Ricerca, Israele: rinasce lo storico vino del deserto. Introdotti due antichi vitigni coltivati millecinquecento anni fa
Le viti sono state recuperate da semi rinvenuti negli scavi archeologici di Avdat attraverso una ricerca dell'Università di Haifa e Tel Aviv.
Lo scorso 13 settembre nel Parco Nazionale Avdat due antichi vitigni sono stati impiantati nello stesso vigneto dove venivano originariamente coltivati millecinquecento anni fa. Le viti sono state recuperate dai semi rinvenuti negli scavi archeologici di Avdat attraverso una ricerca innovativa sul DNA, guidata dal Prof. Guy Bar-Oz, dell'Università di Haifa, e in collaborazione con il Dr. Meriv Meiri, dell'Università di Tel Aviv, e ricercatori dall'Autorità israeliana per le antichità.
Il progetto di ricerca in collaborazione con l’Autorità dei Parchi Naturali, l’Università di Haifa e Tel Aviv, l’Autorità per le Antichità, la Fondazione Merage Israel e il Consiglio Regionale di Ramat HaNegev, ha permesso la reintroduzione di varietà uniche nel deserto del Negev, dove veniva prodotto un vino di grande reputazione in tutto il Mediterraneo durante il primo millennio d.C.. Questi antichi vigneti rafforzano ulteriormente l'identità del Negev come regione vinicola del deserto con profonde radici storiche e una tradizione davvero unica di viticoltura del deserto.
Il Parco Nazionale Avdat, uno dei siti principali della Strada del Vino del Negev, è patrimonio mondiale dell'UNESCO grazie alla Via dell'Incenso Nabatea, ma il suo patrimonio vinicolo è altrettanto importante. Dal IV al VII secolo d.C., la regione era conosciuta come produttrice di vino di qualità in tutto l'impero bizantino, in un'epoca in cui il cristianesimo divenne la religione ufficiale. Il vino della Terra Santa e del Negev veniva esportato nell'attuale Inghilterra.
Le varietà di uva scoperte attraverso la ricerca genetica sono il Sariki e il Beer, varietà endemiche del Negev. L'impianto del vigneto è stato realizzato lungo il “sentiero dei torchi”, nei pressi di cinque torchi rinvenuti nel sito archeologico.
Il vigneto è stato realizzato secondo la tradizionale struttura comune tra gli agricoltori in Israele durante i periodi della Mishnah e del Talmud (I-VII secolo d.C.) ed adattato al modello di sistema storico-agricolo sulla base degli studi condotti da agronomi e archeologi israeliani durante anni di ricerche pionieristiche nel Negev.
Questo progetto rappresenta una pietra miliare nella storia vinicola della regione, che si è sviluppata enormemente negli ultimi anni, insieme alla costituzione del Negev Wine Consortium da parte della Merage Israel Foundation, con più di 40 aziende vinicole del nord, dal Negev a Eilat. Il consorzio è una piattaforma per la cooperazione, la collaborazione e lo sviluppo tra cantine e vigneti e lavora per promuovere il Negev come destinazione turistica e vinicola unica.
Attualmente, la fondazione sta collaborando con il Ministero della Giustizia per classificare il Negev come regione vinicola con indicazione geografica di origine. Si prevede inoltre che il Negev riceva un riconoscimento internazionale come strada culturale del vino che fonde storia e modernità.
Lo Stato di Israele è un pioniere mondiale nello studio del deserto, ha spiegato il prof. Guy Bar Oz, dell'Università di Haifa, questo vigneto integra passato, presente e futuro nel senso più pratico, e incarna, in modo tangibile, il peso specifico insito nello sviluppo agricolo sostenibile e il suo effetto sull'agricoltura.
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