venerdì 29 marzo 2019

Vino e tracciabilità, dal vigneto alla bottiglia, le certificazioni vinicole a tutela del patrimonio enologico legato al territorio

In Italia, a tutela del patrimonio enologico legato al territorio, esistono le certificazioni vinicole: in sintesi dei veri e propri marchi di qualità che indicano la provenienza dell’uva. In occasione dei 10 anni dalla sua costituzione, Valoritalia, società leader per il controllo e la certificazione dei vini, ha organizzato una tre giorni di formazione, scambio di idee, opinioni e progetti per il futuro. 





Si è svolta in Puglia, nella suggestiva Alberobello, la convention organizzata in occasione del decennale di Valoritalia, società leader in Italia autorizzata dal MiPAAF, per il controllo e la certificazione dei vini a Denominazione d’Origine, Indicazione Geografica e dei vini con indicazioni del vitigno e/o dell’annata. Focus della tre giorni pugliese, l’argomento filiera, interpretato per contribuire – all’interno di un quadro di norme e procedure ben definite – al miglioramento del sistema di certificazione come importante scelta competitiva in un mercato sempre più attento al rispetto dell’ambiente e alla genuinità dei prodotti.

In Italia il settore vitivinicolo riveste un ruolo trainante nell’industria agricola e rappresenta il fiore all'occhiello del Made in Italy. Per questo motivo i produttori di uva e vino, soggetti a processi di certificazione (Doc, Docg), si rivolgono a enti come Valoritalia in grado di offrire un efficiente sistema di tracciabilità, dando la possibilità di conoscere in ogni momento la situazione di ciascun vino, al fine di garantire al consumatore l’esatta origine dei prodotti.  

Fondata nel 2009 da Federdoc e CSQA con l’obiettivo di fornire una risposta operativa alle disposizioni comunitarie previste dalla nuova OCM , Valoritalia in pochi anni ha realizzato una crescita esponenziale che l’ha portata a divenire leader indiscussa della certificazione nel comparto vitivinicolo italiano. Autorizzata dal Mipaaft a svolgere attività di certificazione per tutti i vini a Denominazione di Origine, negli anni la società ha costruito con i propri interlocutori - in primis i Consorzi di Tutela e le aziende a questi associate – un rapporto fiduciario basato sulla competenza e sull'affidabilità dei servizi, nella consapevolezza del ruolo estremamente delicato che il processo di certificazione svolge per tutta la filiera nazionale.

Un ruolo che attribuisce a Valoritalia una funzione di garanzia da un lato nei confronti dei consumatori (ciò che si compra e si consuma dev'essere innanzitutto conforme alle leggi e ai disciplinari di produzione), dall'altro nei confronti delle stesse imprese, affinché ognuna di queste si senta parte di un sistema economico-territoriale imperniato su regole condivise.

Non dobbiamo dimenticare che ogni Denominazione di Origine rappresenta innanzitutto il patrimonio collettivo di un territorio, un “bene” che appartiene alla comunità locale, alle sue imprese e per estensione anche ai consumatori, i quali hanno il diritto di usufruire di prodotti che rispettino pienamente standard che gli stessi produttori si sono dati.

Coerentemente con questa impostazione, nei suoi dieci anni di vita Valoritalia ha sempre insistito su un principio fondamentale: per le imprese il processo di certificazione non dev’essere interpretato e vissuto come un onere ma come un’opportunità, perché costituisce la base di un rapporto fiduciario con il mercato.

L’argomento filiera ampia e consapevole è stato il focus dei numerosi brain storming che hanno animato la tre giorni pugliese. Non solo presentazioni dunque, ma momenti di discussione e confronto su varie tematiche ai quali sono stati invitati a contribuire tutti i collaboratori della società: tematiche che hanno spaziato dalle strategie di comunicazione agli aspetti commerciali alle novità legislative.

“I nostri collaboratori sono il vero patrimonio di Valoritalia. Sono una grande famiglia. È grazie al loro prezioso lavoro che Valoritalia è diventata leader del settore”. Con queste parole il Presidente Francesco Liantonio, aprendo la convention, ha sottolineato l’approccio della società. “I singoli sono sempre importanti – ha proseguito Liantonio – perché ognuno contribuisce con la propria esperienza e la propria insostituibile sensibilità alla crescita della società. Ispettori, responsabili di sede, addetti alla gestione amministrazione e alla comunicazione, oltre 200 specialisti distribuiti su 36 sedi di Valoritalia sparse sul territorio nazionale, sono stati e sono tutt’ora parte costitutiva di un’eccellenza italiana”.

Il Presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro, intervenuto anch’egli alla Convention, ha poi ricordato le due grandi sfide che aspettano Valoritalia: la prima consiste nel valorizzare pienamente il modello italiano di certificazione delle Denominazioni di Origine. Un modello che non ha eguali al mondo perché riesce a tracciare ogni singola bottiglia “dal campo allo scaffale”, con un livello di dettaglio impensabile solo un decennio addietro. La seconda è promuovere e proteggere il modello delle denominazioni italiane come punto di riferimento a livello internazionale. “Una bottiglia di vino appartenente ad Denominazione di Origine italiana – ha rimarcato Ricci Curbastro - fornisce quelle garanzie di “identità territoriale” e qualità organolettica sconosciute in altri sistemi, e ciò rende quella stessa bottiglia più competitiva. La tracciabilità tradotta in identità fornisce alle aziende un valore aggiunto che indubbiamente le aiuta a posizionarsi correttamente sul mercato globale”.

Molto rilevanti sono stati gli interventi alla convention di Luigi Polizzi, alto dirigente del Mipaaft, e Stefanio Vaccari, capo dipartimento Istituto Centrale Qualità e Repressione Frodi (Mipaaft). Polizzi ha illustrato le ultime novità normative che riguardano i vini a denominazione, soffermandosi in specifico sulle nuove disposizioni relative alla certificazione dei vini; mentre Stefano Vaccari ha illustrato il nuovo Decreto Ministeriale sui controlli e ribadito, sulla base di considerazioni giuridiche e una molteplicità di dati statistici, il primato internazionale del modello di certificazione italiano delle Denominazioni di Origine, di cui Valoritalia ne rappresenta il fiore all’occhiello coprendo oltre il 50% del mercato.

Come ha riaffermato il direttore generale Giuseppe Liberatore, se in un decennio Valoritalia è diventata un punto di riferimento credibile e affidabile per tutta la filiera, lo deve alla sua capacità di rapportarsi con imprese, consorzi e istituzioni, sempre in maniera propositiva. Glielo impone il ruolo che svolge, ma glielo impongono soprattutto le esigenze delle imprese che sono sul mercato e che dal mercato traggono indicazioni per il proprio futuro.

La rapida espansione nel segmento delle certificazioni biologiche e integrate, così come il supporto fornito in molti progetti di costituzione di biodistretti, conferma l’attenzione che Valoritalia mostra verso le esigenze delle imprese e di un mercato sempre più sensibile alle tematiche ambientali.

Ma questo è già l’oggi, perché per il futuro la sfida sarà rappresentata da una sostenibilità declinata contemporaneamente sul piano ambientale, economico ed etico-sociale, così come previsto dallo standard Equalitas che Valoritalia promuove. Un futuro incentrato tanto sullo sviluppo di innovativi servizi di certificazione, quanto sulla ricerca di una proiezione internazionale della società verso mercati sui quali Valoritalia potrebbe valorizzare al meglio la sua esperienza e le sue competenze.

giovedì 28 marzo 2019

Mostre. Poeti a Roma. Resi superbi dall'amicizia

Promossa dalla Regione Lazio, organizzata da AGCI Lazio in collaborazione con Lazio Crea, prende il via la mostra Poeti a Roma. Resi superbi dall'amicizia. Oltre 250 fotografie originali che ritraggono scrittori e poeti residenti nella capitale tra gli anni ’60 e ’70. Al WEGIL dal 30 marzo al 23 giugno 2019.




Pier Paolo Pasolini, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Sandro Penna, Giuseppe Ungaretti, Alberto Moravia, Giorgio Bassani, Carlo Emilio Gadda, Anna Maria Ortese, Elsa Morante, Amelia Rosselli, Natalia Ginsburg, Alfonso Gatto, Dacia Maraini, Enzo Siciliano, Dario Bellezza, Renzo Paris, solo per citarne alcuni, sono i protagonisti della mostra “Poeti a Roma. Resi superbi dall’amicizia”, promossa dalla Regione Lazio, organizzata da AGCI Lazio in collaborazione con LAZIOcrea.

La mostra, che sarà aperta al pubblico dal 30 marzo al 23 giugno 2019, raccoglie oltre 250 fotografie originali che ritraggono scrittori e poeti per le vie della capitale, durante perlustrazioni, serate di presentazione, cene, feste in casa, fino a giungere al ricordo della morte di Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia.

Gli scatti sono di Antonio Sansone, Tazio Secchiaroli, Rodrigo Pais, Dario Bellini, Guglielmo Coluzzi, Francesco Maria Crispolti, Jerry Bauer, Ezio Vitale,  Alberto Durazzi ecc.. Inoltre, in esposizione, prime edizioni, inserti, riviste e rare incisioni discografiche. L’esposizione sarà accompagnata da incontri, dibattiti, proiezioni, approfondimenti con protagonisti ed esperti di quella stagione.

L’esposizione, a cura di Giuseppe Garrera e Igor Patruno, è il racconto di un’intera stagione, di un momento incantato della città di Roma, tra gli anni ’60 e ’70, quando poeti e scrittori, felici e desiderosi di creare, costituirono una sorta di comunità d’amicizia.

www.wegil.it/

mercoledì 27 marzo 2019

Rosautoctono, i Consorzi di Tutela fanno sistema e danno vita all'Istituto del vino rosa autoctono italiano

Nasce Rosautoctono: firmata ieri l’intesa della neo compagine che riunisce sei denominazioni (Bardolino Chiaretto, Valtènesi, Cerasuolo d'Abruzzo, Castel del Monte, Salice Salentino e Cirò).


I sei distretti produttivi più significativi del Nord, Centro e Sud Italia fanno rete per la promozione unitaria dei vini ‘in rosa’ della tradizione italiana. Tra gli obiettivi, la creazione di un Osservatorio con l’ausilio di Valoritalia e Federdoc.


Un ‘new deal’ tra i principali distretti produttivi del Paese per diffondere la cultura del bere in versione rosa, che in Italia rappresenta oggi il 6% dei consumi, mentre ogni cento bottiglie vendute in Francia più di trenta sono di rosé.

Con questa premessa nasce Rosautoctono, l’Istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano, una compagine che raccoglie i Consorzi di tutela delle denominazioni di origine più rappresentative del settore (Bardolino Chiaretto, Valtènesi Chiaretto, Cerasuolo d'Abruzzo, Castel del Monte Rosato e Bombino Nero, Salice Salentino Rosato e Cirò Rosato) con l’obiettivo dichiarato di dare una spinta decisiva, non solo dal punto di vista promozionale, ma anche economico e culturale, ai più significativi territori vocati alla produzione di questa tipologia di vino.

