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Grechetto, il volto vero del terroir

Nelle Terre del Grechetto: un bel confronto di territori
Il Grechetto dimostra di anno in anno di aver trovato una strada propria, riuscendo ad avere il giusto apprezzamento quindi non solo in uvaggio, ma anche come protagonista assoluto. 

Il lungo lavoro svolto da alcuni illuminati produttori molti anni fa, sta dando buoni frutti. A confermarlo le degustazioni guidate di “Nelle Terre del Grechetto”, manifestazione che anche quest’anno ha animato il centro del piccolo borgo di Civitella d’Agliano. 


Le strette vie medievali affacciate sulla valle della Teverina sono diventate lo scenario di un percorso calice e tracolla che ha portato in alta Tuscia circa 50 cantine con il loro Grechetto. Un successo meritato vista anche la grande soddisfazione del pubblico presente e di conseguenza del sindaco Giuseppe Mottura, del presidente della Proloco Luca Giuliotti e di tutte le Associazioni di Civitella e dei volontari che hanno contribuito alla riuscita dell’evento.

“Una manifestazione utile per i produttori che hanno la possibilità di confrontarsi su sistemi di allevamento e vinificazioni, e importante per tutti gli appassionati che cercano un modo di bere sempre più consapevole” ha sottolineato il Sindaco aprendo le degustazioni.

Un bel confronto di territori dell’Italia Centrale, in particolare Tuscia, Umbria, ma anche Marche e Toscana. E poi l’ Emilia con il suo Pignoletto, anzi con il suo Grechetto Gentile parente stretto, come confermano le recenti e approfondite analisi sul DNA, del Grechetto di Todi (g5). 

La questione del Pignoletto è particolarmente interessante e per evitare mistificazioni e impianti oltreoceano, dalla vendemmia 2014 il Pignoletto ha cessato di essere il nome di un vitigno ed è diventato ufficialmente quello di un vino e di una località nel Comune di Monteveglio, lasciando all’uva l’appellativo di Grechetto Gentile.

Le degustazioni guidate hanno messo in evidenza le grandi potenzialità di questo vitigno e la sua grande capacità di leggere il territorio rendendone interpretazioni diverse seppure su una linea comune. Un vino dal passo lento, che dopo 5 anni mostra un’energia tutta nuova e che in molti casi sostiene a testa alta percorsi più lunghi senza il rischio di affaticamento. 

La Tuscia da anni, e come già affermato, grazie a Sergio Mottura ne ha fatto uno dei vitigni di riferimento e negli ultimi tempi la lezione di "monsieur Grechetto" è stata accolta e rielaborata da molti vignaioli con ottimi risultati anche nelle versioni più "naturali”.

“Il Grechetto è vitigno che richiede attenzione, soprattutto perché, nonostante sia un vitigno a bacca bianca, presenta un profilo tannico di rilievo. Quello della gestione del tannino credo sia uno dei punti fondamentali di questa degustazione. Nei miei vini e mi sembra un po’ in tutti quelli della Tuscia, si cerca una versione più levigata, mentre in quelli umbri ho notato, con le dovute differenze di territorio e di cantina, che si vada a cercare proprio l’evidenza del tannino stesso”. Ha affermato Sergio Mottura, ribadendo anche il grandissimo valore del lavoro in vigna.

In Umbria, come ha rilevato Corrado Bottai de Le Velette, il Grechetto, pur dimorando nei vigneti da sempre, è stato letto come vitigno dell’Orvieto, per cui il lavoro in purezza è più recente, ma non meno valido. Cesare Corazza, della cantina Lodi Corazza, giunto dai morbidi colli bolognesi, ha parlato della strada intrapresa dal Pignoletto e della sua esperienza con la coltivazione con il sistema GDC (Geneva Double Curtain) che da il meglio di se nelle annate siccitose, è una forma di allevamento nata attorno agli anni ’50 negli Stati Uniti, presso la Stazione Agricola Sperimentale dello Stato di New York a Geneva, le cui caratteristiche principali sono quelle di economizzare gli interventi colturali, accrescere la produttività delle piante e facilitare la meccanizzazione integrale della vendemmia.

Molti i vignaioli che si sono avvicendati nei tre giorni di degustazione per presentare i propri vini e mettersi a confronto non solo con gli appassionati, ma anche con gli altri produttori da Sara Goretti (Goretti, Perugia), a Marco Gialletti (La Carraia, Orvieto), Manuela Rosini (Castello di Corbara, Orvieto), l’enologo Federico Leszczynski (Tenuta Ronci, Nepi) Sergio e Massimo Buzzi (Podere Grecchi – Vitorchiano), Benedetti (Benedetti e Grigi, Montefalco), i Trebotti (Trebotti, Castiglione in Teverina), Carlo Licciardi (Scorsino, Civitella d’Agliano) e Laura e Maria Teresa Verdecchia (Tenuta La Pazzaglia, Castiglione in Teverina) e l’enologo Daniele Di Mambro.

Nelle Terre del Grechetto è una manifestazione che si afferma come punto di incontro e discussione sui temi della vitivinicoltura riuscendo a coinvolgere anche i neofiti in un percorso di approfondimento e di conoscenza. 

Un appuntamento che consiglio di non perdere per tutti gli appassionati di Grechetto.

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