martedì 31 marzo 2015

MOSTRA NAZIONALE DEI VINI PASSITI E DA MEDITAZIONE


DALL’1 AL 3 Maggio 2015 torna la MOSTRA NAZIONALE DEI VINI PASSITI E DA MEDITAZIONE
Degustazioni guidate e assaggi nei magici ambienti di palazzo Gonzaga tra vini nazionali e stranieri. Ospiti d’eccezione i vini CROATI e la VERNACCIA


Anche quest’anno, dall’1 al 3 Maggio, Volta Mantovana si trasformerà nella capitale dei vini passiti italiani e stranieri. La XIII edizione, sarà dedicata ai vini nazionali ma anche agli immancabili vini internazionali: ospiti di quest’anno saranno i vini passiti Croati, accompagnati dai vini Spagnoli e Portoghesi.

Tra gli italiani l’ospite d’onore sarà la Vernaccia, il vino che alla fine del Duecento appare in Europa sulle mense di re, papi e ricchi mercanti. La mostra si svolgerà tra le scuderie, i giardini all’italiana e le sale del cinquecentesco Palazzo Gonzaga, in un’atmosfera ricca di storia, cultura e divertimento.

Le possibilità per assaggiare i vini sono svariate:

  • BANCO D’ASSAGGIO: un grande banco allestito nel giardino principale dove poterete assaggiare tutti i vini in mostra. Il costo è di 2 euro a degustazione.
  • DEGUSTAZIONI GUIDATE: sommelier e produttori vi guideranno nella degustazione dei vini passiti abbinati alla cioccolata, formaggio e prodotti tipici. Le degustazioni  guidate, della durata di circa 40 minuti,  sono acquistabili ad un prezzo agevolato su www.vinipassiti.com o nei giorni della mostra presso l’infopoint.
  • MOSTRA MERCATO: il grande mercato con produttori provenienti da tutta Italia, dove potrete assaggiare e acquistare tutti i prodotti di loro produzione.

In questi tre giorni potrete inoltre pranzare all’interno degli splendidi giardini o partecipare a una delle meravigliose visite guidate al palazzo, alle torri e alle cantine. Nei giorni della Mostra i ristoranti convenzionati di Volta Mantovana proporranno un menù speciale a € 25,00. Il biglietto d’ingresso alla mostra comprensivo di bicchiere e buono per una degustazione al banco è di 8 euro, disponibile a 6 euro se acquistato online.

La mostra apre dalle 9.00 alle 20.00

Informazioni sempre aggiornate su: www.vinipassiti.com e sulla pagina facebook: www.facebook.com/vinipassiti

La mostra: Feste Barocche a Palazzo Braschi



FESTE BAROCCHE A PALAZZO BRASCHI
“Per inciso” Immagini della festa a Roma nelle stampe del Seicento
Giovanni Battista Falda, Pianta di Roma, 1676, acquaforte, GS 1075

Una festa può ammaliare e stupire anche se priva di colore? Sì, se parliamo di feste orchestrate da abili registi e scenografi, architetti fantasiosi e pittori, musicisti e poeti, come accadeva nel Seicento a Roma

 
È la festa barocca, il gran teatro delle arti e della finzione, con apparati effimeri che simulano montagne e nascondono facciate di chiese e di palazzi; cortei che si snodano nelle pieghe della città antica e raccolgono consensi e applausi a scena aperta. Con canti e litanie, maschere in carrozza e cavalli berberi lanciati all’impazzata lungo il Corso, durante il Carnevale.

Ma per diffondere le immagini di quei tripudi di folla e di colore, per amplificarne nei secoli il suono e le preghiere si producevano stampe calcografiche, come fogli di giornale o cronache illustrate in tirature importanti, degne degli eventi che si andava a immortalare.

E quelle stampe in bianco e nero non toglievano nulla alla ricchezza dei toni della festa né al suo clamore, perché nel minimo dettaglio inciso dall’artista, nel nero del solco scavato nella lastra e inchiostrato ad arte, scorreva tutta l’euforia della festa, si ritrovava lo spirito del luogo e degli accadimenti; forse perfino il suono, tanta era la grazia nel riprodurre i gesti e le sembianze della folla e la bellezza di una stoffa appesa a una finestra in segno di allegria e di omaggio ai passanti.

