LA “CHIANTI CLASSICO
REVOLUTION”
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La “Chianti
Classico revolution” è realtà: il Consorzio Vino Chianti Classico vara il
riassetto complessivo della denominazione e lo modella all’insegna
dell’innalzamento qualitativo e della competitività.
I punti
fondamentali di questa vera e propria rivoluzione vanno dalla realizzazione di
un restyling dello storico marchio del Gallo Nero all’introduzione di un nuovo
vino al vertice della piramide qualitativa delle etichette prodotte dalla
denominazione; dalla valorizzazione della tipologia Riserva, alla scomparsa del
cosiddetto “atto a divenire” nella movimentazione del vino sfuso.
I dettagli di quella che si preannuncia come una delle più importanti
operazioni nel mondo delle denominazioni italiane, saranno illustrati dal
Consorzio il 19 febbraio alla “Chianti Classico Collection”, l’anteprima delle
annate 2012, 2011 e della Riserva 2010 del Chianti Classico di scena alla
Stazione Leopolda a Firenze (18 febbraio per gli operatori, 19 e 20 febbraio
per la stampa.
In
degustazione circa 500 etichette tra le ultime annate appena entrate in
commercio di Chianti Classico, Chianti Classico Riserva, Anteprime da botte
2012 e IGT prodotti nel territorio del Gallo Nero.
E’ una vera e propria rivoluzione quella voluta dal Consorzio di uno dei
vini italiani più famosi al mondo e che sarà svelata in occasione
dell’Anteprima delle nuove annate del Gallo Nero.
Una riassetto della denominazione che prevede un deciso restyling dal nuovo
marchio consortile (progettato dallo studio milanese specializzato in strategic
design Robilant & Associati), che diventerà un punto di riferimento di
tutte le etichette dei vini prodotti nel Chianti Classico; la nuova tipologia
che diventerà il top della qualità espressa da una delle denominazioni più
prestigiose del panorama enologico del Bel Paese, fino a oggi presente sul
mercato soltanto con le tipologie “Annata” e “Riserva”.
Ma non solo. In arrivo una serie di misure finalizzate a una maggiore
valorizzazione della tipologia Riserva, che vale il 40% del fatturato della
denominazione. Prima di tutto il fatto che il Chianti Classico potrà diventare
Riserva solo se il produttore dichiarerà la destinazione del prodotto al
momento della richiesta di idoneità, oltre ad alcune importanti novità per la
movimentazione del vino sfuso.
Quest’ultimo, potrà essere commercializzato solo se certificato come
Chianti Classico (cioè soltanto dopo che la commissione d’assaggio lo ha
certificato come tale), diversamente da quanto avviene oggi con il cosiddetto
“atto a divenire”.
Un passaggio importante questo, che toglie di mezzo molte incertezze sul
piano operativo di una denominazione così importante nel panorama enologico
italiano ed internazionale. Una misura finalizzata a un ulteriore innalzamento
qualitativo del prodotto da un lato e a una maggiore garanzia per il
consumatore finale.
Un lavoro, quello del Consorzio Vino Chianti Classico, tutto teso a far
percepire al consumatore quell’innalzamento qualitativo conseguito dai vini del
Gallo Nero durante un solido cammino di eccellenza e che permetterà di
affrontare le nuove sfide del futuro con una serie di regole capaci di rendere
il Chianti
Classico più forte davanti alla crescente concorrenza
internazionale.
Un’ operazione ancora più rigorosa di identificazione con la zona di
produzione, attraverso il rafforzamento di un marchio che diventa una sorta di
“Gallo del territorio”, oltre a porsi sempre di più come segno distintivo del
Chianti Classico dal Chianti generico.
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