Si tratta di un’esperienza aggregativa che ora, dopo diverse azioni messe in campo nel corso dell’ultimo anno, imbocca la strada del riconoscimento istituzionale. Ad apporre a Roma la firma sull’atto costitutivo, davanti ad un notaio, sono stati infatti il neo presidente dell’istituto, Franco Cristoforetti (numero uno del Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino) insieme ai presidenti Alessandro Luzzago (Consorzio Valtènesi), Francesco Liantonio (Consorzio di Tutela Vini DOC Castel del Monte), Valentino Di Campli (Consorzio di Tutela Vini d'Abruzzo), Damiano Reale (Consorzio di Tutela vini DOC Salice Salentino) e Raffaele Librandi (Consorzio Vini Cirò e Melissa).

Tra gli intervenuti anche Luciano Nieto, Capo Segreteria Tecnica Ministro (Mipaaft), che, per l'occasione, oltre a portare i saluti del Ministro Centinaio, ha fatto un plauso a iniziative come l'Istituto: "fare sistema in Italia è molto difficile e quando si decide di farlo non possiamo che fare i complimenti per lo sforzo. Auguri dunque per un proficuo lavoro al neonato Istituto, che sono certo porterà a importanti risultati".

Presenti inoltre Sebastiano De Corato, in rappresentanza del Consorzio di Tutela Vini DOC Castel del Monte, Dario Stefàno, Senatore della Repubblica, e Luigi Cataldi Madonna, Vice Presidente Vicario dell'Istituto.

“Abbiamo voluto usare la nuova definizione di vino rosa – spiega il presidente dell’istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano, Franco Cristoforetti – perché è quella che riassume le diverse identità dei territori del Chiaretto gardesano, del Cerasuolo abruzzese e del Rosato pugliese e calabrese, tutte fondate su vitigni autoctoni. Come esistono i vini rossi e i vini bianchi, ci teniamo a sottolineare che in Italia esistono i vini rosa, che tra l’altro nulla hanno da invidiare per tradizione e qualità ai rosé francesi, oggi dominanti sui mercati mondiali, dove si bevono 24 milioni di ettolitri di vino rosato, ma dove l’Italia deve e può raggiungere posizionamenti più importanti. Per competere a livello internazionale, tuttavia, abbiamo capito che non bastava essere portatori di una storia bimillenaria e aver raggiunto altissimi livelli qualitativi. C’è bisogno di una strategia comune, trasversale a tutto il Paese, e per questo abbiamo deciso di fondare un Istituto che rappresenta un traguardo storico, perché ha come fine prioritario quello di favorire una promozione unitaria e rafforzata, dentro e fuori dai confini nazionali, offrendo al comparto una spinta decisiva”. 

A supportare questa unione d’intenti saranno diverse azioni mirate, che spaziano dalle iniziative di comunicazione alle campagne di informazione, dalle collaborazioni con testate e guide di settore alla partecipazione a fiere e manifestazioni, dalle attività di ricerca a quella di formazione, fino alla costituzione di un Osservatorio permanente. Un obiettivo quest’ultimo, che fornirà una fotografia completa e puntuale del settore, anche grazie al supporto di Valoritalia, società leader nelle attività di controllo sui vini Docg, Doc e Igt, e Federdoc, la Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani. Il think tank sul vino rosa è dunque partito e il neo Istituto si prepara già a sbarcare a Vinitaly, a Verona, dal 7 al 10 aprile.



Photo credit: Consorzio Valtènesi

Vino e ricerca, al via iXemWine, il laboratorio di condivisione della conoscenza in campo viticolo

iXemWine è una nuova ed innovativa piattaforma creata dal Politecnico di Torino con l'obiettivo di condividere la conoscenza per migliorare la sostenibilità in vitivinicoltura annullando il divario culturale e digitale.




Il Politecnico di Torino avvia il progetto iXemWine, ideato e implementato dai laboratori iXem, che da 15 anni sviluppano strumenti di comunicazione per finalità sociali. L’obiettivo di iXemWine è quello di realizzare, su tutto il territorio italiano, un laboratorio di condivisione della conoscenza, per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici attraverso un utilizzo universale, capillare e assistito delle moderne tecnologie, superando i limiti delle tecnologie attuali. Per farlo, i ricercatori di iXem hanno scelto un ambiente che conoscono bene, quello della produzione vitivinicola, per la quale dal 2013 a oggi hanno sviluppato sistemi di monitoraggio innovativi e alternativi, dalle telecamere tascabili ai palloni meteostatici.

Un sensore
Oggi iXemWine riedita uno strumento del passato, ovvero le capannine meteo, che per circa 40 anni hanno supportato gli agronomi nella predizione delle infezioni fungine della vite. Questi utilissimi strumenti necessitano di copertura telefonica per inviare su Internet le informazioni raccolte e sono quindi caratterizzati da consumi energetici elevati; richiedono pertanto pannelli solari e pesanti pacchi batterie che li rendono grandi e ingombranti e non permettono di effettuare misurazioni a stretto contatto della pianta, ma solo all’esterno del vigneto, oltre alla necessità di manutenzione continuativa. Senza contare che in campagna la copertura telefonica non è garantita, anzi spesso assente. Gli iXem Labs hanno superato questi limiti applicando i più moderni sistemi di trasmissione, le più avanzate tecniche di miniaturizzazione e facendo ampio uso di nanotecnologie per realizzare sensori meteo microscopici, senza rinunciare alla professionalità e verificabilità della misura. Le ridotte dimensioni e i bassi costi permettono libertà di posizionamento e quindi maggiore precisione di misura, ma l’aumento del numero di punti sotto osservazione, per comprendere le variazioni microclimatiche che spesso incidono in modo non uniforme all’interno dello stesso vigneto.

Ma non è tutto. I dati rilevati dai sensori sono raccolti e trasferiti su Internet attraverso canali radio dedicati che usano le tecniche di trasmissione sviluppate dagli iXem Labs, sulla scorta di quelle che hanno reso celebre l’Associazione Senza Fili Senza Confini. I sensori possono essere raggiunti anche da 60 km di distanza, mantenendo consumi energetici bassissimi (3 anni di vita autonoma senza alcuna ricarica), superando tutti i limiti derivanti dall’assenza di copertura. A proposito, proprio in occasione della presentazione ufficiale è prevista una dimostrazione per spostare il limite di ricezione oltre i 100 km.

Una volta immagazzinati su Internet, i dati sono analizzati da agronomi con algoritmi per la gestione dei big data, che permettono analisi in tempo reale e confronti con dati storici che sono universalmente condivisi.

Le ridotte dimensioni e i consumi minimi rendono le procedure di installazione immediate e la consultazione dei dati semplice, superando la diffidenza nei confronti della tecnologia, che spesso rappresenta un vero e proprio scoglio culturale.

Ma l’aspetto più innovativo del progetto nasce dalla volontà di costruire una piattaforma di condivisione della conoscenza, dove i dati meteo misurati in ogni vigneto non sono accessibili al solo proprietario, ma rappresentano un patrimonio conoscitivo condiviso e disponibile per tutti. Un modo per rendere capillare e pervasiva la difesa delle coltivazioni, ma anche un tramite per avvicinare gli scettici ad un utilizzo sano e consapevole dei nuovi strumenti tecnologici.

Il progetto ha un’importante funzione didattica per la diffusione della conoscenza. È già utilizzato negli Istituti Agrari Piemontesi: nel 2018 è stato oggetto di studio per i maturandi dell’Istituto Umberto I di Alba (la più importante Scuola Enologica nazionale). Anche le associazioni di categoria (Coldiretti) lo hanno adottato come strumento di ammodernamento professionale per i propri associati.

Il progetto è stato infine adottato dai seguenti Consorzi:

Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani

Consorzio di Tutela Nebbioli Alto Piemonte

Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato

Consorzio di Tutela Vini D.O.C. Caluso Carema Canavese

Consorzio di Tutela del Vino Nobile di Montepulciano

Consorzio di Tutela Vini Friuli Colli Orientali e Ramandolo

Associazione Produttori Moscato d’Asti

Daniele Trinchero, Direttore iXem Labs, ha dichiarato: “Il progetto iXemWine nasce nel 2013 da concorsi di idee studentesche, concretizzate grazie ad un meccanismo di autofinanziamento e crowfunding gestito dai nostri laboratori. Oggi il progetto raggiunge una maturità adeguata per essere proposto a tutti i produttori di vino, anche grazie alla straordinaria collaborazione che in sei anni diverse aziende produttrici hanno messo a disposizione dei nostri ricercatori, confrontandosi quotidianamente per indirizzarne l’attività di sviluppo. Un esempio vincente che dimostra l’importanza della sinergia tra ricerca di base, attività didattica e applicazione, per rispondere alle istanze reali del territorio”.

“L’utilizzo di piattaforme digitali e di strumenti tecnologici di precisione - sottolinea l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero – nel settore agricolo hanno un ruolo determinante nelle produzioni di qualità, garantendo sostenibilità ambientale. Soprattutto quando si tratta di strumenti ad un costo accessibile per i singoli produttori, in questo caso i viticoltori, che posso così usufruire di informazioni più capillari sul territorio e al tempo stesso accedere ad una rete di informazioni condivisa, come dimostra il progetto iXem Labs. Le nuove tecnologie di comunicazione riducono l’isolamento del mondo rurale e sono utili supporti per rispondere alle normative presenti e future previste dal Pan e dal Psr”.

Vino e ricerca, la vite del 2099, impatti del cambiamento climatico sulla viticoltura trentina

Uno studio targato FEM, C3A e FBK prevede che tra 80 anni si vendemmierà con un anticipo fino alle 4 settimane. La ricerca, pubblicata su “Agricultural and Forest Meteorology”.






Lo studio interdisciplinare condotto da Fondazione Edmund Mach, Centro C3A congiunto con l’Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler, indaga l’impatto dei cambiamenti climatici sulle fasi fenologiche di cinque varietà di vite in due periodi futuri (2021-2050 e 2071-2099).

La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista “Agricultural and Forest Meteorology” e basata sulle attività del progetto Envirochange finanziato dalla Provincia di Trento, indica che in futuro avremo un ciclo vegetativo più breve, inizio anticipato e una durata più corta delle singole varie fasi di sviluppo. Tra le strategie di adattamento si possono individuare lo spostamento della coltivazione della vite in altitudine, la modificazione delle tecniche di vinificazione e/o il cambio dei vitigni coltivati scegliendo quelli più adatti a climi più caldi.

La ricerca parte dalle proiezioni che ci dicono che, in termini di cambiamento climatico, la regione mediterranea è un “hot spot”, cioè il luogo dove le temperature aumenteranno più che in altre aree. “Per questo – spiega la direttrice del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente C3A Ilaria Pertot - l’industria viti-vinicola è chiamata a investire in futuro su strategie di adattamento per gestire l’impatto previsto, che comunque sarà eterogeneo tra varietà e regioni. Una verifica a livello regionale è quindi cruciale per applicare strategie e misure mirate. Il lavoro dimostra ancora una volta l'importanza della sinergia del sistema trentino che ha coinvolto FEM, Università di Trento con il C3A e Fondazione Bruno Kessler: senza le competenze multidisciplinari presenti nei nostri enti non sarebbe stato possibile giungere a questo risultato importante sia per valenza scientifica sia pratica”.

