venerdì 31 ottobre 2014

AUTOCHTONA 2014: I Vincitori

AUTOCHTONA 2014 "Autoctoni che passione!", ecco i nomi dei vincitori
Nel corso della 11esima edizione della manifestazione sono stati assegnati gli "Autochtona Awards" ai top wine presenti. Sei i vini premiati dalla giuria su oltre settanta etichette



Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Campania. Rappresentano l´Italia da nord a sud le etichette vincitrici degli "Autochtona Awards", i preziosi riconoscimenti assegnati ieri, martedì 21 ottobre, al termine della rassegna "Autoctoni che passione!", il tradizionale appuntamento degustativo che si è svolto durante la manifestazione Autochtona, il Forum nazionale dei vini autoctoni di Fiera Bolzano.

Un compito non facile quello della giuria, presieduta quest'anno dalla giornalista statunitense Christy Canterbury, una delle sette donne Master of Wine degli Stati Uniti, che ha decretato i top wine 2014 tra un parterre di oltre 70 etichette in degustazione.

Partendo dal Piemonte, il premio Miglior Vino Rosso è andato al Fara "Vigna di Sopra" dei Vigneti Valle Roncati dell'azienda agricola Bianchi Cecilia. E' volato in Veneto l'award nella categoria Miglior Vino Dolce, assegnato al Breganze Doc Torcolato 2010 della Cantina Beato Bartolomeo Breganze. Il premio Migliori Bollicine è andato invece alla nuova etichetta emiliana di Cantina della Volta, Lambrusco di Modena Spumante Doc Brut "Trentasei": originaria di Bomporto, in provincia di Modena, l'azienda vitivinicola si è aggiudicata questo riconoscimento per il secondo anno consecutivo.

Scendendo più a sud, le Marche si aggiudicano il podio del Miglior Vino Rosato con il "Pinko Nero" Montepulciano 2013 della cantina Angeli di Varano. La Cantina campana Fosso degli Angeli ha ottenuto invece il riconoscimento per il Miglior Vino Bianco con la Falanghina del Sannio "Maior" 2013. Il Premio Speciale Terroir, tradizionalmente assegnato all'etichetta che meglio rappresenta l'espressione del vitigno legato al suo territorio di riferimento, è andato infine al Friuli Venezia Giulia con il Piculit Neri 2013 di Bulfon - I Vini di Emilio Bulfon.

L'appuntamento "Autoctoni che passione!" ha chiuso questa 11esima edizione di Autochtona confermandosi una iniziativa di alto spessore, con proposte di alta qualità che spaziano da produzioni biologiche a biodinamiche fino a vitigni rari e preziosi. Ad affiancare la presidentessa di giuria Christy Canterbury, nell'ordine troviamo: Pierluigi Gorgoni (Guida l'Espresso e Spirito diVino); Alessandro Franceschini (Spirito diVino); Alessandra Piubello (Spirito diVino); Filippo Gastaldi (Vinarius); John Brunton (The Guardian); Fabio Pracchia (Slow Wine); Ekaterina Shibakina (Marin Express, uno dei principali distributori di vino in Russia).

Per "Tasting Lagrein" la giuria presieduta da Christine Mayr - Presidente di AIS Alto Adige - ha assegnato i "Lagrein Award": ad aggiudicarsi i riconoscimenti Miglior Lagrein e Miglior Lagrein Riserva sono stati rispettivamente l'etichetta Gran Lareyn 2012 di Tenuta Loacker e Lagrein Gries Kristan Riserva 2011 di Egger-Ramer.

Produttori Lazio Terra Madre ed il Salone del Gusto

Successo di pubblico e soddisfazione dei produttori del Lazio: bilancio positivo per la 10a edizione di Terra Madre ed il Salone del Gusto
Oltre 2.000 persone hanno potuto prendere parte ai laboratori gratuiti organizzati nell’accogliente stand del Lazio, allestito al padiglione 3 del  Salone del Gusto - Terra Madre a Torino, grazie al supporto di Regione Lazio, Arsial, Unioncamere Lazio, Camere di Commercio di Roma, Viterbo e Frosinone e della Provincia di Roma, con un ricchissimo programma che ha visto più di 30 appuntamenti tra assaggi e degustazioni guidate, incontri tematici, presentazioni di progetti e iniziative, laboratori del gusto e show cooking




Protagoniste le migliori espressioni enogastronomiche del Lazio, ma anche i tanti produttori che hanno avuto occasione di raccontarsi alla stampa ed al pubblico interessato, consentendogli di scoprire una Regione inattesa, fatta di grandi valori alimentari, capace di mille sorprese.

Dall’olio extravergine, ai salumi, passando per i dolci antichi ed i formaggi, ma anche i distillati della tradizione, i pani artigianali realizzati secondo sapienti disciplinari, le birre artigianali insieme alle conserve e ai legumi, così diversi tra loro seppur provenienti dalla stessa Regione.

Coinvolti e valorizzati i prodotti ‘storici’ e i Presìdi, veri ‘baluardi’ a difesa delle tradizioni nostrane, delle nostre terre e dei nostri mari, come il Caciofiore della Campagna Romana, la Susianella di Viterbo, la Tellina del Litorale e la Marzolina.  

Per la prima volta presentati e ampiamente raccontati i cinque nuovi Presìdi regionali: Fagiolina di Arsoli, Lenticchia di Rascino, Fagiolone di Vallepietra, Giglietti di Palestrina e i Chiacchietegli di Priverno.

Focus che hanno incantato il pubblico quelli sui formaggi e salumi di bufala; produzioni di liquori, cioccolato, conserve, gelati e dolci tradizionali; prodotti della campagna romana; Tiella di Gaeta; Coniglio verde Leprino della Tuscia; Gnocco Riccio di Amatrice con la sua amatriciana.

Cuochi di Terra Madre e del progetto ‘Alleanza Cuochi-Slow Food’, insieme ad alcune ‘Osterie d'Italia’ si sono impegnati al meglio per far vivere una vera esperienza sensoriale agli intervenuti nelle degustazioni, incuriosendo non poco tutti gli ‘amici’ del Lazio che sono venuti a visitare l’area istituzionale.

Grande successo e tanto interesse anche per il laboratorio del Gusto dedicato alla  Archeogastronomia, durante il quale le ricette dalle antiche tavole romane hanno preso vita, in sapori e gusti, ma anche in versi, con citazioni di antichi poemi.

Acqua di Fiuggi, Consorzio Sabina DOP e Caffè Haiti, così come le Strade dei vini regionali, l’Enoteca della Tuscia e il Consorzio Frascati, hanno sostenuto l’intero programma con i loro prodotti, riscuotendo sinceri apprezzamenti.

Chi non è potuto essere presente a Torino, può ‘gustarsi’ comunque le foto più belle del Salone all’indirizzo www.slowfoodlazio.it  ed incontrare virtualmente tutti i protagonisti dell’area istituzionale c
on un ‘mi piace’ sulla pagina istituzionale Facebook di Slow Food Lazio.

“Questo Salone del Gusto-Terra Madre 2014 – commenta Stefano Asaro, presidente di Slow Food Lazio - ha segnato una tappa fondamentale per presentare la grande identità e biodiversità alimentare della nostra regione, nonché per radicare lo spirito delle Comunità del Cibo al viaggio dell'Arca del Gusto, sulla quale abbiamo fatto salire tanti nostri prodotti buoni, puliti e giusti. I territori del Lazio, attraverso le voci e i volti dei produttori, sono divenuti protagonisti portando un valore aggiunto inestimabile a questa edizione dell'appuntamento torinese. Slow Food Lazio ha saputo impegnarsi con successo anche oltre lo stand istituzionale: sia nel proprio spazio, dove si sono alternate iniziative di grande valore, legate alle attività regionali, a progetti educativi, all'incontro con artigiani del cibo e Comunità di Terra Madre; sia nel grande padiglione del MIPAAF, il cui allestimento è nato proprio dalla progettazione e dalle idee di un gruppo Slow Food Lazio, che ha svolto ogni giorno splendidi incontri con i bambini e gli adulti, di grande coinvolgimento tematico e umano; sia con gli interventi in qualità di relatori negli importanti convegni previsti nella manifestazione; sia nel proporre menù nello spazio dell’Alleanza dei Cuochi. Desidero ringraziare di cuore tutti quelli che hanno fatto di questa esperienza un momento speciale e vincente, dalle istituzioni ai tanti volontari slow, uniti nel dare spazio e onore ai territori regionali”.

Confermato per la manifestazione Internazionale il trend positivo dei visitatori sempre più interessati e attenti, tante le scolaresche presenti, che dal 23 al 27 ottobre ha visto la partecipazione di oltre 200mila visitatori, quasi un terzo dei quali proveniente dall’estero e per il primo anno un grandissimo incremento di nuovi tesserati Slow Food Italia.


