In fase di creazione in Nuova Zelanda nuove varietà di Sauvignon Blanc resistenti in risposta allo stress ambientale. Obiettivo produrre 12.000 diverse varianti del vitigno più apprezzato e coltivato nel Paese.
Nota per i suoi incantevoli Sauvignon Blanc, la Nuova Zelanda si appresta ad aggiornare i suoi vigneti per mantenere in vita una delle produzioni di vino bianco più famosa ed apprezzata in tutto il mondo. Sono ben 26.559 ettari di vigneto coltivato a Sauvignon Blanc. Unico problema è che, a causa del modo in cui le uve vengono propagate, la stragrande maggioranza di questi vitigni è geneticamente uguale. Ciò significa che qualsiasi nuovo parassita, malattia o cambiamento ambientale che colpisce una vite potrebbe interessarli tutti.
La regione dove ha avuto origine la recente tradizione vitivinicola della Nuova Zelanda è Marlborough, situata nell'estremità nord-orientale della South Island. La sua produzione di fatto è quella che meglio incarna il vino neozelandese. Circa il 77% dei vigneti dell'intero paese si concentra infatti in questa regione, nonostante la diffusione della vite risalga solo agli anni '70. La varietà più coltivata è appunto il Sauvignon Blanc, seguita da Pinot Nero e Chardonnay.
Oggi Marlborough è considerata da gran parte della critica come la regione dove si produce il miglior Sauvignon Blanc al mondo. Il segreto del successo di Marlborogh sta nel clima marittimo che garantisce una stagione lunga e costante durante il ciclo di maturazione dell'uva, caratterizzata tuttavia da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte tali da esaltare il corredo aromatico del Sauvignon Blanc, come in nessun'altro luogo al mondo. Ma questo purtroppo non basta a garantire una duratura produzione futura, a causa del recente cambiamento climatico che sta colpendo duro il Paese.
Il Bragato Research Institute e i suoi partner hanno così avviato un innovativo programma settennale di miglioramento della vite per produrre 12.000 diverse varianti di Sauvignon Blanc per aiutare l'industria vinicola neozelandese da 2 miliardi di dollari a diventare più resiliente.
Il programma ha già prodotto 6.000 nuove varianti di Sauvignon Blanc, create con i partner del programma, Plant & Food Research. Queste piantine si trovano in un vivaio e sono state piantate in un vigneto di ricerca nella primavera del 2023.
"Le piante hanno la capacità naturale di diventare geneticamente più diversificate in risposta allo stress ambientale e questa conoscenza è stata utilizzata per produrre una popolazione di viti con tratti unici", afferma il Dott. Darrell Lizamore, leader del team di ricerca.
"Poiché questo non comporta incroci con altri vitigni, le piante sono ancora Sauvignon Blanc e le nuove varianti derivano completamente dalla prima generazione".
Per capire esattamente come ciascuna di queste 6.000 varianti è diversa, BRI ha installato il primo sequencer di terza generazione ad alto rendimento in Nuova Zelanda
Il sequenziatore "PromethION", fornito dalle tecnologie Oxford Nanopore, genera dati di lunga lettura che sono fondamentali per comprendere le differenze genetiche tra le viti, nonché l'impatto che l'ambiente di una vite ha sui suoi tratti genetici.
Confrontando il DNA di diverse viti utilizzando approcci di sequenziamento, le viti possono essere sottoposte a screening per identificare quelle che presentano tratti utili per aiutare l'industria vinicola neozelandese ad adattarsi a un clima che cambia.
Tratti utili come resa migliorata, resistenza alle malattie, tolleranza al gelo ed efficienza nell'uso dell'acqua, saranno selezionati pur mantenendo l'iconico profilo aromatico del Sauvignon Blanc di Marlborough.
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