiere Parioli, il pittore stabilisce la sua casa e dipinge ciò che vede dal balcone del suo studio o subito al di fuori della porta dell’abitazione.
Fino al 1910, anno in cui realizza il grande polittico Villa Borghese, il tema della natura ai confini della città diventa per Balla ciò che è per Paul Cézanne la “Montagne Sainte-Victoire”: materia da indagare, da provare e riprovare, da scarnire fino all’astrazione. Si tratta di uno dei primi temi sperimentali affrontati dal pittore, presentato in questa occasione attraverso una trentina di lavori riuniti organicamente, proprio come saranno, all’epoca eroica del Futurismo, i temi della Rondine, vista dallo stesso balcone, l’Automobile in corsa, la Velocità astratta, le Linee forza di paesaggio, le Trasformazioni forme spirito, il Mercurio che passa davanti al sole, e così via.
Nelle sale al primo piano del Museo, un suggestivo ampliamento della mostra attualizza lo “sguardo fotografico” di Balla attraverso una serie di scatti del fotografo Mario Ceppi realizzati negli stessi luoghi dei dipinti in mostra.
Da martedì a venerdì ore 10.00 - 16.00 - sabato e domenica ore 10.00 - 19.00
Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, Viale Fiorello La Guardia, 6
Ingresso gratuito
venerdì 7 dicembre 2018
Festa di Roma 2019: nella città universale arriva il Capodanno ispirato alla Luna
A Capodanno prenderà vita la Festa di Roma 2019, promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale con il supporto del Dipartimento Attività Culturali e la collaborazione delle istituzioni culturali della città. Dalla sera del 31 dicembre al Circo Massimo fino alla sera del 1 gennaio per condividere insieme 24 ore di festa con 1000 artisti provenienti da 46 Paesi.
24 ore di Festa, oltre 100 performance e 1000 artisti provenienti da 46 Paesi e 5 continenti, coinvolgendo una vasta area di 70.000 mq, tra piazza dell’Emporio, Giardino degli Aranci, Circo Massimo, via Petroselli, Lungotevere Aventino, Lungotevere dei Pierleoni e Isola Tiberina.
Un’edizione straordinaria a cui l’Amministrazione con le sue Istituzioni culturali lavora da un anno per proporre un’esperienza assolutamente unica: per un giorno intero il cuore della Città Eterna, un’area pedonalizzata, si trasformerà in un paesaggio da sogno con spettacoli, performance, istallazioni, musica, proiezioni e molto altro ispirati da un tema comune: la Luna a cui si rende omaggio in occasione dei 50 anni dal primo sbarco.
Il nostro satellite naturale e il suo approdo, la conquista dello spazio, il sogno di poter viaggiare nel cosmo, a cinquant’anni da quel primo piede poggiato sui suoi crateri, continua ad essere spunto e simbolo di fantasia, di un’altra dimensione e, per estensione, l’emblema dell’assenza di gravità, di leggerezza e romanticismo. La Festa di Roma raccoglie questi spunti e ci invita a passeggiare per le vie del lungotevere facendoci perdere il senso dell’orientamento e con il naso sempre rivolto all’insù.
Così quest’anno Roma, i romani e i visitatori festeggeranno l’arrivo del nuovo anno varcando confini geografici, culturali e sociali, alla scoperta di un nuovo modo di vivere la propria città e di stare con gli altri. Lo spirito è proprio quello di offrire la possibilità di riappropriarsi dello straordinario patrimonio storico di Roma, facendone teatro dell’eccellenza artistica contemporanea internazionale. In un incontro tra i tantissimi artisti che a Roma vivono e producono e gli altrettanti che da tutto il mondo sono stati invitati a realizzare qualcosa ad hoc per questa città unica e inimitabile.
Il viaggio partirà alle ore 21.00 del 31 dicembre al Circo Massimo pensato come una grande piazza, in cui attendere l’arrivo del nuovo anno immersi in uno spettacolo di luci, suoni, performance acrobatiche, immagini e fuochi d’artificio. Aprirà la serata la Piccola Orchestra di Tor Pignattara, con un concerto pensato per la manifestazione ed eseguito da 20 ragazzi under 18 i cui genitori provengono da 14 diversi Paesi del mondo (Italia, Polonia, Egitto, Senegal, Eritrea, Tunisia, Nigeria, Cuba, Argentina, Colombia, Filippine, Bangladesh, Cina, Guatemala), per un’unica grande orchestra di “nuovi italiani” diretta da Pino Pecorelli.
A seguire i Kitonb, grande compagnia romana che torna a esibirsi nella sua città dopo oltre 10 anni e che vanta meritati successi internazionali. Alla Festa presenteranno la performance Carillon, Il volo del tempo, un grande spettacolo di teatro urbano che si sviluppa tra la terra e il cielo, con un innovativo allestimento in cui spettacolari macchine sceniche in movimento, gigantesche scenografie volanti manovrate da autogrù idrauliche e azioni coreografiche dei danzatori-acrobati creano uno spettacolo tridimensionale che coinvolge lo spettatore a 360°. Inoltre daranno vita all'Ode alla luna, un omaggio creato per la Festa dedicato all'anniversario del viaggio dell’uomo sul satellite terrestre, performance che verrà realizzata tra un evento e l'altro della serata.
Un ensemble capitanato da Vinicio Capossela si esibirà in un concerto per parole e musica dal titolo Vinicio Capossela in difesa della Luna che ci stupirà con un omaggio all’artista Guido Ceronetti, scomparso pochi mesi fa. Dopo il brindisi di mezzanotte lo spettacolo pirotecnico a cura di Acea, al quale seguirà il dj set e live di Achille Lauro, artista della nuova scena rap romana, che con la sua crew farà ballare il pubblico del Circo Massimo. Fino alle 03.00 la festa proseguirà con i dj di Dimensione Suono Roma, media partner dell’evento, la cui musica punteggerà l’intera serata.
L’alba del nuovo anno verrà festeggiata al Giardino degli Aranci al suono di 100 chitarre elettriche, quelle dei coraggiosi musicisti che stanno rispondendo all’invito della PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble, per esibirsi dalle 7 di mattina del 1 gennaio sulle musiche composte da Michele Tadini.
Saranno quattro le manifestazioni organizzate dall’Istituzione Biblioteche per iniziare l’anno in compagnia delle comunità di cittadini stranieri che vivono in città provenienti da Africa, America Latina, Subcontinente Indiano, Medio Oriente e Paesi Arabi. Una mattinata all’insegna dell’arte e della cultura, ma soprattutto all’insegna della conoscenza reciproca e dell’incontro. Laboratori per adulti e bambini, laboratori di danza e cucina, workshop teatrali e musicali, letture e assaggi di varie cucine del mondo vi aspettano nelle biblioteche Cornelia, Laurentina, Goffredo Mameli e Vaccheria Nardi dalle 10 alle 13.
Dalle prime ore del pomeriggio del 1° gennaio la kermesse si sposterà tra piazza dell’Emporio e Lungotevere dei Pierleoni. Una festa all’insegna della poesia e dello stupore, dove danze in assenza di gravità e musiche dal vivo di ogni genere accompagneranno la passeggiata visionaria costellata da installazioni site specific, opere di videomapping e disegni di luce. Un gioco di laser azzurri creerà delle volte aeree sotto cui sfileranno giganti gonfiabili di ogni forma e dimensione, la strada sarà trasformata in un unico “tappeto” illuminato di rosso, dove marching band da ogni continente si esibiranno aprendo la strada a parate di tamburi per fuoco, giochi pirotecnici e girandole d’artificio. Coinvolti in questa kermesse artisti come Le Remue Menage o come Les commandos percu che hanno trasformato in questi anni il concetto di parata rendendole sorprendenti, spettacolari, coinvolgenti al pari di vere e proprie istallazioni mobili.
Ecco alcuni dei tantissimi appuntamenti del 1° gennaio (per programma completo vedere scheda allegata). Sculture semoventi deambuleranno lungo il tratto, animate da abili performers, come gli artisti guidati da Johanne Le Guillem di Parigi o come gli Stalker di Torino, e insieme agli spettatori occasionali creeranno tunnel, capanne e altre forme nello spazio, momenti ludici e di ristoro per poi essere di nuovo smontate e ricostruite. Acrobati volteggeranno intorno a delle spire di acciaio o appesi a dei grandi pianeti che, grazie alle gru, simuleranno delle rivoluzioni planetarie come nel caso del Gruppo Puja, artisti spagnoli vincitori di numerosi premi internazionali. Ogni film ispirato alla luna riecheggerà in frame sulle pareti dei palazzi e lungo i bastioni delle vie.
Una grande opera di mapping invece dialogherà con l’Isola Tiberina, vero e proprio site specific realizzato per la festa da Philippe Geist, artista di fama mondiale nella scena delle arti visive, attento sperimentatore di forme espressive orientate verso la video-arte.
Da alcuni palazzi si fronteggeranno ensamble musicali, realizzati da PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble, che faranno da colonna sonora a danze verticali e a teleferiche che trasporteranno danzatori da un palazzo all’altro, animati dall’interno con luci suggestive e mappati all’esterno con giochi di forme e di colori. Numerose sfere ad elio punteggeranno il percorso come a ricreare cosmogonie e stazioni stellari e una grande luna penderà dal Giardino degli aranci: si tratta di Museum of the Moon il nuovo progetto dell’artista inglese Luke Jerram. Con un diametro di 7 metri, l’oggetto riproduce un’immagine dettagliata della luna, una foto di 120 dpi e di proprietà della NASA. Secondo una scala di circa 1:500,000, ogni centimetro di questa scultura sferica illuminata dall’interno rappresenta 5 km della superficie lunare. L’installazione è una fusione di immagini lunare, chiaro di luna e una composizione sonora creata da compositore Dan Jones.
Un uomo di circa 15 metri d’altezza indica dal basso, la grande luna di Jerram si tratta dell’opera della famosa artista di land-art australiana Amanda Parer che con le sue sculture extralarge si è imposta all’attenzione mondiale vincendo numerosi premi internazionali per grandi istallazioni e landscape.
Chiunque potrà partecipare aderendo a una delle numerose call lanciate per alcune parate site specific, andando a danzare con un maestro come Virgilio Sieni, suonare in bande tradizionali come quelle di Ambrogio Sparagna o in raduni di chitarre e bassi, cantare con il coro delle voci bianche del Teatro dell’Opera, o cimentarsi nella realizzazione del primo simbolo dello Stato della Luna.
Festa di Roma 2019 è promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale con il supporto del Dipartimento Attività Culturali e del Tavolo Tecnico della Produzione Culturale Contemporanea composto da l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Associazione Teatro di Roma, l’Azienda Speciale Palaexpo, la Casa del Cinema, la Fondazione Cinema per Roma, la Fondazione Musica per Roma, la Fondazione Romaeuropa, la Fondazione Teatro dell’Opera, l’Istituzione Biblioteche di Roma, con la partecipazione della Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali. L’organizzazione dell’evento è a cura di Zètema Progetto Cultura, regia e coordinamento artistico Fabrizio Arcuri, il disegno luce di Daniele Davino e la cura e la realizzazione dei video di Daniele Spanò e Luca Brinchi. Si ringraziano per la collaborazione Siae, l’Istituto Cervantes e l’Accademia d’Ungheria.
INFO PER IL PUBBLICO
Ingresso libero per tutti gli appuntamenti
Web www.lafestadiroma.it
Tel 060608 (tutti i giorni ore 9-19)
#lafestadiroma
24 ore di Festa, oltre 100 performance e 1000 artisti provenienti da 46 Paesi e 5 continenti, coinvolgendo una vasta area di 70.000 mq, tra piazza dell’Emporio, Giardino degli Aranci, Circo Massimo, via Petroselli, Lungotevere Aventino, Lungotevere dei Pierleoni e Isola Tiberina.
Un’edizione straordinaria a cui l’Amministrazione con le sue Istituzioni culturali lavora da un anno per proporre un’esperienza assolutamente unica: per un giorno intero il cuore della Città Eterna, un’area pedonalizzata, si trasformerà in un paesaggio da sogno con spettacoli, performance, istallazioni, musica, proiezioni e molto altro ispirati da un tema comune: la Luna a cui si rende omaggio in occasione dei 50 anni dal primo sbarco.
Il nostro satellite naturale e il suo approdo, la conquista dello spazio, il sogno di poter viaggiare nel cosmo, a cinquant’anni da quel primo piede poggiato sui suoi crateri, continua ad essere spunto e simbolo di fantasia, di un’altra dimensione e, per estensione, l’emblema dell’assenza di gravità, di leggerezza e romanticismo. La Festa di Roma raccoglie questi spunti e ci invita a passeggiare per le vie del lungotevere facendoci perdere il senso dell’orientamento e con il naso sempre rivolto all’insù.
Così quest’anno Roma, i romani e i visitatori festeggeranno l’arrivo del nuovo anno varcando confini geografici, culturali e sociali, alla scoperta di un nuovo modo di vivere la propria città e di stare con gli altri. Lo spirito è proprio quello di offrire la possibilità di riappropriarsi dello straordinario patrimonio storico di Roma, facendone teatro dell’eccellenza artistica contemporanea internazionale. In un incontro tra i tantissimi artisti che a Roma vivono e producono e gli altrettanti che da tutto il mondo sono stati invitati a realizzare qualcosa ad hoc per questa città unica e inimitabile.
Il viaggio partirà alle ore 21.00 del 31 dicembre al Circo Massimo pensato come una grande piazza, in cui attendere l’arrivo del nuovo anno immersi in uno spettacolo di luci, suoni, performance acrobatiche, immagini e fuochi d’artificio. Aprirà la serata la Piccola Orchestra di Tor Pignattara, con un concerto pensato per la manifestazione ed eseguito da 20 ragazzi under 18 i cui genitori provengono da 14 diversi Paesi del mondo (Italia, Polonia, Egitto, Senegal, Eritrea, Tunisia, Nigeria, Cuba, Argentina, Colombia, Filippine, Bangladesh, Cina, Guatemala), per un’unica grande orchestra di “nuovi italiani” diretta da Pino Pecorelli.
A seguire i Kitonb, grande compagnia romana che torna a esibirsi nella sua città dopo oltre 10 anni e che vanta meritati successi internazionali. Alla Festa presenteranno la performance Carillon, Il volo del tempo, un grande spettacolo di teatro urbano che si sviluppa tra la terra e il cielo, con un innovativo allestimento in cui spettacolari macchine sceniche in movimento, gigantesche scenografie volanti manovrate da autogrù idrauliche e azioni coreografiche dei danzatori-acrobati creano uno spettacolo tridimensionale che coinvolge lo spettatore a 360°. Inoltre daranno vita all'Ode alla luna, un omaggio creato per la Festa dedicato all'anniversario del viaggio dell’uomo sul satellite terrestre, performance che verrà realizzata tra un evento e l'altro della serata.
Un ensemble capitanato da Vinicio Capossela si esibirà in un concerto per parole e musica dal titolo Vinicio Capossela in difesa della Luna che ci stupirà con un omaggio all’artista Guido Ceronetti, scomparso pochi mesi fa. Dopo il brindisi di mezzanotte lo spettacolo pirotecnico a cura di Acea, al quale seguirà il dj set e live di Achille Lauro, artista della nuova scena rap romana, che con la sua crew farà ballare il pubblico del Circo Massimo. Fino alle 03.00 la festa proseguirà con i dj di Dimensione Suono Roma, media partner dell’evento, la cui musica punteggerà l’intera serata.
L’alba del nuovo anno verrà festeggiata al Giardino degli Aranci al suono di 100 chitarre elettriche, quelle dei coraggiosi musicisti che stanno rispondendo all’invito della PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble, per esibirsi dalle 7 di mattina del 1 gennaio sulle musiche composte da Michele Tadini.
Saranno quattro le manifestazioni organizzate dall’Istituzione Biblioteche per iniziare l’anno in compagnia delle comunità di cittadini stranieri che vivono in città provenienti da Africa, America Latina, Subcontinente Indiano, Medio Oriente e Paesi Arabi. Una mattinata all’insegna dell’arte e della cultura, ma soprattutto all’insegna della conoscenza reciproca e dell’incontro. Laboratori per adulti e bambini, laboratori di danza e cucina, workshop teatrali e musicali, letture e assaggi di varie cucine del mondo vi aspettano nelle biblioteche Cornelia, Laurentina, Goffredo Mameli e Vaccheria Nardi dalle 10 alle 13.
Dalle prime ore del pomeriggio del 1° gennaio la kermesse si sposterà tra piazza dell’Emporio e Lungotevere dei Pierleoni. Una festa all’insegna della poesia e dello stupore, dove danze in assenza di gravità e musiche dal vivo di ogni genere accompagneranno la passeggiata visionaria costellata da installazioni site specific, opere di videomapping e disegni di luce. Un gioco di laser azzurri creerà delle volte aeree sotto cui sfileranno giganti gonfiabili di ogni forma e dimensione, la strada sarà trasformata in un unico “tappeto” illuminato di rosso, dove marching band da ogni continente si esibiranno aprendo la strada a parate di tamburi per fuoco, giochi pirotecnici e girandole d’artificio. Coinvolti in questa kermesse artisti come Le Remue Menage o come Les commandos percu che hanno trasformato in questi anni il concetto di parata rendendole sorprendenti, spettacolari, coinvolgenti al pari di vere e proprie istallazioni mobili.