SCIUR di Nino Negri

Nasce in Valtellina il vino totalmente sostenibile fatto con gli ingegneri del Politecnico
"Sostenibile, concreto, innovativo, unico e responsabile": ecco SCIUR, il nome del nuovo vino “globalmente sostenibile” e del progetto enologico della cantina Nino Negri


La cantina valtellinese Nino Negri, che fa parte del Gruppo italiano vini, lancia ‘Sciur’. Un nuovo vino, improntato alla sostenibilità globale. L’idea è nata dall’enologo Casimiro Maule e da Giacomo Mojoli di Slow food, con la collaborazione di 20 studenti del Politecnico di Milano. 

Per la produzione di Sciur si usano solo concimi naturali, si riducono nettamente i solfiti e si ricorre all’eco-packaging. Inoltre si persegue un obiettivo di responsabilità sociale, come la tutela dei muretti a secco, tipici della Valtellina, attraverso un progetto per l’apprendimento delle tecniche di mantenimento e costruzione (anche con la devoluzione di un euro per ogni bottiglia venduta). 

Sciur, il cui profilo sensoriale ricorda il vitigno tipico della zona, il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca, nasce da quattro ettari di vigne impiantate nel 1996 in zona Fracia, che producono solo 15mila bottiglie di vino. 

“Non abbiamo semplicemente prodotto un vino ma ci stiamo impegnando per salvaguardare e valorizzare il territorio, l’ambiente, la cultura e la storia”, questa la dichiarazione di Casimiro Maule riportata sull’etichetta.

Da sempre la Nino Negri punta su ricerca, innovazione e esperienza, per scommettere con precisione e lungimiranza sul futuro. Come negli anni Ottanta lo Sforzato 5 Stelle rappresentò per la Valtellina e per il suo territorio un vero e proprio ciclone culturale nel know how enologico e vitivinicolo del comparto, un modello strategico che influenzò positivamente il concetto di qualità e il profilo sensoriale e organolettico del vino, così Scìur nasce dalla voglia di proiettare in avanti un’intuizione, promuovere un certo tipo d’enologia che sia capace di pre-figurare ciò che si avrà intenzione di fare in avvenire. 

Ricerca e innovazione sono le parole chiave di questo percorso che poggia sull’idea guida di un brillante connubio tra la tradizione del territorio e un approccio metodologico nuovo alla viti-enologia che, nel nostro caso, si pone come elemento di connessione e dialogo tra cultura del fare e cultura del progetto.

Sciur è un’ibridazione di conoscenze professionali, una rete di relazioni complesse che, proprio attraverso il lavoro pratico d’adempimento del prodotto finale (in vigna, in cantina, nella comunicazione, nel marketing, nel packaging, nel nome e nell’identità, nel rapporto sociale con il territorio…) si è trasformato in piattaforma di scambio.

Pertanto, oltre ad un approfondito e dialettico lavoro di squadra svolto tra l’ambito agronomico e quello tecnico di cantina, l’ideazione di Sciur ha visto il fattivo coinvolgimento di giovani designer, italiani e stranieri, di docenti universitari del Politecnico di Milano e della Scuola del Design, di manager, esperti di marketing e della comunicazione. 

Un laboratorio, un progetto dentro cui ricercare una nuova prospettiva per la Valtellina vitivinicola e il suo territorio. Non è un caso se Sciur dialoga con il Polo di Formazione Professionale Valtellina nel progetto di stage per giovani muratori, trasferendo le tecniche e la cultura storica per il mantenimento e la costruzione dei muretti a secco.

Sono 5 i termini individuati, fortemente carichi di significato e di valore strategico, espliciti per il loro senso, suggestivi e nonché virtuosi, per quanto implicano dal punto di vista pratico e culturale.

Sostenibile – Concreto - Innovativo – Unico – Responsabile

Un “lavoro” di ieri fatto con la testa e le mani di oggi, le cui tracce sono sparse tra le vigne valtellinesi e nei vini che l’enologo Casimiro Maule ha realizzato in passato. “Non abbiamo semplicemente prodotto un vino, ma ci stiamo impegnando per salvaguardarne e valorizzarne il territorio, l’ambiente, la cultura e la storia” (Casimiro Maule) 


Per ulteriori informazioni: Tiziana Mori, tel.045.6269600/340.0635680 – t.mori@giv.it

CONSORZIO DEL BRUNELLO DI MONTALCINO

CONSORZIO DEL BRUNELLO DI MONTALCINO: Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente
Il settore vitivinicolo è una delle colonne portanti della produzione e dell’esportazione agroalimentare italiana e i vigneti sono una delle com­ponenti principali del paesaggio agrario del nostro paese



Oggi più che mai i produttori, spinti da un consumatore sempre più interessato all’impatto ambientale dei prodotti che porta sulla propria tavola, sono chiamati a prestare attenzione all’ambiente in cui operano, anche per continuare a competere sui mercati internazionali. Promuovere la sostenibilità nella gestione e nella protezione dell’ambiente rurale e del paesaggio agrario in ambito vitivinicolo diventa quindi un elemento fondamentale del lavoro delle aziende e dei Consorzi di Tutela.

Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è da sempre in prima linea nel proteggere e preservare un territorio che dal 2004 è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO “questo appuntamento vuol essere un contributo fattivo, positivo e concreto al dibattito sul Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana, che ha visto alcuni malintesi e forzature sul concetto di sviluppo economico e tutela del paesaggio – ha commentato il Presidente Fabrizio Bindocci. Il territorio di Montalcino è in connubio viscerale ormai da secoli con quello paesaggistico e i suoi produttori lavorano alacremente per preservare e difendere questa terra poiché sanno che la forza della loro economia è data dall’unione di due elementi: il rispetto del territorio e lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile. L’essere riusciti nel tempo a mantenere e tutelare questo equilibrio ha fatto sì che crescesse un sistema virtuoso che ha contribuito alla rinascita economica nel rispetto e valorizzazione del paesaggio”.

Proprio per questo il Consorzio ha deciso di organizzare un seminario sul tema insieme all’ente di certificazione DNV GL, che con il Ministero dell’Ambiente e un pool di università e centri di ricerca, ha sviluppato il progetto V.I.V.A. (Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente), mettendo a punto indicatori di misurazione della performance di sostenibilità specifici per il settore, a cui le aziende possono far riferimento per valutare il proprio impatto ambientale e socioeconomico e pianificare di conseguenza azioni riduttive e correttive.

“Gli indicatori sono quattro: aria, acqua, vigneto e territorio” – spiega Franca Ballaben, Food & Beverage Sales Responsible Area Firenze di DNV GL. “Per ciascuno è stato predisposto un disciplinare tecnico che definisce le metodologie di monitoraggio e i sistemi di controllo che le aziende vitivinicole devono adottare per mantenere livelli qualitativi in linea con i principi della sostenibilità. Solo quelle che rispettano i valori stabiliti dal disciplinare per ciascun parametro possono, dopo verifica di terza parte, fregiarsi dell’etichetta VIVA direttamente in bottiglia, informando i consumatori che quello che si apprestano a stappare è un vino sostenibile”.

Contact: caprioli@mailander.itc.ferraro@mailander.it

VINÒFORUM TRADE

Al via il VINÒFORUM TRADE: primo business meeting internazionale dedicato al mondo del vino
Dal 9 al 12 novembre apre i battenti all’interno degli spazi di Fiera di Roma Vinòforum Trade il primo business meeting internazionale interamente pensato e dedicato al mondo del vino che andrà ad arricchire l’offerta di Tirreno, l’appuntamento rivolto al trade dell’ospitalità. Il cuore del progetto è centrato sull’incontro tra produttori e buyer nazionali e internazionali che attraverso un’agenda di incontri personalizzata, potranno confrontarsi sulle opportunità offerte dai mercati



Sono tre motivazioni principali ad accomunare le aziende che hanno confermato la propria partecipazione a Vinòforum Trade. In prima istanza la necessità di aprirsi ulteriormente all’estero in considerazione della situazione congiunturale in Italia caratterizzata da un mercato in contrazione a seguito della riduzione dei ritorni dall’HoReCa e da una GDO dove la competizione è sempre più accesa. 

Il focus delle aziende espositrici è sui mercati asiatici, difficili da approcciare sia per i vincoli doganali sia per l’abilità commerciale, ma talvolta l’inaffidabilità, che contraddistingue i negoziatori locali. Altri mercati molto promettenti si confermano il Nord Europa e l’Est Europa. Segue la consapevolezza dell’importanza di arrivare preparati sui nuovi mercati “Ogni realtà ha le sue specificità, ad esempio nell’Est Asiatico conta la notorietà del brand e la tipologia del vino mentre negli Stati Uniti contano i punti sulle guide”. Un ruolo di primo piano in questo contesto secondo gli espositori è svolto dall’ assicurazione del credito in grado di tutelare lo sviluppo dell’export in sicurezza.

Infine importante stimolo alla partecipazione è la creazione di nuove relazioni commerciali in un contesto dedicato con focus sulle relazioni umane perché la fiducia è ancora alla base di ogni business. La valenza strategica della partecipazione alla fiera sta nell’organizzazione di un calendario serrato di appuntamenti ed incontri con gli interlocutori rilevanti per il proprio business per stabilire relazioni commerciali che si traducano in vantaggiose opportunità. 

