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L'interpretazione allegorica dell'octoechos: Guglielmo di Auxerre e la teologia del canto gregoriano. Alla ricerca del senso modale come espressione del Mistero

Una breve e spero esauriente recensione sull'affascinante opera di Claudio Campesato "Allegoria modale: L'interpretazione allegorica dell'octoechos come ermeneutica liturgico-musicale nella 'Summa de officiis ecclesiasticis' di Guglielmo di Auxerre". Una ricerca liturgico-musicale sul tema dell’allegoria medievale in relazione alla modalità gregoriana. 



Il volume "Allegoria modale: L'interpretazione allegorica dell'octoechos come ermeneutica liturgico-musicale nella 'Summa de officiis ecclesiasticis' di Guglielmo di Auxerre" si inserisce all'interno della collana Theologia mundi ex urbe, un progetto editoriale di alto profilo accademico e culturale, dedicato allo studio e alla diffusione di temi teologici, filosofici e storici con una particolare attenzione alla dimensione universale della teologia e al suo radicamento nella tradizione cristiana, specialmente nella città di Roma, considerata come centro spirituale e intellettuale della cristianità. 

Un felice iniziativa questa in quanto permette di diffondere la ricerca prodotta dentro l’ambito romano con una apertura largamente internazionale. Lo studio è preceduto da un chiarificante prologo a forma di presentazione del prof. Dr. Franz Karl Prassl che incornicia ammirevolmente il tema e ne evidenzia la complessità.

L'opera rappresenta un contributo di grande valore per gli studi sul canto gregoriano, sulla teologia medievale e sull’interpretazione simbolica della musica liturgica. Attraverso un’analisi approfondita e rigorosa, Campesano riesce a mettere insieme lo studio storico, l’interesse musicologico, l’ambito liturgico, il tenore teologico e la critica testuale, in una polifonia di studio e ricerca, esplorando il pensiero di Guglielmo di Auxerre, teologo francese del XIII secolo, offrendo di fatto una prospettiva innovativa sul significato teologico e allegorico degli otto modi ecclesiastici (octoechos) nel contesto della liturgia medievale.

Il punto di partenza del volume è la constatazione che il canto gregoriano non è semplicemente un’arte musicale, ma un linguaggio teologico in forma sonora. Gli otto modi ecclesiastici, infatti, non sono meri strumenti melodici, ma veicoli di significati profondi, legati alla simbologia numerica e alla tradizione biblica e patristica. 

Proprio attraverso l’analisi del commentario di Guglielmo di Auxerre, Campesano ci offre una chiave di lettura che collega la modalità gregoriana alla sua dimensione allegorica, mostrando come ogni modo possa essere visto come un “colore sonoro” che illumina un aspetto diverso del Mistero cristiano. 

Guglielmo infatti nella sua Summa de officiis ecclesiasticis sviluppa una dottrina allegorica che interpreta ciascun modo come portatore di un messaggio teologico specifico, collegato ai primi otto numeri, carichi di significato nella tradizione cristiana. Questo approccio permette di vedere il canto gregoriano non come una semplice espressione artistica, ma come una forma di predicazione sonora, capace di raccontare il Mistero divino attraverso la struttura modale.

Uno degli aspetti più interessanti dello studio è l’attenzione posta alla questione del “perché” della scelta modale. Perché i compositori medievali scelsero un determinato modo per una melodia? E come fu interpretata teologicamente questa scelta nel Medioevo? L’autore evidenzia come, spesso, le ipotesi moderne rischino di proiettare sul passato concezioni estetiche o teologiche anacronistiche, perdendo di vista l’autentica dimensione medievale del canto gregoriano. 

Da quanto si può evincere, il merito principale del volume risiede nel suo rigore metodologico e nella sua capacità di restituire al canto gregoriano la sua autentica dimensione medievale. L’autore sottolinea come gli anonimi compositori medievali non agissero mossi da un gusto personale o da criteri puramente estetici, ma con la consapevolezza di utilizzare un linguaggio musicale profondamente radicato nella tradizione teologica. 

La scelta di un modo specifico non era casuale, ma rispondeva a una precisa intenzionalità simbolica e spirituale. Attraverso l’analisi dei singoli modi, il volume esplora la simbologia numerica e il significato teologico di ciascuno di essi, mostrando come il canto gregoriano fosse una forma di teologia in musica, capace di comunicare verità divine attraverso la sua struttura modale.

In conclusione, l’opera apre nuove ed interessanti prospettive di studio sul canto gregoriano e sulla sua interpretazione teologica nel Medioevo. Attraverso la testimonianza di Guglielmo di Auxerre, l’autore ci invita a riscoprire il canto liturgico non solo come un patrimonio artistico, ma come un linguaggio sacro, capace di parlare all’anima attraverso la sua struttura modale e il suo profondo significato simbolico. 

Un volume apprezzato da musicologi, teologi e chiunque sia interessato a ripensare la comprensione della liturgia nell’epoca medievale, alla sua ricchezza spirituale; uno strumento, sono sicuro, che ci aiuterà anche a capire con più chiarezza la realtà del nostro mondo e della cultura contemporanea.

Claudio Campesato (1983), è presbitero della Diocesi di Padova, gregorianista e liturgista. Dopo il Diploma di Laurea di primo livello in Canto presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ha conseguito la Licenza (Laurea di secondo livello) in Canto Gregoriano, Summa cum laude, sotto la guida del prof. m° Franz Karl Praßl, presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Presso il Pontifico Istituto Liturgico (Ateneo Sant’Anselmo) ha conseguito la Licenza in Liturgia (Laurea di secondo livello), Summa cum laude. Attualmente prosegue con il dottorato occupandosi del metodo esegetico-liturgico di Amalario di Metz (IX sec.) sotto la guida del prof. Dominik Wojciech Jurczak op.

Come relatore, ha partecipato a diverse conferenze in Italia e America Latina intervenendo su temi legati alla formazione liturgico-musicale e al canto liturgico. Per il quotidiano L’Osservatore Romano cura una rubrica sul canto gregoriano. Come liturgista, è ospite invitato nella trasmissione “Cristianità” di Rai Italia.

All’attività di studio e ricerca ha affiancato quella artistica. Con la Schola gregoriana del Pontificio Istituto di Musica Sacra ha partecipato a varie a tournee e registrazioni, anche come cantore solista, in Italia e all’estero. Come cantore liturgico, ha cantato varie volte durante le celebrazioni nella Basilica di San Pietro presiedute da papa Francesco. Ha inciso per Opus Avantra Studium, Radio Vaticana e Paoline Editoriale Audiovisivi.

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