Nel segno della memoria e della bellezza condivisa si conclude domenica 22 giugno 2025, alle ore 19:00, nella chiesa di San Michele a Monte Compatri, la diciassettesima edizione del Festival Moreschi In coro per l’Angelo di Roma. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Culturale Alessandro Moreschi in collaborazione con il Comune, si svolge quest’anno in concomitanza con il Cinquecentenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, figura cardine della polifonia rinascimentale e vertice indiscusso della cosiddetta scuola romana.
Immagine della locandina dell'evento
Il Lvsitanvs Ensemble, fondato nel 2003 a Roma dalla stessa Tavares, soprano e studiosa di origine portoghese, propone un percorso nella polifonia iberica del Cinquecento. Il programma si apre con l’esultante Laetentur coeli di Estevão Lopes Morago (1575–1640), compositore ponte tra manierismo e barocco precoce, noto per la sua scrittura contrappuntistica densa e luminosa. Seguono due brani di Frei Manuel Cardoso (1566–1650), tra i massimi esponenti dell’età d’oro della musica portoghese, influenzato dallo stile palestriniano ma con accenti di austera spiritualità: il Benedictus tratto dalla Missa Ab initio et ante secula creata sum e il suggestivo Aquam quam ego dabo, meditazione musicale sul passo evangelico del dialogo tra Gesù e la Samaritana (Gv 4). A completare il quadro, due perle della scuola spagnola: l’energico Pueri Hebraeorum di Tomás Luis de Victoria e il più intimistico Veni Domine di Francisco Guerrero, entrambi capaci di coniugare intensità mistica e rigore formale.
L’Ensemble Labyrintus Vocum, nato nel 2011 come ottetto vocale versatile, propone invece un itinerario sonoro che attraversa epoche lontane, dal XIV al XIX secolo, senza soluzione di continuità. Il programma si apre con l’intensa Vergine bella di Palestrina, rara composizione in volgare su testo petrarchesco, in bilico tra devozione mariana e sensibilità madrigalistica. Si prosegue con il mottetto tripartito Felix virgo / Inviolata genitrix / Ad te suspiramus di Guillaume de Machaut, nel quale la sovrapposizione di testi e voci produce un intreccio gotico di straordinaria forza simbolica e strutturale. Ne ho parlato anche in occasione di un precedente concerto di questo eccellente ensemble romano, che sa restituire con equilibrio e consapevolezza la complessità della scrittura medievale. Al centro del programma, il profondo Salve Regina di Johannes Ockeghem, costruito su linee vocali ampie, di rara densità armonica e tensione spirituale. A chiudere, un salto all’Ottocento con il Christus factus est di Anton Bruckner, pagina solenne e poderosa che ho avuto modo di cantare personalmente, capace di unire la severità del contrappunto alla drammaticità romantica in una sintesi mistica di impressionante efficacia.
Chiude la serata il Coro Polifonico Alessandro Moreschi, fondato nel 2001 e oggi composto da ventisei cantori riuniti dal desiderio di condividere, con spirito libero e inclusivo, il piacere del canto corale. Il programma scelto da Adele Rossi, direttrice del gruppo, si apre con un Laudate Dominum anonimo, che richiama nella sua linearità modelli tardo-rinascimentali. Seguono due brani di forte impatto emotivo: l’Ave Maria di Bepi De Marzi, noto soprattutto per il toccante Signore delle cime, e la celebre Quanto sei bella Roma, composta da Bixio, Bonagura e De Torres, in un affettuoso omaggio alla città eterna.
Il Festival Moreschi, nato nel 2008 per iniziativa dell’Associazione Culturale Alessandro Moreschi con il sostegno del Comune di Monte Compatri, intende valorizzare il patrimonio della musica vocale sacra e profana attraverso concerti, incontri e attività divulgative. Il titolo della rassegna, In coro per l’Angelo di Roma, è un esplicito omaggio ad Alessandro Moreschi (1858–1922), ultimo castrato della Cappella Sistina, celebre in tutto il mondo per le sue registrazioni storiche e per la sua voce leggendaria.
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