Passa ai contenuti principali

MERCATO ITALIANO DEL VINO

MERCATO ITALIANO DEL VINO: SEGNALI IN CONTROTENDENZA DELLE VENDITE DI VINO DI QUALITÀ IN GDO E RINASCITA DELLE ENOTECHE


In quantità e valore, il vino italiano che finisce nel mercato interno è la metà del totale prodotto. Un elemento ormai stabilizzato da anni e che fa del mercato tricolore, quello più importante per i produttori del Belpaese. Anche se abituati ad enfatizzare i successi dei vini italiani all’estero, il mercato domestico continua a mantenere un’importanza non solo in termini numerici, ma anche strategici. Una buona presenza nel mercato di casa, analizzato dall’Osservatorio di Vinitaly, la rassegna internazionale di riferimento del mondo del vino in programma con la 49ª edizione a Veronafiere dal 22 al 25 marzo (www.vinitaly.com), funziona infatti come decisivo propellente promozionale verso l’estero.

Non bisogna tacere, però, sulle difficoltà obiettive che pure caratterizzano la vendita del vino in Italia. Da un lato, un sempre maggiore assottigliamento dei consumi interni pro capite, ormai avviati a raggiungere una quota inferiore ai 30 litri all’anno, dall’altro la situazione ancora delicata dell’economia complessiva con influssi negativi anche sul mondo del vino. 

Esistono, tuttavia, anche segnali in controtendenza che fanno ben sperare per il 2015, soprattutto dai consumi di qualità nelle vendite di vino nella Gdo, come dimostrato dai primi risultati della ricerca IRI per Vinitaly che verrà presentata nel dettaglio lunedì 23 marzo: le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine vendute nel 2014 hanno fatto registrare un aumento dell’1,3% in valore. 

Resta comunque il fatto che negli ultimi cinque anni le vendite di vino in Gdo, che ormai veicola il 75% delle bottiglie vendute in Italia, sono calate. Si tratta di quel vino dai margini ristretti, che costa dai 3 euro in giù e che rappresenta l’80% delle vendite della Gdo. Ed anche in questo caso, visto che i volumi non crescono e non cresceranno, sarà sensato cercare di trasferire più valore in quello che si vende, seguendo logiche di qualità e non di quantità, investendo in comunicazione e marketing.

Proprio in questa debolezza della Gdo, s’innesca la rinascita del canale vendita delle enoteche, che sfrutta da un lato la crescita in Italia delle vendite di vini di qualità e dall’altro la possibilità di offrire vendite differenziate, contatto diretto con i produttori, attraverso iniziative costruite ad hoc e una maggiore propensione alla customer satisfaction. Si tratta di punti vendita che occupano non più di un 10-13% del mercato del vino italiano (dati Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane), ma che potrebbero crescere in questa particolare congiuntura, dove si cerca di spendere meno, ottimizzando l’investimento.

Le enoteche già si sono adattate ed evolute, puntando su nuovi servizi, come quello ai ristoranti che chiedono poche bottiglie ma in pronta consegna. In generale le enoteche sanno rispondere meglio alle esigenze di un consumatore che, spaesato dall’enorme offerta della Gdo, trova nel personale professionalità e consigli. Anche perché, in Italia, solamente un consumatore su dieci ha le conoscenze per orientarsi in autonomia davanti ad uno scaffale di etichette.

Commenti

Post popolari in questo blog

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro

Libri. La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento. Un trattato fondamentale per giovani compositori

Scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini per la Suvini Zerboni, La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento è ancora oggi un testo di riferimento per quanti vogliano intraprendere gli studi di composizione offrendo all'allievo una base per potersi appropriare di un solido artigianato che gli consenta di "piegar la nota al voler dell'idea". Quello scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini che fu suo allievo, costituisce un'ottima guida sullo studio del contrappunto e per la formazione del giovane compositore che ancora non ha individuato una personale cifra stilistica. La scrittura corale era per Dionisi, allievo di Celestino Eccher, maestro di formazione romana, la base di ogni possibile apprendistato in virtù del rigore che la scrittura corale impone e del relativamente più facile controllo che se ne può avere.  In Italia, e non solo in Italia, gli studi di composizione si svolgono ancora secondo un percorso obbligato, che parte dall'armonia, proseg