Tutto questo sarà esposto dal 1 aprile al 26 luglio 2015 a Palazzo Braschi, nella mostra “Feste barocche”, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, un evento che è parte del progetto culturale “Barocco a Roma. La meraviglia delle arti”, promosso dalla Fondazione Roma e organizzato dalla Fondazione Roma - Arte - Musei per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico barocco della città e del territorio.

Cinque sezioni scandiscono il tempo di visita all’interno di altrettante sale espositive, focalizzando i temi principali delle occasioni di festa a Roma nel Seicento.

Si inizia con Cavalcate e possessi: cerimonie pubbliche legate all’elezione del nuovo pontefice che, in qualità di vescovo di Roma, prendeva possesso della Basilica di San Giovanni in Laterano attraversando la città a cavallo lungo un percorso che da san Pietro passava per il Campidoglio, il Foro Romano e il Colosseo, secondo un’antica usanza tuttora praticata dai pontefici neoeletti anche se in comode autovetture.

In Cortei e apparati funebri la manifestazione del potere prende forma in occasione della morte. Quella del papa, ad esempio, si configura come un grandioso evento pubblico per la città, teatro di sfarzosi cortei rappresentati in mostra dai funerali di Clemente X e Innocenzo XI. La sontuosità e l’elevato simbolismo di questi eventi sono bene espressi dalla “doppia sepoltura” di Papa Paolo V che, a un anno dalla sua morte, venne tumulato una seconda volta nella cappella di famiglia in Santa Maria Maggiore, non ancora ultimata al momento del decesso.

Ma anche la morte di altre personalità importanti comporta la costruzione di scenografici catafalchi nelle chiese, progettati da artisti del calibro di Gian Lorenzo Bernini.

La sezione Carnevale e Quarantore sottolinea il forte legame tra religiosità e spettacolo a Roma, proprio in occasione dell’evento profano più seguito ed amato dal popolo, in quanto momento di sfogo e di licenza. Ecco, allora, accanto alle cavalcate in costume o alla Giostra del Saracino a Piazza Navona in onore del re di Polonia - che proseguì nonostante l’improvvisa partenza del sovrano - il contraltare religioso della cerimonia delle Quarantore, ossia l’esposizione del Santissimo Sacramento nelle chiese durante il carnevale. Silenzio e meditazione contrapposti al rumore incessante delle strade in festa.

Feste religiose ci mostra una città trasformata in set cinematografico. Piazze, fontane, palazzi storici agiscono da quinte prospettiche per apparati di grande effetto, pensati appositamente da architetti e pittori per stupire il pubblico con la grande professionalità di maestranze d’eccellenza, esattamente come avviene per le riprese di un film. Canti e litanie che si intrecciano con i colori e le forme di una scena urbana abbellita per l’occasione, spesso suggerendo soluzioni architettoniche che nel tempo, sarebbero poi state realizzate.

Chiude il percorso la sezione Altre occasioni di festa, raccontando la Roma seicentesca come teatro della Storia. Ogni avvenimento storico di rilievo – e perfino un semplice ricevimento tra nobili famiglie romane - si trasforma qui in un evento di portata mondiale, che trova nella città eterna il contesto migliore per amplificare e diffondere il suo messaggio. Apparizioni esotiche di ambasciatori dal Siam, fuochi d’artificio e processioni ordinate: Roma nel Seicento scandisce il tempo della storia dettandone il ritmo. E legittimando agli occhi delle grandi potenze mondiali ogni accadimento per il semplice fatto di essere andato in scena a Roma.


