venerdì 28 giugno 2019

Festival, Cori e Bande, al via il bando per il sostegno di settore

E’ indetta una selezione pubblica per il sostegno del settore dei Festival, Cori e Bande. Le domande entro il 5 luglio.





Formazione, ricerca, promozione e valorizzazione della produzione musicale amatoriale e sua salvaguardia. Coinvolgimento di cori e complessi bandistici, con particolare riguardo ai giovani e all'inclusione sociale. Queste le attività oggetto del finanziamento che si potrà ottenere tramite bando rivolto al sostegno di settore.

La domanda può essere presentata dalle associazioni, senza scopo di lucro, rappresentative dei settori interessati e le Istituzioni culturali di rilevanza nazionale ed internazionale operanti nel campo specifico della teoria e pratica della coralità e della musica popolare amatoriale. Possono, altresì,  presentare  domanda di contributo anche le fondazioni e le associazioni  create o partecipate da enti pubblici allo scopo di promuovere l’educazione musicale nonché raggruppamenti tra almeno quattro enti pubblici territoriali.

Al momento della presentazione della domanda il raggruppamento tra almeno quattro enti pubblici territoriali può non essere costituito ma l’ente pubblico territoriale proponente deve, in tal caso, presentare dichiarazione di impegno a costituire il raggruppamento  in caso di finanziamento.

Le modalità di presentazione delle domande e le procedure di concessione del contributo sono definite dal DM 3 maggio 2019. TERMINE PERENTORIO per la presentazione delle domande tramite la piattaforma on line è il 5 luglio 2019, ore 14.

Le domande di contributo devono essere presentate all’Amministrazione (Direzione generale Spettacolo), utilizzando unicamente i modelli predisposti e resi disponibili on line, ai quali si potrà accedere tramite registrazione al seguente indirizzo: www.dos.beniculturali.it

Vino e cambiamento climatico, Champagne: le tattiche dei produttori per preservare freschezza e acidità

Freschezza e acidità a rischio per lo Champagne a causa del cambiamento climatico che ha portato ad una preoccupante instabilità della produzione enologica generale. In Francia i produttori stanno avviando mirate pratiche sia in vigna che in cantina. E la ricerca si avvale di un nuovo vigneto sperimentale.

Vigneto sperimentale, Photo courtesy of CIVC



Ridurre il dosaggio, miscelare vini base di riserva ad alta acidità e inoltre con l'aiuto della scienza sviluppare nuovi ibridi: queste in sostanza le tattiche che produttori francesi stanno attuando in risposta all'aumento delle temperature dovute al cambiamento climatico per preservare freschezza e acidità dello champagne.

Chiunque dubiti della realtà del cambiamento climatico dovrebbe parlare con alcuni viticoltori della Champagne. E' un dato di fatto che tutti i risultati delle tante ricerche hanno dimostrato come l'innalzamento della temperatura ha fondamentalmente alterato il processo di maturazione dell’uva con importanti implicazioni nella gestione della viticoltura e  della qualità del vino. In gran parte della Francia è ormai un ricordo quando i migliori anni erano quelli con piogge primaverili abbondanti seguiti da estati calde e siccità di fine stagione. Insomma gli studi hanno rilevato che il cambiamento drammatico avvenuto circa 35 anni fa, ha portato periodi di siccità non più favorevolmente correlati per una vendemmia anticipata. 

Come spiega Thibaut Le Mailloux, direttore della comunicazione del CIVC l'organizzazione che raggruppa gli attori della produzione di Champagne a Épernay, il momento è drammatico per il futuro dello Champagne ed è per questo che è stato impiantato un vigneto sperimentale di 13 ettari nella regione che impiega decine di ricercatori e aziende vinicole con l'intento di creare nuovi ibridi in grado di sopportare lo stress termico.

Il dato di fatto è che il potenziale livello di alcol nel succo d'uva è aumentato di una media dello 0,7 percento in volume negli ultimi 30 anni, l'acidità è scesa di 1,3 grammi di H2SO4 (acido solforico) per litro e la raccolta è iniziata in media 18 giorni prima. Allo stesso modo, la temperatura media della regione è aumentata di 1,1 gradi Celsius nello stesso periodo di tempo, dimostrando che il clima normalmente freddo della Champagne si sta effettivamente riscaldando.

Le condizioni climatiche in atto, inoltre, portano nuove malattie della vite, insetti dannosi e violente tempeste che danneggiano irreparabilmente il raccolto. Acidità e freschezza tipiche dello Champagne saranno sempre più a rischio lasciando solo un ricordo di quella che era la firma di uno dei prodotti più amati al mondo. 

giovedì 27 giugno 2019

Agricoltura e ricerca, orzo: unica pianta in grado di crescere in tutte le aree agricole del mondo

L'orzo è l’unica pianta tra le specie coltivate a crescere in ogni latitudine della terra, dalle regioni più fredde a quelle più calde. Un lavoro pubblicato su “The Plant Journal” spiega il perché aprendo la via per selezionare varietà adatte ai futuri cambiamenti climatici.


L'orzo è l’unica pianta tra le specie coltivate a crescere al tempo stesso in Islanda o in Lapponia, a nord del circolo polare artico, o in pieno campo in Tibet ad oltre 4.000 metri di quota, ma è anche l’ultima coltura prima del deserto nella regione del Medio Oriente, in aree con una piovosità inferiore a 250 mm anno. Per questo l’orzo è stato oggetto di numerosi studi e oggi il consorzio Europeo WHEALBI, di 25 ricercatori, con il contributo Italiano di CREA, Università di Milano e PTP Science Park ha pubblicato sulla rivista scientifica The Plant Journal un lavoro che descrive e spiega la sua capacità di crescere ed essere coltivato in tutte le aree del globo.

Integrando i dati di una rete internazionale di campi con quelli derivanti dalla sequenza parziale del genoma di circa 400 varietà provenienti da più di 70 paesi, i ricercatori hanno identificato decine di geni, che controllano i meccanismi grazie ai quali la pianta dell’orzo “legge” le condizioni ambientali ed adatta il proprio ciclo vitale ai diversi ambienti.

“Di fronte ai cambiamenti climatici in atto, comprendere la straordinaria capacità di adattamento dell’orzo è fondamentale per selezionare le piante da coltivare nei prossimi anni” afferma Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica del CREA, “il clima cambia e l’agricoltura globale deve rispondere alla sfida con piante che cambino di conseguenza, per garantire i fabbisogni di cibo e di altri prodotti di origine agricola”.

L’orzo è molto diffuso in Europa, in tutta l’area mediterranea ed in Italia, dove è utilizzato sia per l’alimentazione animale sia per la produzione della birra.

“La collezione di varietà del progetto WHEALBI e i relativi dati genomici rappresentano una risorsa unica per future ricerche sulla risposta delle piante agli stress” - commenta la Prof.ssa Laura Rossini del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Statale di Milano, che ha coordinato il lavoro di sequenziamento in collaborazione con il PTP - “Per esempio potranno essere impiegati per studiare la resistenza alle malattie o alla ridotta disponibilità di acqua, così da applicare queste conoscenze per ottenere varietà migliorate”.

“La partecipazione al progetto WHEALBI - aggiunge Andrea Di Lemma, amministratore delegato PTP Science Park - ha permesso al PTP Science Park di lavorare al fianco di ricercatori di livello internazionale per poter sviluppare conoscenze che potranno essere valorizzate sia internamente, grazie alla proprietà intellettuale generata nell’ambito del progetto, che nell’implementazione di programmi di trasferimento tecnologico a favore del mondo produttivo”.


Il lavoro dal titolo "Exome sequences and multi-environment field trials elucidate the genetic basis of adaptation in barley” è disponibile a questo link: onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/tpj.14414

San Pietro e Paolo: due grandi iniziative in occasione della festività dei Patroni di Roma

Due grandi iniziative per sabato 29 giugno: ingresso gratuito per il primo giorno dei Fori unificati e apertura straordinaria serale del Museo di Roma a Palazzo Braschi per la presentazione del dipinto "Ritratto della marchesa Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli"di Pécheux e musica dal vivo.

Il Museo di Roma a Palazzo Braschi sarà straordinariamente aperto dalle 19 alle 24 (ultimo ingresso alle 23) con la serata-evento Tutt’altra musica. La marchesa Boccapaduli e il suo Cabinet di storia naturale al Museo di Roma, in collaborazione con la Fondazione Teatro dell’Opera di Roma. La serata inizierà alle 19 con l’eccezionale esposizione al pubblico, al secondo piano, del dipinto di Laurent Pécheux, Ritratto della marchesa Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli (1735-1820), emblematica celebrazione del collezionismo e del mecenatismo artistico del Settecento. Il dipinto è stato messo a disposizione dagli AMICI DEI MUSEI DI ROMA cui è pervenuto per lascito testamentario della principessa Laudomia del Drago. Per l’occasione il Duo violinistico della Youth Orchestra (Florian Lekaj, Cezara Georgia Buzila) eseguirà la Sonata in sol maggiore per due violini di Georg Philipp Telemann.

Durante la serata il Museo sarà animato da altre due esibizioni musicali: alle 20 nel Salone d’onore al primo piano, la Youth Orchestra, la Cantoria e i Solisti della Fabbrica YAP del Teatro dell’Opera di Roma, diretti dal Maestro Giuseppe Sabbatini, eseguiranno il Requiem in re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart; alle 22 nel Cortile, la Youth Orchestra del Teatro dell’Opera Roma diretta dal Maestro Carlo Donadio eseguirà la Sinfonia Classica Op. 25 di Sergej Prokofiev e Ouverture da concerto op. 26 “Le Ebridi” di Felix Mendelssohn-Bartholdy.

I visitatori potranno accedere alle sale del museo e alle due mostre in corso “Fotografi a Roma. Commissione Roma 2003-2017” e “Roma nella camera oscura. Fotografie della città dall’Ottocento a oggi”, pagando un biglietto pari solo a 1 euro. Per i possessori della MIC card l’ingresso sarà invece totalmente gratuito. 

Il dipinto

Come in una istantanea dei nostri giorni, nel 1777 Laurent Pécheux ritrae la marchesa Margherita Sparapani Gentili nel suo Gabinetto di storia naturale. Abbigliata nella raffinata veste à l’anglaise, la nobildonna accenna con una mano alla collezione di farfalle, mentre con l’altra trattiene un tralcio di gelso sul quale si muove un piccolo bruco. Gli arredi in stile egizio e il mobilio con decorazioni desunte da modelli antichi di probabile ideazione piranesiana, le due statue antiche del Sileno Villoso e del Cestiario, la macchina per esperimenti di elettricità e l’altra per creare il vuoto pneumatico, restituiscono un ambiente “museale” nel quale ogni dettaglio parla degli interessi della nobildonna e delinea la sua personalità “intellettuale” di certo inconsueta nel panorama romano femminile di fine Settecento.

Il suo salotto fu tra i più importanti luoghi di incontro di intellettuali italiani e stranieri a Roma nella seconda metà del XVIII secolo: un luogo à la page nel quale la Marchesa svolse una funzione intellettualmente autonoma e tanto rilevante da poterne sostanziare l’esistenza favorendo in prima persona le relazioni e gli scambi culturali tra i suoi ospiti.

