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Gestione della manodopera in vigna: aspetti etici, sociali e di sostenibilità

"Gestione della manodopera in vigna: fenomeno, problematiche e possibili soluzioni” è il convegno organizzato dal Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani inserito nel programma di Grandi Langhe 2023 che ha permesso di illustrare le iniziative e le azioni per il contrasto dello sfruttamento del lavoro. 




Portare all’attenzione delle Istituzioni, del mondo del vino e dell’opinione pubblica le questioni legate alle modalità di reclutamento e impiego della manodopera in vigna. Illustrare le iniziative intraprese dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani per formare i futuri lavoratori e per collaborare attivamente con il mondo delle Cooperative per garantire il rispetto delle norme e delle condizioni etiche dei lavoratori. 

Se ne è parlato a CHANGES, il momento di dibattito e confronto sui grandi temi legati al mondo del vino e della sua produzione che il Consorzio, per il secondo anno consecutivo, ha aperto Grandi Langhe 2023, due giorni di presentazioni e anteprime sulle nuove produzione vinicole di Langhe e Roero. 

Attorno al tema della: “Gestione della manodopera in vigna: fenomeno, problematiche e possibili soluzioni” si sono sviluppati gli interventi, coordinati dalla giornalista Valentina Furlanetto di Radio24. I lavori sono stati aperti da un video messaggio del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che non ha voluto far mancare il suo saluto all’evento, confermando l’impegno istituzionale del Governo sul tema della tutela dei lavoratori in agricoltura e sulla salvaguardia dei prodotti Made in Italy, troppo spesso posti sotto attacco, come nel recente provvedimento, proposto a livello europeo dall’Irlanda, sull’introduzione di messaggi di alert per la salute sulle etichette del vino. 

La prima parte si è concentrata sulla presentazione dei risultati della ricerca realizzata dall’Osservatorio Placido Rizzotto di FLAI CGIL che ha fotografato il fenomeno in ambito nazionale illustrando i risultati emersi dal VI rapporto agromafie e caporalato. Jean-Renè Bilongo, Presidente dell’Osservatorio, ha ricordato come in diverse regioni del sud Italia il lavoro agricolo subordinato non regolare arriva a superare il 40% della manodopera impiegata con una presenza diffusa di lavoratori immigrati. Il lavoro sommerso è quindi una componente rilevante del settore primario con un valore aggiunto generato dalla sola componente della dimensione regolare che rappresenta il 17% del totale del comparto agricolo. 

A seguire Davide Donatiello, docente di Sociologia dell’Università di Torino ha portato l’argomento su una dimensione regionale e locale evidenziando come anche in Piemonte il fenomeno sia presente e da non sottovalutare e di come sia necessario un lavoro di rete fra i territori, dove i lavoratori irregolari si spostano a seconda dei periodo dell’anno, per concordare politiche e interventi che possano dare risposte efficaci.

“Da anni ci impegniamo per l’emersione ma soprattutto per proporre soluzioni al fenomeno – ha dichiarato Matteo Ascheri, Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani – che sappiamo essere una criticità da sanare. Insieme al mondo delle cooperative agricole abbiamo avviato progetti e interlocuzioni continue che hanno portato alla definizione di protocolli che disciplinano il reclutamento, le retribuzioni e le condizioni dei lavoratori. Inoltre, con l’Accademia della Vigna, progetto ideato e coordinato da Weco,  abbiamo avviato un percorso formativo per dare modo ai lavoratori di apprendere quelle competenze che possano valorizzarne le professionalità e migliorarne le condizioni. Infine stiamo valutando di dare vita a un soggetto terzo, con la collaborazione di diversi attori, per poter disintermediare la selezione e proporre alle cantine consorziate un interlocutore affidabile e che agisce nel pieno rispetto delle norme”.

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