LEZIONI INCONTRO
Il solco che suona: l’acquaforte in età barocca
Museo di Roma – Palazzo Braschi

In occasione della mostra “Feste barocche ‘per inciso’. Immagini della festa a Roma nelle stampe del Seicento”ospitata al Museo di Roma  Palazzo Braschi, dal 1 aprile al 26 luglio 2015, docenti e studenti dell’ Accademia di Belle Arti di Roma  incontrano il pubblico in lezioni e laboratori dimostrativi sul tema delle tecniche incisorie, con particolare riferimento all’epoca barocca

Un’ occasione rara che, prendendo spunto dalle opere grafiche in mostra, svelerà al visitatore i segreti dell’affascinante processo della stampa d’arte, con riferimenti storici ai grandi maestri di questa tecnica, da  Rembrandt a Piranesi  e con particolare attenzione al periodo barocco, oggetto della mostra allestita a Palazzo Braschi.

Tre appuntamenti, con una prima breve introduzione storica sulle tecniche incisorie e quindi una parte osservativo-laboratoriale con dimostrazioni pratiche a cura del docente e dei suoi studenti dell’Accademia, per la realizzazione di matrici calcografiche nelle diverse tecniche ad incisione diretta e indiretta.

Alla finalità didattica, insita nella tipologia stessa di lezione-incontro, si coniuga qui anche una specifica valenza di approfondimento critico sul tema dell’incisione artistica, generalmente sconosciuto al grande pubblico o riservato ad una platea di cultori della materia. Gli incontri intendono quindi fornire ai partecipanti alcuni strumenti di conoscenza e di valutazione del linguaggio specifico delle stampe artistiche, per poterne comprendere il valore e le specificità rispetto al più noto e diffuso universo della pittura.

A cura di
Prof. Andrea Lelario, Docente di Grafica d’Arte, presso Accademia di Belle Arti di Roma 
In collaborazione con
Servizi Educativi e Didattici del Museo di Roma
Soggetti promotori
Museo di Roma e Zètema Progetto Cultura
Destinatari: aperto a tutti
Calendario degli incontri: mercoledì 22 e 29 aprile, mercoledì 6 maggio 2015
Durata di ciascun incontro: circa 3 ore (dalle 16:00 alle 19:00)
Costi: gratuito con prenotazione obbligatoria
Sede degli incontri: Salone d’onore, al I piano


TONO SU TONO
attività didattiche e ricreative in occasione della mostra
Feste barocche: “per inciso”
Museo di Roma – Palazzo Braschi
31 marzo – 26 luglio 2015

La selezione di stampe del Seicento esposte al Museo di Roma, come sezione distaccata  della mostra “Barocco a Roma. La meraviglia delle arti”  allestita a Palazzo Cipolla, offre al visitatore una doppia chiave di lettura.

Da un lato, il fascino discreto della tecnica incisoria, per lo più sconosciuta al grande pubblico e dunque quasi misteriosa in quel suo modo di trasformare le immagini cambiandone il verso e di giocare con la luce e l’ombra, lavorando di punte che incidono il rame con solchi più o meno profondi.

Dall’altro il suono, evocato nelle molte occasioni di festa rappresentate in mostra ma anche diffuso all’ingresso delle sale, con una selezione di musiche barocche che accompagnano il visitatore fin dentro l’esposizione; oltre ad un calendario di concerti dal vivo che offrirà al pubblico un’occasione preziosa di ascolto senza alcun sovraprezzo sul biglietto di ingresso.
Tre lezioni teorico-pratiche sulla tecnica dell’acquaforte, a cura dell’Accademia di Belle Arti di Roma, e tre concerti domenicali di musica barocca aperti a tutti: queste le attività proposte a corollario della mostra a Palazzo Braschi.

“Tono su tono” – proprio nella doppia valenza di tono cromatico e musicale - intende avvicinare il pubblico alla bellezza dell’arte barocca, partendo dalla percezione visiva del segno inciso e da quella sonora della musica del tempo; per assaporare ‘tono su tono’ le molte sfumature di una stagione artistica straordinaria e magnifica.