Lo studio

E' stato applicato il modello climatico regionale FENOVITIS, usato per simulare le fasi di germogliamento, piena fioritura e invaiatura di cinque varietà - Chardonnay, Merlot, Pinot Nero, Pinot Grigio e Sauvignon Blanc - con altitudini di coltivazione che variano dai 67 metri ai 950 sul livello del mare. Il calcolo è stato implementato in una piattaforma open source modulare (ENVIRO) che include la mappa catastale della Provincia, coprendo un totale di 25.8654 vigneti. Le serie meteorologiche, invece, sono state ottenute dal database regionale FEM e da quello del Servizio meteo PAT basato su 33 stazioni di rilevamento. L’indagine ha utilizzato in modo intensivo risorse di calcolo e modelli numerici, sviluppati da ricercatori della Fondazione Bruno Kessler.

In generale, si legge nella premessa della pubblicazione, l’aumento della temperatura potrebbe portare un anticipo di 6-25 giorni per i diversi vitigni, con una media di 3-6 giorni di anticipo per ogni grado di riscaldamento negli ultimi 30-50 anni. Questo incremento non sarà però omogeneo in una regione montuosa come il Trentino. Localmente, infatti, il cambiamento maggiore nella fenologia della vite è atteso dove i valori delle temperature di base sono più bassi, ovvero a quote più elevate. Le prime conseguenze sono attese già nei prossimi 30 anni e saranno ancora più evidenti alla fine di questo secolo.

In concreto la raccolta avverrà prima delle attuali condizioni: da una a due settimane negli anni 2021-2050 e fino a quattro settimane nel trentennio 2071-2099. Dalle simulazioni si evince inoltre un raccorciamento della stagione tra il germogliamento e il raccolto e un anticipo fenologico. Infine, si prevede che il tempo di raccolta ridurrà il divario temporale tra i siti di montagna e di valle, a causa dello sviluppo fenologico più rapido a quote più elevate. Guardando alle varietà, il Pinot Grigio e il Merlot, coltivati in vigneti situati alle quote più basse, mostrano la più bassa attesa di anticipo di fasi ma il più alto accorciamento della stagione vegetativa.

Il Pinot Nero, il Sauvignon Blanc e lo Chardonnay, che si trovano a quote più elevate, hanno un comportamento opposto. Un’altra conseguenza sarà l’accorciamento del periodo di vendemmia per le cantine, legato a un raccolto nei vigneti lungo i transetti altitudinali meno scalare. Questo richiederà adeguamenti della gestione nell'organizzazione delle aziende vinicole.

Alla luce di queste previsioni i ricercatori propongono due possibili strategie di adattamento: per mantenere le stesse tipologie di prodotto e qualità si potrà puntare sulla coltivazione delle varietà esistenti in zone più fredde, pensando cioè a uno spostamento della coltivazione in altitudine, introdurre modifiche nel processo di vinificazione e/o optare per il cambiamento dei vitigni verso quelli più adatti a climi più caldi.

Un approccio proattivo dei viticoltori per trovare nuove aree idonee per le varietà tradizionali potrebbe portare benefici al mantenimento della qualità di alcuni vini e, allo stesso tempo, l'introduzione di nuove varietà potrebbe aprire un nuovo mercato. In ogni caso, concludono gli studiosi, sarà necessaria un'ulteriore valutazione degli effetti delle condizioni ambientali locali sulla qualità del vino attesa e una valutazione attenta del mercato per le nuove varietà di uve.

martedì 26 marzo 2019

Ricerca, CREA: ecco i progetti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico

Di seguito i lavori in corso dei Centri di Ricerca CREA per contrastare gli effetti del cambiamento climatico in agricoltura, alimentazione e ambiente. 





In occasione del Global Climate Strike, il CREA, l’ente di ricerca sull’agroalimentare vigilato dal Mipaaft, con i suoi 12 Centri di Ricerca ha presentato parte del lavoro in corso per prevenire, mitigare e contrastare gli effetti del cambiamento climatico in agricoltura, nell’alimentazione e nell’ambiente.


Viticoltura ed Enologia. Progetto QuaSAR Qualità e sostenibilità dei vini tipici dell’aretino

E' cosa nota che il cambiamento climatico influisce sulla composizione dell’uva nonché sulla qualità dei vini, causando in genere maturazione anticipata del contenuto in zuccheri, con ricadute negative sulle altre componenti (acidità, aromi, fenoli), inoltre può favorire una maggiore vulnerabilità alle patologie da fungo. In tal senso la Regione Toscana ha approvato nell'ambito del Pif (Progetto integrato di filiera) il progetto QuaSAR, per il miglioramento qualitativo e ambientale delle produzioni vitivinicole aretine, che ha previsto un investimento globale di circa 3 milioni e mezzo di euro per interventi in strutture, macchine ed attrezzature destinate al settore vitivinicolo, nonché un programma di ricerca e sviluppo della moderna viticoltura. Il progetto ha fornito ai piccoli/medi viticoltori supporto nella scelta dell’epoca di vendemmia ideale, tramite un accurato monitoraggio della maturazione delle principali varietà a bacca nera della Toscana. Poi, ha diffuso i sistemi di supporto alle decisioni (DSS) per diffondere ed attuare una difesa efficace e sostenibile dalle malattie fungine; infine ha valutato i risultati ottenuti in termini di riduzione dei trattamenti e dell’uso dei mezzi meccanici, garantendo elevati livelli di qualità e salubrità.

Agricoltura e Ambiente

Il progetto AGRIDIGIT punta a creare, con copertura a livello nazionale, analisi di scenario per i diversi settori agricoli, in rapporto a produzione, impatto di patogeni e fattori ambientali (tra cui emissioni dal suolo di gas serra e ammoniaca). La conoscenza del comportamento dei sistemi produttivi negli scenari climatici futuri, di breve e medio periodo, anche con appositi strumenti di simulazione (piattaforma software di modellistica BioMA), permette di sviluppare itinerari sia di adattamento, sia di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Alimenti e Nutrizione

Le scelte alimentari di ognuno di noi possono giocare un ruolo importante nel contrasto ai cambiamenti climatici. Il progetto FOODCONS offre un “software web-based”, sviluppato per offrire pubblicamente l’analisi e la consultazione telematica dei consumi alimentari, non solo in termini nutrizionali, ma anche per quanto riguarda l'impronta ecologica di ciascun alimento (l’emissione dei gas ad effetto serra). Il progetto SUSFANS, invece, guarda ad una più attuale definizione delle politiche alimentari europee, con un occhio attento alla sostenibilità, attraverso l’elaborazione di un nuovo quadro concettuale, di una più ampia e integrata base di conoscenze nonché di innovativi strumenti di analisi.

Cerealicoltura e Colture Industriali

Produzione di biomolecole e biocomposti di chimica verde (in grado quindi di sostituire derivati dal petrolio) ad uso industriale (olii, bioplastiche) e farmaceutico, a partire dal cardo e dalla canapa, con due importanti progetti per il Sud, COMETA e UNIHEMP. Poi, per ridurre il carbon footprint delle coltivazioni: messa a punto di varietà di Brassicacee da utilizzare nelle pratiche agricole per la protezione da parassiti ed infestanti in alternativa a prodotti da sintesi chimica, nuove varietà di grano duro idonee a “produrre di più con meno” per l’agricoltura biologica e convenzionale dal progetto Horizon SOLACE, coltivazioni di pomodoro da industria ecocompatibili.

Difesa e Certificazione

Progetto DIOL (Difesa da organismi nocivi in Olivicoltura tradizionale e intensiva) affronta la Difesa Fitosanitaria dell’Olivo dagli organismi nocivi nel quadro dei cambiamenti climatici, sia in sistemi produttivi tradizionali sia, per la prima volta, nell’ambito dell’Olivicoltura intensiva/superintensiva, con un approccio più sostenibile che privilegi la lotta biologica e l’utilizzo di strumenti a basso impatto ambientale e riduca fortemente l’utilizzo di insetticidi di sintesi. Tra gli obiettivi del progetto, anche il contrasto alla Mosca delle Olive (Bactrocera oleae) favorita, appunto, dalle mutate condizioni climatiche. Si tratta di una delle maggiori avversità biotiche dell’intera area mediterranea, in grado di provocare drammatiche perdite produttive.

Foreste e Legno

Progetto LIFE VEG-GAP per il contrasto dei cambiamenti climatici negli ambienti urbani, dove si manifestano in modo più estremo, anche a causa di inquinanti che, in condizioni di elevate temperature ed irraggiamento solare, portano alla formazione di ozono. Prevede lo studio della vegetazione urbana (altezza degli alberi, biomassa fogliare), in particolare di quelle caratteristiche strutturali direttamente correlate alla capacità di rimuovere inquinanti (polveri sottili e ossidi di azoto) dall'atmosfera urbana o, al contrario, per alcune specie, di emetterne. Questo permetterà al verde urbano, se correttamente pianificato, di diventare uno strumento prezioso nel contrasto al cambiamento climatico.

Genomica e Bioinformatica

Il progetto GENDIBAR parte dalla considerazione che, per produrre cibo nelle mutate condizioni climatiche servono piante adatte, cioè diverse, almeno in parte, da quelle usate sino ad oggi e, attraverso le più avanzate conoscenze genomiche, utilizza la biodiversità naturale per comprendere i meccanismi di resilienza e trasferirli nelle varietà moderne. In particolare, partendo da una collezione di oltre 1.000 razze locali di orzo prese da tutto il bacino mediterraneo, GENDIBAR vuole identificare i tratti genetici che spiegano l'adattamento di queste linee agli ambienti semiaridi ed inserirli nei moderni programmi di breeding per fare varietà moderne, quindi produttive, ma che sappiano crescere e produrre nel nuovo contesto climatico. Questo approccio ha una valenza più ampia, estendibile anche ad altre specie come frumento o legumi.

Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari

Il progetto Agroener, affronta le tematiche della sostenibilità ambientale (bioeconomia) e della mitigazione dei cambiamenti climatici, attraverso l'utilizzo delle tecnologie intelligenti (agricoltura di precisione, sistemi digitali, modelli previsionali) per la produzione di energia da biomasse (vegetali, forestali, biogas) e per la riduzione delle emissioni di gas serra attraverso l'efficientamento energetico in agricoltura. E’ stata testata la performance di un trattore a biometano che consente non solo un risparmio energetico ma, utilizzando gas autoprodotto in azienda, è un esempio significativo di economia circolare e sostenibile. Tra l’altro, si è visto che la distribuzione a rateo variabile dei fertilizzanti, basata su mappe di prescrizione o sensori ottici on-the-go, consente un risparmio stimato tra il 10 e il 15% di fertilizzante, a parità di effetto sulla coltura.

Politiche e Bioeconomia

La Rete Rurale Nazionale individua ed analizza interventi sostenibili di natura agro-climatico-ambientale. Si tratta di pratiche agricole innovative (agricoltura conservativa, difesa integrata avanzata per la riduzione di fitofarmaci e diserbanti) che consentono di minimizzare l'uso di energia, risorse idriche e fertilizzanti e, al tempo stesso, di accumulare gas serra sotto forma di carbonio organico nel suolo. In tal modo, si può agire efficacemente sia sulla mitigazione (riducendo le emissioni), sia sull'adattamento ai cambiamenti climatici.

