Un viaggio a Pienza nella "città ideale". Storia, arte e tradizione del mangiar bene qui si sublimano in un raro esempio di urbanistica rinascimentale portata a compimento
"Nata da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza": così Giovanni Pascoli definì Pienza. Dolci colline ondulate le fanno da contorno, da lontano sembra un panorama impressionista. Pienza, il gioiello della Val d’Orcia
Questo incantevole borgo è ampiamente conosciuto come la città "ideale" o "città utopia" del Rinascimento, creazione del grande umanista Enea Silvio Piccolomini,
diventato poi Papa Pio II. Piccolomini aveva le possibilità economiche e
l'influenza per poter trasformare il suo umile villaggio natio,
Corsignano, in quella che riteneva dovesse essere una città utopica, che
avrebbe dovuto incarnare i principi e la filosofia dell'età classica e
del grande Rinascimento italiano.
Ne sono esempi la meravigliosa Piazza Pio II, la famosa piazza riquadrata su cui si affacciano, il Duomo, la Casa dei Canonici , il Palazzo Piccolomini, Palazzo Borgia, la Chiesa di San Francesco ed il Palazzo Comunale, le cui prospettive geometriche, le impressionanti volumetrie e l'accurato riempimento degli spazi al centro del vecchio borgo medievale sono testimonianza del genio architettonico dell'epoca.
Pienza ottiene il riconoscimento di sito Unesco nel 1996, ancora oggi comunica al mondo i canoni urbanistici del Rinascimento per l'organizzazione razionale degli spazi e delle prospettive di piazze e palazzi cinquecenteschi.
La sua collocazione al centro della Val d'Orcia, una valle bellissima e intatta dal punto di vista paesaggistico, rende la cittadina perfettamente in grado di documentare ancora oggi l'interesse fondamentale che l'architettura umanistica pose nel rapporto uomo-natura, anche in riferimento all'importanza che questo rapporto ebbe durante l'età classica.
Oggi Pienza fa parte di un sistema territoriale chiamato "Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d'Orcia", che mira alla conservazione dello straordinario patrimonio artistico dei cinque comuni che ne fanno parte: Castiglion d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d'Orcia.
Pienza e la Val D'Orcia sono anche testimonianza di una grande cultura enogastronomica, dove le tradizioni si conservano e si tramandano nel tempo. Il vino, l'olio e tutto l’insieme dei saperi connessi al cibo sono anch'essi beni culturali a tutti gli effetti e da considerare elementi fondanti della fisionomia e dell’identità di questo territorio.
Pienza e la Val D'Orcia sono anche testimonianza di una grande cultura enogastronomica, dove le tradizioni si conservano e si tramandano nel tempo. Il vino, l'olio e tutto l’insieme dei saperi connessi al cibo sono anch'essi beni culturali a tutti gli effetti e da considerare elementi fondanti della fisionomia e dell’identità di questo territorio.
Lungo è l'elenco dei prodotti che qui possiamo trovare e tra questi senz'altro il vino. Oltre alle denominazioni ormai famose in tutto il mondo, come il Nobile di Montepulciano, il Chianti ed il Bianco della Valdichiana, volevo ricordare i vini della giovane
denominazione "Orcia" che orgogliosamente qualcuno definisce “il vino più bello del
mondo” in riferimento alla campagna armoniosa e incontaminata in cui
nasce. La denominazione Orcia è nata il 14 febbraio 2000 e comprende le varietà
Orcia ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e Orcia
“Sangiovese” con almeno il 90% di questo vitigno, entrambe anche nella
tipologia “Riserva”.
Ottimo abbinamento e simbolo inscindibile di questa città è il famoso Pecorino Stagionato di Pienza; si produce secondo i processi della tradizione, con una lavorazione spesso a 'latte crudo' (non pastorizzato) lasciando a stagionare le forme per almeno 90 giorni in locali tradizionali e all’interno di barriques di rovere. L'allevamento di ovini in toscana, documentato già in epoca romana da Plinio il Vecchio, risalirebbe ancor prima nel tempo in epoca etrusca.