Sposata nel 1753 al nobile romano Giuseppe Boccapaduli, visse separata dal marito nel palazzo Gentili di via in Arcione ereditato dallo zio cardinal Antonio Saverio Gentili, contando sulla costante e affettuosa presenza del letterato milanese Alessandro Verri, fratello del noto economista e scrittore illuminista Pietro Verri. Semira Epicense in Arcadia, studiosa di scienze naturali, di fisica sperimentale e di astronomia, viaggiatrice e autrice di un dettagliato manoscritto che raccoglie le sue memorie periegetiche, fu “amatrice delle Belle Arti” – come la definì Giovan Battista Piranesi in una tavola che a lei dedicò nell’opera Vasi, Candelabri, Cippi, Sarcofagi e Tripodi (1778). Un gusto per le arti autentico e sempre aggiornato, quello della Marchesa, sostenuto da un’attività collezionistica che dalle prime manifestazioni del Rococò e della cultura piranesiana, approdano all’interesse per il neoclassico e, soprattutto, per Antonio Canova. Il rapporto di profonda stima tra la Marchesa e lo scultore iniziato nel salotto e proseguito nello scambio epistolare, accompagnò la nobildonna per tutta la sua esistenza quando alla sua morte, nel 1820, nella sua collezione campeggiava il ritratto in gesso del “Greco Scultore” accanto al proprio autoritratto che si vuole immaginare essere questo del Pécheux.

Inoltre nella giornata prenderà il via la bigliettazione congiunta del nuovo ticket “FORUM PASS. Alla scoperta dei Fori” per accedere al percorso unificato dell’area archeologica dal Foro Romano ai Fori Imperiali, realizzato grazie all'intesa siglata dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali e dal Parco archeologico del Colosseo per conto di Roma Capitale e MIBAC. E per festeggiare i patroni della Capitale, questa prima giornata sarà ad ingresso gratuito, con ingressi dalle 8.30 alle 19.15 per cittadini e turisti.

Saranno in tutto cinque gli ingressi dai quali si potrà accedere all’area archeologica unificata con il nuovo unico biglietto “FORUM PASS. Alla scoperta dei Fori”: quattro del Parco Archeologico del Colosseo (largo Corrado Ricci, via Sacra in prossimità dell’arco di Tito, via di San Gregorio, via del Tulliano di fronte al carcere Mamertino) e uno della Sovrintendenza Capitolina (piazza della Madonna di Loreto vicino alla Colonna Traiana).


Area archeologica dei Fori
Ingressi: piazza Santa Maria di Loreto; largo Corrado Ricci; Via di San Gregorio; via del Tulliano.
www.sovraintendenzaroma.it

Museo di Roma
Piazza Navona, 2 - Piazza San Pantaleo, 10
Info: 060608 (tutti i giorni ore 9-19)
www.museodiroma.it

Vino e territori, con le “wine experiences” la Toscana si lancia al 5.0

Enoturismo: in Toscana per vivere le “wine experiences”, MTV Toscana accoglie i “wine lovers” con una parte esclusiva nel portale per raccontare e far conoscere una delle mete vinicole preferite al mondo. 





La Toscana, tra le mete preferite al mondo, vanta la nascita e lo sviluppo di un nuovo modo di fare turismo attraverso il vino con esperienze uniche. Il portale di MTV Toscana in un anno registra oltre 150 mila contatti (il 60% tra 25 e 40 anni) e oltre il 60% dei visitatori è straniero (per oltre il 50% delle visite) di età tra i 25 e i 45 anni (7 su 10 sono under 50) e arriva in cantina con lo smartphone.

L’enoturista in Toscana è sempre più social e prenota on line. Straniero (per oltre il 50% delle visite) di età tra i 25 e i 45 anni (7 su 10 sono under 50) e arriva in cantina con lo smartphone pianificando la visita direttamente sul portale di MTV Toscana. E’ l’identikit dell’enoturista in Toscana che arriva in azienda in coppia o in un gruppo di amici favorendo le offerte integrate che al vino abbinino cultura, attività, natura e benessere.

Il wine lover che sceglie le cantine toscane è di generazione 5.0: secondo i dati raccolti dal portale di MTV Toscana nel 2018 sono stati oltre 100 mila i visitatori del sito. Dati in estrema crescita considerando che solo nel primo semestre del 2019 le visite hanno superato i 70 mila appassionati e in oltre 6 mila hanno utilizzato in questo periodo il sistema di navigazione per creare un itinerario. Il tutto grazie anche a un forte lavoro di promozione sui social network ufficiali. Il dato che conferma la tendenza del wine lover 5.0 è che il 60% di questi contatti è di età compresa tra 25 e 40 anni. L’enoturista non si ferma più alla sola visita della cantina con degustazione, ma soprattutto vuole vivere un’esperienza che lasci il segno. Il tutto deriva dall’unicità che queste esperienze rappresentano e che sempre di più sono sviluppate da una professionalità specializzata nell’accoglienza.

«Le “wine experiences” sono disponibili nella lingua più internazionale, l’inglese, per dare l’opportunità ai tanti wine lovers che arrivano da noi di poter conoscere da vicino l’offerta delle nostre cantine – spiega il Presidente del Movimento Turismo Vino Toscana, Violante Gardini – oggi anche da telefoni cellulari da qualsiasi parte del mondo perché sono le emozioni che sappiamo trasmettere che fanno la differenza rendendo il nostro un vero modello di enoturismo».

Le esperienze del Movimento Turismo del Vino Toscana. Ora anche in lingua inglese, nel portale progettato e sviluppato dall’agenzia Wine Trade di Simone Nannipieri, vi è una pagina dedicata alle “wine experiences” da programmare nelle oltre cento cantine e strutture socie.

Si va dai percorsi a cavallo a quelli in mountain bike o in quad in vigna e così le tradizionali visite in cantina possono essere arricchite da corsi di cucina tipica, o da incontri ravvicinati con enologi e agronomi che durante la vendemmia guidano gli appassionati alla scoperta di come nasce il prodotto. Ci sono poi le attività legate al benessere come la vinoterapia nelle tante Spa a disposizione, o dormire letteralmente in mezzo a un vigneto, degustare il vino in abbinamento a sottofondi musicali fino a organizzare matrimoni che come sfondo hanno le vigne e le cantine. Il tutto prenotabile e raggiungibile attraverso uno smartphone. «Il nostro sito risponde alle esigenze del turista che vuole pianificare tutto in anticipo creando la sua vacanza prima della partenza, ma anche a quello che all’ultimo minuto decide di andare a visitare una cantina – sottolinea Violante Gardini - e la sicurezza che diamo è un’accoglienza di qualità».

mercoledì 26 giugno 2019

Export, UE-Mercosur: dalle barriere tariffarie e non tariffarie, alla difesa delle denominazioni italiane, a rischio il settore vitivinicolo italiano

Uiv lancia l'appello al Ministero dello Sviluppo Economico a conclusione del negoziato tra Mercosur e UE. Castelletti: “Le barriere tariffarie e non tariffarie presenti in questi Paesi impediscono o rallentano lo sviluppo del business delle imprese vitivinicole italiane. Vanno protette tutte le IG”.






Nella fase conclusiva del negoziato più complesso tra UE e Mercosur, il mercato comune del Sudamerica che comprende Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, l’associazione delle imprese del vino insiste sull’urgenza di ottenere un accordo che possa portare vantaggi concreti e immediati al settore vitivinicolo italiano.

“Dopo diversi anni di lavoro tecnico e intense discussioni, l'accordo commerciale UE-Mercosur si avvicina finalmente alle ultime fasi. Dall’esito degli ultimi cicli di negoziati, purtroppo, abbiamo appreso che le proposte di concessioni in materia tariffaria per il settore del vino sarebbero estremamente insoddisfacenti, in quanto il Mercosur propone un’eliminazione delle barriere tariffarie dopo 15 anni dall’entrata in vigore dell’accordo. Tale proposta è inaccettabile. In questo modo, il vino italiano non trarrebbe alcun beneficio a breve e medio termine dalla conclusione dell’accordo e i vini argentini e cileni continuerebbero a rafforzare le loro quote di mercato in Brasile. Per questo Unione Italiana Vini ritiene indispensabile che, mediante l’approvazione dell’accordo, in via prioritaria, l’Unione Europea ottenga un’eliminazione completa dei dazi sul vino fin dall’entrata in vigore del trattato. Il vino non può mancare questa opportunità”.

Con queste parole, Paolo Castelletti, Segretario generale di Unione Italiana Vini, fa appello al Ministero dello Sviluppo Economico perché venga posta particolare attenzione in questa ultima fase del negoziato commerciale UE-Mercosur, affinché la Commissione Europea possa giungere a un accordo che possa portare vantaggi concreti al settore del vino su questioni cruciali che vanno dalle barriere tariffarie e non tariffarie, alla difesa delle denominazioni italiane.

“Nel Mercosur – aggiunge Castelletti – siamo in competizione con Paesi che non hanno le stesse restrizioni. Il Brasile, tra i mercati emergenti, è uno dei più dinamici e promettenti in chiave di potenziale aumento dei consumi pro capite di vino. Tuttavia, le barriere tariffarie e non tariffarie presenti in questo Paese impediscono o rallentano lo sviluppo del business delle imprese vitivinicole. L’accordo dovrà garantire, mediante uno specifico ‘capitolo vino’, il superamento di queste barriere che oggi impediscono un corretto e trasparente accesso al mercato”.

Secondo l’osservatorio del vino, infatti, nel 2018 l’export vinicolo italiano in Brasile è stato di circa 35 milioni di euro, con una preoccupante flessione del 9,2% in valore e del 21% in volume rispetto al 2017. Tale dato è sinonimo delle difficoltà riscontrate dagli operatori italiani in questo mercato, nonostante gli importanti investimenti in promozione e internazionalizzazione.

“Una seconda questione cruciale per le imprese vinicole dell'UE – conclude Castelletti – è la protezione delle indicazioni geografiche (IG). Nel corso dei negoziati, abbiamo sempre sottolineato, in particolare, l’urgenza di ottenere la protezione della DOP Prosecco, utilizzata nei Paesi Mercosur come nome di varietà. Chiediamo, quindi, il massimo impegno anche in tal senso e che ogni strategia sia messa in campo per trovare una soluzione che assicuri la protezione del nome Prosecco, al fine di evitare una escalation di azioni volte ad usurpare e utilizzare questa DOP in Brasile e Argentina, che causerebbe un ingente danno economico e di immagine ai produttori italiani in quei Paesi e in altri mercati internazionali”.

Con questo appello al governo e alla Commissione Europea, Unione Italiana Vini auspica che l’ultimo ciclo di negoziati possa portare a un deal soddisfacente per il settore del vino, in grado di rilanciare l’export e gli investimenti nei Paesi dell’America Latina.

martedì 25 giugno 2019

L'arte del vino come investimento e piacere, al via la partnership tra Gambero Rosso e casa d'aste Wannenes

La casa d’aste Wannenes e Gambero Rosso, annunciano una nuova partnership per organizzare in Italia vendite all’incanto di Vini & Distillati pregiati e rari.





