Agricoltura e lavoro, cambiamento epocale: al Sud è corsa ai campi per 18mila giovani. Il mestiere della terra, strada del futuro per nuove generazioni
Storica corsa alla terra per 18mila under 40 che vedono nel ritorno in campagna l’unica possibilità di rilancio rispetto alle previsioni sul forte rallentamento dell’economia nelle regioni meridionali. Coldiretti analizza i nuovi dati Svimez secondo i quali nel Mezzogiorno, senza politiche adeguate, nel giro di due anni ci sarà un sostanziale dimezzamento del tasso di sviluppo.
Il Sud può ripartire grazie all’agricoltura. E' un dato di fatto già evidenziato in un precedente rapporto a cura di ISMEA SVIMEZ sull’agricoltura del Mezzogiorno che mette in luce l’ottima performance del settore primario nel 2015 e nel 2016. Al Sud ancor più che al Nord crescono valore aggiunto, esportazioni, investimenti e occupazione e l’agricoltura diventa protagonista della ripresa economica con una particolare e significativa dinamica dell’occupazione giovanile, che nel Mezzogiorno ha visto una crescita del 12,9%, più della media italiana.
Nel nuovo rapporto SVIMEZ 2018, presentato ieri presso la sede di via di Porta Pinciana 6 a Roma, risulta chiaro però che la crescita dell’economia meridionale nel triennio 2015-2017 ha solo parzialmente recuperato il patrimonio economico e anche sociale disperso dalla crisi nel Sud. Manca il contributo della spesa pubblica e la ripresa è trainata solo da investimenti privati. Si riscontra inoltre una forte disomogeneità tra le regioni del Mezzogiorno: nel 2017, con Calabria, Sardegna e Campania che registrano il più alto tasso di sviluppo. Se da un lato si assiste ad un aumento dell'occupazione, questa risulta essere debole e precaria con un ampliamento del disagio sociale, tra famiglie in povertà assoluta e lavoratori poveri. Nuovo dualismo demografico: meno giovani, meno Sud, limitazione dei diritti di cittadinanza e divario nei servizi pubblici.
Quello che più conforta è la controtendenza alla fuga dei giovani al Sud che registra invece una storica corsa alla terra per 18mila under 40 che vedono nel ritorno in campagna l’unica possibilità di rilancio rispetto alle previsioni sul forte rallentamento dell’economia nelle regioni meridionali. Un allarme sullo squilibrio tra Nord e Sud che – come rileva Coldiretti – trova una prima risposta nel fatto che sui 30mila giovani under 40 che nel 2016/2017 hanno presentato in Italia domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, ben il 61% è concentrato nel Meridione e nelle isole.
Si tratta di un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale, con il mestiere della terra che non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per giovani generazioni istruite e con voglia di fare tanto.
L’agricoltura nel Mezzogiorno è oggi capace di offrire prospettive di lavoro sia a chi vuole intraprendere con idee innovative sia a chi vuole trovare una occupazione anche temporanea. Il rilancio del Sud passa dunque dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse culturali e paesaggistiche e ambientali che offrono enormi opportunità all’agricoltura di qualità, all’enogastronomia e al turismo.
Un nuovo modello di sviluppo che passa dalla valorizzazione della distintività del territorio come hanno dimostrato di saper fare le moltissime nuove imprese condotte da giovani nate nel settore agricolo. Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale nel Sud e nelle Isole con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito.
Il Sud può ripartire grazie all’agricoltura. E' un dato di fatto già evidenziato in un precedente rapporto a cura di ISMEA SVIMEZ sull’agricoltura del Mezzogiorno che mette in luce l’ottima performance del settore primario nel 2015 e nel 2016. Al Sud ancor più che al Nord crescono valore aggiunto, esportazioni, investimenti e occupazione e l’agricoltura diventa protagonista della ripresa economica con una particolare e significativa dinamica dell’occupazione giovanile, che nel Mezzogiorno ha visto una crescita del 12,9%, più della media italiana.
Nel nuovo rapporto SVIMEZ 2018, presentato ieri presso la sede di via di Porta Pinciana 6 a Roma, risulta chiaro però che la crescita dell’economia meridionale nel triennio 2015-2017 ha solo parzialmente recuperato il patrimonio economico e anche sociale disperso dalla crisi nel Sud. Manca il contributo della spesa pubblica e la ripresa è trainata solo da investimenti privati. Si riscontra inoltre una forte disomogeneità tra le regioni del Mezzogiorno: nel 2017, con Calabria, Sardegna e Campania che registrano il più alto tasso di sviluppo. Se da un lato si assiste ad un aumento dell'occupazione, questa risulta essere debole e precaria con un ampliamento del disagio sociale, tra famiglie in povertà assoluta e lavoratori poveri. Nuovo dualismo demografico: meno giovani, meno Sud, limitazione dei diritti di cittadinanza e divario nei servizi pubblici.
Quello che più conforta è la controtendenza alla fuga dei giovani al Sud che registra invece una storica corsa alla terra per 18mila under 40 che vedono nel ritorno in campagna l’unica possibilità di rilancio rispetto alle previsioni sul forte rallentamento dell’economia nelle regioni meridionali. Un allarme sullo squilibrio tra Nord e Sud che – come rileva Coldiretti – trova una prima risposta nel fatto che sui 30mila giovani under 40 che nel 2016/2017 hanno presentato in Italia domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, ben il 61% è concentrato nel Meridione e nelle isole.
Si tratta di un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale, con il mestiere della terra che non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per giovani generazioni istruite e con voglia di fare tanto.
L’agricoltura nel Mezzogiorno è oggi capace di offrire prospettive di lavoro sia a chi vuole intraprendere con idee innovative sia a chi vuole trovare una occupazione anche temporanea. Il rilancio del Sud passa dunque dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse culturali e paesaggistiche e ambientali che offrono enormi opportunità all’agricoltura di qualità, all’enogastronomia e al turismo.
Un nuovo modello di sviluppo che passa dalla valorizzazione della distintività del territorio come hanno dimostrato di saper fare le moltissime nuove imprese condotte da giovani nate nel settore agricolo. Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale nel Sud e nelle Isole con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito.
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