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Opera, il feroce colonialismo della Madama Butterfly di Puccini secondo Àlex Ollé

Al Teatro dell'Opera di Roma di scena il feroce colonialismo della Madama Butterfly di Puccini secondo Àlex Ollé. Roberto Abbado affronta per la prima volta il titolo ed Eleonora Buratto porta in Europa la sua Cio-cio-san dopo il successo a New York. Dal 16 al 25 giugno al Teatro Costanzi.



Segna il debutto in Europa come Cio-cio-san del soprano Eleonora Buratto, dopo lo straordinario successo ottenuto al Metropolitan di New York: è la Madama Butterfly di Giacomo Puccini che l’Opera di Roma propone dal 16 al 25 giugno per otto serate, precedute dall’anteprima giovani di giovedì 15 giugno. La replica di mercoledì 21 giugno (ore 20.00) sarà trasmessa in diretta sulle frequenze di Radio3 Rai. La messa in scena è quella di Àlex Ollé de La Fura dels Baus, realizzata in collaborazione con Opera Australia / Sidney Opera House, nata per la stagione estiva di Caracalla del 2015, ripresa e riadattata per lo spazio del Circo Massimo nel 2021 e ora per quello del Teatro Costanzi. Sul podio un direttore di grande esperienza come Roberto Abbado, che affronta per la prima volta il capolavoro di Puccini. Protagonisti sul palco anche Maria Teresa Leva come Cio-cio-san (17, 20, 22, 25), Dmytro Popov e Luciano Ganci (17, 22, 25) come Pinkerton, Anna Maria Chiuri come Suzuki e Roberto Frontali e Giovanni Meoni (17, 22, 25) nei panni di Sharpless. Carlo Bosi è Goro, Luciano Leoni lo zio Bonzo. Altri interpreti il principe Yamadori Eduardo Niave, Kate Pinkerton Ekaterine Buachidze, il commissario imperiale Mattia Rossi dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, la madre Angela Nicoli, la cugina Cristina Tarantino, l'ufficiale del registro Antonio Taschini, la zia Stefania Rosai, Yakusidè Maurizio Cascianelli. Le scene sono di Alfons Flores e i costumi di Lluc Castells. Video di Franc Aleu e luci di Marco Filibeck. L’orchestra e il coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma.

Il dramma orientalista di Puccini viene restituito allo sguardo moderno attraverso una messa in scena cinematografica e iperrealista, in cui il sogno d’amore della giovane geisha Cio-cio-san degenera, secondo la visione di Àlex Ollé, in un «paradiso perduto» e la brama di potere di Pinkerton diventa «simbolo di uno tsunami neoliberista, ultima conseguenza del feroce colonialismo, capace di distruggere ogni cosa». Vincitore nel 2011 del prestigioso Premio Abbiati (per la regia di Quartett di Luca Francesconi alla Scala), Ollé ha debuttato con l’Opera di Roma nel 2009, collaborando con Valentina Carrasco nella messa in scena de Le Grand Macabre di György Ligeti. Come direttore creativo per La Fura dels Baus, il regista catalano ha messo in scena numerose produzioni operistiche: la compagnia si distingue per i suoi allestimenti innovativi, sempre rivolti a un ripensamento dello spazio teatrale e del rapporto con il pubblico.

Proprio in concomitanza della messa in scena del capolavoro pucciniano l’Opera di Roma e la casa editrice effequ fanno uscire il secondo numero della rivista di attualità culturale Calibano, intitolato Madama Butterfly / L’orientale e dedicato alla discriminazione di genere tra oriente e occidente. Il volume, distribuito nelle librerie dal 15 giugno, si apre con un’analisi del rapporto di Puccini con le donne dell’americana Alexandra Wilson, ma si occupa anche del fenomeno storico del giapponismo, della percezione (e dell’auto-percezione) della donna nel Giappone di oggi, della figura della geisha, di storia della prostituzione, passando per il cinema, il teatro kabuki, i manga, l’architettura e la moda, con una storia del kimono. Viola Di Grado si immagina la storia del figlio di Cio-cio-san trasportandola in un presente tecnologico e inquietante, mentre Lea Melandri ripercorre il suo personalissimo percorso di avvicinamento al teatro musicale. Ancora una volta quindi un’opera, nata centoventi anni fa come Madama Butterfly, diventa l’occasione per ragionare sul mondo di oggi, sulle sue tradizioni e contraddizioni.