“Le Fiere del settore sono un must per mantenere i contatti mentre le start up possono svilupparne di nuovi”. In questo contesto la realizzazione di una piattaforma tecnologica permetterà ad ogni azienda di pianificare preventivamente appuntamenti con i buyer profilati provenienti dai mercati di maggiore interesse. Vinòforum Trade garantirà così un significativo ed efficace numero di incontri operativi per ogni azienda, favorendo un’attività commerciale concreta.


Enogastronomia&Web

Enogastronomia&Web: la giusta scelta del dominio 
Il web è sempre più importante, anche per il business dell’enogastronomia. E tanti hosting provider, come Ovh, n. 1 in Europa, consentono di prenotare i nuovi domini .wine e .vin, ma anche .pizza, .menu, .restaurant, .bar, .beer e così via ...



Almeno l’82% degli italiani di età compresa fra i 14 e i 74 anni, cioè oltre 38 milioni di individui, sono connessi a Internet e quindi potenziali Web-Shopper. Il numero delle operazioni di e-commerce cresce in modo esponenziale e, secondo i dati “Assintel Report 2014”, nel 2014 il business in rete toccherà un volume di affari di 19 miliardi di euro. Ecco perché diventa sempre più fondamentale “targettizzare” la propria offerta e il proprio portale.

In attesa del via libera definitivo dell’Icaan, l’ente americano che gestisce la concessione dei domini, dopo la querelle avanzata dalle organizzazioni di rappresentanza del mondo del vino, in primis l’Efow (European Federation of Origin Wine, www.efow.eu), per i possibili danni, alle denominazioni, che potrebbero derivare da uso improprio di domini come .wine e .vin, ancora non definitivamente conclusa, c’è chi continua a proporre la possibilità di prenotare tante nuove estensioni, di cui molte legate al wine & food, Come Ovh, hosting provider n. 1 in Europa, registrar di oltre 3,5 domini nel mondo, che ha messo in prenotazione oltre 250 nuove estensioni, tra cui le stesse .wine e .vin, ma anche .bar, .beer, .cafe, .coffee, .cooking, .eat, .food, .menu, .organic, .pizza, .recipes, .rest, .restaurant, .soy, .thai, .vodka e così via.

Domini che possono “fare gola” a chi lavora con l’e-commerce, ai professionisti del settore, ma anche ai tanti appassionati di ricette, per esempio che pubblicano le loro preparazioni preferite in rete o, ancora, ai food blogger e ai ristoratori, ai Consorzi a tutela di prodotti a denominazione o alle cantine.


Info: http://www.ovh.it/domini/new-gtld/#/preBookingDomainNames


fonte winenews

Consorzio tutela vini Igt Emilia

Riconosciuto il Consorzio tutela vini Igt Emilia
Con decreto Mipaaf del 6 ottobre 2014
Con decreto del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali del 6 ottobre 2014, pubblicato sulla Gu n. 252 del 29 ottobre 2014, è stato riconosciuto il Consorzio di tutela vini Emilia ed è stato affidato l’incarico a svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi di cui all’articolo 17, comma 1 e 4 del decreto legislativo 8 aprile 2010, n. 61, per la Igt Emilia


Il Consorzio di tutela vini di tutela vini Emilia ha sede legale in Modena, via Virgilio 65. L’incarico conferito ha durata di tre anni a decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

La denominazione “Emilia” o “dell’Emilia”, preceduta dal nome del vitigno ha avuto origine nei primi anni del novecento ed assume una importanza  quantitativa di grande rilievo nella zona emiliana riconducibile alle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna. 

Con l’uva dei vitigni emiliani si preparano da oltre 50 anni vini molto ricercati e diffusi in commercio, proposti al largo consumo nella tipologia frizzante, dotati di una certa finezza, di basso grado alcolico, leggeri, caratterizzati da profumi netti e gradevoli.

Grazie a queste caratteristiche in grado di soddisfare le esigenze e le aspettative dei consumatori i vini ad Indicazione Geografica Protetta “Emilia” o “dell’Emilia” hanno dato origine a un consistente distretto socioeconomico costituita da numerosi produttori viticoli affiliati alle cantine sociali cooperative di prima  trasformazione e da una significativa presenza di aziende di elaborazione e di imbottigliamento.

L’umile champagne dell’Emilia-Romagna. Così negli anni ’50 Mario Soldati descriveva il lambrusco nel suo indimenticabile “Vino al vino”. Da allora tante cose sono cambiate, ma il lambrusco, sempre per citare Soldati, resta quel vino che nella grande maggioranza dei casi, si crede di conoscerlo, e invece lo si ignora. La forza di questa storia però è proprio in quell’avere attraversato il tempo proteggendo dalla ribalta la sua anima contadina.

Il legame con la terra è l’arma in più che questo vino ha recuperato dal passato, è l’occasione per essere coinvolti in una comunità che riesce a fare festa nascosta tra le leggendarie nebbie della provincia. E che protegge una filiera unica al mondo per varietà e qualità, ostinatamente tramandata per generazioni, una machina memorialis per dirla con Alessandra Meldolesi, dove il Ricordo compone una biografia, da un produttore al successivo, a ritroso sin dove si può. E qui, con il lambrusco, la filiera arriva talmente indietro da consegnare al presente una famiglia di viti “brusche” diverse da tutte le altre, uniche e certamente inimitabili.

In bocca al lupo




giovedì 30 ottobre 2014

Cooking for Art 2014

A Roma, a caccia di qualità con Cooking for Art        
Nuova edizione, sotto gli auspici del Touring, per l'evento che promuove gli chef under 30. E non solo loro...
I migliori chef, i migliori alberghi, il migliore street food, i migliori prodotti di qualità. Con Cooking for Art – nell'originale cornice delle Officine Farneto di Roma, gli ex Magazzini di casermaggio al Foro Italico (via dei Monti della Farnesina 77) – dal 1° al 3 novembre si dà nuovamente convegno il meglio della gastronomia italiana in un evento organizzato da Witaly e Luigi Cremona, autore da 20 anni della Guida Touring Alberghi e Ristoranti



RICETTE AD HOC PER L'EVENTO
Dopo il successo delle scorse edizioni, negli spazi delle Officine Farneto sono presenti sia aziende vinicole ed agroalimentari per promuovere i loro prodotti sia territori per invogliare i visitatori con le loro attrattive naturali e gastronomiche. In parallelo, famosi chef danno vita a un Cooking Show con ricette ideate appositamente per l’evento. Novità di quest’anno, la Food Zone dove 33 tra cuochi stellati nazionali, chef internazionali e maestri pasticceri presentano al pubblico le proprie ricette. E ancora un’area Street Food che propone il meglio della gastronomia italiana “à porter”.

LA PRESENZA DEL TOURING
Tci protagonista, lunedì 3 novembre, per la presentazione della Guida Touring Alberghi e Ristoranti d’Italia 2015 e l'assegnazione dei Premi Touring riservati a chef emergenti, albergatori e ristoratori che meglio interpretano la filosofia della qualità a prezzi ragionevoli; inoltre consegna degli attestati ai ristoranti e agli alberghi che si sono particolarmente distinti nella qualità dell'accoglienza. Sempre lunedì 3 è in programma anche la finale del premio Miglior chef emergente d’Italia 2014: una gara che avrà protagonisti Matteo Metullio, Alessandro Buffolino, Simone Cipriani e Cristoforo Trapani, rispettivamente i vincitori del premio Miglior chef emergente del Nord, Centro (due finalisti ex-aequo) e Sud d’Italia. A valutare i giovani chef, under 30, una qualificata giuria di giornalisti e cuochi, incaricati di eleggere la migliore promessa della penisola.

NON SOLO CUCINA. NON SOLO ROMA
Cooking For Art non è solo cucina. Sono infatti in programma numerosi appuntamenti a tema, sia per approfondire un argomento di tendenza come la cucina sia per qualche spazio di svago: la sala conferenze ospita convegni, corsi di cucina interattivi e laboratori per far conoscere al pubblico e agli operatori realtà poco note. Da non perdere poi, la nuova edizione milanese: Cooking for Art debutterà infatti nel capoluogo lombardo dal 29 novembre al 1° dicembre, nella suggestiva cornice di Via Tortona 32.


Info: www.witaly.it Biglietto ridotto soci Touring.

Appassimenti Aperti 2014

Appassimenti Aperti Viaggio nei segreti della Vernaccia
Torna a Serrapetrona la tradizionale manifestazione enologica
Il 9 e il 16 novembre sono le date da segnare quest’anno in agenda per vivere un evento che profuma d’antico, tra degustazioni, visite in cantina e la magia di un borgo incantevole



Il piacere del buon vino, la storia appassionante di una produzione piccola e preziosa, la magia di un borgo incantevole dove il tempo sembra essersi fermato. Tutto questo è Appassimenti Aperti, la manifestazione che torna quest’anno con la nona edizione perraccontare un grande vitigno autoctono: la Vernaccia Nera.