La degustazione "cacio e vino" si basa sulla contrapposizione delle sensazioni. La succulenza e
l’untuosità del formaggio – ci spiega Paolo Cortonesi, maestro assaggiatore
Onaf – vanno bilanciate con il tannino e l’alcolicità dei vini. La
sapidità e l’acidità di ciò che troviamo nel bicchiere si contrappone al
grasso sempre presente nel formaggio e soprattutto nei pecorini. Per
raggiungere l’equilibrio nell’abbinamento vanno considerate anche
sapidità, aromaticità, speziatura e piccantezza dei formaggi mettendole a
confronto con i profumi e la morbidezza del vino”.
La "Fiera del Cacio di Pienza" rende il dovuto omaggio a questa eccellenza della
gastronomia regionale. Ogni anno dalla prima
domenica di settembre e per oltre una settimana, nella cittadina senese
sono possibili degustazioni presso gli stand allestiti dai produttori locali.

Un’iniziativa di
grande importanza, che vuole tutelare uno dei portabandiera della
tipicità senese a tavola. I Pici sono un prodotto che ha radici profonde
nella storia e che rappresentavano alimento fin dai
tempi degli Etruschi. Fin da quell’epoca, infatti, la mano dell’uomo ha
saputo integrare, amalgamandoli insieme, due prodotti fondamentali di questo territorio: il grano da cui ricavare la farina e l’olio extravergine di oliva. Si possono mangiare al
ragù di carni varie, oppure con salsa di pomodoro e aglio, detto
"all'aglione".
Il nostro consiglio per una sosta golosa è il Ristorante il Falco, tutti i sapori della Val D'Orcia racchiusi nel più antico e tradizionale ristorante di Pienza.
La patron Silvana Franci, Chef e Sommelier, vi accoglierà con simpatia e professionalità, accompagnandovi in un viaggio enogastronomico che è sintesi e vera espressione del territorio pientino. Tradizione e innovazione si rispecchiano nei suoi menù degustazione, sempre pensati e ragionati nella costante ricerca della qualità. Un vero e proprio simposio allietato da una lista di vini ampia di circa 300 etichette, tutte pensate con il cuore dai Sommelier professionisti Silvana Franci e Luigi Pizzolato.
Nella graziosa saletta, ecco allora che veniamo deliziati da un calice di benvenuto con un Maso Martis Trento Doc Riserva, unica concessione extraterritoriale, ma come non esaltarne le doti, siamo di fronte ad un capolavoro enologico da uve selezionate e più ricche del vitigno Pinot Nero, matura sui lieviti per almeno quattro anni, esteticamente è invitante con un perlage fine e persistente, i profumi sono intensi con una sottile nota vanigliata, al palato si rivela di straordinaria morbidezza e di ricca e spiccata sapidità. Corposo, intenso e di ottima persistenza gustativa.
Il Tagliere di Cinta Senese con misto di Pecorini di varia stagionatura e salse, ben si sposano con il Col D'Orcia Rosso di Motalcino 2011. Un'azienda storica quella di Col D'Orcia che ha contribuito molto attivamente nel creare questa denominazione. Il Rosso di Montalcino è oggi un vino classico, fatto con uve Sangiovese in purezza, che esce un anno dopo la vendemmia così da mantenere tutta la freschezza e la fruttuosità di un vino giovane ma allo stesso tempo l’intensità di quel terroir che solo Montalcino è capace di trasmettere.
L'andamento climatico del 2011 ha portato ad una vendemmia anticipata di oltre una settimana, con rese molto basse ma una qualità di uve tutto sommato buona. Uvaggio Sangiovese in purezza denominato a Montalcino "Brunello" (la stessa uva con cui si produce il Brunello di Montalcino). Nel bicchiere è rosso rubino intenso con riflessi violacei, al naso è ampio e complesso, con intense note di frutti rossi maturi, in perfetto equilibrio con i piacevoli sentori del legno, in bocca è pieno ed equilibrato, con presenza di tannini morbidi ed avvolgenti in un finale lungo e piacevolmente fruttato.

