giovedì 31 marzo 2022

Denominazione Roma DOC, una lezione tra storia, antropologia, sociologia e marketing

Nell'ambito del prossimo Vinitaly la Denominazione Roma DOC, porta una lezione tra storia, antropologia, sociologia e marketing. A Verona lunedì 11, alle ore 17.00, nello spazio eventi all’interno del Padiglione Lazio. A raccontare il rapporto millenario tra l’Urbe e il vino, il Professor Ernesto Di Renzo, dell’Università di Tor Vergata in Roma.




E’ partito il conto alla rovescia per la tanto attesa edizione 2022 di Vinitaly. E ovviamente le agende degli addetti ai lavori e appassionati si riempiono di appuntamenti: degustazioni, convegni, verticali, talk show e tutto quello che può caratterizzare una manifestazione della portata di quella veronese, in calendario da domenica 10 a mercoledì 13 aprile. Ma non saranno molti quelli in grado di presentare una vera e propria lectio magistralis, con tanto di docente universitario.

Lo farà il Consorzio Roma Doc che per la prima volta avrà un suo spazio nell’ambito della fiera scaligera, un’area comune all’interno del Padiglione Lazio con le 24 cantine ad alternarsi tra incontri “faccia a faccia” con la stampa di settore, degustazioni e momenti di business. Ma il momento più atteso sarà quello di lunedì 11 quando alle ore 17.00, nello spazio eventi del Padiglione Lazio, si svolgerà appunto una vera e propria lezione. Titolo dell’incontro: “Roma Caput Vini? Dialoghi tra storia, antropologia, sociologia e marketing”.

“Il nostro è un Consorzio assai giovane – spiega Tullio Galassini, enologo e presidente Consorzio Vini Roma DOC – siamo nati nel 2018. Ma siamo anche depositari di un’eredità importante che comporta delle responsabilità che vanno anche oltre quelle che comunemente caratterizzano l’attività e la filosofia di un Consorzio di vini. Roma è uno dei “brand” più conosciuti e celebrati al mondo e, proprio per questo, i vignaioli del territorio si impegnano con tutta la loro forza nel portare avanti un discorso dove qualità, storia, tradizione e visione del futuro devono necessariamente procedere di pari passo. Vinitaly 2022 rappresenta, in tal senso, uno step fondamentale nel nostro percorso di crescita. Un passaggio che ci consente di testare, in uno scenario prestigioso, lo spirito di squadra che caratterizza il nostro lavoro”.

Ed è proprio questa visione, decisamente trasversale, ad avere portato il Consorzio a organizzare un incontro che vedrà protagonista il Professor Ernesto Di Renzo, docente di Antropologia del Gusto presso l’Università di Tor Vergata in Roma. Antropologo di fama internazionale, intratterrà il pubblico con un excursus sull’importanza del vino a Roma nel corso dei secoli. Un incontro dedicato soprattutto ai giovani che mostrano una sempre maggiore attenzione nei confronti del mondo agroalimentare e della cultura enogastronomica del nostro Paese.

“Ne sono diretta testimonianza i numerosi corsi di laurea sull’argomento nati negli ultimi anni. – conferma il Professor Ernesto Di Renzo - Tor Vergata, tanto per citare l’ateneo presso il quale insegno, già da tempo ha avviato un corso triennale di turismo enogastronomico che permette ai ragazzi non solo di approfondire la loro conoscenza sul tema ma anche di approcciare in modo professionale un settore che, per l’Italia, rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello”.

L’attenzione nei confronti della cultura e delle nuove generazioni, del resto, è certamente uno dei temi portanti delle strategie future del Consorzio Roma Doc.

“Questa lectio magistralis che abbiamo organizzato – racconta Rossella Macchia, vicepresidente del Consorzio con delega alla Comunicazione – rientra in un progetto più ampio che il Consorzio svilupperà a partire da oggi e che proseguirà nei prossimi anni. E che vedrà i vini di Roma al centro di un percorso che toccherà ambiti culturali e artistici. Creando importanti contatti con Università, scuole, siti artistici. Ma con una particolare attenzione anche sul versante dell’educazione al bere responsabile, tassello fondamentale nel rapporto con i consumatori, specie i più giovani”.

mercoledì 30 marzo 2022

Vivica Genaux, alla Sapienza la musica antica di una stella della vocalità barocca

La musica antica di scena all'Aula Magna della Sapienza con una stella della vocalità barocca. Vivica Genaux con l’ensemble Concerto de’ Cavalieri diretto da Marcello Di Lisa presentano alcune delle più belle arie composte per Carlo Broschi, universalmente noto come Farinelli.




Sulla scia delle esecuzioni di musica antica storicamente informate, la stella della vocalità barocca Vivica Genaux con l’ensemble Concerto de’ Cavalieri diretto da Marcello Di Lisa presentano, in questo concerto del 5 aprile, che segna il loro debutto alla IUC, alcune delle più belle arie composte per Carlo Broschi, universalmente noto come Farinelli, protagonista indiscusso dei teatri d’opera del Settecento in tutta Europa e per altri celebri castrati quali Nicolò Grimaldi e Francesco Bernardi, meglio noti come Nicolini e Senesino, anch’essi tra i dominatori dell'opera barocca nella prima metà del secolo: brani di grande virtuosismo come “Son qual nave” composta dal fratello di Farinelli Riccardo Broschi e “Son qual misera colomba” di Hasse, concepiti per esaltare le straordinarie doti vocali dell’interprete; ma anche melodie struggenti e di eccezionale bellezza come “Alto Giove” di Porpora e “Cara Sposa” di Handel. A completamento del programma, alcuni brani strumentali: l'Overture dell’opera Rinaldo di Handel, il Concerto grosso op. 6 n. 4 di Corelli e infine due tambureggianti concerti di Vivaldi, l’RV121 per archi e il Concerto op. 3 n. 5 per due violini, tratto dall’Estro armonico, entrambi esempi di tempestoso virtuosismo, sorprendente modernità e inedite soluzioni strumentali.

Fin dal suo debutto nel ruolo di Isabella ne L'italiana in Algeri di Rossini, il pubblico e la critica di tutto il mondo sono stati entusiasti della voce agile e dell'intelligente abilità artistica della mezzosoprano Vivica Genaux. La sua carriera l’ha condotta dall'ultima frontiera d'America a molti dei teatri più prestigiosi del mondo, con acclamate interpretazioni dei principali ruoli del barocco e del bel canto. Nel 2021, il percorso di Vivica comprende spettacoli in Austria, Belgio, Francia, Italia, Lituania, Polonia, Russia, Spagna e Svezia. Debutta nel ruolo protagonista dell'Argippo di Vivaldi e nella Juditha triumphans, ampliando il suo repertorio di Handel con rappresentazioni del ruolo principale in Tamerlano, del Disinganno ne Il trionfo del tempo e del disinganno e nella sua più tarda versione inglese. Presenta le prime esecuzioni di nuovi programmi come Capriccio: temi e variazioni e The Court of Dresden. Per il 2022 sono previsti numerosi spettacoli in Cina, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Svizzera e Stati Uniti.

Marcello Di Lisa, clavicembalista e direttore, è il fondatore del Concerto de ’Cavalieri. Dopo il dottorato di ricerca in Filologia e Letterature greca e latina presso l’Università di Pisa e gli studi di composizione, si è dedicato all’attività concertistica ed è invitato in alcune delle principali istituzioni internazionali, tra cui Musikverein di Vienna, Concertgebouw di Amsterdam, Elbphilharmonie di Amburgo, Filarmonica di Essen, Filarmonica di Colonia, Auditorio Nacional di Madrid, Palau di Barcellona, Herkulessaal di Monaco, Centro Cultural de Belém di Lisbona, Musikfest di Brema, Festival di Radio France, Festival di Ambronay, Rheingau Musik Festival.

Ha progettato e realizzato incisioni discografiche per Sony, tra cui in particolare una serie di album dedicati all’opera italiana del Settecento, con numerose prime registrazioni. Nell’ambito della ricerca musicologica, si dedica allo studio della musica romana del primo Settecento, con particolare attenzione alle partiture inedite di Alessandro Scarlatti.

Concerto de ’Cavalieri si è costituito a Pisa presso la Scuola Normale Superiore e si è in breve tempo affermato come una delle principali formazioni italiane nel campo della musica antica. È infatti presente nelle maggiori stagioni concertistiche internazionali e collabora con solisti quali Daniela Barcellona, Vivica Genaux, Ann Hallenberg, Kristina Hammarström, Sara Mingardo, Valer Sabadus, Andreas Scholl, Maurice Steger.

Incide per Sony. In particolare, nell’ambito di un’articolata attività discografica, è impegnato in un progetto pluriennale sull’opera barocca italiana (The Baroque Project), giunto al quinto volume. I primi quattro sono stati dedicati rispettivamente ad arie d’opera e concerti di Alessandro Scarlatti, Pergolesi, Vivaldi e Albinoni, con numerose prime registrazioni, e sono stati accolti con grande favore dalla critica. Con l’ultimo CD della serie, Concerto de ’Cavalieri è tornato ad Alessandro Scarlatti, registrando concerti grossi e sinfonie d’opera, di cui quattro in prima assoluta.


Istituzione Universitaria dei Concerti

I CONCERTI DELL’AULA MAGNA

77a Stagione 2021-2022

Seconda parte

Martedì 5 aprile ore 20.30

Vivica Genaux mezzosoprano

Concerto de’ Cavalieri

Marcello Di Lisa direttore

Corelli Concerto grosso in re maggiore op. 6 n. 4

Händel Overture da Rinaldo

“Cara sposa”, aria da Rinaldo

Vivaldi Concerto per archi in sol minore RV 156

Broschi / Hasse “Son qual nave”, aria da Artaserse

Porpora “Alto Giove”, aria da Polifemo

Vivaldi Concerto in la maggiore per 2 violini e archi op. 3 n. 5

Händel “Lascia ch’io pianga”, aria da Rinaldo

Broschi “Qual guerriero in campo armato”, aria da Idaspe

Arena di Verona, Plácido Domingo debutta in un nuovo ruolo: protagonista in scena della serata-evento dedicata a Verdi

99° Arena di Verona Opera Festival. Domingo in Verdi Opera Night: Plácido Domingo protagonista in scena di una serata evento all'Arena di Verona, con un nuovo debutto in Verdi e un cast di stelle. Giovedì 25 agosto 2022, ore 21.




Un evento unico, Plácido Domingo debutta in un nuovo ruolo all’Arena di Verona e sarà protagonista in scena della serata-evento dedicata a Verdi. Tre opere verdiane in forma scenica completa e con lui un cast di stelle: Maria José Siri, Fabio Sartori, Clémentine Margaine e, per la prima volta in Arena, il basso Ildar Abdrazakov. Orchestra e Coro areniani sono diretti da Jordi Bernàcer.

Si rinnova anche per il Festival 2022 l’evento straordinario del grande Plácido Domingo che, fin dal suo esordio italiano avvenuto proprio in Arena nel 1969, ha sempre mantenuto vivo il legame con Verona per tutta la sua lunga carriera costellata di successi straordinari come tenore, baritono, direttore d’orchestra, senza mai dimenticare la vocazione alla scoperta dei giovani talenti.