Ecco alcuni dei tantissimi appuntamenti del 1° gennaio (per programma completo vedere scheda allegata). Sculture semoventi deambuleranno lungo il tratto, animate da abili performers, come gli artisti guidati da Johanne Le Guillem di Parigi o come gli Stalker di Torino, e insieme agli spettatori occasionali creeranno tunnel, capanne e altre forme nello spazio, momenti ludici e di ristoro per poi essere di nuovo smontate e ricostruite. Acrobati volteggeranno intorno a delle spire di acciaio o appesi a dei grandi pianeti che, grazie alle gru, simuleranno delle rivoluzioni planetarie come nel caso del Gruppo Puja, artisti spagnoli vincitori di numerosi premi internazionali. Ogni film ispirato alla luna riecheggerà in frame sulle pareti dei palazzi e lungo i bastioni delle vie.
Una grande opera di mapping invece dialogherà con l’Isola Tiberina, vero e proprio site specific realizzato per la festa da Philippe Geist, artista di fama mondiale nella scena delle arti visive, attento sperimentatore di forme espressive orientate verso la video-arte.
Da alcuni palazzi si fronteggeranno ensamble musicali, realizzati da PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble, che faranno da colonna sonora a danze verticali e a teleferiche che trasporteranno danzatori da un palazzo all’altro, animati dall’interno con luci suggestive e mappati all’esterno con giochi di forme e di colori. Numerose sfere ad elio punteggeranno il percorso come a ricreare cosmogonie e stazioni stellari e una grande luna penderà dal Giardino degli aranci: si tratta di Museum of the Moon il nuovo progetto dell’artista inglese Luke Jerram. Con un diametro di 7 metri, l’oggetto riproduce un’immagine dettagliata della luna, una foto di 120 dpi e di proprietà della NASA. Secondo una scala di circa 1:500,000, ogni centimetro di questa scultura sferica illuminata dall’interno rappresenta 5 km della superficie lunare. L’installazione è una fusione di immagini lunare, chiaro di luna e una composizione sonora creata da compositore Dan Jones.
Un uomo di circa 15 metri d’altezza indica dal basso, la grande luna di Jerram si tratta dell’opera della famosa artista di land-art australiana Amanda Parer che con le sue sculture extralarge si è imposta all’attenzione mondiale vincendo numerosi premi internazionali per grandi istallazioni e landscape.
Chiunque potrà partecipare aderendo a una delle numerose call lanciate per alcune parate site specific, andando a danzare con un maestro come Virgilio Sieni, suonare in bande tradizionali come quelle di Ambrogio Sparagna o in raduni di chitarre e bassi, cantare con il coro delle voci bianche del Teatro dell’Opera, o cimentarsi nella realizzazione del primo simbolo dello Stato della Luna.
Festa di Roma 2019 è promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale con il supporto del Dipartimento Attività Culturali e del Tavolo Tecnico della Produzione Culturale Contemporanea composto da l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Associazione Teatro di Roma, l’Azienda Speciale Palaexpo, la Casa del Cinema, la Fondazione Cinema per Roma, la Fondazione Musica per Roma, la Fondazione Romaeuropa, la Fondazione Teatro dell’Opera, l’Istituzione Biblioteche di Roma, con la partecipazione della Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali. L’organizzazione dell’evento è a cura di Zètema Progetto Cultura, regia e coordinamento artistico Fabrizio Arcuri, il disegno luce di Daniele Davino e la cura e la realizzazione dei video di Daniele Spanò e Luca Brinchi. Si ringraziano per la collaborazione Siae, l’Istituto Cervantes e l’Accademia d’Ungheria.
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Vino e territori. Il Soave è patrimonio dell'umanità per l'agricoltura, il primo in Italia legato alla viticoltura
Approvato dal comitato scientifico della FAO l'inserimento del Soave come 53simo sito mondiale riconosciuto come patrimonio dell'umanità dell'agricoltura secondo il programma GIAHS.
Un percorso lungo più di 10 anni che si è concluso con il riconoscimento come sito GIAHS - FAO del Soave. Un lavoro portato avanti dal Consorzio Tutela attraverso studi, pubblicazioni e altri riconoscimenti, come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano, coronato oggi con la dichiarazione di 53simo sito mondiale, il primo in Italia legato alla viticoltura.
Con questo riconoscimento sono tutelati come patrimonio dell'umanità i tratti distintivi di questo territorio che sono la pergola veronese, il sistema delle sistemazioni idrauliche fatto di muretti a secco e terrazzamenti (riconosciuti ieri tra l'altro dall'Unesco come patrimonio immateriale), l'appassimento e il Recioto di Soave e l'organizzazione sociale fatta dai 3.000 viticoltori riuniti in una cooperazione virtuosa , che ogni giorno con fatica coltivano le uve che crescono sui suoli vulcanici e calcarei della denominazione. Valori e tradizioni centenari, tramandati di generazione in generazione e che oggi sono ancora vivi e portati avanti dai giovani che si stanno affacciando su questo mondo.
Un lavoro iniziato nel 2006 con la pubblicazione di "Un paesaggio Soave" che prima di tutti ha riconosciuto come valore intrinseco tutti quegli elementi distintivi e identitari di un territorio che da più di 200 anni è dedito alla viticoltura; nel 2015 l'edizione di "origine, stile e valori" pone le basi al lavoro coordinato dal Consorzio, che ha portato al riconoscimento come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano; infine la scrittura della candidatura GIAHS, redatta da Aldo Lorenzoni in collaborazione con Chiara Mattiello e tutto il team del Consorzio che ha lavorato alacremente in questi anni per raggiungere questo risultato
"E' una grande, grandissima soddisfazione - spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio Tutela Vino Soave - che mette Soave tra i più importanti sistemi agricoli e vitivinicoli al mondo, per la sua capacità di mantenere tradizioni centenarie, pur nella innovazione che deve contraddistinguere un sistema produttivo moderno, efficiente e capace di produrre reddito. Soave diventa esempio per l'intera umanità e di questo non possiamo che essere felici."
"Il riconoscimento non è un traguardo ma un punto di partenza, - dice Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio - fatto dai tanti progetti che stiamo impostando per la conservazione dinamica di questo sito che è considerato unico al mondo. Tutto il sistema produttivo, attraverso questi progetti sta andando nella stessa direzione, fatta di sostenibilità e di fiducia nel futuro."
Un percorso lungo più di 10 anni che si è concluso con il riconoscimento come sito GIAHS - FAO del Soave. Un lavoro portato avanti dal Consorzio Tutela attraverso studi, pubblicazioni e altri riconoscimenti, come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano, coronato oggi con la dichiarazione di 53simo sito mondiale, il primo in Italia legato alla viticoltura.
Con questo riconoscimento sono tutelati come patrimonio dell'umanità i tratti distintivi di questo territorio che sono la pergola veronese, il sistema delle sistemazioni idrauliche fatto di muretti a secco e terrazzamenti (riconosciuti ieri tra l'altro dall'Unesco come patrimonio immateriale), l'appassimento e il Recioto di Soave e l'organizzazione sociale fatta dai 3.000 viticoltori riuniti in una cooperazione virtuosa , che ogni giorno con fatica coltivano le uve che crescono sui suoli vulcanici e calcarei della denominazione. Valori e tradizioni centenari, tramandati di generazione in generazione e che oggi sono ancora vivi e portati avanti dai giovani che si stanno affacciando su questo mondo.
Un lavoro iniziato nel 2006 con la pubblicazione di "Un paesaggio Soave" che prima di tutti ha riconosciuto come valore intrinseco tutti quegli elementi distintivi e identitari di un territorio che da più di 200 anni è dedito alla viticoltura; nel 2015 l'edizione di "origine, stile e valori" pone le basi al lavoro coordinato dal Consorzio, che ha portato al riconoscimento come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano; infine la scrittura della candidatura GIAHS, redatta da Aldo Lorenzoni in collaborazione con Chiara Mattiello e tutto il team del Consorzio che ha lavorato alacremente in questi anni per raggiungere questo risultato
"E' una grande, grandissima soddisfazione - spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio Tutela Vino Soave - che mette Soave tra i più importanti sistemi agricoli e vitivinicoli al mondo, per la sua capacità di mantenere tradizioni centenarie, pur nella innovazione che deve contraddistinguere un sistema produttivo moderno, efficiente e capace di produrre reddito. Soave diventa esempio per l'intera umanità e di questo non possiamo che essere felici."
"Il riconoscimento non è un traguardo ma un punto di partenza, - dice Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio - fatto dai tanti progetti che stiamo impostando per la conservazione dinamica di questo sito che è considerato unico al mondo. Tutto il sistema produttivo, attraverso questi progetti sta andando nella stessa direzione, fatta di sostenibilità e di fiducia nel futuro."
giovedì 6 dicembre 2018
Vino e ricerca. Lo stato dell'arte sulle malattie del legno della vite al centro del convegno internazionale ICGTD
Si svolgerà in Canada l'XI° workshop internazionale sulle malattie del legno della vite. Scienziati e membri del settore della vitivinicoltura di tutto il mondo si riuniscono per presentare, condividere e discutere gli ultimi risultati della ricerca nella lotta contro questa temibile calamità.
L'XI° workshop internazionale sulle malattie del legno della vite si terrà a Penticton, nella British Columbia in Canada dal 7 al 12 luglio 2019. Organizzato dall'International Council on Grapevine Trunk Diseasese (ICGTD) e patrocinato dall'International Society for Plant Pathology, (ISPPl), l'evento che si svolge a cadenza biennale riunisce scienziati e membri del settore vitivinicolo di tutto il mondo tra cui il Dr José Ramón Úrbez Torres, di Agricoltura e Agri-Food Canada, uno dei principali ricercatori mondiali contro queste malattie. Argomenti trattati al convegno saranno eziologia, rilevamento e identificazione dei patogeni, biologia, epidemiologia, interazioni ospite-patogeno e gestione della malattia del legno della vite.
In ambito scientifico con l’acronimo GTD (grape trunk diseases) si distinguono malattie fungine causate da patogeni molto diversi tra loro. Alcune di queste sono ben note da tempo, come per esempio il mal d'esca, che è attualmente la più diffusa e grave malattia in molte zone viticole del mondo e in particolare in Europa. Queste malattie non sono realmente curabili. L'unica possibilità per ridurre l'incidenza di questi patogeni è la prevenzione, attraverso un complesso di attenzioni da osservare in tutta la vita del vigneto. La regressione dei sintomi sulle singole piante può essere perseguita, sebbene con risultati non sempre certi, attraverso il rinnovo del tronco, il reinnesto o la dendrochirurgia. Le GTD sono considerate uno dei principali fattori biotici che riducono sia la resa che la durata della vita dei vigneti, il che si traduce in sostanziali perdite economiche insostenibili per l'industria vinicola e vinicola mondiale.
L'emergere di queste malattie all'inizio degli anni '90 e l'urgente bisogno da parte dei coltivatori e dell'industria di strategie di gestione efficaci hanno focalizzato l'attenzione degli scienziati di tutto il mondo. Di conseguenza, in un incontro in California svoltosi nel luglio del 1998 partecipanti e membri fondadtori hanno concordato e sviluppato struttura e obiettivi del Consiglio internazionale sulle malattie della patologia della vite. Da allora, l'obiettivo principale dell'ICGTD è stato quello di promuovere la scienza e incoraggiare collaborazioni e scambi di informazioni tra scienziati e partner industriali, su questioni relative alla GTD.
Una sessione dedicata del convegno dal titolo "Gestione delle malattie del tronco della vite" si terrà venerdì 12 luglio. Specificamente indirizzata a vivaisti e viticoltori, fornirà risposte concrete attraverso le ultime ricerche sulle strategie di gestione e le prospettive future per questa temibile calamità. Inoltre, il workshop includerà un tour in campo per mostrare l'industria vitivinicola della Okanagan Valley.
Storico dei convegni ICGTD:
1999 Siena, Italy
2001 Lisbon, Portugal
2003 Christchurch, New Zealand
2005 Stellenbosch, South Africa
2006 Davis, California, USA
2008 Florence, Italy
2010 Santa Cruz, Chile
2012 Valencia, Spain
2014 Adelaide, Australia
2017 Reims, France
2019 Penticton, British Columbia, Canada
Ulteriori informazioni comprese le scadenze per la presentazione degli abstract, la registrazione e la prenotazione di alloggi su: icgtd.ucr.edu/
L'XI° workshop internazionale sulle malattie del legno della vite si terrà a Penticton, nella British Columbia in Canada dal 7 al 12 luglio 2019. Organizzato dall'International Council on Grapevine Trunk Diseasese (ICGTD) e patrocinato dall'International Society for Plant Pathology, (ISPPl), l'evento che si svolge a cadenza biennale riunisce scienziati e membri del settore vitivinicolo di tutto il mondo tra cui il Dr José Ramón Úrbez Torres, di Agricoltura e Agri-Food Canada, uno dei principali ricercatori mondiali contro queste malattie. Argomenti trattati al convegno saranno eziologia, rilevamento e identificazione dei patogeni, biologia, epidemiologia, interazioni ospite-patogeno e gestione della malattia del legno della vite.
In ambito scientifico con l’acronimo GTD (grape trunk diseases) si distinguono malattie fungine causate da patogeni molto diversi tra loro. Alcune di queste sono ben note da tempo, come per esempio il mal d'esca, che è attualmente la più diffusa e grave malattia in molte zone viticole del mondo e in particolare in Europa. Queste malattie non sono realmente curabili. L'unica possibilità per ridurre l'incidenza di questi patogeni è la prevenzione, attraverso un complesso di attenzioni da osservare in tutta la vita del vigneto. La regressione dei sintomi sulle singole piante può essere perseguita, sebbene con risultati non sempre certi, attraverso il rinnovo del tronco, il reinnesto o la dendrochirurgia. Le GTD sono considerate uno dei principali fattori biotici che riducono sia la resa che la durata della vita dei vigneti, il che si traduce in sostanziali perdite economiche insostenibili per l'industria vinicola e vinicola mondiale.
L'emergere di queste malattie all'inizio degli anni '90 e l'urgente bisogno da parte dei coltivatori e dell'industria di strategie di gestione efficaci hanno focalizzato l'attenzione degli scienziati di tutto il mondo. Di conseguenza, in un incontro in California svoltosi nel luglio del 1998 partecipanti e membri fondadtori hanno concordato e sviluppato struttura e obiettivi del Consiglio internazionale sulle malattie della patologia della vite. Da allora, l'obiettivo principale dell'ICGTD è stato quello di promuovere la scienza e incoraggiare collaborazioni e scambi di informazioni tra scienziati e partner industriali, su questioni relative alla GTD.
Una sessione dedicata del convegno dal titolo "Gestione delle malattie del tronco della vite" si terrà venerdì 12 luglio. Specificamente indirizzata a vivaisti e viticoltori, fornirà risposte concrete attraverso le ultime ricerche sulle strategie di gestione e le prospettive future per questa temibile calamità. Inoltre, il workshop includerà un tour in campo per mostrare l'industria vitivinicola della Okanagan Valley.
Storico dei convegni ICGTD:
1999 Siena, Italy
2001 Lisbon, Portugal
2003 Christchurch, New Zealand
2005 Stellenbosch, South Africa
2006 Davis, California, USA
2008 Florence, Italy
2010 Santa Cruz, Chile
2012 Valencia, Spain
2014 Adelaide, Australia
2017 Reims, France
2019 Penticton, British Columbia, Canada
Ulteriori informazioni comprese le scadenze per la presentazione degli abstract, la registrazione e la prenotazione di alloggi su: icgtd.ucr.edu/
mercoledì 5 dicembre 2018
Vino e mercati. Brexit: le conseguenze per il settore vitivinicolo italiano
Il convegno organizzato da Unione Italiana Vini ha analizzato le conseguenze per il settore vitivinicolo ed i possibili scenari dell'uscita della Gran Bretagna dall'UE.
“Il tema della Brexit è di estrema attualità per la politica e l’economia dell’Unione Europea. La piazza anglosassone, per il vino italiano ha una valenza particolare, in quanto è il terzo sbocco di mercato con circa 3 milioni di ettolitri esportati e un fatturato di circa 800 milioni di euro ogni anno. Al di là del valore economico, il commercio del vino rappresenta una buona pratica di scambio che non riguarda solo merci e servizi, ma i suoi flussi veicolano e permettono la circolazione anche di valori, cultura e tradizione. Garantire un mercato fluido e senza ostacoli è perciò di vitale importanza sia per l’Unione sia per la Gran Bretagna stessa. Alle nostre imprese servono risposte e questo seminario si pone l’obiettivo di approfondire alcuni temi cruciali, proponendo possibili scenari post-Brexit nei quali tutti noi dovremo abituarci a pensare al Regno Unito come a un Paese extra UE”.
Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, ha aperto il Convegno dal titolo: “BREXIT: le conseguenze per il settore vitivinicolo italiano” svoltosi alla Luiss School of Law di Roma. Durante l’incontro, organizzato da UIV e Luiss, sono intervenuti Jill Morris (Ambasciatore britannico a Roma), Simon Stannard (Direttore Affari Europei della Wine and Spirit Trade Association del Regno Unito), Ignacio Sanchez Recarte (Segretario Generale del Comité Européen Entreprises Vins), Luciano Nieto (capo segreteria tecnica Ministero Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo), Lamberto Frescobaldi (vicepresidente di Unione Italiana Vini), Beatrice Covassi (Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea) e Daniela Corona (Responsabile accademica Master in Food Law della Luiss School of Law), che ha moderato il seminario con Paolo Castelletti (Segretario Generale di Unione Italiana Vini).