Nella graziosa saletta, ecco allora che veniamo deliziati da un calice di benvenuto con un Maso Martis Trento Doc Riserva, unica concessione extraterritoriale, ma come non esaltarne le doti, siamo di fronte ad un capolavoro enologico da uve selezionate e più ricche del vitigno Pinot Nero, matura sui lieviti per almeno quattro anni, esteticamente è invitante con un perlage fine e persistente, i profumi sono intensi con una sottile nota vanigliata, al palato si rivela di straordinaria morbidezza e di ricca e spiccata sapidità. Corposo, intenso e di ottima persistenza gustativa.

Un vino che ci concediamo ancora in abbinamento ai tradizionali Pici al sugo di cinghiale, un vero must della casa, Pici rigorosamente fatti a mano dalla preziosa Lidia che realizza tutti i giorni pasta fresca fatta a mano.
L'arrivo della Bistecca di Chianina alla brace richiede l'assistenza di ben due grandi vini. Un Banfi Brunello di Montalcino 2007, un altro grande classico del territorio Montalcinese, è ottenuto con uve Sangiovese grosso in purezza provenienti da una selezione clonale ad opera del Prof. Attilio Scienza in collaborazione con l’Università di Milano. E' un vino austero e aristocratico e riflette i caratteri del suo territorio, di cui canta le virtù.
Nel bicchiere è rosso rubino maturo con riflessi granato. L'aroma fruttato, dolce e complesso, sviluppa note di ribes, more e tabacco e poi ancora mentolato e pepe nero. In bocca il gusto è morbido, setoso e una piacevole e arrotondata trama fenolica con un tannino perfettamente disciolto in una struttura misurata. Vinificato nei tini Horizon in legno e acciaio da 177 ettolitri e fatto maturare in botti di rovere francese di diversi formati per due anni a cui segue un ulteriore anno di affinamento in bottiglia. E' considerato un campione di qualità e potenzialità d’invecchiamento e non per ultimo ha un ottimo rapporto qualità prezzo.
Decisamente dentro canoni territoriali più ristretti il Capitoni Orcia Doc 2010 è il frutto di quattro ettari di vigneto impiantato nel 1999 ed ottimamente esposto. Nasce da un uvaggio di Sangiovese ed un saldo di Merlot, il colore è rosso rubino intenso, all'assaggio risulta un vino ampio, con aromi che ricordano frutti rossi e neri, sentori di tostatura, lievi speziature, grande armonia ed equilibrio con allunghi ricchi di sapidità. Caratteristica quest'ultima, dovuta proprio alla particolarità dei terreni dove vivono le viti e che conferisce ai vini una personalità unica ed identificativa per questa giovane e promettente denominazione. L'affinamento avviene in barrique per 12 mesi, poi ulteriore affinamento in bottiglia per altri 12 mesi in ambiente termo-condizionato.
Gran finale in "dolce sinfonia" è il caso di dirlo con i dolci tipici di Pienza abbinati al Dolce Sinfonia Occhio di Pernice 2003 di Bindella. Dall’appassimento di uve rosse nasce questa tipologia di Vin Santo.
Siamo alla presenza di un vino speciale, bellissimo nel suo colore ambrato con riflessi mogano, al naso si esprime con una complessa aromaticità, con profumi eterei, intensi e fini che vengono rafforzati al palato da una
dolcezza vellutata e piena, molto elegante e piacevole. Uvaggio Sangiovese 100%, vinificato nel gennaio seguente la vendemmia in caratelli nuovi di rovere francese da 50 litri, dopo appassimento delle uve nelle tradizionali "penzane". Matura negli stessi caratelli per almeno 72 mesi ed affina in bottiglia per ulteriori 12 mesi.
Termina qui il nostro percorso enogastronomico in terra di Val D'Orcia. Sicuramente, è inevitabile, Pienza rimarrà nei nostri cuori.
Un saluto a Silvana ed ai suoi preziosi collaboratori che l'affiancano nel perseguimento della sua passione. Una bella squadra che riesce a realizzare un servizio accurato con grande e disinvolta professionalità.
Per chi volesse continuare questo viaggio e dedicare qualche giorno in più alla scoperta di Pienza segnaliamo che il Ristorante Dal Falco dispone di 6 confortevoli camere con bagno privato e TV.