Calendario dei concerti (durata 45 minuti ca.)
domenica 17 maggio ore 12:00 nel Salone d’onore al I piano
domenica 7 giugno ore 12:00 all’interno delle sale espositive
domenica 12 luglio ore 12:00 nel Salone d’onore al I piano

Calendario degli incontri-laboratorio sull’incisione (durata 3 ½  ore ca.)Max 30 persone
mercoledì 22 aprile ore 16:00 – 19:00
mercoledì 29 aprile ore 16:00 – 19:00
mercoledì 6 maggio ore 16:00 – 19:00

Entrambe le attività sono gratuite con prenotazione obbligatoria al numero 060608



Così la mostra:

Dove
Museo di Roma - Palazzo Braschi (sale espositive primo piano)
Ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10

Quando
1 aprile – 26 luglio 2015

Orari
Dal martedì alla domenica
Dalle ore 10.00 - 19.00
la biglietteria chiude alle 18.00
Giorni di chiusura Lunedì, 1 maggio

Biglietteria
per i residenti biglietto unico integrato Museo e Mostra per un importo € 10,00 intero; € 8,00 ridotto
per i non residenti biglietto unico integrato Museo e Mostra per un importo € 11,00 intero; € 9,00 ridotto
Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

Informazioni
Tel 06 06 08 (tutti i giorni ore 9.00 - 21.00)
www.museodiroma.it
www.museiincomuneroma.it

Vino&Archeologia



Antica caraffa greca per il vino trovata in Champagne

Una caraffa greca per il vino del 5° secolo aC è sta trovata all’interno di una tomba appartenente ad un principe celtico presso la regione di Aube nel sud della Champagne.

Gli archeologi dell’Istituto “National de Recherches Archéologiques Préventives” (INRAP) hanno compiuto gli scavi iniziati lo scorso ottobre presso il sito di Lavau, vicino Troyes,  nel sud della Champagne.

La tomba principesca risalente al famoso periodo di Hallstatt, risulta essere non solo una delle più grandi mai trovate di questo tipo, ma è anche una delle più significative scoperte per la presenza di oggetti di fattura greca nel nord europa.

Il corpo del principe e il suo carro sono stati rinvenuti presso il centro della tomba del diametro di 40 metri, circondato da oggetti di lusso ed un calderone di bronzo di origine etrusca o greca al cui interno si presentava, intatta,  la caraffa di ceramica attica per la mescita di vino,  nota con il nome di Oinochoe.

La brocca raffigura Dioniso in una scena di banchetto, sdraiato su un divano sotto una vite e di fronte a una donna. Il calderone, di un metro di diametro, è decorato con la testa cornuta e barbuta del dio fluviale Acheloo e le teste di otto leonesse.

Reperti greci ed etruschi sono stati spesso ritrovati nelle tombe di nobili celtici, esempi simili sono stati scoperti in Germania, Svizzera e a Vix nella Côte-d'Or, che sono il punto più lontano nel nord Europa dove la cultura greca è noto essersi diffusa.

I popoli di origine celtica dell'età del ferro apprezzavano molto il vino in special modo la classe dirigente, che ne beveva in gran quantità durante le grandi feste e la bevanda, quindi, era trattata come elemento di scambio.

I Greci e gli Etruschi fondarono le loro città-stato nel sud della Francia, nel nord Italia ed anche in Spagna, dal 600 aC in poi avviarono attivamente gli scambi con i Celti locali. Il vino e la ceramica fine per gli schiavi, venivano scambiati con ambra o metallo, di cui i Celti, essendo metalmeccanici rinomati, erano abili produttori, ne sono testimonianza i reperti ritrovati ad Hallstatt e nelle successive culture di La Tene.

E’ possibile, che la brocca e il suo vino di accompagnamento possano provenire dalla città greca di Massalia, l’odierna Marsiglia, ma le tribù lungo la Loira, la Senna, Saône, del Reno e del Danubio sono state frequentemente a contatto con le attività commerciali greche, e questo potrebbe far pensare che possano essere passate di mano con altri tipi di commercio, regali o bottini di guerra.