Quello con il maestro Domingo è un appuntamento divenuto ormai immancabile nelle stagioni estive areniane e attesissimo dal pubblico che gremisce l’Arena in ogni ordine di posti, e che ogni anno si arricchisce di sorprese e si diversifica nella proposta artistica che spazia nei generi: dalla Zarzuela alla grande opera italiana, dal repertorio francese e tedesco all’operetta viennese.

Il gala del 99° Arena di Verona Opera Festival, in programma giovedì 25 agosto alle 21, avrà come denominatore comune il repertorio verdiano e sarà un viaggio all’interno di tre dei maggiori capolavori del compositore di Busseto: Macbeth, Don Carlo e Aida, e vedranno Domingo interprete in scena di tre intensi ruoli baritonali, di cui uno al debutto assoluto sulla scena nel repertorio record dell’artista madrileno, che supera i 150 ruoli.

La regia dell’imperdibile appuntamento Domingo in Verdi Opera Night è curata da Stefano Trespidi, indiscusso conoscitore degli spazi dell’Anfiteatro veronese, che consolida il suo rapporto con Plácido Domingo, iniziato nel 2009 e proseguito nel 2017, culminando nello straordinario successo della serata evento del 2019, una vera e propria “festa” che ha celebrato l’importante anniversario dei 50 anni dal debutto assoluto del Maestro in Arena e Italia. Le scene sono affidate alla mano esperta di Ezio Antonelli, che ha realizzato set e visual design per gli eventi con Plácido Domingo nelle trasferte di Fondazione Arena a Tokyo nel 2010 e a Muscat nel 2018 e, più recentemente, per il memorabile gala areniano del 2019. 

Sarà un appuntamento straordinario in forma scenica articolato in tre atti operistici, con altrettante sorprese inedite per il pubblico areniano. Il programma della serata si apre con il ricco e drammatico secondo atto di Macbeth, capolavoro di rara esecuzione in anfiteatro (l’ultima volta venticinque anni fa): accanto a Domingo nei panni del protagonista impegnato vocalmente e attorialmente nella scena finale del banchetto, sull’immenso palcoscenico sale l’inedita Lady Macbeth del soprano Maria José Siri, interprete di fama internazionale di vocalità duttile e straordinaria personalità interpretativa e, con il Sicario di Gabriele Sagona, il Macduff del tenore Fabio Sartori, acclamato interprete verdiano la cui preziosa voce evoca i tempi d’oro della lirica, e soprattutto, al suo debutto areniano, il grande basso russo Ildar Abdrazakov, tra gli artisti più richiesti dei principali teatri del mondo, al cimento con la celebre scena e aria di Banco.

Don Carloè un altro monumentale titolo verdiano, pietra miliare nella storia areniana (a trent’anni esatti dall’ultima rappresentazione) e soprattutto nella carriera dello stesso Domingo, che giovanissimo lo interpretò a Verona l’anno del suo esordio italiano. La star madrilena darà questa volta voce e corpo al personaggio di Rodrigo, ruolo tra i più intensi e amati del repertorio baritonale verdiano. Dalla versione italiana in quattro atti, curata dallo stesso Verdi dopo la prima parigina, verranno eseguite quattro scene cardine, comprendenti l’aria di Don Carlo, con Fabio Sartori nel ruolo eponimo, l’aria drammatica della Principessa Eboli, in cui debutterà il giovane e affermato mezzosoprano francese Clémentine Margaine, la grande aria di Elisabetta, Tu che le vanità, in cui si cimenterà Maria José Siri. Plácido Domingo affronterà una delle pagine più imponenti e complesse dell’opera e di tutta la produzione di Verdi, che vi condensò forza drammatica e pensiero politico: la scena e il duetto di Rodrigo con il Re Filippo II di Spagna, interpretato da Ildar Abdrazakov. 

Dopo Shakespeare e Schiller, nella sua maturità artistica Verdi trasse ispirazione anche dalla trama originale dell’egittologo Auguste Mariette: ne nacque Aida, capolavoro sontuoso di fantasia evocativa di un’epoca e un mondo lontani. Dell’opera regina dell’Arena, verrà eseguita interamente la seconda scena dell’atto secondo, con il trionfo e il gran finale concertato. Domingo farà il suo debutto nel ruolo baritonale di Amonasro, padre della principessa etiope interpretata da Maria José Siri, innamorata del guerriero Radamès di Fabio Sartori. Il mezzosoprano Clémentine Margaine sarà la di lei rivale Amneris, mentre Ildar Abdrazakov si calerà anche nei panni del Gran Sacerdote Ramfis, principale ruolo di basso dell’opera.

In un ricco spettacolo completamente nuovo e popolato da numerosi mimi e figuranti, saranno protagonisti ovviamente l’Orchestra, il Coro preparato dal nuovo maestro Ulisse Trabacchin, il Ballo e i Tecnici della Fondazione Arena di Verona. Sul podio dell’eccezionale evento salirà il maestro valenciano Jordi Bernàcer, ospite regolare dell’Arena dalla solida carriera internazionale, alla guida delle compagini areniane anche nelle diverse pagine orchestrali e corali, come il Preludio e il Coro di Sicari dal Macbeth, il Preludio dell’atto II del Don Carlo, per finire con la nobile e celeberrima marcia trionfale e il gran ballabile di Aida. 


Tutte le informazioni e gli aggiornamenti del Festival 2022 sono disponibili sul sito arena.it sui canali social Facebook e Instagram.

Dieta Mediterranea, ecco l’identikit di chi la segue: istruito, vive in città, al Centro Nord e nelle Isole

Studio CREA pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition ha misurato conoscenza nutrizionale e aderenza alla dieta mediterranea nella popolazione adulta italiana e valutato come questi fattori siano correlati tra di loro. 




Tutti sappiamo che la dieta mediterranea è il modello alimentare più equilibrato e sano; quello che non sapevamo è che chi la segue risulta essere più informato. È quanto emerge da uno studio del CREA Alimenti e Nutrizione, pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Nutrition e coordinato dalle ricercatrici Laura Rossi e Vittoria Aureli, che ha come obiettivo quello di misurare conoscenza nutrizionale (NK)  e l'aderenza alla dieta mediterranea nella popolazione adulta italiana e di valutare come questi fattori siano correlati tra di loro. Studi precedenti, infatti, hanno mostrato come una conoscenza nutrizionale (NK) ottimale sia correlata ad una maggiore aderenza al modello della Dieta mediterranea (DM), ad una minore prevalenza di obesità, nonché a una riduzione dell'indice di massa corporea (IMC), della circonferenza vita e della massa grassa.

Le azioni condotte Un’indagine trasversale è stata condotta su un campione di 2.869 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana (età >18 anni) nel periodo compreso tra il 26 giugno e il 10 luglio 2020. Tale lasso di tempo è stato selezionato in considerazione delle restrizioni legate alla pandemia di COVID-19 in Italia. Il lavoro sul campo è stato svolto da un'agenzia di ricerche di mercato specializzata, SWG Italy ®. Agli intervistati è stato somministrato un questionario multisezione comprendente di una parte iniziale relativa alle informazioni personali e una seconda parte formata da due moduli principali: (i) il questionario sulla conoscenza nutrizionale italiana e (ii) il questionario sull'adesione alla Dieta mediterranea.

I risultati  In Italia il punteggio medio di conoscenza nutrizionale (NK) delle famiglie è stato pari al 56,8% delle risposte esatte. Il valore medio di aderenza alla Dieta mediterranea (AMD) ha raggiunto il 40% del punteggio massimo. Tuttavia, solo il 13,3% riportava un’aderenza alta, mentre il 31,4% della popolazione si è attestato su una fascia bassa, il 31,3% nella fascia medio-bassa e il 24% nella fascia medio-alta. Dall’incrocio tra i due fattori è stata trovata un'associazione significativa tra le conoscenze nutrizionali degli intervistati e la loro aderenza al modello mediterraneo. Coloro che hanno riportato un’aderenza più bassa corrispondevano anche a quelli con le conoscenze nutrizionali peggiori (36,7%) e allo stesso modo, quelli con il più alto livello di aderenza alla DM, hanno anche ottenuto i punteggi NK più alti (41,7%).

La stratificazione socio-demografica Si conferma come nel nostro Paese l'aderenza alla Dieta Mediterranea sia significativamente associata alle caratteristiche socio-demografiche della popolazione: le donne, gli anziani, le persone con livelli di istruzione elevati e coloro che vivono in aree urbanizzate mostrano, infatti, un’aderenza più elevata. È’ emerso, inoltre, come ci sia una differenza Nord-Sud ben definita, sia per NK, che per AMD. Le regioni del nord-est e della Campania hanno mostrato la ADM più bassa (rispettivamente 45,4% e 44,2%), mentre Emilia-Romagna e Lazio, nonché le isole (Sicilia e Sardegna), hanno mostrato la AMD più alta (rispettivamente 17,2, 16,2 e 17,7%). Le regioni del Centro-Nord hanno registrato punteggi NK più elevati (Lazio, 29,5% ed Emilia-Romagna, 27,3%) rispetto alle regioni del Sud (Molise 3,3%).

Unesco: l’Arte del Canto Lirico italiano candidata nella lista del patrimonio culturale immateriale

Unesco: l’Arte del Canto Lirico italiano candidata nella lista del patrimonio culturale immateriale. L’Italia punta al riconoscimento di una delle sue espressioni culturali più autentiche e originali.





La commissione nazionale per l'Unesco ha approvato come candidatura italiana da presentare al Comitato intergovernativo per il ciclo 2023 «l'arte italiana dell'Opera lirica» mentre ha bocciato la candidatura del «caffè italiano espresso tra cultura, rituali, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli».

Consoliamoci, l'Italia è piena di meraviglie da candidare a patrimonio dell'Umanità, e se anche il rito del caffè così come la pizza, non ce l'hanno fatta, sarà il canto lirico italiano ad essere candidato. Con questo prezioso Patrimonio, l’Italia punta al riconoscimento di una delle sue espressioni culturali più autentiche e originali.

Positiva la reazione del Ministro della Cultura, Dario Franceschini per la decisione del Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO di proporre l’Arte del Canto Lirico Italiano per l’inserimento nella Lista Rappresentativa UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale.

“Questa candidatura – ricorda Franceschini - giunge nel momento in cui sono ancora nitide nei nostri occhi le immagini del coro dell’Opera di Odessa che intona il “Va, pensiero” del Nabucco di Giuseppe Verdi in strada, sotto la bandiera ucraina. Una riprova di quanto l’espressione del canto lirico italiano sia autenticamente parte integrante del patrimonio culturale dell’umanità, che ad esso si rivolge nei momenti più bui per ritrovare luce, forza e bellezza”.

Questa decisione porta a termine il lungo e impegnativo percorso intrapreso dal Servizio II – Ufficio UNESCO del Segretariato Generale del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Direzione Generale per lo Spettacolo.

La candidatura riconosce le istanze del “Comitato per la salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico Italiano” cui hanno aderito, tra l’altro, la Fondazione Teatro Alla Scala di Milano, l’ Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, l’Associazione dei Teatri Italiani di Tradizione e Assolirica.

