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Raccontamiunastoria - The art of storytelling: al via il Festival che ridà voce alle storie perdute

 Dal 13 al 23 giugno 2025, per l'undicesima edizione del Festival Internazionale di Storytelling "Raccontamiunastoria", oltre cento cantastorie da cinque continenti trasformeranno basiliche, parchi archeologici e pinete in teatri d’emozione. Ideato dall’associazione culturale omonima con la direzione artistica di Paola Balbi e Davide Bardi, questo evento – la più grande manifestazione italiana del settore – celebra l’arte antica del racconto orale in dialogo con il nostro presente.  


Nelle sere di giugno, quando il tramonto tinge di ambra le pietre millenarie di Roma, un esercito silenzioso di voci erranti prenderà possesso della città. Così mentre la capitale si prepara al Giubileo 2025, il festival sceglie come tema "Muse e Pellegrini": un invito a percorrere idealmente le strade del mondo attraverso le storie. 

Per la prima volta, la manifestazione ospiterà la Conference della Federazione Europea per lo Storytelling, e accoglierà voci come quelle delle palestinesi Fidaa Ataya e Alham Sead (proveniente da Gaza), della libanese Sarah Kassir che interpreterà la storia di Maria nel Corano avvolta nei suoi hijab colorati, e del gallese Michael Harvey, decano dei narratori celtici. Ad accompagnarli, artisti dall’India, Australia, Martinica e Svezia: un mosaico di lingue e tradizioni che rispecchia la missione del festival – costruire ponti attraverso la bellezza.  

Il palcoscenico è la città stessa. Tra le arcime solitarie del Parco degli Acquedotti, tra i pini marittimi di Castel Fusano dove risuoneranno i canti palestinesi, nella penombra carica di storia della Basilica di San Sebastiano, ogni luogo diventerà complice delle narrazioni. Proprio qui, il 16 giugno, andrà in scena lo spettacolo site-specific "Ad Catacumbas - Il pretoriano di Cristo" dei direttori artistici Balbi e Bardi. La coppia – che ride definendo il loro sodalizio "più duraturo di un matrimonio medio" – presenterà anche l’innovativa rilettura dell’Iliade "La canzone di Teti" (13 giugno, Chiesa di San Nicola a Capo di Bove), dove eroi greci e troiani parlano di conflitti contemporanei e identità LGBTQ+, e "Il viaggio di Leonardo", story-musical con le musiche originali del cantautore Mario Costanzi.  

Ma cos’è lo storytelling? È l’arte di creare mondi con la sola forza di voce e gesto, senza scenografie o costumi. Un’antica pratica rivitalizzata dal Revival dello Storytelling nato negli anni ‘60 tra Stati Uniti e Nord Europa. Gli artisti – definiti dalla Federazione Europea "creatori di immagini verbali" – lavorano su testi improvvisati, in una relazione diretta e vibrante col pubblico. Lo dimostrerà lo svedese Johan Theodorsson che, accompagnato dal violino ipnotico di Anders Peev, evocherà le magie del solstizio d’estate nordico alla Valle della Caffarella (21 giugno), mentre l’indiana Shereen Saif fonderà danza classica e racconti delle dee indù (14 giugno, Basilica di San Sebastiano).  

Il festival parla molte lingue, non solo metaforicamente: tutti gli spettacoli saranno in italiano e inglese, per includere turisti e pellegrini. E offre percorsi per ogni sensibilità: dalle story-walk tra gli olivi del Borgo di Farfa (2 giugno) agli eventi familiari del gran finale a Castel Fusano (22 giugno), fino ai workshop con maestri internazionali. Non è un caso che l’Università Roma Tre presenterà in questa edizione il primo Master di Storytelling Performativo bilingue d’Italia (2025/26), mentre prosegue dal 2015 la formazione delle guide turistiche come "cantastorie del patrimonio".  

"In un’epoca di conflitti, usiamo le storie come strumenti di pace" dichiarano Balbi e Bardi. È questa l’eredità che lascerà l’undicesima edizione: il suono delle parole che superano confini, il brivido di una storia sussurrata tra colonne romane, la certezza che – come insegnano i pellegrini – ogni cammino comincia dall’ascolto.  

Info e programma completo: www.raccontamiunastoria.com

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