L’appuntamento è a Serrapetrona, delizioso paesino incastonato sui Monti Azzurri, nel cuore del Maceratese, nelle domeniche del 9 e del 16 novembre, grazie all’organizzazione dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, dei Comitati di tutela della Vernaccia di Serrapetrona docg e del Serrapetrona doc e del Comune di Serrapetrona.

La formula che negli anni ha consentito di scoprire ed apprezzare questa perla della produzione vinicola marchigiana è consolidata: gli Appassimenti, ovvero i luoghi dove l’uva viene riposta ad appassire, apriranno le porte, per raccontare dalla voce dei produttori il lavoro, la passione e la cura meticolosa che sono alla base di questo vino straordinario.

Una tecnica, quella dell’appassimento, che conserva radici antiche, e che oggi si rinnova in questi spazi ricchi di fascino, dove l’uva riposa raccolta in cassette o appesa, anche al soffitto, con effetti di grande suggestione.

La Vernaccia di Serrapetrona docg è l’unico vino rosso spumante docg in Italia; la lunga e complessa lavorazione contraddistinta da tre fermentazioni rende questo spumante decisamente unico. E se le bollicine sprigionano il lato più brioso della Vernaccia Nera, il Serrapetrona doc ne ripercorre le origini, quando la Vernaccia era conosciuta come vino fermo: il Serrapetrona doc nasce per celebrare quest’anima antica del vitigno e conservarne al massimo profumi e speziature.

Le degustazioni saranno protagoniste sia in cantina che in piazza, dove verranno allestiti gli stand dei produttori, mentre nelle viuzze circostanti si snoderanno i mercatini. Si potranno assaporare i due volti della Vernaccia Nera, con i suoi tratti distintivi della mineralità e dei profumi di sottobosco: la Vernaccia di Serrapetrona docg, versione spumantizzata, e il Serrapetrona doc, versione ferma.

Appassimenti aperti è l’occasione per conoscere una produzione tra le più piccole in Italia (70 ettari vitati) che spicca per la grande personalità. Il vitigno autoctono Vernaccia Nera viene coltivato in alta collina unicamente in questi territori: un rigido disciplinare preserva questo legame, imponendo che non solo il vitigno e la localizzazione dei vigneti debbano rientrare in questa zona, ma che anche i processi di vinificazione e d’imbottigliamento avvengano in loco.

Ecco perché la Vernaccia di Serrapetrona docg e il Serrapetrona doc sono prodotti tipici per eccellenza, non riproducibili altrove. Ed ecco perché in questi luoghi la cultura del vino ha plasmato il paesaggio, gli stili di vita, le produzioni artigianali, creando un microcosmo che rende Appassimenti Aperti non solo un evento, ma un’esperienza da vivere.

Gli amanti del paesaggio potranno poi godere di uno spettacolo d’incanto, con i vigneti chein autunno avvolgono le colline di un arancio intenso. A Serrapetrona si possono inoltre apprezzare luoghi d’arte e di storia; in primo piano la mostra “La conquista del cielo” a Palazzo Claudi: promossa dal Comune di Serrapetrona, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche e dalla Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Scienze della Terra, l’esposizione raccoglie rarissimi reperti archeologici e paleontologici, tra cui lo scheletro di un dinosauro risalente al Cretaceo Superiore (circa 75 milioni di anni fa).

Appassimenti Aperti è un evento “Momenti del Gusto”, marchio assegnato dalla provincia di Macerata agli eventi dove si fa uso prevalente dei prodotti del territorio, dove si organizzano momenti formativi ed informativi per i visitatori, dove si coinvolgono la ristorazione ed il commercio locale e dove si valorizza l’offerta turistica del territorio attraverso l’organizzazione di visite guidate e tanto altro.

Ecco le cantine aderenti ad Appassimenti Aperti: Azienda agricola Lanfranco Quacquarini, Azienda agricola Alberto Quacquarini, Azienda agricola Massimo Serboni, Tenuta Colli di Serrapetrona, Azienda Agricola Colleluce e Podere sul Lago di Sandrino Quadraroli.

Appassimenti Aperti
Domenica 9 e domenica 16 novembre 2014
Serrapetrona (Macerata)
Apertura stand ore 11
Servizio navetta gratuito per la visita alle cantine attivo dalle ore 14
Tel 0733 908321 (Comune di Serrapetrona)
www.appassimentiaperti.it
info@appassimentiaperti.it
Facebook: www.facebook.com/pages/Appassimenti-Aperti

Birra Artigianale: BB9 di Barley

Birra artigianale e uso della “sapa”. BB9 di Barley, quando il malto sposa la Malvasia 
Un seminario sulla birra artigianale, e guarda un po’, proprio all’interno di una rassegna degustazione vini, quella organizzata dall’amico Luigi Pizzolato, quel CapriccioDiVino in terra Toscana che ancora tante sorprese ci riserva



Il Birrificio Artigianale Barley di Cagliari, fondato nel 2006 grazie alla forte passione per le birre di elevata qualità dei due soci Nicola Perra e Isidoro Mascia, è una piccola e creativa realtà artigianale che si propone di inserire i suoi prodotti nella tavola della ristorazione di fascia medio-alta, secondo una linea di diffusione parallela al vino.

I birrai qui non hanno una tradizione da seguire e sono totalmente liberi di lanciarsi in ardite sperimentazioni, caratterizzate sempre più dall'impiego di ingredienti inusuali ma strettamente legati al territorio di produzione.

L’originale sperimentazione nell'utilizzo della sapa da vitigni autoctoni di Nicola Perra, sa raggiungere punte di assoluta finezza olfattivo-gustativa. 

La sua BB9, caratterizzata dalla sapa da uve Malvasia, è ricca nell'olfatto di note vinose, agrumate e di frutta esotica, passion fruit in primis, conferite dalla sapa e da un sapiente mélange di luppoli tedeschi, americani e neozelandesi che le regalano un bouquet unico, la BB9 sprigiona nel palato un fruttato davvero notevole, che prelude ad un retrogusto secco e decisamente amarognolo con persistenti punte speziate, pepate. 

Una birra questa da alta ristorazione secondo lo stile e la filosofia Barley, secca nel retrogusto con punte di freschezza e sapidità che oltre a pulire la lingua, contrasteranno l’untuosità e la pesantezza di cibi grassi e di marcata succulenza. 

L’ampio ventaglio della variegata gastronomia sarda ci permettono abbinamenti con la cucina sia di terra che di mare. Nel primo caso i primi piatti a base di carne come i culurjonis, conditi con ricchi ragù o la fregola con sugo di pomodoro, salsiccia e pecorino alla temibile, ma squisita pecora in cappotto. 

Nel secondo,  ottima con frutti di mare e pesce crudo, ma tenterei un accostamento ardito col pesce a scabecciu, difficilmente abbinabile ai vini. Temperatura di servizio:  10° - 12°C.

Un'altra nota di merito va alla straordinaria e super premiata BB10 dove viene utilizzata la sapa di uve Cannonau. La  naturale “vinosità” di questa birra ci ha accompagnato continuando il nostro percorso gustativo. 

Dall’olfatto caldo e sontuoso di caramello, cacao, prugna, amarena e uva fragola fino al palato ricco di caramello, cioccolato, liquirizia, prugna e mela cotogna nonché frutta secca dolce come fichi e uva sultanina. Un autentica chicca per tutti gli amanti di questa tipologia di birra. Pur essendo una tipica birra da meditazione da fine serata, a tavola sa accompagnare al meglio il rinomato bollito misto alla piemontese, un sapido pecorino, dessert al cioccolato e dolci alla ricotta. Temperatura di servizio: 14° - 15°C.

Tutte le birre sono non pastorizzate, non filtrate e rifermentate in bottiglia: una metodologia produttiva che consente l'affinamento della birra, rendendo i suoi aromi e sapori in continua e sorprendente evoluzione e conferendo al prodotto una digeribilità ottimale.

La sapa (mosto cotto)
La scoperta del mosto cotto è di remota origine (latino “sapa”). Nella Grecia classica il vino ed i mosti si cuocevano e non venivano mai bevuti allo stato puro; venivano conservati in anfore di terracotta e impermeabilizzati con resina. Da qui l’uso di bere vini resinati, tra i quali  erano noti quelli di Cipro, Rodi, Lesbo e Chio.

La Sapa viene descritta anche da Plinio in Naturalis Historia quando esamina le proprietà terapeutiche dei vini e da Columella De re rustica. Ovidio nei Fasti  cita la sapa: “… allora puoi ber dalla ciotola, come / da tazza, il bianco latte e la purpurea sapa”.

La si usava per dolcificare in sostituzione del costoso e raffinato miele. In epoca  romana  se la concentrazione del mosto era  di   2/3 del suo volume   veniva chiamato “defrutum”; se del 50%   “caroenum”; mentre se la concentrazione era di 1/3 o meno, veniva chiamata  “sapa”.  Apicio la usava in  una salsa per accompagnare le polpette. 

