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Primitivo: il terzo gemello. La storia di un vitigno



Il titolo di questo articolo è un voluto rimando ad un famoso romanzo di Ken Follet, solo che qui la clonazione umana c'entra ben poco, in questa storia non è la mano dell’uomo che si fa creatrice, ma la natura stessa, e ad esserne coinvolto non è un essere umano ma un esemplare del regno vegetale, un vitigno in particolare, una delle glorie della vitivinicoltura del sud Italia, il Primitivo.

"Un monaco che dalla Croazia raggiunge l'Italia. Una storia misteriosa che si dipana attraverso le serre imperiali austriache fino in America, coinvolgendo tre territori: le coste Dalmate in Croazia, la Puglia e la California".

Siamo in Italia, è il 1967. In un ristorante di Bari due uomini seduti al tavolo assaporano le delizie della cucina pugliese: uno è Austin Goheen, famoso patologo vegetale ed esperto di viticoltura del ministero dell’agricoltura statunitense, l’altro è un suo collega italiano, il Dr. Giovanni Martelli.

Gli uomini discutono animatamente dei loro ultimi studi sulla viticoltura mentre il cameriere versa loro del vino rosso. Il primo ad assaggiarlo è il Dr. Goheen, che gran stupore esclama: "Ma questo vino mi ricorda qualcosa!"

Il Dr Martelli spiega a Goheen che quello che stava bevendo era un Primitivo di Gioia del Colle. "Incredibile" replicò il patologo americano, "a me sembra proprio il vino che bevo in patria, questo vino è lo Zinfandel."

Fu così che il giorno seguente si diressero a visitare alcune vigne tra Bari e Gioia del Colle per prelevare delle piantine da spedire al laboratorio dell’Università Californiana di Davis, specializzata in enologia e viticoltura.

Lo Zinfandel  è un’uva da vino molto importante e ampiamente diffusa in California. Per lungo tempo i californiani hanno considerato lo Zinfandel come un’uva propriamente californiana, poiché nessun vitigno in Europa portava quel nome. Ma, visto che lo Zinfandel è un membro della Vitis Vinifera che è una specie europea e poiché non esistono Vitis Vinifera native del nuovo mondo, si è pensato che dovesse avere avuto origine da qualche parte in Europa.  

Quest’uva viene tutt'oggi utilizzata per produrre una serie di vini eccezionali, da un rosé chiamato White Zinfandel, ad un vino molto robusto e rosso scuro chiamato appunto Zinfandel, che proviene da uve cresciute in alcune delle regioni più fresche della California.

Del vitigno si sapeva soltanto che la prima pianta arrivò negli U.S.A. nel 1829 probabilmente dalle serre imperiali austriache di Vienna e senza indicazioni. Il mistero è stato risolto solo recentemente usando tecniche di analisi del DNA simili a quelle sviluppate per verificare i legami genetici tra esseri umani.

Uno degli scienziati più attivi nel campo dell’analisi genetica dei vitigni è stata Carole Meredith, professore di viticoltura ed enologia all’Università della California a Davis che ora ha lasciato l’Università e produce vino. E’ stata lei, con alcuni collaboratori, a risolvere il mistero enologico.

A volte basta un buon bicchiere di vino abbinato a qualche ottima pietanza, per avere delle intuizioni che risolvono assillanti questioni. La scoperta della Meredith nasce da una "somiglianza" tra lo Zinfandel e il Primitivo che trenta anni prima il Dr Austin Goheen rilevò assaggiando un Primitivo di Gioia del Colle in quel ristorante pugliese. Coltivati fianco a fianco lo Zinfandel ed il Primitivo sembravano proprio la stessa varietà.

Nel 1975 venne prodotto il primo vino sperimentale da quelle piantine originarie della Puglia, e risultò molto simile allo Zinfandel. Le analisi dell’epoca però non permettevano di dire molto altro.

Solo negli anni ‘90, Carole Meredith eseguì dei test genetici e confermò che Zinfandel e Primitivo sono lo stesso vitigno, dei gemelli identici. Il mistero tuttavia non era ancora risolto pienamente. Come era finito il Primitivo in U.S.A.?

