"Vino, territorio cirotano ormai maturo per DOCG"
Facendo leva sul bel momento promozionale del vino calabrese, che senza dubbio ha accresciuto rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale ed internazionale, la Coldiretti Calabria rilancia e propone un percorso per dotare il vino di Cirò con la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).
“Il territorio del Cirotano – propone il presidente della Federazione calabrese, Pietro Molinaro – è ormai maturo per avere una DOCG del vino. Sarebbe una gemma importante che arricchirebbe il nostro patrimonio enologico e il prestigio del nostro vino e che ci permetterebbe di alzare l’asticella della qualità. Oggi in Italia -aggiunge Molinaro – ci sono 74 vini DOCG e sono cinque regioni che non hanno questo marchio prestigioso di identificazione. La DOCG può essere attribuita ai vini già DOC da almeno dieci anni e la prerogativa del riconoscimento spetta all’Unione Europea. Siamo convinti – prosegue – che questo sia un percorso da iniziare perché abbiamo vini di pregio con notevoli caratteristiche qualitative che combaciano perfettamente con fattori umani e storici ampiamente dimostrabili per il territorio di Cirò.
Coldiretti promuove il prestigio del vino calabrese. Molinaro: "Proposte per la valorizzazione commerciale del prodotto".
Coldiretti rilancia proprio facendo leva sul bel momento promozionale del vino calabrese che senza dubbio ha accresciuto rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale ed internazionale.
Negli ultimi anni lo abbiamo spesso ribadito, la Calabria è una regione che produce vini di qualità, anche
se, visti i quantitativi, si è sempre finito di scriverne poco. La notizia della DOCG per il vino Cirò ora sicuramente lascerà ampio spazio di confronto tra gli addetti ai lavori contribuendo così a mettere nella giusta luce quello che è da considerare uno dei territori più interessanti della penisola.
Volevo ricordare che il presidente della regione Calabria è recentemente intervenuto ai lavori del convegno: “La vitivinicoltura calabrese e le
strategie per la sua valorizzazione” organizzato dal Dipartimento Agricoltura e
Risorse Agroalimentari della Regione Calabria a Cirò Marina, che ha lanciato un programma per lo sviluppo del settore vino in Calabria: promozione, attività
dell’enoteca regionale di Cirò che sarà gestita dai produttori nel segno
dell'aggregazione tra cantine e nuovi investimenti nel settore con il Psr,
promuovendo l’attività dei giovani viticoltori nelle aree collinari della
regione. Insomma, la vitivinicoltura può diventare, anche per la Calabria, un
settore strategico, su cui investire nel lungo periodo.
Quello che più è emerso è che il settore vitivinicolo calabrese ha registrato in questi anni notevoli progressi ed ha
fatto un enorme salto di qualità, determinato soprattutto dalla intelligenza e
dalla intraprendenza di quanti hanno investito e rischiato. Ruolo fondamentale sarà l’enoteca regionale di Cirò come strumento strategico che avrà la funzione di aiutare il prodotto ed i produttori ad entrare nel mercato, a partire da
quello regionale ed un ruolo importante in futuro lo giocherà proprio l'aggregazione tra
cantine.
Quello vitivinicolo è un comparto molto importante per l'economia calabrese che solo attraverso una
strategia precisa in grado di rafforzare la produzione immettendo nuove energie sostenendo con forti incentivi soprattutto i giovani che vogliono
investire in montagna ed in collina, coordinando unitariamente tutte le azioni
da mettere in campo ed investendo soprattutto nella ricerca all’interno delle
aziende e nella innovazione tecnologica.
Facendo leva sul bel momento promozionale del vino calabrese, che senza dubbio ha accresciuto rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale ed internazionale, la Coldiretti Calabria rilancia e propone un percorso per dotare il vino di Cirò con la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).
“Il territorio del Cirotano – propone il presidente della Federazione calabrese, Pietro Molinaro – è ormai maturo per avere una DOCG del vino. Sarebbe una gemma importante che arricchirebbe il nostro patrimonio enologico e il prestigio del nostro vino e che ci permetterebbe di alzare l’asticella della qualità. Oggi in Italia -aggiunge Molinaro – ci sono 74 vini DOCG e sono cinque regioni che non hanno questo marchio prestigioso di identificazione. La DOCG può essere attribuita ai vini già DOC da almeno dieci anni e la prerogativa del riconoscimento spetta all’Unione Europea. Siamo convinti – prosegue – che questo sia un percorso da iniziare perché abbiamo vini di pregio con notevoli caratteristiche qualitative che combaciano perfettamente con fattori umani e storici ampiamente dimostrabili per il territorio di Cirò.
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