Un gruppo di esperti del vino tra cui viticoltori ed enologi hanno previsto che il gusto del Bordeaux cambierà drammaticamente entro il 2050, qualora il riscaldamento globale continuasse al ritmo attuale. Le caratteristiche? Molto più fruttuoso, un contenuto alcolico inferiore e non avrà la stessa capacità di invecchiamento.
Non è una novità, il cambiamento climatico sta mettendo seriamente a rischio gran parte dei vigneti mondiali. Ed in Francia, rispetto a 30 anni fa la vendemmia è stata anticipata di tre settimane per seguire la nuova stagionalità. Il cambiamento delle temperature potrebbe portare in futuro ad una mutazione della qualità della produzione vitivinicola, a partire dal gusto e dalla gradazione alcolica.
Secondo Pascal Chatonnet, se le temperature saliranno da 2 a 4 gradi nella regione di Bordeaux entro il 2050 (come previsto dall'Intergovernmental Panel on Climate Change), allora i vini di Bordeaux potrebbero diventare irriconoscibili.
Pascal Chatonnet è un produttore ed enologo della regione del Bordeaux a cui è stato commissionato un lavoro dal gruppo ambientalista francese l'Association des Journalistes de l'Environnement. Chatonnet ha creato quello che sarà il Bordeaux nel 2050 coltivando uve Cabernet Sauvignon e Merlot nei climi più caldi del Sud (Linguadoca-Rossiglione e Tunisia). Usando un uvaggio al 50/50 delle due uve per fare previsioni sul futuro vino di Bordeaux.
Chatonnet ha dichiarato al notiziario francese 20 minuti: "Per il momento, sul vino rosso le conseguenze del cambiamento climatico sono piuttosto positive. Quando abbiamo, per esempio, un'estate indiana, (in riferimento ad un lungo periodo di tempo dolce e senza piogge che nei paesi nordici si verifica tra ottobre e novembre N.d.R.) c'è un miglioramento della vendemmia. Ma se lasciamo che questo stesso fenomeno climatico si sviluppi senza intervenire, potrebbe cambiare. In climi estremi, non abbiamo mai realizzato prodotti di alta qualità".
Al palato, ha trovato i vini 2050 "abbastanza morbidi, ma quasi sciropposi", mentre il naso "era di frutta molto matura - quasi marmellata". Anche il tenore alcolico sarebbe probabilmente sceso dal tipico 14-15% al 13,5%, ha detto, a causa della più rapida maturazione delle uve, nonostante l'aspettativa che un clima più caldo aumenterebbe normalmente i livelli di alcol potenziali.
Man mano che le uve maturano più velocemente a temperature più elevate, il vino avrà meno capacità di invecchiamento e alcune delle sottigliezze di sapore tipiche del vino andranno perse. Insomma, con l'accelerazione del ciclo di maturazione, possiamo perdere un sacco di cose".
Sebbene i risultati del suo esperimento siano lontani da una visione futura e definitiva del Bordeaux, gli stessi serviranno come promemoria tempestivo dell'impatto che il cambiamento climatico potrebbe avere su una delle regioni vinicole più amate.
Dal 2009 un gruppo di ricercatori sta studiando in una parcella sperimentale, nella regione del Bordeaux, varietà di viti provenienti da diversi paesi. L’obiettivo è selezionare le piante più resistenti e offrire un patrimonio di dati scientifici ai vignaioli, che li guidi nella scelta delle colture in futuro.
Non è una novità, il cambiamento climatico sta mettendo seriamente a rischio gran parte dei vigneti mondiali. Ed in Francia, rispetto a 30 anni fa la vendemmia è stata anticipata di tre settimane per seguire la nuova stagionalità. Il cambiamento delle temperature potrebbe portare in futuro ad una mutazione della qualità della produzione vitivinicola, a partire dal gusto e dalla gradazione alcolica.
Secondo Pascal Chatonnet, se le temperature saliranno da 2 a 4 gradi nella regione di Bordeaux entro il 2050 (come previsto dall'Intergovernmental Panel on Climate Change), allora i vini di Bordeaux potrebbero diventare irriconoscibili.
Pascal Chatonnet è un produttore ed enologo della regione del Bordeaux a cui è stato commissionato un lavoro dal gruppo ambientalista francese l'Association des Journalistes de l'Environnement. Chatonnet ha creato quello che sarà il Bordeaux nel 2050 coltivando uve Cabernet Sauvignon e Merlot nei climi più caldi del Sud (Linguadoca-Rossiglione e Tunisia). Usando un uvaggio al 50/50 delle due uve per fare previsioni sul futuro vino di Bordeaux.
Chatonnet ha dichiarato al notiziario francese 20 minuti: "Per il momento, sul vino rosso le conseguenze del cambiamento climatico sono piuttosto positive. Quando abbiamo, per esempio, un'estate indiana, (in riferimento ad un lungo periodo di tempo dolce e senza piogge che nei paesi nordici si verifica tra ottobre e novembre N.d.R.) c'è un miglioramento della vendemmia. Ma se lasciamo che questo stesso fenomeno climatico si sviluppi senza intervenire, potrebbe cambiare. In climi estremi, non abbiamo mai realizzato prodotti di alta qualità".
Al palato, ha trovato i vini 2050 "abbastanza morbidi, ma quasi sciropposi", mentre il naso "era di frutta molto matura - quasi marmellata". Anche il tenore alcolico sarebbe probabilmente sceso dal tipico 14-15% al 13,5%, ha detto, a causa della più rapida maturazione delle uve, nonostante l'aspettativa che un clima più caldo aumenterebbe normalmente i livelli di alcol potenziali.
Man mano che le uve maturano più velocemente a temperature più elevate, il vino avrà meno capacità di invecchiamento e alcune delle sottigliezze di sapore tipiche del vino andranno perse. Insomma, con l'accelerazione del ciclo di maturazione, possiamo perdere un sacco di cose".
Sebbene i risultati del suo esperimento siano lontani da una visione futura e definitiva del Bordeaux, gli stessi serviranno come promemoria tempestivo dell'impatto che il cambiamento climatico potrebbe avere su una delle regioni vinicole più amate.
Dal 2009 un gruppo di ricercatori sta studiando in una parcella sperimentale, nella regione del Bordeaux, varietà di viti provenienti da diversi paesi. L’obiettivo è selezionare le piante più resistenti e offrire un patrimonio di dati scientifici ai vignaioli, che li guidi nella scelta delle colture in futuro.
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