Tornando alla messa in scena, sul podio è chiamato Roberto Abbado, che con Madama Butterfly si confronta per la prima volta. «In questi mesi trascorsi a studiare Madama Butterfly - dice il direttore d’orchestra - ho cercato di indagare come Puccini, attraverso la trasformazione dei temi, l’uso post-wagneriano delle armonie e di quelle per toni interi, sia riuscito a delineare l’evolversi del dramma psicologico dei personaggi, in particolare quello di Cio-cio-san. La cosa più straordinaria di questo capolavoro è la capacità di tenere insieme una coerenza e una logica estreme con una spiccata capacità di emozionare e commuovere il pubblico. Analizzando la genesi della partitura poi, ho scelto di ripristinare la forma originaria, quella della versione del 1904 rappresentata a Milano, dell’Interludio notturno che si apre con il celebre “Coro a bocca chiusa”. In questo modo il coro confluisce senza soluzione di continuità nell’Intermezzo creando un unico grande brano sinfonico-corale».

Direttore di grande esperienza, Roberto Abbado ha diretto produzioni e prime rappresentazioni assolute in alcuni fra i più prestigiosi teatri del mondo. Primo italiano sul podio del tradizionale Concerto di Capodanno al Teatro La Fenice di Venezia nel 2004, è stato insignito nel 2008 del Premio Abbiati come Miglior direttore d’orchestra dell’anno, «per la compiuta maturità interpretativa, l’ampiezza e la curiosità del repertorio nel quale ha offerto esiti rimarchevoli attraverso un’intensa attività stagionale». Attualmente è direttore principale della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna.

Protagonista sul palco è Eleonora Buratto, tra i soprani italiani più acclamati a livello internazionale. Il suo debutto come Madama Butterfly al Metropolitan di New York nel marzo 2022 è stato acclamato da pubblico e critica. Buratto ha debuttato nel 2009 diretta da Riccardo Muti e da allora canta regolarmente nei teatri e nei festival più prestigiosi al mondo. Nel 2021 ha ricevuto dalla critica italiana il Premio Abbiati come miglior cantante dell’anno.

Madama Butterfly è un’opera in tre atti di Giacomo Puccini (1858 – 1924), definita dal suo autore “tragedia giapponese”. Il libretto, di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, si basa sull’omonima pièce teatrale di David Belasco, che Puccini vide a Londra nel 1900. Il drammaturgo americano, infatti, aveva adattato a testo unico una storia originale di John Luther Long del 1898. Per scrivere l’opera, Puccini si documentò su usi e costumi del Giappone e si ispirò anche a un altro racconto semi autobiografico, la Madame Chrysanthème di Pierre Loti, un ufficiale della marina militare che nel 1895 era partito per il Giappone, sposando e poi abbandonando una giovane del posto. Madama Butterfly debuttò il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala. La prima rappresentazione al Teatro Costanzi risale invece al 25 marzo 1908.

TRAMA

Nagasaki, inizio XX secolo. Cio-cio-san è una quindicenne giapponese, costretta a lavorare come geisha per sfuggire alla povertà. Innamoratasi di Pinkerton, un ufficiale della marina americana sbarcato in Giappone, lo sposa nella speranza di riabilitare la sua condizione. Ben presto, tuttavia, Pinkerton la abbandona: torna a Nagasaki tre anni dopo, con la sua nuova moglie americana. Cio-cio-san, dopo aver affidato a lei il figlio avuto da Pinkerton, decide di uccidersi.

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