La sapa si preparava anche con altri frutti come  fichi, cotogne o altro. La “sapa” veniva impiegata per fare delle salse e con l’aggiunta della  senape diventava una mostarda ( dal latino “mustum”) e divenendo poi  ingrediente  immancabile in moltissime ricette.

Un prodotto che sopravvive ancora intatto in ogni casa di  Sardegna dove viene chiamata “saba”. Ingrediente indispensabile per preparare numerosi dolci (pane de saba, tericcas, pabassinos) e i sanguinacci dolci.

http://www.barley.it/

Una Costituente per lo Sviluppo Sostenibile dell’Italia del vino

La proposta del Forum per la Sostenibilità del Vino 
Presentazione del primo Rapporto, verso Expo 2015
La proposta del Forum per la Sostenibilità del Vino
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Sono oltre 500 le aziende vitivinicole italiane che hanno aderito ad uno dei 15 programmi improntati allo sviluppo sostenibile della filiera, un percorso che ha visto coinvolte 31 università e centri di ricerca, 10 associazioni ed istituzioni governative nell’intento di qualificare processi e prodotti sostenibili italiani sui mercati anche internazionali, una rete di imprese del peso di almeno €.3,1 mld. di fatturato
 


Ma sono addirittura l’80% delle oltre 1000 imprese del vino che hanno aderito alle indagini conoscitive promosse dal Forum a considerare la sostenibilità quale primo driver strategico del loro sviluppo, le stesse imprese che dimostrano chiari ed omogenei orientamenti alla sostenibilità impregnati di azioni di miglioramento del territorio, del processo e del prodotto, e della redditività aziendale.

Convergenze che trovano applicazioni concrete nei modelli di gestione proposti dai 15 programmi nazionali dalla cui disamina emergono chiaramente Tre Macro Indicatori della Sostenibilità Ambientale del Vino: le Emissioni di GHG (anche correlate al consumo di Energia), il consumo e l’inquinamento dell’Acqua, il mantenimento e la tutela della Biodiversità.

Un nuovo paradigma positivo di impresa che anche attraverso l’innovazione tutela i territori e salvaguarda il reddito dell’agricoltore, superando il conflitto storico tra istanze sociali, ambientali ed economiche ed esaltandone anzi l’integrazione a livelli di benessere superiore. Un percorso di accrescimento culturale, per il miglioramento della qualità dei prodotti e per una nuova coesione sociale.

Questi sono solo alcuni dei tratti del movimento esploso in italia per la sostenibilità del vino, non solo legati all’ambiente ma anche alla società e all’economia, e ai quali il Forum per la Sostenibilità del Vino contribuirà a dare un volto ed una prospettiva di affermazione sulle tavole degli appassionati consumatori di tutto il mondo, anche grazie alla sua capacità di aggregazione degli attori della filiera.

Promosso da Unione Italiana Vini e Gambero Rosso su iniziativa di Attilio Scienza, Michele Manelli e Marco Sabellico, il Forum si è costituito quale gruppo di lavoro di 37 membri della comunità tecnico-scientifica della filiera con specifiche competenze sul tema.

Lo scopo prioritario ed urgente del Forum è quello di arrivare a definire un quadro di parametri ufficiali, condivisi e riconosciuti a livello governativo che permettano la valutazione e, quindi, la riconoscibilità garantita dei prodotti e delle imprese sostenibili – ha dichiarato Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini – Un passaggio fondamentale per giungere, successivamente, a definire procedure di certificazione ufficiale della “sostenibilità” e, di conseguenza, un marchio identificativo che distingua agli occhi del consumatore i prodotti ottenuti con processi produttivi sostenibili e, quindi, valorizzi l’impegno delle aziende in tale ambito”.

Crediamo che la sfida della Sostenibilità sia un obiettivo importante per rendere sempre più competitivo il mondo del vino italiano – aggiunge Paolo Cuccia, presidente del Gambero Rosso – siamo entusiasti del lavoro svolto in quest’anno dal Forum e dai suoi animatori, e vogliamo arrivare, con l’indirizzo delle istituzioni, a risultati ancor più importanti e concreti all’appuntamento mondiale di Expo 2015

Con il Primo Rapporto presentato il 25 ottobre a Roma, il Forum intraprende un percorso di apertura ed allargamento ulteriore a tutti i portatori di interesse, proponendosi come stimolo per una costituente dello sviluppo sostenibile del vino.

Il Forum proseguirà i lavori, gli approfondimenti e la definizione di azioni nel corso dei prossimi mesi, con l’obiettivo di presentare un contributo ai lavori di EXPO 2015

mercoledì 29 ottobre 2014

Roma Wine & Food Week

Vinòforum: nasce la Roma Wine & Food Week, oltre 200 eventi in 6 giorni dedicati alla
cultura del cibo e del vino italiano
Dal 10 al 15 novembre in scena a Roma un circuito di eventi dedicato a tutti i Wine & Food Lovers che percorrerà i luoghi più suggestivi della capitale



L’inaugurazione all’Aranciera di San Sisto con l’esclusivo appuntamento di Vinòforum Class. Vinofòrum, il noto network enogastronomico italiano, dà origine a un nuovo progetto dedicato al pubblico di appassionati del food and beverage.

Dal 10 al 15 novembre, si terrà per la prima volta la Vinòforum - Roma Wine & Food Week, una kermesse che regalerà a cittadini e turisti la possibilità di intraprendere un percorso alla scoperta del sapore e alla ricerca delle espressioni più genuine e innovative della nostra enogastronomia.

Musei, teatri, scuole, librerie, enoteche, ristoranti, boutique, gallerie d’arte, palazzi storici ospiteranno in 6 giorni oltre 200 eventi legati alla cultura del cibo e del vino italiano.

Degustazioni guidate, banchi d’assaggio, incontri culturali, corsi di cucina, laboratori per adulti e bambini animeranno le vie della città secondo tre diversi percorsi esperienziali di conoscenza, di ascolto e di sperimentazione.

La conoscenza si svilupperà attraverso musei e teatri, ristoranti ed enoteche, cioccolaterie e pasticcerie che proporranno ai loro ospiti visite e degustazioni, il tutto all’insegna della curiosità
e del piacere.

L’ascolto sarà il leit motiv di librerie, boutique e gallerie d’arte dove presentazioni di libri, conferenze, incontri con artisti e dibattiti, aiuteranno gli ospiti a riflettere sul cibo e sull’alimentazione.

Infine, scuole e location dedicate saranno i luoghi della sperimentazione, dove adulti, bambini, genitori e nonni potranno seguire incontri con gli chef e corsi di cucina divertendosi ai fornelli e imparando a riconoscere la qualità delle materie prime.

Il tutto all’insegna della curiosità e del piacere di assaporare vini e cibi lasciandosi sorprendere ed emozionare dalle produzioni nazionali e dall’arte dei migliori chef italiani. Completano il quadro eventi esclusivi realizzati in location uniche che illumineranno le serate della Roma Wine & Food Week!

Vinòforum ha pensato proprio a tutto, infatti i più appassionati potranno richiedere, direttamente sul sito dell’iniziativa, la Wine & Food Lovers card, per poter usufruire di sconti, vantaggi e benefit esclusivi in tutte le tappe del circuito Roma Wine & Food Week.

Sarà l’Aranciera di San Sisto ad ospitare l’evento inaugurale dell’iniziativa con la quarta edizione di Vinòforum Class, l’esclusivo appuntamento che ha l’obiettivo di valorizzare le eccellenze enologiche e gastronomiche delle migliori aziende Italiane e Internazionali.

Class è un evento esclusivo, in cui Vinòforum invita i migliori produttori italiani e stranieri, a selezionare i prodotti di punta e a offrirli in degustazione a un pubblico di professionisti del settore, esperti, giornalisti e appassionati. Tra vini rossi, bianchi e bollicine, verrà dedicato spazio anche ai tre migliori rosati d’Italia.

La Roma Wine & Food Week ha come obiettivo primario quello di stimolare e rafforzare l’attenzione sull’alimentazione, la nutrizione e l’enogastronomia, tematiche di interesse dell’Esposizione Universale, e per questo è stata anche inserita nel circuito di iniziative “Roma e il Lazio verso Expo 2015”.

Il programma completo degli eventi su www.romawinefoodweek.it.

Vinòforum è un brand che sostiene e promuove l’enogastronomia, un marchio di qualità che ne favorisce la divulgazione presso un pubblico di addetti al settore, neofiti e appassionati. Simbolo consolidato nel panorama enogastronomico italiano, Vinòforum ha contribuito negli anni a far diventare Roma un polo del gusto in Italia e nel mondo.

Fanno parte del network di Vinòforum oltre 500 produttori di vino, 50 distributori specializzati e Associazioni, cui si aggiungono i “supporter” tra esperti del vino, giornalisti specializzati e main blogger del settore nonché chef stellati e sommelier, che hanno scelto di offrire la propria professionalità e il loro personale contributo, affiancando il loro nome a quello di Vinòforum.

