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Donazioni culturali: Twombly dona arte, innovazione e formazione alla GNAMC. Un lascito straordinario per museo, restauro e accademia

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAMC) ha annunciato un’importante intesa con la Cy Twombly Foundation, grazie alla quale dodici opere - undici del grande artista statunitense Twombly e un pastello su carta di Pablo Picasso - arricchiranno la collezione permanente del museo. Stanziati anche tre milioni di dollari per rafforzare il laboratorio di restauro e promuovere la formazione specialistica con la creazione di un master e borse di studio. Con questa donazione, il museo - patrimonio pubblico dal 1883 - accresce il proprio fondo contemporaneo con opere di altissimo profilo storico e artistico.



Un lascito dal valore complessivo che si aggira intorno ai 39,5 milioni di dollari, quello della Fondazione Cy Twombly, oltre allo stanziamento di tre milioni di dollari per rafforzare il laboratorio di restauro e promuovere la formazione specialistica con la creazione di un master e borse di studio intitolati a Twombly. Un’offerta che ha valore simbolico prima ancora che economico, poiché sottolinea quanto le fondazioni abbiano assunto un ruolo strategico nei musei pubblici, non solo per l’arricchimento delle collezioni ma anche per l’innovazione infrastrutturale e didattica.

Le opere inedite per il patrimonio pubblico italiano risalgono al periodo romano di Twombly (1957-1963), epoca durante la quale si sono distinti capolavori come l’imponente “Untitled” (1959-1961), un’opera di vaste dimensioni realizzata a matita, pittura a olio e pastelli a cera su tela. La prossima apertura di una sala dedicata all’artista conferirà ulteriore rilievo all’accordo, proiettando la GNAMC verso una rinnovata centralità nel panorama culturale nazionale e internazionale.

Il lascito economico ha uno scopo specifico e ben articolato: circa 1.475.000 dollari saranno impiegati, come accennavo, per ammodernare il laboratorio di restauro con nuovi macchinari, materiali, arredi e interventi di sicurezza, in modo da garantirne piena operatività. La seconda somma, anch’essa di 1.475.000 dollari, finanzierà un master annuale in restauro delle opere d’arte su carta, riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, un programma di borse di studio e un evento annuale dedicato al percorso formativo. L’iniziativa, attiva per i prossimi quindici anni tramite un ente di formazione terzo, ha l’ambizione di trasformare la GNAMC in un centro d’eccellenza per la conservazione dell’arte su carta contemporanea.

Ovviamente, dietro questi impegni, c’è una strategia più ampia, che spiega perché sempre più fondazioni scelgano di dialogare con i musei pubblici in modo strutturato. Il primo motivo è la tutela del patrimonio culturale: non basta donare un’opera, è necessario investire nella sua conservazione e nel sapere tecnico per garantire la sua fruibilità nel tempo. Vi è poi una dimensione istituzionale e reputazionale: promuovere donazioni significative aiuta le fondazioni a consolidare la propria missione e rafforzare la propria visibilità a livello nazionale e internazionale. In altri casi, interventi come quello della Cy Twombly Foundation mirano a radicare l’eredità dell’artista nel territorio, creando legami con comunità locali. Inoltre, la collaborazione tra musei e fondazioni favorisce un dialogo culturale ampio, promosso anche da casi analoghi: basti pensare a recenti donazioni di sculture di Twombly ad altri grandi musei internazionali. Infine, ogni intervento mira a rinforzare il profilo storico dell’artista, stimolando studi, mostre e attenzione critica continua.

Il risultato finale per la GNAMC è straordinario: un nucleo twomblyano di alto livello, un laboratorio di restauro attrezzato con le migliori tecnologie, un percorso formativo di eccellenza e un’occasione di confronto internazionale. Ma il valore più autentico di questa operazione, come accennavo, va oltre il dato numerico. L'aspetto virtuoso sta di fatto nella capacità di instaurare un modello di relazione sostenibile tra pubblico e privato, tra istituzioni artistiche e comunità, tra passato e futuro. Un modello che consente al patrimonio culturale di vivere, crescere ed essere condiviso, non solo come bene da collezione, ma come risorsa collettiva per l’educazione e la conoscenza.

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