A cura di Francesco Rocco Rossi per la Libreria Musicale Italiana, un volume ricco di esempi, la maggior parte dei quali desunti da fonti trattatistiche del Quattro-Cinquecento. L'autore, a parte qualche manoscritto, ha prediletto le fonti a stampa in ragione della loro maggior chiarezza. Delle fonti trattatistiche utilizzate, la più prolifica e, per questo motivo, inevitabilmente più ‘saccheggiata' è la Practica Musice di Franchino Gaffurio.
Dalle astratte architetture gotiche della musica del primo Quattrocento all’opulenza sonora delle esperienze tardo-rinascimentali: questo è, in estrema sintesi, l’itinerario suggerito da questo volume. Un periodo circoscritto (due soli secoli) ma ricco di esperienze artistiche spesso molto diverse e tutte apparentate dal ricorso a un medesimo sistema semiografico, la notazione mensurale bianca, che, per l’appunto, ne costituisce il denominatore comune.
Due secoli di storia densi di eventi politici e sociali di capitale importanza (Riforma e Controriforma, per es.) e di preziose innovazioni tecnologiche (pensiamo ai progressi nella costruzione di strumenti musicali o allo sviluppo dell’editoria musicale) che hanno accompagnato le varie tappe dei percorsi artistici del Rinascimento musicale europeo.
Il panorama editoriale relativo allo studio della notazione della polifonia rinascimentale (la cosiddetta 'notazione bianca') in Italia è sorprendentemente modesto soprattutto se si considera che ormai lo studio della semiografia antica non solo è una tappa quasi obbligata nei curriculi universitari delle facoltà musicologiche, ma sta entrando sempre di più nei percorsi formativi dei corsi accademici attivati nei conservatori italiani.
Per questo motivo stride particolarmente la mancanza di un qualsivoglia manuale in italiano dedicato all'acquisizione di tecniche di trascrizione. Unico sussidio in tal senso è da sempre il classico e fondamentale - su questo non si discute - volume di Willi Apel, La notazione della musica polifonica dal X al XVII secolo,' al quale va riconosciuto il merito di aver non poco contribuito al rilancio dello studio 'vivo' della musica antica.
Da più parti, però, esso è ormai considerato parzialmente superato: l'impianto molto teorico e, a tratti, cerebrale (in particolare la sezione relativa alle proporzioni) risulta, infatti, inadatto a un approccio didattico e manualistico. Inoltre esso è legato a una prassi editoriale della musica antica che oggi è superata come dimostrano, per esempio, gli indici di riduzione dei valori 'antichi': Apel propone una quadripartizione che oggi non è più praticata nelle edizioni di musica quattro-cinquecentesca.
In alternativa si segnala la monografia Mensuration and Proportion Signs di Anna Maria Busse Berger: uno studio superlativo delle problematiche del mensuralismo più che altro indagate sullo sfondo del dibattito teorico. Non è, però, un manuale e non è affatto utilizzabile come tale poiché, al contrario, richiede un'approfondita conoscenza pregressa degli argomenti esaminati; si tratta, pertanto, di uno strumento (effettivamente insostituibile) per l'approfondimento della teoria mensurale ma non per il suo apprendimento. Insegnando Semiografia musicale e Storia della Musica Rinascimentale nei corsi accademici del conservatorio l'autore ha verificato in prima persona la mancanza di un sussidio didattico creato ad hoc per l'apprendimento della notazione bianca e per questo motivo ha ben pensato di suggerire una sua personale proposta, scaturita, per l'appunto, dalle lezioni connservatoriali che Rossi ha tenuto in qualità di docente.
Il manuale è articolato in diciotto capitoli che, partendo dagli elementi basilari della notazione quattrocentesca (chiavi e figure di durata), accompagneranno il lettore alla graduale acquisizione di tutte le tecniche (imperfezione, alterazione, proporzioni, color, ecc) necessarie per una trascrizione corretta della musica rinascimentale e coerente con le moderne tecniche di edizione. Quello che Rossi vuole ribadire con chiarezza, è che si tratta di un manuale e non di una disamina musicologica sulla riflessione teorica sulla notazione rinascimentale. Le diverse sfumature mensuralistiche e i molteplici orientamenti dottrinali che agitarono la scena trattatistica del XV/XVI sec. (si pensi alla vis polemica di Johannes Tinctoris e alla querelle che ha visto come protagonista Franchino Gaffurio), sono indubbiamente argomenti di estremo interesse nonché parecchio importanti per le ricadute che ebbero nella prassi mensurale dell'epoca e, per questo motivo, inevitabilmente se ne fa menzione qua e là nelle pagine di questo volume.
Commenti
Posta un commento