Il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per il tramite della Rappresentanza Italiana presso l’UNESCO, seguiranno i passi successivi della candidatura fino al riconoscimento finale.

martedì 29 marzo 2022

La degustazione dei vini è un lavoro intellettuale: lo ha stabilito l’Ispettorato Nazionale del Lavoro

La degustazione dei vini è un lavoro intellettuale: lo ha stabilito l’Ispettorato Nazionale del Lavoro rispondendo a un quesito di Assoenologi e Valoritalia sulla natura di questa particolare professione.




La degustazione professionale dei vini è un lavoro intellettuale. Questa la novità emersa durante l’annuale convegno di Assoenologi svoltasi a Verona lo scorso 26 marzo. Lo ha stabilito l’Ispettorato Nazionale del Lavoro rispondendo ad un argomentato quesito predisposto dall’avvocato Mario Antonini di Roma per conto di Assoenologi, l’organismo che rappresenta gli enologi e gli enotecnici italiani, e Valoritalia, società leader nella certificazione dei vini a Denominazione di Origine.

Una decisione importante perché recepisce completamente le articolate motivazioni esposte nel quesito, nel quale si evidenziano i contenuti tecnici che questi professionisti esercitano nella loro attività, in particolare quando sono chiamati a valutare se un vino abbia o meno i requisiti per fregiarsi di una indicazione di origine, DOC o DOCG. Prima di diventare un Barolo, un Brunello di Montalcino o un Prosecco DOC infatti, l’iter di certificazione prevede una serie di verifiche, l’ultima delle quali è rappresentata dalla degustazione da parte di una commissione formata da professionisti riconosciuti e accreditati. Un ruolo delicato e centrale per tutta la filiera vitivinicola, dal quale dipende, in sostanza, l’accesso al mercato di decine di migliaia di aziende italiane. Allo stesso tempo, questi professionisti svolgono una funzione di garanzia per i consumatori, perché valutano che ogni singola partita di vino destinata al mercato possegga o meno gli standard di qualità stabiliti dallo specifico disciplinare di produzione.

Per Riccardo Cotarella, enologo di fama internazionale e presidente di Assoenologi, «L’ispettorato Nazionale del Lavoro ha riconosciuto formalmente ciò che nel nostro settore è noto da sempre, ossia che la degustazione professionale dei vini è un lavoro che richiede esperienza, preparazione e competenze molto elevate. Tutti i grandi vini nascono e si affermano con il contributo di questi professionisti, nella grande maggioranza dei casi rappresentati da enologi ed enotecnici.»

Il quesito è stato sollevato per risolvere un macchinoso procedimento burocratico previsto da una recente legge dello Stato, la 215 del 17 dicembre 2021, che obbliga le imprese che utilizzano lavoratori autonomi occasionali alla comunicazione preventiva all’Ispettorato del Lavoro, disposizione che tuttavia non si applica alle prestazioni di natura intellettuale. Per gli enologi e per Valoritalia, che nel solo settore vitivinicolo certifica 229 denominazioni di origine e gestisce ogni anno migliaia di commissioni di degustazione, la decisione dell’Ispettorato Nazionale costituisce una riduzione sostanziale degli obblighi burocratici e una velocizzazione dell’iter di certificazione.

«La decisione dell’Ispettorato – sottolinea Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia – è una buona notizia per due validi motivi: il primo è che abbiamo ottenuto dallo Stato una semplificazione delle procedure, risultato niente affatto scontato; la seconda è che viene riconosciuta la professionalità dei nostri collaboratori e del nostro modo di lavorare. La certificazione di un vino non è un compito banale, tantomeno semplice. Implica competenze non indifferenti e un’esperienza che si matura in anni di appassionato lavoro.»

Vino, la febbre dei costi: da aumenti energia e materie prime aumenti per 1,1 miliardi di euro

Da aumenti energia e materie prime extracosti da 1,1 miliardi di euro per filiera. La guerra cancella 212 milioni di export verso i paesi in conflitto. A rischio depressione anche i principali mercati d’importazione: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Spagna. Lo studio Censis-Alleanza Cooperative Agroalimentari presentato oggi in conferenza stampa a Roma.


Extracosti da oltre 1,1 miliardi di euro a causa dell’incremento dei costi dell’energia e delle materie prime: è questo il conto salato che sta per abbattersi sulla filiera vitivinicola italiana. Una vera tempesta dei prezzi che intaccherà la redditività delle imprese e rischia di comprometterne anche la capacità competitiva sui mercati internazionali. 

Il fatturato 2021 della filiera è pari a 13,6 miliardi di euro. Applicando a questo dato la quota del 78,4% dei consumi intermedi necessari alla produzione, si determina il valore dei consumi intermedi della filiera in 10,7 miliardi per il 2021. Utilizzando la variazione dei costi di produzione del prodotto vino fra febbraio 2021 e febbraio 2022, pari al 10,5%, il valore attuale dei consumi intermedi raggiungerebbe il livello di 11,8 miliardi di euro.

La differenza, in termini assoluti, è pari a 1.124 milioni di euro, che esprime – commenta Luca Rigotti, Coordinatore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari - “un carico aggiuntivo sulla redditività delle imprese che inevitabilmente andrà a erodere i loro margini, compromettendone anche la loro capacità competitiva sui mercati internazionali”.

Contribuiscono in modo sostanziale all’incremento dei costi di produzione le componenti dei prodotti energetici, che hanno fatto segnare tra febbraio 2021 e febbraio 2022 un +31,4%

medio annuo, con un incremento dei carburanti pari al 38,3%, quello dell’energia elettrica del 16,7% e quello dei lubrificanti addirittura del 70%. Fra i fattori produttivi utilizzati nella coltivazione, fertilizzanti e concimi hanno visto crescere il livello del 32,3%.

Anche i materiali impiegati per il confezionamento e l’imballaggio hanno subito aumenti che inevitabilmente si rifletteranno sul prezzo finale del vino. Fra gennaio 2021 e gennaio 2022 – e quindi al netto degli effetti dovuti allo scoppio della guerra in Ucraina - il prezzo alla produzione del vetro è cresciuto dell’8,5% e quello del sughero del 9,4%. Sono invece compresi fra il 23 e il 30% gli aumenti relativi alla carta e agli imballaggi

“L’incremento dei costi dell’energia e dei materiali di produzione testimonia la pesante situazione a cui da mesi sono sottoposte le imprese vitivinicole - ha proseguito Rigotti – a cui si aggiunge un serio problema legato alla reperibilità e all’approvvigionamento dei materiali. È necessario trovare – ha concluso il Coordinatore settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative – nuovi strumenti, sulla linea di quelli già emanati dal Governo, per cercare di mitigare gli effetti della crisi e non perdere ulteriori margini di competitività. Inoltre, è necessario ed urgente che l’UE intervenga per mettere un tetto condiviso al prezzo dell’energia e del gas, valutando la possibilità di svolgere il ruolo di acquirente unico sul mercato”.

Dal lato della logistica, la filiera del vino si sta già da mesi confrontando con uno scenario fortemente critico: nel trasporto aereo di merci gli aumenti hanno superato, in dodici mesi il 20%, mentre nel trasporto marittimo la crescita dei prezzi dei servizi ha raggiunto, sempre fra inizio 2021 e inizio 2022, il 36,2%.

Export e previsioni FMI

Il Fondo Monetario Internazionale ha calcolato, poco prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, che lo shock energetico e delle materie prime avrebbe compromesso l’1,3% del PIl 2022 degli Stati Uniti e della Francia, l’1,5% dell’Area Euro, fino a raggiungere il 3% per il Regno Unito e quasi il 5% per la Spagna (tab. 3). La mancata crescita di questi paesi che rappresentano i principali partner economici della filiera italiana del vino rischia di intaccare gli ottimi risultati dell’export del prodotto nel 2021, soprattutto se si pensa che nell’ultimo anno gli Stati Uniti hanno aumentato le importazioni di vino italiano di oltre diciotto punti

percentuali, la Francia del 17,8%, la Spagna del 17,2% e che nei paesi dell’euro l’export dNell’ambito più circoscritto del vino, per quanto riguarda il vino venduto in Russia - che nel 2021 aveva richiesto vino italiano per circa 150 milioni di euro, con un aumento della domanda superiore al 18% - ci sarà sicuramente una rimodulazione delle vendite dovuta alla difficoltà di pagamenti e transazioni riscontrate dalla imprese.

Il valore del vino importato dall’Ucraina è pari a 55 milioni di euro, un mercato che aveva orientato la scelta di vino verso i nostri produttori, con un incremento degli acquisti pari a +30%

La febbre dei costi

Fra gennaio e marzo di quest’anno il prezzo del petrolio è passato da poco più di 78 dollari a 118, con un incremento del 50,9% in poco più di 60 giorni. Se si torna a inizio 2021 la variazione è addirittura del 130,6% (tab. 5). Il gas acquistato in Europa costava 19 euro per Mwh a gennaio dello scorso anno, per passare dodici mesi dopo a 78,50 e raggiungere la quota di 132 euro l’11 marzo scorso. Il prezzo del carbone è quasi quintuplicato in un poco più di un anno: da 133 dollari per tonnellata a 681 dollari dei giorni scorsi. Solo fra gennaio e marzo il prezzo è quasi triplicato.

Il quadro che si è venuto a delineare implica conseguenze pesanti per le attesa di crescita nel 2022. Nell’ultimo Outlook, l’Ocse ha stimato che l’effetto combinato dell’aumento dei prezzi di energia e materie prime fra il 24 febbraio (giorno d’inizio dell’aggressione russa) e il 9 marzo (giorno di pubblicazione dell’Outlook), e dell’instabilità dell’area porterà a una caduta della domanda globale dell’1,08%, dell’1,4% fra i paesi dell’Euro e dello 0,88% negli Stati Uniti, con effetti ora non quantificabili sul lato degli scambi internazionali e delle esportazioni dei singoli paesi.

In aggiunta, la condizione di “stagflazione”, mai più sperimentata in Occidente dagli anni 70, diverrebbe l’ipotesi più probabile per descrivere il corso dei prossimi mesi in molti paesi, dato che l’inflazione e la corsa dei prezzi peserà ulteriormente sulle decisioni di spesa e di investimento. Come abbiamo già detto la mancata crescita di questi paesi che rappresentano i principali partner economici della filiera italiana del vino rischia di intaccare gli ottimi risultati dell’export del prodotto nel 2021.

Formazione, Valorizzazione della vinaccia d’uva. Caratterizzazione, trattamento ed estrazione della frazione polifenolica

Valorizzazione della vinaccia d’uva: attraverso le esperienze del centro di ricerca del CREA-Asti, un webinar gratuito per presentare i risultati relativi a caratterizzazione, trattamento ed estrazione della frazione polifenolica.



Venerdì 8 aprile ore 10h30, prenderà il via webinar gratuito organizzato in seno al progetto Uva Pretiosa. Quale caratteristiche presentano gli estratti polifenolici ottenuti da bucce e semi di vinacce fermentate? Come possono essere ottenuti?