Il sodalizio unisce sotto il segno della qualità, la competenza di Wannenes, importante casa d’aste italiana con sedi a Milano, Genova, Roma e Monte Carlo e il prestigio del Gambero Rosso che apporta la sua profonda conoscenza del settore.

La prima vendita all’asta sarà il 24 ottobre nell’ambito di Roma Gambero Rosso Wine Weeks. 

L’asta presenterà un’importante selezione di bottiglie di valore internazionale, fra le quali celebri etichette come Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Barolo Monfortino, Quintarelli fra gli italiani e Romanée Conti, Château Lafitte, Krug, Dom Perignon fra i francesi.

“La partnership con Gambero Rosso” dichiara Guido Wannenes, CEO Wannenes “consolida la nostra strategia di affiancare alle tradizionali vendite all’incanto di opere d’arte, un nuovo segmento dedicato ai beni di lusso: gioielli, orologi da polso, classic & sports cars e ora il vino. Questa collaborazione sarà l'occasione per valorizzare le eccellenze italiane”.

“Gambero Rosso si avvale di un know-how nel campo vinicolo senza eguali, acquisito in oltre 30 anni di attività. Dalla prima edizione della Guida Vini d’Italia, Gambero Rosso si è dimostrato un punto di riferimento autorevole per gli esperti e gli appassionati del vino italiano.” dichiara Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso “Siamo riconosciuti a livello mondiale come portavoce delle eccellenze vitivinicole made in Italy, grazie soprattutto al Worldtour che annualmente raggiunge oltre 30 capitali mondiali e permette ad esperti, trade e giornalisti di approfondire e scoprire nicchie di produzione enologiche italiane. La partnership con la Casa d’Aste Wannenes rappresenta un ulteriore contributo alla conoscenza e diffusione dei migliori vini del nostro Paese.”

Gelasio Gaetani d’Aragona, Responsabile del dipartimento di Wine & Spirits di Wannenes: “Una partnership, quella tra Wannenes e Gambero Rosso, che diventerà certo sinonimo di una sinergia appassionata tra competenze nel vendere e nel comprare vini e distillati, prodotti di un’arte che non è solo scienza agronomica ed enologica, ma racconto vero di una magica alchimia tra la terra e l’uomo”.

Wannenes

E' una casa d’aste nata nel 2001 a Genova con sedi a Milano, Roma e Monte Carlo, con un regolare calendario annuo di circa 20 vendite all’incanto e un servizio di consulenza per private sales. La struttura societaria comprende esperti e dipartimenti per le più importanti categorie artistiche e collezionistiche, attivi in stretto collegamento con un vasto network di storici dell’arte di riferimento, antiquari, galleristi, direttori di musei pubblici e privati, giornalisti specializzati, collezionisti, insieme alla rete di associati in Italia ed all’estero. Wannenes con Trattative Private & Uniche Proprietà, dipartimento specializzato nella gestione e vendita di proprietà private, ha posizionato la società al massimo livello nella gestione delle collezioni d’arte in Italia, sviluppando la propria presenza internazionale con l’apertura di una sede a Monte Carlo, in partnership con Art Contact, società con sede nel Principato di Monaco.

Gambero Rosso

E' la piattaforma leader per contenuti, formazione, promozione e consulenza nel settore del Wine Travel Food italiani. Offre una completa gamma di servizi integrati per il settore enologico, agricolo, agroalimentare, della ristorazione e dell’hospitality italiana che costituiscono il comparto di maggior successo, a livello internazionale, per la crescita dell’economia. Da oltre 30 anni Gambero Rosso è al fianco delle aziende di qualità con il suo lavoro di rating e con il suo fitto calendario di eventi nazionali ed internazionali, mirati ad accrescere il prestigio e l’autorevolezza di questo comparto fondamentale del nostro Paese. Il suo fiore all’occhiello è la guida “Vini d'Italia” punto di riferimento in Italia e nel mondo per esperti, operatori del settore e appassionati dello scenario vitivinicolo made in Italy. La guida è tradotta in inglese, tedesco, cinese e giapponese per soddisfare la grande richiesta estera di approfondimento e conoscenza delle eccellenze italiane. L’organizzazione di wine tasting e seminari nelle principali città italiane contribuiscono ad accrescere la cultura del vino. All’estero Gambero Rosso dal 1997 organizza roadshow internazionali, con appuntamenti che oggi hanno raggiunto 30 capitali mondiali, per essere di supporto delle aziende vitivinicole e aumentare l’export made in Italy. Gambero Rosso, unico nel suo format di operatore multimediale e multicanale possiede un’offerta di periodici, libri, guide, broadcasting (Sky canale 412) e web OTT con la quale raggiunge appassionati, professionisti, canali commerciali distributivi in Italia e nel mondo. Gambero Rosso Academy è la più ampia piattaforma formativa professionale, con Academy in Italia e nei più importanti paesi esteri.

Vino e territori, una guida racconta i luoghi del cesanese

Alla scoperta dei Luoghi del Cesanese, vitigno che dichiara con sempre maggiore forza la sua appartenenza, il suo legame imprescindibile con questi territori. Presentata la prima edizione della guida I Luoghi del Cesanese 2020.





E' un radicamento storico, quello del vitigno cesanese con il suo territorio, ma non solo. Un vincolo si potrebbe dire sociale. Le narrazioni della maggior parte dei produttori lo sottolineano. Il Cesanese è come un parente, un famigliare sempre presente nei ricordi di infanzia o negli album di famiglia più vecchi.

Proprio come un album di ricordi prende vita una nuova guida presentata in anteprima nell'ambito di VinoIntorno, rassegna nazionale dedicata al vino e al cibo di qualità, organizzata dall'associazione Extrawine nel centro storico di Olevano Romano.

I Luoghi del Cesanese 2020 a cura di Pasquale Pace, Carlo Zucchetti e vicecuratrice Francesca Mordacchini Alfani, nasce per assumere il Cesanese come guida del suo territorio raccontando le vicende di questi luoghi; ci porta a seguirlo negli angoli più impervi ed affidarsi a lui che rimane abbracciato a quei pendii vertiginosi e si inerpica, conquista spazi e respira l’aria rarefatta di alta collina. Fino poi all'incontro con altri vitigni storici come la Passerina o l’Ottonese, con cui condivide da tempo gli spazi e con i quali condivide un elemento fondamentale: l’attesa.

Ecco il perché degli acini come simbolo nella guida, assegnati fino a un massimo di 3. Essi rappresentano la capacità di individuare i tempi giusti di raccolta in base alla maturazione delle uve e la pazienza necessaria affinché il vino possa esprimersi con franchezza.

A tutto questo si aggiunge il portato di base che è ormai la firma delle guide di www.carlozucchetti.it: l’incentivo ad andare direttamente in cantina, a co­noscere i vignaioli e prendersi il tempo necessario per cogliere la complessità del vino. Per questo i Luoghi del Cesanese sono introdotti da una descrizione geologica e storica redatta dalla geologa Maria Cristina Pratesi

lunedì 24 giugno 2019

Lavoro, un'Italia che cresce grazie alla filiera della birra. La ricerca di Osservatorio Birra

La birra come il vino crea valore per l'Italia. Una ricerca dell’Osservatorio Birra di Fondazione Birra Moretti svela che negli ultimi 2 anni il valore condiviso generato dalla filiera italiana della birra è cresciuto di quasi il 13%, fino a toccare 8,8 miliardi di euro. Il 25% arriva dalla Lombardia.





In 2 anni dalla birra 6mila nuovi posti di lavoro, che ormai occupa più di 90mila persone. Nel 2017 ha pagato allo Stato contributi fiscali pari a 4,2 miliardi di Euro.C’è un’Italia che cresce, ed è quella che ruota attorno a un bicchiere di birra. In due anni, dal 2015 al 2017, il contributo della filiera della birra italiana alla crescita della ricchezza e al benessere del nostro Paese – il cosiddetto valore condiviso – è cresciuto di 1 miliardo di euro (+12,9%), passando da 7.834 miliardi a 8.863 miliardi di euro, equivalente allo 0,51% del PIL italiano.

Se la birra è un fenomeno ormai nazionale, la ricerca mostra che il “motore” della sua produzione è in
Lombardia, regione che da sola è in grado di assicurare il 25,5% (pari a 2.269 milioni di euro) del totale del valore condiviso della birra in Italia. I dati sono stati diffusi dall’Osservatorio Birra con la presentazione del 2° Rapporto “La creazione di valore condiviso del settore della birra in Italia” realizzato da Althesys per conto della Fondazione Birra Moretti, Fondazione di partecipazione costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa al fine di contribuire alla crescita della cultura della birra in Italia.

Per calcolare il valore condiviso, lo studio ha analizzato tutte le fasi della filiera della birra
(approvvigionamento materie prime, produzione, logistica, distribuzione e vendita), considerando gli effetti diretti (valore aggiunto, contribuzione fiscale, occupazione, ecc) delle attività dell’industria birraria italiana, quelli indiretti e indotti, le ricadute degli investimenti pubblici.

Quasi tutti gli indicatori (produzione, valore condiviso, occupazione, salari, contribuzione fiscale, etc) incoronano la Lombardia cuore pulsante di questo comparto. In questo contesto, la Lombardia acquista una speciale rilevanza perché da sola rappresenta circa un quarto della birra in Italia in termini di valore condiviso, di occupati e contribuzione fiscale). I 2.269 milioni di euro di valore condiviso generato dalla birra in Lombardia rappresentano lo 0,62% del PIL regionale e il 25,5% del totale del valore condiviso della birra in Italia.

Questa regione può contare infatti sulla presenza di importanti aziende internazionali e sul maggior
numero di birrifici artigianali del paese (1371 , rispetto agli 80 del Piemonte e, ai 74 del Veneto e ai 63 della Toscana), che nel 2017 hanno prodotto complessivamente quasi 4 milioni di ettolitri di birra.

Analizzando gli oltre 2,2 miliardi di euro di valore condiviso della filiera lombarda della birra, 267,3 milioni fanno capo a ricadute dirette, 131,1 milioni di euro a ricadute indirette e 682,6 milioni a ricadute indotte.

La filiera della birra garantisce oltre 1 miliardo (1.062 milioni di euro) di contribuzione fiscale, pari al 5% del gettito tributario regionale. In Lombardia la birra porta circa 662 milioni di euro di salari a beneficio di quasi 25 mila (24.463) dipendenti lungo tutta la filiera. Oltre 23 posti di lavoro complessivi per ogni addetto alla produzione birraria. Con questi numeri la Lombardia occupa il 26,6% del totale addetti nazionali (92.066). Di cui 105 microbirrifici e 32 brewpub. Fonte: Annual Report 2017 AssoBirra da Unioncamere - Infocamere

Secondo Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti, “Da anni registriamo l’entusiasmo degli italiani verso il mondo della birra, i suoi stili, le nuove specialità, i suoi abbinamenti. Questo Rapporto aggiunge che quando cresce la conoscenza e della birra cresce anche il mercato e il valore condiviso generato in tutto il mondo “dietro” il bicchiere di birra. Siamo di fronte a una crescita ormai strutturale per un settore sempre più rilevante per la ricchezza del Paese. Se in Italia scomparisse, per un anno, tutto ciò che contribuisce alla produzione, distribuzione e consumo di birra, si creerebbe un “vuoto” in termini di ricchezza generata, per gli agricoltori che coltivano l’orzo, per chi produce il pack e le bottiglie, per chi lavora negli impianti produttivi, per chi la trasporta, immagazzina e vende, dai bar, ai ristoranti ai supermercati.

