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Cous Cous Fest 2016. Torna il Festival Internazionale dell'integrazione culturale

Al via la 19^ edizione del Cous Cous Fest
Dal 16 al 25 Settembre a S. Vito Lo Capo una festa di culture, sapori e civiltà che celebra il Cous Cous come piatto della pace.

Welcome Diversity, questo il motto che animerà la grande e attesa manifestazione siciliana. Paesi diversi, popoli diversi, diverse culture, diverse lingue, diverse ricette. Musiche diverse. Spettacoli diversi. Emozioni diverse. Un festival diverso da tutti gli altri, perché unico, come il piatto della pace a cui è dedicato, il Cous Cous. Come il mare di San Vito Lo Capo.Welcome Diversity, Benvenuta Diversità. Perché la diversità è ricchezza e va accolta. Sempre.

L’edizione 19 del Cous Cous Fest si svolgerà come sempre a San Vito Lo Capo dal 16 al 25 settembre 2016. Protagonista della manifestazione è il Cous Cous, piatto povero per eccellenza ma capace di far incontrare, in questa piccola cittadina della Sicilia nord-occidentale, chef provenienti da tutto il mondo all’insegna dell’integrazione e dello scambio. 

Dieci giorni da vivere tra appassionanti gare gastronomiche, degustazioni di cous cous, cooking show di chef stellati, lezioni di cucina per grandi e bambini, concerti di grandi artisti italiani e internazionali, talk show e momenti di approfondimento. Il tutto nella splendida cornice di una cittadina, che con il suo clima caldo, il suo mare cristallino e la bellezza delle sue spiagge, premiate ogni anno con importanti riconoscimenti, è la location ideale per prolungare un altro po' il piacevole relax delle vacanze estive.

Tutte le info e aggiornamenti sulla manifestazione su www.couscousfest.it

Il cous cous

Il cous cous, piatto giramondo, unisce in sé il globale e il locale. Ovunque sia approdato, in giro per il mondo, il piatto ha sposato le caratteristiche del territorio, legandosi profondamente alle tradizioni, religiose e conviviali dei popoli e diventando, volta per volta, maftoul, kseksou, cuscus, cascasa, sekso, kskso, kuskus, kuski, burgul o tabouleh.

Questa tradizionale pietanza a base di semola di grano, cotta a vapore, servita con un bouillon aromatico arricchito del sapore delle verdure di stagione, legumi, aromi e spezie, carne o pesce, rappresenta da sempre il piatto simbolo della cucina maghrebina, specie nei giorni di festa. Il cous cous, nonostante l'eterogeneità delle tradizioni, conserva una natura conviviale: un unico piatto rotondo dal quale tutti possono attingere semplicemente con le mani dopo il rituale Bismallah ("in nome di Dio"), o, al massimo, con pane lievitato prendendo un pezzo di carne o di verdure e formando una pallina con la semola.

Il Corano, a tal riguardo, dispone addirittura che il cous cous vada mangiato con le so­le tre dita della mano destra, per distinguersi dal diavolo che mangia con uno, dal Profeta con due e dall'ingordo che ne usa cinque. Il termine cous cous indica sia la "semola" che il piatto completo, nella sua terra d'origine, dal Marocco alla Libia. Questa semola si presta a una varietà infinita di piatti: da quello più semplice con lo smen, un burro "fermentato" e un bicchiere di latte cagliato, ai ricchissimi cous cous delle feste di matrimonio e di ricevimento. Si tratta di una specialità presente in innumerevoli versioni regionali e stagionali dal Marocco alla Libia, dall’Algeria alla Tunisia. Ma superato l'Egitto, se ci spostiamo nel Mediterraneo verso il Medio Oriente o nell'area turco balcanica, i chicchi di semola assumono altre forme e denominazioni e sono spesso sottoposti ad un diverso procedimento di lavorazione e cottura. Un piatto locale, dunque, il cous cous, ma al tempo stesso globale: non partecipa all’omologazione del gusto ma si esprime in tante e diverse contaminazioni territoriali.

A S. Vito Lo Capo, protagonista assoluto della gastronomia locale, vera eccellenza, è quindi proprio il cous cous, qui preparato prevalentemente secondo la ricetta tradizionale del territorio, con la zuppa di pesce e disponibile in tutti i ristoranti della cittadina. Ma oltre al Cous cous troverete un ampia offerta gastronomica, un trionfo di sapori per la delizia del palato, non c’è che l’imbarazzo della scelta: pesce fresco, ricci e pescespada, ma soprattutto tonno, quello salato, quello aromatizzato, la cosiddetta “sasizzella”, ma anche ventresca e bottarga. Altro piatto da non perdere è la tipica pasta fresca locale, le cosiddette busiate. condite col pesto alla trapanese, pomodoro, aglio e prezzemolo. Per finire in bellezza ogni pasto non mancano i dolci: tentazioni comuni per il palato sono cannoli, cassate, granite e gelati di ogni tipo; la golosità assoluta da queste parti, però, è il “caldofreddo”, una coppa con fondo di gelato, cappello di pan di spagna imbevuto di rhum, ricoperto da panna montata e una colata di cioccolata calda.

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