“La speranza di tutto il settore vitivinicolo – continua Ernesto Abbona – è che con l’accordo siano definiti scenari certi, perché le imprese possano investire in contesti economici stabili, nei quali le regole e le procedure siano chiare, consolidate e condivise. Pertanto, auspichiamo si giunga ad un testo che assicuri un periodo di transizione di due anni, in modo tale che le norme d’esportazione non cambino repentinamente e il comparto possa arrivare preparato ad affrontare la nuova situazione. In generale, però, indipendentemente da quale sarà lo scenario post-Brexit, UE e UK dovranno cercare di rafforzare i legami mantenendo un dialogo costruttivo utile ad assicurare un sistema favorevole al business. In questo senso, gli strumenti e le soluzioni necessarie – termina il presidente Ernesto Abbona – dovranno essere sviluppate attraverso un confronto aperto fra le diverse parti coinvolte in un’ottica di ‘win-win’ approach, un metodo di lavoro tanto caro alla cultura anglosassone e simbolicamente vicino al nostro motto ‘wine-wine’ approach, ovvero quella capacità di sedersi attorno ad un tavolo per trovare insieme le migliori strategie di risposta alle domande complesse”.
“Il Regno Unito – spiega Jill Morris, Ambasciatore britannico in Italia – è un grande sbocco di mercato per i vini italiani e la forte ammirazione che i britannici nutrono per l’Italia è dimostrata anche dal crescente numero di turisti britannici alla ricerca di esperienze eno-gastronomiche sopraffine verso il ‘bel Paese’. La cultura eno-gastronomica è solo un aspetto della forte partnership che lega la Gran Bretagna e l’Italia, un rapporto che di certo Brexit non potrà recidere. La scelta del popolo britannico di lasciare l’Unione Europea non si tradurrà in un voltare le spalle ai partner europei. A prova di ciò, basti considerare l’impegno profuso dai negoziatori e dal governo britannico relativamente al testo dell’accordo di recesso. In attesa del voto decisivo sul trattato di separazione da parte dei parlamenti britannico ed europeo, il testo ha ricevuto l’avallo dei leader dei 27 Stati Membri durante il Summit straordinario dello scorso 25 novembre. Il Regno Unito è pronto a lavorare al fianco dell’UE per definire la struttura della futura partnership affinché renda giustizia e traduca un documento la profonda e storica relazione tra Regno Unito e Unione Europea. Restiamo europei – assicura Jill Morris – pur lasciando le istituzioni di Bruxelles, e lavoreremo in piena armonia con i partner del vecchio continente per assicurare stabilità, sicurezza e prosperità all’Europa.”
“Il tema della Brexit è di estrema attualità per la politica e l’economia dell’Unione Europea. La piazza anglosassone, per il vino italiano ha una valenza particolare, in quanto è il terzo sbocco di mercato con circa 3 milioni di ettolitri esportati e un fatturato di circa 800 milioni di euro ogni anno. Al di là del valore economico, il commercio del vino rappresenta una buona pratica di scambio che non riguarda solo merci e servizi, ma i suoi flussi veicolano e permettono la circolazione anche di valori, cultura e tradizione. Garantire un mercato fluido e senza ostacoli è perciò di vitale importanza sia per l’Unione sia per la Gran Bretagna stessa. Alle nostre imprese servono risposte e questo seminario si pone l’obiettivo di approfondire alcuni temi cruciali, proponendo possibili scenari post-Brexit nei quali tutti noi dovremo abituarci a pensare al Regno Unito come a un Paese extra UE”.
Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, ha aperto il Convegno dal titolo: “BREXIT: le conseguenze per il settore vitivinicolo italiano” svoltosi alla Luiss School of Law di Roma. Durante l’incontro, organizzato da UIV e Luiss, sono intervenuti Jill Morris (Ambasciatore britannico a Roma), Simon Stannard (Direttore Affari Europei della Wine and Spirit Trade Association del Regno Unito), Ignacio Sanchez Recarte (Segretario Generale del Comité Européen Entreprises Vins), Luciano Nieto (capo segreteria tecnica Ministero Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo), Lamberto Frescobaldi (vicepresidente di Unione Italiana Vini), Beatrice Covassi (Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea) e Daniela Corona (Responsabile accademica Master in Food Law della Luiss School of Law), che ha moderato il seminario con Paolo Castelletti (Segretario Generale di Unione Italiana Vini).
“La speranza di tutto il settore vitivinicolo – continua Ernesto Abbona – è che con l’accordo siano definiti scenari certi, perché le imprese possano investire in contesti economici stabili, nei quali le regole e le procedure siano chiare, consolidate e condivise. Pertanto, auspichiamo si giunga ad un testo che assicuri un periodo di transizione di due anni, in modo tale che le norme d’esportazione non cambino repentinamente e il comparto possa arrivare preparato ad affrontare la nuova situazione. In generale, però, indipendentemente da quale sarà lo scenario post-Brexit, UE e UK dovranno cercare di rafforzare i legami mantenendo un dialogo costruttivo utile ad assicurare un sistema favorevole al business. In questo senso, gli strumenti e le soluzioni necessarie – termina il presidente Ernesto Abbona – dovranno essere sviluppate attraverso un confronto aperto fra le diverse parti coinvolte in un’ottica di ‘win-win’ approach, un metodo di lavoro tanto caro alla cultura anglosassone e simbolicamente vicino al nostro motto ‘wine-wine’ approach, ovvero quella capacità di sedersi attorno ad un tavolo per trovare insieme le migliori strategie di risposta alle domande complesse”.
“Il Regno Unito – spiega Jill Morris, Ambasciatore britannico in Italia – è un grande sbocco di mercato per i vini italiani e la forte ammirazione che i britannici nutrono per l’Italia è dimostrata anche dal crescente numero di turisti britannici alla ricerca di esperienze eno-gastronomiche sopraffine verso il ‘bel Paese’. La cultura eno-gastronomica è solo un aspetto della forte partnership che lega la Gran Bretagna e l’Italia, un rapporto che di certo Brexit non potrà recidere. La scelta del popolo britannico di lasciare l’Unione Europea non si tradurrà in un voltare le spalle ai partner europei. A prova di ciò, basti considerare l’impegno profuso dai negoziatori e dal governo britannico relativamente al testo dell’accordo di recesso. In attesa del voto decisivo sul trattato di separazione da parte dei parlamenti britannico ed europeo, il testo ha ricevuto l’avallo dei leader dei 27 Stati Membri durante il Summit straordinario dello scorso 25 novembre. Il Regno Unito è pronto a lavorare al fianco dell’UE per definire la struttura della futura partnership affinché renda giustizia e traduca un documento la profonda e storica relazione tra Regno Unito e Unione Europea. Restiamo europei – assicura Jill Morris – pur lasciando le istituzioni di Bruxelles, e lavoreremo in piena armonia con i partner del vecchio continente per assicurare stabilità, sicurezza e prosperità all’Europa.”
martedì 4 dicembre 2018
Giornata Mondiale del Suolo: più cibo da un suolo più nutrito e più sano
Il Convegno Assofertilizzanti e CREA su “Fertilizzazione sostenibile per la sicurezza alimentare”.
In occasione della Giornata Mondiale del Suolo, che si celebra il 5 dicembre per valorizzare una risorsa preziosa, fragile e non rinnovabile, da cui dipende la vita dell’uomo, Federchimica Assofertilizzanti e CREA in collaborazione con UNIBO, UNITE e le società scientifiche SISS, SICA e SIA propongono un seminario di approfondimento sulle tematiche connesse all’uso sostenibile dei fertilizzanti per la sicurezza alimentare.
L’incontro che si terrà a Roma presso la Società Geografica Italiana (dalle ore 09:00 alle ore 13:00), intende stimolare la riflessione su un tema caldo per un’opinione pubblica disorientata che, da una parte è abituata a contare su una disponibilità illimitata di cibo senza porsi troppe domande, mentre dall’altra è vittima di luoghi comuni e disinformazione.
“Chimica non è sinonimo di veleno – spiega Anna Benedetti, dirigente di ricerca CREA, presidente SISS e National Focal Point della Global Soil Partnership FAO - Tutti gli organismi viventi sono basati sulla chimica, tutte le reazioni metaboliche che avvengono in un organismo vivente sono chimica, nel suolo abbiamo i processi che regolano i servizi ecosistemici che si basano su processi chimici. È impensabile non fertilizzare un suolo da destinare ad agricoltura, nel lungo periodo porterà alla perdita della fertilità e della produttività stessa, compromettendo quindi sia la possibilità di avere cibo sufficiente sia la biodiversità definita come il capitale naturale pro capite”.
Il suolo in cifre.
· Da esso dipende oltre il 95% della produzione di cibo.
· Nel mondo ogni mezz’ora se ne perdono 500 ha per le cause più diverse (erosione, inquinamento, cementificazione, ecc).
· Oggi oltre il 33% dei suoli mondiali è affetto da forti limitazioni per la produzione di alimenti e nei paesi industrializzati le terre da destinare all’agricoltura sono ormai limitatissime.
· Per formare 1 cm di suolo fertile necessitano dai 100 ai 1000 anni a seconda del clima, del substrato litologico (cioè della roccia sottostante al suolo), dell’impatto antropico, ecc.
· La biodisponibilità per le colture di elementi nutritivi viene regolata dai microrganismi del suolo che mineralizzano la frazione organica ed essi vivono nei primi 5 cm di suolo.
· Nel suolo troviamo oltre il 90 % della biodiversità del pianeta in termini di organismi viventi.
· Se la biodiversità viene definita come il capitale naturale pro capite dal quale trovare approvvigionamento di cibo per le popolazioni della terra, mal gestire il suolo e perderne la fertilità significa perdere o limitare fortemente la capacità produttiva.
· La FAO ha stimato che se da oggi, a livello mondiale, si iniziasse a praticare una gestione sostenibile del suolo, si otterrebbe un incremento del 56% delle produzioni, a fronte di una popolazione che nel 2050 sarà aumentata del 60% rispetto all’attuale.
Una Gestione sostenibile della fertilizzazione tutela l’ambiente e l’agricoltore, ma al tempo stesso assicura rese elevate e risparmi energetici ed economici. Conservare il suolo significa anche utilizzare fertilizzanti di qualità, controllati e sicuri per l’operatore e che restino fuori dalla catena alimentare. Una fertilizzazione sostenibile, nell’ottica dell’economia circolare, è vantaggiosa sia per l’ambiente – grazie ai prodotti di nuova generazione ottenuti dal riciclo delle biomasse agricole e dagli scarti delle produzioni primarie - sia per l’occupazione in quanto si crea una filiera positiva, attraverso il riutilizzo degli elementi nutritivi, con costi decisamente inferiori nella produzione del fertilizzante rispetto alla sintesi di molecole a livello industriale.
“Il suolo è una risorsa indispensabile e va lavorato e coltivato senza depauperarlo. Per questo è necessario reintegrare gli elementi nutritivi che vengono consumati. I fertilizzanti sono fattori fondamentali per nutrire la terra e per ottenere raccolti di qualità. Prendersi cura della terra e dell’ambiente che da essa trae vita è il principale monito che guida il pensiero e l’agire della nostra associazione.” dichiara Giovanni Toffoli, Presidente di Federchimica Assofertilizzanti.
In occasione della Giornata Mondiale del Suolo, che si celebra il 5 dicembre per valorizzare una risorsa preziosa, fragile e non rinnovabile, da cui dipende la vita dell’uomo, Federchimica Assofertilizzanti e CREA in collaborazione con UNIBO, UNITE e le società scientifiche SISS, SICA e SIA propongono un seminario di approfondimento sulle tematiche connesse all’uso sostenibile dei fertilizzanti per la sicurezza alimentare.
L’incontro che si terrà a Roma presso la Società Geografica Italiana (dalle ore 09:00 alle ore 13:00), intende stimolare la riflessione su un tema caldo per un’opinione pubblica disorientata che, da una parte è abituata a contare su una disponibilità illimitata di cibo senza porsi troppe domande, mentre dall’altra è vittima di luoghi comuni e disinformazione.
“Chimica non è sinonimo di veleno – spiega Anna Benedetti, dirigente di ricerca CREA, presidente SISS e National Focal Point della Global Soil Partnership FAO - Tutti gli organismi viventi sono basati sulla chimica, tutte le reazioni metaboliche che avvengono in un organismo vivente sono chimica, nel suolo abbiamo i processi che regolano i servizi ecosistemici che si basano su processi chimici. È impensabile non fertilizzare un suolo da destinare ad agricoltura, nel lungo periodo porterà alla perdita della fertilità e della produttività stessa, compromettendo quindi sia la possibilità di avere cibo sufficiente sia la biodiversità definita come il capitale naturale pro capite”.
Il suolo in cifre.
· Da esso dipende oltre il 95% della produzione di cibo.
· Nel mondo ogni mezz’ora se ne perdono 500 ha per le cause più diverse (erosione, inquinamento, cementificazione, ecc).
· Oggi oltre il 33% dei suoli mondiali è affetto da forti limitazioni per la produzione di alimenti e nei paesi industrializzati le terre da destinare all’agricoltura sono ormai limitatissime.
· Per formare 1 cm di suolo fertile necessitano dai 100 ai 1000 anni a seconda del clima, del substrato litologico (cioè della roccia sottostante al suolo), dell’impatto antropico, ecc.
· La biodisponibilità per le colture di elementi nutritivi viene regolata dai microrganismi del suolo che mineralizzano la frazione organica ed essi vivono nei primi 5 cm di suolo.
· Nel suolo troviamo oltre il 90 % della biodiversità del pianeta in termini di organismi viventi.
· Se la biodiversità viene definita come il capitale naturale pro capite dal quale trovare approvvigionamento di cibo per le popolazioni della terra, mal gestire il suolo e perderne la fertilità significa perdere o limitare fortemente la capacità produttiva.
· La FAO ha stimato che se da oggi, a livello mondiale, si iniziasse a praticare una gestione sostenibile del suolo, si otterrebbe un incremento del 56% delle produzioni, a fronte di una popolazione che nel 2050 sarà aumentata del 60% rispetto all’attuale.
Una Gestione sostenibile della fertilizzazione tutela l’ambiente e l’agricoltore, ma al tempo stesso assicura rese elevate e risparmi energetici ed economici. Conservare il suolo significa anche utilizzare fertilizzanti di qualità, controllati e sicuri per l’operatore e che restino fuori dalla catena alimentare. Una fertilizzazione sostenibile, nell’ottica dell’economia circolare, è vantaggiosa sia per l’ambiente – grazie ai prodotti di nuova generazione ottenuti dal riciclo delle biomasse agricole e dagli scarti delle produzioni primarie - sia per l’occupazione in quanto si crea una filiera positiva, attraverso il riutilizzo degli elementi nutritivi, con costi decisamente inferiori nella produzione del fertilizzante rispetto alla sintesi di molecole a livello industriale.
“Il suolo è una risorsa indispensabile e va lavorato e coltivato senza depauperarlo. Per questo è necessario reintegrare gli elementi nutritivi che vengono consumati. I fertilizzanti sono fattori fondamentali per nutrire la terra e per ottenere raccolti di qualità. Prendersi cura della terra e dell’ambiente che da essa trae vita è il principale monito che guida il pensiero e l’agire della nostra associazione.” dichiara Giovanni Toffoli, Presidente di Federchimica Assofertilizzanti.
lunedì 3 dicembre 2018
Vitivinicoltura e ricerca, l'utilizzo dei lieviti selvaggi migliora la qualità del vino in presenza di climi più caldi
Alcuni ricercatori dell'Università di Adelaide hanno scoperto che l'utilizzo dei lieviti naturalmente presenti sull'uva possono migliorare i vini prodotti in presenza di climi più caldi. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports della rivista Nature, si concentra sugli effetti del lievito Lachancea thermotolerans.
L'importante ricerca a cura di Vladimir Jiranek, professore di enologia e capo del Dipartimento di Scienze enogastronomiche presso l'Università di Adelaide e Ana Hranilovic, dottoranda presso l'ARC Training Center for Innovative Wine Production, con il supporto dell'Università di Bordeaux, Charles Sturt University, CSIRO e Laffort Oenology, ha mostrato un potenziale nuovo modo per gli enologi di migliorare la qualità del vino con uve coltivate in presenza di climi caldi utilizzando diversi ceppi di lieviti naturali.
L'eccessiva maturazione delle uve dovuta all'aumento delle temperature globali a causa dei cambiamenti climatici, produce zucchero in eccesso che viene così convertito in etanolo durante la fermentazione. Ciò significa vini altamente alcolici e con livelli scarsi in acidità. Questo sbilanciamento non è un buon presupposto nella produzione di vini di qualità e che di fatto non va incontro ai gusti di mercato, sempre più attento e consapevole.
Lo studio in tal senso ha evidenziato che alcuni ceppi di lieviti naturali hanno effetti benefici sulla produzione di vino concentrandosi principalmente su Lachancea thermotolerans conosciuto per le sue capacità di produrre alti livelli di acido lattico. Questo lievito però, così come altri della stessa specie, non può essere utilizzato da solo, perché non in grado di consumare tutti gli zuccheri dell'uva. Devono essere usati quindi in combinazione con i tipici lieviti del vino, ovvero quelli comunemente chiamiati Saccharomyces cerevisiae.
