Le Gallerie Nazionali di Arte Antica in Palazzo Barberini presentano per la prima volta il suggestivo dipinto del pittore toscano in una mostra che approfondisce l’influenza artistica di Caravaggio a Roma e sullo stesso Gentileschi.
Orazio Gentileschi, San Francesco in estasi, Collezione privata, Courtesy Benappi Fine Art, dettaglio
L’inedito San Francesco in estasi, eseguito dal naturale e con il modello in posa, rappresenta una rara e pregevole testimonianza dell’avvicinamento di Orazio Gentileschi allo stile caravaggesco. L’opera risale probabilmente agli anni in cui Giovanni Baglione querelò Caravaggio, Onorio Longhi, Filippo Trisegni e Gentileschi, accusandoli di aver scritto dei versi offensivi nei suoi confronti. In quell’occasione, Gentileschi dichiarò di aver dato in prestito al Merisi un “par d’ale” e una veste da cappuccino, presumibilmente lo stesso saio ritratto nell’opera in mostra.
L’esposizione, a cura di Giuseppe Porzio e Yuri Primarosa, si snoda attorno alla preziosa tela, dichiarata dallo Stato italiano opera di eccezionale importanza storico-artistica, messa a confronto con tre importanti dipinti: il San Francesco in meditazione attribuito a Caravaggio, il San Francesco sorretto da un angelo dello stesso Gentileschi, il San Francesco in preghiera del Cigoli e il San Francesco sorretto da un angelo di Madrid, capolavoro giovanile di Gentileschi dal Museo del Prado.
In mostra, inoltre, alcuni oggetti di grande forza evocativa, tra cui gli atti del processo del 1603, aperti sulla pagina della deposizione di Caravaggio, un saio cappuccino dell’epoca e una fotografia della cripta dei frati cappuccini di via Veneto, realizzata da Massimo Listri per l’occasione.
La mostra è stata realizzata grazie al supporto della Galleria Benappi Fine Art, che ha provveduto anche al restauro della tela, eseguito da Stefano Scarpelli sotto la supervisione delle Gallerie Nazionali.
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