Mercato in Italia dei Vini Spumanti: calo consumi, 7 milioni di bottiglie in meno
Calo consumi causa sfiducia e prezzo. Fenomeno prosecco DOCG. Freno per Asti e Champagne, caos nelle promozioni di fine anno. Fra i vini frizzanti bene Lambrusco e Malvasia. Gdo primato di vendita, meno volume ma fatturati stabili
Nel 2012 l’Italia ha prodotto 465 milioni di bottiglie di
vini spumanti, fra metodo tradizionale e metodo italiano, rispettivamente 25
milioni e 440 milioni di bottiglie per un fatturato all’origine (alla cantina)
di 1,2 mld di euro.
Il consumo nazionale di bollicine è stato di 151 mil/bott,
di cui 6,3 straniere, quindi di made in Italy solo 144,7 mil/bott (4,10% in
meno rispetto al 2011, il 6,64 in meno rispetto al 2010). 22,5 milioni di
metodo classico e 122 milioni di metodo italiano, per valore complessivo
all’origine pari a 380 mil di euro.
“Discontinuità e infedeltà alla etichetta – dice Giampietro
Comolli, fondatore dell’ Osservatorio Economico Nazionale – le cause del calo
iniziato nel 2010, dopo 15 anni di continua crescita dei consumi interni. Nel
2012 si aggiungono altre cause croniche, come acquisti rinviati o solo
prossimali e rinuncia obbligata per prezzi al consumo sostenuti, eccezione per
le forti campagne promozionali delle più care etichette nazionali e Francesi.
Ritorna l’acquisto della festa, non per scelta di consumo. Il calo minore si è
registrato nei consumi domestici, cresciuti gli acquisti diretti alla
produzione, ha tenuto il “regalo spumeggiante” rispetto ad altri regali come
profumi, abbigliamento, viaggi. Tutta la spesa alimentare è in rivoluzione”.
7 mil/bott il calo di tutte le bollicine, ma la riduzione
del giro d’affari nazionale è stato del 3,60%, percentualmente inferiore ai
volumi, segno che i prezzi al consumo non sono calati, anzi! Oltre il 61% della
spesa (in crescita) si è realizzato nella Gdo: 2 bottiglie su 5 brut, 1 è stata
dolce, 2 extradry e dry. Per Ovse, il calo è dovuto soprattutto a rinuncia di
beni non obbligati, risparmio forzato, paura di spendere e mancanza
riposizionamento etichette. Voci di forti cali di consumi interni arrivano da
Francia e Spagna (fra il 9 e il 14%).
Oltre 1 su 5 acquirenti, ha cambiato etichetta rispetto al
2011 (quasi 2 su 5 rispetto al 2010). Anche il tradizionale brindisi di fine
anno si è notevolmente ridotto in tre anni, da 96 mil di bottiglie a 84. La Gdo
conferma la sua posizione di leader negli acquisti per le bollicine,
soprattutto i Discount hanno incrementato i volumi rispetto al 2011. Fatturato
stabile se non leggermente in calo. In Horeca si è registrato un calo dell’ 9,5%
nei consumi (-12% negli ordini, quindi una previsione 2013 ancora in discesa da
parte degli esercenti).
Le enoteche confermano, seppur in tono minore rispetto a tre
anni fa, la scelta della bottiglia spumeggiante come regalo per le feste. Gli
atti di acquisto e l’ammontare della spesa finale annua segnano un calo
limitato, più significativo è il calo dei volumi per ogni atto d’acquisto.
In crescita l’acquisto di spumanti generici, il
Valdobbiadene Docg, mentre il Prosecco Doc varia da canale a canale, come Asti
e Brachetto d’Acqui. Bene Altalanga nell’horeca piemontese. Franciacorta e
Trento si sono contesi il primato, anche con sconti promozionali anche del
35-40%. L’operazione è stata più fruttuosa per i Franciacorta. Il Trento
cresce, ma meno del Franciacorta. Stabili o in frenata i vini spumeggianti
rosati. Circa 1 milione di tappi in meno per Champagne, la rinuncia è dettata
dal prezzo elevato.
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