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Vasto mar, nel cui seno fan soave armonia. Il Primo Libro de Madrigali di Heinrich Schütz: i Madrigalisti del Bach Collegium incantano Roma con un concerto straordinario

I Madrigalisti del Bach Collegium Roma diretti dal maestro Walter Testolin, hanno regalato ad un folto pubblico una serata indimenticabile con uno straordinario concerto: Il Primo Libro de Madrigali di Heinrich Schütz, una sublime raccolta di brani in una interpretazione che ha catturato perfettamente lo stile ed il genio del musicus poeticus. Tra dissonanze, cromatismi e scintille di originalità, un grande omaggio attraverso un viaggio emozionante, ad uno dei massimi compositori tedeschi del periodo barocco.



La piccola e deliziosa sala della Chiesa Valdese in via IV novembre a Roma era gremita fino all'inverosimile; un folto ed attento pubblico di veri appassionati, in quello che, ieri sera, è da considerare uno degli eventi più straordinari del panorama musicale colto della capitale. Nell’ambito nel sesto appuntamento dello Stimmen Festspiel, in una prima assoluta per Roma, si sono esibiti i Madrigalisti del Bach Collegium Roma, sotto la direzione del maestro Walter Testolin, regalandoci una incantevole lettura di gran parte del Primo libro de madrigali di Schütz. 

Edito a Venezia nel 1611 sotto la firma italianizzata di Henrico Sagittario Allemanno, il volume racchiude la sintesi del lungo periodo passato da Schütz nella capitale della Serenissima, come allievo di Giovanni Gabrieli. E le mani dei due geniali compositori si sono sentiti, eccome! I madrigali di quello che è considerato il musicus poeticus sono di una bellezza e complessità fuori dal comune. Si tratta di ambientazioni su testi - per lo più di Guarini e di Marini - che sono stati musicati da diversi compositori, come ad esempio Monteverdi, Priuli e Grabbe. Sono tutti per cinque voci non accompagnate tranne l'ultimo pezzo a otto voci, probabilmente su testo di Schütz stesso, con il quale ha onorato il dedicatario della raccolta: il suo mecenate Moritz d'Assia, e allo stesso tempo ha reso omaggio a Gabrieli nella sua scrittura per doppio coro. 

In questo prezioso lavoro, interpretato magistralmente dai Madrigalisti del Bach Collegium Roma, si evidenziano l’alternanza delle sezioni imitative e di quelle omofoniche, ed anche se tradisce le radici nel madrigale italiano del Rinascimento, l’opera esplora originali trame moderne, con voci raggruppate a due o a tre, in armonie cromatiche - come ad esempio in Alma afflitta - e ritmi, che contribuiscono alla creazione di un'atmosfera molto ricercata attraverso uno stile che conduce l'ascoltatore alla percezione di una interpretazione altamente affettiva del testo musicale, e questo grazie al sapiente uso di quegli artifici compositivi e di quei metodi propri dell'arte retorica e della parola che l'elasticità espressiva di questa mirabile ensemble ha fatto emergere in un'evocazione particolarmente lucida di tutti i brani in programma.

Tutta la competenza di Schütz nel contrappunto - una delle sue caratteristiche principali della sua opera - ma anche la sua abilità nel mettere in musica un testo, è stata di fatto rappresentata al suo meglio, donandoci, attraverso le figure musicali, l'esatto significato emotivo. Perfetti gli intervalli cadenti e le dissonanze per esprimere tristezza, dolore e morte e le colorature per esprimere gioia o movimento ("fuggire"). Come i suoi colleghi italiani anche Schütz sceglie le poesie per le sue ambientazioni. Come dicevo, la maggior parte sono di poeti famosi come Giambattista Marino e Battista Guarini. Sei delle poesie provengono da Il pastor fido di Guarini. Fa eccezione l'ultimo e sublime madrigale "Vasto mar, nel cui seno fan soave armonia", scritto dallo stesso Schütz, che qui dimostra non solo la sua padronanza della lingua italiana ma anche il suo notevole talento poetico. Insomma, che dire, onorato e fortunato per aver avuto la possibilità di assistere ad un concerto di così grande portata. Ancora un grazie al maestro Testolin per aver concesso a tutti noi un momento di gioia assoluta.


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