La birra crea valore perché crea figure professionali specializzate, perché genera valore per
l’impresa familiare, è un prodotto legato alle marche che si caricano di reputazione e immagine, perché gli investimenti garantiscono qualità del prodotto nel tempo, perché si produce con passione ma anche conricerca, in novazione e investimenti”.

Nel paragone con altri comparti del Made in Italy, la ricchezza generata dalla birra è di poco superiore al fatturato dei salumi (8 miliardi di euro), equivalenti a quello del sistema moda maschile italiano (9,3 miliardi di euro) e di poco inferiori al business della cosmetica in Italia (circa 10 miliardi di euro).

Raffrontato al settore delle bevande in generale (dati Istat), il valore condiviso della birra rappresenta circa la metà (47%) del valore della produzione di bevande nazionale (che ammonta a 18,9 miliardi), è pressoché pari alla produzione vinicola (stimata in 9,5 miliardi nel 2017) e rappresenta il 186% del valore produttivo di soft drink e acque minerali (stimato in 4,8 miliardi).

Nel confronto con la prima edizione del rapporto, scopriamo che negli ultimi 2 anni la contribuzione fiscale della filiera della birra in Italia è aumentata ad un ritmo ancora più alto del marcato: +17,7%, passando da 3,6 a 4,2 miliardi di euro (+17,7%). La filiera della birra è dunque come una grande azienda che distribuisce salari lordi di quasi 2,5 miliardi di euro (2.471 milioni di euro) e paga allo Stato contributi fiscali pari a 4,2 miliardi di euro. Quasi l’1% (0,92%) delle entrate fiscali complessive del nostro Paese.

Dal 2015 al 2017 la filiera della birra è stata in grado di offrire ben 6000 posti di lavoro in più (il numero di dipendenti nel 2015 era infatti di 87.668). in particolare nel 2017 per ogni addetto alla produzione della birra, il settore è riuscito ad assicurare ben 22 occupati complessivi a livello di filiera. In termini di occupazione la birra assicura lavoro a 92.066 dipendenti distribuiti proporzionalmente lungo l’intera filiera.

La birra, dunque, non fa bene e non porta ricchezza solo a chi la produce. Anzi, di questa crescita nel 2017 hanno beneficiato soprattutto le fasi a valle e a monte della filiera. Il valore condiviso relativo alle forniture di materie prime è salito dai 273,3 milioni del 2015, ai 391,3 milioni di euro (+45%). Numeri importanti anche per la fase di distribuzione e vendita, che passa da 6.041 a 6.856 milioni di euro (+13,5%).

In questo contesto va sottolineata la performance dell’Horeca che cresce da 4.859 a 5.661 milioni di euro. Il mondo che ruota attorno ai consumi fuori casa di birra è arrivato a rappresentare il 64% (2 anni fa era il 58,5%) del totale del valore condiviso della filiera birra. I valori dell’off-trade, relativi ai consumi casalinghi, si mantengono stabili (1.907,7 milioni nel 2015 e 1.194,5 milioni nel 2017).

venerdì 21 giugno 2019

Rai1, Zeffirelli l’ultimo sogno: dall'Arena di Verona La Traviata in mondovisione






Di scena la grande opera lirica stasera su Rai1 alle 21:15, in diretta in mondovisione verrà trasmessa “La Traviata” di Giuseppe Verdi, che inaugurerà l’Opera Festival 2019 della Fondazione Arena Di Verona, giunta alla sua 97esima edizione.

L'opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave è tratta dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio) La signora delle camelie. La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853.

La nuova produzione dell’opera porta la firma di Franco Zeffirelli per regia e scene. L’ultimo grande Maestro della regia italiana e massimo esperto del palco areniano, realizza una nuova produzione che si presenta come somma sintesi del suo pensiero estetico su La Traviata. In ricordo del maestro fiorentino, a pochi giorni dalla scomparsa, la Rai renderà disponibile il segnale free a tutte le emittenti del mondo.

A firmare l’opera, anche Maurizio Millenotti per i costumi e l’étoile Giuseppe Picone per le coreografie. La direzione d’orchestra è di Daniel Oren. L’orchestra, il coro, il ballo e le masse artistiche saranno dell’Arena di Verona.

Sarà un vero e proprio kolossal, il più grande allestimento realizzato dall’Arena di Verona negli ultimi 40 anni. Saranno presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro per i Beni e le Attività culturali Alberto Bonisoli, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria e il ministro del Turismo Gian Marco Centinaio.

Opera, Musica, Danza, Teatro: al via a Spoleto il Festival dei 2Mondi






Alla sua 62a edizione, la manifestazione conferma il suo carattere originale e il suo prestigio internazionale quale storico luogo d’incontro tra culture diverse, nel quale ogni estate, da ogni parte del mondo, si danno appuntamento le grandi arti della scena: Opera, Musica, Danza, Teatro.

Da undici anni sotto la guida di Giorgio Ferrara, il Festival è cresciuto progressivamente e si è consolidata l’attenzione da parte delle istituzioni, degli artisti, degli operatori culturali, delle aziende, dei media, che hanno contribuito all’affermazione della manifestazione quale evento di risonanza mondiale.

Vetrina d’eccellenza per i grandi artisti e per i giovani talenti emergenti, “officina” di creazioni originali, il Festival anche quest’anno inaugura con una nuova produzione, Proserpine, opera lirica in due atti, tratta dall’omonimo poema drammatico di Mary Shelley. Commissionata alla compositrice Silvia Colasanti, insieme al Minotauro, messo in scena lo scorso anno, l’opera fa parte di un progetto per una trilogia contemporanea di rivisitazione dei miti antichi come approccio dell´inconscio e dei rapporti umani. Alla direzione dell’Orchestra Giovanile Italiana, Pierre-André Valade. L´adattamento è di René de Ceccatty e Giorgio Ferrara, regia di Giorgio Ferrara, scene di Sandro Chia, costumi di Vincent Darré.

Fra i più brillanti e apprezzati maestri della sua generazione, sarà Daniele Gatti a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera di Roma per il tradizionale Concerto finale a Piazza Duomo. In programma musiche di Giuseppe Verdi dal repertorio francese, opere nate dall’importante sodalizio artistico che il compositore ebbe con la città di Parigi.

I Concerti di mezzogiorno e i Concerti della sera saranno eseguiti dai giovani talenti provenienti dai maggiori conservatori italiani e vincitori del Premio Nazionale delle Arti.

La danza è rappresentata dal Dutch National Ballet con uno spettacolo omaggio al coreografo di fama mondiale Hans Van Manen, e dai ballerini-allievi della rinomata Ecole-Atelier Rudra Bejart di Losanna fondata da Maurice Bejart.

Ischia Film Festival, al via concorso cinematografico internazionale nei suggestivi spazi del Castello Aragonese d'Ischia






Ideato nel 2003 dal location manager Michelangelo Messina, l'Ischia Film Festival è un concorso cinematografico internazionale che si tiene ogni anno tra l'ultimo sabato di Giugno ed il primo di Luglio, nei suggestivi spazi del Castello Aragonese d'Ischia. La sua particolare tematica dedicata alle locations ha fatto sì che questo evento diventasse nell'arco di pochi anni un appuntamento significativo con il cinema internazionale.

Ogni anno all’Ischia Film Festival vengono proiettate opere selezionate da tutto il mondo che valorizzano, attraverso il racconto filmico, l'identità culturale e paesaggistica di un territorio o che rendono la location, in quanto tale, protagonista al pari degli interpreti.

Una giuria composta da autorevoli personaggi del mondo del cinema premia quelle opere che sono state selezionate per la competizione ufficiale. Durante la settimana di proiezioni, oltre alle opere in concorso, si tiene il focus sulla location negata e gli omaggi a personaggi del cinema internazionale. Il festival è parte integrante di un progetto denominato "Cinema & territorio", che ha come obbiettivo principale la salvaguardia della particolarità paesaggistica e culturale dei territori per la loro promozione attraverso l'audiovisivo.

Tra i personaggi del cinema i premi Oscar Sir Ken Adam, Vittorio Storaro, Carlo Rambaldi, Alan Lee e John Howe, Gabriella Cristiani e Osvaldo Desideri. I registi Abel Ferrara, Pavel Longuine, Pupi Avati, Mario Monicelli, Krzysztof Zanussi, Giuliano Montaldo, Benoît Jacquot, Abbas Kiarostami, Amos Gitai, Margarethe von Trotta. L'evento ha visto la partecipazione di attori\attrici come Enrico Lo Verso, Jean Sorel, Mattia Sbragia, Maria Grazia Cucinotta, Lunetta Savino, Sabina Impacciatore, Paolo Villaggio, di registi come Antonietta De Lillo, Eduardo Winspeare, Vinzenzo Marra, Francesco Patierno, Giorgio Diritti, Massimiliano Bruno, Valentina Carnelutti e tanti altri che attraverso i loro interventi hanno voluto testimoniare l'importanza della location nell'opera audiovisiva.

In seno al festival si realizza ogni anno il Convegno Nazionale sul Cineturismo coordinato da un comitato scientifico che annovera studiosi quali la Prof.ssa Sue Beeton della "La Trobe University" Australia, il Prof. Francesco De Cesare dell'università "Ca' Foscari" di Venezia, il Prof. Simon Hudson della Texas University, il Prof. Roberto Prevenzano della IULM di Milano e il Prof. Furio Regente dell'Universita del Sacro Cuore.

Tra i partner del festival la SIAE, l'APE (l'associazione dei Produttori Esecutivi), l’Associazione dei CentoAutori e l'AFIC  (Associazione Festival Italiani di Cinema), cui appartengono altre analoghe manifestazioni nazionali di notevole importanza per la promozione del cinema italiano. Sponsor principali della manifestazione sono IQOS e Bayer.

L'evento è posto dal 2004 sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. E dal 2013 gode dell'Alto PAtrocinio del Parlamento Europeo

Musica Fuori Centro, al via col solstizio d'estate la festa della musica

Torna la Festa della Musica. È “Musica Fuori Centro”. Più di quarantacinquemila artisti si esibiranno in oltre diecimila eventi. Coinvolte seicentotrenta città italiane.





Da oggi la musica sarà protagonista con più di 10.000 eventi in diversi luoghi pubblici: nei musei, nelle biblioteche, negli ospedali, nei parchi, nei giardini, nelle piazze, nelle case circondariali, negli archivi, nelle strade, nei palazzi storici, negli aeroporti, nei licei musicali e nei conservatori, così come negli istituti italiani di cultura all’estero. Oltre 45.000 artisti si esibiranno in ogni genere di musica, in 630 città aderenti alla manifestazione in tutta Italia, in un’unica grande festa che rappresenta un vero e proprio momento di condivisione.