Contact: Barabino & Partners
Ilaria Schelotto
i.schelotto@barabino.it
Tel.: 010/2725048
Agnese Cocucci
a.cocucci@barabino.it
Tel.: 06/6792929

“I Migliori Vini Italiani”. Lombardia

Approda a Milano “I Migliori Vini Italiani”
Luca Maroni premia le eccellenze vitivinicole della Regione Lombardia


Dopo la consolidata affermazione dell’evento nazionale enologico più importante organizzato da privati, “I Migliori Vini Italiani - Roma”, nonché il successo delle manifestazioni realizzate a livello regionale, in cui vengono premiati i vini e le aziende del territorio, Luca Maroni, analista sensoriale ed una delle firme dell’enologia italiana più note al mondo, sceglie la città meneghina per la prima edizione di “I Migliori Vini Italiani - Milano”.

Da venerdì 21 a domenica 23 novembre, nella suggestiva cornice del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci - Spazio Polene, il grande pubblico e gli operatori avranno modo di conoscere e degustare ottime etichette della produzione vitivinicola lombarda di qualità e altre interessanti realtà italiane.

La scelta della particolare location rientra nel mood di questo brand. Ogni volta vengono individuati luoghi museali e artistici che possono creare un forte impatto emozionale sul pubblico e rendere ancora più piacevole il percorso verso la conoscenza dell’universo vino.

La kermesse milanese prenderà il via venerdì 21 novembre alle 19.00 con la premiazione dei migliori produttori della Regione Lombardia presenti nella 22° edizione dell’Annuario dei Migliori Vini Italiani 2015 (da metà novembre nelle librerie italiane).

La consegna dei riconoscimenti sarà a cura di Luca Maroni e si alternerà a momenti musicali e rappresentazioni artistiche.

I Vini saranno scelti secondo il metodo di degustazione scientifico creato dallo stesso Luca Maroni, basato sul principio che la qualità del vino è la piacevolezza del suo sapore.

In attesa di conoscere tutti i vini premiati, già è stato annunciato il premio per il  Miglior Produttore della Lombardia che verrà consegnato durante la serata di Gala all’Azienda Ca’ del Bosco.

Luca Maroni, grazie alla sua pluriennale esperienza, afferma che la sua metodologia, la quale attribuisce un semplice valore numerico alla qualità del vino, nasce dalla volontà di fornire un metodo di valutazione universale e scientifico basato sui tre parametri di Consistenza, Equilibrio e Integrità.

Durante la tre giorni, le selezionate realtà del comparto vitivinicolo italiano metteranno a disposizione in libere degustazioni al pubblico i propri vini. Le aziende avranno così l’opportunità di far apprezzare il meglio della loro produzione a un pubblico specializzato e realmente interessato. Le aziende provenienti da altre regioni italiane avranno la possibilità non solo di posizionare il proprio prodotto all’interno di una affermata realtà espositiva, ma potranno così affacciarsi all’interno di una piazza alquanto ricettiva come quella di Milano.

In programma anche diversi eventi collaterali, tra cui i Wine Tasting. Luca Maroni, attraverso degustazioni incentrate sulla sua metodologia di analisi sensoriale, accompagnerà il pubblico di appassionati in ogni sessione alla scoperta delle caratteristiche organolettiche di circa 10 vini di aziende presenti alla manifestazione.

Il percorso della manifestazione sarà arricchito da accreditate aziende food di eccellenze Made in Italy che allieteranno gli appassionati con ghiotti assaggi di specialità gastronomiche.
La manifestazione “I Migliori Vini Italiani” aprirà al pubblico venerdì 21 novembre a partire dalle 21.00 e chiuderà domenica 23 novembre.


Milano 21 - 23 novembre 2014
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci - Spazio Polene
Prezzo: 20 euro (include bicchiere e tasca porta bicchiere).
Ingresso gratuito per gli operatori del settore, previo accredito sul sito www.imigliorivinitaliani.it o al desk nei giorni di manifestazione.

PIEDIMONTE MATESE. ECCEZIONALE RINVENIMENTO ALL'ISTITUTO AGRARIO

PIEDIMONTE MATESE. ECCEZIONALE RINVENIMENTO ALL'ISTITUTO AGRARIO. Nei laboratori trovata una collezione di semi risalenti ad 80 anni fa ben conservati!
E' il "tesoretto" dell'Itas! C'è perfino il seme del pomodoro della Regina Margherita, utilizzato per condire la famosissima pizza. Trovati anche i semi di grano che oggi non esistono più, tra i quali le qualità "Rieti" "Gentil Rosso" "Falerna" "Mentana" "Odessa" "Dauno" e tanti altri ancora. Sugli scudi il dirigente scolastico Nicolino Lombardi e i suoi docenti per la passione e l'abnegazione riposta nella ricerca...



Una collezione di semi di oltre cento varietà diverse risalente quasi per intero all'era fascista è ancora conservata nel laboratorio di scienze dell’Istituto Tecnico Agrario di Piedimonte Matese. I semi sono conservati con naftalina in piccoli contenitori di vetro sigillati con ceralacca, stipati in due armadietti con ante di vetro. 

L’etichetta riporta la scritta della varietà eseguita ad inchiostro con un pennino ed in tutto in ogni contenitore è conservato poco più di un pugno di semi. Si tratta di centinaia di contenitori all’interno dei quali c’è un po’ di tutto, dalla cipolla al peperoncino, dal fagiolo bianco cannellino al pomodoro regina margherita (uno degli ingredienti di quella che oggi è chiamata pizza Margherita, dedicata appunto alla regina ), dal grano Rieti al trifoglio, su alcuni contenitori l’etichetta non è più presente e ciò rende momentaneamente inutilizzabili i semi in quanto non classificabili, altre etichette sono parzialmente riconoscibili ma… fra le tante specie e varietà sicuramente riconoscibili ve ne sono molte di grano. 

Avrete sicuramente sentito parlare della varietà di grano Rieti e dei grani ottenuti da Nazareno Strampelli in epoca fascista incrociando questa varietà con altre, avrete sentito parlare del Gentil Rosso, del Falerna, del Mentana, dell’Odessa duro, del Dauno, della segale, dell’orzo nostrano, dell’avena delle Puglie, ebbene queste varietà sono parte della collezione. 

E’ straordinario perché se riusciremo a farli germinare, come è probabile, questi semi avranno saltato 80 generazioni e potranno essere conservati per almeno altrettanti anni anche con la tecnica semplice come quella già utilizzata, fra l’altro ci sono già candidature di aziende ed Enti che vogliono impegnarsi a custodire queste varietà coltivandole seguendone per nostro conto la coltivazione. 

Sulla germinabilità qualche speranza c’è, i semi sono sani e mi raccontano che già tre anni fa è stata sperimentata la germinabilità su una varietà di pomodoro aprendo e chiudendo il piccolo contenitore e prelevando alcuni semi. 

Ebbene, non ci crederete,questi semi ultraottantenni, contrariamente a tutte le aspettative, sono germinati dando una pianta e un frutto e il pomodoro regina margherita è riuscito a sopravvivere ben 80 anni. L’idea è quella di far germinare le varietà di grano in modo da rinnovarne i semi e conservarli per almeno altro 80 anni e di produrne quantità sufficienti per la divulgazione senza escludere la possibilità di produrne a sufficienza per panificare presso il convitto per uso interno. E qua, il forno costruito con vecchi coppi frantumati e la planetaria sono pronti da tempo. La ricerca in archivio deve essere ancora portata a termine, ma la collezione è riportata in un libro dell’inventario redatto fra il 1938 e il 1942 fra i materiali del laboratorio di scienze e probabilmente risale ad un periodo antecedente al 1938 ed in particolare agli anni della Battaglia del Grano, combattuta a partire dal 1925. 

Quindi per quest’anno l’obiettivo è semplice: far germinare e coltivare alcune varietà di grano per garantire la riproduzione di seme nuovo per poi arrivare a produrne quantità accettabili per la semina. Nell'azienda di Alife quest’anno a fine giugno abbiamo raccolto grano della varietà detta francese e per il prossimo anno abbiamo seminato segale di Letino il cui seme è stato selezionato con una antica svecciatrice e in futuro, si mira a riprodurre le varietà del tesoretto. … disponibilità dl terreno permettendo, vista la scellerata delibera di G. P. n. 24 del 1 aprile 2014 consultabile sull'albo pretorio della Giunta Provinciale di Caserta (http://www.provincia.caserta.it/it/web/albo-pretorio/delibere-di-giunta) che sostanzialmente sottrae all’Istituto Tecnico Agrario tutto il terreno fertile dell’Azienda di via Fontanelle e lo affida al comune di Alife …delibera che l’Istituto si accinge a contestare con ogni mezzo in tutte le sedi possibili. 