Olivicoltura, Frutticoltura, Agrumicoltura

I progetti europei WASA e IRIDA studiano un migliore utilizzo dell’acqua in agricoltura, mediante l’applicazione di innovative tecniche di irrigazione e il controllo dei parametri microclimatici per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, nel progetto INNOVABIO (Mipaaft) si sta sviluppando, tra l’altro, l’introduzione delle colture di servizio agroecologico (erba medica, veccia, erba greca), nella coltivazione in regime biologico e convenzionale per contribuire alla restituzione di carbonio organico al terreno in ambienti caldo aridi.

Orticoltura e Florovivaismo

Il progetto Life+ “CarbOnFarm” ha permesso di realizzare, in un areale ad orticoltura intensiva della Regione Campania (Piana del Sele), un impianto aziendale di grosse dimensioni preposto al riciclo dei residui agricoli. I compost vegetali così ottenuti, utilizzati come fertilizzanti, contribuiscono a ridurre il livello di CO2 nell’atmosfera, in quanto comportano un impiego ridotto di concimi chimici di sintesi e di pesticidi e favoriscono lo stoccaggio di carbonio organico nel suolo.

Zootecnia e Acquacoltura

All’interno del progetto AGROENER, vi è una parte che ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie e conoscenze per rendere sempre più efficienti gli impianti per la produzione di biogas (i piccoli fermentatori in particolare) destinati ad una crescente diffusione presso le aziende agro-zootecniche, con importanti ricadute ambientali. Infatti, l’utilizzo di ogni Kg di biometano da reflui zootecnici al posto dei combustibili fossili comporta un risparmio di emissione di 1,15 Kg di CO2, mentre il residuo è un ottimo fertilizzante, privo di odori, facile da distribuire e ricco di carbonio organico che si fissa nel suolo.

Roma nella camera oscura. Fotografie della città dall’ottocento a oggi

La Mostra intende presentare l’arte fotografica a Roma coprendo un arco temporale che va dalla nascita della fotografia ai giorni nostri. Dal 27 marzo al Museo di Roma.







Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con RUFA – Rome University of Fine Arts, la mostra fotografica Roma nella camera oscura. Fotografie della città dall’ottocento a oggi, illustra gli aspetti topografici, storici e sociali che caratterizzarono gli ultimi anni del potere temporale dei papi e di documentare gli esordi della fotografia e l'affermarsi della professione del fotografo in una città abituata alla circolazione di immagini, destinate soprattutto al pubblico di turisti e pellegrini che la visitavano.

Le fotografie in Mostra, originali eseguiti con le antiche tecniche della calotipia e della stampa all'albumina, sono opera di fotografi fra i più famosi sia italiani come Gioachino Altobelli, Pompeo Molins, Ludovico Tuminello, Giacomo Caneva, Tommaso Cuccioni che francesi o inglesi come Gustavo Eugenio Chauffourier, Robert MacPherson, James Anderson.

L’arte fotografica a Roma nasce prestissimo: già nel 1839, anno della presentazione di Daguerre all’Accademia delle Scienze di Parigi del sistema da lui inventato per fissare le immagini su una lamina argentea, cominciano ad operare i primi dagherrotipisti. Negli anni a seguire Roma è una delle prime città italiane a registrare il passaggio alla fotografia stampata su carta da un negativo, che sarà anch’esso di carta e poi successivamente di  vetro.

Nella Città Eterna, pur stretta nella morsa del governo temporale papalino, e negli altri stati italiani, pur agitati dagli eventi che portarono all’unità, si assistette ad una grande diffusione della fotografia che si inserì nella scia del vedutismo sia pittorico che incisorio, per trovare in esso un rapido campo di espansione e commercializzazione, ma che in realtà destabilizzò consolidati modi artistici e antichi sistemi di riproduzione, tanto da suscitare a più riprese l’interesse dei governanti per un sua regolamentazione.

Dal punto di vista iconografico la fotografia ottocentesca prese le mosse dalla pittura, nel campo della veduta e del ritratto, cercando ed ottenendo all’ombra di questa una legittimazione delle sue potenzialità artistiche ed una discolpa dall’accusa di mera riproduzione del reale. Si dovette aspettare la fine dell’epopea risorgimentale e l’annessione al regno italiano perché si creassero a Roma i validi presupposti per un rapido incremento della fotografia intesa non più solo come tecnica di riproduzione legata al mercato delle immagini-ricordo, ma per un suo più consapevole uso nei vari campi in cui poteva essere applicata: il ruolo di capitale portò ad un aumento delle occasioni pubbliche oltre che della popolazione e delle opportunità di lavoro.

Il Museo di Roma, che attraverso le sue preziose opere d’arte racconta la storia della città in chiave storico-documentaria, si configura come sede ideale per ospitare questa esposizione le cui immagini illustrano gli aspetti della Roma del tempo con la riproduzione dei suoi più celebri monumenti antichi e moderni, oltre ad alcuni ritratti di personaggi e di modelli per artisti.


Museo di Roma
Dal 27 marzo 2019 al 22 settembre 2019
dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00 la biglietteria chiude alle ore 18.00
Giorni di chiusura: lunedì (ad eccezione di lunedì 22 aprile 2019 - Pasquetta - in cui il museo sarà aperto al pubblico) e 1 maggio
Tel 060608 tutti i giorni ore 9.00 - 19.00

lunedì 25 marzo 2019

Cucina cinese incontra i vini italiani, arriva la guida all'abbinamento

Online in inglese e in cinese, è parte del programma "Chinese Cuisines meet Italian Wines".




E’ disponibile on line Zhong can yi jiu” (中餐意酒), la prima guida (2018-2019) dedicata interamente all'abbinamento di piatti della cucina cinese, tradizionale o contemporanea, ai vini italiani.

La guida, in cinese ed inglese, è parte del programma "Chinese Cuisines meet Italian Wines", promosso dall'Italian Wines World Summit, prodotto da The I Factor (Hong Kong - Dubai), in collaborazione con tredici talentuosi cuochi cinesi di Pechino e Shanghai, l’Ais Club Cina, il Chinese Culinary Institute di Hong Kong e Star Gourmet Communications (Pechino), con il patrocinio dell'ambasciata italiana in Cina e dell'Ice di Pechino.

La guida va online in occasione dell'arrivo in Italia del presidente cinese Xi Jinping e vuole essere di buon auspicio per rapporti sempre più costruttivi tra Cina e Italia e vuole rappresentare il primo tentativo organico di dare strumenti innovati ai vini e alle cantine italiane, associandoli alle creazioni di cuochi contemporanei e della tradizione cinese.

L’Italia è quarta nella classifica dei fornitori di vino alla Cina con il 7% della quota di mercato rispetto al 4,8 di due anni fa. La Cina rappresenta il mercato del vino importato a più alta potenzialità di crescita nei prossimi cinque anni (stimata +38,5% in valore).

Il programma "Chinese Cuisines meet Italian Wines" prevede la pubblicazione della prossima edizione della guida annuale (2019-2010) a giugno 2019, durante un road show di presentazione, con degustazioni in ristoranti, seminari e fiere di settore, in Cina ed a Hong Kong.

venerdì 22 marzo 2019

A Roma, mostre, eventi e appuntamenti per un ricco week end di cultura

Per le giornate del 22, 23, 24 marzo in programma visite alle mostre, attività per bambini e adulti.


Roma capitale della cultura. La città, viva e attiva, raccoglie ogni giorno un fitto calendario di incontri, eventi, mostre, attività. Eccone alcuni per il fine settimana di venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 marzo. 



Venerdì 22 e sabato 23 marzo dalle 19.30 alle 23.00 (ultimo ingresso alle 22.00) è possibile conoscere L’Ara com’era attraverso un progetto multimediale che utilizza particolari visori in cui elementi virtuali ed elementi reali si fondono al Museo dell’Ara Pacis. I visitatori sono trasportati in una visita immersiva e multisensoriale all’altare voluto da Augusto per celebrare la pace da lui imposta su uno dei più vasti imperi mai esistiti. L’esperienza, tra ricostruzioni in 3D e computer grafica, realtà virtuale e aumentata, della durata di circa 45 minuti, è disponibile in 5 lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco. I visori non sono utilizzabili al di sotto dei 13 anni.

Nel fine settimana sono in programma visite guidate condotte da personale specializzato nell’ambito del progetto di accessibilità Musei da toccare, ideato con l’obiettivo di realizzare musei ‘senza frontiere’, a misura di tutti, e offrire all’intero pubblico la possibilità di accedere alle strutture museali e alle aree archeologiche, facilitando l’accesso al patrimonio culturale e valorizzando le buone pratiche rivolte all’inclusione.

Venerdì 22 marzo, dalle 15.30 alle 18.00, il Museo Civico di Zoologia ha programmato il percorso tattile-sensoriale Gli animali a portata di mano nelle varie sale espositive. In particolare, la visita consente di avvicinare le persone con diverse disabilità alla conoscenza delle caratteristiche, delle forme e delle voci di alcuni degli animali esposti nelle sale del museo. Un viaggio dunque alla scoperta dei canti e delle caratteristiche del comportamento degli animali mediante sollecitazioni sensoriali prodotte da alcuni sistemi multimediali (ad es. touch screen con i canti di varie specie di Uccelli, Mammiferi e Anfibi). Le visite tattili-sensoriali sono visite speciali rivolte al pubblico dei visitatori con disabilità. Prenotazione obbligatoria al numero 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00).

Scienza divertente. Scheletri & Co, al Museo Civico di Zoologia sabato 23 marzo alle 15.30 (dai 5 ai 7 anni) e alle 16.00 (dagli 8 agli 11 anni) – condurrà i più piccoli nell’affascinante mondo della balena e della giraffa per indagare e verificare differenze e similitudini, imparare a conoscere lo scheletro degli animali Vertebrati e le sue principali funzioni. E domenica 24 marzo con Museo-game “Un salto nel buio” (15:30 - 18:15) sarà la volta di reperti e animali misteriosi che popolano grotte e oscure cavità del nostro pianeta. Un tour dove mettere in azione fiuto, intuizione e una grande capacità di esplorazione.

Sabato 23 marzo alle 16.00 Mazzini, Roma e un sogno che si avvera: la Repubblica nella città dei papi al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina è la seconda conferenza, a cura di Mario Di Napoli, dedicata all’esperienza storica della Repubblica Romana del 1849 nella ricorrenza del 170° anniversario, per l’ideazione e cura di Mara Minasi.

Domenica 24 marzo alle 11.00 la visita Ritratti, volti reali e ideali di un’epoca condurrà ai Musei Capitolini per scoprire i ritratti di Marco Aurelio, di Cicerone e di Matidia: una galleria di volti che di solito è osservata di sfuggita.