L'evento è stato presentato lo scorso giovedì, presso la sede del Ministero per i beni e le attività culturali, dal Ministro Alberto Bonisoli e dal Presidente Associazione italiana per la promozione della Festa della Musica Marco Staccioli, la Festa della Musica 2019 che si festeggia, come ogni anno il 21 giugno, giorno del Solstizio d’Estate.

Per l’edizione di quest’anno, il Ministero ha scelto il tema la Musica Fuori Centro. Sono intervenuti Roberto Vecchioni, testimonial della Festa della Musica 2019, Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Giulio Mogol, Presidente SIAE, Marino Sinibaldi, direttore di Rai radio tre, Pier Luigi Dilengite, consigliere per le Fondazioni Lirico – Sinfoniche e per l’industria Musicale.

“La Festa della Musica parla all'Italia intera, sempre di più. Fare musica oltre i luoghi canonici e previsti aiuta a sostenere la cultura come collante sociale. Uno strumento di democrazia a garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini, dell’uguaglianza, dell’equità sociale e della libertà. Ecco perché il tema dell’edizione 2019 è “Musica fuori centro”, ossia espansa, senza soluzione di continuità, dalla città alla periferia; diffusa, in modo capillare, in tutto il Paese.” Così il ministro per i beni e le Attività culturali, Beni e delle Attività Culturali Alberto Bonisoli.

Quest’anno la Festa della Musica si avvale di un testimonial d’eccezione, il cantautore Roberto Vecchioni che, attraverso la sua attività artistica, ha da sempre mostrato particolare attenzione, sensibilità e passione per gli studi classici, anche attraverso la contaminazione tra musica e letteratura. Il suo ultimo album, “L’Infinito”, Disco D’Oro con oltre 25.000 copie vendute in due mesi senza piattaforma streaming e download, contiene il brano “Vai, ragazzo”, un inno alla passione per i classici, un invito rivolto ai ragazzi a riscoprirne la profonda attualità. Il professore della musica italiana è un interprete dello slogan di questa edizione, della “Musica fuori centro”, della musica come ponte tra passato e presente, come strumento per ri-scoprire i luoghi che acquisiscono altri significati, nuova centralità e vivono nell’eterno presente del tempo verticale.

Vecchioni, insieme all’Orchestra di Piazza Vittorio, si esibirà a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. La Festa della Musica è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’Associazione italiana per la promozione della Festa della Musica, in collaborazione con la rappresentanza in Italia della Commissione Europea, con la SIAE – che anche quest’anno ha applicato ulteriori agevolazioni alle iniziative - con UNPLI, Feniarco, il Miur, il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero della Salute, il Ministero della Difesa e quello di Grazia e Giustizia. Con il contributo di AFI – associazione fonografici italiani, Main Media Partner: RAI; Media Partner: Rai radio Tre e Telesia.

“La Commissione europea è lieta di partecipare anche quest’anno alla Festa della Musica, e lo è ancor di più perché si svolge a Matera, Capitale europea della cultura 2019”, ha affermato Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. “Cultura significa soprattutto valorizzazione del patrimonio e investimenti in beni culturali, sia immateriali, come la musica, sia materiali, come è avvenuto per il restauro della Cattedrale di Matera, riaperta dopo 10 anni grazie ai finanziamenti dell’Unione europea. La città dei Sassi sarà la cornice perfetta per questo grande concerto.”

“Un sistema armonico di eventi, pensati e realizzati come tali, che formano una catena che disegna un tessuto di percorsi e di stazioni che può trasformare, ridisegnare un ambiente, una città, un Paese. La scelta di siti e di stili che da una parte concentra selezioni omogenee, dall’altra può fare incontrare, incrociare, sovrapporre abitudini diverse, creare miscele sperimentali. Scenari inimmaginabili senza l’intervento di un catalizzatore così potente come la Musica e la sua Festa”, così Marco Staccioli, Presidente dell’Associazione italiana per la promozione della Festa della Musica.

“Ci piace pensare che dove c’è Musica ci sia SIAE, e soprattutto che dove ci sono giovani che vogliono fare musica ci sia la possibilità di promuovere e proteggere il talento. Qui i giovani hanno l’opportunità di suonare, di condividere, di festeggiare e di farsi conoscere, affacciandosi da un palco che è l’Italia intera”, dichiara il Presidente SIAE Giulio Mogol.
La musica sarà protagonista con più di 10.000 eventi in diversi luoghi pubblici: nei musei, nelle biblioteche, negli ospedali, nei parchi, nei giardini, nelle piazze, nelle case circondariali, negli archivi, nelle strade, nei palazzi storici, negli aeroporti, nei licei musicali e nei conservatori, così come negli istituti italiani di cultura all’estero. Oltre 45.000 artisti si esibiranno in ogni genere di musica, in 630 città aderenti alla manifestazione in tutta Italia, in un’unica grande festa che rappresenta un vero e proprio momento di condivisione. Il Ministero per i beni e le attività culturali partecipa all’evento con i propri istituti: Dal Colosseo alla Reggia di Caserta, dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino al Museo Sannitico di Campobasso, dalla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino al Castello Svevo di Bari, dal Museo dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze all’Archivio di Stato di Livorno, dal Museo di Palazzo Reale di Genova all’Istituto Centrale per la grafica di Palazzo Poli a Roma e il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, dall’Archivio di Stato di Trieste all’Archivio di Stato di Milano, dal parco Archeologico di Paestum e al Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide. Oltre 70 luoghi della cultura del MiBAC ospiteranno tantissime iniziative musicali.

Gli appuntamenti in continuo aggiornamento sono consultabili su www.festadellamusica.beniculturali.it e www.beniculturali.it/festadellamusica2019
Video: Download Spot Festa della Musica 2019

mercoledì 19 giugno 2019

Vino e ricerca, Oenolab: la ricerca di base e applicata per promuovere innovazione nel settore dell’enologia e della produzione di bevande alcoliche

Verso l’eccellenza nella ricerca alimentare. Inaugurati al parco tecnologico NOI i laboratori Oenolab e Micro4Food.





Due inaugurazioni che puntano verso l’eccellenza nella ricerca alimentare. Sono i due nuovi laboratori Oenolab e Micro4Food che si sono insediati oggi al Noi Techpark, vero e proprio hub dell’innovazione nell’ambito delle scienze e tecnologie alimentari per le aziende del territorio ma anche per quelle nazionali e internazionali.

All’Oenolab, la ricerca di base e applicata servirà per promuovere innovazione nel settore dell’enologia e della produzione di bevande alcoliche, un laboratorio con cui si completa il panorama della ricerca enologica in Alto Adige. Diretto dal prof. Emanuele Boselli,  coordinatore per unibz del Corso di Laurea Magistrale interateneo in Viticulture, Enology and Wine Marketing, e professore associato alla Facoltà di Scienze e Tecnologie. Boselli si occupa della didattica e della ricerca scientifica attinente all’enologia, ed in Oenolab è alla testa di un team di quattro ricercatori.

Due le linee di ricerca su cui è attivo il laboratorio. La prima riguarda il trasferimento tecnologico. Il laboratorio collabora con aziende del settore enologico e delle bevande alcoliche per progetti commissionati, con l’obiettivo di innovare sia prodotti che processi. La seconda invece riguarda la ricerca di base che sostiene e integra la prima. “I supertannini, polifenoli ad anello molto diversi rispetto a quelli conosciuti finora dagli enologi e che possono avere un ruolo come marcatori dell’autenticità di un vino, sono l’esempio di una scoperta frutto del nostro lavoro di ricerca di base”, spiega Boselli. Il lavoro come quello che ha portato alla scoperta dei “supertannini” è frutto di una collaborazione internazionale ed è il primo anello di una catena che si chiude con la cooperazione con le imprese. (Ne abbiamo parlato quì).

Numerosi sono i progetti innovativi a cui attualmente sta lavorando Oenolab. “Un versante che ci vede molto coinvolti è quello dell’individuazione di marcatori innovativi per la qualità e la protezione dell’autenticità dei vini”, conclude Boselli, “un progetto che stiamo sviluppando attualmente è la collaborazione con un’azienda produttrice di tappi tecnici per vini e distillati: su questi ultimi esistono ancora pochissimi dati. Un’altra collaborazione riguarda il monitoraggio degli effetti sulle bottiglie di vino della conservazione tramite la levitazione magnetica naturale, un nuovo metodo, mai sperimentato prima d’ora in campo alimentare, che riduce le sollecitazioni meccaniche dannose provocate dalle condizioni di conservazione ed in particolare dal trasporto commerciale dei vini”.

Diretto dai proff. Marco Gobbetti e Raffaella Di Cagno, microbiologi degli alimenti e docenti alla Facoltà di Scienze e Tecnologie, Micro4Food è il secondo laboratorio dove la ricerca si basa sulla fermentazione quale strumento naturale e sostenibile per la produzione di derivati lattiero-caseario, di lievitati da forno e di prodotti a base di frutta e ortaggi come ad esempio i crauti.

Quattro le linee di ricerca lungo le quali si muovono i ricercatori. La prima, molto significativa per un territorio delle consolidate tradizioni alimentari come l’Alto Adige, è quella che punta a preservare gli alimenti tradizionali cercando il modo di mantenerne la produzione al passo con i tempi e sfruttandone o migliorandone le proprietà di salubrità. A questo proposito, vengono utilizzati microrganismi selezionati guidando quelli più virtuosi per ottenere effetti particolari. Ciò risulta in una tutela e un potenziamento dei prodotti tradizionali di cui si valorizzano determinate funzionalità, come ad esempio, la diversità microbica del latte dell’Alto Adige secondo una nuova visione ecologica per stabilire il rapporto causa-effetto e quindi in che modo le condizioni di allevamento influenzano il microbiota del latte del territorio che i ricercatori stanno studiando (in collaborazione con la Federazione Latterie Alto Adige). Gobbetti e Di Cagno coordinano un team internazionale composto da 10 ricercatori. Gobbetti, coordinatore della Laurea Magistrale Internazionale Food Sciences for Innovation and Authenticity, figura al primo posto a livello mondiale nel settore della microbiologia degli alimenti su Google Scholar mentre Di Cagno nello stesso settore è al 13° posto.

“Con questa linea di ricerca puntiamo a proteggere la biodiversità microbica locale e valutare l’effetto sulla biotecnologia casearia”, afferma Marco Gobbetti. La seconda riguarda invece la selezione di microrganismi che possono sia guidare fermentazioni sostenibili per garantire la bio-preservazione delle matrici vegetali con caratteristiche sensoriali, nutrizionali e strutturali simili al prodotto fresco e sia di proporre soluzioni innovative per la produzione di alimenti funzionali. In questo campo la collaborazione sta avvenendo con diversi big player del settore alimentare, sia locali che nazionali.

