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Come fiammeggia e splende, il madrigale ritrovato di Maddalena Casulana. Prima donna a comporre a suo nome, anticipò l'emancipazione femminile nel Rinascimento

Ritrovato il perduto libro parziale per contralto del Primo libro di madrigali a cinque voci di Maddalena Casulana del 1583, prima donna a pubblicare musica col proprio nome. L’eccezionale scoperta getta una nuova luce, vivificandone la figura su una delle più interessanti compositrici nella storia della musica colta. 




Una recente scoperta a cura di Laurie Stras, professore emerito di musica all'Università di Southampton e professore di ricerca di musica all'Università di Huddersfield. nel Regno Unito, getta una nuova e vivificante luce su Maddalena Casulana. Si tratta del ritrovamento del perduto libro parziale per contralto del Primo libro di madrigali a cinque voci composto del 1583. Il libro, scomparso dopo la seconda guerra mondiale da una collezione musicale in Polonia, è stato rintracciato in una biblioteca di Mosca. Per celebrare questa sensazionale scoperta, nell’ambito della Giornata Internazionale Della Donna 2022, la BBC Radio 3 ha trasmesso in diretta in una prima assoluta, il Primo libro di madrigali a cinque voci di Maddalena Casulana del 1583, eseguito integralmente per la prima volta in 400 anni dall'Ensemble Fieri Consort, presso il King's Place di Londra. Questo il programma, che comprendeva anche le opere di una delle più grandi compositrici del Barocco italiano: la talentuosa Barbara Strozzi.

La vicenda umana di Maddalena Casulana si articola in un contesto sociale caratterizzato da un radicale cambiamento nei valori e della mentalità dell’uomo e anche momento cardine per l’affermazione delle figure femminili nell’ambiente musicale italiano in cui, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la presenza di compositrici, non solo è stata costante nel tempo, ma anche rilevante sia qualitativamente, sia quantitativamente. Stilisticamente, Maddalena Casulana componeva nell’ambito del contrappunto, evitando l’eccessiva sperimentazione di alcuni suoi contemporanei, ponendo forte attenzione agli aspetti melodici e cantabili delle voci, in quanto veicoli del sentimento. 

Maddalena Casulana, compositrice, liutista e cantante, nasce nel 1544 circa, a Casole D'Elsa, Siena. Fu al servizio dei Medici probabilmente per tutta la vita, componendo, suonando il liuto e cantando per alcune delle personalità più importanti del momento, spostandosi e partecipando come compositrice ed esecutrice ad eventi di rilievo europeo. Non ci sono prove certe che la leghino a Casulana Vicentina; alcune fonti la descrivono come "Vicentina" nel 1569. Maddalena fu la prima compositrice ad aver pubblicato a stampa le proprie composizioni musicali, ovvero i suoi tre libri di madrigali, contenenti 66 madrigali, di cui cinque già apparsi in antologie. Nel suo Primo libro de madrigali a quattro voci (Venezia, 1568) il testo si apre con una dedica rivolta a Isabella de’ Medici che è forse una della prime rivendicazioni del ruolo della donna in ambito professionale, in cui la Casualana dichiara:

“queste mie primizie, imperfette come sono…mostrano al mondo il vano errore degli uomini che credono se stessi protettori degli alti doni dell'intelletto, che secondo loro non possono essere ritenuti allo stesso modo anche dalle donne…”

La dedica da come si può evincere sembra un primo manifesto femminista in cui, mi piace pensare, Maddalena esorti con lucidità e fierezza le donne a prendere in mano attivamente la propria educazione e a rifiutarsi di essere relegate ai margini della vita civile. Comunque questo vivace scritto mostra quanto la giovane compositrice fosse sicura di sé e delle sue qualità artistiche di donna. A testimoniarlo ecco alcuni punti salienti della vita artistica di Maddalena Casulana:

all’epoca era già una nota compositrice e aveva composto un epitalamio, Nil mage iucundum, in cinque parti per un matrimonio reale a Monaco di Baviera, dove si era recata a spese del duca nel 1568. Sempre in quell'anno Antonio Molino, mercante, attore e scrittore veneziano, le dedicò i suoi Dilettevoli madrigali, dicendo che erano stati scritti dopo aver studiato musica con lei. Il libro include le ambientazioni di tre poesie scritte in onore di Casulana. Giambattista Maganza le dedicò una canzone in dialetto nel 1569. Nel maggio 1570 Casulana dedicò il suo Secondo libro de' madrigali a quattro voci a Don Antonio Londonio, funzionario milanese e notevole mecenate della musica, la cui moglie, Isabella, era una nota cantante. La sua attività nei dodici anni successivi è sconosciuta. Giambattista Crispolti descrive un banchetto del 1582 a Perugia dopo il quale "La Casolana famosa ... cantò al liuto di musica divinamente". Nell'agosto 1582 l'editore Angelo Gardano dedicò a "la signora Madalena Casulana di Mezarii" la sua edizione del Primo libro de madrigali a tre voci di Monte, implorando Casulana di favorirlo con qualche composizione di questo genere ormai trascurato. Un suo madrigale, in tre parti è stato pubblicato nel 1586 (RISM 158612). 'Di Mezarii', probabilmente il suo nome da sposata, appare in una variante sul frontespizio della sua ultima pubblicazione sopravvissuta, Di Madalena Mezari detta Casulana Vicentina, Il primo libro de madrigali a cinque voci, dedicato a Mario Bevilacqua, patrono dell'Accademia di Verona, città presso la quale la Casulana si recò per una visita. Il 18 gennaio 1583, si esibì in una riunione dell'Accademia Olimpica di Vicenza dove si trovava un suo ritratto.

Maddalena componeva nell’ambito del contrappunto evitando l’eccessiva sperimentazione di alcuni suoi contemporanei e ponendo forte attenzione agli aspetti melodici e cantabili delle voci, in quanto veicoli del sentimento. I suoi madrigali mostrano notevole abilità e originalità nella gestione di armonia e dissonanza, con l’uso inaspettato dell'alterazione cromatica e degli audaci accostamenti armonici. Nelle sue scelte poetiche prediligeva il verso lirico contemporaneo che illustrava come fossero pennellate di colore su una tela dipinta. Questi effetti stupefacenti e originali, ci regalano madrigali con uno stile insolitamente personale e distintivo, dandoci davvero il senso di una figura di donna emancipata della sua epoca.

La mancanza di notizie biografiche successive al 1591 porta a pensare che morì in quel periodo. Quello che rimane certo, e caratterizzante del suo modo di pensare, è che la Casulana gestiva la propria attività musicale con un’ottica imprenditoriale piuttosto moderna: faceva attenzione a coltivare amicizie e conoscenze. Frequentava le corti, i salotti e le accademie, produceva e si esibiva con costanza, tanto da fissare un nuovo standard per le musiciste e le artiste in generale.

Concludendo volevo citare alcune posizioni emergenti estrapolate da quanto scritto dal musicologo Paolo Prato, in un vecchio articolo originato dalla sua partecipazione come osservatore al congresso "Women and Music" che si tenne alla New York University nel marzo 1981, evento unico nel suo genere, in quanto fu un occasione per tornare agli albori di un dibattito che allora coinvolgeva il mondo anglosassone e poco altro, essendo quasi del tutto assente in Italia.

La presenza delle donne nella musica è parte della storia "non-ufficiale". Quella che conosciamo come "La Storia della Musica", è una vicenda essenzialmente maschile, nonché, secondo i dettami dell'estetica romantica, una successione di figure grandi e meno grandi. Le pochissime donne che vi entrarono, per lo più all'ombra di personaggi più famosi, stimolano raramente qualcosa di più che una mera curiosità aneddotica. Il contributo femminile alla storia della musica va ricercato maggiormente in quelle attività come il mecenatismo, l'insegnamento, l'esecuzione, a cui la donna ha avuto più libero accesso. Nell'Occidente il professionismo fu per secoli considerato improprio per una donna: suonare in casa per amici e parenti era attività incoraggiata ma non esibire il proprio talento in pubblico per denaro. La conoscenza sempre più approfondita di altre culture ci rivela invece che altrove, in altre epoche, la donna aveva un rapporto con la musica anche su basi “professionali”.

