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Artigianalità, territorialità e sostenibilità. Si chiude con successo il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti

Si chiude con grande successo l’11° mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti che si è svolto a Piacenza dal 26 al 28 novembre. La fiera riunisce di anno in anno i custodi di una viticoltura autentica, espressione delle culture dei territori e portatrice di valori sempre più riconosciuti e apprezzati nel mercato del vino.



Di Francesco Cerini

Un successo annunciato quello di questa 11ma edizione del mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti. E’ stata definita dagli stessi organizzatori l’edizione dei record, ma questa sembra una definizione, di anno in anno, appropriata per tutte le edizioni. D'altro canto i numeri parlano chiaro. Se si esclude una lievissima flessione nel 2021, anno post pandemia, il numero dei visitatori è in costante aumento con progressioni da capogiro se è vero com’è vero che si è passati dai circa 15000 dell’edizione del 2017 ai circa 24000 dell’edizione appena conclusa.

Più che giustificate le parole di soddisfazione di Lorenzo Cesconi, presidente Fivi: “Abbiamo vinto un'altra sfida: dopo aver superato le difficoltà della pandemia con l'edizione 2021, quest'anno abbiamo voluto dare spazio a tutti gli associati interessati a partecipare, sfruttando tutti gli spazi disponibili e potenziando i servizi, grazie alla collaborazione con Piacenza Expo. Il pubblico ci ha dato ragione, partecipando al Mercato con entusiasmo e curiosità, dimostrando di riconoscere in questa manifestazione i valori che ne stanno alla base: qualità, artigianalità e trasparenza.”  

Il mercato di Piacenza è una fiera del tutto particolare nel panorama del mondo del vino. Rivolta sì al mondo professionale, e quest’anno il giorno di lunedì è stato specificatamente riservato a loro, ma soprattutto al mondo degli appassionati alla cui curiosità è dedicata l’attenzione dei vignaioli presenti. 

Certo le dimensioni del mercato impongono uno “studio preliminare del percorso” da parte di chi ha a disposizione un tempo limitato, ma chi ha maggiore  disponibilità può gustarsi il girovagare tra le postazioni che, assegnate in maniera casuale frutto di estrazione a sorte, favoriscono l’incontro con quei produttori “meno noti” che altrimenti rischierebbero di non essere visitati. 

A mio modo di vedere questa è una grande opportunità per gli appassionati e consente di fare delle “scoperte” interessantissime. Personalmente quest’anno mi sono dedicato all’Oltrepò Pavese e alla Valtellina scoprendo piccole aziende veramente degne di nota. 

La disponibilità e “il divertimento” dei vignaioli a raccontare le proprie esperienze e i propri vini sono la chiave del successo di questa manifestazione che si va imponendo non solo come la più importante del suo genere, ma tra le più importanti in assoluto nel mondo del vino. 

Grande valore aggiunto è la facilità di acquistare i vini a un prezzo promozionale. Molti visitatori approfittano di questa possibilità e trasformano le corsie tra gli stand in un animato, ma non caotico, supermercato con carrelli colmi delle bottiglie dei vini appena assaggiati. 

Chiusa la ribalta dell’undicesima edizione gli organizzatori cominciano a fare i conti con la prossima, che a detta di molti potrebbe chiamarsi “Fivitaly”. Non pochi problemi da risolvere essenzialmente legati al  numero delle presenze sia di pubblico, che è facile prevedere intorno alle 30000 unità, che di vignaioli stante che all’attuale edizione hanno partecipato “solo” 870 dei quasi 1500 soci FIVI   

 Lo spazio dei locali  dell’ente  fiera, nonostante i tre padiglioni messi a disposizione, ha raggiunto il limite della praticabilità anche per la presenza  dei carrelli che, se da un lato rappresentano il peculiare punto di forza della fiera, sono di ovvio intralcio quando se ne trovano tre o quattro ad “ostacolare” l’accesso ad un banco d’assaggio. 

Ma tempo ce n’è e Piacenza Expo e la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti sapranno risolvere al meglio! 

Arrivederci alla 12^ Edizione!

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