Ristorante il Falco
P.za D.Alighieri 3
Pienza - (SI) - Italia
Tel. 0578748551. Fax 0578748551.
Pienza - (SI) - Italia
Tel. 0578748551. Fax 0578748551.
ORARI DI APERTURA:
Pranzo dalle ore 12:00 alle ore 15:00
Cena dalle ore 19:00 alle ore 22:00
Giorno di chiusura: VENERDI'
(escluso pre e post festivi)
E-mail: ristorantedalfalcopienza@hotmail.it
Sito web: www.ristorantedalfalco.it
Pranzo dalle ore 12:00 alle ore 15:00
Cena dalle ore 19:00 alle ore 22:00
Giorno di chiusura: VENERDI'
(escluso pre e post festivi)
E-mail: ristorantedalfalcopienza@hotmail.it
Sito web: www.ristorantedalfalco.it
In tal caso non dimenticate di visitare questi luoghi
Il Duomo di Pienza
Piazza Pio II - Aperto tutti i giorni
Il Duomo fu costruito dall'architetto Bernardo Rossellino (1459) e ha oggi problemi di stabilità nella parte absidale.
Ci sono delle crepe nei muri e nel pavimento di una navata, ma le splendide proporzioni classiche sono rimaste intatte.
E' inondato dalla luce proveniente dalle grandi finestre a vetrata volute esplicitamente da Pio II, il quale desiderava una domus vitrea, che simboleggiasse lo spirito della luminosità intellettuale dell' età Umanistica.
Il Palazzo Piccolomini di Pienza
Possiede una torre cilindrica e un portale decorato con temi mitologici e fantastici. Sul lato un altro portale ha un architrave sul quale è scolpito un presepe di stile Bizantino.
Il Duomo fu costruito dall'architetto Bernardo Rossellino (1459) e ha oggi problemi di stabilità nella parte absidale.
Ci sono delle crepe nei muri e nel pavimento di una navata, ma le splendide proporzioni classiche sono rimaste intatte.
E' inondato dalla luce proveniente dalle grandi finestre a vetrata volute esplicitamente da Pio II, il quale desiderava una domus vitrea, che simboleggiasse lo spirito della luminosità intellettuale dell' età Umanistica.
Il Palazzo Piccolomini di Pienza
Piazza Pio II - Aperto Martedì-Domenica
Il palazzo è adiacente al Duomo ed è stata la dimora dei
discendenti di Pio II fino al 1968. Il progetto è del Rossellino che fu
influenzato dal palazzo Rucellai di Leon Battista Alberti sito in Firenze.
Gli
appartamenti aperti al pubblico includono la camera e la libreria di Pio II.
All' interno del palazzo troviamo un cortile ornato di colonne che immette in
una loggia che si affaccia sul giardino all'italiana; da qui si ha una vista
spettacolare della Val d'Orcia e delle pendici boscose del Monte Amiata.
La Pieve di Corsignano
Via delle Fonti (a 1 chilometro dal centro di Pienza)
Aperta su prenotazione
Telefonare all'ufficio turistico (0578/749071)
Papa Pio II fu battezzato in questa pieve Romanica
dell'undicesimo secolo che si trova subito fuori dal centro storico di Pienza.
Possiede una torre cilindrica e un portale decorato con temi mitologici e fantastici. Sul lato un altro portale ha un architrave sul quale è scolpito un presepe di stile Bizantino.
Segnalo che fino al 2 novembre nello splendido Palazzo Piccolomini è di scena Vinum Nostrum
L’esposizione racconta la millenaria storia della vite e del vino e la rilevante influenza da essi esercitata sulle civiltà del Mediterraneo. Il percorso si snoda dall’origine della viticoltura nel Vicino Oriente alla sua piena affermazione nel mondo ellenico, fino alla produzione e diffusione del vino su ampia scala operata dai Romani.
L’allestimento di Pienza presenta, oltre agli exhibit e ai suggestivi filmati esposti nella mostra fiorentina a Palazzo Pitti, alcune scenografiche ricostruzioni di arredi domestici e da giardino che fanno riferimento alla vite e al vino.
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