Passa ai contenuti principali

Pane al pane

EXPO: COLDIRETTI, PAGNOTTA BATTE BAGUETTE, ITALIA LEADER UE
L'Italia conquista il primato Europeo. Dal Lazio l'Igp "Casareccio di Genzano"

L’italica pagnotta batte la sofisticata baguette con l’Italia che è incontrastata leader in Europa con ben cinque pani riconosciuti e tutelati dall’Unione europea. E’ quanto rende noto la Coldiretti all'Expo dove, al Padiglione Coldiretti, è stata allestita la più ampia rassegna delle specialità tradizionali delle diverse regioni.

La Coppia Ferrarese, la Pagnotta del Dittaino, il pane Casareccio di Genzano, il pane di Altamura e il pane di Matera sono i prodotti registrati e tutelati a livello comunitario che hanno permesso all’Italia di conquistare il primato Europeo ma sono centinaia le specialità tradizionali censite dalle diverse regioni. 

Si va dal "Pane Cafone" della Campania, così chiamato perché con questo termine erano chiamati i contadini al tempo dei Borboni, al "Pan rustegh" della Lombardia che giustifica il vecchio detto “pane di villano, rustico ma sano”, dal “Pan ner” della Val d'Aosta ottenuto da un impasto di segale e frumento, alla "Lingua di Suocera" piemontese nel cui nome è sin troppo evidente il riferimento, per la verità un po’ cattivello, alla lunghezza della lingua delle suocere. 

Scontro tra Igp passando dal pane "Casareccio di Genzano”, il “decano” dei pani italiani certificati, avendo ottenuto la tutela comunitaria nel lontano 1997, al “Pane di Matera”, orgoglio della Basilicata (Igp dal 2008) anche per la lunghissima tradizione documentata risalente al Regno di Napoli. 

Ma c’è anche una sfida tra Dop se si comparano i pregi del ”Pane di Altamura” che viene ottenuto dal rimacinato di semola di grano duro, ricavato dalla lavorazione di grani duri coltivati nel territorio della Murgia barese con quelli della “Pagnotta del Dittaino”, un pane caratteristico del cuore della Sicilia realizzato con grano duro coltivato nel territorio di numerosi comuni tra l’ennese ed il catanese, la cui vocazione cerealicola si perde nella leggenda legandosi al mito della “dea delle messi” Demetra/Cerere. 

Pani diversi e riconoscibili anche per la forma: da quella “ritorta” della Coppia ferrarese (detta in dialetto “ciupeta”) sempre presente nei fastosi banchetti rinascimentali della corte estense a quella del “Pane di Cerchiara” che si caratterizza, oltre che per la pezzatura che va dai due ai tre chili e mezzo anche per la forma rotonda con una gobba, detta anche “resella” o “sella” o infine a quella infinitesimamente sottile del “Pane carasau”, originario della Barbagia e diffuso in tutta la Sardegna, conosciuto con il nome italiano di carta musica (o carta da musica) per la sua caratteristica croccantezza, che ne rende rumorosa la masticazione. 

Numerosi, infine, sono i pani che hanno consentito la riscoperta di grani soppiantati da varietà più moderne, sacrificati sull’altare dell’aumento della produttività o delle necessità tecniche dell’agro-industria come è il caso del “Pane contadino di grano senatore Cappelli” rinato in Molise o dei pani abruzzesi “Carosella” e “Solina” che hanno rivitalizzato due particolari grani teneri coltivati sin dal tempo dei Romani, il primo con un discreto contenuto di glutine e di semola e con un equilibrato contenuto di amido che lo rende versatile e ottimo anche per la panificazione, il secondo, particolarmente resistente al freddo, coltivato in alcuni comuni montani del Parco Nazionale del Gran Sasso.

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece

Libri. La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento. Un trattato fondamentale per giovani compositori

Scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini per la Suvini Zerboni, La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento è ancora oggi un testo di riferimento per quanti vogliano intraprendere gli studi di composizione offrendo all'allievo una base per potersi appropriare di un solido artigianato che gli consenta di "piegar la nota al voler dell'idea". Quello scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini che fu suo allievo, costituisce un'ottima guida sullo studio del contrappunto e per la formazione del giovane compositore che ancora non ha individuato una personale cifra stilistica. La scrittura corale era per Dionisi, allievo di Celestino Eccher, maestro di formazione romana, la base di ogni possibile apprendistato in virtù del rigore che la scrittura corale impone e del relativamente più facile controllo che se ne può avere.  In Italia, e non solo in Italia, gli studi di composizione si svolgono ancora secondo un percorso obbligato, che parte dall'armonia, proseg