Nel pomeriggio, alle 16.00 di domenica 24 marzo, si potranno invece osservare gli aspetti architettonici e urbanistici dell’Ara Pacis attraverso la visita guidata rivolta alle famiglie Alla scoperta del museo dell’Ara Pacis, che mette in evidenza la figura dell’imperatore Augusto, la storia della sua famiglia con l’analisi dettagliata dei pannelli del bassorilievo e degli aspetti urbanistici e architettonici della teca nella quale è custodita l’Ara.

Gli appuntamenti di Archeologia in Comune di questo fine settimana: Una passeggiata ai Fori Imperiali, dal Foro di Traiano al Foro di Cesare sabato 23 marzo alle 10 a cura di Antonella Corsaro con appuntamento in piazza Foro di Traiano (presso la Colonna Traiana). Ingresso a pagamento, visita guidata gratuita. Prenotazione allo 060608 (max 20 persone per ciascun gruppo). Domenica 24 marzo alle 11.00 Castro Pretorio, a cura di Carlo Persiani, con appuntamento in piazzale della Croce Rossa, di fronte al monumento al Balilla. Ingresso gratuito, visita guidata gratuita. Prenotazione allo 060608 (max 25 persone).

Oltre al grande patrimonio di collezioni permanenti, nei Musei della capitale sono molte e varie le mostre da visitare durante il fine settimana: al Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, quadri e carte di Vincenzo Scolamiero, nella personale intitolata Della declinante ombra, curata da Gabriele Simongini. Sempre al Museo Bilotti apre al pubblico, sabato 23 marzo, La ferita della bellezza. Alberto Burri e il Grande Cretto di Gibellina, l’opera di Land Art più grande al mondo. Al Museo Civico di Zoologia, il tema dell’acqua è invece al centro della mostra H2O e attimi… di luce, ideata con l’intento di evidenziare l’importanza di questo elemento nel suo significato più attuale e quotidiano attraverso una selezione di fotografie.

Prosegue la mostra in corso ai Musei Capitolini, La Roma dei Re. Il racconto dell’archeologia. Al Casino dei Principi di Villa Torlonia, oltre a Discreto continuo - Alberto Bardi. Dipinti 1964/1984, è in corso dal 20 al 30 marzo Una mostra nella mostra, una delle iniziative del Mese della Fotografia. Gli studenti del corso di fotografia dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine –Tv Roberto Rossellini si cimentano in un confronto con le opere di Alberto Bardi, reinterpretandole.

Alla Casina delle Civette Il mito rivisitato. Le maschere arcaiche della Basilicata, 38 opere tra maschere e sculture realizzate dall’artista Nicola Toce narratrici di storie legate ai territori lucani e alle loro tradizioni.

Al Museo di Roma in Trastevere – oltre a essere ancora in corso, fino al 24 marzo, la straordinaria mostra Lisetta Carmi. La bellezza della verità – apre al pubblico il 22 marzo UNSEEN / NON VISTI, un viaggio fotografico in un’Europa sconosciuta, tagliata fuori dallo sviluppo economico, dall’attenzione della politica e dei media.

Al Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco continua l’esposizione dedicata all’archeologo e mercante d’arte Ludwig Pollak (Praga 1868 – Auschwitz 1943), che racconta la storia professionale e personale del grande collezionista, le sue origini nel ghetto di Praga, gli anni d’oro del collezionismo internazionale fino alla tragica fine nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

La Centrale Montemartini accoglie un’importante novità all’interno del proprio percorso museale. Grazie all’iniziativa i “Capolavori da scoprire”, il pubblico può ammirare il restauro e il nuovo allestimento del rilievo funerario di tarda età repubblicana che raffigura il fornaio Marco Virgilio Eurisace, ricco liberto di origine greca, e sua moglie Atistia.

Da non perdere, alla Galleria d’Arte Moderna: Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, una riflessione sulla figura femminile attraverso artisti che hanno rappresentato e celebrato le donne nelle diverse correnti artistiche e temperie culturali tra fine Ottocento, lungo tutto il Novecento e fino ai giorni nostri. Nel chiostro-giardino della Galleria, inoltre, l’installazione etica di Antonio Fraddosio Le tute e l’acciaio, dedicata agli operai dell’Ilva e alla città di Taranto, prorogata fino al 5 maggio 2019.

Per i possessori della MIC card è gratuito l’accesso al sistema dei Musei Civici e ai siti archeologici e artistici della Sovrintendenza Capitolina. Sono inoltre gratuite le visite e le attività didattiche effettuate dai funzionari della Sovrintendenza Capitolina che rientrano nel biglietto d’ingresso al museo, mentre non sono comprese le mostre al Museo di Roma a Palazzo Braschi e al Museo dell’Ara Pacis.

La MIC è la card che al costo di 5 euro permette l’ingresso illimitato negli spazi del Sistema dei Musei Civici di Roma per 12 mesi. Per informazioni www.museiincomuneroma.it. Il programma è suscettibile di variazioni, per info e aggiornamenti 060608 (tutti i giorni 9.00 19.00) museiincomuneroma.it.

Alla Casa della Memoria e della Storia, venerdì 22 marzo si può visitare la mostra Errico Malatesta: Idee e Azioni. Appunti per una storia Internazionale che racconta la parabola di vita dell’anarchico Malatesta attraverso un’ampia documentazione.

Alla Casa del Cinema, nell’ambito della rassegna L’Utopia di Weimar, alle 17.00 di venerdì 22 marzo proiezione di Il Testamento del Dottor Mabuse di Fritz Lang del 1933. Sabato 23 e domenica 24 marzo alle 19.00 Babylon Berlin, seconda stagione (puntate 1, 2 e 3, 4): si tratta di una serie basata sui libri di Volker Kutscher, le cui trame spaziano dal 1929 al 1934. Il protagonista è il commissario di polizia Gereon Rath, che è stato trasferito dalla città di Colonia alla capitale. Ed ancora sabato 23 marzo alle 18.00 proiezione di Tokyo-Ga, del 1985 e domenica 24 marzo alle 16.00 di Il cielo sopra Berlino, del 1987, due film di Wim Wenders che fanno parte di un corposo omaggio al regista dal titolo Motion e Motion. Il Cinema di Wim Wenders. Inoltre, domenica 24 marzo appuntamento alle 18.00 con Il Teatro al Lavoro di Massimiliano Pacifico, un docufilm che descrive l’avventura umana e artistica della creazione di “Elvira”, lo spettacolo di Toni Servillo prodotto insieme al Piccolo Teatro di Milano, tratto dalle lezioni di Louis Jouvet al Conservatorio d’Arte drammatica di Parigi nel 1940. Lo sguardo degli autori segue Servillo e i suoi giovani compagni dalla partenza alla Biennale di Venezia all’approdo al Théâtre de l’Athénée a Parigi, attraverso Napoli e Milano. Con Toni Servillo e gli altri protagonisti, la serata diventa anche un dialogo sul mestiere e sull’etica dell’interpretazione. Sul set di Antonioni di Sergio Srizzi è la mostra in corso fino al 26 marzo nell’ambito del “Mese della Fotografia”, a cura di Melissa e Vanessa Strizzi, Andrea Mazzini. Dagli anni 50 fino al 2004, Sergio Strizzi ha documentato i film dei più leggendari registi di tutti i tempi tra i quali Michelangelo Antonioni ai tempi di tre capolavori: La Notte, L’eclisse e Deserto rosso.

Prosegue poi la mostra CliCiak - Scatti di cinema, il concorso nazionale per fotografi di scena curato da Antonio Maraldi con una selezione di 40 fotografie selezionate tra le 2.300 partecipanti, scattate da 56 fotografi a documentazione di 115 tra film, cortometraggi, fiction e serie tv.

Il programma è suscettibile di variazioni, per info e aggiornamenti 060608 (tutti i giorni 9.00 19.00) museiincomuneroma.it

Mazzini, Roma e un sogno che si avvera: la Repubblica nella città dei papi

Nel 170° anniversario della proclamazione della Repubblica Romana del 1849, 2° incontro del ciclo di conferenze. Roma, 1849. Il sogno della Repubblica nella città dei papi. Sabato 23 marzo ore 16.00.




Si terrà presso il Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina la conferenza Mazzini, Roma e un sogno che si avvera: la Repubblica nella città dei papi a cura di Mario Di Napoli.

“V’entrai, la sera, a piedi, sui primi del marzo (il giorno 5), trepido e quasi adorando (…) E nondimeno trasalii, varcando Porta del Popolo, d’una scossa quasi elettrica, d’un getto di nuova vita”.

Queste parole Mazzini le scrive nel 1864 redigendo le sue note autobiografiche che andava pubblicando in quegli anni ad accompagnamento della sua prima raccolta degli Scritti curata dall'editore Daelli a Milano, gli anni di un'Italia ormai divenuta unita, ma non nel segno della Repubblica! Sono parole molto commosse, che ricordano il suo primo ingresso a Roma la sera del 5 marzo del 1849 quando, dopo la proclamazione della Repubblica Romana avvenuta poco meno di un mese prima, il 9 febbraio, Mazzini ricevette il noto telegramma di Goffredo Mameli di tre parole (un veni, vidi, vici del Risorgimento): Roma, Repubblica, venite!

L’idea di Roma per Mazzini è funzionale a due importanti obiettivi. Da un lato, unisce l'obiettivo dell'unificazione nazionale al suo più ampio contributo a un progetto di unificazione dell'Europa e dell'Umanità. In più, Roma repubblicana è il luogo dove Mazzini può proclamare la Repubblica non solo come forma di governo, ma come strumento di una riforma etica in cui politica e religione si congiungono.

Mazzini è stato protagonista della Repubblica Romana del 1849, da triumviro acclamato poco dopo il suo arrivo in città, impegnato per la prima vola alla prova del governo sia sul piano interno, attraverso la promozione delle riforme economiche e sociali che avrebbero dovuto abbattere l’antico regime papalino, sia sul piano esterno, nei purtroppo vani tentativi di riunire le diverse esperienze rivoluzionarie ancora in corso nella penisola e di bloccare l’invasione francese con i mezzi della politica, nella consapevolezza dell’inevitabile inferiorità militare. Il frutto migliore di quella esperienza fu tuttavia la Costituzione, alla cui scrittura Mazzini non collaborò perché, pur facendo parte dell'assemblea costituente, era impegnato nella responsabilità del potere esecutivo, anche se quasi ogni suo rigo riecheggia le sue idee democratiche. E anzi Mazzini non volle accettare quella che poi di fatto fu l'opinione prevalente nell'assemblea costituente di non proseguire la difesa ad oltranza. Avrebbe voluto che si formasse un governo in esilio per mantenere alta la bandiera della Repubblica.

Ciò nonostante, al di là di tutto, i mesi della primavera del 1849 furono quelli in cui Mazzini conobbe Roma. Alloggiò prima dalle parti di piazza di Pietra, quindi dalle parti di piazza di Spagna, per poi collocarsi al Quirinale, e certamente a Roma fu consacrata la vita di tanti suoi seguaci, non ultimo lo stesso Mameli, che come è noto lì trovò la morte a neanche ventidue anni.

