Francesco Paolo Michetti: tra verismo e simbolismo, la riscoperta di un maestro europeo. Nuove prospettive critiche dal secondo volume del Catalogo generale
Un nuovo sguardo sull'opera di Michetti: martedì 10 giugno 2025, alle ore 17.00, presso la Sala delle Colonne della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, verrà presentato il secondo volume del Catalogo generale del grande pittore abruzzese. L’incontro vedrà la partecipazione di Renata Cristina Mazzantini, Direttrice della GNAM, di Roberto Lucifero, Presidente della Fondazione Opera Lucifero e discendente dell’artista, nonché delle studiose Chiara Stefani e Cinzia Virno.
A sei anni dalla pubblicazione del primo volume (2018), questo secondo tomo rappresenta un tassello fondamentale nel processo di riscoperta e rilettura critica di uno degli artisti più celebrati e controversi tra XIX e XX secolo. Nato a Tocco da Casauria (1851) e morto a Francavilla al Mare (1929), Francesco Paolo Michetti fu protagonista di una stagione artistica che vide l’Italia confrontarsi con le più avanzate istanze culturali europee. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, sotto la guida di Domenico Morelli e Filippo Palizzi, Michetti assorbì inizialmente il naturalismo e il verismo partenopeo, sviluppando in seguito un linguaggio personale che seppe coniugare suggestioni simboliste, attenzione al folklore abruzzese e una modernità visiva capace di dialogare con la cultura internazionale.
Come osserva Fabio Benzi, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara e curatore dell’opera, la pubblicazione di questi due tomi ha richiesto oltre un decennio di ricerche, culminando in una ricognizione scientifica capillare: quasi 1.250 opere catalogate, fonti d’epoca, confronti stilistici e bibliografici, e un’opera di attribuzione che consente oggi di distinguere in maniera affidabile tra opere autografe, bottega e falsificazioni, fenomeno quest’ultimo diffuso già durante la vita dell’artista.
Il secondo volume per Silvana Editoriale, a cura di Fabio Benzi, Gianluca Berardi, Teresa Sacchi Lodispoto e Sabrina Spinazzè e promosso dall’Archivio dell’Ottocento Romano con il contributo dell’Università di Chieti-Pescara, arricchisce il catalogo con 249 nuove opere, molte delle quali finora inedite. Il valore dell’opera non risiede solo nell’ampliamento del corpus, ma nella qualità dei saggi critici che ne accompagnano la pubblicazione.
Teresa Sacchi Lodispoto analizza in particolare gli anni della formazione di Michetti tra Napoli e Parigi, mettendo in luce le affinità con la pittura agreste francese e, in particolare, con l’opera di Jules Breton. Tale confronto non solo chiarisce la radice europea della poetica michettiana, ma getta nuova luce sulla sua influenza su artisti come Giovanni Segantini e Gabriele d’Annunzio – con cui Michetti condivise un’intensa amicizia e una comune visione estetica, fondata sul culto della bellezza e del paesaggio arcaico.
Il saggio di Sabrina Spinazzè amplia ulteriormente l’orizzonte, indagando le corrispondenze tra Michetti e figure chiave dell’arte internazionale tra Ottocento e primo Novecento, quali John Singer Sargent, Wilhelm von Gloeden, James Abbott McNeill Whistler ed Edgar Degas. Attraverso una fitta rete di scambi culturali, Michetti fu dunque non solo ricettore, ma anche punto di riferimento per una generazione di artisti cosmopoliti, in grado di tenere insieme classicismo e modernità.
Pubblicato nel 2018, il primo volume del Catalogo generale ha rappresentato una svolta per gli studi michettiani. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Chieti – Abruzzo e Molise e con la Galleria Berardi, il progetto editoriale ha potuto avvalersi di archivi, collezioni pubbliche e private, e ha portato alla luce circa mille opere, molte delle quali sconosciute alla storiografia precedente. L’iniziativa ha avuto anche un importante valore documentario e filologico che come accennavo ha contribuito a fare chiarezza su un’opera vasta, eterogenea e in molti casi oggetto di errate attribuzioni o imitazioni.
Come ha rilevato la storica dell’arte Francesca Romana Morelli in una recente recensione pubblicata su “Il Giornale dell’Arte” (n. 453, marzo 2024), l’importanza del Catalogo generale risiede nel tentativo di restituire a Michetti una piena dignità critica, ancora oggi parzialmente oscurata dal pregiudizio verso un artista considerato "provinciale" o legato a una dimensione folklorica. In realtà, la sua pittura – dai grandi quadri religiosi alle scene di genere ambientate nei borghi d’Abruzzo – mostra una sorprendente padronanza tecnica, una libertà compositiva anticipatrice e una forza immaginativa che dialoga a pieno titolo con i simbolisti francesi e con il luminismo europeo.
La presentazione del secondo volume alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma segna un importante passo avanti nella riscoperta critica di Francesco Paolo Michetti. La centralità del suo ruolo nella costruzione di una moderna identità visiva italiana, la sua capacità di captare le vibrazioni culturali del tempo e la sua influenza su artisti e scrittori coevi ne fanno una figura imprescindibile per comprendere la transizione dall’Ottocento al Novecento.
Attraverso questa monumentale impresa editoriale e scientifica, l’arte di Michetti torna al centro del dibattito storico-artistico non solo come testimonianza del passato, ma come stimolo per nuove riflessioni sul rapporto tra periferia e centro, tradizione e innovazione, realismo e visione.
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