Nella prospettiva di un miglioramento della sostenibilità economica e ambientale delle aziende vitivinicole, esiste l’interesse per lo sfruttamento e la valorizzazione dei sottoprodotti enologici il cui riutilizzo in ambito alimentare, enologico o no food non può prescindere dalla conoscenza della loro composizione. 

Saranno presentati alcuni risultati relativi alla composizione polifenolica e alle proprietà antiradicaliche ed antiossidanti di estratti polifenolici ottenuti da bucce e semi di vinacce fermentate di uve da cultivar a bacca rossa prelevati da alcune aziende del territorio.

Particolare attenzione sarà posta all’aspetto del trattamento di stabilizzazione della vinaccia: saranno riportati alcuni risultati di un’esperienza di essicazione ad alta temperatura su scala industriale di grossi volumi di vinaccia.

Relatori Antonella Bosso Dirigente Tecnologo e responsabile della sede di Asti del CREA-VE Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia dove si occupa di attività di ricerca e sperimentazione nell’ambito della Tecnologia enologica. Attualmente ricopre la carica di Presidente del gruppo “Specificazione dei prodotti enologici” presso l’OIV e Massimo Guaita, Tecnologo presso il CREA-VE Asti che negli ultimi anni ha consolidato l’esperienza su trattamento vinacce, tecniche estrattive, e tecniche analitiche mirate alla completa caratterizzazione degli estratti polifenolici da uve e vinacce.

Progetto Uva Pretiosa

Nell'ambito del partenariato Europeo per l'innovazione e del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana (misure attivate (16.2, 1.1, 1.2, 1.3)) il progetto Uva Pretiosa intende affrontare le tematiche di riutilizzo e di valorizzazione dei sottoprodotti della filiera viti-enologica in un'ottica di economia circolare.

I partner del progetto sono Beringer Blass Italia  - Castello di Gabbiano, Società Agricola Isole e Olena, San Lorenzo Green Power, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze, ERATA e Vinidea.

Iscrizioni

venerdì 25 marzo 2022

Roma Città del Vino: la Capitale entra nell'associazione dei Comuni enoturistici italiani

Roma entra nell’Associazione dei Comuni enoturistici italiani. La capitale diventa Città del Vino con i suoi vigneti urbani ed extraurbani, la presenza di cantine e produzioni di qualità. Durante la cerimonia è stata presentata anche la XX edizione del Concorso Enologico Internazionale Città del Vino; dal 19 al 22 maggio in programma a Priocca (Cuneo) le commissioni d’assaggio.


"Dopo aver aderito a fine febbraio all’Associazione Nazionale città dell’Olio quella di oggi alle Città del Vino è la naturale continuazione del percorso di sviluppo della food policy della nostra città che vede questa amministrazione fortemente impegnata a recuperare e valorizzare la propria vocazione agricola e a sostenere la rete dei nostri produttori locali”, ha commentato l’assessora all’Agricoltura, Ambiente, Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi  “Anche a seguito del lavoro del Consiglio del Cibo, riunitosi per la prima volta nel febbraio scorso, e che in queste settimane avrà nuovo impulso con la convocazione dei tavoli di lavoro tematici, crediamo che l’Associazione sarà uno strumento in più per sostenere, promuovere e valorizzazione il vino del nostro territorio e con esso il movimento dell'enogastronomia e dell’enoturismo. Un settore che oltre a un’importante valenza economica ha la capacità di valorizzare il paesaggio e recuperare aree rurali urbane e periurbane utili e riconnettere centro e campagna".

“L’ingresso di Roma è un passaggio importante per la storia e l’evoluzione della nostra Associazione– afferma il presidente delle Città del Vino, Angelo Radica -. La capitale, con i suoi vigneti e le sue produzioni di qualità, può arricchire e sviluppare la visione e i progetti che portiamo avanti da anni, dall’enoturismo ai piani regolatori delle Città del Vino, dalla difesa delle produzioni tipiche al nostro concorso enologico internazionale, nato vent’anni fa e in crescita costante per numero di cantine e territori in gara. Un concorso – conclude Radica – che genera visibilità e ricadute economiche sui territori, che oggi si fanno avanti per ospitare, un altro successo di cui siamo orgogliosi. Nel 2023 e nel 2024, ad esempio, si sono già prenotate Sambuca di Sicilia (Ag) e Gorizia, che l’anno successivo sarà anche Capitale Europea della Cultura insieme a Nova Goriča”.

“Le produzioni vitivinicole della Regione Lazio sono sempre più apprezzate nel panorama Nazionale ed internazionale segno di una ricerca costante nella qualità da parte delle aziende produttrici, l’ingresso di Roma Capitale con il marchio D.O.C. Roma ne è la testimonianza”,  aggiunge il vice Presidente delle Città del Vino e sindaco di Nemi (Rm) Alberto Bertucci. 

Le commissioni internazionali della XX edizione del Concorso Enologico saranno ospitate tra le colline del Roero, dove si stima la presenza di oltre 1.500 campioni in arrivo da tutto il mondo per le degustazioni alla cieca, che si terranno nei locali di Mondodelvino. Oltre ai premi speciali Forum Spumanti, Città del Bio, Mondo Merlot e Grappa Award, la nuova edizione del concorso prevede anche un riconoscimento ai migliori vini del Friuli Venezia Giulia in omaggio a Duino Aurisina Città Italiana del Vino 2022.

Vino biologico: ultimi progressi e potenziale produttivo del settore

Prenderà il via a giugno il simposio EcoWine2022 dal titolo "Vino biologico: il futuro del settore". Aggiornamento sugli ultimi progressi e il potenziale produttivo di un comparto in costante crescita.




Il futuro e le opportunità del vino biologico, saranno sul tavolo di discussione a EcoWine2022. Obiettivo è quello di fungere da punto di incontro per i professionisti del settore vinicolo. L'evento si svolgerà in Spagna dal 1 al 3 giugno nello spazio gastronomico Villa Lucía nella città medievale di Laguardia, cittadina di Alava rinomata per le sue cantine sotterranee. Organizzato da Neiker e in cui collaborano anche il Consiglio Euskadi per l'agricoltura e l'alimentazione biologica ( EKOLURRA ) e la Società spagnola per l'agricoltura biologica ( SEAE ), l'evento mette al centro l'interesse e la necessità di trovare metodi di produzione più rispettosi dell'ambiente. 

Secondo l'Organizzazione internazionale della vite e del vino (OIV), tra il 2005 e il 2019 il tasso di conversione dei vigneti alla produzione biologica è aumentato in media del 13% all'anno. Quasi un miliardo di bottiglie di vino biologico vengono vendute ogni anno nel mondo, il doppio rispetto al 2013, secondo uno studio preparato da IWSR per Millésime Bio. Per l'OIV, questa tendenza può essere spiegata dalle attuali esigenze sociali, come l'assistenza sanitaria dei consumatori e la protezione dell'ambiente.

I Paesi Baschi non sono estranei a questa tendenza e, secondo i dati dell'Euskadi Council for Organic Agriculture and Food (Ekolurra), negli ultimi cinque anni la coltivazione di vigneti biologici in questa comunità autonoma è raddoppiata, con un totale di 984 ettari di vigneto certificato biologico, -944 dei quali ubicati ad Alava- rispetto ai 432,7 ettari registrati nel 2014.

L'aumento della produzione di vino biologico si sta facendo sentire anche sul palato dei consumatori. Infatti, circa il 35% degli europei afferma di consumare vino, birra o liquori biologici almeno una volta alla settimana. Questi dati dimostrano il potenziale dell'industria del vino e dell'uva come sottosettore chiave nel futuro della produzione biologica.

In questo contesto, Neiker, Istituto Basco per la Ricerca e lo Sviluppo in Agricoltura, organizza il simposio EcoWine2022, in collaborazione con Ekolurra e la Società Spagnola di Agricoltura Biologica (SEAE), per diventare un punto di incontro per i principali professionisti, ricercatori, tecnici e studenti specializzati in ecologia della viticoltura del territorio nazionale e panorama internazionale.

"L'obiettivo di EcoWine2022 è offrire al settore vitivinicolo uno spazio in cui condividere e discutere gli ultimi progressi tecnici relativi alla coltivazione biologica del vigneto, evidenziando il suo ruolo di agente mitigatore del cambiamento climatico in quanto considerato un pozzo di carbonio", spiega Amaia Ortiz ., responsabile del Dipartimento per la produzione e la protezione delle piante di Neiker.

L'evento si svolgerà dal 1 al 3 giugno 2022 nel cuore della Rioja Alavesa nella località di Laguardia, rinomata per le sue cantine sotterranee, nello spazio gastronomico di Villa Lucia. Saranno inoltre presenti diverse attività legate al mondo dell'enologia: keynote speech, wine experience, colloqui, tavole rotonde, wine-dialogues e visite tecniche, tra le altre. 

Durante la tre giorni con un approccio molto partecipativo, l'importanza dei servizi ecosistemici, il legame esistente tra produzione biologica e qualità del vino, lo sviluppo e l'impegno per le culture locali e, infine, la necessità di avvicinare e guidare il settore produttivo verso la produzione biologica.

Ci saranno anche spazi per il networking in cui produttori esperti metteranno a disposizione dei partecipanti il ​​loro apprendimento e condivideranno le loro esperienze. Il programma delle attività è già consultabile.

Impegno strategico per l'agricoltura biologica

EcoWine2022 si propone di sostenere il settore vitivinicolo nella sua transizione ecologica e fa parte del Piano per la Promozione della Produzione Ecologica (FOPE) promosso dal 2014 dal Dipartimento per lo Sviluppo Economico, la Sostenibilità e l'Ambiente del Governo Basco. L'obiettivo principale di questo piano è l'incremento della produzione biologica e lo sviluppo della relativa filiera di trasformazione e commercializzazione.

Il simposio risponde anche all'esigenza del settore di adattarsi alla strategia "Dalla fattoria alla tavola" dell'Unione europea, che promuove l'agricoltura biologica come pratica rispettosa dell'ambiente e cerca entro il 2030 che il 25% di tutti i terreni agricoli dell'UE sia dedicato alla questo tipo di coltivazione.

ecowine2022.com/

Libri in dialogo con la musica, sotto il segno di Gesualdo: al Palladium Madrigale senza suono e le note della Resonare Vocal Ensemble

Nell'ambito della rassegna Le parole non bastano. Libri in dialogo con la musica di scena al teatro Palladium Gesualdo da Venosa con il libro Il Madrigale senza suono e le note dei Resonare Vocal Ensemble Giovedì 31 marzo alle 19.



Continua il programma della rassegna “Le parole non bastano” al Palladium di Roma. Una manifestazione che nasce dal desiderio di stabilire un rapporto tra la musica e la letteratura a partire dall’idea di una loro reciproca e indissolubile dipendenza. La ricerca di questa intima relazione non si limita alla prospettiva estetica, ma riguarda anche il piano tematico e quello artistico-drammaturgico. I libri qui in dialogo contengono infatti riferimenti a compositori, strumenti, storie e generi musicali, offrendo così ai musicisti e alle voci recitanti l’occasione di amplificare, attraverso la lettura e l’esecuzione di brani scelti, la forza delle immagini e delle emozioni richiamate dalle pagine scritte. La presenza di autori e autrici dei volumi selezionati, nel vivo confronto con esperti e docenti di letteratura, rende inoltre possibile la trasposizione in chiave critica dei temi narrati artisticamente nel corso degli incontri.