Roma restò per tutta la vita di Mazzini l’obiettivo fondamentale del Risorgimento, mancato nel 1860 quando Garibaldi si fermò a Napoli e poi profanato nel 1870 dall’occupazione monarchica. Non è un caso che l’ultimo giornale da lui fondato sia stato la “Roma del Popolo”, all’indomani della breccia di Porta Pia, per rilanciare l’idea repubblicana della Terza Roma, simbolo di riscatto e di progresso per tutta l’Umanità.

CALENDARIO PROSSIMI APPUNTAMENTI

13 aprile

La società romana nel 1849, spaccato di un mosaico complesso.

A cura di Agostino Bistarelli

27 aprile

Governare Roma: le istituzioni capitoline all’epoca della Repubblica Romana

A cura di Laura Francescangeli

18 maggio

Difendere il sogno: Garibaldi a Roma nel 1849

A cura di Romano Ugolini

25 maggio

Donne in campo: scrivere, curare, combattere

A cura di Anna Maria Isastia

8 giugno

Una calda estate di guerra: Roma nella morsa dell’assedio

A cura di Antonino Zarcone

15 giugno

Fotografare gli scontri: immagini da un campo di battaglia

A cura di Maria Pia Critelli

22 giugno

Le ville di Roma, inedito teatro di guerra

A cura di Mara Minasi

6 luglio

Il seme della libertà: la Costituzione della Repubblica Romana del 1849

A cura di Irene Manzi


Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina
Largo di porta S. Pancrazio, 9 (00153 – Roma)
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Info: 060608 (tutti i giorni ore 9:00 - 19:00)
www.museodellarepubblicaromana.it

mercoledì 20 marzo 2019

Roma: città dell’intelligenza. Festival delle Scienze 2019

Al via Roma città dell’intelligenza, appuntamenti nelle biblioteche dedicati alla divulgazione scientifica promossi da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale.





Quale anticipazione della stagione che l’Assessorato alla Crescita Culturale dedica alla scienza, dall’8 aprile con il programma di Eureka 2019, le Biblioteche di Roma organizzano numerosi appuntamenti in biblioteca già a partire da oggi 20 marzo.

In questo  ampio contesto si inserisce, per il secondo anno consecutivo,  la  collaborazione con il National Geographic Festival delle Scienze  (8 aprile - 14 aprile, Auditorium Parco della Musica) per l’ organizzazione  di eventi correlati al Festival che hanno prodotto un  fitto calendario  realizzato anche con la collaborazione delle Università di Roma La Sapienza, Roma Tre e Tor Vergata, i  Musei Scientifici della Capitale,  Casa del Cinema, l’ASI, l’INFN, il CNR e con le associazioni culturali romane e nazionali.

Roma: città dell’intelligenza si pone come punto di riferimento e catalizzatore delle attività promosse dalle variegate realtà scientifiche cittadine, quale contributo allo sviluppo e al coordinamento di  nuove proposte per la divulgazione della scienza e per il rafforzamento del ruolo del pensiero scientifico nel contesto sociale e culturale di Roma.

Il 10 aprile  alle ore 17 all’Auditorium Parco della Musica - Teatro Studio Borgna, appuntamento per dibattere  sul tema e per presentare la mappa di Roma città della Scienza con  Luca Bergamo, vice Sindaco e assessore alla Crescita culturale,  Paolo Fallai, presidente delle Biblioteche di Roma  e con rappresentanti di Università, enti ed Istituti di ricerca: un’occasione per promuovere il valore della conoscenza del patrimonio scientifico della città attraverso il dialogo tra il mondo della cultura scientifica, il mondo della scuola e la cittadinanza.

30 biblioteche di Roma e 17 bibliopoint si fanno promotori dei diversi appuntamenti  dedicati agli anniversari dei 500 anni dalla morte di Leonardo, dei 150 dalla creazione della tavola periodica degli elementi e dei 50 anni dell'allunaggio attraverso laboratori scientifici per bambini e ragazzi, mostre e allestimenti musicali,  rassegne di film e documentari,   letture, incontri e dibattiti. Fra questi particolare attenzione è rivolta ai laboratori scientifici organizzati con le tre Università romane e le principali associazioni impegnate nella divulgazione scientifica per ragazzi.

Si sottolineano inoltre, gli appuntamenti:  dall’8 al 14 aprile,  Museo musicale mobile, installazioni musicali di Michael Bradke presso le biblioteche Vaccheria Nardi , Laurentina  e Casa del Parco;  Sempre l’8 aprile ore 17.00, alla biblioteca Flaminia, inaugurazione della mostra dedicata a Marie Curie, a cura di Orecchio Acerbo editore;

 il 10 aprile alle ore 21 al Museo Civico di Zoologia - sala conferenze - via Aldrovandi 18, l’Infinito oltre la siepe. Leopardi e l’Astronomia : conferenza spettacolo, a cura del Planetario; il 3 maggio alle ore 18 sempre al Museo Civico di Zoologia - sala conferenze, Giocare con il cielo. L’astronomia nella letteratura per bambini e adolescenti.

Le 30 biblioteche coinvolte sono: Aldo Fabrizi, Bibliocaffè letterario, Caa dei Bimbi, Casa del Parco, Casa delle Letterature, Collina della Pace, Cornelia, Elsa Morante, Ennio Flaiano, Enzo Tortora, Europea, Fabrizio Giovenale, Flaminia, Franco Basaglia,Gianni Rodari, Giordano Bruno, Goffredo Mameli, Laurentina, Nelson Mandela, Penazzato, Pier Paolo Pasolini, Raffaello, Renato Nicolini, Rugantino, Sandro Onofri, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Tullio De Mauro, Vaccheria Nardi, Valle Aurelia, Villino Corsini.

17 bibliopoint: I.C. Simonetta Salacone, L.S. Antonio Labriola,  L.S. Eugenio Montale, L.S. Giulio Cesare,  I.I.S. Di Vitttorio Lattanzio, I.I.S   Enzo Ferrari, L.S. Francesco Vivona, L.S. Nomentano, I.C. Giorgio Perlasca , I.C. Nando Martellini", I.C. Piazza Winckelmann, I.C. Via Cassia km 18,700, I.I.S. Tommaso Salvini, I.C. Via Solidati Tiburzi, L.S. Edoardo Amaldi, L.S. Giovanni Keplero, L.S. Augusto Righi, I.C. Villaggio Prenestino.

Le Università, gli Istituti Culturali, le associazioni: National Geographic, Università di Roma La Sapienza,   Università di Tor Vergata e Roma Tre, Roma Capitale - Direzione Ville, Parchi Storici e Musei Scientifici, Museo Civico di Zoologia, Museo di Storia dell’Arte Sanitaria, Planetario di Roma, Museo di Casal de’ Pazzi, Museo dell’Istituto Superiore di Sanità, Bioparco di Roma, Instituto Cervantes, Agenzia Spaziale Italiana, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Servizi Educativi del Palazzo Esposizioni.

Programma completo (ultimo aggiornamento 18 marzo 2019)

martedì 19 marzo 2019

Summa, di nuovo in scena l’appuntamento con il meglio della viticoltura internazionale

Esperti e appassionati si ritrovano il 6 e 7 Aprile a Summa per scoprire, in una cornice unica, vini esclusivi all'insegna della sostenibilità. Dalla Francia fino alla Cina sono oltre 100 i produttori pronti ad accogliere il pubblico tra degustazioni e verticali d’eccezione.





Torna Summa, lo storico appuntamento enoico ideato ed organizzato da Alois Lageder a Casòn Hirschprunn e Tòr Löwengang, dedicato all’eccellenza vitivinicola internazionale. Sabato 6 e domenica 7 aprile, dalle 10:00 alle 18:00, la Tenuta Alois Lageder radunerà viticoltori da tutto il mondo nell'idilliaco villaggio vinicolo di Magrè in Alto Adige.

In questa ventiduesima edizione di Summa oltre 100 viticoltori provenienti da 10 paesi diversi presenteranno i loro vini a un pubblico di esperti, giornalisti e amanti del vino in questa suggestiva e storica cornice. Al debutto quest’anno alcuni produttori da Cina, Ungheria e Repubblica Ceca che si uniranno ai viticoltori provenienti da Germania, Austria, Francia, Italia, Nuova Zelanda, Portogallo e Slovenia.  La Tenuta è particolarmente soddisfatta dell'incremento dei viticoltori certificati Demeter, che avranno nuovamente un’area tutta dedicata.

“Anche questa edizione di Summa sarà caratterizzata dalla consueta atmosfera familiare e conviviale che anima l’evento con tante opportunità di dialogo e di confronto", commenta Alois Clemens Lageder, la sesta generazione che lavora nella Tenuta di famiglia. "Non vedo l'ora di incontrare vecchi e nuovi amici qui a Magrè, lo scambio di idee tra vignaioli è molto stimolante e prezioso per il mio nuovo ruolo in azienda", dice Helena Lageder, la figlia più giovane di Alois Lageder e Veronika Riz, che - dallo scorso anno - è responsabile di diversi mercati internazionali. Summa sarà organizzata anche quest’anno dalla figlia primogenita Lageder, Anna Lageder, che gestisce un'agenzia di organizzazione di eventi.

Quest'anno Summa offre un programma ancora più variegato: degustazioni guidate e esclusive verticali tenute da vignaioli ed esperti, seminari,  visite alla cantina - costruita in base a criteri ecologici -, ai vigneti coltivati e al “Giardino all’ombra del Paradeis”. Un’avventura per tutti i sensi!
Oltre all'opportunità di degustare vini eccezionali, ai partecipanti verranno offerti anche abbinamenti di specialità culinarie preparate al momento da numerosi partner del settore alimentare.  Come negli anni precedenti, parte del ricavato sarà devoluto alla Casa della Solidarietà (HdS) a Bressanone. L'organizzazione si occupa di persone bisognose da oltre quindici anni - www.casadellasolidarieta.org.

L’appuntamento da segnare in agenda è quindi per il 6 e 7 Aprile - dalle 10 alle 18 - con Summa 2019 nella Tenuta Alois Lageder a Magrè.

Info su summa-al.eu/it/

Giornata Mondiale della Poesia: nel primo giorno di primavera si celebra l’arte poetica come trasmissione fondante della memoria

La Giornata Mondiale della Poesia, Istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 Marzo seguente, ha come obiettivo primario la rivalutazione dell’espressione poetica nella promozione di un dialogo interculturale di comunicazione e di pace, riconoscendo così a questa forma d’arte il suo valore quale simbolo della creatività dello spirito umano. 





La celebrazione della Giornata Mondiale della Poesia rappresenta “l’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni”, spiega Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. “Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all'antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica”.

La Poesia è un potente collante in grado di adunare le persone di ogni ceto sociale e nazione attraverso la condivisione di interrogativi, sentimenti ed emozioni comunicando valori profondi delle più svariate culture e la celebrazione avviene nel primo giorno di primavera per omaggiare il risveglio della natura.