Ulteriori ricerche quindi si focalizzeranno sullo studio di queste diverse miscele di lieviti e la loro influenza sul gusto e la qualità del vino.
L'eccessiva maturazione delle uve dovuta all'aumento delle temperature globali a causa dei cambiamenti climatici, produce zucchero in eccesso che viene così convertito in etanolo durante la fermentazione. Ciò significa vini altamente alcolici e con livelli scarsi in acidità. Questo sbilanciamento non è un buon presupposto nella produzione di vini di qualità e che di fatto non va incontro ai gusti di mercato, sempre più attento e consapevole.
Lo studio in tal senso ha evidenziato che alcuni ceppi di lieviti naturali hanno effetti benefici sulla produzione di vino concentrandosi principalmente su Lachancea thermotolerans conosciuto per le sue capacità di produrre alti livelli di acido lattico. Questo lievito però, così come altri della stessa specie, non può essere utilizzato da solo, perché non in grado di consumare tutti gli zuccheri dell'uva. Devono essere usati quindi in combinazione con i tipici lieviti del vino, ovvero quelli comunemente chiamiati Saccharomyces cerevisiae.
Ulteriori ricerche quindi si focalizzeranno sullo studio di queste diverse miscele di lieviti e la loro influenza sul gusto e la qualità del vino.
venerdì 30 novembre 2018
Mercato del vino, Deloitte: l'Italia è il paese più competitivo del mondo
L'analisi di Deloitte per conto di FranceAgriMer, ha messo in evidenza l'Italia come Paese più competitivo del mondo. La ricerca presentata lo scorso novembre a Vinitech.
Lo studio a cura di Deloitte, una delle più grandi aziende di servizi di consulenza e revisione del mondo, ha preso in considerazione tredici paesi produttori di vino utilizzando 70 indicatori suddivisi in sei temi diversi da Deloitte per conto di FranceAgriMer per produrre una panoramica della concorrenza nel mercato mondiale del vino nel 2017.
Basando la sua ricerca sulle statistiche 2016, l'azienda ha presentato la sua 20a analisi macroeconomica. Sebbene la metodologia della versione 2017 sia cambiata, la classifica è praticamente la stessa, posizionando l'Italia al primo posto con un totale di 659 punti, seguita da vicino dalla Francia con un punteggio di 653. Al terzo posto la Spagna che, con 602 punti, scala la classifica dopo essere scesa al 5° posto nel 2016.
I tre paesi europei e i principali produttori mondiali sono sfidati da tre paesi dell'emisfero meridionale: Australia, Cile e Stati Uniti (rispettivamente terzo, quarto e quinto). Per il resto della classifica, FranceAgriMer mette in evidenza due paesi: la Cina, che ha uno dei più grandi vigneti del mondo, e la Germania, che è salita di tre posizioni rispetto alla classifica del 2016.
Il nostro Paese mantiene la sua posizione di leadership a livello mondiale grazie alla produttività dei vigneti, in particolare quelli del Prosecco. Altri fattori considerati sono l'ampiezza della gamma di vini in termini di categorie di prodotto, il packaging, i servizi e l'adattamento dei profili del prodotto per soddisfare la domanda. Inoltre, le vendite sono sostenute da una significativa quota di mercato delle esportazioni - pari al 40% della produzione - e da una ripresa dei consumi interni. Infine, l'adattamento al marketing e al packaging è considerato molto dinamico e come evidenziato da FranceAgriMer, i prezzi competitivi.
Lo studio mostra però alcuni punti deboli, vale a dire la dipendenza dell'Italia da tre mercati principali (Stati Uniti, Germania e Regno Unito), i suoi bassi margini di vendita e le dimensioni delle sue PMI, troppo piccole per essere realizzate in determinati mercati di esportazione.
Lo studio a cura di Deloitte, una delle più grandi aziende di servizi di consulenza e revisione del mondo, ha preso in considerazione tredici paesi produttori di vino utilizzando 70 indicatori suddivisi in sei temi diversi da Deloitte per conto di FranceAgriMer per produrre una panoramica della concorrenza nel mercato mondiale del vino nel 2017.
Basando la sua ricerca sulle statistiche 2016, l'azienda ha presentato la sua 20a analisi macroeconomica. Sebbene la metodologia della versione 2017 sia cambiata, la classifica è praticamente la stessa, posizionando l'Italia al primo posto con un totale di 659 punti, seguita da vicino dalla Francia con un punteggio di 653. Al terzo posto la Spagna che, con 602 punti, scala la classifica dopo essere scesa al 5° posto nel 2016.
I tre paesi europei e i principali produttori mondiali sono sfidati da tre paesi dell'emisfero meridionale: Australia, Cile e Stati Uniti (rispettivamente terzo, quarto e quinto). Per il resto della classifica, FranceAgriMer mette in evidenza due paesi: la Cina, che ha uno dei più grandi vigneti del mondo, e la Germania, che è salita di tre posizioni rispetto alla classifica del 2016.
Il nostro Paese mantiene la sua posizione di leadership a livello mondiale grazie alla produttività dei vigneti, in particolare quelli del Prosecco. Altri fattori considerati sono l'ampiezza della gamma di vini in termini di categorie di prodotto, il packaging, i servizi e l'adattamento dei profili del prodotto per soddisfare la domanda. Inoltre, le vendite sono sostenute da una significativa quota di mercato delle esportazioni - pari al 40% della produzione - e da una ripresa dei consumi interni. Infine, l'adattamento al marketing e al packaging è considerato molto dinamico e come evidenziato da FranceAgriMer, i prezzi competitivi.
Lo studio mostra però alcuni punti deboli, vale a dire la dipendenza dell'Italia da tre mercati principali (Stati Uniti, Germania e Regno Unito), i suoi bassi margini di vendita e le dimensioni delle sue PMI, troppo piccole per essere realizzate in determinati mercati di esportazione.
giovedì 29 novembre 2018
Mercato mondiale del vino: le tendenze nascono nelle grandi città
Le tendenze del mercato mondiale del vino sono trainate dai grandi agglomerati urbani. In uno studio emerge la Francia con Parigi prima in classifica. In Italia Milano al quarto posto.
In vista della prima edizione nella capitale francese, Wine Paris, grande evento inedito nato dall’unione di Vinisud, fiera mondiale dei vini meridionali e VinoVision Paris, salone internazionale dei vini settentrionali, ha commissionato uno studio sul consumo e la distribuzione del vino nei grandi agglomerati urbani a livello mondiale con il supporto del JFL Conseil/XJ Conseil, analyses et décisions. Nella classifica, oltre a Milano, emerge anche la posizione di Roma che si piazza all’ottavo posto.
Lo studio ha messo in risalto che una grande fetta di mercato e di consumo si concentra nelle grandi città. In totale, il 54,9% della popolazione mondiale vive in città, una percentuale che tende a crescere nei principali paesi consumatori di vino: l’83 % degli inglesi, l’82 % degli americani, l’80 % dei francesi, l’80 % degli spagnoli e il 77 % dei tedeschi vivono, comprano e consumano il loro vino in città.
Con un consumo di vino equivalente a 5,3 milioni di ettolitri nel 2017, equivalente a 709 milioni di bottiglie, l’agglomerazione di Parigi precede la conurbazione della Ruhr (Essen, Dortmund, Duisbourg), in Germania, il cui consumo lo stesso anno è stato di 4 milioni di ettolitri (537 milioni di bottiglie). Sul podio, al terzo posto, si piazza Buonos Aires con 3,6 milioni di hl.
Seguono Milano (3,3 milioni di hl) e Londra (2,95 milioni di hl), rispettivamente in quarta e quinta posizione. La classifica prosegue poi con New York (2,8 milioni di hl), Los Angeles (2,2 milioni di hl), Roma (1,7 milioni di hl), Berlino (1,95 milioni di hl) e Tokyo (1,2 milioni di hl), unica città asiatica di questo ranking. Interessante notare il fatto che l’Italia ha ben 2 città presenti all’interno di questa classifica che conta appena 10 posizioni.
Consumatori, opinion leader e distributori scandiscono tempo e tendenze. New York, Parigi e Londra annoverano numerosi punti di distribuzione on e off-trade, rispettivamente 38.900, 23.750, 17.500, mentre solo 13.350 nella Ruhr. Se rapportato alla popolazione, questo dato fa di Parigi l’area di distribuzione più densa al mondo.
La posizione leader della capitale francese è animata da una rete importante di opinion leader (20.000 hotel e ristoranti, wine bar, caffé, 1.100 enoteche, 1.990 grossisiti, 142 stellati della Guida Michelin…). Parigi offre ai consumatori francesi così come ai milioni di turisti e uomini d’affari internazionali che accoglie (33,8 milioni nel 2017) una vetrina eccezionale per i grandi vini, con una diversità ineguagliabile di territori e produzioni.
I grandi agglomerati urbani, con in testa Parigi, sono inoltre il luogo dove nascono le tendenze e le mode relative al consumo. La domanda di vini naturali, di vini bio o l’interesse per il vino rosato sono fenomeni il cui inizio può essere tracciato proprio a Parigi.
Wine Paris è il primo grande evento internazionale rivolto ai professionisti del vino a Parigi e avrà luogo dall’11 al 13 Febbraio 2019 all’Expo Porte de Versailles, Parigi. 2.000 espositori, 25.000 visitatori, di cui il 35% internazionali. Un’opportunità per degustare le nuove annate, condividere esperienze, fare nuove scoperte e osservare le tendenze internazionali.
In vista della prima edizione nella capitale francese, Wine Paris, grande evento inedito nato dall’unione di Vinisud, fiera mondiale dei vini meridionali e VinoVision Paris, salone internazionale dei vini settentrionali, ha commissionato uno studio sul consumo e la distribuzione del vino nei grandi agglomerati urbani a livello mondiale con il supporto del JFL Conseil/XJ Conseil, analyses et décisions. Nella classifica, oltre a Milano, emerge anche la posizione di Roma che si piazza all’ottavo posto.
Lo studio ha messo in risalto che una grande fetta di mercato e di consumo si concentra nelle grandi città. In totale, il 54,9% della popolazione mondiale vive in città, una percentuale che tende a crescere nei principali paesi consumatori di vino: l’83 % degli inglesi, l’82 % degli americani, l’80 % dei francesi, l’80 % degli spagnoli e il 77 % dei tedeschi vivono, comprano e consumano il loro vino in città.
Con un consumo di vino equivalente a 5,3 milioni di ettolitri nel 2017, equivalente a 709 milioni di bottiglie, l’agglomerazione di Parigi precede la conurbazione della Ruhr (Essen, Dortmund, Duisbourg), in Germania, il cui consumo lo stesso anno è stato di 4 milioni di ettolitri (537 milioni di bottiglie). Sul podio, al terzo posto, si piazza Buonos Aires con 3,6 milioni di hl.
Seguono Milano (3,3 milioni di hl) e Londra (2,95 milioni di hl), rispettivamente in quarta e quinta posizione. La classifica prosegue poi con New York (2,8 milioni di hl), Los Angeles (2,2 milioni di hl), Roma (1,7 milioni di hl), Berlino (1,95 milioni di hl) e Tokyo (1,2 milioni di hl), unica città asiatica di questo ranking. Interessante notare il fatto che l’Italia ha ben 2 città presenti all’interno di questa classifica che conta appena 10 posizioni.
Consumatori, opinion leader e distributori scandiscono tempo e tendenze. New York, Parigi e Londra annoverano numerosi punti di distribuzione on e off-trade, rispettivamente 38.900, 23.750, 17.500, mentre solo 13.350 nella Ruhr. Se rapportato alla popolazione, questo dato fa di Parigi l’area di distribuzione più densa al mondo.
La posizione leader della capitale francese è animata da una rete importante di opinion leader (20.000 hotel e ristoranti, wine bar, caffé, 1.100 enoteche, 1.990 grossisiti, 142 stellati della Guida Michelin…). Parigi offre ai consumatori francesi così come ai milioni di turisti e uomini d’affari internazionali che accoglie (33,8 milioni nel 2017) una vetrina eccezionale per i grandi vini, con una diversità ineguagliabile di territori e produzioni.
I grandi agglomerati urbani, con in testa Parigi, sono inoltre il luogo dove nascono le tendenze e le mode relative al consumo. La domanda di vini naturali, di vini bio o l’interesse per il vino rosato sono fenomeni il cui inizio può essere tracciato proprio a Parigi.
Wine Paris è il primo grande evento internazionale rivolto ai professionisti del vino a Parigi e avrà luogo dall’11 al 13 Febbraio 2019 all’Expo Porte de Versailles, Parigi. 2.000 espositori, 25.000 visitatori, di cui il 35% internazionali. Un’opportunità per degustare le nuove annate, condividere esperienze, fare nuove scoperte e osservare le tendenze internazionali.
Musei in Musica, il 1 dicembre al via la 10° edizione. Spazi espositivi e culturali aperti dalle 20.00 alle 02.00
Mostre, concerti e spettacoli dal vivo con ingresso a 1 euro o completamente gratuito per i possessori della MIC nei Musei civici.
Sabato 1 dicembre 2018 torna nella Capitale “Musei in Musica”. Cittadini e visitatori, acquistando il biglietto d’ingresso di 1 euro, potranno visitare i Musei Civici straordinariamente aperti di sera, dalle 20.00 alle 02.00, e usufruire di un ricco programma di mostre, concerti e spettacoli dal vivo, selezionati con l’avviso pubblico “Musei in Musica 2018” diffuso da Zètema Progetto Cultura.
L’ingresso ai musei civici sarà completamente gratuito per i possessori della MIC card (mentre negli spazi dove previsto sarà ad un euro). La decima edizione della manifestazione, che vedrà quest’anno esibirsi circa 140 artisti con 100 performance, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Zètema Progetto Cultura.
La serata vedrà la partecipazione anche di altri importanti spazi espositivi e culturali, università e istituzioni culturali straniere - come per esempio il Museo archeologico e museo Aristaios dell’Auditorium Parco della Musica, il Palazzo delle Esposizioni, il Macro Asilo, il Polo museale de La Sapienza Università di Roma, il monumento a Vittorio Emanuele II e il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo in collaborazione con il MIBAC, il Museo Ebraico di Roma, l’Accademia di Francia a Villa Medici - che, per l’occasione, apriranno straordinariamente al pubblico le proprie sedi in orari serali con mostre ed eventi.
Si potrà condividere la propria esperienza su Facebook e Twitter e partecipare al contest fotografico su Instagram utilizzando l’hashtag #MUSica18 e menzionando i @museiincomuneroma e @culturaaroma. I tre autori delle foto più belle, votate dalla nostra community della pagina Facebook della Notte dei Musei, saranno premiati con tre biglietti per L’Ara Com’era, la visita immersiva e multisensoriale al Museo dell’Ara Pacis. Per partecipare è sufficiente condividere, fino alla mezzanotte del 2 dicembre, una foto scattata a uno degli spettacoli della manifestazione indicando luogo ed evento, hashtag #MUSica18 e la menzione @museiincomuneroma. A partire dal 3 dicembre le foto che rispetteranno i requisiti richiesti saranno pubblicate in una gallery sulla pagina Facebook di Musei in Musica, pronte per essere votate. Non sono considerate valide le stories su Instagram.
GLI EVENTI E LE MOSTRE IN PROGRAMMA NEI MUSEI CIVICI
I MUSEI CAPITOLINI ospiteranno nell’Esedra del Marco Aurelio lo spettacolo Il ponte del dialogo con il polistrumentista Stefano Saletti, la cantante turco italiana Yasemin Sannino, e i musicisti Gabriele Coen, Marco Loddo e Giovanni Lo Cascio, per un viaggio tra i generi e le sonorità del mediterraneo che porterà dal Sud Italia fino alla Turchia. All’interno della Pinacoteca, nella Sala Pietro da Cortona, andrà in scena invece lo Stabat Mater di Pergolesi, a cura del Conservatorio di Musica Santa Cecilia, eseguito dal soprano Goar Faradzhian e dal contralto Sara Tiburzi con l’accompagnamento musicale di Melody Raquel Quinteros, Toki Takahashi, Camila Sànchez Quiroga, Louis Batista e Mauro Tedesco mentre nel Salone di Palazzo Nuovo prenderà forma il concerto Occhi chiusi in mare aperto dell’ensamble vocale composto da Gabriele d’Angelo, Ludovico Versino, Francesca Cireddu, Chiara Meschini e Daniele d’Alberti che proporranno un viaggio tra la musica indie italiana e internazionale, le hit del pop mondiale e i capolavori del soul.
La SALA DELLA PROTOMOTECA, in Piazza del Campidoglio, ospiterà invece le composizioni in chiave bossa nova, jazz, folk, rock e pop del cantautore Nuno Fonsé nel concerto dal titolo Detras del Mar – Nuno Fonsé, a cura dell’Ambasciata del Nicaragua (ingresso gratuito).
All’interno dei MERCATI DI TRAIANO – MUSEO DEI FORI IMPERIALI la cantante musicista angolana Tasha Rodrigues accompagnerà i visitatori in un viaggio musicale dal titolo Agora Cross, interpretando canzoni di famose artiste africane e brasiliane e canzoni d’autore italiane. Nella seconda parte live elettronico di Sergio Sorrentino su videoproiezioni di Monica Pirone.
