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Vino e territorio, ricerca: al via il primo studio sui caratteri aromatici delle uve della Valpolicella

Una ricerca dell' Università di Verona ha l’obiettivo di comprendere l'impronta aromatica delle uve della varietà Corvina e Corvinone come elemento identificativo del territorio della Valpolicella. Lo studio commissionato dall'azienda Tedeschi su vigneti destinati alla produzione di Amarone.




La tipicità sensoriale dei vini, cioè la loro capacità di esprimere caratteri sensoriali riconducibili a modelli di riferimento riconosciuti dai consumatori, rappresenta un elemento di grande valore nella filiera vitivinicola. La tipicità aromatica è probabilmente l'elemento maggiormente tipizzante di un vino, e ad essa si associa spesso la capacità di un vino di esprimere un 'senso del luogo' inteso come insieme di caratteri olfattivi fortemente associati al luogo di provenienza. Tale senso del luogo racchiude la suo interno il contributo di differenti elementi quali la varietà di uva, le caratteristiche geoclimatiche dei vigneti di provenienza, l'insieme delle pratiche viticole ed enologiche impiegate.

Obiettivo del presente studio era quello di capire se, nei vini prodotti con uve Corvina e Corvinone raccolte nei singoli vigneti, ci fosse un’impronta aromatica caratteristica che potesse fungere da vero e proprio elemento identificativo di un luogo e di un terroir con un’identità geografica ben definita.

Attraverso lo studio della diversità aromatica dei vini ottenuti dai singoli cru, ricercandone i marcatori aromatici chiave e comprendendo il legame tra composizione dell’uva e i marcatori stessi, è stato possibile arrivare a definire un’impronta aromatica specifica di ciascun luogo. Si è così concretizzata l’opportunità di disegnare le strategie di gestione del vigneto e della vinificazione, con azioni utili ad esaltare tutte le identità e le tipicità delle singole uve. 

Il lavoro del gruppo di ricerca del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona è stato di carattere prevalentemente chimico, proponendosi di identificare la natura delle sostanze coinvolte in tali caratteri di tipicità aromatica e di sviluppare strategie di vinificazione finalizzate alla loro gestione in differenti tipologie di vino, mettendo in evidenza l'importanza di alcuni processi che portano, durante la maturazione dei vini rossi della Valpolicella, alla comparsa di intensi e caratteristici odori mentolati e di tabacco. Essi si originano a partire da sostanze presenti nei vini giovani, ma aventi odori di natura floreale. Più di recente è stata anche identificata l'origine della nota aromatica balsamica di alcuni vini Lugana, che sembrerebbe essere caratteristica dello stile di alcuni produttori.

Dopo 4 anni di ricerca, l’azienda Tedeschi presenta questa serie di studi unici nel loro genere a livello sia nazionale che internazionale, in particolare rivolti sull’Amarone dei cru Monte Olmi, La Fabriseria e della tenuta di Maternigo (con i vigneti Anfiteatro, Bàrila e Impervio). I risultati hanno condotto ad identificare la firma aromatica dei differenti vini e del vigneto a cui corrispondono. Tra i composti aromatici principali rilevati spiccano i terpeni, molto presenti nel mondo vegetale, con sentori di floreale e di balsamico, che si rivelano importanti marcatori dei vini della Valpolicella ottenuti da uve fresche, così come dello stile dell’Amarone Tedeschi. Anche alcuni norisoprenoidi, che intensificano la percezione di frutta rossa, e benzenoidi, con aromi di spezie dolci, contribuiscono alle diverse firme aromatiche osservate in particolare nel caso del modello Amarone. Tali composti sono presenti nell’uva in forma di precursori che vengono ‘rivelati’ nel corso della vinificazione e l’ambiente del vigneto ha una forte influenza sul loro contenuto.

Un loro contributo alle diverse firme era pertanto atteso, sebbene si tratti della prima volta in cui viene evidenziato l’importate ruolo dei terpeni per l’aroma dei vini della Valpolicella. Più sorprendente invece è stata l’osservazione che anche gli esteri di fermentazione, fondamentali per il carattere fruttato dei vini, siano risultati distintivi delle diverse origini geografiche delle uve. Trattandosi di compositi non presenti nell’uva stessa ma che vengono prodotti dal lievito durante la fermentazione, questo risultato mette in evidenza come l’espressione aromatica del terroir non sia solo legata alla composizione delle uve stesse, ma anche al modo in cui tale composizione influenza il corso della fermentazione.

“I risultati di questo lavoro – sottolinea Riccardo Tedeschi, enologo – ci permettono ora e in futuro di essere sempre attenti nei confronti del nostro ecosistema, nel profondo rispetto del territorio e dei nostri prodotti”.

Durante il periodo di studio si è notato quanto l’effetto dell’annata si esprima con determinate caratteristiche riscontrabili nei vini che si vanno a produrre. Prosegue Riccardo Tedeschi: “Si è lavorato per identificare l’impronta aromatica delle singole particelle di vigneto, impronta che potrà variare quantitativamente in funzione dell’annata ma che identificherà sempre quell’area, rendendo unico ed irripetibile il nostro vino”.

“Dai dati che abbiamo ottenuto – dichiara il Prof. Ugliano a capo del team di ricerca – emerge chiaramente la possibilità di andare a sviluppare alcuni indici di qualità delle uve e longevità dei vini, basandosi in particolare sul profilo terpenico, da utilizzare d’ora in avanti per la mappatura dei vigneti, per la valutazione della qualità delle annate e per l’ottimizzazione delle pratiche in campo e in cantina”.

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