Passa ai contenuti principali

A Villa Medici: I bassifondi del Barocco

I bassifondi del Barocco La Roma del vizio e della miseria
a cura di Annick Lemoine e Francesca Cappelletti
Bartolomeo Manfredi, Riunione di bevitori, c. 1619-1620, collezione privata

L'Accademia di Francia a Roma – Villa Medici presenta dal 7 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015 nelle Grandes Galeries la mostra I bassifondi del Barocco



La Roma del vizio e della miseria, curata da Francesca Cappelletti, professore di storia dell’arte moderna dell'Università degli Studi di Ferrara, e Annick Lemoine, responsabile del dipartimento di Storia dell'arte dell'Accademia di Francia a Roma e professore all’Università di Rennes 2. 

L'esposizione è ideata e organizzata nell’ambito di una collaborazione tra l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici e il Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris, dove verrà presentata dal 24 febbraio al 24 maggio 2015. 

I bassifondi del Barocco svela il lato oscuro e indecoroso della Roma barocca, quello dei bassifondi, delle taverne, dei luoghi di perdizione. Una Roma “alla rovescia”, abitata dai vizi, dalla miseria e da eccessi di ogni tipo, che è all’origine di una stupefacente produzione di opere, ricca di paradossi e invenzioni destinati a sovvertire l’ordine stabilito. 

L’esposizione mostra per la prima volta questo aspetto trascurato della creazione artistica romana, da Caravaggio a Claude Lorrain, rivelando il volto nascosto della capitale del papato, fastosa e virtuosa, e degli artisti che lì vissero.

Roma nel Seicento era il centro culturale più vivo e all’avanguardia d’Europa e attirava artisti da tutti i paesi: italiani, francesi, olandesi, fiamminghi, spagnoli che vissero e fecero carriera nella capitale delle arti. A contatto con questa “splendida e misera città”, come l'ha definita Pasolini, sovvertirono i codici espressivi e i canoni di bellezza, confrontandosi con l’universo dei bassifondi, la vita notturna e i suoi pericoli, il Carnevale e le sue licenze. Questo mondo burlesco e poetico, volgare e violento, per alcuni diventò un tema centrale della propria produzione, mentre per altri rimase un’esperienza di vita.

La mostra presenta più di cinquanta opere, realizzate a Roma nella prima metà del XVII secolo da artisti provenienti da tutta l’Europa, tra cui Claude Lorrain, Valentin de Boulogne, Jan Miel, Sébastien Bourdon, Leonaert Bramer, Bartolomeo Manfredi, Jusepe de Ribera, Pieter van Laer.

Il pubblico potrà scoprire i dipinti dei più grandi pittori Caravaggeschi, dei principali paesaggisti italianizzanti e dei Bamboccianti, araldi della rappresentazione della vita comune di Roma e della campagna circostante. Sarano presentati quadri, disegni, stampe provenienti dai più importanti musei europei, ma anche opere che fanno parte di collezioni private, raramente esposte in pubblico.

Il percorso della mostra conduce dall’ebbrezza bacchica alla malinconia, attraverso un’esplorazione dei bassifondi romani del Seicento punteggiata da vedute di paesaggi di Roma, urbani o pastorali, alterati da dettagli dissonanti, burleschi o scatologici, abitati da mendicanti, prostitute, travestiti, vagabondi o briganti.

Le opere esposte, attente ai rituali della vita quotidiana ma che rimandando a visioni stereotipate della realtà sociale, intendono illustrare la lunga serie di vizi e degenerazioni del mondo dei bassifondi, collegati a pratiche condannabili e condannate, come quelle del tabacco, dell’alcol, del gioco e dei piaceri di Venere, pericolose cause di perdita della ragione. Spesso gli artisti ritraevano anche loro
stessi in questo contesto di perdizione, giocando sull’ambiguità tra realtà e finzione.

Le radici del mito dell’artista bohémien sono già presenti nelle loro opere.

All’origine di questa produzione artistica e nel solco di Caravaggio, si trovano le invenzioni di una comunità internazionale che si stabilì nei pressi di Villa Medici, tra i quartieri di Santa Maria del Popolo, Sant'Andrea delle Fratte e San Lorenzo in Lucina.

Diversi artisti si riuniscono sotto le insegne dei Bentvueghels (gli “Uccelli della banda”), un’associazione di pittori del nord Europa che invoca la protezione di Bacco, dio del vino e della creazione artistica: Caravaggeschi, Bamboccianti o paesaggisti italianizzanti, che furono turbolenti protagonisti della vita delle taverne.

La mostra non si limita a un solo movimento o scuola artistica, né alla scena di genere del Seicento, ma indaga i temi, i personaggi e le vicende quotidiane che appaiono nelle arti dei primi decenni del Seicento: nella pittura ma anche nella musica, nella letteratura, con il romanzo picaresco, e nel teatro, con la Commedia dell’arte.

Il catalogo della mostra è pubblicato dalla casa editrice Officina Libraria (in italiano e in
francese).

Orari d'apertura della mostra: da martedì a domenica (chiuso il lunedì) 11.00-19.00 (ultimo
ingresso alle 18.30).

Visite guidate alla mostra: tutti i martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica ore 17.00
(in francese), 17.45 (in italiano).

Biglietto comprensivo di visita guidata ai giardini e a Villa Medici e ingresso alla
mostra: 12 euro (intero) | 6 euro (ridotto*). Ingresso libero alla mostra tutti i giovedì dalle
17.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30).

* Giovani con meno di 25 anni, studenti (dietro presentazione di un documento), persone con più di 60 anni, disoccupati (dietro presentazione di un documento), docenti di storia dell’arte, borsisti e membri delle altre accademie e istituti stranieri di Roma, possessori di Bibliocard, Carta Più la Feltrinelli, Metrebus card, Opera Card, Roma Pass, Romaeuropa Card, soci Fai.

Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
viale Trinità dei Monti, 1 - 00187 Roma
T +39 06 67611
www.villamedici.it

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece...

"Vino dicit"... gli aforismi del vino

A quanto pare il vino non è desiderato, bevuto, amato, versato e bramato solo ai giorni nostri, ma lo è sempre stato. Come si evince dai molti aforismi di seguito riportati, risalenti a periodi storici diversi e distanti tra di loro, il vino è stato da sempre fonte di ispirazione per molti, per alcuni causa e per altri effetto, ma sempre e comunque un qualcosa che ha dato carta e penna agli animi. Vino meraviglioso nettare nel trascorrere del tempo sei stato desiderato, bevuto, amato, versato e bramato. Viva il vino spumeggiante nel bicchiere scintillante come il riso dell’amante; mite infonde il giubilo! Turiddu, Cavalleria Rusticana Libiam ne’ lieti calici, Che la bellezza infiora, E la fuggevol ora s’inebri a voluttà Alfredo, La Traviata E via i pensier! Alti i bicchier! Beviam!...Beviam!... Mimi, La Bohème San Severo città del mio pensiero dove prospera la vite e il clima è sempre mite Andrea Pazienza Dice la vigna: lasciami p...