Nasce in Valtellina il vino totalmente sostenibile fatto con gli ingegneri del Politecnico
"Sostenibile, concreto, innovativo, unico e responsabile": ecco SCIUR, il nome del nuovo vino “globalmente sostenibile” e del progetto enologico della cantina Nino Negri
La cantina valtellinese Nino Negri, che fa parte del Gruppo italiano vini, lancia ‘Sciur’. Un nuovo vino, improntato alla sostenibilità globale. L’idea è nata dall’enologo Casimiro Maule e da Giacomo Mojoli di Slow food, con la collaborazione di 20 studenti del Politecnico di Milano.
Per la produzione di Sciur si usano solo concimi naturali, si riducono nettamente i solfiti e si ricorre all’eco-packaging. Inoltre si persegue un obiettivo di responsabilità sociale, come la tutela dei muretti a secco, tipici della Valtellina, attraverso un progetto per l’apprendimento delle tecniche di mantenimento e costruzione (anche con la devoluzione di un euro per ogni bottiglia venduta).
Sciur, il cui profilo sensoriale ricorda il vitigno tipico della zona, il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca, nasce da quattro ettari di vigne impiantate nel 1996 in zona Fracia, che producono solo 15mila bottiglie di vino.
“Non abbiamo semplicemente prodotto un vino ma ci stiamo impegnando per salvaguardare e valorizzare il territorio, l’ambiente, la cultura e la storia”, questa la dichiarazione di Casimiro Maule riportata sull’etichetta.
Da sempre la Nino Negri punta su ricerca, innovazione e
esperienza, per scommettere con precisione e lungimiranza sul futuro.
Come negli anni Ottanta lo Sforzato 5 Stelle rappresentò per la
Valtellina e per il suo territorio un vero e proprio ciclone culturale
nel know how enologico e vitivinicolo del comparto, un modello
strategico che influenzò positivamente il concetto di qualità e il
profilo sensoriale e organolettico del vino, così Scìur nasce dalla
voglia di proiettare in avanti un’intuizione, promuovere un certo tipo
d’enologia che sia capace di pre-figurare ciò che si avrà intenzione di
fare in avvenire.
Ricerca e innovazione sono le parole chiave di questo
percorso che poggia sull’idea guida di un brillante connubio tra la
tradizione del territorio e un approccio metodologico nuovo alla
viti-enologia che, nel nostro caso, si pone come elemento di connessione
e dialogo tra cultura del fare e cultura del progetto.
Sciur è un’ibridazione di conoscenze professionali,
una rete di relazioni complesse che, proprio attraverso il lavoro
pratico d’adempimento del prodotto finale (in vigna, in cantina, nella
comunicazione, nel marketing, nel packaging, nel nome e nell’identità,
nel rapporto sociale con il territorio…) si è trasformato in piattaforma
di scambio.
Pertanto, oltre ad un approfondito e dialettico lavoro di squadra
svolto tra l’ambito agronomico e quello tecnico di cantina, l’ideazione
di Sciur ha visto il fattivo coinvolgimento di giovani designer,
italiani e stranieri, di docenti universitari del Politecnico di Milano e
della Scuola del Design, di manager, esperti di marketing e della
comunicazione.
Un laboratorio, un progetto dentro cui ricercare una
nuova prospettiva per la Valtellina vitivinicola e il suo territorio.
Non è un caso se Sciur dialoga con il Polo di Formazione Professionale
Valtellina nel progetto di stage per giovani muratori, trasferendo le
tecniche e la cultura storica per il mantenimento e la costruzione dei
muretti a secco.
Sono 5 i termini individuati, fortemente carichi di significato e di
valore strategico, espliciti per il loro senso, suggestivi e nonché
virtuosi, per quanto implicano dal punto di vista pratico e culturale.
Sostenibile – Concreto - Innovativo – Unico – Responsabile
Un “lavoro” di ieri fatto con la testa e le mani di oggi, le cui
tracce sono sparse tra le vigne valtellinesi e nei vini che l’enologo
Casimiro Maule ha realizzato in passato. “Non abbiamo semplicemente prodotto un vino, ma ci stiamo impegnando per salvaguardarne e valorizzarne il territorio, l’ambiente, la cultura e la storia” (Casimiro Maule)
Per ulteriori informazioni: Tiziana Mori, tel.045.6269600/340.0635680 – t.mori@giv.it
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