Intanto presso l’Istituto Agrario, come al solito si cerca di andare al sodo, per cui a costo zero, si sta realizzando la serra necessaria ed i professori Massaro Antonio e Lombardi Antonio, insegnanti competenti in materia, stanno curando questa prima fase di classificazione delle varietà ed il tentativo di germinazione del grano, per passare in futuro alla semina di quest’ultimo e alla germinazione delle altre specie e varietà in collaborazione con partner che ne sappiano apprezzare il valore. 

Vitae - La Guida vini 2015



Tutto il meglio del vino italiano in una eccezionale degustazione a Milano‏ 
Lunedì 3 novembre, al Magna Pars Event Space di Via Tortona 15, a Milano, andrà in scena un grande evento dedicato al vino italiano che, per qualità e dimensioni, non è fuori luogo definire "la degustazione dell'anno"



Organizzato da Associazione Italiana Sommelier in occasione dell'anteprima nazionale di "VITAE - la guida vini 2015" (2000 aziende raccontate in un volume di 2160 pagine), l'evento proporrà ai visitatori gli oltre 400 migliori prodotti premiati in guida.

Piemonte e Toscana faranno la parte del leone con rispettivamente 100 e 90 grandi vini in degustazione.

Fra questi una nutrita pattuglia di attesissimi Barolo - la denominazione in assoluto più rappresentata in guida - del millesimo 2010 giudicato fra i migliori degli ultimi anni. In Toscana si conferma lo strapotere dei vitigni a bacca nera, Sangiovese in primis, con 15 Brunello di Montalcino, 9 Chianti Classico, 1 Rufina e 4 Vino Nobile di Montepulciano. Ben rappresentata anche Bolgheri, con 6 premiati, senza dimenticare oltre una quarantina di vini di elevato spessore, da singole varietà o da uvaggi, che non rivendicano le tradizionali denominazioni.

Seguono il Friuli Venezia Giulia con 43 vini premiati, la Lombardia con 31 fra cui numerosi Franciacorta e il Veneto con 27 grandi etichette. Se il Friuli Venezia Giulia si conferma terra di vini bianchi in cui la denominazione Collio è la più rappresentata seguita dai Colli Orientali, sorprende un Alto Adige (16 vini premiati) molto versatile e variegato poiché, spazia fra spumanti, vini bianchi giovani ed evoluti, vini rossi di struttura e passiti di estrema eleganza, attraverso un sapiente dosaggio di vitigni della tradizione.

Il Centro sud, dall'Umbria alla Sardegna, è rappresentato da 98 vini che raccontano un'area geografica complessivamente in grande stato di forma.

La degustazione, allestita negli spazi che un tempo furono di una fabbrica di profumi, proporrà fra gli altri i 25 vini a cui AIS ha attribuito il premio speciale Tastevin. Si tratta di prodotti che hanno fatto la storia del vino in questi ultimi anni, testimoni di una rivoluzione che fa oggi dell'Italia una delle regioni vinicole mondiali al top in termini di qualità e biodiversità. 

Fra questi troviamo denominazioni meno note e certamente meno rappresentate sulle carte dei vini fra cui la Malvasia di Bosa, il Moscato di Scanzo, il Torchiato di Fregona, la Tintilia del Molise, la Biancolella di Ischia. In generale la degustazione porrà l'accento su una sempre più forte propensione all'utilizzo di vitigni del territorio, sia a bacca bianca che a bacca nera.

Fra le molte curiosità a disposizione del pubblico, citiamo alcuni bianchi di eccezionale longevità: si tratta del Trento Doc Metodo Classico Riserva 2004, presentato da 3 diverse cantine, di un Pinot Bianco dell'Alto Adige e di un Lugana del versante veronese della denominazione, questi ultimi prodotti nell'ormai lontano 2002.

I nomi dei vini e dei produttori al top saranno svelati nel corso della degustazione aperta al pubblico dalle 14 alle 22.


Vitae - La Guida vini 2015 

Lunedì 3 novembre | Magna Pars | Via Tortona 15, Milano

Ingresso soci AIS : 20 euro | Ingresso non soci : 40 euro

info: promozione@magentabureau.it

martedì 28 ottobre 2014

Barolo e Barbaresco, the King and Queen of Italian Wine

Barolo, perché un successo
“Le ragioni di un successo così netto del Barolo sono legate a molti fattori: il vitigno Nebbiolo, il territorio di Langa, la maestria dei vignaioli”

Così la responsabile dall’Italia di “Wine Enthusiast” Kerin O’Keefe, commenta il trionfo del grande vino piemontese nella “Top 100 Cellar Selection” 2014 del magazine Usa, con 8 Barolo nelle prime 22 posizioni, e al top assoluto il Bric dël Fiasc 2010 di Paolo Scavino e il Brunate 2010 di Giuseppe Rinaldi. 

“Barolo - aggiunge la O’Keefe - ha alle spalle altre annate storiche, come 1964, 1978 e 1989. 

Ma se prima ci volevano anni, o decadi, per avere tannini morbidi, l’annata eccezionale del 2010 è frutto del lavoro che oggi i vignaioli fanno in vigna, usando metodi più naturali, ad esempio. E stanno anche adottando un approccio meno invasivo in cantina”.

Il libro sul Barolo e Barbaresco di Kerin O’Keefe

E qui emerge una peculiarità dei grandi Barolo di annate eccezionali come il 2010: mentre ci sono i grandi vini nel mondo che possono mantenersi nel tempo, i grandi Barolo non solo hanno questa capacità, ma addirittura migliorano nel tempo. Negli Stati Uniti, ma anche a livello internazionale, c’è grande fame di conoscenza su questi vini, ma non è facile grazie al numero dei produttori e per il numero elevate delle zone delimitate - le cosiddette menzioni geografiche - che spesso fanno confusione tra i consumatori”. E la O’Keefe, il territorio delle Langhe lo conosce bene, visto che è stato appena pubblicato il suo libro “Barolo e Barbaresco, the King and Queen of Italian Wine”, dalla University of California Press.

Sintomatici di quanto questa complessità sia ancora poco compresa, a dispetto di un blasone diffusamente condiviso del Barolo come marchio di vino e di territorio, spiega la giornalista, sono anche i primi commenti che stanno emergendo sul volume. Eric Asimov, wine editor del “New York Times”, per esempio, scrive che “la grandezza del Barolo (e del suo gemello Barbaresco), accettata da lungo tempo, si sta iniziando a capire solo adesso, anche grazie a una risorsa nuova come il libro di Kerin O’Keefe, Barolo and Barbaresco the King and Queen of Italian Wine”, mentre Jon Bonné del “San Francisco Chronicle”, afferma che “i grandi vini del Piemonte sono diventati così importanti, che è sorprendente che un libro su Barolo e Barbaresco non sia apparso prima”.

Olio Extra Vergine di Oliva nei pubblici esercizi

IL “TAPPO ANTIRABBOCCO” DIVENTA LEGGE
È stata approvata in via definitiva dalla Camera la legge comunitaria 2013 bis che contiene, all'articolo 19, l'obbligo del tappo antirabbocco per le bottiglie d'olio extra vergine d'oliva presentate nei pubblici esercizi


La nuove disposizione normativa serve anche a chiudere la procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia su alcuni aspetti della legge Salva olio italiano, anche conosciuta come legge Mongiello (Caso EU Pilot n. 4632/13/AGRI). 

Non appena la legge sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale sarà quindi obbligatorio per gli esercizi commerciali avere contenitori “provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato nell’etichetta.” Per i trasgressori è prevista una sanzione amministrativa da 1.000 a 8.000 euro e la confisca del prodotto. 

Nell'articolo 19 della legge comunitaria 2013 bis anche il divieto di utilizzo di “valutazioni organolettiche agli oli di oliva diversi dagli oli extravergini o vergini”. È anche proibito ”indicare attributi positivi non previsti dall’allegato XII in materia di valutazione organolettica dell’olio di oliva vergine, di cui al regolamento (CEE) n. 2568/91 della Commissione, dell’11 luglio 1991, e successive modificazioni.” 

Altro tema che aveva fatto molto discutere il settore olivicolo oleario negli anni scorsi quello del limite sulla quantità di alchil esteri per l'olio italiano (30 mg/kg) decisamente inferiore a quanto previsto dalla normativa europea. 

Gli alchil esteri sono composti che si formano solo quando le olive sono di cattiva qualità o in fermentazione, pertanto sono un buon indice sulla qualità della materia prima da cui è stato estratto l'olio. In seguito a discussioni tecniche in sede di Consiglio Oleicolo Internazionale, il parametro è stato mutato e dagli alchil esteri si è passati agli etil esteri. La nuova disposizione contenuta nella legge comunitaria 2013 bis si adegua a questo passaggio, mantenendo comunque un limite, per l'extra vergine nazionale, inferiore a quello stabilito dall'Unione Europea.