Per questa occasione sono tante le iniziative che ogni anno prendono vita, in Italia e nel mondo. Il programma per il prossimo 21 marzo è come di consueto molto nutrito. Segnaliamo quella delle Biblioteche di Roma che partecipano a questa giornata con incontri dedicati alla Poesia come sintesi perfetta della diverse forme della creatività. www.bibliotechediroma.it/opac/news/21-marzo-giornata-mondiale-della-poesia/21401

Qui invece il programma completo al sito edicato alla cutura di Roma Capitale
www.060608.it/it/eventi-e-spettacoli/manifestazioni/giornata-mondiale-della-poesia-5.html

Il 21 marzo è anche la ricorrenza della nascita di Alda Merini, una delle penne più belle e pungenti della letteratura e della poesia italiana che con i suoi versi d'amore commuove ed emoziona milioni di generazioni. Su www.leggeretutti.it e su microartivisive.it/new-blog/2019/2/21/giornata-mondiale-della-poesia troverete gli appuntamenti dedicati alla poetessa.

“Sono nata il ventuno a primavera”

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

Alda Merini

lunedì 18 marzo 2019

Made in Italy, Cina: Vinitaly guida il sistema-Italia per la promozione del vino

Vinitaly sempre in prima linea per la promozione del vino italiano in Cina dove è iniziata ieri la sesta edizione di Vinitaly China Chengdu. Ad organizzarla, Veronafiere con il supporto del Consolato italiano di Chongqing e dell’Agenzia Ice di Pechino.




C’è un’Italia del vino che fa realmente sistema. Ed in Cina di scena la sesta edizione di Vinitaly China, in occasione dell’International Wine and Spirit Show di Chengdu, storica fiera semestrale sul settore vitivinicolo (17-23 marzo). A fianco di Vinitaly anche l’Ambasciata italiana guidata da Ettore Sequi.

Le importazioni complessive di vino in Cina sono cresciute in modo esponenziale nell'ultimo decennio e oggi valgono 2,4 miliardi di euro, in rimonta rispetto a piazze storiche mondiali come la Germania (a quota 2,6 miliardi). Le etichette italiane nel paese del Dragone (al quinto posto per export totale) riescono a spuntare un prezzo al litro molto interessante che si traduce in quasi 4 euro contro gli 1,8 euro ottenuti dalle produzioni tricolori in terra tedesca.

“La piazza asiatica e in particolare quella cinese è sempre più strategica in ottica futura per il nostro prodotto enologico – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Vinitaly è presente su questo mercato da 20 anni e ora stiamo ponendo anche le basi per costituire una piattaforma stabile di promozione fieristica per il vino italiano, con strutture dedicate ed eventi specializzati”.

Per Davide Castellani, viceconsole italiano a Chongqing: “Questa zona della Cina – spiega – è tra le più interessanti e dinamiche del paese in quanto ne rappresenta la nuova frontiera dello sviluppo economico, anche per il vino. Il consolato è quindi in prima linea per supportare a livello istituzionale la collaborazione con Vinitaly, uno degli strumenti più efficaci per la promozione di sistema del made in Italy”.

L’arte musicale della polifonia fiamminga, un’esperienza multimediale

Dalla Miniatura rinascimentale alla multimedialità visivo-sonora. L’arte musicale della polifonia fiamminga, un’esperienza multimediale, è il titolo di una singolare mostra allestita nella sala Dante dell’Istituto centrale per la grafica, affacciata su Fontana di Trevi.


Per la prima volta in Italia in un Museo, una istituzione che unisce la fascinazione della Fontana di Trevi alla suggestione del grande patrimonio grafico europeo. Un'esperienza multimediale dove il visitatore potrà scoprire il ricco patrimonio artistico del XV e XVI secolo attraverso i manoscritti di Petrus Alamire (Norimberga, ca. 1470 – Mechelen, 1536).

L’istallazione giunge a Roma dopo un tour iniziato nella Cattedrale di Anversa nel 2015, in occasione del Festival delle Fiandre. In seguito, l’istallazione è stata presentata in Inghilterra nel 2017 (Through the looking glass, Beverley Minster, Yorkshire), e in Francia nel 2018 (La polyphonie en images, Petrus Alamire et Marguerite d’Autriche, Monastère royal de Brou, Bourg-en-Bresse).
In essa si ricongiungono le due anime dell’Istituto: l’esperienza grafica, testimoniata dal suo ricchissimo patrimonio di disegni e stampe, e la vocazione alla contemporaneità, attraverso le istallazioni multimediali.

Al tempo stesso l’Istituto riconferma la sua forte presenza sulla ribalta della cultura europea e internazionale, con la collaborazione con la neo inaugurata Rappresentanza generale del Governo delle Fiandre in Italia, che ha sostenuto la mostra e le attività connesse.

L’arte musicale della polifonia fiamminga è stata realizzata dall’Alamire Foundation, Centro Internazionale per lo Studio della Musica dei Paesi Bassi (Università di Lovanio, Belgio), in collaborazione con AMUZ (Festival delle Fiandre – Anversa) e con il supporto del Governo fiammingo e dell’Istituto Centrale per la Grafica.

In questa esperienza multimediale il visitatore potrà scoprire il ricco patrimonio artistico del XV e XVI secolo attraverso i manoscritti di Petrus Alamire (Norimberga, ca. 1470 – Mechelen, 1536). Membro della famiglia di mercanti bavaresi Imhoff, questo copista ed imprenditore musicale si trasferì nei Paesi Bassi in tenera età. Guidava copisti e miniaturisti che realizzavano libri corali e “libri-parte”, sontuosi e finemente decorati, contenenti composizioni musicali sacre come messe e mottetti, ma anche canconi profane.

La produzione dei manoscritti era destinata alle corti nobiliari del tempo, tra cui quella di Margherita d’Austria, dell’Imperatore Carlo V, il re d’Inghilterra Enrico VIII e di Papa Leone X. Altri manoscritti sono stati commissionati da ricche famiglie borghesi, come i banchieri Fugger della città di Augsburg. Più di cinquanta manoscritti e frammenti prodotti nella bottega di Alamire sono giunti fino ai giorni nostri, disseminati in diverse biblioteche ed istituzioni europee. Insieme contengono una parte importante della polifonia franco-fiamminga del XV e XVI secolo, rappresentata da compositori come Josquin des Prez (cantore della Cappella Sistina nell’ultimo decennio del ‘400 il cui nome è graffito su una delle sue pareti), Pierre de la Rue e Johannes Ockeghem. La bottega di Alamire è stata quindi fondamentale per la diffusione e preservazione del patrimonio musicale dei Paesi Bassi nella loro età dell’oro.

Sei di questi manoscritti musicali, cinque conservati nella Biblioteca Reale di Bruxelles e uno a Mechelen, sono riprodotti in mostra su schermi ad alta definzione. Le immagini prodotte dall’Alamire Digital Lab offrono al visitatore l’esclusiva esperienza di poter esplorare i dettagli della notazione musicale, dei bordi decorati delle diverse pagine e delle loro pregiate miniature. Tecnologie innovative che aprono una finestra sull’artigianato fiammingo del Medioevo e Rinascimento.

In mostra, il fac-simile del Codice di Mechelen, illuminato su un leggio, e i sei pannelli video che raccontano i manoscritti, fanno da cornice e complemento alla installazione centrale, di particolare suggestione nella sala Dante completamente oscurata.

Il 21 marzo, alle 17, nell’ambito della Giornata Europea della Musica antica, avrà luogo un incontro con il pubblico nel quale interverrano Paolo Scarnecchia (musicologo), Breve introduzione alla polifonia fiamminga e Rudi Knoops (Media and Sound Artist), Speculum Musurgica: archeologia dei media, forme audiovisive della polifonia fiamminga e nuove tecnologie.

Installazione multimediale SPECULUM MUSURGICA

L’installazione multimediale dell’artista Rudi Knoops invita il visitatore ad una esperienza multisensoriale nella complessa architettura polifonica della musica fiamminga del XV e XVI secolo.

L’installazione presenta due composizioni polifoniche a sette voci, eseguite dall’Huelgas Ensemble: il mottetto Memorare Mater Christi del compositore Mattheus Pipelare, riguardante i Sette Dolori di Maria Addolorata, e la lamentazione, di autore incerto, Proch Dolor, scritta per la morte dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo nel 1519. Le immagini e le corrispettive tracce audio dei sette cantori vengono proiettate su altrettanti specchi posti in una struttura a sette angoli. Grazie alla particolare distribuzione auditiva e visiva è possibile ascoltare la musica e le sue linee melodiche da diverse angolazioni. Al centro della struttura i suoni dei diversi strati polifonici si combinano fino a creare un complesso sonoro dove le linee individuali possono essere difficilmente isolate, mentre l’ascoltatore che si posizionerà vicino a una delle fonti riceverà un’esperienza sonora più dettagliata.

Per quanto concerne l’aspetto visivo, l’artista si è ispirato alla tecnica dell’anamorfosi cilindrica descritta nel trattato seicentesco del frate minore francese Jean-François Niceron in La Perspective Curieuse ou la Magie Artificielle des Effets Merveilleux. L’immagine dei cantori viene distorta per poi essere ristabilita alla sua forma originaria grazie alla rifrazione dei particolari specchi cilindrici dell’installazione. Il visitatore che guarderà una singola anamorfosi si avvicinerà alla proiezione di un singolo cantore, così da rafforzare l’esperienza auditiva con la sua controparte visiva. Colui che invece osserverà diverse anamorfosi contemporaneamente è inevitabilmente portato a focalizzare la sua attenzione su una singola figura, incoraggiando allo stesso tempo l’esplorazione delle varie stratificazioni della composizione polifonica.

L’ascoltatore si immerge in un universo caratterizzato da immagini e strutture sonore, libero di scegliere su quale linea melodica concentrarsi. Inoltre potrà ricercare interessanti angoli d’incidenza auditivi, visivi o una loro combinazione così da creare una sua esperienza soggettiva delle rappresentazioni polifoniche presentate.


Roma, Palazzo Poli – Sala Dante, via Poli, 54
fino al 25 marzo 2019
mercoledi – domenica ore 14,00 – 19,00
Ingresso libero

Enoturismo, è legge. Al via il Decreto che definisce linee guida e standard minimi di qualità

Firmato dal Ministro del Mipaaft il Decreto sulle Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica. 





"Si apre una nuova stagione con opportunità di crescita per tutta la filiera", così il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio alla firma del decreto attuativo della legge sull'Enoturismo, arrivato ora in porto per definire le linee guida, i requisiti e standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica.

Le nostre eccellenze enogastronomiche, oltre ad essere un'enorme risorsa economica per il nostro Paese, rappresentano una straordinaria occasione per promuovere una grande eredità culturale, anche dal punto di vista turistico. In tale contesto, il vino è sicuramente uno dei settori trainanti del nostro agri-food, sia a livello nazionale che internazionale e può essere davvero la forza in più per il nostro Paese. E' nata da qui la necessità di promuovere e valorizzare uno straordinario comparto in crescita che è rappresentato dall'enoturismo.

In tale direzione, lungo tutto l'iter che ha portato alla firma del decreto, lo scorso 2 ottobre si è tenuto un importante incontro tra il ministro ed i rappresentanti dell'intera filiera vitivinicola (Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Alleanza Cooperative Italiane - Agroalimentare, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc, Assoenologi) inteso ad esaminare e velocizzare l'entrata in vigore del testo di decreto che era stato predisposto, secondo la legge di Bilancio 2018, che appunto definiva le linee guida, i requisiti e standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica.

