A Birròforum l’incontro con il birrificio Croce di Malto
“Debbono essere presi e utilizzati solo orzo, luppolo e acqua” decretava nel 1516 il duca di Baviera Wilhelm IV nella più antica legge alimentare al mondo. La “purezza bavarese” è rimasta fino ad oggi la legge fondamentale dei birrai bavaresi noti in tutto il mondo ed Hauria di Croce di Malto può fregiarsi di questi requisiti
Il romanticismo della regione dell’Hallertau salta immediatamente agli occhi: le colline lievemente arcuate, con i loro campi di luppolo visibili da lontano, rendono inconfondibile questa zona tra Monaco e Ingolstadt. La coltivazione del luppolo nell’Hallertau è documentata da mille anni e strettamente collegata allo sviluppo della produzione di birra in Baviera. Soltanto le piante femmina del luppolo producono le ombrelle, senza cui sarebbe inimmaginabile il tipico sapore amaro e stimolante della birra. Qui c’è la più grande area di coltivazione di luppolo al mondo dove da fine agosto a metà settembre, vengono prodotti quasi 500.000 quintali di luppolo all’anno.
Croce di Malto sta alla birra italiana come alcuni dei più blasonati vignaioli di langa sta al vino. Premesso questo, andiamo a parlare di questo giovane birrificio.
La produzione inizia alla fine del 2008 e questo grazie all’impegno di Alessio Selvaggio (homebrewer) della moglie Erika Ferrazzi e dei compagni d'avventura Stefano e Massimo Leoni (titolari del locale La Frottola, a Vigevano) e Federico Casari.
Sottolineiamo che qui le birre vengono prodotte solo con metodi tradizionali e con l’impiego di antiche ricette che si sono sapientemente evolute grazie alla sinergia tra ricerca e tecnica. Il laboratorio si trova a Trecate in provincia di Novara ed è dotato di un moderno impianto condotto e controllato internamente dai produttori stessi.
Quello che poi risalta è che i prodotti sono caratterizzati dalla selezione e dall'uso dei migliori orzi maltati provenienti da tutta Europa, dei più interessanti luppoli provenienti da tutto il mondo ed in alcune ricette, anche dall'uso di spezie.
Vengono prodotte cinque etichette tutto l'anno e, ad ogni cambio di stagione, una birra particolare. L'assenza dei trattamenti di pastorizzazione e di filtrazione conferiscono alle birre un ulteriore aspetto qualitativo. Non subendo alcun trattamento e non utilizzando alcun additivo, le birre restano vive e mantengono un profilo armonico e gustativo esclusivo ed indimenticabile.
Ma passiamo alla birra che abbiamo degustato a Birròforum e che ci ha particolarmente colpito: la “tedesca” Hauria. Dovete sapere che questa straordinaria birra nasce in sinergia con l'associazione dei produttori tedeschi di luppoli dell'Hallertau, Hauria infatti dal febbraio 2012 è “Hops from Hallertau”, prima birra italiana a potersi fregiare del logo dei produttori della più vasta area di produzione al mondo di luppolo.
Hauria ha stravinto in Germania tra tutte le birre locali classificandosi prima all'European Beer Star 2014 Style Keller Pils, seconda classificata come Birra dell'Anno 2013 e prima classificata come Birra dell'Anno 2014, tra le chiare ad alta fermentazione e basso grado alcolico, “Kolsch”
Hauria simboleggia l’interpretazione dissacrante delle "birre chiare tedesche". Sorso dopo sorso le sue suggestioni ti portano ad avvertirne prima il gusto fresco e leggero, poi la sua finezza multiforme elaborata su un gusto che ricorda la crosta di pane e l'incedere di emozioni olfattive costruite attraverso l'uso di nobili luppoli tedeschi.
Il colore nel bicchiere si presenta con un bel giallo dorato. Schiuma fine e di alta persistenza. Al naso risalta l’erbaceo e le note agrumate. Al gusto si evidenzia con il classico duetto tra dolce ed amaro. 4,7° Alc
Consigliamo un bicchiere cilindrico lungo oppure un calice a chiudere. Temperatura: 6/8°C. Ottima con salumi e carne di maiale alla brace.
Hauria simboleggia l’interpretazione dissacrante delle "birre chiare tedesche". Sorso dopo sorso le sue suggestioni ti portano ad avvertirne prima il gusto fresco e leggero, poi la sua finezza multiforme elaborata su un gusto che ricorda la crosta di pane e l'incedere di emozioni olfattive costruite attraverso l'uso di nobili luppoli tedeschi.
Il colore nel bicchiere si presenta con un bel giallo dorato. Schiuma fine e di alta persistenza. Al naso risalta l’erbaceo e le note agrumate. Al gusto si evidenzia con il classico duetto tra dolce ed amaro. 4,7° Alc
Consigliamo un bicchiere cilindrico lungo oppure un calice a chiudere. Temperatura: 6/8°C. Ottima con salumi e carne di maiale alla brace.
Consigliamo vivamente, in occasione di Birròforum, di provare tutta la gamma di birre proposte allo stand Croce di Malto, che vi verranno spillate con competenza e simpatia. Perché il motto è: Una birra per ogni momento, un momento per ogni birra..
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