La CENTRALE MONTEMARTINI sarà invece la location delle performance Onn Frame e About Live Cinema. Durante la serata l’arte si metterà in connessione con la tecnologia attraverso un duplice percorso: nella Sala Macchine prenderà vita ONN, una performance audiovisiva di Live Cinema in continua evoluzione mentre nella Sala del Treno di Pio IX ci saranno screenings con interviste, anteprime e backstage di alcuni dei migliori artisti che interpretano il live cinema perfomance. Il MUSEO DI ROMA, invece, ospiterà nel Salone d’Onore l’evento Notte swing al museo. In formazione quartetto il cantante e pianista Antonio Sorgentone, insieme a contrabbasso, batteria e sax, ripercorrerà i momenti più brillanti di queste sonorità, intrecciandole al boogie woogie, al Jazz, al R’n’R. Nella Sala Torlonia andrà in scena il concerto La cameristica postmoderna dei Peekaboom con Angelica Lubian alla voce e Simone Masina al contrabbasso. Il duo reinterpreterà brani internazionali hit pop, rock e standard jazz, destrutturandoli e ricostruendoli in maniera originale unicamente con contrabbasso, voce e software di registrazione e live-looping.
Nello stesso luogo andrà in scena anche l’edizione speciale del Contest Museum Social Club “Il Sorpasso” con l’esibizione di due partecipanti: Peter Pan’s Band e Marco Liotti.
Traendo ispirazione dalle fotografie di Lisetta Carmi, Giulio Tosti, Her e Beatrice Fedi e Roberto di Maio del Collettivo Crib si esibiranno al MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE in un intervento di animazione culturale dal titolo Carmika. La bellezza della verità. Attraverso performance musicali, di movimento scenico e audio-video gli artisti daranno vita ad un progetto esperienziale live che consentirà di approfondire le tematiche affrontate dalla fotografa.
Pensata appositamente per il MUSEO DELL’ARA PACIS sarà la performance-installazione multimediale dal titolo Bit By Bit realizzata dal gruppo Chiasma che, in linea con i suoi precedenti lavori sulla “club culture”, la discoteca e la “politica” di liberazione del corpo, darà vita ad una performance coreografica seguita da dj set. All’interno dell’Auditorium, invece, di scena lo spettacolo musicale Indijazzlive: una coniugazione fascinosa tra la musica mediterranea e le sonorità jazz realizzate dai musicisti Simone Alessandrini e Natalino Marchetti (ingresso gratuito).
Poco distante, al MUSEO NAPOLEONICO, andrà in scena lo spettacolo Dichiaro guerra al tempo con Manuela Kusterman e Melania Giglio che reciteranno I sonetti di William Shakespeare, intervallandoli a famosi brani della nostra epoca interpretati dalla stessa Giglio (ingresso gratuito).
Dal lungotevere a via Nomentana per una serata in musica nei MUSEI DI VILLA TORLONIA. Due saranno gli eventi in programma durante la serata: all’interno del CASINO NOBILE andrà in scena il Danny Grisset “Monk’s Mood” con il raffinato pianista Danny Grisset che proporrà un repertorio in piano solo dedicato al grande compositore ed innovatore della musica Jazz Thelonius Monk. Nella CASINA DELLE CIVETTE, invece, andrà in scena lo spettacolo di teatro e musica dal titolo Questo giardino che oggi tu distruggi in cui le melodie del mediterraneo restituite in acustico dalla viola, dal contrabbasso e dalla kora del trio ViolaContraKora incontreranno la vibrante poesia contemporanea recitata da Sista Bramini. Spettacolo concerto sarà anche No Cage – Senza Gabbie. Fiabe, musica e racconti di Animali Liberi in programma al MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA. Gli attori Aurora Reggio, Gabriele Traversa e Tommaso Lombardo diretti da Tiziana Lucattini e Fabio Traversa reciteranno fiabe da tutto il mondo per raccontare di come gli animali siano esseri viventi molto simili a noi, con le stesse emozioni, piaceri e paure. Una serata arricchita dall’accompagnamento musicale di Silvia Gramegna (violino) e Francesco Pannocchia (chitarra).
Sempre all’interno di Villa Borghese, nella Sala del Ninfeo del MUSEO CARLO BILOTTI – ARANCIERA DI VILLA BORGHESE, si potrà apprezzare il concerto Mike Melillo Remembrance del pianista Mike Melillo. In programma suoi brani originali e brani classici di storici compositori jazz (ingresso gratuito).
Poco distante, al MUSEO PIETRO CANONICA, si realizzerà invece il progetto sperimentale Et Project – Inspiring con i musicisti Antonello D’Urso, Alessandro D’Alessandro e Gianna Chillà, un viaggio in un universo sonoro parallelo con musiche rielaborate e campionate in tempo reale (ingresso gratuito).
La GALLERIA D’ARTE MODERNA ospiterà Mezzo secolo – 68slogan/slowgame18, il progetto musicale e sperimentale pensato da Giuliano Compagno in collaborazione con Teatro Mobile per celebrare il cinquantennale del 1968 attraverso la creazione di suggestioni in cuffia dei suoni e degli slogan di quella stagione (ingresso gratuito). Il cinema invece sarà protagonista della rievocazione in programma al MUSEO DELLE MURA: Marco Testoni insieme a Mats Hedberg realizzeranno in Cinematica un vero e proprio viaggio nel mondo delle colonne sonore con omaggi a personalità del calibro di Ryuichi Sakamoto, John Carpenter, Nicola Piovani, Jan Johansson e molti altri (ingresso gratuito). In conclusione al MUSEO DELLA REPUBBLICA ROMANA E DELLA MEMORIA
GARIBALDINA si potrà apprezzare il concerto Duality – A concert for very normal people con Marcello Fiorini che racconterà il concetto di dualità attraverso le proprie canzoni eseguite insieme alla violoncellista Giovanna Famulari (ingresso gratuito).
Le mostre che saranno visitabili nei musei civici in orario serale sono:
La Roma dei Re. Il racconto dell’Archeologia e I Papi dei Concili dell’era moderna. Arte, Storia, Religiosità e Cultura ai MUSEI CAPITOLINI, Il Sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre al MUSEO DI ROMA, Lisetta Carmi. La bellezza della verità al MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE, Metamorfosi del quotidiano ai MUSEI DI VILLA TORLONIA – CASINA DELLE CIVETTE, Balla a Villa Borghese e L’acqua di Talete. Opere di Josè Molina al MUSEO CARLO BILOTTI – ARANCIERA DI VILLA BORGHESE, Museo di Zoologia…diverso per natura al MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA, Roma Città Moderna. Da Nathan al Sessantotto e Antonio Fraddosio. Le tute e l’acciaio alla GALLERIA D’ARTE MODERNA.
La mostra Marcello Mastroianni al MUSEO DELL’ARA PACIS sarà visitabile eccezionalmente con biglietto ridotto a 7 euro.
GLI EVENTI E LE MOSTRE NEGLI ALTRI SPAZI
Saranno aperti con ingresso a 1 euro oppure, dove espressamente indicato, ridotto o gratuito:
il PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI con l’apertura delle mostre Pixar. 30 anni di animazione, Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli anni del CSC 1988-2016 e Roma fumettara. Una scuola di autori – 25 anni in mostra e il concerto A 1000 ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar…, di Observatorium Orchestra, con una selezione di conosciute melodie fiabesche e temi classici del cinema di animazione; il MACRO ASILO con il Progetto Macro Asilo e le performance per chitarra elettrica solista del Festival Nuova Consonanza – Rocking up (ingresso gratuito); il MUSEO ARCHEOLOGICO e il MUSEO ARISTAIOS dell’Auditorium Parco della Musica con visite guidate e l’esibizione di Paolo Damiani “Memorie future”, in cui il musicista proporrà le sue composizioni in assolo di contrabbasso (ingresso gratuito); il MONUMENTO A VITTORIO EMANUELE II (ingresso gratuito - 1 euro per l’utilizzo degli ascensori panoramici) e il MUSEO NAZIONALE DI CASTEL SANT’ANGELO con la mostra Armi e poteri nel Rinascimento, in collaborazione con il MIBAC; il COMPLESSO DEL VITTORIANO - ALA BRASINI con ingresso ridotto alle mostre Andy Warhol e Jackon Pollock, la scuola di New York; il MUSEO EBRAICO DI ROMA con la mostra Italiani di razza ebraica. Le leggi antisemite del 1938 e gli ebrei di Roma e partecipare agli eventi In Vino VeryTanz. Il vino nella musica e nella tradizione ebraica e La Cantica del Mare. Musiche ebraiche sulle coste mediterranee; l'ACCADEMIA DI FRANCIA VILLA MEDICI con la mostra Le Violon d'Ingres sonorizzata con i brani dei borsisti compositori Julia Blondeau e Clara Iannotta; la REAL ACADEMIA DE ESPAÑA IN ROMA dove si potrà visitare la mostra 1968. Il fuoco delle idee di Marcelo Brodsky e ammirare, al Tempietto del Bramante, l’installazione Piedra y distancia di Abel Paul (ingresso gratuito); l’ACCADEMIA D’UNGHERIA IN ROMA con la mostra Luce in movimento – Mostra monografica di Nikolas (Miklòs) Schöffer e il concerto del pianista
giapponese Rintaro Akamatsu nell’ambito del Casio Sound Tradition Festival (ingresso gratuito); la CASA ARGENTINA - AMBASCIATA ARGENTINA IN ITALIA con la mostra Radix – Artigianato tessile argentino con il reportage fotografico “Peregrini” e il concerto Piazzolla secondo Aisemberg, un incontro infinito con il pianista Hugo Aisemberg (ingresso gratuito); il MUSEO CASA DI GOETHE con la mostra Costellazione 2 – Beuys: Viaggi in Italia. Recuperi di storie tedesche girando per Roma e il concerto di Angelo Colone dal titolo L’enigma della chitarra; VIGAMUS MUSEO DEL VIDEOGIOCO con la mostra L’evoluzione del Videogioco attraverso la musica e l’evento Videogame Music Fest; la CASA DELL’ARCHITETTURA all’Acquario Romano con la mostra ADI Design Index 2018 e l’evento AcquaJazz del Coro di Piazza Vittorio; lo SPAZIO ESPOSITIVO TRITONE della Fondazione Sorgente Group con la mostra Athena Nike: la vittoria della dea accompagnata dall’evento Athena Nike che celebrerà la vittoria con un repertorio di musiche settecentesche (ingresso gratuito); il MUSEO STORICO DEI GRANATIERI DI SARDEGNA con il concerto Musica dei granatieri nella 1° Guerra mondiale eseguito dalla Banda Musicale del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna diretta dal Maestro Domenico Morlungo.
Saranno inoltre aperti gratuitamente l’ISTITUTO SUPERIORE ANTINCENDI, dove si potrà visitare la mostra Vigiliinarte e assistere al concerto del gruppo di ottoni della Banda del Corpo Nazionale dei Vigili Fuoco, e il POLO MUSEALE ATAC per conoscere da vicino l’esposizione permanente di locomotori e tram storici restaurati esposti nell’area.
Musei in Musica 2018 vedrà la partecipazione anche della SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA che aprirà ad ingresso gratuito il proprio Polo Museale. Si potranno visitare il Museo delle antichità etrusche e italiche con la mostra Il sacrificio di un cane dal Quartiere cerimoniale di Pyrgi e assistere al concerto A tutto Bach; il Museo di antropologia accompagnato dall’evento Da Lodi a New York su 16 corde con il quartetto MuSa Classica; i Musei dell’arte classica con le mostre Visual Archaelogy (Ri)costruire le immagini del Passato e La Siria Bizantina dal novecento a oggi e il concerto Carmina Burana dell’Orchestra MuSa Classica; il Museo di Chimica e l’evento che ospita Momenti di storia d’Italia attraverso la canzone popolare; il Museo delle origini con la mostra I suoni della preistoria e l’evento Dopo 100 anni: canti degli alpini e altre musiche di guerra; il Museo del vicino oriente, Egitto e Mediterraneo con la mostra Gli Dei del Tofet: Baal Hammon e Tinnit; il Museo laboratorio di arte contemporanea con la mostra La fototeca di Adolfo Venturi alla Sapienza e il concerto dei MuSacisti Creativi L’influenza dell’Africa nel jazz.
MUSEI IN MUSICA
Sabato 1 dicembre 2018
Ingresso 1 euro per accedere a ogni museo, salvo che non sia diversamente indicato.
Musei aperti dalle ore 20.00 alle 02.00 (ultimo ingresso alle ore 01.00)
Diretta su Twitter e Instagram con #MUSica18 www.museiincomuneroma.it
Info 060608
Sabato 1 dicembre 2018 torna nella Capitale “Musei in Musica”. Cittadini e visitatori, acquistando il biglietto d’ingresso di 1 euro, potranno visitare i Musei Civici straordinariamente aperti di sera, dalle 20.00 alle 02.00, e usufruire di un ricco programma di mostre, concerti e spettacoli dal vivo, selezionati con l’avviso pubblico “Musei in Musica 2018” diffuso da Zètema Progetto Cultura.
L’ingresso ai musei civici sarà completamente gratuito per i possessori della MIC card (mentre negli spazi dove previsto sarà ad un euro). La decima edizione della manifestazione, che vedrà quest’anno esibirsi circa 140 artisti con 100 performance, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Zètema Progetto Cultura.
La serata vedrà la partecipazione anche di altri importanti spazi espositivi e culturali, università e istituzioni culturali straniere - come per esempio il Museo archeologico e museo Aristaios dell’Auditorium Parco della Musica, il Palazzo delle Esposizioni, il Macro Asilo, il Polo museale de La Sapienza Università di Roma, il monumento a Vittorio Emanuele II e il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo in collaborazione con il MIBAC, il Museo Ebraico di Roma, l’Accademia di Francia a Villa Medici - che, per l’occasione, apriranno straordinariamente al pubblico le proprie sedi in orari serali con mostre ed eventi.
Si potrà condividere la propria esperienza su Facebook e Twitter e partecipare al contest fotografico su Instagram utilizzando l’hashtag #MUSica18 e menzionando i @museiincomuneroma e @culturaaroma. I tre autori delle foto più belle, votate dalla nostra community della pagina Facebook della Notte dei Musei, saranno premiati con tre biglietti per L’Ara Com’era, la visita immersiva e multisensoriale al Museo dell’Ara Pacis. Per partecipare è sufficiente condividere, fino alla mezzanotte del 2 dicembre, una foto scattata a uno degli spettacoli della manifestazione indicando luogo ed evento, hashtag #MUSica18 e la menzione @museiincomuneroma. A partire dal 3 dicembre le foto che rispetteranno i requisiti richiesti saranno pubblicate in una gallery sulla pagina Facebook di Musei in Musica, pronte per essere votate. Non sono considerate valide le stories su Instagram.
GLI EVENTI E LE MOSTRE IN PROGRAMMA NEI MUSEI CIVICI
I MUSEI CAPITOLINI ospiteranno nell’Esedra del Marco Aurelio lo spettacolo Il ponte del dialogo con il polistrumentista Stefano Saletti, la cantante turco italiana Yasemin Sannino, e i musicisti Gabriele Coen, Marco Loddo e Giovanni Lo Cascio, per un viaggio tra i generi e le sonorità del mediterraneo che porterà dal Sud Italia fino alla Turchia. All’interno della Pinacoteca, nella Sala Pietro da Cortona, andrà in scena invece lo Stabat Mater di Pergolesi, a cura del Conservatorio di Musica Santa Cecilia, eseguito dal soprano Goar Faradzhian e dal contralto Sara Tiburzi con l’accompagnamento musicale di Melody Raquel Quinteros, Toki Takahashi, Camila Sànchez Quiroga, Louis Batista e Mauro Tedesco mentre nel Salone di Palazzo Nuovo prenderà forma il concerto Occhi chiusi in mare aperto dell’ensamble vocale composto da Gabriele d’Angelo, Ludovico Versino, Francesca Cireddu, Chiara Meschini e Daniele d’Alberti che proporranno un viaggio tra la musica indie italiana e internazionale, le hit del pop mondiale e i capolavori del soul.
La SALA DELLA PROTOMOTECA, in Piazza del Campidoglio, ospiterà invece le composizioni in chiave bossa nova, jazz, folk, rock e pop del cantautore Nuno Fonsé nel concerto dal titolo Detras del Mar – Nuno Fonsé, a cura dell’Ambasciata del Nicaragua (ingresso gratuito).
All’interno dei MERCATI DI TRAIANO – MUSEO DEI FORI IMPERIALI la cantante musicista angolana Tasha Rodrigues accompagnerà i visitatori in un viaggio musicale dal titolo Agora Cross, interpretando canzoni di famose artiste africane e brasiliane e canzoni d’autore italiane. Nella seconda parte live elettronico di Sergio Sorrentino su videoproiezioni di Monica Pirone.
La CENTRALE MONTEMARTINI sarà invece la location delle performance Onn Frame e About Live Cinema. Durante la serata l’arte si metterà in connessione con la tecnologia attraverso un duplice percorso: nella Sala Macchine prenderà vita ONN, una performance audiovisiva di Live Cinema in continua evoluzione mentre nella Sala del Treno di Pio IX ci saranno screenings con interviste, anteprime e backstage di alcuni dei migliori artisti che interpretano il live cinema perfomance. Il MUSEO DI ROMA, invece, ospiterà nel Salone d’Onore l’evento Notte swing al museo. In formazione quartetto il cantante e pianista Antonio Sorgentone, insieme a contrabbasso, batteria e sax, ripercorrerà i momenti più brillanti di queste sonorità, intrecciandole al boogie woogie, al Jazz, al R’n’R. Nella Sala Torlonia andrà in scena il concerto La cameristica postmoderna dei Peekaboom con Angelica Lubian alla voce e Simone Masina al contrabbasso. Il duo reinterpreterà brani internazionali hit pop, rock e standard jazz, destrutturandoli e ricostruendoli in maniera originale unicamente con contrabbasso, voce e software di registrazione e live-looping.