"Stiamo perdendo occasioni preziose, e questo impegno del ministro Centinaio è veramente importante, ebbe a commentare in quell'occasione Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini. Abbiamo lavorato fattivamente con il Movimento Turismo del Vino per dare agli operatori che svolgono attività di enoturismo disposizioni chiare e semplificate, al riparo dalla “burocrazia”. Le aziende di tutte le dimensioni potranno beneficiarne, promuovendo il vino e contribuendo allo sviluppo socioeconomico dei territori. La legge di bilancio 2018 aveva stanziato risorse per le semplificazioni fiscali legate all’enoturismo per i prossimi tre anni ma, in assenza del DM attuativo, nessuno ha potuto usufruirne. Confidiamo che il Governo proceda celermente in tal senso”.

Ed alla fine il Governo ha proceduto: grazie al prezioso supporto dei rappresentanti si è arrivati all'intesa con le Regioni. "E' un grande successo utile a dare fiducia al settore, fortemente strategico per l'economia del nostro Paese, ha commentato alla firma il Ministro. "Raccontiamo finalmente i territori e le sue eccellenze. Un passo avanti importante, atteso, necessario per regolamentare il settore e promuovere il rapporto tra territorio, prodotti agroalimentari e turismo, soprattutto nelle aree interne e nelle zone a forte vocazione vitivinicola. L'enoturismo è un esempio perfetto di sistema dove alla base c'è l'azienda che lega il territorio attraverso forme di turismo esperienziale e produzioni agroalimentari, dove gusto, storia e bellezza si fondono all'espressione di un territorio, l'agroalimentare e il vino raccontano la storia un territorio e il nostro compito è farla conoscere: la conoscenza è valore. Attraverso questo Decreto, le aziende vitivinicole regolamenteranno le loro attività di accoglienza, di divulgazione e degustazione, proponendo particolari percorsi esperienziali e turistici incentivando il mercato dei viaggi, delle vacanze e del turismo.  Oggi si apre una nuova stagione, nuove opportunità per il comparto anche in termini di valorizzazione del territorio e occasioni di crescita per tutta la filiera, ma anche occasioni di conoscenza per chi sarà fruitore dell'enoturismo" ha concluso Centinaio.

Di seguito gli indirizzi e le linee guida in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità, con particolare riferimento alle produzioni vitivinicole del territorio, per l'esercizio dell'attività enoturistica, ai sensi dell'articolo l, comma 504, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 recante "Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020".

Coerentemente con la definizione di "enoturismo" di cui all’'articolo l, comma 502, sono considerate attività enoturistiche, ai fini del presente decreto, tutte le attività formative ed informative rivolte alle produzioni vitivinicole del territorio, con particolare riguardo alle indicazioni geografiche (DOP, IGP) nel cui areale si svolge l'attività, quali, a titolo esemplificativo, le visite guidate ai vigneti di pertinenza dell’azienda, alle cantine, le visite nei luoghi di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, della storia e della pratica dell'attività vitivinicola ed enologica in genere; le iniziative di carattere didattico, culturale e ricreativo svolte nell'ambito delle cantine e dei vigneti, ivi compresa la vendemmia didattica; i servizi di degustazione e commercializzazione delle produzioni vitivinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, da intendersi quali prodotti agroalimentari, anche manipolati o trasformati, già pronti per il consumo aventi i requisiti e gli standard minimi di qualità per lo svolgimento dell’attività enoturistica.

Fermi i requisiti generali, anche di carattere igienico-sanitario e di sicurezza, previsti dalla normativa vigente, si prevede l'apertura settimanale di un minimo di 2 giorni, all'interno dei quali possono essere compresi la domenica, i giorni prefestivi e festivi; strumenti preferibilmente informatici di prenotazione delle visite; cartello da affiggere all'ingresso dell'azienda che riporti l’eventuale marchio dell’enoturismo, adottato a livello nazionale e o regionale, i dati relativi all'accoglienza enoturistica, ed almeno gli orari di apertura, la tipologia del servizio offerto e le lingue parlate, nonché l’eventuale appartenenza a Strade del Vino costituite ai sensi della legge 27 luglio 1999, n. 268.

Sito o pagina web aziendale anche non gestita direttamente dall’azienda; indicazione dei parcheggi in azienda o nelle vicinanze; materiale informativo sull'azienda e sui suoi prodotti stampato in almeno 2 lingue, compreso l’'italiano; esposizione e distribuzione a richiesta degli Enti territoriali preposti o delle Strade del Vino, del materiale informativo sulla zona di produzione, sulle produzioni tipiche, sulle attrazioni turistiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche del territorio in cui è svolta l'attività enoturistica.

Ambienti dedicati o comunque adeguatamente attrezzati per la prima accoglienza e per il ricevimento del cliente e per la tipologia di attività in concreto svolte dall'operatore enoturistico; personale addetto all’accoglienza dotato di competenza e formazione, anche sulle caratteristiche turistiche del territorio; personale addetto all'accoglienza dotato di competenza e formazione, anche sulle caratteristiche turistiche del territorio, compreso tra il titolare dell'azienda o i familiari coadiuvanti, i dipendenti dell'azienda ed i collaboratori esterni, adeguatamente formati; svolgimento dei servizi di degustazione e commercializzazione da parte di personale dotato di adeguate competenze e formazione, compreso tra titolare dell'azienda o familiari coadiuvanti, dipendenti dell'azienda adeguatamente formati, collaboratori esterni che abbiano partecipato a corsi organizzati da associazioni o organizzazioni nazionali ufficialmente riconosciute operanti nel settore enologico ed in particolare della degustazione dei vini, nonché da associazioni agrituristiche di livello nazionale anche per il tramite delle proprie articolazioni territoriali, con il completamento di tutti i livelli formativi previsti e superamento di esami sostenuti a conclusione dei corsi stessi.

Gli alimenti in abbinamento alla degustazione delle produzioni vinicole, anche manipolati o trasformati, già pronti per il consumo nel rispetto delle discipline e delle condizioni e dei requisiti igienico sanitari previsti dalla normativa vigente, devono essere prevalentemente provenienti da produzioni locali a indicazione geografica, a marchio di qualità con indicazione di origine, o essere presenti nell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, pubblicato ed aggiornato annualmente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, della Regione in cui è svolta l’attività enoturistica. Sono escluse in ogni caso preparazioni che prefigurano un’attività di ristorazione.

Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano possono promuovere autonomamente, o in collaborazione con le Associazioni più rappresentative dei settori vitivinicolo e agroalimentare, e con gli enti preposti o abilitati, la formazione teorico-pratica per le aziende e per gli addetti, anche al fine di garantire il rispetto dei requisiti e degli standard minimi di cui al presente decreto e di promuovere il miglioramento della qualità dei servizi offerti. Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, in collaborazione con i Comuni che ricevono la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, possono altresì istituire, provvedendo con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, elenchi regionali degli operatori che svolgono attività enoturistiche.

Ferma l’applicazione delle disposizioni previste dalla normativa vigente, le Regioni definiscono le funzioni di vigilanza, di controllo e sanzionatorie sull’osservanza delle disposizioni di cui al presente decreto. Alle aziende agricole che già svolgono attività di degustazione, di fattoria didattica o di agriturismo, se intraprendono anche l'attività enoturistica, continueranno ad applicarsi altresì le disposizioni regionali in materia di agriturismo.

Vino e sostenibilità, BIO.W.IN.E: al via il progetto per il trasferimento delle buone pratiche per la tutela dell’ambiente in viticoltura

BIO.W.IN.E. (Biological Wine Innovative Environment): presentato il progetto per il trasferimento delle buone pratiche per la tutela dell’ambiente in viticoltura. Obiettivo: fornire un modello replicabile di riferimento per un ammodernamento sostenibile dei territori dei piccoli comuni.




Finanziato dal Pon Governance e Capacità istituzionale 2014-2020 – Agenzia per la Coesione Sociale, Fondo Sociale Europeo – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, il progetto BIO.W.IN.E coinvolge importanti realtà vitivinicole del Veneto, della Campania e della Basilicata e rappresenta un esempio di trasferimento di know-how e di strumenti già sperimentati dalle amministrazioni locali sui temi dell’innovazione tecnologica, della tutela dell’ambiente e del marketing territoriale.

Nello specifico il progetto coinvolge quattro realtà sannite in provincia di Benevento (Guardia Sanframondi – ente capofila/beneficiario – Castelvenere, Sant’Agata dei Goti e Solopaca), insieme a quella irpina di Castelfranci (Avellino), Caggiano e Sant’Angelo a Fasanella (Salerno) e Grumento Nova e Roccanova in Basilicata, provincia di Potenza. Gli enti detentori della “buona pratica” sono i Comuni dell’area DOCG Conegliano-Valdobbiadene in provincia di Treviso (Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto – Comune coordinatore San Pietro di Feletto).

La presentazione del progetto a cura del responsabile scientifico Giovanni Quaranta, ha avuto luogo lo scorso 6 marzo presso il Castello Normanno di Caggiano (Salerno), nell'ambito del primo “info day” dedicato a tutti gli operatori interessati sul territorio (aziende vitivinicole, consorzi, operatori economici del settore, agronomi, enotecnici ma anche pianificatori territoriali).

“BIOWINE – ha affermato Floriano Panza, Sindaco di Guardia Sanframondi, comune capofila – prevede il trasferimento tra i territori coinvolti delle necessarie informazioni per giungere alla definizione di un quadro normativo, condiviso dalle amministrazioni comunali con i soggetti interessati presenti sul territorio (agricoltori, produttori vitivinicoli, consorzi, associazioni di categoria, autorità sanitarie, ecc.), per armonizzare politiche nel settore ambientale e urbanistico, con particolare attenzione rivolta alla filiera vitivinicola. Tra gli obiettivi principali, la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, tenuto conto che il progetto tenderà ad individuare le politiche fitosanitarie più opportune e meno impattanti per la gestione del territorio agricolo”.

I comuni coinvolti, infatti, anche in virtù del programma Sannio Falanghina Città Europea del Vino 2019 (che ha ottenuto il Patrocinio del Parlamento Europeo e del Ministero per le politiche agricole e turistiche del Governo italiano) hanno intrapreso un processo condiviso e partecipato che consentirà l’approvazione di uno specifico regolamento intercomunale di polizia rurale, ma anche la costruzione di una rete che consentirà l’applicazione di normative di settore, la salvaguardia del patrimonio naturalistico, la crescita e competitività delle aziende agricole.

L’interscambio di informazioni favorirà la cooperazione tecnica, che coinvolge figure di varia competenza (agronomi, produttori vitivinicoli, enologi, tecnici ambientali, ricercatori, ecc.) delle aree coinvolte del Veneto, della Campania e della Basilicata.

L’obiettivo è quello di fornire un modello replicabile che sia di riferimento per un ammodernamento sostenibile dei territori dei piccoli comuni e per la costituzione di un sistema territoriale in grado di favorire un processo virtuoso di concertazione tra le varie amministrazioni, con la partecipazione delle imprese e dei soggetti socio economici interessati per il miglioramento della trasparenza, della partecipazione e della comunicazione a sostegno dell’azione amministrativa.