Cercando di trovare una risposta si risalì che a Gioia del Colle il vitigno fu introdotto dall’abate e amatore agronomo Francesco Filippo Indelicati nel 1799, e venne così denominato a causa della maturazione precoce e solo successivamente si diffuse in altre aree della Puglia.

La prima pianta di Zinfandel ad attraversare l’Atlantico però arrivava dalle serre viennesi. Una teoria possibile era che il Primitivo e lo Zinfandel fossero a sua volta cloni di una varietà presente in Croazia, il Plavac Mali, la più importante uva rossa da vino della Croazia.

La costa dalmata è antistante la Puglia. Forse il Plavac Mali aveva attraversato il mar Adriatico per approdare in Puglia.

La dottoressa Meredith, eseguì dei test genetici su ben 150 campioni di piante diverse raccolte sulla costa della Dalmazia. Purtroppo i test diedero esito negativo: il Plavac Mali era diverso dallo Zinfandel. Tuttavia, alcuni campioni, seppur diversi, erano geneticamente sorprendentemente simili.
Forse il Plavac Mali e lo Zinfandel-Primitivo avevano un progenitore comune.

Una analisi più approfondita dimostrò in realtà che lo Zinfandel-Primitivo era addirittura uno dei due genitori del Plavac Mali.

Il secondo genitore venne identificato in seguito essere la varietà Dobricic. Quando la filossera si diffuse in Europa, distrusse gran parte delle vigne e molte varietà vennero perse. A differenza dei francesi, gli abitanti della costa dalmata non avevano le risorse per fondare una collezione di varietà regionali di uve prima che venissero perdute.

Il mistero alla fine venne risolto. Nel 2001 furono trovate delle viti abbandonate in una città della costa dalmata - Kaštel Novi - che assomigliavano molto allo Zinfandel.

L’analisi genetica effettuata nell’Universita di Davis confermò che quel vitigno, chiamato Crljenak kaštekanski e non più vinificato ormai da tempo, era identico agli altri due. Vennero trovate solamente nove piante sopravvissute. Ancora qualche anno e sarebbero scomparse.

É probabile che il Crljenak kaštekanski fosse ampiamente coltivato in Croazia e da lì qualche monaco emigrato dalla Croazia lo abbia portato in Puglia, così come nel 1829 arrivò in U.S.A. dalle serre imperiali austriache di Vienna.

La filossera probabilmente distrusse gran parte delle piante in Croazia, ma non prima che avvenisse una impollinazione casuale tra questo vitigno e il Dobricic, generando il Plavac Mali che lo sostituì nelle coltivazioni poiché più resistente alla malattia.



Di seguito tre espressioni del vitigno che ho degustato:



P.Z. Putnikovići Lirica Plavac Mali 2008

Uno tra i migliori entry-level Plavac Mali della Croazia.

Questo Plavac Mali viene prodotto nella penisola di Pelješac, dove ci sono alcuni dei più prestigiosi vini rossi della Croazia. L'uva Plavac Mali qui è la diretta discendente del croato Crljenak.

Lirica ha aromi vivaci di frutti ben maturati al sole, ciliegia, chiodi di garofano, confettura di prugne, liquirizia e cannella. Una certa rusticità data dai tannini lo rendono quasi terroso senza perdere morbidezza e rotondità. Abbinamenti con formaggi a pasta dura e salumi, ottimo con costolette di agnello.

Prezzo 12 €

vinumusa

Marietta Sonoma County 2010 Zinfadel

Pura espressione della Sonoma County questo Zinfadel. Al naso è ricco, lamponi rossi e neri seguiti dalla complessità del rabarbaro, poi spezie ed erbe secche.

In bocca è ricco e pieno, con acidità e tannini morbidi con un finale pulito ed equilibrato. 16 mesi in botti di rovere francese. Abbinamenti: grigliate di carne.

Prezzo 12 €


A Mano Primitivo 2009 Puglia I.G.T. 100% Primitivo

I produttori di questo Primitivo sono due récoltant-manipulant.
Comprano uve da conferitori fidati. Le uve provengono dai vigneti in Torricella, Sava Manduria e Gioia del Colle.

Affinato per circa due mesi in piccole botti di quercia francese e quercia americana. Moderno e particolarmente fruttato esalta primi piatti saporiti o la carne alla brace, ma è straordinario con la cucina orientale e speziata.

Prezzo 7 € 

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