Giovedi 31 marzo le note del Resonare Vocal Ensamble si intrecceranno alle parole del bellissimo libro di Andrea Tarabbia  Il Madrigale senza suono sulla vita di don Carlo Gesualdo da Venosa, madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento. Voce recitante Roberto De Francesco e Monica Venturini per i dialoghi con l'autore.

Segnalo che Il Madrigale senza suono è un libro eccezionale. L'autore Andrea Tarabbia, bolognese classe 1978, con questo romanzo pubblicato da Bollati Boringhieri, è stato premiato dalla critica, vincendo  il Premio Campiello.

Discostandosi dalla maggior parte della tradizione letteraria contemporanea italiana, Tarabbia scrive un romanzo storico che nulla ha del ripiegamento ombelicale di tanta letteratura che viene data alle stampe, ma richiama alla mente opere grandi, I promessi sposi, per dirne una (non a caso si aprono, questo come quello, con lo “stratagemma del manoscritto”).

Quattro anni e mezzo gli ci sono voluti per documentarsi sulla vita di don Carlo Gesualdo da Venosa, madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento, e per trovare la lingua e la forma del “suo canto”. L’ambizione del progetto si concretizza: Tarabbia dà vita, con la parola in prosa, a un componimento che è, a tutti gli effetti, un canone di voci come è un madrigale, appunto.

Ammettendo che la forma sia sostanza, l’autore racconta infatti di aver trovato una storia, quella del celebre principe, che si presta alla sua ricerca linguistica e formale: i personaggi si passano il testimone nel racconto, in un susseguirsi di voci che si richiamano, di situazioni che si rassomigliano, di personaggi che potrebbero essere scambiati l’uno per l’altro. Ma c’è di più: non è la trama – ossia le vicende storiche – l’obiettivo vero e proprio del raccontare, ma il modo in cui si racconta e il contesto, il dettaglio, la sfumatura, il sottotesto.

Come scrive Valentina Berengo, dell'Università di Padova, c’è una scena – quella in cui Gesualdo viene persuaso dallo zio a uccidere la moglie, la bella Maria d’Avalos che lo tradisce con Fabrizio Carafa – in cui ai commensali viene servito uno stufato a base di zoccoli di cavallo. Ebbene: per mangiare gli zoccoli i protagonisti li lanciano contro la parete perché si rompano, e il lettore in una qualche misura è colpito forse più da questa bizzarra usanza che dalla decisione di ordire un delitto. E quando il doppio omicidio si compie, ed è una sorta di carneficina operata per mezzo di archibugi, ripetute coltellate, veemenza e rabbia, la scena è disturbata dalla presenza di un gabbiano che sbatte rumorosamente contro la finestra nel tentativo di entrare, attratto dall’odore del sangue.

Tarabbia dice di aver “chiamato” queste scene, mentre scriveva, come “la scena degli zoccoli”, “la scena del gabbiano” e così per altre affini, perché quegli erano gli aspetti che voleva si fissassero nella mente dei lettori. E in effetti il romanzo è su più livelli: la vicenda; il contesto storico; i dettagli grotteschi; le parabole di ciascun personaggio (e ce ne sono di ogni tipo, tra cui streghe e esseri bestiali rinchiusi nelle segrete), ma, sopra tutti, la musica.

A raccontare sono in due: Stravinsky (che è, di fondo, l’alter ego dello scrittore), compositore che riportò in auge, nel Novecento, l’opera di Gesualdo dedicandogli un “Monumentum” nella Basilica di San Marco a Venezia e Gioachino, personaggio d'invenzione, il servo storpio del principe Carlo, che scrive in fretta furia le memorie del suo padrone, di cui è stato letteralmente l’ombra, prima che quest’ultimo, che si sta lasciando morire di dolore (e di atonia intestinale), infine muoia.

Tra Gioachino e Gesualdo c’è un dialogo, verso la fine, che così recita: “Gioachino, dimmi: tu hai mai amato la mia musica?” “Lo sapete padrone: si ama soltanto ciò che si capisce”.

[…] “Io ho cercato di mettere mondi dentro questi suoni, e controsuoni, che ho fatto. Dimmi: ci sono riuscito?” […] “Questi mondi che io ho cercato, Gioachino, sono anche figli tuoi: tu mi facesti leggere libri che non si potevano leggere, e dentro questi libri si dicevano meraviglie, il mondo era più complesso di come io lo immaginavo e lo sapevo, era santo ed eretico insieme, era fluido e mutevole, era bello e feroce […] Io sono colpevole: volevo una musica mai ascoltata prima, che non avesse toni, che vagasse nell’infinito e nell’indistinto […]. Di questo sono colpevole: di aver voluto mondi e di non aver creato che quello che già c’era”.

Scambiando due parole con Andrea Tarabbia, si può immaginare che egli possa sentire su di sé la medesima colpa, ma questa è la virtù dei grandi: creare mondi infiniti senza esserne mai soddisfatti, e nel far ciò, però, divertirsi. Il madrigale senza suono, quello di Stravinsky su Gesualdo, quello che Gesualdo stesso compone in fin di vita, è anche, senza dubbio, quello dell’autore, che è riuscito a trasformare la prosa in poesia, e financo in musica.

Come premesso, alcuni madrigali di Gesualdo verranno proposti dalla Resonare Vocal Ensemble,  gruppo vocale da camera sotto la direzione del maestro Pietro Consoloni, nato nel 2021 dall’intento di diversi cantori romani di dar vita a una compagine in grado di interpretare con consapevolezza storica e stilistica il repertorio polifonico italiano. Le voci che compongono il quintetto sono dunque selezionate in base a competenze musicali comuni, in grado di conferire uniformità al suono e naturalità interpretativa. È per questo che attualmente la compagine è capace di affrontare con identità sia repertorio italiano di musica antica che quello novecentesco-contemporaneo. Insomma un evento da non perdere sotto il segno della cultura e della buona musica.

martedì 22 marzo 2022

Formazione, Scienze enogastronomiche di montagna. L'Università di Bolzano lancia il nuovo corso di laurea sviluppato con Norbert Niederkofler

Scienze enogastronomiche di montagna. Il corso di laurea avrà inizio il prossimo autunno al NOI Techpark di Bolzano e mira a formare professionisti della gastronomia e dell’enologia sana e sostenibile delle regioni alpine. 




La Facoltà di Scienze e Tecnologie ha sviluppato il nuovo corso di laurea che mira a formare professionisti della gastronomia e dell’enologia sana e sostenibile delle regioni alpine, in collaborazione con il team dello chef tristellato Norbert Niederkofler. Ma le prospettive si estenderanno oltre i confini dell’Alto Adige: anche cuochi provenienti dalle Ande, dai Pirenei e da altre aree interne del mondo saranno chiamati a effettuare docenze all’interno di singoli moduli del corso di laurea.

L’obiettivo di questo corso di laurea trilingue (italiano, tedesco e inglese) è  formare esperti di enogastronomia in grado di conferire agli alimenti uno status culturale basato sulla filosofia “Cook the Mountain” dello chef tristellato Norbert Niederkofler e di Paolo Ferretti, e così attribuire loro una nuova identità. Un concetto innovativo che mira a ripensare lo sviluppo economico e sociale analizzando la relazione tra produzione, prodotto, territorio e cibo. “Per me, è importante che emerga cultura culinaria che funga da catalizzatore di processi culturali in grado di propagare un modello di sviluppo sostenibile”, ha affermato Norbert Niederkofler, durante la conferenza stampa di oggi. Niederkofler stesso eserciterà la docenza in un corso di trenta ore.

Le materie prime, spesso difficili da reperire in territori difficilmente coltivabili come le regioni di montagna, vengono valorizzate attraverso il recupero delle tradizioni e la riscoperta della biodiversità, elevando così il cibo a cultura e dandogli una nuova identità. L’obiettivo è contribuire alla creazione di un laboratorio di ricerca trasversale per la gastronomia che esplori i valori che, su scala globale, uniscono culturalmente e socialmente le persone che vivono la montagna come una risorsa, una passione, una sfida e un patrimonio da proteggere, e che promuova un nuovo modo di vivere il rapporto tra cucina e montagna, collegando etica e ospitalità, sostenibilità ambientale e sviluppo territoriale, stagionalità e internazionalizzazione. “Abbiamo costruito un corso di laurea altamente innovativo e dalle grandi potenzialità. Accanto alle materie tradizionali dei nostri corsi di laurea in ambito agrario e delle scienze e tecnologie alimentari, approfondiamo discipline che completano la professionalità di chi lavora tra il mondo dei laboratori e quello della preparazione degli alimenti. È un progetto formativo in linea con le tendenze degli ultimi anni, in cui la ricerca in Scienze e tecnologie alimentari si sta spostando sempre di più dalle industrie verso la cucina”, ha sottolineato il prof. Marco Gobbetti, preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie.

I contenuti del corso di studi

Il corso triennale prevede un mix di lezioni, visite in loco e attività con i produttori, workshop, esperienze in cucina con personalità di fama internazionale e uno stage presso AlpiNN - Food Space & Restaurant, il ristorante di Norbert Niederkofler e Paolo Ferretti a Plan de Corones, letteralmente la casa di “Cook the Mountain”. Il primo anno di corso è dedicato all’apprendimento di conoscenze in ambito matematico, statistico, chimico e biologico, informatico e di marketing, della produzione e allevamento sostenibili di piante ed animali e al relativo sviluppo storico e antropologico. Il secondo anno è dedicato alle tecniche necessarie per produrre cibo e vino. Qui l’attenzione si concentra sui processi, sulle tecnologie e sui modelli organizzativi, sul ruolo dei microrganismi negli alimenti e il loro controllo, sulla garanzia dell’igiene alimentare, sui prodotti fermentati e sulla gestione delle piccole e grandi imprese enogastronomiche (dall’agriturismo alla ristorazione, a diversi livelli della catena di produzione). Nel terzo anno, il focus si sposta sulla comunicazione visiva e sensoriale dei prodotti enogastronomici, nonché sulle tecniche di recupero e utilizzo dei sottoprodotti. Gran parte delle lezioni e dei workshop si svolgono al NOI Techpark, nei laboratori alimentari all’avanguardia di unibz e nel Kitchen Lab. Il rettore della Libera Università di Bolzano, prof. Paolo Lugli, ha citato il “forte orientamento della formazione verso le esigenze del territorio, una bussola che abbiamo seguito per l’istituzione di ognuno dei nostri 32 corsi di laurea”.

Gran parte delle lezioni e anche i workshop del nuovo corso di laurea si svolgeranno al parco tecnologico NOI Techpark, nei laboratori alimentari ad alta tecnologia e nel Kitchen Lab. Al NOI la ricerca e il business si incontrano quotidianamente per promuovere innovazione sostenibile, come rivela l’acronimo NOI, Nature of Innovation. Uno dei settori centrali di attività nel parco tecnologico è senz’altro la ricerca alimentare. “Il costante ampliamento dell’offerta di studi di unibz al NOI ci fa piacere e dimostra che abbiamo intrapreso la giusta direzione. Stiamo creando un luogo in cui l’interdisciplinarità, il networking, il trasferimento di know-how tecnologico e la ricerca e sviluppo sono fondamentali, dove la vicinanza spaziale di studenti, ricerca e aziende conduce alla creazione di sinergie. Questo è il nostro obiettivo e la nostra aspirazione e il nuovo corso di laurea in collaborazione con lo chef Norbert Niederkofler colpisce nel segno”, ha aggiunto Ulrich Stofner, direttore del NOI Techpark.

