Lyber Hymnorum: il manoscritto ritrovato di Palestrina. Contiene tre inediti Inni tra cui l’Inno Lauda Mater per la Festa di Santa Maria Maddalena
Scoperto un manoscritto del XVI secolo nell’Archivio Capitolare di Città di Castello. Identificato come Lyber Hymnorum (ms. 2084), contiene tre inediti Inni di Giovanni Pierluigi da Palestrina, tra cui l’Inno Lauda Mater per la Festa di santa Maria Maddalena rimasto fino a oggi sconosciuto. Il ritrovamento del volume, datato dagli studiosi allo scriptorium della Cappella Giulia, ha generato un progetto che unisce ricerca musicologica, celebrazioni liturgiche e iniziative culturali. Concerti, conferenze e una mostra dedicata ai codici musicali della Cattedrale mettono in luce un patrimonio rimasto silenzioso per secoli e restituiscono alla città umbra un ruolo centrale nella riscoperta della polifonia rinascimentale.
Il ritrovamento del manoscritto Lyber Hymnorum nell’Archivio Capitolare della Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio ha riportato Città di Castello al centro dell’attenzione musicologica internazionale. Lo scorso anno è emerso un codice del XVI secolo che contiene tre inni attribuiti a Giovanni Pierluigi da Palestrina e finora sconosciuti.
La scoperta ha assunto un valore particolare per la diocesi e per gli studiosi, poiché avviene alla vigilia del Giubileo del 2025 e nel contesto delle celebrazioni per il quinto centenario della nascita del compositore. Il manoscritto identificato come Lyber Hymnorum ms. 2084 conserva, tra gli altri brani, l’Inno Lauda Mater destinato alla festa di santa Maria Maddalena.
Gli studi condotti da Galliano Ciliberti e approfonditi da Thomas Neal in un contributo pubblicato nel dicembre 2024 indicano che il volume sarebbe stato redatto tra il 1557 e il 1566 nello scrittorio vaticano della Cappella Giulia, probabilmente da Johannes Parvus e Federico Mario Perusino. Il collocamento cronologico e istituzionale suggerisce che questi inni appartengano a una fase centrale della carriera di Palestrina, quando la definizione di una scrittura polifonica chiara e funzionale alla liturgia rappresentava una priorità della riforma musicale romana. L’emersione di composizioni inedite offre dunque un ampliamento del catalogo e un’occasione per approfondire il rapporto del compositore con la pratica liturgica quotidiana.
Lo storico evento ha generato un programma di iniziative religiose e culturali che coinvolge la diocesi e le istituzioni della città. Le celebrazioni dei santi Florido e Amanzio proseguono con Messe solenni e con la partecipazione delle Confraternite, mentre la Schola Cantorum Anton Maria Abbatini anima i momenti liturgici con repertori legati alla tradizione locale.
Il 16 novembre prossimo è previsto un concerto che propone in prima esecuzione il Vespro per la festa di santa Maria Maddalena ricostruito da Alessandro Bianconi a partire proprio dal manoscritto. Gli inni inediti di Palestrina risuonano accanto a composizioni di Antonio Maria Abbatini tra cui un Magnificat a otto voci recuperato di recente. L’insieme degli esecutori coinvolti rappresenta un vero organismo corale che mette in luce la vitalità della pratica vocale umbra, con la presenza della Schola Cantorum cittadina, del Libercantus Ensemble di Perugia, della Schola Gregoriana Scriptoria di Verona e di un ensemble strumentale rinascimentale.
Le celebrazioni sono affiancate da una conferenza affidata a don Andrea Czortek, al prof. Ciliberti e a Bianconi, ospitata nel salone gotico del Museo Diocesano. Contestualmente si apre una mostra che presenta i codici musicali dell’Archivio Capitolare offrendo una panoramica del patrimonio corale tifernate tra Palestrina e Abbatini. L’iniziativa sottolinea la continuità storica della musica sacra nella città e la presenza di un fondo archivistico che conserva testimonianze significative per la ricostruzione della pratica devozionale locale.
Sotto il profilo musicologico il manoscritto rappresenta una testimonianza preziosa per la comprensione del lavoro di Palestrina in un periodo di intensa produzione liturgica. L’Inno Lauda Mater e gli altri due brani inediti suggeriscono un impiego legato a feste specifiche e mostrano la varietà di soluzioni con cui il compositore affrontava la struttura metrica degli inni. La loro diffusione attraverso uno scriptorium come quello della Cappella Giulia conferma inoltre l’importanza del legame tra Roma e i centri umbri nella circolazione dei repertori polifonici del secondo Cinquecento.
La comunità di Città di Castello vive questo ritrovamento come un momento di riconoscimento della propria storia spirituale. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha ricordato che questo patrimonio costituisce un’occasione per riprendere consapevolezza delle radici della diocesi e per orientare lo sguardo verso le responsabilità del presente. Don Andrea Czortek ha posto l’accento sul valore culturale e identitario dell’evento, che offre alla città uno stimolo alla riscoperta dei materiali conservati nei propri archivi.
La prospettiva aperta dal Lyber Hymnorum va oltre il calendario delle celebrazioni. La presenza di materiale inedito invita alla realizzazione di edizioni critiche, alla revisione della cronologia delle opere palestriniane e a una nuova attenzione verso i codici ecclesiastici ancora inesplorati. La programmazione musicale legata al ritrovamento mostra inoltre come la ricerca storica possa alimentare una pratica viva e partecipata che coinvolge studiosi, musicisti e istituzioni religiose.
Il caso di Città di Castello offre quindi un contributo significativo allo studio della produzione di Palestrina e conferma il ruolo attivo dei centri umbri nella conservazione e nella trasmissione della musica sacra del Rinascimento. La città celebra così non solo i suoi patroni ma anche un’eredità musicale che torna a farsi ascoltare dopo secoli di silenzio.
@Riproduzione Riservata
.jpg)
Commenti
Posta un commento