Nello stesso luogo andrà in scena anche l’edizione speciale del Contest Museum Social Club “Il Sorpasso” con l’esibizione di due partecipanti: Peter Pan’s Band e Marco Liotti.
Traendo ispirazione dalle fotografie di Lisetta Carmi, Giulio Tosti, Her e Beatrice Fedi e Roberto di Maio del Collettivo Crib si esibiranno al MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE in un intervento di animazione culturale dal titolo Carmika. La bellezza della verità. Attraverso performance musicali, di movimento scenico e audio-video gli artisti daranno vita ad un progetto esperienziale live che consentirà di approfondire le tematiche affrontate dalla fotografa.
Pensata appositamente per il MUSEO DELL’ARA PACIS sarà la performance-installazione multimediale dal titolo Bit By Bit realizzata dal gruppo Chiasma che, in linea con i suoi precedenti lavori sulla “club culture”, la discoteca e la “politica” di liberazione del corpo, darà vita ad una performance coreografica seguita da dj set. All’interno dell’Auditorium, invece, di scena lo spettacolo musicale Indijazzlive: una coniugazione fascinosa tra la musica mediterranea e le sonorità jazz realizzate dai musicisti Simone Alessandrini e Natalino Marchetti (ingresso gratuito).
Poco distante, al MUSEO NAPOLEONICO, andrà in scena lo spettacolo Dichiaro guerra al tempo con Manuela Kusterman e Melania Giglio che reciteranno I sonetti di William Shakespeare, intervallandoli a famosi brani della nostra epoca interpretati dalla stessa Giglio (ingresso gratuito).
Dal lungotevere a via Nomentana per una serata in musica nei MUSEI DI VILLA TORLONIA. Due saranno gli eventi in programma durante la serata: all’interno del CASINO NOBILE andrà in scena il Danny Grisset “Monk’s Mood” con il raffinato pianista Danny Grisset che proporrà un repertorio in piano solo dedicato al grande compositore ed innovatore della musica Jazz Thelonius Monk. Nella CASINA DELLE CIVETTE, invece, andrà in scena lo spettacolo di teatro e musica dal titolo Questo giardino che oggi tu distruggi in cui le melodie del mediterraneo restituite in acustico dalla viola, dal contrabbasso e dalla kora del trio ViolaContraKora incontreranno la vibrante poesia contemporanea recitata da Sista Bramini. Spettacolo concerto sarà anche No Cage – Senza Gabbie. Fiabe, musica e racconti di Animali Liberi in programma al MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA. Gli attori Aurora Reggio, Gabriele Traversa e Tommaso Lombardo diretti da Tiziana Lucattini e Fabio Traversa reciteranno fiabe da tutto il mondo per raccontare di come gli animali siano esseri viventi molto simili a noi, con le stesse emozioni, piaceri e paure. Una serata arricchita dall’accompagnamento musicale di Silvia Gramegna (violino) e Francesco Pannocchia (chitarra).
Sempre all’interno di Villa Borghese, nella Sala del Ninfeo del MUSEO CARLO BILOTTI – ARANCIERA DI VILLA BORGHESE, si potrà apprezzare il concerto Mike Melillo Remembrance del pianista Mike Melillo. In programma suoi brani originali e brani classici di storici compositori jazz (ingresso gratuito).
Poco distante, al MUSEO PIETRO CANONICA, si realizzerà invece il progetto sperimentale Et Project – Inspiring con i musicisti Antonello D’Urso, Alessandro D’Alessandro e Gianna Chillà, un viaggio in un universo sonoro parallelo con musiche rielaborate e campionate in tempo reale (ingresso gratuito).
La GALLERIA D’ARTE MODERNA ospiterà Mezzo secolo – 68slogan/slowgame18, il progetto musicale e sperimentale pensato da Giuliano Compagno in collaborazione con Teatro Mobile per celebrare il cinquantennale del 1968 attraverso la creazione di suggestioni in cuffia dei suoni e degli slogan di quella stagione (ingresso gratuito). Il cinema invece sarà protagonista della rievocazione in programma al MUSEO DELLE MURA: Marco Testoni insieme a Mats Hedberg realizzeranno in Cinematica un vero e proprio viaggio nel mondo delle colonne sonore con omaggi a personalità del calibro di Ryuichi Sakamoto, John Carpenter, Nicola Piovani, Jan Johansson e molti altri (ingresso gratuito). In conclusione al MUSEO DELLA REPUBBLICA ROMANA E DELLA MEMORIA
GARIBALDINA si potrà apprezzare il concerto Duality – A concert for very normal people con Marcello Fiorini che racconterà il concetto di dualità attraverso le proprie canzoni eseguite insieme alla violoncellista Giovanna Famulari (ingresso gratuito).
Le mostre che saranno visitabili nei musei civici in orario serale sono:
La Roma dei Re. Il racconto dell’Archeologia e I Papi dei Concili dell’era moderna. Arte, Storia, Religiosità e Cultura ai MUSEI CAPITOLINI, Il Sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre al MUSEO DI ROMA, Lisetta Carmi. La bellezza della verità al MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE, Metamorfosi del quotidiano ai MUSEI DI VILLA TORLONIA – CASINA DELLE CIVETTE, Balla a Villa Borghese e L’acqua di Talete. Opere di Josè Molina al MUSEO CARLO BILOTTI – ARANCIERA DI VILLA BORGHESE, Museo di Zoologia…diverso per natura al MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA, Roma Città Moderna. Da Nathan al Sessantotto e Antonio Fraddosio. Le tute e l’acciaio alla GALLERIA D’ARTE MODERNA.
La mostra Marcello Mastroianni al MUSEO DELL’ARA PACIS sarà visitabile eccezionalmente con biglietto ridotto a 7 euro.
GLI EVENTI E LE MOSTRE NEGLI ALTRI SPAZI
Saranno aperti con ingresso a 1 euro oppure, dove espressamente indicato, ridotto o gratuito:
il PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI con l’apertura delle mostre Pixar. 30 anni di animazione, Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli anni del CSC 1988-2016 e Roma fumettara. Una scuola di autori – 25 anni in mostra e il concerto A 1000 ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar…, di Observatorium Orchestra, con una selezione di conosciute melodie fiabesche e temi classici del cinema di animazione; il MACRO ASILO con il Progetto Macro Asilo e le performance per chitarra elettrica solista del Festival Nuova Consonanza – Rocking up (ingresso gratuito); il MUSEO ARCHEOLOGICO e il MUSEO ARISTAIOS dell’Auditorium Parco della Musica con visite guidate e l’esibizione di Paolo Damiani “Memorie future”, in cui il musicista proporrà le sue composizioni in assolo di contrabbasso (ingresso gratuito); il MONUMENTO A VITTORIO EMANUELE II (ingresso gratuito - 1 euro per l’utilizzo degli ascensori panoramici) e il MUSEO NAZIONALE DI CASTEL SANT’ANGELO con la mostra Armi e poteri nel Rinascimento, in collaborazione con il MIBAC; il COMPLESSO DEL VITTORIANO - ALA BRASINI con ingresso ridotto alle mostre Andy Warhol e Jackon Pollock, la scuola di New York; il MUSEO EBRAICO DI ROMA con la mostra Italiani di razza ebraica. Le leggi antisemite del 1938 e gli ebrei di Roma e partecipare agli eventi In Vino VeryTanz. Il vino nella musica e nella tradizione ebraica e La Cantica del Mare. Musiche ebraiche sulle coste mediterranee; l'ACCADEMIA DI FRANCIA VILLA MEDICI con la mostra Le Violon d'Ingres sonorizzata con i brani dei borsisti compositori Julia Blondeau e Clara Iannotta; la REAL ACADEMIA DE ESPAÑA IN ROMA dove si potrà visitare la mostra 1968. Il fuoco delle idee di Marcelo Brodsky e ammirare, al Tempietto del Bramante, l’installazione Piedra y distancia di Abel Paul (ingresso gratuito); l’ACCADEMIA D’UNGHERIA IN ROMA con la mostra Luce in movimento – Mostra monografica di Nikolas (Miklòs) Schöffer e il concerto del pianista
giapponese Rintaro Akamatsu nell’ambito del Casio Sound Tradition Festival (ingresso gratuito); la CASA ARGENTINA - AMBASCIATA ARGENTINA IN ITALIA con la mostra Radix – Artigianato tessile argentino con il reportage fotografico “Peregrini” e il concerto Piazzolla secondo Aisemberg, un incontro infinito con il pianista Hugo Aisemberg (ingresso gratuito); il MUSEO CASA DI GOETHE con la mostra Costellazione 2 – Beuys: Viaggi in Italia. Recuperi di storie tedesche girando per Roma e il concerto di Angelo Colone dal titolo L’enigma della chitarra; VIGAMUS MUSEO DEL VIDEOGIOCO con la mostra L’evoluzione del Videogioco attraverso la musica e l’evento Videogame Music Fest; la CASA DELL’ARCHITETTURA all’Acquario Romano con la mostra ADI Design Index 2018 e l’evento AcquaJazz del Coro di Piazza Vittorio; lo SPAZIO ESPOSITIVO TRITONE della Fondazione Sorgente Group con la mostra Athena Nike: la vittoria della dea accompagnata dall’evento Athena Nike che celebrerà la vittoria con un repertorio di musiche settecentesche (ingresso gratuito); il MUSEO STORICO DEI GRANATIERI DI SARDEGNA con il concerto Musica dei granatieri nella 1° Guerra mondiale eseguito dalla Banda Musicale del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna diretta dal Maestro Domenico Morlungo.
Saranno inoltre aperti gratuitamente l’ISTITUTO SUPERIORE ANTINCENDI, dove si potrà visitare la mostra Vigiliinarte e assistere al concerto del gruppo di ottoni della Banda del Corpo Nazionale dei Vigili Fuoco, e il POLO MUSEALE ATAC per conoscere da vicino l’esposizione permanente di locomotori e tram storici restaurati esposti nell’area.
Musei in Musica 2018 vedrà la partecipazione anche della SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA che aprirà ad ingresso gratuito il proprio Polo Museale. Si potranno visitare il Museo delle antichità etrusche e italiche con la mostra Il sacrificio di un cane dal Quartiere cerimoniale di Pyrgi e assistere al concerto A tutto Bach; il Museo di antropologia accompagnato dall’evento Da Lodi a New York su 16 corde con il quartetto MuSa Classica; i Musei dell’arte classica con le mostre Visual Archaelogy (Ri)costruire le immagini del Passato e La Siria Bizantina dal novecento a oggi e il concerto Carmina Burana dell’Orchestra MuSa Classica; il Museo di Chimica e l’evento che ospita Momenti di storia d’Italia attraverso la canzone popolare; il Museo delle origini con la mostra I suoni della preistoria e l’evento Dopo 100 anni: canti degli alpini e altre musiche di guerra; il Museo del vicino oriente, Egitto e Mediterraneo con la mostra Gli Dei del Tofet: Baal Hammon e Tinnit; il Museo laboratorio di arte contemporanea con la mostra La fototeca di Adolfo Venturi alla Sapienza e il concerto dei MuSacisti Creativi L’influenza dell’Africa nel jazz.
MUSEI IN MUSICA
Sabato 1 dicembre 2018
Ingresso 1 euro per accedere a ogni museo, salvo che non sia diversamente indicato.
Musei aperti dalle ore 20.00 alle 02.00 (ultimo ingresso alle ore 01.00)
Diretta su Twitter e Instagram con #MUSica18 www.museiincomuneroma.it
Info 060608
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Fotografia,
Manifestazioni,
Mostre,
Musica,
News,
Spettacoli
martedì 27 novembre 2018
Solo Show Resbis il dualismo dei Femminielli
Si inaugura venerdì 30 novembre 2018 alle ore 18.30 presso Howtan Space a Roma la mostra fotografica RESBIS. Il dualismo dei femminielli, Solo Show di Luciano Ferrara curato da Barbara Martusciello.
Circa 30 fotografie vintage, in bianco e nero, trasformate in pezzi unici, più un’immagine di grandi dimensioni stampata e presentata site specific approfondiscono il tema dei femminielli napoletani in quasi trent’anni di reportage condotto da Luciano Ferrara, uno dei maggiori fotoreporter italiani.
“(…) Bisogna scegliere e già da giovane scelsi da che parte stare ovvero le minoranze, che per me sono la base di tutta la democrazia”. Così Luciano Ferrara presenta il suo reportage che ha realizzato, come spesso accade per altri suoi lavori, collaborando con sociologi e storici, riuscendo così a ritrarre la marginalità contemporanea in modo lontano dalla retorica e dal luogo comune.
L’autore, in via Toledo, al Rettifilo, alla Sanità, ha frequentato e fotografato queste persone con una naturale ed evidente empatia e fuori da ogni giudizio morale. La mostra si dipana attraverso foto originali appositamente rielaborate, sezionate e reintegrate “quasi chirurgicamente” in maniera rigorosa e minimale, con un’allusione al“dualismo e a un processo di modificazione del corpo, interiore e dell’identità dei soggetti fotografati”.
INFO MOSTRA
Luciano Ferrara | RESBIS | Il dualismo dei "Femminielli"
A cura di Barbara Martusciello
Inaugurazione: venerdì 30 novembre 2018, dalle ore 18:30
Fino al 12 gennaio 2019
Orari: da martedì a venerdì ore 12:00 - 19:00; sabato e domenica: ore 16:30 - 19:30; lunedì chiuso.
Chiuso il 24/25/31 dicembre 2018 e il 1 gennaio 2019
La mostra è comunque visitabile fino alle 23:30 tutti i giorni escluso il lunedì accedendo da HLab il cocktail bar della galleria.
Circa 30 fotografie vintage, in bianco e nero, trasformate in pezzi unici, più un’immagine di grandi dimensioni stampata e presentata site specific approfondiscono il tema dei femminielli napoletani in quasi trent’anni di reportage condotto da Luciano Ferrara, uno dei maggiori fotoreporter italiani.
“(…) Bisogna scegliere e già da giovane scelsi da che parte stare ovvero le minoranze, che per me sono la base di tutta la democrazia”. Così Luciano Ferrara presenta il suo reportage che ha realizzato, come spesso accade per altri suoi lavori, collaborando con sociologi e storici, riuscendo così a ritrarre la marginalità contemporanea in modo lontano dalla retorica e dal luogo comune.
L’autore, in via Toledo, al Rettifilo, alla Sanità, ha frequentato e fotografato queste persone con una naturale ed evidente empatia e fuori da ogni giudizio morale. La mostra si dipana attraverso foto originali appositamente rielaborate, sezionate e reintegrate “quasi chirurgicamente” in maniera rigorosa e minimale, con un’allusione al“dualismo e a un processo di modificazione del corpo, interiore e dell’identità dei soggetti fotografati”.
INFO MOSTRA
Luciano Ferrara | RESBIS | Il dualismo dei "Femminielli"
A cura di Barbara Martusciello
Inaugurazione: venerdì 30 novembre 2018, dalle ore 18:30
Fino al 12 gennaio 2019
Orari: da martedì a venerdì ore 12:00 - 19:00; sabato e domenica: ore 16:30 - 19:30; lunedì chiuso.
Chiuso il 24/25/31 dicembre 2018 e il 1 gennaio 2019
La mostra è comunque visitabile fino alle 23:30 tutti i giorni escluso il lunedì accedendo da HLab il cocktail bar della galleria.
Vino e territori, nasce “San Casciano Classico”
Formalizzata la costituzione dell’Associazione San Casciano Classico da parte di alcune aziende del territorio con lo scopo di promuovere e tutelare le aziende vitivinicole del Comune di San Casciano in Val di Pesa, situate all’interno del territorio di produzione del Chianti Classico, e la loro millenaria tradizione.
Il nome San Casciano Classico è stato scelto per sottolineare attraverso il termine “Classico” l’appartenenza dei vini ad una famiglia ben più grande: quella appunto del Chianti Classico Gallo Nero.
L'Associazione senza finalità di lucro, nasce dalla comune volontà delle aziende fondatrici di promuovere, tutelare e valorizzare il vino prodotto in questo particolare territorio, sviluppandone le tradizioni rurali e mettendo in risalto le sue particolarità geologiche e climatiche, che danno forma a vini di grande personalità e diversità.
L’idea di creare un’associazione di viticoltori è nata oltre 5 anni fa e si è conclusa proprio in questi giorni con la sottoscrizione dell’atto costitutivo da parte di più di 20 aziende del territorio, un insieme complesso e, a volte, eterogeneo ma con obbiettivi comuni. Aziende che si sono trovate già più volte in passato a collaborare, sia nella creazione e nella partecipazione ad eventi promozionali sul territorio, che nello scambio di conoscenze tecniche e scientifiche.