“ITALIAN WINE ON THE MARCH TOP 10 WINES US/UK PRESS"

NINE ITALIAN WINE THIS MONTH ON THE TOP WINES MEDIA&PRESS




 US PRESS


Vietti, Barbera d’Asti DOC, Tre Vigne 2011, Piedmont, Italy

Rebecca Murphy, writing for Dallas News, recommended this 2011 Italian red from Vietti this week, a winery founded by Mario Vietti. Later Mario’s son-in-law, Alfredo Currado, became the first in the region to make single-vineyard Barolos, and is widely credited with bringing back the indigenous white grape variety Arneis from near extinction.

She said: “Currado considers their Barbera d’Asti wines to be more powerful and age-worthy than their Barbera d’Alba. This 2011 is showing savory blackberry and cherry fruit brightened by the grape’s trademark vibrant acidity. It is medium-bodied with ripe, integrated tannins. Its bright acidity handles tomato sauces beautifully, and its soft tannins make it a perfect companion for grilled tuna.”

Price: $15.99 to $19.99



2010 Salvioni Brunello di Montalcino

“There’s a feeling in the wine industry that a wave of commercial success is about to hit Italy’s Montalcino region” writes Will Lyon in the Wall Street Journal, before recommending a number of its Sangiovese-based wines.

“At their best, these wines display a piercing purity of fruit, with notes that range from rose petal, dark cherry and red berries to spice, black pepper and wild herbs”, he said. “Their medium-bodied texture can, on occasion, be concentrated and powerful, and their style can vary, not just from vintage to vintage but in the same growing season as well.”

Of this example from Salvoni he said: “This small, family-owned winery has been producing exquisite Brunello since 1985. The 2010 is ethereal, savory and delicate. I loved its lacy tannins and gentle texture. The aromatics were tightly knit when I tasted it, suggesting it will keep for another two decades.”

Price: €125 or $180



2010 Poggio di Sotto Brunello di Montalcino

Lyon also recommended this Brunello from Poggio di Sotto, a winery that was founded in 1989.

He said: “I love the structure of these wines, which benefit from the cooler climate of the estate’s higher vineyards. The 2010 will evolve for many years to come.”

Price: €125 or $180








Cantina Riff-Progetto Lageder, Delle Venezie IGT, Pinot Grigio 2013

Rebecca Murphy, writing for Dallas News, recommended this Pinot Grigio from Alois Lageder – a “legendary” biodynamic grape grower and winemaker in Italy’s northernmost province of South Tyrol.

She said: “This Pinot Grigio is one of his négociant wines, which means he and his team obtain wines from trusted vintners throughout the Tre Venezie region, then blend and bottle them at the Lageder winery. Therefore, he is able to produce a wine that meets his quality standards at a reasonable price.

“In turn, we get to enjoy a distinctive wine with inviting aromas of ripe pears, citrus and chalky mineral notes. It’s round and luscious in the mouth, brightened with crisp, citrusy acidity. It’s a mouthwatering match for a grilled chicken breast with a tropical fruit salsa.”

Price: $8.49 to $10.99

 

Cantina Terlano Pinot Bianco Alto Adige DOC 2014

Sandra Silfven of Detroit News honed in on Italy’s Alto Adige this week, a landlocked region in the north that sits up against Austria and Switzerland.

Creating “magical wines with amazing structure and flavor”, the region is home to grape varieties including Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Gewürztraminer, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc and Merlot.

Of this Punot Biano she said: “The tall, slender, dark green bottle with the understated brown label contains a dry white wine that wakes up and refreshes every sensitive spot in your mouth. The mineral-woven flavors wash over the palate like the water of a stony mountain brook. Aromas of green apple, grapefruit, herbs and floral tones are mirrored on the palate. It’s so crisp and clean with acidity as sharp as the edge of paper.”

Price: $18


UK PRESS


Pasqua Passimento 2013, IGT Veneto, Italy

David Williams meanwhile picked three “of the best” Italian red wines writing in The Guardian, including this red blend from the Veneto made from the Merlot, Corvina and Croatina grapes.
He said: “Generally speaking, the taste of raisins is not a good thing in red wines. It tends to come with spirity alcoholic heat and a lack of zip. I do, however, have a soft spot for wines made from raisins, especially those from the traditional home of the technique around Verona in Valpolicella. At their best these wines are sumptuously fleshy, big in alcohol, but balanced with vibrant acidity; deep in colour but deeply distinctive in dark cherry and chocolate flavour. At its offer price of £7.99 for the next couple of weeks, Pasqua’s version is a robust, sweetly spicy, good-value introduction.”