Sbocchi professionali

Durante la presentazione alla stampa, il responsabile del corso di studio, il prof. Emanuel Boselli, ha rimarcato l’ampia gamma di professionalità cui avranno accesso laureati e l’alto livello di interdisciplinarità del corso di laurea. “Tutte e cinque le facoltà di unibz e un team di chef stellati sono coinvolti in un percorso di studi unico in Italia, che mira a valorizzare la gastronomia e l’enologia delle zone di montagna e ha una forte impronta internazionale”, ha spiegato Boselli.

I laureati* lavoreranno come professionisti della gastronomia e dell’enologia di montagna in ruoli tecnici e organizzativi con competenze specifiche nel settore alimentare (tecnologia e controllo della qualità, sicurezza e igiene alimentare; gestione di aziende di produzione alimentare e vinicola), come maître d’hotel o chef, come responsabili della logistica, come fornitori di materie prime o come manager di aziende specializzate come ristoranti, società di catering o aziende che offrono prodotti e servizi tipici (agriturismo, turismo enogastronomico, e-commerce, social media, conferenze ed eventi, fino alla grande distribuzione organizzata). Gli ambiti di impiego sono nella comunicazione e nel marketing in grandi aziende del settore alimentare, della ristorazione, del catering e del vino, nella gestione e organizzazione di eventi culturali, nella critica enogastronomica, nella promozione gastronomica per le istituzioni locali, nell’analisi delle strategie aziendali e dei valori economico-finanziari e culturali (storia dell'agricoltura e dell'alimentazione; cultura e simbolismo alimentare; studi antropologici, arte e design). I laureati* potranno proseguire la loro specializzazione con una laurea magistrale nei campi delle scienze e tecnologie alimentari, dell’agricoltura, della viticoltura o dell’enologia.

Info: www.unibz.it/it/

sabato 19 marzo 2022

L'Inferno di Dalì, in mostra 34 Opere Xilografiche del Maestro del Surrealismo

Nell’ambito delle Celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri la Galleria delle Arti organizza la mostra L'Inferno di Dalì, 34 Opere Xilografiche del Maestro del Surrealismo esposte nello storico spazio culturale di San Lorenzo fino al 9 aprile 2022.




“Ho voluto che le mie illustrazioni per Dante fossero come delle lievi impronte di umidità su un formaggio divino, di qui il loro aspetto variopinto ad ali di farfalla.” Salvador Dalì

Negli anni ‘50, in occasione del 700° anniversario della nascita di Dante, il governo italiano commissiona a Salvador Dalì, il Maestro del Surrealismo, l’illustrazione de La Divina Commedia. L’artista realizza un capolavoro illustrato del Novecento: 102 acquerelli, esposti per la prima volta a Roma nel 1954.

L’esposizione in Italia genera polemiche che portano Dalì a ripresentare la collezione nel 1960 al Musée Gallièra di Parigi. La mostra riscuote un enorme successo, tanto da spingere Joseph Foret a dar vita al progetto di trasformazione degli acquerelli in xilografie. Sotto la diretta supervisione del genio dell’Artista, vengono convertiti in matrici di stampa i 3500 blocchi di legno intagliati a mano ed impressi in progressiva i 35 colori di ogni tavola; tale tecnica consente, oltre a preservare tutti gli elementi cromatici, l’aggiunta delle più intense sovrapposizioni dei colori.

Nei rinnovati spazi de La Galleria delle Arti, storico ritrovo culturale del quartiere di San Lorenzo a Roma, a partire da martedì 22 marzo alle ore 18.30 saranno esposte le 34 xilografie che raccontano l’affascinante viaggio iconografico nell’Inferno, primo dei tre regni dell’aldilà descritti da Dante.

L’allestimento della mostra segue quello originariamente voluto da Dalì, che non rispetta l’ordine sequenziale dei canti come da opera originale. In ogni xilografia viene illustrato un verso o una terzina del canto, riportati nelle didascalie che affiancano le tavole. Un cammino visivo che interpreta magistralmente il linguaggio del poeta fiorentino e conduce chi osserva attraverso le atmosfere oniriche ed i colori suggestivi direttamente nell’Inferno dantesco.

La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile dal martedì al sabato dalle ore 18.00 alle ore 21.00, fino al 9 aprile 2022.

L’INFERNO DI DALÌ

Dal 22 marzo al 9 aprile 2022. Dal martedì al sabato dalle ore 18 alle ore 21.

c/o La Galleria delle Arti

Via dei Sabelli, 2 – 00185 Roma

Tel 375.7223987

Le Opere in mostra

CHANT 1 - DÉPART POUR LE GRAND VOYAGE.

CHANT 2 - VIRGILE RÉCONFORTE DANTE.

CHANT 3 - CHARON ET LE PASSAGE DE L’ACHÉRON.

CHANT 4 - LES LIMBES.

CHANT 5 - MINOS.

CHANT 6 - CERBÉRE.

CHANT 7 - LES AVARES ET LES PRODIGUES.

CHANT 8 - LES COLÉREUX.

CHANT 9 - LES ÉRINNYES.

CHANT 10 - LES HÉRÉTIQUES.

CHANT 11 - AU BORD DU 7ₑ BOLGE.

CHANT 12 - LE MINOTAURE.

CHANT 13 - LA FORÊT DES SUICIDÉS.

CHANT 14 - LES BLASPHÉMATEURS.

CHANT 15 - LES MARGELLES DU PHLÉGÉTON.

CHANT 16 - LA MONTÉE DE GÉRYON.

CHANT 17 - LES USURIERS.

CHANT 18 - LES TROMPEURS.

CHANT 19 - LES SIMONIAQUES.

CHANT 20 - DEVINS ET SORCIERS.

CHANT 21 - LE DIABLE NOIR.

CHANT 22 - LES PRÉVARICATEURS.

CHANT 23 - LE SUPPLICE DES HYPOCRITES.

CHANT 24 - LES VOLEURS.

CHANT 25 - LE CENTAURE.

CHANT 26 - LES HABITANTS DE PRATO.

CHANT 27 - UN DIABLE LOGICIEN.

CHANT 28 - BERTRAND DE HORN.

CHANT 29 - LES FALSIFICATEURS.

CHANT 30 - LES HOMMES QUI S’ENTRE-DÉVORENT.

CHANT 31 - LES GÉANTS.

CHANT 32 - LES TRAITRES ENVERS LEUR PATRIE.

CHANT 33 - LES TRAITRES ENVERS LEURS HOTES.

CHANT 34 - APPARITION DE DITÉ.

La Galleria delle Arti: storia del locale La costruzione del quartiere di San Lorenzo risale al periodo tra il 1884 e il 1888, durante il grande sviluppo urbanistico che ebbe la città di Roma a seguito dell’Unità d’Italia, e si sviluppò in un’area oltre le Mura Aureliane, precedentemente agricola. La sua edificazione avvenne per accogliere gli alloggi di ferrovieri, operai ed artigiani giunti a Roma alla fine del secolo XIX per lo sviluppo urbanistico della città a cavallo tra i due secoli. Nasce quindi con una connotazione popolare che si rispecchia nelle particolari tipologie abitative.

Durante tale periodo, nel 1885, viene costruito l’edificio che ospita La Galleria delle Arti. Inizialmente destinati agli scantinati del palazzo ad uso privato, gli spazi occupati dal locale furono utilizzati dagli abitanti del quartiere come ricovero antiaereo durante la II guerra mondiale, anche durante i drammatici bombardamenti del 19 luglio 1943, come si evince dai numerosi palazzi che mantengono il ricordo delle lesioni subite, durante i quali morirono circa 3.000 persone.

Dalla fine degli anni Quaranta, il locale fu trasformato in una fabbrica di sedie, la ditta Croppo, che mantenne la sua attività in quel luogo fino alla fine decennio successivo. Fu quindi una balera e alle fine degli anni Sessanta, con la nascita di una nuova tipologia di fruizione del cinema che vede la nascita di sale interamente dedicate alla attività di cinema d’essai, divenne il Cineclub Sabelli, uno dei più importanti esempi di questa nuova tendenza insieme al Filmstudio 70 e il Monte Sacro a Roma.

Il Circolo Gianni Bosio, fondato a Roma nel 1972, aprì la sua prima sede a via dei Sabelli 2; in quel periodo, a condurre le attività del Circolo c’erano Paolo Pietrangeli, i componenti del Canzoniere del Lazio, un gruppo di teatro e di musica che si era chiamato Collettivo Gianni Bosio, e varie persone sparse gravitanti nel modo della scena artistica e politica degli anni Settanta.

Dal 1986 al 1989 divenne la galleria “Artista casa delle Arti” che nel 1990 fu trasformata nella prima galleria d’arte aperta di notte a Roma ospitando mostre d’arte ma anche spettacoli di poesia contemporanea e musica etnica.

Durante i Novanta aprì in quelle sale il DDT, storico locale della Movida Romana; a seguire il Lost’n’found e il Mads, storico locale della capitale della scena underground e punk che ospitava una ricca programmazione teatrale, le cui attività si sono concluse a metà del decennio scorso.

Ristrutturata nel 2019, la Galleria delle Arti è oggi uno spazio di 320 metri quadri di grande versatilità che ha mantenuto le caratteristiche strutturali del basamento di un edificio di fine XIX secolo: una sequenza di archi costituiti da mattoncini in laterizio, pietra e tufo, intervallati da ambienti di diversa grandezza che, esaltati come elementi architettonici, ne creano il fascino. La struttura degli spazi si configura come una lunga e monacale galleria di archi e volte che viene contrastata dagli arredi in velluto e oro dai rimandi anni Venti/Trenta.

venerdì 18 marzo 2022

Giornata del Clima: dalle aziende agroforestali i crediti di carbonio per contrastare il cambiamento climatico

CREA Politiche e Bioeconomia coordina il Nucleo Monitoraggio Carbonio che definisce le Linee Guida dei progetti forestali e dei servizi ecosistemici per l’assorbimento di CO2.




Gran parte della battaglia contro i cambiamenti climatici si gioca sulla riduzione della presenza di anidride carbonica nell’atmosfera. Pertanto, generare crediti di carbonio, ossia stoccare il carbonio, è importante perché la CO2, la cui concentrazione in atmosfera è arrivata a 400 ppm (concentrazione mai raggiunta almeno negli ultimi 800.000 anni) è il principale gas responsabile dell’effetto serra, che produce il riscaldamento globale e quindi il cambiamento climatico.