Tra il Rinascimento e il Barocco l'accesso, alla composizione era riservato a personalità di eccezionale stato nobiliare che patrocinavano il meglio della musica del loro tempo: Isabella d'Este, Maria Stuarda, Elisabetta I, Anna Bolena, ma per tali donne la musica era comunque passatempo. Altre venivano "lanciate" da padri, mariti e fratelli più famosi, come Francesca Caccini (Firenze), Tarquinia Molza (Ferrara), Elisabeth de la Guerre (Parigi). Lo statuto di "compositore" viene acquisito solo nel XIX sec. da quelle donne che riescono a garantirsi un'indipendenza economica attraverso la carriera di esecutore, in genere pianista o cantante d'opera.

La società del tempo ha sempre dettato quale tipo di musica fosse per loro appropriato scrivere: canzoni leggere sull'amore e la natura, pezzi per pianoforte non troppo impegnativi, opere didattiche per bambini, e, quindi, musiche dalle sonorità dolci, di breve durata, in forme semplici adatte al salotto. Non era considerato appropriato per le donne scrivere sinfonie, opere, oratori, requiem, né marce, inni, canzoni sulla guerra; scrivere in forme lunghe o complesse, per ottoni, per grandi insiemi strumentali. Tuttavia le donne hanno sempre scritto tutti questi generi di musica.

Il convento fu decisamente il conservatorio femminile; si può capire quale importanza vi avesse la musica, e il canto in particolare, dal fatto che religiose e laiche, tutte, imparavano a leggere la musica e a cantare, dedicando fino a sette ore giornaliere a tale attività di culto. L'esempio di Vivaldi, che insegnava alle ragazze del conservatorio della Pietà - ove si raccoglievano quelle orfane e abbandonate - e per loro scrisse la maggior parte dei suoi lavori che venivano eseguiti pubblicamente ogni domenica mattina ma in modo che l'orchestra fosse nascosta, è solo il più noto.

Volevo cogliere l'occasione in questo mio articolo, di ribadire partendo proprio dalla mancanza di una solida presenza femminile nella storia della musica, di far entrare nelle scuole un insegnamento per esplorare anche questa tematica. I campi a disposizione potrebbero variare dall'antropologia: gli strumenti musicali "maschili" e quelli "femminili"; alla storia: il ruolo delle grandi mecenati nello sviluppo della musica rinascimentale; dalla religione: la musica nella vita monastica; l'estetica: i ruoli sessuali nel melodramma. Fino ad arrivare ai temi centrali della società moderna, tra cui il rapporto della donna con musica e psicologia, la terapeutica, la sociologia. Senza contare le ricerche monografiche sulle singole figure di donne musicisti ed i loro nomi da inserire nei dizionari e nelle enciclopedie, in quanto molto probabilmente, ne vengono omessi. E’ di pochi mesi fa una petizione a cura di ANDCI - Associazione Nazionale Direttori di Coro Italiani - che invita tutti a firmare per far introdurre lezioni di affettività nei programmi scolastici attraverso la creazione di un coro in  ogni istituto. E’ ormai evidente l’importanza di avere, sin dalla prima infanzia, un approccio al canto e alla musica, in grado di rafforzare le capacità di attenzione degli alunni, per creare rapporti basati sull’empatia e, per raggiungere infine, i traguardi di sviluppo immaginati e programmati. 

Il canto e la musica obbligatori nelle scuole potrebbero essere strumenti educativi in grado di offrire molteplici opportunità. Leggere la musica, conoscere generi, stili ed epoche musicali diverse tra loro, si collegano efficacemente a discipline come la letteratura, la pittura, il teatro, la storia, la filosofia. Un apprendimento a 360 gradi che contribuisce alla formazione della persona nella sua interezza.

Insomma, musica, emozioni e docenti qualificati costituiscono un approccio naturale per guidare gli studenti verso una crescita equilibrata e sicuramente essere un passo fondamentale per contribuire a plasmare un futuro più armonioso per le nuove generazioni e sostenere un cambiamento significativo nell'istruzione.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

The New Grove Dictionary of Music and Musicians

https://www.southampton.ac.uk/music/about/staff/lastras.page

https://www.bbc.co.uk/mediacentre/2022/bbc-radio-3-international-womens-day

https://www.theguardian.com/music/2022/mar/05/maddalena-casulana-missing-renaissance-madrigals-rediscovered

Le donne nella musica: un approccio critico (Paolo Prato, 1983)

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