Olio Extra Vergine di Oliva&Salute

L'OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA AMICO DEL FEGATO, CUORE ED ARTICOLAZIONI
Gli studi lo confermano, tra tutti i grassi, l'EVO è da considerarsi l’unico ad avvicinarsi alle esigenze fisiologiche dell’organismo umano. Grande alleato del Fegato e se "pizzica" è ancora più efficace per cuore ed articolazioni




Se l'olio pizzica in bocca fa bene al cuore e alle articolazioni 
Si è aperta da pochi giorni la nuova campagna olearia ed è tempo di degustare l'olio nuovo. L'extra vergine appena franto pizzica in gola. Qualcuno scambia questa sensazione per l'acidità, quindi per una caratteristica negativa. Ma non è così. Il classico pizzicore il gola è indice di un olio ad alto contenuto fenolico, quindi con un'alta concentrazione di antiossidanti, che fanno bene alle nostre articolazioni e al nostro cuore. 

Per battere l'artrite un gruppo di ricerca spagnolo, guidato da María Ángeles Rosillo, ha proprio utilizzato i polifenoli dell'olio d'oliva. Sono molte le donne colpite da questa patologia che provoca rigidità, dolori, tumefazioni e, a lungo andare, calcificazioni che compromettono irrimediabilmente la funzionalità degli arti. La ricerca ha dimostrato che i polifenoli dell'olio d'oliva diminuiscono l'edema  articolare, la degradazione della cartilagine e l'erosione ossea. 

L'olio extra vergine d'oliva è un grasso completamente privo di colesterolo cattivo e con la capacità di aumentare quello buono, pertanto è un alleato naturale del nostro cuore e delle nostre arterie. Non solo, sarebbe infatti anche l'alimento preferito dal nostro cuore, come scoperto da una ricerca americana. 

I ricercatori hanno nutrito direttamente il cuore (con tecniche particolarmente sofisticate) con due diversi oli: quello d'oliva, ricco di acido oleico, e quello di palma, che contiene molto acido palmitico. I ricercatori hanno così scoperto che con l'olio di palma il metabolismo dei grassi è stato squilibrato, con produzione di prodotti tossici e minore efficienza energetica. L'acido oleico, al contrario, non solo bilancerebbe il metabolismo ma aumenterebbe anche l'attivazione di diversi geni per gli enzimi che metabolizzano i grassi. La conclusione dei ricercatori è che “i grassi sani hanno un significativo effetto positivo sulla salute del cuore" 



L'extra Vergine Amico del Fegato
Regolarmente, in particolare negli Stati Uniti, vengono riportate notizie sulle virtù di alcuni oli di semi che risulterebbero assolutamente comparabili con quelle dell'olio extra vergine d'oliva.

Si tratta, però, di informazioni prive di fondamento scientifico visto che sono proprio due ricerche realizzate presso la Columbia University e la California University a smentire questa ipotesi.

Il primo studio ha confrontato gli effetti su profilo lipidico e marcatori infiammatori di due diete, una ricca di olio d'oliva l’altra di olio di semi di lino. Ai partecipanti, divisi in due gruppi, sono stati dati 15 ml/giorno di olio di semi di lino o di olio d'oliva. La conclusione dei ricercatori è stata che il consumo quotidiano di olio di semi di lino non conferisce alcun beneficio salutistico rispetto a una dieta con olio d'oliva in giovani adulti.

Ancor più significativa la seconda ricerca, che ha messo a confronto olio di semi di mais e olio d'oliva nel contrastare i danni al fegato. In questo caso è stata indotta una fibrosi epatica in topi da laboratorio, che poi sono stati nutriti con olio di mais ed extra vergine d'oliva.

Il gruppo alimentato con olio d'oliva, al termine del periodo di prova, aveva un livello di fibrosi e di perossidazione lipidica decisamente inferiore rispetto a quello di una dieta ricca di olio di semi di mais.

Questo studio ha confermato i benefici dell'olio extra vergine contro i danni epatici cronici, grazie agli antiossidanti naturali. Non solo, l'olio di oliva fungerebbe pure da regolatore epatocellulare, modificando, in meglio, il metabolismo del nostro fegato.

JUNK FOOD

JUNK FOOD NEL CARRELLO? È TUTTA COLPA DEL NOSTRO CERVELLO
Vi sentite in colpa dopo aver riempito il vostro carrello della spesa con cibi ad alto contenuto calorico? Uno studio dell'Università canadese McGill vi assolve


Il nostro cervello infatti reagisce inconsapevolmente in maniera diversa di fronte ai vari cibi, prediligendo quelli ad alto contenuto calorico e addirittura assegnando a questi alimenti un premio di prezzo.

Ai partecipanti allo studio è stato scansionato e fotografato il cervello durante i processi decisionali di scelta, nel corso dei quali è stato chiesto loro di valutare il contenuto calorico dei singoli alimenti. Si è così scoperto che le decisioni circa il consumo e le calorie del cibo sono legate a una parte del cervello chiamata corteccia prefrontale ventromediale. Questa è un'area particolarmente recettiva e sensibile, legata anche agli acquisti e al consumo d'impulso.

Secondo i ricercatori la scelta è determinata dagli effetti attesi dagli alimenti, un'informazione mediata dall'esperienza. Se un cibo ci gratifica, ovvero provoca piacere, saremmo non solo propensi all'acquisto ma ne sottovaluteremo anche l'apporto calorico.

Ma si può tornare ad amare il cibo sano? Sì ma a costo di sottoporsi a un training mentale, secondo l'americano Human Nutrition Research Center on Aging. “Noi non iniziamo la nostra vita amando le patatine fritte e odiando invece la pasta integrale - ha detto Susan B. Roberts, co-autrice dello studio -. Questo condizionamento avviene nel tempo in risposta all'alimentazione.”

Non basta insomma una dieta, occorre un programma psicologico di supporto che aumenti la nostra sensibilità ai cibi sani e a basso contenuto calorico. Un percorso virtuoso che secondo la ricerca americana, dà i suoi frutti già dopo i primi sei mesi di training.

ENOTECA ITALIANA

VITICOLTURA: ENOTECA ITALIANA PREMIATA A PARIGI DALL’OIV, MASSIMA ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL VINO
L’Enoteca Italiana ha ricevuto la menzione speciale al prestigioso Gran Prix dell’Oiv, l’Organizzazione mondiale della vite e del vino, grazie alla sua “monumentale” opera bibliografica, l’Atlante dei territori del vino italiano


A ritirare il prestigioso riconoscimento, a Parigi, il 21 ottobre, si sono recati  l’amministratore unico dell’ente Paolo Benvenuti e il senatore Stefano Boco. presidente del comitato tecnico scientifico del progetto. “Essere premiati dalla più importante istituzione mondiale del vino – afferma Paolo Bevenuti – significa che l’Enoteca italiana può assolvere egregiamente il compito per cui è nata: far conoscere nel mondo i territori e la produzione del vino italiano, con il loro portato di civiltà e cultura. 

Il nostro ente è l’unico soggetto pubblico, a partire dal decreto regio del 1933, incaricato di assumere questo ruolo. Sotto la cenere di una crisi gestionale ed economica, c’è ancora il calore vivo di un brand e di una istituzione che deve rappresentare un riferimento per i produttori, il Ministero delle politiche agricole, gli appassionati del vino italiano di qualità a livello internazionale. 

Abbiamo una società in Cina e tante potenzialità da esprimere, anche negli aspetti commerciali e di turismo enogastronomico. Dobbiamo ripartire da questa consapevolezza, e dall’iniezione di fiducia che ci arriva da Parigi”.  

Nel corso della cerimonia di premiazione, Paolo Benvenuti ha ringraziato il Ministero delle Politiche agricole che ha finanziato l’opera, oltre ai vari curatori, tra i quali Antonio Calò, Eugenio Pomarici, Diego Tomasi, Luigi Moio, Paolo Storchi. 

Ricordo che, l’Atlante dei Territori del Vino Italiano, è l'opera prima realizzata da Enoteca Italiana con il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e l’Istituto geografico militare, edizioni Pacini editore e fornisce il primo strumento in assoluto di questo genere: agile e comprensibile, ma soprattutto fondamentale per conoscere la realtà vitivinicola italiana utilizzando come criterio guida i più significativi elementi alla base di un terroir e realizzando una originale lettura del territorio vitivinicolo italiano attraverso l’istituzione di macroaree.
 

Il volume, oltre a contenere riferimenti storici, economici e legislativi, mette in evidenza le caratteristiche geografiche, geologiche e pedo-climatiche di un dato luogo che, tutte insieme, contribuiscono all’unicità di un determinato vino in un determinato luogo.  

L’atlante dei territori è diviso in due volumi racchiusi in un cofanetto robusto ed elegante, organizzato in venti capitoli regionali ed è corredato da centinaia di carte (regionali, prospettiche, delle macro aree), oltre trecento immagini e venti schede pedologiche. Nella foto: (da sinistra), Stefano Boco, il Segretario del Jury des Prix, il Direttore Generale dell’OIV, Giusi Mainardi, l’Ambasciatore della Slovacchia in Montenegro, Alice Lupi, Paolo Benvenuti, un membro della Giuria.