Lo stoccaggio del Carbonio consiste nell’assorbimento del carbonio atmosferico che può essere effettuato dalle foreste o dagli oceani. Le foreste, in particolare, lo assorbono grazie alla fotosintesi e lo stoccano sia nell’atmosfera che nel suolo. Sebbene, per arrestare il cambiamento climatico il solo stoccaggio non sia sufficiente, incoraggiarne l’assorbimento permette ai governi di accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. A tal fine, è nato un mercato volontario di crediti di carbonio, che consente ai proprietari e gestori forestali di essere remunerati per le attività di gestione che favoriscono l’assorbimento del carbonio e alle imprese che acquistano i crediti di contribuire alla lotta al cambiamento climatico e potenzialmente diventare aziende ad emissioni zero.

Il contributo del CREA

Dal 2010 per analizzare e monitorare il mercato volontario nonché  per definire e aggiornare le Linee Guida, è stato costituito Il Nucleo Monitoraggio Carbonio, un gruppo di lavoro finanziato dal programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020 e coordinato dal CREA Politiche e Bioeconomia, al quale partecipano l’Università di Padova, Etifor srl, la Compagnia delle Foreste, CMCCI e IPLA, enti e società impegnati nella ricerca del settore forestale e dei cambiamenti climatici.

Ogni anno il NMC pubblica il report che analizza il mercato dei crediti di carbonio in Italia e negli ultimi due rapporti, per seguire le tendenze del mercato, sono stati analizzati anche i progetti forestali che erogano altri servizi ecosistemici oltre all’assorbimento del carbonio.

Trend e scenari futuri

Nel 2021 i crediti di carbonio generati dal settore agro-forestale venduti nel mercato volontario internazionale hanno addirittura superato quelli generati complessivamente, segno che la domanda è in forte ascesa (Forest trend 2021).

Il Network for Greening the Financial System (NGFS 2021) stima che la domanda di crediti di carbonio aumenterà  di ben 15 volte nel 2030 e di 30 volte nel 2050 rispetto ai crediti venduti attualmente e i prezzi  arriveranno a toccare i 160 $/tCO2 nel 2050.

Al contrario, in Italia negli ultimi anni il mercato risulta stazionario a causa della mancanza di uno standard o linea guida nazionale, come avviene in altri Paesi, tuttavia dall’ultimo Report del Nucleo Monitoraggio Carbonio “Progetti forestali di Sostenibilità 2020” - Presentazione del Report "Progetti forestali di sostenibilità in Italia 2020" (nucleomonitoraggiocarbonio.it) - si evince come il mercato italiano abbia tutte le potenzialità per incrementare i propri volumi. Lo testimoniano non solo l’aumento del numero di progetti realizzati e di attori partecipanti al mercato e la tendenza verso iniziative che difficilmente possono essere ridotte alla sola metrica della CO2 assorbita, ma anche la quantificazione e valorizzazione degli altri servizi ecosistemici generati dai progetti.

Teatri, Cinema e Librerie, dalla Regione Lazio arriva il sostegno agli investimenti

Dalla Regione Lazio tre mln di euro per il sostegno agli investimenti di Teatri, Cinema e Librerie. Sono contributi a fondo perduto per micro, piccole e medie imprese, proprietari o gestori di teatri, sale cinematografiche o librerie indipendenti del Lazio. Domande dal 21 aprile al 21 giugno 2022.





La Regione Lazio mette a disposizione tre milioni di euro per progetti finalizzati al miglioramento e al potenziamento dei teatri, delle sale cinematografiche e delle librerie indipendenti del Lazio. Così suddivisi: 1 milione di euro ai teatri; 1 milione di euro alle sale cinematografiche; 1 milione di euro alle librerie indipendenti.

I contenuti del bando sono stati presentati ieri a Roma, presso il Foyer del Teatro Quirino, dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, da Paolo Orneli, assessore allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Startup e Innovazione.

L’iniziativa si rivolge a micro, piccole e medie imprese, proprietari o gestori di teatri, sale cinematografiche o librerie indipendenti del Lazio.

È concesso un contributo a fondo perduto:

del 70% dei costi ammissibili fino a 50.000 euro, per un contributo massimo di 35.000 euro;

del 40 % dei costi totali ammissibili eccedenti 50.000 euro, per un contributo massimo di 100.000 euro.

Una quota pari al 20% della dotazione complessiva dell’Avviso è riservata ai progetti relativi a teatri, sale cinematografiche e librerie indipendenti localizzate in uno dei Comuni ricadenti nelle Aree di Crisi Complessa della Regione Lazio.

Le domande possono essere presentate tramite GeCoWEB Plus dalle ore 12.00 del 21 aprile fino alle ore 18.00 del 21 giugno 2022. Il formulario sarà disponibile dalle ore 12:00 del 17 marzo sul sito di Lazio Innova.

"Con questo nuovo finanziamento da tre milioni di euro vogliamo restare al fianco di una categoria che ha pagato un prezzo altissimo a causa delle restrizioni imposte per il contenimento della pandemia. Stiamo continuando a sostenere le realtà culturali del territorio come teatri, cinema e librerie perché questo settore ha bisogno di ripartire grazie a mezzi facilmente accessibili come i contributi a fondo perduto. Noi come Regione Lazio non ci fermiamo e vogliamo combattere per sostenere il patrimonio culturale del nostro territorio”, ha detto il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

“Un aiuto concreto a un settore duramente colpito dalla crisi pandemica - ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Paolo Orneli – con questa misura vogliamo aiutare la ripartenza delle imprese culturali, promuovendo investimenti che riqualifichino tanti luoghi preziosi della nostra regione. È un bando che rappresenta l’idea di futuro che vogliamo; dopo due anni di pandemia rimettiamo al centro la cultura, per costruire una società migliore, più aperta e più inclusiva”.

Per tutte le informazioni www.regione.lazio.it/

Green Wine Future 2022, a maggio il vertice sul futuro del settore vitivinicolo e dell'ambiente

Il vertice Green Wine Future 2022 che si concentra sul futuro del settore vitivinicolo e dell'ambiente si terrà online nel mese di maggio.




Prenderà il via a maggio la quarta edizione della conferenza Green Wine Future progettata per affrontare le sfide che l'industria del vino deve affrontare. L'obiettivo è quello di riunire l'intero settore vitivinicolo mondiale intorno alle problematiche ambientali che maggiormente interessano il settore. Green Wine Future si terrà in formato virtuale dal 23 al 26 maggio 2022 tramite Zoom e avrà la traduzione simultanea in quattro lingue (inglese, spagnolo, francese, italiano), da otto località nel mondo: USA, Cile, Portogallo, Spagna, Francia, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda.

Come per l'edizione 2021, Green Wine Future 2022 utilizzerà una piattaforma digitale per lo sviluppo delle proprie attività e come centro di networking tra partecipanti, aziende e cantine di tutto il mondo. Il formato digitale, sebbene trainato dalla pandemia, è stato scelto per la sua minore impronta di carbonio. Un format che consente inoltre una maggiore portata e accesso alle informazioni per aziende e privati ​​che altrimenti non potrebbero presenziare.

Il programma verterà su tutta la filiera di settore: dal vigneto alla cantina fino alla vendita, analizzando le criticità della sostenibilità, la crisi climatica, la biodiversità, l'enoturismo, la viticoltura rigenerativa, il carbon footprint, le risorse idriche, l'efficienza energetica e le opportunità di business veramente green.

Un evento virtuale con un approccio inedito

In risposta all'attuale situazione mondiale, per questa edizione di Green Wine Future (GWF), il suo organizzatore, Chrand Events offrirà un modo totalmente nuovo di partecipare a una conferenza, così come per i relatori di presentare le loro informazioni, con un approccio completamente visivo e pratico, attraverso trasmissioni in diretta, registrazioni video e documentari. Dirette dai vigneti, immagini di soluzioni innovative e documentari interattivi registrati appositamente per l'evento sono alcuni dei momenti salienti di GWF. Questa tecnologia virtuale consentirà a cantine e aziende vinicole di essere presenti al GWF Virtual Expo, mostrando i tuoi prodotti e servizi. Questa nuova tecnologia consentirà inoltre a partecipanti, relatori ed espositori di interagire virtualmente per un periodo di 2 settimane prima e durante la conferenza.

Riguardo alla decisione di farne una conferenza virtuale, per fare in modo che l'evento abbia la minor impronta di carbonio possibile, Pancho Campo, fondatore della serie di eventi Wine Future, ha così commentato: “Le conferenze e le fiere virtuali sono una delle modalità più rispettose del ambiente, in un settore che basa molte delle sue promozioni sugli eventi, poiché riduce notevolmente l'impronta di carbonio di organizzatori, relatori, partecipanti e sponsor ma è anche molto più redditizio”.

David Furer, co-organizzatore di Green Wine Future: "Green Wine Future condividerà con i professionisti del vino innumerevoli e preziosi aspetti di come è l'industria vinicola internazionale affrontare i problemi della sostenibilità e soluzioni ai problemi del vigneto, della cantina, della filiera e della vendita."

Nel 2006, Chrand Events ha organizzato la prima conferenza internazionale sui cambiamenti climatici e il vino e il primo evento globale per esaminare gli impatti della crisi climatica su un settore specifico. Da quell'edizione in Spagna, Chrand Events ha organizzato molte altre conferenze internazionali a Hong Kong, in Portogallo e in altre parti del mondo con i nomi più influenti dell'industria del vino e leader mondiali come il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il premio Nobel Al Gore, l'ONU e il Segretario Generale Kofi Annan.

Ospiti e organizzazioni in primo piano a Green Wine Future 2022

Tra gli ospiti di questa edizione saranno presenti Roger Boulton, Hans Schultz, Greg Jones, Miguel Torres, Kim Nicholas, Riccardo Cotarella, Laura Catena, Andrew Caillard, Allison Jordan, Paul Mabray, Gaia Gaja, Francis Ford Coppola e Trudie Styler.

Tra le organizzazioni chiave per il settore che hanno già confermato il loro sostegno ci sono il Wine Institute of California, Napa Valley Vintners, Interprofesional del Vino de España, Barossa Valley Winegrowers, Wines of Chile, International Organization of Vine and Wine, Wines of Portugal, il Protocollo di Porto e le Nazioni Unite.

Maggiori informazioni e iscrizioni greenwinefuture.com

mercoledì 16 marzo 2022

Sostenibilità, emissioni in agricoltura: un nuovo progetto per ridurle con sistemi circolari ed integrati

Sense, ovvero “Sinergie nei sistemi integrati: migliorare l'efficienza nell'uso delle risorse mitigando le emissioni di GHG attraverso decisioni informate sulla circolarità”, è un progetto Europeo da 1,33 milioni di euro avviato lo scorso 1 marzo. Coordinato dal James Hutton Institute (UK), riunisce 10 istituzioni di 7 paesi, quattro in Europa e tre in Sud America. Elena Testani, ricercatrice del CREA Agricoltura e Ambiente, coordinerà le attività per il Centro, partner italiano. 




Le emissioni di gas serra nell’UE a 28 paesi nel 2019 risultanti dalle attività agricole è pari al 10,55%, secondo i dati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico). In attesa dell’ultima parte del nuovo rapporto IPCC dedicata proprio alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di gas serra, la ricerca oggi punta sempre di più a ridurre le emissioni in agricoltura con sistemi agro-zoo-forestali, molto più sostenibili rispetto a quelli convenzionali, in cui la componente animale è integrata in maniera sinergica alle colture arboree ed erbacee, in ottica di maggiore circolarità dei flussi delle risorse. 