“L’obiettivo che ci prefiggiamo con questa linea di ricerca, è lo sviluppo di nuovi alimenti che posseggano proprietà nutritive aggiuntive preservandone la genuinità”, sottolinea Raffaella Di Cagno. Al terzo posto figura la linea di ricerca che potremmo definire dell’”economia circolare”.

In questo caso, le ricerche puntano al riutilizzo degli scarti dell’industria alimentare nei processi di trasformazione per creare valore aggiunto. L’obiettivo è ricavarne ingredienti e composti naturali da mettere a disposizione delle lavorazioni sia dell’industria alimentare che di quella farmaceutica. La quarta linea di ricerca, infine, è quella incentrata sull’asse dieta-uomo: questa investiga gli effetti degli alimenti ingeriti sul microbioma, ovvero sulla comunità microbica del tratto gastrointestinale, che in buona parte è responsabile del benessere dell’uomo.

Per sviluppare questa linea di ricerca, i laboratori hanno acquistato un’apparecchiatura, lo SHIME (Simulator of Human Intestinal Microbial Ecosystem) che simula la digestione del corpo umano. Micro4Food LAB attualmente è l’unico laboratorio universitario in Italia a disporre di quello che è un vero e proprio “intestino bionico”, creato per permettere ai ricercatori di tracciare e comprendere l’effetto della dieta sulla funzionalità del microbioma e metaboloma umano.

Durante l’inaugurazione odierna sono stati anche mostrati i moderni impianti-pilota per la produzione lattiero-casearia e dei prodotti da forno (quest’ultimo finanziato dalla multinazionale belga Puratos), dove si sperimentano su scala pilota le innovazioni prima che queste siano pronte per essere trasferite ad una produzione su scala industriale.

L’innovazione tecnologica deve incontrare e sposare il patrimonio alimentare tradizionale e potenziarne qualità e salubrità. È questo il concetto che sta alla base del lavoro svolto dai ricercatori di entrambi i laboratori che fanno capo alla Libera Università di Bolzano. “Riuscire ad essere competitivi in un mercato agguerrito e globale come quello degli alimenti, in cui le richieste dei consumatori si concentrano sempre più verso la sicurezza e il valore nutrizionale, richiede un grande sforzo sia alle imprese che al mondo della ricerca. Qui al NOI, l’Università di Bolzano, con queste due nuove strutture di ricerca e sviluppo ha la possibilità di contribuire a generare valore per il territorio e per gli studenti”, ha affermato il rettore di unibz, prof. Paolo Lugli durante la cerimonia di taglio del nastro.

Agricoltura e ricerca. Alla scoperta della biodiversità microbica del suolo

Parte oggi il progetto europeo che studia le potenzialità dei microrganismi del suolo a vantaggio degli agricoltori. 






Maggiori rese e risparmio economico per le aziende fino a circa 240€/Ha per la coltivazione di melo, 120€/Ha per il pomodoro e 100€/Ha per la fragola, oltre ad una gestione del suolo efficace e sostenibile. Queste le principali ricadute del progetto europeo H2020 "EXCALIBUR - Exploiting the multifunctional potential of belowground biodiversity in horticultural farming" (Sfruttare il potenziale multifunzionale della biodiversità sotterranea nell'agricoltura orto-frutticola), a cui è dedicata l’intensa 3 giorni del kick off meeting, in corso dal 19 al 21 giugno presso il centro Agricoltura e Ambiente di Firenze. Il progetto quinquennale, coordinato dal CREA, è stato finanziato con quasi 7 milioni di euro  e vede coinvolti altri 15 partner di diversi Paesi europei.

La rilevanza della biodiversità microbica del suolo è ampiamente riconosciuta per le interazioni e le dinamiche che si instaurano con le produzioni agricole. Proprio per queste ragioni, i ricercatori del CREA Agricoltura e Ambiente ne stanno approfondendo la conoscenza, in particolare degli effetti sinergici in orticoltura. Stanno valutando, infatti, come l’introduzione di altre popolazioni microbiche possano migliorare sia la fertilità dei suoli sia la resistenza a stress biotici e abiotici di alcune colture modello (quali pomodoro, mela, fragola) in diverse condizioni sperimentali e in pieno campo in tutta Europa.

Grazie ad un approccio integrato di ricerca delle interazioni pianta-suolo-microrganismi e di sperimentazione sul campo, all’impiego di nuove tecniche molecolari, come il sequenziamento di specifici gruppi di microrganismi e alla creazione di strumenti, indicatori e sistemi di valutazione e modellizzazione sarà possibile sviluppare nuovi bio-prodotti e pratiche agricole in grado di valorizzare la biodiversità nativa del suolo e di ridurre l’utilizzo di input chimici di almeno il 10-30% (a seconda della coltura, della qualità del suolo e delle condizioni pedoclimatiche). Sulla base, quindi, dell’analisi del comportamento e della reazione delle popolazioni microbiche spontanee nei confronti dei nuovi microrganismi introdotti, i ricercatori del CREA potranno valutare l’efficacia dell’utilizzo di questi nuovi bio-prodotti in condizioni reali e fornire agli agricoltori opportune indicazioni sulle pratiche agronomiche più adatte per valorizzare la biodiversità dei loro suoli e alle Istituzioni un valido strumento sia per il controllo sia  per l’implementazione del contesto normativo in materia di fertilizzanti organici.

«Una delle maggiori sfide dell’agricoltura è produrre più cibo con meno risorse – spiega Stefano Mocali, ricercatore CREA Agricoltura e Ambiente e coordinatore del progetto - Può sembrare un obiettivo troppo ambizioso e difficile da raggiungere ma sotto ai loro piedi gli agricoltori hanno a disposizione miliardi di potenziali partner che possono aiutarli nell’intento: i microrganismi. Basta saperli valorizzare».

Indagine. Lo stato di salute del vino italiano a Denominazione d'Origine

Presentato l’Annual Report 2018, una puntuale fotografia sullo stato di salute dell’universo enoico a Denominazione d'Origine.





Presentato a Roma l’Annual Report 2018 di Valoritalia. Una vera e propria fotografia sullo stato di salute del vino tricolore di qualità scattata dalla società leader in Italia nelle attività di controllo sui vini DOCG, DOC e IGT, che a partire dal 2017 fornisce le principali indicazioni di carattere statistico sull’universo enoico a Denominazione d'Origine e sugli andamenti di settore.

In dettaglio i principali numeri contenuti nel report parlano di oltre 1,5 miliardi di bottiglie certificate per un controvalore di 6,3 miliardi di euro; 220 denominazioni controllate (171 DOP e 49 IGP), pari al 42% del totale nazionale per una quota sulla produzione che sfiora il 50%; 47mila campioni analizzati per circa 12mila verifiche (30% in cantina, il 70% in campo); più di un miliardo di contrassegni gestiti; 330mila determinazioni chimico analitiche effettuate con 2.812 commissioni di degustazione; 2.900 non conformità rilevate, delle quali poco meno di 300 classificate come gravi e segnalate all’ICQRF; oltre 350mila movimenti di prodotto con decine di causali diverse.

Come dichiarato dal Presidente di Valoritalia, Francesco Liantonio, i preziosi dati contenuti in questo studio sono il risultato di una decisa crescita professionale, organizzativa e culturale che in soli 10 anni dalla sua fondazione ha consentito alla società di affermarsi come il più importante player di riferimento nelle certificazioni dei vini di qualità. Un’attività, quella della certificazione, che rappresenta non solo il mezzo attraverso il quale verificare il rispetto delle norme e dei disciplinari, ma anche e soprattutto lo strumento posto a garanzia degli stessi produttori e dei consumatori. Per i primi, perché sanno di muoversi all’interno di un sistema di regole comuni a tutte le imprese che utilizzano quella specifica denominazione; per i secondi perché hanno l’assoluta garanzia che il vino a Denominazione d'Origine acquistato rispetti gli standard qualitativi previsti dal disciplinare.

Il Direttore Generale di Valoritalia, Giuseppe Liberatore ha precisato che sul piano generale l’intera viticultura italiana è stata indubbiamente condizionata da una vendemmia 2017 molto scarsa, con inevitabili riflessi sull’andamento di mercato di un consistente numero di denominazioni. Tuttavia, lo scorso anno si è verificata anche una netta inversione di tendenza, con un incremento di produzione sul 2017 pari a circa il 32%, ma con punte che in alcune IGT hanno superato il 50%. Più stabile è invece l’andamento riferito all’imbottigliato, che ha mostrato nel complesso un incremento medio dell’1,5%. In un quadro sostanzialmente positivo, quindi, mi preme sottolineare alcuni dati che ben sintetizzano le tendenze di mercato. Il primo è la conferma di un trend più che positivo per i vini bianchi e per gli spumanti, cresciuti tra il 2015 e il 2018 rispettivamente del 26% e del 24%. Il secondo, speculare al precedente, è la flessione dei vini rossi (-6%) e dei passiti (-24%). Infine, il terzo è la riprova del grande successo del “sistema Prosecco”, cresciuto in pochi anni del 27% e superando gli oltre 565 milioni di bottiglie nel 2018. Una vera locomotiva per tutto il Made in Italy.

Valoritalia è una macchina organizzativa che, con oltre 80mila operatori accreditati, è oggi in grado di gestire 5mila tipologie di vino appartenenti a 220 denominazioni distribuite su tutto il territorio nazionale, senza dimenticare le oltre 2.800 aziende certificate con gli standard del Biologico e di SQNPI (1.750 aziende biologiche e 1.055 certificazioni integrate) che completano il quadro sintetico delle sue attività. Il tutto supportato da un sistema informatizzato chiamato “Dioniso", che rappresenta una sorta di cruscotto operativo della società.

E a proposito di numeri in positivo, ma in questo caso in un’ottica aziendale, vale la pena ricordare che sul fronte del capitale umano Valoritalia conta oggi su una struttura composta da 212 dipendenti distribuiti in 35 sedi operative (+14 dipendenti rispetto al 2017) e una rete di oltre 1.150 collaboratori esterni. Un patrimonio di risorse che, abbinato a un programma di welfare aziendale finalizzato a promuovere il benessere dei lavoratori e ai continui investimenti in formazione e comunicazione, contribuisce a rendere quello applicato da Valoritalia un modello virtuoso e di riferimento.

“In questi anni - ha spiegato Liantonio - la nostra politica ha privilegiato l’assunzione di giovani laureati con elevata specializzazione e, allo stesso tempo, un’esatta suddivisione tra uomini e donne dal punto di vista numerico, della suddivisione delle mansioni e delle responsabilità. Due elementi significativi che ben riassumono la nostra volontà di premiare i tanti collaboratori competenti, senza i quali non sarebbe possibile gestire efficacemente il delicato e complesso lavoro della società”.

