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I "mattoni" della polifonia rinascimentale: la perfezione architettonica delle cellule motiviche nell'avvincente logica compositiva di Josquin

La musica di Josquin des Prez è stata a lungo ammirata per la sua avvincente logica compositiva. Il suo modo di concepire una perfetta integrazione delle più semplici cellule motiviche in grandi strutture musicali di perfezione architettonica è sorprendente, tanto da rappresentare un modello di eccellenza artistica e tecnica; un vero e proprio punto di riferimento per compositori, musicologi e studenti di musica.  


Tra i tanti maestri che hanno utilizzato le cellule motiviche spicca Josquin des Prez, uno dei più grandi innovatori, capace di trasformare cellule motiviche apparentemente semplici in strutture musicali di incredibile ricchezza e significato. Attraverso la ripetizione, la variazione e lo sviluppo di queste piccole unità musicali, il compositore fiammingo ha creato opere che sono allo stesso tempo complesse e accessibili, rigorose ed espressive. La sua maestria nel manipolarle rimane di fatto un esempio luminoso di come la musica possa trasformare il semplice in sublime, e il materiale in spirituale. 

Le cellule motiviche sono brevi frammenti melodici o ritmici che fungono da "mattoni" per costruire una composizione. Possono essere costituite da poche note, ma la loro forza risiede nella capacità di essere ripetute, variate e sviluppate in modo creativo. Nel contesto della polifonia rinascimentale, queste cellule diventano il fondamento su cui si costruiscono intricate trame di voci, creando un dialogo continuo tra le parti. 

Dalla definizione di base, alla scelta del profilo ritmico, dall'utilizzo di intervalli significativi, alla loro integrazione nel contesto armonico, fino alla previsione di una possibilità di sviluppo, la costruzione di una cellula motivica come ben possiamo immaginare è un processo creativo che richiede sia una solida comprensione delle regole musicali sia una sensibilità artistica per l'equilibrio tra semplicità e espressività.

In termini di tecniche di elaborazione delle cellule motiviche, troviamo l'imitazione, in cui la cellula viene ripresa da altre voci in successione, spesso a diverse altezze o con piccole variazioni. Ad esempio in un mottetto, il tenore introduce una cellula e il contralto la ripete una quarta sopra. Nell'inversione la  cellula viene rovesciata, con gli intervalli che cambiano direzione (ad esempio, una terza ascendente diventa una terza discendente). Nella trasposizione la cellula viene invece spostata a un'altra altezza, mantenendo la stessa struttura intervallare.

Le cellule motiviche fanno parte degli aspetti micro-formali di una composizione musicale, ovvero come i singoli elementi musicali sono organizzati all'interno delle sezioni macro-formali che invece interessano la struttura generale dell'opera, ovvero come questa è organizzata in sezioni principali. Messi entrambi in relazione, questi aspetti sono strettamente interconnessi. La macro-forma fornisce il quadro generale, mentre la micro-forma riempie questo quadro con dettagli che danno vita alla composizione. Quindi appare ovvio comprenderli entrambi in quanto essenziali per analizzare e apprezzare la complessità e la bellezza di una composizione musicale.

Nel contesto della musica rinascimentale, e in particolare nell'opera di compositori come Josquin des Prez, le cellule motiviche sono spesso costruite a partire da elementi melodici, ritmici o armonici di base, che vengono poi elaborati in modo coerente e significativo. La loro costruzione è un'arte che richiede equilibrio tra semplicità e complessità, tra coerenza e varietà.

Ci sono alcune opere di Josquin che sono particolarmente indicate per lo studio della composizione e dell'analisi musicale. "Ave Maria... virgo serena" è un mottetto che mostra come una semplice cellula motivica possa essere sviluppata in un dialogo polifonico ricco e articolato. Missa "Pange lingua", una messa che dimostra l'arte della variazione e dello sviluppo tematico, partendo da un tema gregoriano. "Tu pauperum refugium", delizioso mottetto che unisce coerenza strutturale ed espressività, con un uso magistrale delle cellule motiviche. "Mille regretz", una chanson che mostra come Josquin possa creare un'atmosfera emotiva intensa con mezzi musicali apparentemente semplici.

Attraverso l'imitazione, la variazione e lo sviluppo, le cellule motiviche si trasformano in veri e propri "mattoni" della polifonia rinascimentale, creando un dialogo continuo tra le voci e tra la musica e il testo. Questo approccio non solo definisce lo stile di Josquin, ma rappresenta anche una delle più alte espressioni della creatività musicale del Rinascimento.

Josquin des Prez, con la sua maestria nel manipolare queste piccole unità musicali e la sua capacità di integrarle in strutture musicali complesse e coerenti, sono esempi di maestria artistica che continua a ispirare e a insegnare, dimostrando come una semplice cellula motivica possa diventare il fondamento di opere di straordinaria bellezza e profondità. 

La musica di Josquin des Prez rappresenta di fatto un punto di incontro unico tra logica compositiva, perfezione formale ed espressività emotiva. Non sorprende, quindi, che le sue opere siano state raccomandate per secoli agli studenti di composizione e analisi: studiare Josquin significa immergersi in un mondo di bellezza, rigore e profondità, dove ogni nota ha un posto e un significato. Josquin non è solo un compositore del Rinascimento, ma un faro che illumina il cammino della musica occidentale.

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