Il CREA, con il suo Centro Agricoltura e Ambiente, è partner del progetto europeo SENSE “Sinergie nei sistemi integrati: migliorare l'efficienza nell'uso delle risorse mitigando le emissioni di GHG attraverso decisioni informate sulla circolarità”, che mira a sviluppare e validare soluzioni innovative per migliorare la gestione del territorio. Combinando l’acquisizione di dati in continuo mediante sensori in campo e tecnologie High Performance Computing (strumenti di analisi con capacità di elaborazione dati ed esecuzione di calcoli complessi ad altissima velocità), il progetto si prefigge di validare un'applicazione mediante la quale gli agricoltori potranno autonomamente monitorare le previsioni di emissioni GHG, fornendo quindi uno strumento valido per centrare l’obiettivo zero emissioni di gas serra.

Nei casi di studio selezionati nei sette paesi coinvolti, verranno confrontati scenari di gestione relativi ai flussi di carbonio, nutrienti, acqua e biomasse, valutando, quindi, il loro potenziale di mitigazione delle GHG e di resilienza rispetto al cambiamento climatico, attraverso un sistema digitale di monitoraggio, segnalazione e verifica, (MVR), sviluppato dalla James Hutton Institute. 

Gli agricoltori saranno coinvolti in ogni attività, anche grazie alla condivisione di strumenti come indicatori di circolarità (relativi al riciclo dei nutrienti, degli scarti e all’autosufficienza per l’alimentazione degli animali) e di funzionamento ecologico (aspetti di funzionalità del suolo come la biomassa microbica e l’attività enzimatica, e di qualità del pascolo, come la biodiversità, la presenza di specie leguminose o specie appetibili per gli animali), a livello di azienda agricola. Per l’Italia il caso di studio è rappresentato dall’azienda zootecnica biologica e biodinamica Agricola Boccea, situata nell’area periurbana di Roma, con il suo sistema integrato in cui l’uliveto dell’azienda viene utilizzato anche come pascolo per tre razze di bovini da carne.

Il contributo del CREA. Nello specifico, il CREA si occuperà di valutare nei casi di studio del consorzio del progetto l’evoluzione degli indicatori di funzionamento ecologico, prima e dopo l’implementazione di misure di circolarità. L’andamento di tale evoluzione indicherà le migliori strategie da adottare per migliorare la circolarità dei flussi, in relazione allo stoccaggio del C, al ciclo dei nutrienti e alla mitigazione delle emissioni GHG.

Beneide, Rai Cultura ricorda Carmelo Bene con una maratona teatrale a 20 anni dalla scomparsa

Rai 5 manda in onda oggi Beneide, una giornata con Carmelo Bene: a 20 anni dalla scomparsa Rai Cultura rende omaggio al grande interprete, regista e drammaturgo con una programmazione di quasi 20 ore.




Un viaggio curato da Felice Cappa che attraversa poesia, letteratura, filosofia e musica: una sorta di autobiografia in cui le performance sono introdotte da frammenti televisivi che restituiscono le parole che evocano sguardi diversi e letture profonde. La maratona teatrale si è aperta alle 8.05 con “Carmelo Bene Voce dei Canti”, con l’attore che recita i “Canti” leopardiani nel bicentenario della nascita del poeta. Alle 11.15 è la volta di “La poesia dimenticata”, un recital di liriche di Dino Campana eseguito davanti al pubblico del Palazzo dello Sport di Milano nel 1982, con l’accompagnamento della chitarra classica di Flavio Cucchi. Musiche di Heitor Villa-Lobos.

Alle 14.05, in “Amleto (da Shakespeare a Laforgue)”, l’attore e regista ibrida la più celebre tragedia shakespeariana con “Amleto o le conseguenze della pietà filiale” di Jules Laforgue, riprendendo e superando l'esperimento cinematografico di “Un Amleto di meno” (1972). Alle 15.15 è la volta di “Homelette for Hamlet, Operetta inqualificabile” (da Jules Laforgue) ispirato dal racconto del poeta francese Jules Laforgue, “Amleto ovvero Le conseguenze della pietà filiale”. Alle 16.20, Carmelo Bene dà voce e corpo a “Riccardo III” in un film teatrale dedicato al filosofo francese Gilles Deleuze, con un’introduzione di Maurizio Grande. Ancora riletture shakespeariane alle 18.10 con “Macbeth Horror Suite” e alle 19.30 con “Otello o la deficienza della donna”.

In prima serata, alle 21.05, spazio a “Carmelo Bene in Carmelo Bene - Quattro momenti su tutto il nulla”. Nella primavera del 2001 la Rai ha allestito un set nell'abitazione dell'attore sull'Aventino, filmando quattro conversazioni intorno ai temi del Linguaggio, della Conoscenza o Coscienza, dell'Eros e dell'Arte. Le quattro lezioni costituiscono una summa del pensiero e del percorso artistico di Bene. Le riflessioni dell'artista sono accompagnate da immagini di repertorio di alcuni tra i suoi spettacoli più famosi. Alle 22.45, una storica puntata di Mixer Cultura del 12 febbraio 1988 in cui Bene affronta un dibattito sul ruolo svolto dalla critica teatrale nei confronti del proprio operato. Arnaldo Bagnasco modera il confronto-scontro di Bene con Renzo Tian, Guido Almansi, Giovanni Raboni, Maurizio Grande, Guido Davico Bonino e Jean-Paul Manganaro. Alle 23.30 in “Manfred. Versione per concerto in forma di oratorio”, Carmelo Bene interpreta il “Manfred” di Byron su musica di Robert Schumann, mentre alle 00.45 “In-vulnerabilità di Achille (tra Sciro e Ilio)” è la rivisitazione del mito di Achille che occupa la ricerca di Bene dal 1989 al 2000. Si chiude all’1 e 45 con L'Adelchi di Alessandro Manzoni in forma di Concerto” interpretata da Bene nel 1985, al Teatro Lirico di Milano, affiancato da Anna Perino.

A tutto questo si aggiunge lo Speciale, alle 20.40 La memoria dell'oblio, a cura di Giulia Morelli, prodotto da Serena Semprini, che ci porta nell'Archivio Carmelo Bene recentemente inaugurato a Lecce, all'interno del Convitto Palmieri, sede del polo biblio-museale.

martedì 15 marzo 2022

Libri. Plant Revolution: Le piante hanno già inventato il nostro futuro

Un libro in cui l'autore esplora il mondo vegetale per immaginare il futuro dell'umanità. ci spiega come per migliorare la nostra vita non possiamo fare a meno di ispirarci alle piante.




Una pianta non è un animale. Sembra la quintessenza della banalità, ma è un’affermazione che nasconde un dato di fatto di cui sembriamo essere inconsapevoli: le piante sono organismi costruiti su un modello totalmente diverso dal nostro. Vere e proprie reti viventi, capaci di sopravvivere a eventi catastrofici senza perdere di funzionalità, le piante sono organismi molto più resistenti e moderni degli animali. Perfetto connubio tra solidità e flessibilità, le piante hanno straordinarie capacità di adattamento, grazie alle quali possono vivere in ambienti estremi assorbendo l’umidità dell’aria, mimetizzarsi per sfuggire ai predatori e muoversi senza consumare energia. 

La loro struttura corporea modulare è una fonte di continua ispirazione in architettura. E ancora: producono molecole chimiche di cui si servono per manipolare il comportamento degli animali (e degli umani) e la loro raffinata rete radicale formata da apici che esplorano l’ambiente può tradursi in concrete applicazioni della robotica. 

Sappiamo ormai che allevare vegetali nello spazio è un requisito necessario per continuare a esplorarlo, e spostare parte della nostra capacità produttiva negli oceani grazie a serre galleggianti come Jellyfish Barge può essere una soluzione per soddisfare la nostra crescente richiesta di cibo. Organismi sociali sofisticati ed evoluti che offrono la soluzione a molti problemi tecnologici, le piante fanno parte a pieno titolo della comunità dei viventi. Se vogliamo migliorare la nostra vita non possiamo fare a meno di ispirarci al mondo vegetale.

Stefano Mancuso, Scienziato di prestigio mondiale, professore all’Università di Firenze, dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV). Membro fondatore dell’International Society for Plant Signaling & Behavior, ha insegnato in università giapponesi, svedesi e francesi ed è accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili.

Nel 2012 «la Repubblica» lo ha indicato tra i 20 italiani destinati a cambiarci la vita e nel 2013 il «New Yorker» lo ha inserito nella classifica dei “world changers”. Con la sua start-up universitaria PNAT ha brevettato "Jellyfish Barge", il modulo galleggiante per coltivare ortaggi e fiori completamente autonomo dal punto di vista di suolo, acqua ed energia presentato all’EXPO Milano 2015 che si è aggiudicato l’International Award per le idee innovative e le tecnologie per l’agribusiness dell’United Nations Industrial Development Organization (UNIDO). È autore di volumi scientifici e di centinaia di pubblicazioni su riviste internazionali.

"Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale" (con Alessandra Viola) pubblicato nel 2013 e più volte ristampato, è tradotto in 17 lingue. Ha ottenuto il Premio nazionale per la divulgazione scientifica dell’Associazione italiana del libro (2013) e il Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” (2015). Nel 2016 il Ministero della Ricerca scientifica austriaco l’ha proclamato “The Science Book of the Year”. Per Giunti Mancuso ha pubblicato, oltre a "Plant Revolution: Le piante hanno già inventato il nostro futuro", "Uomini che amano le piante. Storie di scienziati del mondo vegetale" (2014); con Carlo Petrini, "Biodiversi "(Giunti Slow Food 2015).

lunedì 14 marzo 2022

Note mai dette, un viaggio musicale all’insegna della multiculturalità. Al Teatro del Lido di scena l'Orchestra TDL di Ostia

Debutto dal vivo dell'Orchestra TDL di Ostia diretta dal maestro Pino Cangialosi in un viaggio musicale all’insegna della multiculturalità. Al Teatro del Lido sabato 19 marzo ore 21.




Un viaggio musicale nel tempo e nella multiculturalità, dove l’integrazione tra i diversi linguaggi diventa una naturale evoluzione dell’arte musicale. Un concerto originale ricco di stili e di “sapori” diversi, dal classico, al pop, all’etnico, in collaborazione con artisti provenienti da altre aree culturali. 

L’orchestra è composta da musicisti (voce, archi, fiati, percussioni) professionisti e studenti in corso di formazione, provenienti dal territorio del Municipio Roma X, accomunati dallo stesso intento: il “fare musica” con passione, entusiasmo, spontaneità e professionalità.

Pino Cangialosi: compositore, direttore e multistrumentista. È autore delle colonne sonore di oltre 140 spettacoli di teatro, cinema e televisione. Come strumentista, compositore e direttore ha al suo attivo una serie di collaborazioni con importanti enti nazionali e internazionali. Da qualche anno si dedica alla ricerca delle possibili integrazioni e interazioni tra culture musicali diverse. Insegna al Conservatorio di Musica O. Respighi di Latina.


Teatro del Lido di Ostia

Via delle Sirene, 22

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