“Anche la comunicazione - ha concluso Liberatore - è parte attiva della nostra missione. Esattamente un anno fa abbiamo avviato una nuova stagione, pubblicando il primo volume del nostro Annual Report, il numero zero della nostra rivista ValoriMag e iniziato a promuovere la visibilità sui social, e per il futuro puntiamo a incrementare ulteriormente questi sforzi. Per questo motivo abbiamo deciso di affidare a Nomisma un’indagine, probabilmente la prima del suo genere in Italia, che analizzi la percezione del consumatore in merito alla certificazione dei vini. Uno studio che costituirà la base della nostra futura comunicazione”.

martedì 18 giugno 2019

Rai Cultura, Opera Lirica: Una lunga serata con Franco Zeffirelli. Aida, Butterfly e Bohème per onorare il grande regista

Nel giorno dei funerali di Franco Zeffirelli e per rendere omaggio al grande regista, scomparso la scorsa settimana, Rai Cultura cambia la propria programmazione dell’intera serata di martedì 18 giugno dalle 21.15 su Rai5, proponendo tre opere liriche firmate dal Maestro: Aida, Madama Butterfly e La Bohème.






Si comincia con Aida di Giuseppe Verdi nell’allestimento del Teatro alla Scala di Milano del 2006 con Riccardo Chailly sul podio e Orchestra, Coro e Corpo Di Ballo del Teatro alla Scala. Maestro del Coro Bruno Casoni. Tra gli interpreti, Violeta Urmana, Roberto Alagna, Ildiko Komlosi, Giorgio Giuseppini, Marco Spotti, Carlo Guelfi. Dell’opera sono protagonisti anche Luciana Savignano, Roberto Bolle e Myrna Kamara nella coreografia di Vladimir Vassiliev. Regia Tv di Patrizia Carmine.

Si prosegue con la Madama Butterfly di Puccini dall'Arena di Verona, diretta da Daniel Oren nel 2004. Maestro del Coro Marco Faelli. Le voci sono quelle di Fiorenza Cedolins, Francesca Franci, Mina Blum, Marcello Giordani, Juan Pons Carlo Bosi, Alessandro Battiato, Carlo Striuli, Angelo Nardinocchi, Giovanni Scordino, Veronica Simeoni, Maria Letizia Grosselli. La regia tv è firmata da George Blume.

Il trittico di opere con la regia di Zeffirelli si chiude con La Bohème di Puccini dal Teatro degli Arcimboldi nell’allestimento del 2003 con Orchestra e Coro del Teatro alla Scala. Maestro concertatore e direttore Bruno Bartoletti, maestro del Coro Bruno Casoni. Gli interpreti sono Marcelo Alvarez, Natale De Carolis, Matteo Peirone, Cristina Gallardo Domas, Roberto Servile, G. Battista Parodi, Angelo Romero, Hei-Kyung Hong e il Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala e del Conservatorio “G. Verdi” di Milano diretto da Alfonso Caiani. La regia televisiva è di Carlo Battistoni.

Dopo le tre opere, Rai5 ripropone anche l’appuntamento con la rassegna “Senato & Cultura” dello scorso aprile, quando il regista venne premiato dalla Presidente del Senato Elisabetta Casellati.

lunedì 17 giugno 2019

Promozione Made in Italy, Vinitaly e Ice allargano la mappa del vino italiano in Cina

Al via la seconda edizione del roadshow b2b organizzato da Vinitaly e Ice. Quattro le città interessate: Pechino (17 giugno), Zhengzhou (19 giugno), Xi’an (20 giugno) e Guangzhou (22 giugno). Un lavoro capillare per coinvolgere gli operatori professionali delle principali aree metropolitane a un’ora di treno veloce dalle sedi degli eventi.





Si allarga la mappa del vino italiano in Cina, grazie ad un lavoro di squadra tra Vinitaly e ICE che hanno dato vita alla seconda edizione del roadshow b2b in Cina, organizzato da Veronafiere, in collaborazione con il partner cinese Pacco Communication Group e con il supporto della rete ICE in Cina tramite l’iniziativa “I Love ITAlian Wines”.

L’edizione 2019, a cui prendono parte come espositori 55 aziende e importatori vinicoli di 12 province cinesi, coinvolge una città in più rispetto allo scorso anno e tocca nell’ordine Pechino (17 giugno), Zhengzhou (19 giugno), Xi’an (20 giugno) e Guangzhou (22 giugno).

Per ogni tappa è stata realizzata una capillare attività di promozione offline e online dalla sede di Veronafiere a Shanghai; lavoro rivolto agli operatori professionali del vino delle principali aree metropolitane a un’ora di treno veloce dalle sedi degli eventi: Tianjin, Dalian, Jinan, Shengyang per Pechino; Shijiazhuang, Jinan e Taiyuan per Zhengzhou; Lanzhou, Chengdu, Yichang e Wuhan per Xi’an; Changsha, Shenzhen, Guangxi, Foshan, Zhongshan e Dongguan per Guangzhou.
In ottica di marketing territoriale, inoltre, nel corso degli appuntamenti del roadshow vengono proiettati dei video girati dalla Fondazione Arena di Verona e da Enit-Agenzia nazionale del turismo

“Il vino del Balpaese ha bisogno di incrementare la propria posizione in un mercato della domanda strategico per il futuro, cresciuto del 106% negli ultimi cinque anni e che ha raggiunto lo scorso anno il valore record di 2,4 miliardi di euro, posizionando la Cina al quarto posto tra i paesi top buyer mondiali, a ridosso dei mercati consolidati degli USA, Germania e Regno Unito.  In questo contesto, Vinitaly è il brand forte del vino italiano in Cina, un marchio riconosciuto su cui stiamo costruendo Wine To Asia, nuovo salone internazionale del vino, la cui prima edizione è in programma nel 2020 a Shenzhen. L’obiettivo è quello di essere un riferimento permanente per il Far east, mercato che vale complessivamente 6,4 miliardi di euro, prossimo ad eguagliare quello del Nord America, e dove Vinitaly si candida a bandiera del made in Italy nell’Asia orientale, frutto di oltre vent’anni di lavoro e iniziative”, sottolinea Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere.

“Il vino è un settore trainante per il nostro agroalimentare in Cina in quanto rappresenta un terzo del totale delle esportazioni in questo settore – commenta l’Ambasciatore d’Italia a Pechino Ettore Sequi – Ci sono ovviamente ampi margini di crescita e per cogliere tali opportunità dobbiamo puntare su quelle che sono due parole chiave in questa fase in Cina: qualità e innovazione”.
“Voglio inoltre ricordare quanto ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Centinaio in occasione della sua recente missione in Cina e cioè che attraverso il vino promuoviamo non solo uno dei prodotti simbolo dell’Italia, ma anche i territori e le località dell’enogastronomia. Ciò ci consente di incrementare i flussi turistici verso il nostro Paese anche nella prospettiva dei prossimi importantissimi appuntamenti previsti nel 2020 e cioè il cinquantenario delle relazioni diplomatiche bilaterali e l’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina”, aggiunge l’Ambasciatore Sequi.

“Siamo sulla buona strada”, afferma Amedeo Scarpa, Direttore di ICE Pechino e coordinatore della rete ICE in Cina, " siamo saliti al quattro posto tra i fornitori e  dopo l'ottima performance del 2017 con un più 22 % in valore, anche il 2018 ha registrato una buona tenuta con l'Italia che ha fatto meglio dei concorrenti europei in un contesto di forte raffreddamento della domanda di vino importato, specialmente nell'ultima parte dell'anno, a causa degli stock che erano stati accumulati e delle incertezze derivanti dal conflitto commerciale con gli USA. A conferma della efficacia dell’azione promozionale multi-level che MISE e ICE hanno messo in campo intorno al claim “I Love ITAlian wines” e della sinergia sviluppata con partner di esperienza e qualificati come Vinitaly. Ad oggi abbiamo formato oltre 660 professionisti cinesi promotori del vino italiano in Cina, con 18 edizioni dei corsi in 12 città in 2 anni e raggiunto oltre 300 milioni di punti di contatto sul web cinese con il piano media “ITAlian wine: taste the passion!".

Formazione. Chianti Academy: come diventare esperti del vino Chianti docg

Vola in America Latina la Chianti Academy, la scuola per diventare esperti del vino Chianti docg. Il presidente del Consorzio Vino Chianti, Busi: “percorsi di formazione per aumentare le competenze di professionisti del settore e rafforzare la consapevolezza dell’alta qualità dei nostri prodotti”. Lo studio Wine Monitor Nomisma per Consorzio Vino Chianti: i rossi toscani Dop leader nelle esportazioni.





La Chianti Academy è la prima scuola dedicata a professionisti del settore per diventare esperti del vino Chianti docg, il percorso formativo già avviato in Cina fa tappa ora anche in America Latina. La scuola nasce in considerazione delle crescenti esportazioni di vini rossi Dop della Toscana, soprattutto nei paesi extra Ue e si inserisce di fatto in considerazione della necessità di un programma di promozione e valorizzazione lungimirante e strategico.

Secondo i dati emersi dalla ricerca Wine Monitor Nomisma per Consorzio Vino Chianti, si evince che l'export è in costante aumento ed in molti casi superiore alla media nazionale: dal 2013 al 2018 ha fatto registrare un più 17% negli Usa (più 12% il dato nazionale) e ben +47% in Svizzera (è del 16% la crescita italiana). Bene anche il Canada, con un aumento del 16% contro il 10% della media nazionale. La Toscana conquista la vetta della classifica per valore dei vini rossi esportati rispetto a quelli veneti e piemontesi nei principali mercati, compresi Giappone e Cina, con un valore nel 2018 pari rispettivamente a 14,2 milioni di euro e 10 milioni di euro. 

“Una fotografia che ci dà la misura e l’importanza che i vini Dop toscani hanno sul mercato internazionale - ha detto oggi alla presentazione del nuovo progetto, Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti -  e su cui costruire un programma di promozione e valorizzazione lungimirante e strategico. Proprio per consolidare la posizione acquisita e dare nuovo slancio ai progetti in corso in paesi dalle potenzialità interessanti, come la Cina, abbiamo avviato percorsi di formazione per aumentare le competenze di professionisti del settore e rafforzare la consapevolezza dell’alta qualità dei nostri prodotti”.
In Chianti Academy i partecipanti avranno l’opportunità di conoscere la storia e la cultura legata alla denominazione, la catena di produzione e le politiche di tutela del prodotto e naturalmente gli abbinamenti con il cibo, oltre che le strategie di marketing e di comunicazione del prodotto.

Le lezioni sono abbinate a degustazioni specifiche delle 30 diverse etichette del Consorzio rappresentative di tutte le tipologie esistenti. Dopo gli esami finali i partecipanti riceveranno la qualifica di Chianti Wine Expert rilasciata dal Consorzio Vino Chianti.

Alla prima edizione in Cina sono stati 240 gli studenti iscritti nelle quattro città coinvolte: Shenzhen, Guangzhou, Shanghai e Beijing.

venerdì 14 giugno 2019

Enoturismo, Percorsi: alla scoperta dell'Abruzzo del vino e della cultura

“Percorsi” è una piattaforma online che dà l’opportunità di scoprire la Regione verde d'Europa attraverso itinerari tematici andando alla ricerca, bicchiere dopo bicchiere, di nuove cantine e curiosità.     





