JUNK FOOD NEL CARRELLO? È TUTTA COLPA DEL NOSTRO CERVELLO
Vi sentite in colpa dopo aver riempito il vostro carrello della spesa con cibi ad alto contenuto calorico? Uno studio dell'Università canadese McGill vi assolve
Ai partecipanti allo studio è stato scansionato e fotografato il cervello durante i processi decisionali di scelta, nel corso dei quali è stato chiesto loro di valutare il contenuto calorico dei singoli alimenti. Si è così scoperto che le decisioni circa il consumo e le calorie del cibo sono legate a una parte del cervello chiamata corteccia prefrontale ventromediale. Questa è un'area particolarmente recettiva e sensibile, legata anche agli acquisti e al consumo d'impulso.
Secondo i ricercatori la scelta è determinata dagli effetti attesi dagli alimenti, un'informazione mediata dall'esperienza. Se un cibo ci gratifica, ovvero provoca piacere, saremmo non solo propensi all'acquisto ma ne sottovaluteremo anche l'apporto calorico.
Ma si può tornare ad amare il cibo sano? Sì ma a costo di sottoporsi a un training mentale, secondo l'americano Human Nutrition Research Center on Aging. “Noi non iniziamo la nostra vita amando le patatine fritte e odiando invece la pasta integrale - ha detto Susan B. Roberts, co-autrice dello studio -. Questo condizionamento avviene nel tempo in risposta all'alimentazione.”
Non basta insomma una dieta, occorre un programma psicologico di supporto che aumenti la nostra sensibilità ai cibi sani e a basso contenuto calorico. Un percorso virtuoso che secondo la ricerca americana, dà i suoi frutti già dopo i primi sei mesi di training.
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