Il Consiglio Direttivo dell’associazione neoformata è così composto: Presidente Antonio Nunzi Conti (Tenuta Villa Barberino – Famiglia Nunzi Conti), Vicepresidente Niccolò Montecchi (Az. Agr. Villa del Cigliano), Tesoriere Maddalena Fucile (Az. Agr. Fattoria Cigliano di Sopra) e i Consiglieri Duccio Corsini (Az. Agr Villa Le Corti) e Alessandro Palombo (Az. Agr Fattoria di Luiano).
Nel raggiungimento di questi obbiettivi l'associazione si propone di organizzare una serie di eventi ed iniziative, in programma dal 2019, per far conoscere, valorizzare e promuovere i vini Chianti Classico del Comune di San Casciano in Val di Pesa. Inoltre, in collaborazione con la comunità scientifica, sarà compito dell’associazione portare avanti uno studio approfondito delle caratteristiche pedologiche e climatiche del territorio sancascianese e la loro relazione con i vini prodotti, per poterne poi comunicare i risultati alla stampa e al grande pubblico.
ELENCO SOCI FONDATORI
AZ. AGR. MORI CONCETTA DI BECCATTELLI MASSIMO
TENUTA VILLA BARBERINO DELLA FAMIGLIA NUNZI CONTI
SOCIETA’ AGRICOLA BRUSCOLA
BERINGER BLASS ITALIA – CASTELLO DI GABBIANO
CONTE GUICCIARDINI DI FERDINANDO GUICCIARDINI
SOCIETA’ AGRICOLA FATTORIA DI LUIANO DI ANTONIO PALUMBO E C.
FATTORIA POGGIOPIANO DI BARTOLI STEFANO
FATTORIA VALLACCHIO DI CAINI ALBERTA
IL TORRIANO DI FRANCECO ROSSI FERRINI
LE CORTI SPA
SOCIETA’ AGRICOLA IL PALAGIO WINE ESTATE
AZ. AGR. CIGLIANO DI SOPRA
AZ. AGR. PODERE LA VILLA DI TACHIS ILARIA
SOCIETA’ AGRICOLA VILLA S. ANDREA
AZ. AGR. SOLATIONE
TERRE DI PERSETO AZ. AGR. DI MARTELLI NICCOLO’
VILLA DEL CIGLIANO DI ANNA BERNABEI MONTECCHI
BERNABEI NICCOLO’
FATTORIA SAN MICHELE A TORRI
AZ. AGR. DI MONTEPALDI
AZ. AGR. POGGIO BORGONI DI PAOLO SALVINI
CARUS VINI SOCIETA’ AGRICOLA
ANTINORI SOCIETA’ AGRICOLA
POGGIO TORSELLI SOCIETA’ AGRICOLA
VILLA MANGIACANE
Il nome San Casciano Classico è stato scelto per sottolineare attraverso il termine “Classico” l’appartenenza dei vini ad una famiglia ben più grande: quella appunto del Chianti Classico Gallo Nero.
L'Associazione senza finalità di lucro, nasce dalla comune volontà delle aziende fondatrici di promuovere, tutelare e valorizzare il vino prodotto in questo particolare territorio, sviluppandone le tradizioni rurali e mettendo in risalto le sue particolarità geologiche e climatiche, che danno forma a vini di grande personalità e diversità.
L’idea di creare un’associazione di viticoltori è nata oltre 5 anni fa e si è conclusa proprio in questi giorni con la sottoscrizione dell’atto costitutivo da parte di più di 20 aziende del territorio, un insieme complesso e, a volte, eterogeneo ma con obbiettivi comuni. Aziende che si sono trovate già più volte in passato a collaborare, sia nella creazione e nella partecipazione ad eventi promozionali sul territorio, che nello scambio di conoscenze tecniche e scientifiche.
Il Consiglio Direttivo dell’associazione neoformata è così composto: Presidente Antonio Nunzi Conti (Tenuta Villa Barberino – Famiglia Nunzi Conti), Vicepresidente Niccolò Montecchi (Az. Agr. Villa del Cigliano), Tesoriere Maddalena Fucile (Az. Agr. Fattoria Cigliano di Sopra) e i Consiglieri Duccio Corsini (Az. Agr Villa Le Corti) e Alessandro Palombo (Az. Agr Fattoria di Luiano).
Nel raggiungimento di questi obbiettivi l'associazione si propone di organizzare una serie di eventi ed iniziative, in programma dal 2019, per far conoscere, valorizzare e promuovere i vini Chianti Classico del Comune di San Casciano in Val di Pesa. Inoltre, in collaborazione con la comunità scientifica, sarà compito dell’associazione portare avanti uno studio approfondito delle caratteristiche pedologiche e climatiche del territorio sancascianese e la loro relazione con i vini prodotti, per poterne poi comunicare i risultati alla stampa e al grande pubblico.
ELENCO SOCI FONDATORI
AZ. AGR. MORI CONCETTA DI BECCATTELLI MASSIMO
TENUTA VILLA BARBERINO DELLA FAMIGLIA NUNZI CONTI
SOCIETA’ AGRICOLA BRUSCOLA
BERINGER BLASS ITALIA – CASTELLO DI GABBIANO
CONTE GUICCIARDINI DI FERDINANDO GUICCIARDINI
SOCIETA’ AGRICOLA FATTORIA DI LUIANO DI ANTONIO PALUMBO E C.
FATTORIA POGGIOPIANO DI BARTOLI STEFANO
FATTORIA VALLACCHIO DI CAINI ALBERTA
IL TORRIANO DI FRANCECO ROSSI FERRINI
LE CORTI SPA
SOCIETA’ AGRICOLA IL PALAGIO WINE ESTATE
AZ. AGR. CIGLIANO DI SOPRA
AZ. AGR. PODERE LA VILLA DI TACHIS ILARIA
SOCIETA’ AGRICOLA VILLA S. ANDREA
AZ. AGR. SOLATIONE
TERRE DI PERSETO AZ. AGR. DI MARTELLI NICCOLO’
VILLA DEL CIGLIANO DI ANNA BERNABEI MONTECCHI
BERNABEI NICCOLO’
FATTORIA SAN MICHELE A TORRI
AZ. AGR. DI MONTEPALDI
AZ. AGR. POGGIO BORGONI DI PAOLO SALVINI
CARUS VINI SOCIETA’ AGRICOLA
ANTINORI SOCIETA’ AGRICOLA
POGGIO TORSELLI SOCIETA’ AGRICOLA
VILLA MANGIACANE
lunedì 26 novembre 2018
Berebene, in crescita i vini con il miglior rapporto qualità prezzo. I premiati sulla guida del Gambero Rosso
Ventinovesima edizione per la guida Berebene 2019 di Gambero Rosso, che recensisce le migliori etichette italiane al di sotto dei 13 euro. 895 i vini che si sono aggiudicati il Premio rapporto qualità/prezzo, in netto aumento rispetto all’edizione precedente che vantava 773 etichette.
Valutare l’eccellenza del prodotto vinicolo anche in rapporto al proprio valore: è questo lo scopo della guida Berebene di Gambero Rosso, che da oltre 30 anni accompagna nella crescita le migliori aziende del comparto con un fitto calendario di eventi nazionali ed internazionali per ampliare la cultura del vino in Italia e nel mondo coinvolgendo esperti, trade e appassionati.
“Gambero Rosso conferma nuovamente e con forza il suo supporto al comparto vitivinicolo italiano” dichiara il Presidente Paolo Cuccia “Berebene è una guida completa in cui sono presenti tutte le tipologie delle produzioni vinicole, simbolo delle eccellenze e dell’autenticità della nostra penisola con la caratteristica, tutta italiana, di offrire vini di altissima qualità a prezzi competitivi; di ciò potranno giovare sia i consumatori appassionati che il mondo della distribuzione e della ristorazione.”
Protagonisti della guida Berebene sono i vini acquistati con attenzione in enoteca o al supermercato per aiutare i fruitori nella scoperta delle denominazioni da quelle più conosciute, prodotte dalle grandi cantine cooperative, a quelle delle piccole realtà che solo il panorama vitivinicolo italiano è in grado di offrire. Da quest’anno una novità: insieme alle enoteche classiche, alla fine di ogni regione sarà possibile trovare anche wine bar, luoghi dove accompagnare grandi bottiglie a varie offerte gastronomiche.
I Premi Nazionali miglior rapporto qualità/prezzo vanno quest’anno per i bianchi al Lugana Tre Campane ’16 di Marangona, al Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. La Staffa ’17 dell’azienda La Staffa e al Sicilia Bianco Adènzia ’17 di Baglio del Cristo di Campobello; mentre per i rossi al Trentino Marzemino Castel Frimian’16 di Mezzacorona, al Morellino di Scansano Vignabenefizio ’17 dei Vignaioli del Morellino di Scansano e al Primitivo di Manduria Lirica ’16 dei Produttori di Manduria. Senza escludere il vasto patrimonio dei vini rosati; quindi un plauso va al Valtènesi Riviera del Garda Cl. Chiaretto Rosagreen ’17 di Pasini San Giovanni, al Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino ’17 de I Fauri e al Cirò Rosato ’17 dell’azienda Malena.
I Premi Regionali miglior rapporto qualità/prezzo vanno a Valle d’Aosta Nebbiolo Barmet ’17 di Caves Cooperatives de Donnas per la Valle d'Aosta, al Grignolino del M.to Casalese ’17 di Vicara per il Piemonte, al Riviera Ligure di Ponente Pigato ’17 di Fontanacota per la Liguria, all’OP Buttafuoco Cerasa ’17 di Andrea Picchioni per la Lombardia, al Trentino Marzemino Heredia ’16 della Cantina Sociale di Trento per il Trentino, a A. A. Pinot Bianco Plötzner ’17 della Cantina Produttori San Paolo per l’Alto Adige, al Valpolicella Sup.Case Vecie ’16 di Brigaldara per il Veneto, al FCO Chardonnay ’17 di Ronchi di Manzano per il Friuli Venezia Giulia, al Romagna Albana Secco Arlùs ’17 di Trerè per l’Emilia Romagna, al Vermentino ’17 di San Ferdinando per la Toscana, al Verdicchio di Matelica ’17 di Bisci per le Marche, Rubicola ’17 di Pomario per l’Umbria, ad Cesanese di Olevano Romano Sup. Silene ’16 di Damiano Ciolli per il Lazio, all’Abruzzo Pecorino ’17 di Antonio Costantini per l’Abruzzo, al Molise Rosso Monterosso I Costali ’16 di Tenimenti Grieco per il Molise, alla Falanghina del Sannio ’17 di Mustilli per la Campania, al Verbo Malvasia ’17 di Cantina di Venosa per la Basilicata, al Castel del Monte Rosso Pezzalaruca ’15 di Conte Spagnoletti Zeuli per la Puglia, al Libìci ’15 di Casa Comerci per la Calabria, al Peloro Rosso ’16 di Le Casematte per la Sicilia e al Vermentino di Gallura Petrizza ’17 di Masone Mannu per la Sardegna.
Valutare l’eccellenza del prodotto vinicolo anche in rapporto al proprio valore: è questo lo scopo della guida Berebene di Gambero Rosso, che da oltre 30 anni accompagna nella crescita le migliori aziende del comparto con un fitto calendario di eventi nazionali ed internazionali per ampliare la cultura del vino in Italia e nel mondo coinvolgendo esperti, trade e appassionati.
“Gambero Rosso conferma nuovamente e con forza il suo supporto al comparto vitivinicolo italiano” dichiara il Presidente Paolo Cuccia “Berebene è una guida completa in cui sono presenti tutte le tipologie delle produzioni vinicole, simbolo delle eccellenze e dell’autenticità della nostra penisola con la caratteristica, tutta italiana, di offrire vini di altissima qualità a prezzi competitivi; di ciò potranno giovare sia i consumatori appassionati che il mondo della distribuzione e della ristorazione.”
Protagonisti della guida Berebene sono i vini acquistati con attenzione in enoteca o al supermercato per aiutare i fruitori nella scoperta delle denominazioni da quelle più conosciute, prodotte dalle grandi cantine cooperative, a quelle delle piccole realtà che solo il panorama vitivinicolo italiano è in grado di offrire. Da quest’anno una novità: insieme alle enoteche classiche, alla fine di ogni regione sarà possibile trovare anche wine bar, luoghi dove accompagnare grandi bottiglie a varie offerte gastronomiche.
I Premi Nazionali miglior rapporto qualità/prezzo vanno quest’anno per i bianchi al Lugana Tre Campane ’16 di Marangona, al Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. La Staffa ’17 dell’azienda La Staffa e al Sicilia Bianco Adènzia ’17 di Baglio del Cristo di Campobello; mentre per i rossi al Trentino Marzemino Castel Frimian’16 di Mezzacorona, al Morellino di Scansano Vignabenefizio ’17 dei Vignaioli del Morellino di Scansano e al Primitivo di Manduria Lirica ’16 dei Produttori di Manduria. Senza escludere il vasto patrimonio dei vini rosati; quindi un plauso va al Valtènesi Riviera del Garda Cl. Chiaretto Rosagreen ’17 di Pasini San Giovanni, al Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino ’17 de I Fauri e al Cirò Rosato ’17 dell’azienda Malena.
I Premi Regionali miglior rapporto qualità/prezzo vanno a Valle d’Aosta Nebbiolo Barmet ’17 di Caves Cooperatives de Donnas per la Valle d'Aosta, al Grignolino del M.to Casalese ’17 di Vicara per il Piemonte, al Riviera Ligure di Ponente Pigato ’17 di Fontanacota per la Liguria, all’OP Buttafuoco Cerasa ’17 di Andrea Picchioni per la Lombardia, al Trentino Marzemino Heredia ’16 della Cantina Sociale di Trento per il Trentino, a A. A. Pinot Bianco Plötzner ’17 della Cantina Produttori San Paolo per l’Alto Adige, al Valpolicella Sup.Case Vecie ’16 di Brigaldara per il Veneto, al FCO Chardonnay ’17 di Ronchi di Manzano per il Friuli Venezia Giulia, al Romagna Albana Secco Arlùs ’17 di Trerè per l’Emilia Romagna, al Vermentino ’17 di San Ferdinando per la Toscana, al Verdicchio di Matelica ’17 di Bisci per le Marche, Rubicola ’17 di Pomario per l’Umbria, ad Cesanese di Olevano Romano Sup. Silene ’16 di Damiano Ciolli per il Lazio, all’Abruzzo Pecorino ’17 di Antonio Costantini per l’Abruzzo, al Molise Rosso Monterosso I Costali ’16 di Tenimenti Grieco per il Molise, alla Falanghina del Sannio ’17 di Mustilli per la Campania, al Verbo Malvasia ’17 di Cantina di Venosa per la Basilicata, al Castel del Monte Rosso Pezzalaruca ’15 di Conte Spagnoletti Zeuli per la Puglia, al Libìci ’15 di Casa Comerci per la Calabria, al Peloro Rosso ’16 di Le Casematte per la Sicilia e al Vermentino di Gallura Petrizza ’17 di Masone Mannu per la Sardegna.
sabato 24 novembre 2018
DNA e matematica: un nuovo studio fa luce sulle “strane simmetrie” del nostro genoma
Una ricerca italo-australiana traccia un modello matematico in grado di spiegare la particolare ripartizione delle basi all’interno del DNA. Lo studio pubblicato su Nature Scientific Reports.
Nonostante la sua scoperta risalga a ormai 65 anni fa e da allora sia stata costantemente studiata dagli scienziati di tutto il mondo, la celebre doppia elica del DNA custodisce ancora molti misteri. Uno di questi riguarda la distribuzione delle quattro tipologie di nucleotidi che ne compongono la struttura (adenina, timina, guanina e citosina): sappiamo che ci sono particolari simmetrie all’interno dei singoli filamenti di DNA, ma molto resta da scoprire sulla loro origine.
Un passo avanti in questa direzione arriva ora dal lavoro di un gruppo di ricerca italo-australiano che coinvolge l’Università di Milano-Bicocca, l’Università di Sydney e l’Università di Bologna. Pubblicato su Scientific Reports, lo studio presenta per la prima volta un modello matematico in grado di spiegare la particolare ripartizione delle basi all’interno del DNA. Un risultato che potrebbe aiutarci a far luce sui processi evolutivi della doppia elica e a spiegare le funzioni ad oggi ancora ignote di molte sue parti.
Simmetrie del DNA
Il genoma umano è formato da più di tre miliardi di coppie di basi azotate, i cosiddetti nucleotidi: adenina (A), timina (T), guanina (G) e citosina (C). Pronunciando un carattere al secondo senza mai fermarsi si impiegherebbero circa cento anni per elencare l'intera sequenza dei nucleotidi presenti al suo interno.
Tra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso, il biochimico austriaco Erwin Chargaff, ricorrendo alla cosiddetta tecnica di cromatografia su carta, riuscì a separare la molecola del DNA nelle sue basi costituenti (appunto le quattro basi azotate A, C, G, T) e a determinare la loro percentuale di abbondanza relativa. Grazie a questa tecnica notò che mentre la composizione in basi del DNA varia da una specie all'altra, in ciascun organismo c’è sempre una precisa simmetria: la quantità di adenina è uguale a quella di timina e la quantità di guanina è uguale a quella di citosina.
Fu proprio questa osservazione sperimentale – oggi nota come “Prima regola di Chargaff” – a suggerire ai due biologi Francis Crick e James Watson la struttura a doppia elica del DNA (basata sull’accoppiamento A-T e C-G tra due filamenti) che li portò a ricevere nel 1962 il premio Nobel per la medicina insieme a Maurice Wilkins.