Bellezza, storia, natura, paesaggio e vino: elementi inscindibili quando si parla di Abruzzo, un territorio tuttora inesplorato dove queste combinazioni hanno trovato una perfetta espressione. Sono infatti circa duecento le cantine che si trovano sparse nell’eterogeneo paesaggio abruzzese segnato dal lavoro dell’uomo, tra mare e montagne, vigne e colline, disseminate dalla Costa dei Trabocchi alle alture aquilane. Un circuito ideale assolutamente da vedere e da vivere.

Così il Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo, con il supporto tecnico dell'agenzia Circle Studio, ha dato vita ad un progetto di sistema per promuovere e sostenere percorsi turistici capaci di coniugare le attrattive culturali, artistiche e naturali regionali con l'accoglienza delle cantine abruzzesi. Nasce così Percorsi, una piattaforma online che dà l’opportunità di scoprire la Regione verde d'Europa attraverso itinerari tematici andando alla ricerca, bicchiere dopo bicchiere, di nuove cantine e curiosità.

Il sito www.percorsi.vinidabruzzo.it vuole essere un innovativo biglietto da visita dell’Abruzzo, che mette a disposizione dei turisti in viaggio sulle strade della regione informazioni turistiche e contenuti artistici e culturali di qualità in un’unica piattaforma online, intuitiva, di fruizione immediata. È sufficiente connettersi per navigare il ricco sottomenu che per ciascun itinerario offre una presentazione con la descrizione della strada e del territorio con le principali località presenti nel percorso; illustra eremi, monumenti, musei, chiese da visitare con riferimenti e indicazioni stradali; un elenco delle cantine con indirizzi e recapiti aziendali e il tipo di servizio che offre ogni struttura (degustazione, ristorazione, vendita al dettaglio, pernottamento, visita in cantina e visita in vigneto); suggerisce dove mangiare con un elenco di ristoranti della zona. Ogni percorso è corredato, insomma, da tutti quei riferimenti ambientali, storici e culturali indispensabili per comprendere e vivere al meglio il territorio e i suoi prodotti, con le dritte dei produttori.

Per il momento sono 10 gli itinerari turistici a disposizione, ai quali presto se ne aggiungeranno altri, ognuno declinabile e adattabile alle esigenze e agli interessi del singolo utente che può utilizzare diversi filtri (mare – montagna – avventura – cultura – relax – natura) per scegliere quello più congeniale alle proprie richieste. La mappa dell’area geografica di riferimento all’interno del sito, per la geolocalizzazione dei punti di interesse turistico delle località attraversate, ne facilita l'utilizzo da parte dei fruitori. Per ora, dunque, si potrà scegliere tra l'Abruzzo delle origini: storia e cultura; Chieti città d'arte; alla scoperta della Costa dei Trabocchi; esplorando la Val Vibrata; gli eremi d'Abruzzo; il Pescara dal mare alle sorgenti; guardando la Majella; il Teramano delle chiese e delle cascate; le meraviglie aquilane; tra scienza e natura.

“Oggi i turisti si affidano spesso a community, portali on line e app per pianificare le tappe del proprio viaggio, in cerca di itinerari ed esperienze fuori dal comune – spiega il Presidente del Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo Valentino Di Campli – “Percorsi” vuole diventare infatti un punto di riferimento per visitatori, turisti, operatori pubblici e privati in grado di diffondere la conoscenza dei luoghi e degli itinerari turistici, favorire la ricettività delle cantine, promuovere gli eventi, il territorio”.

Il turismo legato all’enogastronomia, turismo enogastronomico o enoturismo, in Italia risulta essere in forte crescita. Sono triplicati negli ultimi cinque anni gli italiani che fanno acquisti direttamente in cantina (vendita diretta), dal contadino, nelle fattorie o nei mercati degli agricoltori dove è stato raggiunto il record di 15 milioni di presenze nel 2015.

“Questo sito”, aggiunge Di Campli, “rappresenta quindi solo la prima tappa di un “percorso”, finalizzato a strutturare un'offerta turistica sempre più organica legata alle aziende vitivinicole”.

“Il turismo enogastronomico rappresenta infatti una straordinaria opportunità per favorire la promozione della nostra Regione e un'occasione di comunicazione del proprio brand e fidelizzazione del cliente per le nostre cantine”, sottolinea l'assessore regionale all'Agricoltura Dino Pepe, “Il trend molto positivo degli ultimi anni in questo settore conferma che favorire l’incontro diretto tra i vignaioli e clienti all’interno delle aziende, permette di valorizzare ancor di più i prodotti locali, stabilendo un filo diretto tra la qualità del vino ed il proprio territorio d’origine. Inoltre, chi visita un’azienda è più propenso a mantenere i contatti con essa, ad acquistare i suoi prodotti e a comunicare ai propri amici l’esperienza vissuta. Bellezze naturali, prodotti di qualità ed ospitalità sono e saranno un ottimo volano per promuovere l’Abruzzo in tutto il mondo”.

Agroalimentare: il ruolo delle università, tra didattica e ricerca per lo sviluppo sostenibile

Quando l’università pensa sostenibile. Didattica, ricerca e innovazione nel settore agroalimentare per l’Agenda 2030. Il convegno presso l'Orto Botanico di Roma.





Si terrà lunedì 17 giugno alle 14.30, presso il Museo Orto Botanico, la prima giornata del convegno “Lo Sviluppo Sostenibile: Didattica, Ricerca & Innovazione nel campo agroalimentare per l’Agenda 2030”. L’evento, organizzato da Sapienza Università di Roma, FAO e Segretariato Italiano di PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), vuol essere momento di riflessione sul ruolo delle università, tra didattica e ricerca, nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Il Convegno, di fatto in linea con il “Manifesto delle Università per la Sostenibilità”, documento condiviso da 75 università il 30 maggio scorso a Udine, sarà l’occasione per un confronto sulla diffusione dei saperi attraverso risorse open-access, i sistemi di accreditamento e certificazione dei percorsi formativi e delle conoscenze, i corsi on line Mooc.

Il dibattito si inserisce nel quadro di una più vasta riflessione sullo sviluppo di una didattica innovativa che in Sapienza sta interessando i corsi di studio in Biotecnologie agro-industriali, Scienze e tecnologie alimentari, Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale, Tecnologie e gestione dell’innovazione e Scienze del turismo, Scienze, culture e politiche gastronomiche per il benessere.

In questa prospettiva, verranno illustrati le potenzialità e i risultati della collaborazione tra istituzioni pubbliche e private come il Gruppo di lavoro sui sistemi agroalimentari sostenibilità della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane), Fondazione Barilla, Sustainable Development Solutions Network (Sdsn), Sdg Academy e l'Università di Siena e del partenariato che Sapienza e la Fondazione PRIMA hanno con la FAO.

All'evento, che si concluderà martedì 18 giugno, parteciperanno i maggiori esperti del settore. Ad aprire i lavori saranno i saluti del Rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, a cui seguiranno i contributi di Fabio Attorre, Direttore dell’Orto botanico; di Maria Maddalena Altamura, Direttrice del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza, di Bruno Botta prorettore alle Relazioni internazionali della Sapienza e da Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA e docente dell’Università di Siena.

Saranno, inoltre, presenti i giovani vincitori, con il progetto “LUISA Storytelling”, dell'Hackathon per gli Sdgs, evento tra innovatori organizzato da Fao, PRIMA e Future Food Institute nell’ambito di Exco 2019, la prima fiera della cooperazione internazionale”. Luisa è una piattaforma di sensibilizzazione ai temi della sostenibilità che, a prescindere dall'età e dalla scolarizzazione, attraverso storie concrete ha lo scopo di raggiungere gli obiettivi dell'agenda 2030. La prima di queste storie è ispirata a Luisa Guidotti Mistrali, medico missionario, uccisa nel 1979 mentre svolgeva il suo lavoro in Africa e dà il nome alla piattaforma.

Nel corso della due giorni verrà, infine, illustrato il programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), che, con la sua azione, promuove la collaborazione tra i Paesi della costa nord e sud del Mediterraneo per la gestione efficiente delle risorse idriche, agricoltura sostenibile, catena del valore alimentare, anche nella prospettiva del cambiamento climatico e delle migrazioni. In particolare sarà illustrato lo studio dell’Università di Siena AgriFoodMed Delphi 2019, che tra l’altro, indica le aree di policy sulle quali gli esperti ritengono che sia fattibile e urgente intervenire, fornendo una agenda delle priorità a breve e medio termine.

 “Questo appuntamento riveste una grande importanza soprattutto perché mette in evidenza il ruolo che il mondo delle università può svolgere in un processo di salvaguardia ambientale e di sostenibilità per il pianeta. Mettere a servizio di questo processo le competenze interne delle università e la valorizzazione dell’educazione universitaria per la sostenibilità sono un impegno ma anche un dovere per la Sapienza.  E’ importante sapere che alleati importanti come la FAO e il Segretariato italiano della Fondazione PRIMA ci accompagnano.” Ha detto il Rettore Sapienza Università di Roma Eugenio Gaudio

Cesare Manetti del Dipartimento di Biologia ambientale ha evidenziato che “L'adozione di un approccio sistemico multidisciplinare per la definizione di nuovi percorsi di sviluppo è la vera sfida per l'attuazione dell'Agenda 2030: questo realmente corrisponde oggi allo "Sviluppo Sostenibile".  Per attuare questo cambiamento è indispensabile pensare ad una nuova didattica, dalle scuole primarie all'università, che non solo includa le parole chiave, che abbiamo imparato ad utilizzare in questi anni (risparmio energetico, economia circolare, lotta allo spreco alimentare, alimentazione sana, dieta mediterranea,... ) in corsi specifici, ma si basi su esperienze che creino una nuova rete di connessione tra saperi "iperspecialistici" e territorio per far emergere reali soluzioni transdisciplinari.  Mescolare didattica tradizionale e risorse open access disponibili in rete, mettendo in contatto studenti di corsi diversi, che condividono analoghi strumenti multimediali, può essere la chiave per diffondere questa visione”.

"La FAO è estremamente lieta di promuovere gli obiettivi universali dell’Agenda 2030, per lo sviluppo sostenibile nel campo agroalimentare, e di organizzare questo evento con due partner d'eccellenza: l’Università La Sapienza di Roma e la Fondazione PRIMA. Inoltre, la FAO considera fondamentale il coinvolgimento di tutti gli attori della società per il raggiungimento di questi obiettivi e il ruolo cruciale dell’università come catalizzatore di innovazione”. Ha detto Cristina Petracchi, Partnership Division of the Food and Agriculture Organization of the United Nations FAO

Il Prof. Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA, ha sottolineato che "Il ruolo delle Università è essenziale sia per la creazione di un sistema di valori alla base di un uso efficace dell'innovazione, sia per la produzione stessa di innovazione in settori, come quello agroalimentare, che sono particolarmente esposti alle criticità dovute al cambiamento climatico e alle tensioni sociali. Il Programma PRIMA, attraverso il finanziamento alle attività di ricerca e innovazione nel settore agroalimentare e idrico del Mediterraneo e all’ampio coinvolgimento del mondo accademico all’interno dei vari Progetti, assegna alle Università un ruolo centrale nell’ambito della rete di attori che agiscono per lo sviluppo sostenibile, favorendo lo scambio di conoscenze e la cooperazione multilivello".