Price: £11.99, or £7.99 if you buy two bottles, majestic.co.uk



Le Salette La Marega Amarone della Valpolicella Classico 2011, Italy



Amarone is an Italian dry red wine made largely from the partially dried grapes of the Corvina and Rondinella grape varieties, typically rich with a high alcohol content.
Recommending this example, Williams said: “Amarone producers have tried to rein in the alcohol in recent years, but the unusual production process means their wines will always be more alcoholic than others (sometimes as high as 16.5%) This is the sort of wine that works better at the end of an evening than the beginning, best enjoyed with a hunk of parmesan and a book at hand. Le Salette’s La Marega (15%), with its suavely presented layers of dark cherry, chocolate and savoury meatiness, is what the Italians call a vino di meditazione – a real treat for slow-sipping reflection.”

Price: £45.75, Lea & Sandeman, leaandsandeman.co.uk




2013 Masi, Masianco, Veneto, Italy

“This is not only a great looking bottle it is also a very clever wine”, said Matthew Jukes of this Venetian Pinot Grigio writing in the Daily Mail. “Made from Pinot Grigio with a touch of and semi-dried Verduzzo grapes in the mix to give it more depth and richness this is a hauntingly beautiful, pear-scented wine. I have tasted the 2014, too, and it is equally delicious!”

Price: £12.25, www.elwoodwines.co.uk; £12.99, www.oakhamwinesonline.co.uk







Gulfi Cerasuolo di Vittoria DOCG 2013, Sicily

Terry Kirby recommended this “sumptuous” Sicilian organic wine writing in The Independent.

“An organic blend of Frappato and Nero d’Avola, it has aromatic, vibrant and intense dark fruits, with lovely clean acidity”, he said. “Goes with lighter meats such as veal or chicken, or even a fish stew.”

Price: £21.50 (when bought as part of six mixed bottles), libiamo.it

lunedì 30 marzo 2015

Azienda Agricola Monte Dall'Ora


Alle porte di Verona, lungo la strada per Vinitaly, la sosta nella Cantina Monte Dall’Ora: la tradizione e l'impronta del territorio nel cuore della Valpolicella storica
La Valpolicella, questo singolare territorio a nord di Verona compreso tra il lago di Garda e i monti Lessini, viene generalmente rappresentato come una mano le cui dita sono disegnate dai cinque sistemi collinari che si sviluppano e si orientano verso sud verso l’abitato di Verona


di Francesco Cerini


Giovedì, 19 marzo 2015

In attesa dell’apertura del 49° Vinitaly oggi si visita la cantina di Monte Dall’Ora di Carlo Venturini e Alessandra Zantedeschi. Oltrepassiamo Verona, e ci i dirigiamo verso il “dito anulare” della mano immaginaria e raggiungiamo la collina di Castelrotto in prossimità di San Pietro in Cariano. Siamo al confine sud della Valpolicella Classica, all’inizio dell’ampio sistema collinare che disegna un anfiteatro naturale di rara suggestione.

Il logo ci racconta che questa azienda vuole identificarsi con la famiglia e le impronte delle mani di Carlo e Alessandra con quelle dei tre figli “sporche” di mosto indicano che in azienda collaborano tutti secondo le proprie possibilità.


L’ingresso senza cancello e l’anziano border collie che ti “aggredisce” con la palla in bocca per invitarti a giocare, ci lasciano intuire immediatamente il clima di tranquilla serenità che regna in azienda, e la conferma è il sorriso dolce, timido e discreto di Alessandra, la padrona di casa, che ci accoglie quasi scusandosi dell’assenza di Carlo, suo marito, impegnato in vigna e che ci raggiungerà tra poco.

