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Madri, madri mancate, quasi madri. Sei storie medievali. Un affresco della multiforme condizione femminile nel Medioevo che testimonia la capacità di tante donne di reinventare il loro destino

Madri, madri mancate, quasi madri. Sei storie medievali è un prezioso libro a cura di Maria Giuseppina Muzzarelli, che illumina un aspetto spesso trascurato della storia medievale: la vita delle donne e la loro esperienza della maternità. L'autrice ci offre non solo uno studio storico accurato, ma anche una riflessione profonda e commovente su ciò che significa essere madre, ieri e oggi. Un libro che merita di essere letto e discusso, sia per il suo valore accademico che per la sua umanità.


Maria Giuseppina Muzzarelli, storica e docente di Storia medievale, ci regala con Madri, madri mancate, quasi madri. Sei storie medievali, un'opera affascinante e profondamente umana, che esplora il tema della maternità nel Medioevo attraverso sei storie emblematiche. 

Pubblicato da Editori Laterza, il libro si colloca tra la saggistica storica e la narrazione letteraria, offrendo uno sguardo intimo e dettagliato sulla vita delle donne medievali e sui loro ruoli sociali, familiari e spirituali.

Il libro è organizzato in sei capitoli, ciascuno dedicato a una figura femminile diversa, che rappresenta un aspetto specifico della maternità nel contesto medievale. Sei storie esemplari di donne del Medioevo e del loro rapporto con la maternità. 

C’è l’esperienza di Dhuoda (vissuta nel IX secolo), il cui figlio Guglielmo fu consegnato come ostaggio a Carlo il Calvo; c’è – due secoli dopo – la vicenda di Matilde di Canossa, donna potentissima ma delusa nelle sue aspettative di maternità. C’è l’esempio di Caterina da Siena, che pur non avendo figli agisce e scrive da ‘grande madre’ italiana. C’è Christine de Pizan, impegnata nell’ultimo scorcio di Medioevo a destreggiarsi tra i figli e la carriera. Ancora, c’è Margherita Datini, che cresce come fosse sua figlia una bambina che il marito ha avuto da una schiava; c’è infine Alessandra Macinghi Strozzi, vedova di un esule, che fa da madre e padre ai suoi 5 figli. 

Ogni storia è basata su fonti storiche, come cronache, documenti legali, lettere e testi religiosi, che Muzzarelli interpreta con sensibilità e rigore scientifico, esplorando la maternità come esperienza che trascende il tempo e lo spazio, mostrando come le donne medievali affrontassero sfide simili a quelle delle madri moderne: il desiderio di figli, il dolore della perdita, la pressione sociale e la ricerca di un'identità al di là del ruolo materno.

Il libro offre inoltre una vivida ricostruzione del Medioevo, un'epoca in cui la maternità era strettamente legata alla religione, alla famiglia e alla società. Muzzarelli esamina come la Chiesa e le istituzioni influenzassero la vita delle donne, definendo i ruoli di madre, moglie e figlia. Di fatto, attraverso le sei storie, l'autrice dà voce a donne che spesso sono state dimenticate dalla storiografia tradizionale facendo emergere figure come vere protagoniste attive della propria vita, capaci di adattarsi e resistere in un mondo dominato dagli uomini, sfatando altresì l'idea di una maternità idealizzata, mostrando invece la sua complessità e ambiguità. Le storie includono donne che lottano per diventare madri, altre che rifiutano la maternità e altre ancora che la vivono in modi non convenzionali.

Muzzarelli combina rigore storico e sensibilità narrativa, rendendo il libro accessibile sia agli studiosi che ai lettori non specialisti. Il suo stile è chiaro e coinvolgente, con un'attenzione particolare ai dettagli che rendono le storie vive e tangibili. L'autrice evita giudizi anacronistici, cercando invece di comprendere le donne medievali nel loro contesto storico e culturale. Non ultimo, nonostante si concentri sul Medioevo, il libro solleva questioni ancora attuali, come il ruolo della maternità nella società e la lotta per l'autodeterminazione femminile.

Pagina dopo pagina, si rovescia ciò che crediamo di sapere sulle donne del passato: scopriamo figure di madri oltre la retorica che le relega a un ruolo angusto, incontriamo autentiche madri anche oltre l’effettiva esperienza biologica, osserviamo donne in azione oltre la sfera domestica, protagoniste oltre i limiti imposti dal tempo in cui vissero al loro genere. Insomma, madri e donne che vanno ben al di là delle nostre (spesso ristrette) concezioni del Medioevo.



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