L'agricoltura biologica nutre davvero il Pianeta
Dati Ispra
In Italia sempre più agricoltori scelgono il biologico. Per rispettare l'ambiente e ripristinare la fertilità dei terreni è necessario optare per un agricoltura più sostenibile e l'Italia da questo punto di vista si sta distinguendo. L'Italia è al secondo posto in Europa e al quinto nel mondo per superficie biologica.
Secondo i dati dell'ultimo rapporto Ispra dedicato all'agricoltura biologica, in Italia sono 1,3 milioni gli ettari di terreno coltivati secondo il metodo bio, il 12,8% in più rispetto al 2012. L'agricoltura biologica è in espansione su scala globale.
Nel mondo attualmente la superficie di terreno destinata all'agricoltura biologica è di circa 43,1 milioni di ettari, con una crescita del 12% rispetto al 2012. Dunque il dato italiano supera la crescita internazionale.
Al momento il Paese del mondo dove l'agricoltura biologica è più diffusa è l'Australia, con un totale di circa 17,3 milioni di ettari, che corrispondono al 35% della superficie biologica mondiale.
Nell'Unione Europea i terreni coltivati secondo l'agricoltura biologica ammontano a 10,2 milioni di ettari. I produttori europei del biologico sono 330 mila. Il regolamento di produzione e commercio di prodotti biologici è presente in 82 Paesi del mondo.
Secondo le statistiche fornite dal Sinab, in Italia la tendenza del biologico è positiva sia in termini di superficie coltivata che per il numero di aziende, dato che in Italia troviamo 46 mila produttori e oltre 52 mila operatori.
L'agricoltura biologica ha davvero il potenziale per trainare il Paese fuori dalla crisi, dato che il suo fatturato continua a crescere ed è arrivato a 3,5 miliardi di euro. L'indagine condotta dall'Ispra conferma quanto l'agricoltura biologica vinca su quella convenzionale, in termini di biodiversità, di qualità delle acque e del suolo, di bilancio di gas serra, di uso e consumo delle risorse quali suolo, acqua ed energia. L'agricoltura biologica è fondamentale per proteggere la biodiversità di animali e piante.
Come ricorda l'Ispra, nei terreni biologici, dove è proibito l'uso di fertilizzanti, pesticidi e erbicidi di sintesi, è possibile rilevare un numero doppio di specie vegetali rispetto a quelli convenzionali, fino al 50% in più di ragni, il 60% in più di uccelli e il 75% in più di pipistrelli.
Una questione fondamentale nel dibattito sul contributo dell'agricoltura biologica per il futuro dell'agricoltura mondiale e della sicurezza alimentare è se l'agricoltura biologica sarà in grado di produrre cibo a sufficienza per sfamare il mondo. Il confronto tra la produttività dell'agricoltura biologica e di quella convenzionale ha un ruolo centrale in questo dibattito.
L'analisi di Ispra dimostra che la produzioni dei suoli biologici è in media l'80% della produzione dei suoli convenzionali. Ma la variazione è sostanziale. Il divario di rendimento organico differisce in modo significativo tra i gruppi di colture (3% per il raccolto di frutta e il 35% per la verdura) e le regioni del pianeta. D'altra parte, lo studio mostra che i terreni sottoposti a forme intensive di agricoltura sono soggetti ad un calo della fertilità e della capacità produttiva.
Le stime dicono che quasi il 40% dei terreni coltivati intensivamente andrà perso entro il 2050. Al contrario, i suoli organici tendono a mantenere le proprietà biologiche, fisiche e chimiche nel corso del tempo, contribuendo a mantenere la produttività e garantire la sicurezza alimentare a lungo termine. Ecco dunque un motivo fondamentale per incoraggiare la diffusione dell'agricoltura biologica e naturale nel nostro Paese nel mondo. Dovrà essere proprio l'agricoltura biologica a nutrire il Pianeta.
Nel mondo attualmente la superficie di terreno destinata all'agricoltura biologica è di circa 43,1 milioni di ettari, con una crescita del 12% rispetto al 2012. Dunque il dato italiano supera la crescita internazionale.
Al momento il Paese del mondo dove l'agricoltura biologica è più diffusa è l'Australia, con un totale di circa 17,3 milioni di ettari, che corrispondono al 35% della superficie biologica mondiale.
Nell'Unione Europea i terreni coltivati secondo l'agricoltura biologica ammontano a 10,2 milioni di ettari. I produttori europei del biologico sono 330 mila. Il regolamento di produzione e commercio di prodotti biologici è presente in 82 Paesi del mondo.
Secondo le statistiche fornite dal Sinab, in Italia la tendenza del biologico è positiva sia in termini di superficie coltivata che per il numero di aziende, dato che in Italia troviamo 46 mila produttori e oltre 52 mila operatori.
L'agricoltura biologica ha davvero il potenziale per trainare il Paese fuori dalla crisi, dato che il suo fatturato continua a crescere ed è arrivato a 3,5 miliardi di euro. L'indagine condotta dall'Ispra conferma quanto l'agricoltura biologica vinca su quella convenzionale, in termini di biodiversità, di qualità delle acque e del suolo, di bilancio di gas serra, di uso e consumo delle risorse quali suolo, acqua ed energia. L'agricoltura biologica è fondamentale per proteggere la biodiversità di animali e piante.
Come ricorda l'Ispra, nei terreni biologici, dove è proibito l'uso di fertilizzanti, pesticidi e erbicidi di sintesi, è possibile rilevare un numero doppio di specie vegetali rispetto a quelli convenzionali, fino al 50% in più di ragni, il 60% in più di uccelli e il 75% in più di pipistrelli.
Una questione fondamentale nel dibattito sul contributo dell'agricoltura biologica per il futuro dell'agricoltura mondiale e della sicurezza alimentare è se l'agricoltura biologica sarà in grado di produrre cibo a sufficienza per sfamare il mondo. Il confronto tra la produttività dell'agricoltura biologica e di quella convenzionale ha un ruolo centrale in questo dibattito.
L'analisi di Ispra dimostra che la produzioni dei suoli biologici è in media l'80% della produzione dei suoli convenzionali. Ma la variazione è sostanziale. Il divario di rendimento organico differisce in modo significativo tra i gruppi di colture (3% per il raccolto di frutta e il 35% per la verdura) e le regioni del pianeta. D'altra parte, lo studio mostra che i terreni sottoposti a forme intensive di agricoltura sono soggetti ad un calo della fertilità e della capacità produttiva.
Le stime dicono che quasi il 40% dei terreni coltivati intensivamente andrà perso entro il 2050. Al contrario, i suoli organici tendono a mantenere le proprietà biologiche, fisiche e chimiche nel corso del tempo, contribuendo a mantenere la produttività e garantire la sicurezza alimentare a lungo termine. Ecco dunque un motivo fondamentale per incoraggiare la diffusione dell'agricoltura biologica e naturale nel nostro Paese nel mondo. Dovrà essere proprio l'agricoltura biologica a nutrire il Pianeta.
Commenti
Posta un commento