Inizia con il giro in vigna il racconto appassionato di Alessandra

“Quando io e Carlo abbiamo scoperto Monte Dall’Ora è stato amore a prima vista. Abbiamo creato la nostra azienda e la nostra famiglia in questo luogo speciale, di grande tradizione, nel cuore della Valpolicella storica. Figli di contadini, ne abbiamo ereditato la tenacia per il lavoro e l’amore per la terra. La ristrutturazione degli antichi muri a secco, le “marogne”, che sostengono il terreno terrazzato, è stato un lavoro lungo e impegnativo, lo studio dei fossili e delle conchiglie pietrificate trovate tra la roccia che affiora, ha rappresentato per noi la testimonianza dell’evoluzione della terra e il nostro ritorno alle origini".

"Ci siamo trovati tra le mani questa terra selvatica, dove anni di abbandono, avevano lasciato crescere alberi e rovi. Abbiamo cercato di assecondare la vitalità di questo terreno ricco di humus e micro-organismi, impiantando le vecchie varietà di uve dimenticate e coltivandole nel rispetto del loro ciclo vitale”.

Nella vigna di cinque ettari i vitigni impiantati sono quelli tipici della zona: Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara, Oseleta. Nella nuova vigna, acquistata da poco nel comune di San Pietro, anche un po’ di Garganega con la quale Carlo ha voluto cimentarsi con il bianco “per capire cosa succede”. 

I terreni sono unici per la loro particolare composizione: calcare per i primi 15 metri molto morbido e poroso che permette alle radici delle viti di penetrare in profondità nel sottosuolo. Il posizionamento delle vigne è tale da essere raggiunto dalla ventilazione proveniente dal vicino lago di Garda che impedisce il formarsi delle muffe sulle uve in maturazione.
Dopo un tentativo di impianto Guyot, Carlo ha dovuto, per ragioni climatiche, tornare alle origini con la pergola veronese.

Il lavoro in vigna è certificato biologico ma da alcuni anni è stata intrapresa la strada dell'agricoltura biodinamica con la sperimentazione di prodotti naturali preparati in azienda con erbe essiccate, fermenti lattici e miscele solfo calciche.

Terminato il giro in vigna, si scende in cantina, scavata nella roccia calcarea sotto l’abitazione, lungo tutto il perimetro un corridoio d'aria per lo scolo dell'acqua piovana. L'umidità è sostenuta e la temperatura costante. Bella cantina con locali ampi e separati per le vasche d’acciaio, i tini tronco conici per le fermentazioni in legno e la bottaia con botti di 25 hl e barriques ed in fondo, un locale lasciato con roccia a vista per gli invecchiamenti “speciali”.

Alessandra continua nel suo racconto illustrandoci come l'uva per il Recioto e l'Amarone deve essere bellissima, i grappoli più spargoli e maturi vengono posti con cura in piccole casse da cinque sei chili che verranno collocate in fruttaio per il lungo appassimento invernale. Ma non quest’anno 2014 in cui l’uva non aveva, secondo loro, le caratteristiche adatte e quindi non è stato prodotto né Recioto né Amarone.

Per il Valpolicella l'uva viene raccolta in casse da venti chili e pigiata in giornata. Le fermentazioni sono spontanee e originate dai lieviti indigeni che sono presenti sulle bucce dell'uva, la fermentazione avviene in piccoli tini in acciaio per il Valpolicella e in legno per Amarone. 

Ovviamente non mancano gli assaggi dalla vasca e/o dalla botte ed ecco:

Garganega 2014: Carlo ha voluto cimentarsi col bianco vinificando alcuni filari che si è ritrovato nella nuova vigna di San Pietro. Un vino di un’acidità importante pronto per qualsiasi “esperimento”.

Camporenzo 2013: ancora “scontroso”, ma già escono i sentori di frutta rossa che e lo caratterizzeranno.

Amarone 2009: Quasi pronto per l’imbottigliamento. Grossa evoluzione nel bicchiere.