Ma il genoma custodisce anche una seconda, sorprendente simmetria. Le stesse relazioni, infatti, restano valide anche analizzando un singolo filamento di DNA: un parallelismo, questo, – noto come “Seconda regola di Chargaff” – che non essendo collegato alla struttura a doppia elica del genoma è rimasto a lungo un mistero su cui si sono interrogati molti studiosi.
Matematica e trasposoni
Concentrandosi proprio su questo problema, il gruppo di ricerca italo-australiano è riuscito ad ottenere due importanti risultati. Prima di tutto, analizzando la composizione del DNA ha scoperto che al suo interno esistono anche altre simmetrie, non solo legate al conteggio delle singole basi ma relative a quantità statistiche ben più complesse (per questo si parla di “regola di Chargaff estesa”). Queste nuove simmetrie, inoltre, sarebbero originate da specifiche proprietà strutturali di alcune sequenze geniche note come “trasposoni”: particolari porzioni di DNA in grado di muoversi all’interno del genoma.
Basandosi sul ruolo dei trasposoni all’interno del DNA, i ricercatori sono così stati in grado di mettere a punto un modello matematico capace di spiegare le diverse simmetrie osservate nella distribuzione delle basi azotate che compongono il genoma. La correttezza del modello è stata validata con l’analisi approfondita di tutto il genoma umano. E i ricercatori sono ora al lavoro per estendere lo stesso tipo di analisi anche al DNA di altre specie.
Oggi sappiamo che solo una piccola percentuale del DNA (circa il 2%) ha il compito di costruire le oltre centomila proteine presenti nell'organismo umano. Il ruolo del restante 98% è invece ancora solo parzialmente noto e risulta in parte coinvolto nella regolazione dei processi della parte codificante. L’analisi realizzata dal gruppo di ricerca italo-australiano potrebbe allora rivelarsi utile sia per comprendere meglio i processi evolutivi del genoma che per fare luce sui tanti aspetti ancora oscuri del suo funzionamento.
I protagonisti dello studio
La ricerca è stata pubblicata su Nature Scientific Reports con il titolo “The common origin of symmetry and structure in genetic sequences”. Gli autori sono Giampaolo Cristadoro (Università di Milano-Bicocca), Mirko Degli Esposti (Università di Bologna) e Eduardo G. Altmann (University of Sydney).
Nonostante la sua scoperta risalga a ormai 65 anni fa e da allora sia stata costantemente studiata dagli scienziati di tutto il mondo, la celebre doppia elica del DNA custodisce ancora molti misteri. Uno di questi riguarda la distribuzione delle quattro tipologie di nucleotidi che ne compongono la struttura (adenina, timina, guanina e citosina): sappiamo che ci sono particolari simmetrie all’interno dei singoli filamenti di DNA, ma molto resta da scoprire sulla loro origine.
Un passo avanti in questa direzione arriva ora dal lavoro di un gruppo di ricerca italo-australiano che coinvolge l’Università di Milano-Bicocca, l’Università di Sydney e l’Università di Bologna. Pubblicato su Scientific Reports, lo studio presenta per la prima volta un modello matematico in grado di spiegare la particolare ripartizione delle basi all’interno del DNA. Un risultato che potrebbe aiutarci a far luce sui processi evolutivi della doppia elica e a spiegare le funzioni ad oggi ancora ignote di molte sue parti.
Simmetrie del DNA
Il genoma umano è formato da più di tre miliardi di coppie di basi azotate, i cosiddetti nucleotidi: adenina (A), timina (T), guanina (G) e citosina (C). Pronunciando un carattere al secondo senza mai fermarsi si impiegherebbero circa cento anni per elencare l'intera sequenza dei nucleotidi presenti al suo interno.
Tra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso, il biochimico austriaco Erwin Chargaff, ricorrendo alla cosiddetta tecnica di cromatografia su carta, riuscì a separare la molecola del DNA nelle sue basi costituenti (appunto le quattro basi azotate A, C, G, T) e a determinare la loro percentuale di abbondanza relativa. Grazie a questa tecnica notò che mentre la composizione in basi del DNA varia da una specie all'altra, in ciascun organismo c’è sempre una precisa simmetria: la quantità di adenina è uguale a quella di timina e la quantità di guanina è uguale a quella di citosina.
Fu proprio questa osservazione sperimentale – oggi nota come “Prima regola di Chargaff” – a suggerire ai due biologi Francis Crick e James Watson la struttura a doppia elica del DNA (basata sull’accoppiamento A-T e C-G tra due filamenti) che li portò a ricevere nel 1962 il premio Nobel per la medicina insieme a Maurice Wilkins.
Ma il genoma custodisce anche una seconda, sorprendente simmetria. Le stesse relazioni, infatti, restano valide anche analizzando un singolo filamento di DNA: un parallelismo, questo, – noto come “Seconda regola di Chargaff” – che non essendo collegato alla struttura a doppia elica del genoma è rimasto a lungo un mistero su cui si sono interrogati molti studiosi.
Matematica e trasposoni
Concentrandosi proprio su questo problema, il gruppo di ricerca italo-australiano è riuscito ad ottenere due importanti risultati. Prima di tutto, analizzando la composizione del DNA ha scoperto che al suo interno esistono anche altre simmetrie, non solo legate al conteggio delle singole basi ma relative a quantità statistiche ben più complesse (per questo si parla di “regola di Chargaff estesa”). Queste nuove simmetrie, inoltre, sarebbero originate da specifiche proprietà strutturali di alcune sequenze geniche note come “trasposoni”: particolari porzioni di DNA in grado di muoversi all’interno del genoma.
Basandosi sul ruolo dei trasposoni all’interno del DNA, i ricercatori sono così stati in grado di mettere a punto un modello matematico capace di spiegare le diverse simmetrie osservate nella distribuzione delle basi azotate che compongono il genoma. La correttezza del modello è stata validata con l’analisi approfondita di tutto il genoma umano. E i ricercatori sono ora al lavoro per estendere lo stesso tipo di analisi anche al DNA di altre specie.
Oggi sappiamo che solo una piccola percentuale del DNA (circa il 2%) ha il compito di costruire le oltre centomila proteine presenti nell'organismo umano. Il ruolo del restante 98% è invece ancora solo parzialmente noto e risulta in parte coinvolto nella regolazione dei processi della parte codificante. L’analisi realizzata dal gruppo di ricerca italo-australiano potrebbe allora rivelarsi utile sia per comprendere meglio i processi evolutivi del genoma che per fare luce sui tanti aspetti ancora oscuri del suo funzionamento.
I protagonisti dello studio
La ricerca è stata pubblicata su Nature Scientific Reports con il titolo “The common origin of symmetry and structure in genetic sequences”. Gli autori sono Giampaolo Cristadoro (Università di Milano-Bicocca), Mirko Degli Esposti (Università di Bologna) e Eduardo G. Altmann (University of Sydney).
Promozione culturale: nella giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, in regalo la MIC
Domenica 25 novembre, per la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Zètema Progetto Cultura regalerà a tutte le donne la MIC. Basterà essere residenti o studenti a Roma e recarsi in uno dei 3 musei civici coinvolti: Galleria d’Arte Moderna di Roma, Museo Napoleonico, Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina.
Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema che riguarda tutti i Paesi del mondo tra i quali, purtroppo, anche l’Italia.
Zètema Progetto Cultura, nella persona della sua Presidente Francesca Jacobone, vuole dare un piccolo segno della propria vicinanza alle donne in questa giornata così significativa, puntando proprio sul suo ruolo fondamentale nella promozione culturale: tutte le donne residenti o studenti a roma che si recheranno il 25 novembre presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma, il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina o il Museo Napoleonico, riceveranno in omaggio la MIC Card, la carta destinata a chi vive o studia a Roma e che consente l’ingresso illimitato per 12 mesi nei Musei Civici e nei siti storico artistici e archeologici della Sovrintendenza. Per maggiori informazioni www.museiincomuneroma.it
Un’iniziativa, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che intende agevolare le visite dei Musei di Roma Capitale per il pubblico femminile, coinvolgendolo nei racconti che riguardano le tante immagini di donne che ammiriamo come opere d’arte nelle stanze dei musei. Un’ottima occasione per percorrere itinerari culturali che abbiano come trait d’union figure femminili.
Cominciamo dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, che da sempre predilige esposizioni e incontri culturali con al centro le artiste, dove il 25 novembre sarà visitabile l’installazione “Ritagli di donne” dell’artista Benedetta Montini, che utilizza collage con ritagli di donne presi da vecchie fotografie ed è stata appositamente realizzata in occasione di questa importante giornata con il sostegno di Secondo Cuore Onlus, la cui missione è aiutare le donne offrendo loro un sostegno dal punto di vista chirurgico, psicologico e legale. Inoltre, la mostra in corso “Roma città Moderna. Da Nathan al Sessantotto” ospita le opere di alcune artiste, come Mimì Quilici Buzzacchi. Notissima per la sua opera incisoria e in particolare la xilografia, l’artista ha attraversato il Novecento lavorando incessantemente in un confronto continuo con i protagonisti della cultura del
suo tempo. Negli anni Trenta ha partecipato assiduamente alle più importanti rassegne espositive nazionali e internazionali, tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma. Presenti anche le opere di Esther Epifani e Eva Quajotto e di Benedetta, un’artista di cui si conosce ancora poco, come delle sue colleghe futuriste, che è stata guida dei membri del futurismo e alla quale si deve la diffusione del movimento oltreoceano.
Innumerevoli infine le immagini femminili presenti nelle opere in mostra, tra le quali la bellissima Il dubbio di Giacomo Balla e la Bagnante di Marino Marini.
Il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina, raccontando la straordinaria avventura della Repubblica Romana, mette in luce anche il ruolo importante giocato dalle donne nei fatti del 1849. In particolare tratteggia le figure di due donne, Colomba Antonietti e Cristina Trivulzio di Belgiojoso che, di estrazione sociale diversissima – figlia di un umile fornaio di Bastia Umbra la prima, nobildonna appartenente ad una delle famiglie più ricche ed importanti di Milano la seconda – non esitarono a spendersi in prima persona nelle tumultuose vicende della primavera-estate del ’49. Nella Roma cinta d’assedio dall’esercito francese, esse divennero infatti le figure emblematiche da una parte della donna combattente - Colomba, che volle imbracciare il fucile e combattere in prima linea accanto al marito, l’ufficiale Luigi Porzi, sui bastioni del Gianicolo, dove lasciò la sua giovane vita di poco più che ventenne colpita al fianco da una palla di cannone – e dall’altra della donna infermiera – Cristina Trivulzio, ideatrice di un innovativo sistema di soccorso ai feriti articolato in “ambulanze” (rete di ospedali e postazioni di primo soccorso spesso a ridosso dei luoghi degli scontri) e gestito pressoché interamente da donne. A queste si affianca poi la figura della donna scrittrice e giornalista, l’americana Margaret Fuller, che ebbe il merito di raccontare al mondo il barbaro bombardamento dei francesi su Roma, i suoi monumenti e la popolazione civile inerme.
Al Museo Napoleonico molti personaggi femminili attendono di essere scoperti o riscoperti. Come una delle sorelle di Napoleone, Paolina Bonaparte, che, grazie al suo matrimonio con Camillo Borghese, poteva vantare il rango di principessa romana, o come la nipote di Napoleone Charlotte Bonaparte (1802-1839), amante dell'arte, animatrice di salotti intellettuali e artista a sua volta, che ha espresso una cultura aperta e cosmopolita alimentata da una fitta rete di scambi e relazioni con personalità della vita artistica e culturale degli anni della Restaurazione. Al Museo Napoleonico è conservato un importante nucleo di album di Charlotte, che contengono suoi disegni, acquerelli, incisioni, oltre ad opere del marito Napoleone Luigi e dei tanti artisti che la principessa Bonaparte incontrò in Francia, in Italia - a Roma e a Firenze - e nel corso dei suoi numerosi viaggi, in Germania, Belgio, Inghilterra e Stati Uniti. Una donna intelligente, colta e una principessa protagonista dei difficili anni della diaspora e dell’esilio dei Bonaparte, consapevole della propria appartenenza alla famiglia imperiale ma anche nutrita da legami con personaggi, artisti e intellettuali che ne arricchiscono i tratti culturali e umani.
Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema che riguarda tutti i Paesi del mondo tra i quali, purtroppo, anche l’Italia.
Zètema Progetto Cultura, nella persona della sua Presidente Francesca Jacobone, vuole dare un piccolo segno della propria vicinanza alle donne in questa giornata così significativa, puntando proprio sul suo ruolo fondamentale nella promozione culturale: tutte le donne residenti o studenti a roma che si recheranno il 25 novembre presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma, il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina o il Museo Napoleonico, riceveranno in omaggio la MIC Card, la carta destinata a chi vive o studia a Roma e che consente l’ingresso illimitato per 12 mesi nei Musei Civici e nei siti storico artistici e archeologici della Sovrintendenza. Per maggiori informazioni www.museiincomuneroma.it
Un’iniziativa, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che intende agevolare le visite dei Musei di Roma Capitale per il pubblico femminile, coinvolgendolo nei racconti che riguardano le tante immagini di donne che ammiriamo come opere d’arte nelle stanze dei musei. Un’ottima occasione per percorrere itinerari culturali che abbiano come trait d’union figure femminili.
Cominciamo dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, che da sempre predilige esposizioni e incontri culturali con al centro le artiste, dove il 25 novembre sarà visitabile l’installazione “Ritagli di donne” dell’artista Benedetta Montini, che utilizza collage con ritagli di donne presi da vecchie fotografie ed è stata appositamente realizzata in occasione di questa importante giornata con il sostegno di Secondo Cuore Onlus, la cui missione è aiutare le donne offrendo loro un sostegno dal punto di vista chirurgico, psicologico e legale. Inoltre, la mostra in corso “Roma città Moderna. Da Nathan al Sessantotto” ospita le opere di alcune artiste, come Mimì Quilici Buzzacchi. Notissima per la sua opera incisoria e in particolare la xilografia, l’artista ha attraversato il Novecento lavorando incessantemente in un confronto continuo con i protagonisti della cultura del
suo tempo. Negli anni Trenta ha partecipato assiduamente alle più importanti rassegne espositive nazionali e internazionali, tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma. Presenti anche le opere di Esther Epifani e Eva Quajotto e di Benedetta, un’artista di cui si conosce ancora poco, come delle sue colleghe futuriste, che è stata guida dei membri del futurismo e alla quale si deve la diffusione del movimento oltreoceano.
Innumerevoli infine le immagini femminili presenti nelle opere in mostra, tra le quali la bellissima Il dubbio di Giacomo Balla e la Bagnante di Marino Marini.
Il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina, raccontando la straordinaria avventura della Repubblica Romana, mette in luce anche il ruolo importante giocato dalle donne nei fatti del 1849. In particolare tratteggia le figure di due donne, Colomba Antonietti e Cristina Trivulzio di Belgiojoso che, di estrazione sociale diversissima – figlia di un umile fornaio di Bastia Umbra la prima, nobildonna appartenente ad una delle famiglie più ricche ed importanti di Milano la seconda – non esitarono a spendersi in prima persona nelle tumultuose vicende della primavera-estate del ’49. Nella Roma cinta d’assedio dall’esercito francese, esse divennero infatti le figure emblematiche da una parte della donna combattente - Colomba, che volle imbracciare il fucile e combattere in prima linea accanto al marito, l’ufficiale Luigi Porzi, sui bastioni del Gianicolo, dove lasciò la sua giovane vita di poco più che ventenne colpita al fianco da una palla di cannone – e dall’altra della donna infermiera – Cristina Trivulzio, ideatrice di un innovativo sistema di soccorso ai feriti articolato in “ambulanze” (rete di ospedali e postazioni di primo soccorso spesso a ridosso dei luoghi degli scontri) e gestito pressoché interamente da donne. A queste si affianca poi la figura della donna scrittrice e giornalista, l’americana Margaret Fuller, che ebbe il merito di raccontare al mondo il barbaro bombardamento dei francesi su Roma, i suoi monumenti e la popolazione civile inerme.
Al Museo Napoleonico molti personaggi femminili attendono di essere scoperti o riscoperti. Come una delle sorelle di Napoleone, Paolina Bonaparte, che, grazie al suo matrimonio con Camillo Borghese, poteva vantare il rango di principessa romana, o come la nipote di Napoleone Charlotte Bonaparte (1802-1839), amante dell'arte, animatrice di salotti intellettuali e artista a sua volta, che ha espresso una cultura aperta e cosmopolita alimentata da una fitta rete di scambi e relazioni con personalità della vita artistica e culturale degli anni della Restaurazione. Al Museo Napoleonico è conservato un importante nucleo di album di Charlotte, che contengono suoi disegni, acquerelli, incisioni, oltre ad opere del marito Napoleone Luigi e dei tanti artisti che la principessa Bonaparte incontrò in Francia, in Italia - a Roma e a Firenze - e nel corso dei suoi numerosi viaggi, in Germania, Belgio, Inghilterra e Stati Uniti. Una donna intelligente, colta e una principessa protagonista dei difficili anni della diaspora e dell’esilio dei Bonaparte, consapevole della propria appartenenza alla famiglia imperiale ma anche nutrita da legami con personaggi, artisti e intellettuali che ne arricchiscono i tratti culturali e umani.
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