Passa ai contenuti principali

Le vigne storiche del Soave: la conquista dei mercati esteri passa per i Cru

Le “vigne storiche del Soave” entrano a pieno titolo nel disciplinare di produzione con la definizione tecnica di “menzioni geografiche aggiuntive” e si confermano leva strategica per ampliare e consolidare le quote di mercato oltre confine.


Con la definizione tecnica di "menzioni geografiche aggiuntive" i Cru del Soave fanno il loro ingresso ufficiale all’interno del disciplinare di produzione.


L’iter di modifica richiederà circa un anno ed è stato deliberato nel corso dell’ultimo consiglio di amministrazione del Consorzio a fine aprile. L’inserimento dei Cru del Soave all’interno del disciplinare di produzione rappresenta una leva strategica fondamentale per la denominazione sul fronte dei mercati esteri: in questo modo il Soave entra a pieno titolo nel “ristretto club” delle zone di produzione a più antica vocazione vitivinicola a livello mondiale.

I Cru del Soave, le così dette “Vigne storiche”, corrispondono a 64 areali di produzione, ognuno dei quali, in forza della storicità che li contraddistingue, presenta specifiche caratteristiche produttive, come l’esposizione, la giacitura, l’origine geologica. Tali areali sono oggi ben definiti grazie al percorso di zonazione viticola che ha impegnato il Consorzio di tutela dal 1998 al 2006.

«L’inserimento dei Cru del Soave all’interno del disciplinare di produzione è una decisione importante – sottolinea Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio del Soave – che giunge a poca distanza da quella di ricondurre vinificazione e imbottigliamento all’interno della zona di produzione.

Dopo 20 anni di ricerca finalmente queste “vigne storiche” ottengono il loro riconoscimento all’interno del disciplinare certificando di fatto la maturità di un sistema in grado di competere per qualità, storia, terroir, vocazionalità, con le zone vitivinicole più blasonate del mondo».

Proprio per questo il tema dei cru è stato scelto per aprire ufficialmente Soave Preview, l’Anteprima del Soave, in programma al Palazzo del Capitano dal 18 al 21 maggio, e dedicata alle differenti interpretazioni del Soave targato 2016, dove sono attesi oltre 100 giornalisti, wine educator e influencer provenienti da Giappone, Germania, Polonia, Inghilterra, Nord Europa, Stati Uniti, oltre naturalmente alla stampa italiana di settore.

Del resto sono i mercati esteri da sempre i più attenti e sensibili in materia di cru e di vigne storiche, e non a caso proprio il Giappone e l’Inghilterra saranno le piazze di destinazione di due azioni promozionali di importanza strategica, dedicate ai Cru del Soave.

A giugno infatti, forte dell’apporto di Sarah Abbot, master of Wine, partirà la campagna “Summer of Soave” che coinvolgerà stampa di settore e trade in esclusivi tasting guidati all’interno di locali di tendenza a Londra, Leeds, Manchester, Edimburgo. La campagna si prefigge di “rivelare il nuovo corso” del Soave proprio a partire dai Cru, esaltando le particolarità che contraddistinguono e impreziosiscono l’identità di questi Soave.

In Giappone invece, dal 15 luglio fino alla fine di Agosto, sarà la volta di “Soave by the Glass”, l’evento dedicato alla stampa, al trade e ai consumatori finali, in collaborazione con Shigeru Hayashi, per raccontare la molteplicità del Soave, cominciando proprio dal valore dell’unicità  e della longevità dei singoli cru.

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte". "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta la Vergine incinta, in piedi al centro di una preziosa tenda ...

È del poeta il fin la meraviglia, Gianbattista Marino: l'Adone manifesto poetico del barocco italiano

Gianbattista Marino è una delle figure più emblematiche della letteratura barocca italiana, e il suo poema L'Adone è considerato un vero e proprio "manifesto poetico del Barocco", non solo in Italia ma in tutta Europa. Ecco un'analisi del suo ruolo e delle caratteristiche che lo rendono un'opera fondamentale per il periodo. Marino fu un poeta innovativo, tra i massimi esponenti della poesia barocca, noto per il suo stile elaborato, ricco di metafore, giochi di parole e virtuosismi linguistici. La sua poetica si distacca dalla tradizione classica e rinascimentale, abbracciando invece i principi del Barocco: l'arte come meraviglia, l'ostentazione della tecnica e la ricerca del sorprendente. Marino visse in un'epoca di grandi cambiamenti culturali e sociali, e la sua opera riflette questa complessità. L'Adone è un poema epico-mitologico in 20 canti, composto da oltre 40.000 versi. Narra la storia d'amore tra Venere e Adone, tratta dalla mitologia ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...