Ma è ora di salire in casa a degustare qualche vecchia annata. Salendo si passa accanto al fruttaio, dove durante i mesi invernali vengono lasciate ad 'appassire le uve destinate a produrre Amarone e Recioto.
Ci sono delle grandi finestre che permettono all'aria di circolare liberamente, non usiamo nessuna forzatura per accelerare l'appassimento e lasciamo le uve esposte ai naturali cambiamenti climatici propri di questa stagione. In questo modo l'uva arriva a calare circa del 40% a seconda dell'annata in maniera lenta e graduale, trasformandosi e concentrandosi, fino al momento della pigiatura. Quest’anno, come detto, è rimasto inutilizzato.

Bella la “sala degustazioni” con un finestrone che si affaccia sulla proprietà evidenziando un panorama esplicativo della bella esposizione, della cura dei terrazzamenti e, più in generale, dell’attenzione dedicata alla vigna. Sulla parete di fondo domina l’albero del tempo, il contributo tangibile delle forze giovani dell’azienda.

Nel frattempo arriva Carlo, Alessandra finalmente si rilassa ed inizia ad illustrare i vini dell’azienda, anzi, più correttamente direi della famiglia, e questo non prima di aver preparato uno spuntino a base di salumi e formaggi artigianali.

Tutti i vini sono prodotti con fermentazione spontanea, lieviti indigeni e particolare cura nella scelta delle uve che consente di tenere il livello di solforosa totale ben al di sotto dei 60 mg/.

Valpolicella Saseti 2011. Il vino base solo acciaio, semplice di facile beva, da bere a tutto pasto con bella freschezza e sapidità.

Valpolicella superiore Camporenzo 2011. Le uve raccolte nel vigneto Camporenzo fermentano per 10/12 giorni e il vino fa affinamento per 4 mesi in legno di piccola capacità di secondo/terzo passaggio. La nota eterea iniziale cede subito ad una leggera speziatura.

     
 Ripasso Saustò 2011. Uve provenienti dal vigneto di Castelrotto. Ottenuto con la tradizionale tecnica del Ripasso, che prevede la rifermentazione del Valpolicella classico sulle vinacce del Recioto/Amarone per circa 10gg. Bel colore rubino nel bicchiere è subito evidente l’alta gradazione alcolica. Leggero sentore di ciliegia sotto spirito. Palato all'altezza dell'olfatto. Molto persistente.

Amarone classico 2008. Uve provenienti dal vigneto di Castelrotto. Appassimento naturale, in fruttaio, per circa 4/5 mesi. Vinificazione in gennaio con macerazione a freddo per 10 giorni a cui segue una lenta fermentazione spontanea in tini di rovere da 10hl per circa 30gg Affinamento in botte grande di rovere di slavonia da 25 Hl per 48 mesi e in bottiglia per 12 mesi. Profumi di amarena sotto spirito, in bocca leggera astringenza e palato molto lungo.

Amarone Stropa 2007. Uve provenienti dal vigneto Castelrotto. Le viti vecchie di 50 anni vengono ancora coltivate col sistema della “vite maritata”, cioè filari di viti interrotte da alberi al alto fusto (gelsi, mandorli) che li sostengono. La legatura dei tralci e fatta ancora, come da tradizione, con il pollone del salice (stropa) molto più resistente e flessibile contro i forti venti invernali che percorrono questa collina. Al naso ricorda l’uva appassita, con sentori di ciliegia. In bocca è avvolgente, denso e complesso, di lunghissima persistenza. In fiera porteranno un 2001. Promessa mantenuta e apprezzatissima.

Recioto Sant’Ulderico 2010. Uve provenienti dal vigneto Castelrotto, con impianto a pergola veronese, raccolta nella prima decade di Ottobre, la selezione dei migliori grappoli vengono osti pin fruttaio ad appassire in modo naturale per circa 4 mesi. Criomacerazione e fermentazione spontanea con controllo della temperatura per circa 25/30gg. della massa. Affinamento in piccole botti di rovere francese per 12 mesi ed in bottiglia per 12 mesi. Al naso mora, marmellata, al palato una chiusura e lunghezza complessa che non lo rende per niente stucchevole. Attraverso il tannino ed una buona sapidità lascia una bella bocca asciutta.

 Una gran bella giornata trascorsa con persone stupende e vignaioli esemplari. Grazie di cuore!