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Vino e mercato, l'Abruzzo approva il blocage delle uve per ristabilire equilibrio tra domanda e offerta

Consorzio Tutela vini d’Abruzzo, Regione e Associazioni di Categoria danno il via libera al blocage o riserva vendemmiale. Emanuele Imprudente: ”Con il Modello Abruzzo e le attuali attività di gestione delle produzioni puntiamo ad innalzare il percepito dei nostri vini in tutto il mondo”. Alessandro Nicodemi: ” L’immissione di Montepulciano d’Abruzzo, ma anche di Pecorino d’Abruzzo, necessita di essere regolamentata per poter meglio competere sui mercati”.




Il Tavolo Verde voluto dal Consorzio Tutela vini d’Abruzzo con la Regione e le Associazioni di Categoria, ha dato il via libera all’ Art. 39 (comma 3 e comma 4) della Legge 238/2016 per la vendemmia 2023. Faccio presente che il blocage o riserva vendemmiale, delega le Regioni ad autorizzare, per i vini a Denominazione di origine protetta, l'accantonamento fino al 20% del prodotto ottenuto dalla vendemmia in contesti climatici particolarmente favorevoli.

Come spiega Emanuele Imprudente Vicepresidente e Assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, si avvia finalmente in Abruzzo una gestione reale di quelle che sono le produzioni che ha l’obiettivo di dare il giusto valore ai nostri vini che sono di una qualità eccezionale. L’approvazione del Modello Abruzzo che c’è stata l’anno scorso insieme alle attività che si stanno facendo ora sulla gestione delle rese, posizioneranno i nostri vini e la nostra regione a un livello nazionale e internazionale di primissimo ordine. Il Modello Abruzzo è una grossa novità sul panorama enologico nazionale e sarà il punto di forza su cui fondare la grande crescita qualitativa e comunicativa di un prodotto che non è secondo a nessuno.

Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio, afferma che era assolutamente urgente intervenire con la gestione delle produzioni per superare gli squilibri congiunturali di mercato e per poter affrontare nel migliore dei modi la prossima vendemmia. il Presidente si ritiene soddisfatto del dialogo e del grande lavoro svolto assieme alla Regione che consente oggi di poter procedere nel ridurre la resa massima per le uve classificabili come Doc Montepulciano d'Abruzzo della vendemmia 2023 e per quelle destinate all’IGT Pecorino. Queste azioni sono volte a consolidare le Denominazioni della regione ed il loro posizionamento sul mercato.

Il Consorzio ha portato avanti un’attenta analisi, elaborata dal comitato tecnico, dell’attuale andamento delle Denominazioni tutelate e dei possibili scenari dei prossimi anni nel mondo del vino, che impongono di intervenire al più presto affinché il rapporto tra domanda e offerta sia più equilibrato. La presenza nelle cantine abruzzesi di significative giacenze di vino a DOC Montepulciano d’Abruzzo, la tendenza alla flessione dei prezzi all’origine, il rallentamento complessivo delle vendite di vini rossi sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, l’elevato livello dell’inflazione e dei prezzi dell’energia hanno indotto il CdA del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo a procedere in questa direzione, a partire dalla più̀ importante denominazione regionale che, da sola, rappresenta circa l’80% della produzione di vini a D.O. rivendicata annualmente in Abruzzo.

Ad oggi con l’applicazione del blocage si potranno rivendicare fino a 120 q.li per ettaro di uva a Montepulciano d’Abruzzo, l’altro 20% rimane necessariamente in cantina. Il vino sottoposto a bloccaggio non potrà essere certificato né venduto fino alla data del 30 giugno 2025. Da questa operazione sono esclusi coloro che producono vino biologico certificato e le aziende verticali.

Il quantitativo “bloccato” ed il supero possono essere però riclassificati, in qualsiasi momento, a Abruzzo Doc Rosso/Igt/Vino senza Igt/Doc e utilizzato liberamente.

È stata approvata oggi anche la richiesta portata avanti dal Consorzio di attuare il blocage delle uve rivendicate a IGT Pecorino. Considerato lo sbilanciamento tra produzione rivendicata, venduta e/o imbottigliata di IGT Pecorino, per la vendemmia 2023 si stabilisce  che la resa di uva per ettaro della IGP/IGT Pecorino è fissata in 170 q.li/ha (anziché 220 q-li /ha previsti da disciplinare) mentre la restante parte pari 50 q.li/ha (differenza tra 220 e 170 q.li/ha) non può essere classificata ad IG e deve essere rivendicata/declassata a vino da tavola.

Nicodemi spiega inoltre che il lavoro intrapreso è a beneficio dei produttori e di tutto il territorio regionale. Questi sistemi di regolamentazione del mercato sono stati chiesti da tempo e finalmente potranno essere utilizzati per supportare la filiera e salvaguardare il valore del grande lavoro delle  aziende agricole abruzzesi.

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